C\'è qualcosa che manca in questa cosa che noi stiamo chiamando una ripresa. Nella maggior parte degli Stati Uniti questa non viene percepita come una ripresa e questo per un buona motivo: i posti di lavoro non ci sono. Anche se per alcuni gruppi di lavoratori si tratta sicuramente di un recupero e anche molto di più. Tutto questo fa emergere un problema ancora più grande. Oggi nella nostra newsletter estiva esaminiamo quali sono le tendenze in materia di occupazione, nonché dobbiamo prendere atto del fatto che non potremo pagare a tutti i diritti futuri che sono stati promessi. Si tratta di una breve lettera ma che spero possa stimolare qualche riflessione. Alla fine segnalo un webinar e qualche intervento che terrò nei prossimi mesi.
Italia Futura - Rapporto occupazione giovanile 2010ideaTRE60
Meno tasse sul lavoro, riprendere le liberalizzazioni, unificare la disciplina sul lavoro. Queste le proposte di Italia Futura per incentivare l'occupazione giovanile, contenute nel rapporto Giovani, al lavoro! presentato oggi 24 novembre dal leader dell'associazione, Luca Cordero di Montezemolo. Leggi tutto su ideaTRE60 http://bit.ly/fULid5
C\'è qualcosa che manca in questa cosa che noi stiamo chiamando una ripresa. Nella maggior parte degli Stati Uniti questa non viene percepita come una ripresa e questo per un buona motivo: i posti di lavoro non ci sono. Anche se per alcuni gruppi di lavoratori si tratta sicuramente di un recupero e anche molto di più. Tutto questo fa emergere un problema ancora più grande. Oggi nella nostra newsletter estiva esaminiamo quali sono le tendenze in materia di occupazione, nonché dobbiamo prendere atto del fatto che non potremo pagare a tutti i diritti futuri che sono stati promessi. Si tratta di una breve lettera ma che spero possa stimolare qualche riflessione. Alla fine segnalo un webinar e qualche intervento che terrò nei prossimi mesi.
Italia Futura - Rapporto occupazione giovanile 2010ideaTRE60
Meno tasse sul lavoro, riprendere le liberalizzazioni, unificare la disciplina sul lavoro. Queste le proposte di Italia Futura per incentivare l'occupazione giovanile, contenute nel rapporto Giovani, al lavoro! presentato oggi 24 novembre dal leader dell'associazione, Luca Cordero di Montezemolo. Leggi tutto su ideaTRE60 http://bit.ly/fULid5
NON IMPARARE ..COSTA
Il lifelong learning e la formazione permanente come adulto è di vitale importanza per ognuno ma anche per le imprese e per il sistema Paese in cui viviamo.
di Sara Berloto, Elisabetta Notarnicola, Eleonora Perobelli, Andrea Rotolo (SDA Bocconi) per il corso "Longevità e innovazione responsabile" di Fondazione Bassetti e Fondazione Ravasi-Garzanti per la Scuola del design del Politecnico di Milano. 2021.
A questo link presentazione e podcast: https://www.fondazionebassetti.org/en/focus/2021/05/longevita_e_innovazione_respon.htm
Lo studio è stato realizzato nel mese di maggio del 2020, nella "Fase 2" della pandemia di Covid-19. L'obiettivo dello studio, condotto con il metodo "instant Delphi", era quello di individuare un set di proposte di politiche pubbliche per migliorare l'occupabilità dei giovani in ingresso nel mercato del lavoro.
