2. Il neopositivismo, o empirismo logico, è
una corrente filosofica che nasce nella
prima metà del Novecento con il Circolo di
Vienna. Questa filosofia è basata sul
principio che la filosofia debba aspirare al
rigore metodologico proprio della scienza.
Il congresso di Vienna in
un dipinto di Jean-Baptiste
Isabey (1767-1855)
3. Nel 1929 il circolo pubblicò un manifesto nel quale
veniva definita la loro filosofia come “concezione
scientifica del mondo”.
Nel manifesto lo scopo programmatico era così
esposto:
“La concezione scientifica del mondo è caratterizzata
non tanto da tesi peculiari, quanto, piuttosto,
dall’orientamento di fondo, dalla
prospettiva,dall’indirizzo di ricerca”.
4. Con l’avvento del nazismo in Germania, il gruppo si
sciolse.
Carnap e Neurath non rinunciarono al loro progetto e
fondarono la rivista Journal of Unified Science lavorando
per creare una scienza unificata che si basasse sul
metodo dell’analisi logica. Nacque allora l'Enciclopedia
internazionale della scienza unificata, che venne
pubblicata a partire dal 1938 sotto la direzione di Carnap
e Neurath, e con la collaborazione di filosofi di varia
provenienza.
5. PROBLEMA DELLA DEMARCAZIONE
Il problema della demarcazione consiste nel
chiedersi cosa sia scienza e cosa invece non è
scienza.
La tesi fondamentale del neopositivismo è la critica
alla natura metafisica della filosofia tradizionale, i
neopositivisti infatti affermavano che: ogni
metafisica è un insieme di concetti privi di senso, in
quanto sono ricavati con meccanismi non scientifici.
6. Il positivismo logico afferma che una proposizione
ha significato solo nella misura in cui essa è
verificabile (principio di verificabilità).
Ne segue che sono dotate di significato solo due
classi di proposizioni:
Proposizioni empiriche (verità empiriche); sono
incluse le teorie scientifiche.
Proposizioni analitiche (verità analitiche);
includono le proposizioni matematiche.
7. Tutte le altre proposizioni, incluse quelle di
natura etica ed estetica, sull'esistenza di Dio, e
via dicendo, non sono quindi "dotate di
significato", e appartengono invece alla
"metafisica".
Le questioni metafisiche sono in effetti falsi
problemi e non meritano l'attenzione dei filosofi.
Secondo gli empiristi logici le frasi non verificabili
sono prive di senso, e quindi non essendo
scienza, non devono essere considerate.
8. KEINE METAFISIK MEHER
“Mai più metafisica” è la frase degli empiristi logici per
dichiarare il loro pensiero contro la metafisica,
affermando che le proposizioni di quest’ultima sono
senza senso nell’ambito della conoscenza, in quanto
formate da concetti illusori e parole senza senso.
La critica principale della metafisica è l’inesatezza delle
sue frasi.
La metafisica, l'etica e la religione non forniscono
conoscenze, ma servono all'uomo solo per manifestare
il proprio atteggiamento emotivo verso l'esistenza, ma
costituiscono anche un elemento che rende impossibile
la comunicazione, poichè ogni persona difende la
propria idea senza ascoltare quella altrui.
9. Più tardi questa corrente filosofica venne
abbandonata poiché ingenua, molte parti della
scienza, specialmente della fisica, non sono
verificabili.
Anche le nostre emozioni e sentimenti non
sono verificabili, ma non per questo non
significa che siano privi di senso, anche
perché possono condurci a scoprire altre
conoscenze verificabili.