Allo studio hanno partecipato: Claudio Biestro (Engineering), Gabriele Blasutig (Università di Trieste), Dario Cera (Sicilia Acque), Andrea Ciarini (Università Sapienza di Roma), Silvia Ciucciovino (Università RomaTre), Giorgio Coraggioso (Erg), Antonio Febbraio (Gruppo La Doria), Giovanna Fullin (Università Bicocca di Milano), Ornella Giambalvo (Università di Palermo), Sonia Malaspina (Danone), Alfonso Orfanelli (ZF Automotive Italia), Layla Pavone (Digital Magics), Stefano Pozzi (Gruppo Marzotto), Maria Letizia Pruna (Università di Cagliari), Lorenzo Rocco (Università di Padova), Alessandro Rosina (Università Cattolica di Milano), Sara Testino (Magnolia/Banijay Group), Giorgio Ventre (Università Federico II di Napoli), Gianfranco Viesti (Università di Bari), Roberto Zecchino (Bosch Italia).
Presentazione del Professor Giuseppe Mastromatteo (Università Cattolica del Sacro Cuore - Dipartimento di Politica Economica) e del Professor Lorenzo Esposito (Banca d’Italia e Università Cattolica del Sacro Cuore Dipartimento di Politica Economica)
Migrations-Mediations. ARTS AND COMMUNICATION AS RESOURCES FOR INTERCULTURAL DIALOGUE- Un ricerca dell'Università Cattolica. La presente ricerca intende contribuire all’elaborazione di policies e modelli di intervento sul territorio, e alla creazione di una rete di operatori cui fornire linee per buone pratiche di inclusione/integrazione, non intesa come processo di assimilazione, ma piuttosto come costruzione di relazioni che rispettino le differenze, le sappiano valorizzare e allo stesso tempo sappiano costruire regole comuni di convivenza
La disoccupazione giovanile negli Stati Uniti è arrivata ad un valore pari al 17,1%. In Europa il problema è ancora più accentuato. Il caso più eclatante è la Grecia dove la disoccupazione giovanile è al 58% mentre in Spagna questa è vicina al 55%. Il Portogallo è al 36% e in Italia è al 35%. In Francia è superiore al 25%. Questo è solo un chiaro sintomo della crisi del credito? In gran parte chiaramente lo è, ma penso che ci sia un qualcosa di più profondo che si sta generando, un significativo cambiamento nella fondamenta del mercato del lavoro.
V. Pallucchi, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: Le nuove esigenze informative
Titolo. Quali dati per supportare la progettualità del terzo settore? i
Di Mario Calderini
Lo sviluppo delle tecnologie digitali porterà ad una contrazione dell’occupazione oppure sorgeranno nuove ed inedite possibilità di lavoro? È un tradizionale dilemma che ha sempre accompagnato l’accelerazione tecnologica. Oggi, però, l’impatto di questa rivoluzione sta destabilizzando il mercato del lavoro e rischia di spaccare il mondo del lavoro tra “vincenti” e “perdenti” della modernizzazione. Non si tratta di discutere, allora, solo di innovazione tecnologica ma anche dell’innovazione sociale necessaria per realizzare una società più giusta ed equa. Quale ruolo può giocare lo Stato nei processi di innovazione? È molto diffusa la tesi che siano le imprese private i principali motori dell’innovazione imprenditoriale. È sempre o prevalentemente così? L’attore pubblico, a livello sia centrale che locale, quali politiche può promuovere per generare innovazione tecnologica e sociale?
Mario Calderini è Professore presso la School of Management del Politecnico di Milano, insegna Strategia e Decisioni d’Impresa e Social Innovation. È consulente dell’OECD e della Commissione Europea per le politiche di innovazione. Ha fatto parte dell’High Level Expert Group on Digital Agenda della Commissione Europea. Ha avviato fin dal 2011 le prime politiche per le Smart Communites del Governo Italiano ed è Sherpa presso la Commissione Europea per conto del Governo per l’iniziativa High Performance Computing.
NON IMPARARE ..COSTA
Il lifelong learning e la formazione permanente come adulto è di vitale importanza per ognuno ma anche per le imprese e per il sistema Paese in cui viviamo.
di Sara Berloto, Elisabetta Notarnicola, Eleonora Perobelli, Andrea Rotolo (SDA Bocconi) per il corso "Longevità e innovazione responsabile" di Fondazione Bassetti e Fondazione Ravasi-Garzanti per la Scuola del design del Politecnico di Milano. 2021.
A questo link presentazione e podcast: https://www.fondazionebassetti.org/en/focus/2021/05/longevita_e_innovazione_respon.htm
Lo studio è stato realizzato nel mese di maggio del 2020, nella "Fase 2" della pandemia di Covid-19. L'obiettivo dello studio, condotto con il metodo "instant Delphi", era quello di individuare un set di proposte di politiche pubbliche per migliorare l'occupabilità dei giovani in ingresso nel mercato del lavoro.
Allo studio hanno partecipato: Claudio Biestro (Engineering), Gabriele Blasutig (Università di Trieste), Dario Cera (Sicilia Acque), Andrea Ciarini (Università Sapienza di Roma), Silvia Ciucciovino (Università RomaTre), Giorgio Coraggioso (Erg), Antonio Febbraio (Gruppo La Doria), Giovanna Fullin (Università Bicocca di Milano), Ornella Giambalvo (Università di Palermo), Sonia Malaspina (Danone), Alfonso Orfanelli (ZF Automotive Italia), Layla Pavone (Digital Magics), Stefano Pozzi (Gruppo Marzotto), Maria Letizia Pruna (Università di Cagliari), Lorenzo Rocco (Università di Padova), Alessandro Rosina (Università Cattolica di Milano), Sara Testino (Magnolia/Banijay Group), Giorgio Ventre (Università Federico II di Napoli), Gianfranco Viesti (Università di Bari), Roberto Zecchino (Bosch Italia).
Presentazione del Professor Giuseppe Mastromatteo (Università Cattolica del Sacro Cuore - Dipartimento di Politica Economica) e del Professor Lorenzo Esposito (Banca d’Italia e Università Cattolica del Sacro Cuore Dipartimento di Politica Economica)
Migrations-Mediations. ARTS AND COMMUNICATION AS RESOURCES FOR INTERCULTURAL DIALOGUE- Un ricerca dell'Università Cattolica. La presente ricerca intende contribuire all’elaborazione di policies e modelli di intervento sul territorio, e alla creazione di una rete di operatori cui fornire linee per buone pratiche di inclusione/integrazione, non intesa come processo di assimilazione, ma piuttosto come costruzione di relazioni che rispettino le differenze, le sappiano valorizzare e allo stesso tempo sappiano costruire regole comuni di convivenza
La disoccupazione giovanile negli Stati Uniti è arrivata ad un valore pari al 17,1%. In Europa il problema è ancora più accentuato. Il caso più eclatante è la Grecia dove la disoccupazione giovanile è al 58% mentre in Spagna questa è vicina al 55%. Il Portogallo è al 36% e in Italia è al 35%. In Francia è superiore al 25%. Questo è solo un chiaro sintomo della crisi del credito? In gran parte chiaramente lo è, ma penso che ci sia un qualcosa di più profondo che si sta generando, un significativo cambiamento nella fondamenta del mercato del lavoro.
V. Pallucchi, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: Le nuove esigenze informative
Titolo. Quali dati per supportare la progettualità del terzo settore? i
Di Mario Calderini
Lo sviluppo delle tecnologie digitali porterà ad una contrazione dell’occupazione oppure sorgeranno nuove ed inedite possibilità di lavoro? È un tradizionale dilemma che ha sempre accompagnato l’accelerazione tecnologica. Oggi, però, l’impatto di questa rivoluzione sta destabilizzando il mercato del lavoro e rischia di spaccare il mondo del lavoro tra “vincenti” e “perdenti” della modernizzazione. Non si tratta di discutere, allora, solo di innovazione tecnologica ma anche dell’innovazione sociale necessaria per realizzare una società più giusta ed equa. Quale ruolo può giocare lo Stato nei processi di innovazione? È molto diffusa la tesi che siano le imprese private i principali motori dell’innovazione imprenditoriale. È sempre o prevalentemente così? L’attore pubblico, a livello sia centrale che locale, quali politiche può promuovere per generare innovazione tecnologica e sociale?
Mario Calderini è Professore presso la School of Management del Politecnico di Milano, insegna Strategia e Decisioni d’Impresa e Social Innovation. È consulente dell’OECD e della Commissione Europea per le politiche di innovazione. Ha fatto parte dell’High Level Expert Group on Digital Agenda della Commissione Europea. Ha avviato fin dal 2011 le prime politiche per le Smart Communites del Governo Italiano ed è Sherpa presso la Commissione Europea per conto del Governo per l’iniziativa High Performance Computing.
1. Evoluzioni in atto
• Per quasi trecento anni la tecnologia ha
creato più posti di lavoro di quanti ne
eliminasse - da qualche anno non è più così!
Oggi il saldo è negativo
• Nel 1995 le prime 200 azienda al mondo
hanno prodotto un volume d’affari di 7850
miliardi di dollari, pari al 31% del PIL
mondiale, occupando appena lo 0,75% della
forza lavoro mondiale
2. segue
• La disoccupazione, in gran parte, non è più
congiunturale (legata cioè all’andamento
dell’economia) ma strutturale
• Ciò significa che per quanto forte possa
essere una ripresa economica avrà effetti
limitati sull’occupazione
• L’economia mondiale cresce senza creare
occupazione (Jobless growth)
• Un esempio: quanti posti di lavoro hanno
creato gli incentivi per la rottamazione?
3. Dove finiscono i posti di lavoro?
• Automazione, informatizzazione…
• Reengineering: si fa di più con meno risorse
• Delocalizzazione, esternalizzazione,
terziarizzazione
• Economia sommersa
• Finanziarizzazione dell’economia
Secondo un’indagine dell’Espresso, le grandi imprese italiane, nel 1998,
hanno investito circa il 50% del loro capitale in attività finanziarie
E la rivoluzione di Internet è appena iniziata...
4. La fine del lavoro
• La corrispondenza fra lavoro e reddito è
relativamente moderna - esiste da circa
trecento anni
• La domanda di questo tipo di lavoro sembra
destinata a diminuire in modo irreversibile
• Si va verso la società dei 4/5: 1/5 lavora
molto, pagato profumatamente e gli altri da
Mc Donald’s
• Forse il futuro ci costringerà a rivedere
profondamente il significato della parola
lavoro
5. Due atteggiamenti
• Catastrofista: se il lavoro sta diminuendo,
siamo destinati ad un futuro di occupazioni
occasionali, prive di tutela, con redditi molto
bassi
• Entusiasta: finalmente, grazie al progresso,
l’uomo sarà affrancato dal lavoro e potrà
godersi il tempo libero
6. Problemi dell’Italia
• È ai margini nei settori chiave: informatica,
microelettronica, telecomunicazioni,
biotecnologie
• Natalità troppo bassa: gli imprenditori non
possono fare a meno degli immigrati
• Sistema bancario che, per quanto in
evoluzione, è ancora profondamente
inadeguato
7. La situazione italiana
• Disoccupazione “a macchie di leopardo”:
quasi inesistente in molte zone del centro
nord, drammaticamente alta in quasi tutto il
sud
• Presenza contemporanea di eccesso di
domanda in alcune professioni ed eccesso di
offerta in altre
• Disoccupazione certamente sopravvalutata
È bene ricordare che le imprese domandano lavoro, mentre i
lavoratori lo offrono
8. segue
• Disoccupazione “culturale” legata al diverso
riconoscimento sociale delle professioni
• Bassissima conoscenza del mercato del
lavoro e delle professioni da parte dei giovani
• Fabbisogno molto forte, anche se ancora
parzialmente inespresso, di orientamento e
informazioni sul lavoro in generale
• Propensione alla mobilità sul territorio, anche
a livello locale, molto bassa
9. Il mercato del lavoro in Italia
• Il numero degli iscritti al collocamento è il
doppio dei disoccupati secondo l’ISTAT
• Solo il 2-5% di chi trova lavoro lo fa grazie al
collocamento
• I servizi pubblici sono ancora molto carenti
per le attività di incontro domanda - offerta
• I Centri per l’Impiego
10. I miti
• La ripresa creerà occupazione
Le politiche economiche espansive, per quanto fondamentali per l’economia
di un paese, hanno effetti limitati sull’occupazione
• Basta fare come negli Stati Uniti
In Italia la popolazione non cresce
La disoccupazione è calcolata in un modo diverso dall’Italia, rendendo
confrontabili i dati si osserva che, in realtà, gli USA non hanno fatto grandi
passi avanti
• Più flessibilità
È da dimostrare che maggior flessibilità crei occupazione - ma soprattutto:
ancora più flessibilità di così? È permesso persino il lavoro gratuito (si
chiama stage o tirocinio)
11. segue
• Il terziario assorbirà la disoccupazione
Non è possibile, anche il settore dei servizi si sta contraendo:
l’informatizzazione fa sparire gli intermediari, molti servizi vengono
industrializzati...
• Bisogna smantellare lo stato sociale
I dati europei dimostrano esattamente il contrario! È una rete di protezioni
sociali forti che può rendere più dinamico il mercato del lavoro
• Più flessibilità
È da dimostrare che maggior flessibilità crei occupazione - ma soprattutto:
ancora più flessibilità di così? È permesso persino il lavoro gratuito (si
chiama stage o tirocinio
12. Cambia il patto fra imprese e
lavoratori
• Una volta: fedeltà e obbedienza in cambio di
stipendio e sicurezza del posto di lavoro
• Oggi: partecipazione in cambio di reddito e
sviluppo professionale
13. Impiegabilità
• Il bene forse più importante che le imprese danno
ai dipendenti è la manutenzione/miglioramento
della loro impiegabilità, cioè della spendibilità
delle loro competenze sul mercato
• Conseguenza logica di ciò è la necessità di
formazione lungo tutto l’arco della vita lavorativa -
secondo Luciano Gallino un lavoratore che non si
forma diviene obsoleto entro 10 anni: ciò significa
che si dovrebbe dedicare un decimo dell’orario di
lavoro alla formazione/aggiornamento...
14. Lavoro
segue
Gioco Studio Lavoro Pensione
tempo
Questo schema della vita, che ci ha accompagnati per secoli, pare oggi
inadeguato alle evoluzione e alle necessità dell’economia. In particolare, i
confini fra lavoro e studio sono destinati a divenire indefiniti...
Gioco Studio ???
tempo
15. Un circolo vizioso
Crisi
L’impresa si
ristruttura
Licenziamenti
Diminuisce
l’occupazione
Di conseguenza
diminuisce
il reddito
Di conseguenza
diminuiscono
i consumi
… e quindi
l’impresa si
ritrova in...
Come evitarlo?
Dove si può
intervenire?
16. … dove intervenire?
• Una volta l’intervento era concentrato
sull’occupazione (“IRIzzazione” dell’economia
o assunzioni da parte della Pubblica
Amministrazione) oppure faceva ricorso a
strumenti come prepensionamenti o cassa
Integrazione
• Oggi è necessario, in qualche modo, sostenere
reddito e consumi
17. Il lavoro ci sarebbe
• Oltre all’apparente paradosso di un mercato
in cui convivono eccesso di domanda ed
eccesso di offerta, c’è in realtà una forte
domanda di lavoro
• Il problema sta nella divisione fra beni e
servizi che conviene produrre con alti livelli di
efficienza e altri, certamente utili, che non è
però economicamente conveniente produrre
18. … a ben vedere...
• Forse, il problema sta più nel reddito che nel
lavoro!
• Non è il lavoro che manca, quanto chi è
disposto a pagare lavori che oggi vengono
svolti dal cosiddetto “terzo settore”
• Probabilmente è giunto il tempo per
ripensare profondamente le politiche di
distribuzione della ricchezza
• Il reddito può essere funzione della
cittadinanza, anziché del lavoro?
19. Un altro problema
• Oggi sembra affermarsi sempre più il
“Pensiero Unico” o “Pensiero
Economicamente Corretto”
• Ci sono nel mondo ingiustizie, iniquità,
sfruttamento, l’ambiente è in pericolo, le
strategie delle grandi multinazionali seguono
più le mode della Harvard University che altre
scelte …
• … ma, a quanto pare, nessuno osa mettere in
discussione il “turbocapitalismo” portato
dalla cosiddetta globalizzazione
20. Il pensiero economicamente
corretto
• Il privato è buono, il pubblico è da
smantellare progressivamente
• Il libero mercato sistemerà tutto
• Il rigore di bilancio e la politica monetaria
innanzi tutto
• Il pericolo pubblico numero 1 e l’inflazione
(anche se è fra l’1 e il 2%)
• ...
21. Come intervenire?
• Politiche di distribuzione del reddito
• Politiche economiche espansive
• Politiche attive del lavoro
• Riduzioni dell’orario di lavoro
• Incentivi allo sviluppo del terzo settore
• Investimenti sulla “qualità della vita”
• …
22. Senza dimenticare la complessità
In ogni caso, un fenomeno complesso come la
disoccupazione può essere affrontato solo ed
esclusivamente con una serie, altrettanto
complessa, di interventi - non possono esistere
interventi risolutivi!
La Politica consiste proprio nella decisione su
come impiegare le risorse, ben sapendo che
ciascuna scelta nel precluderà altre
23. Alcuni esempi
• Miglioramento generale dei servizi pubblici
• Investimenti in ricerca e sviluppo e innovazione
• Investimenti in settori in espansione e non nei settori
maturi (basta incentivi alla rottamazione…)
• Equilibrare i “costi di localizzazione” fra nord e sud
• Tutelare le grandi imprese di interesse nazionale (vedi
caso Telecom/Omnitel) e promuovere lo sviluppo e il
consolidamento delle piccole e medie imprese
• Porre al centro dell’attenzione la famiglia come
“impresa” che produce e consuma
• Rendere un vero mercato il mercato del lavoro
Adattato da L. Gallino, “Se tre milioni vi sembrano pochi”
24. Sei suggerimenti
di Ralf Dahrendorf
• Cambiare il linguaggio dell’economia
pubblica
Il PIL non è indice di benessere sociale
• Diffondere l’alternanza fra scuola e lavoro
In particolare dei tirocini, visto che l’impiego a vita sta diventando l’eccezione e non la
regola
• Tagliare le radici dell’esclusione
È necessario prevenire con ogni mezzo le possibili cause di esclusione sociale
• Paradossi della globalizzazione
Globalizzazione significa anche tendenza all’accentramento - bisogna valorizzare le
realtà locali, pensare globalmente ma agire localmente
• Stakeholder
Bisogna considerare tutti coloro che sono portatori di interessi nei confronti di
un’impresa, non limitarsi agli azionisti
• Il ruolo dei governi
25. Bibliografia
• Jeremy Rifkin, La fine del Lavoro - Baldini & Castoldi
• Charles Handy, L’epoca del paradosso - Sperling & Kupfer
• Luciano Gallino, Se tre milioni vi sembrano pochi - Einaudi
• Aris Accornero, Era il secolo del lavoro - Il Mulino
• Ralf Dahrendorf, Quadrare il cerchio - Laterza
• Bernard Maris, Lettera aperta ai guru dell’economia che ci
prendono per imbecilli - Ponte alle Grazie
• Aris Accornero, L’ultimo tabù - Il mulino