Project Work a cura degli studenti del Master ISTUD in Marketing Management Nicola Calaprice, Miriam Manca, Valentina Risciotti, Davide Romano, Federica Sabato
È possibile una finanza etica?
Presentazione realizzata dal Gruppo di Iniziativa Territoriale (GIT) dei soci della Provincia di Treviso di Banca Popolare Etica
Healthy trends per il retail e per l’industriaLargo Consumo
Le esperienze di industria e retail a confronto sui bisogni emergenti di benessere e cibi sani, sempre più oggetto di sfida anche sul fronte dell’innovazione.
Azione 21 locale. Gli strumenti per lo Sviluppo Sostenibile e gli Enti PubbliciChiara Scalabrino
(Alph. order) Antonini, F. , Cecconi, R., Giacomazzi, F., Marcello, L., Onnis, G., Oteri, D., Rizzi, E. e Scalabrino, C. (2005). Azione 21 locale. Gli strumenti per lo Sviluppo Sostenibile e gli Enti Pubblici (Local action 21 – Tools for sustainability and the Ligurian Public Bodies). Genoa: Regione Liguria and ARPAL.
Negli ultimi anni, ha assunto sempre maggiore importanza il concetto di "sviluppo sostenibile".
I processi economici, sociali ed ecologici sono strettamente collegati tra loro e l'intervento di attori pubblici e privati non deve avvenire in modo settoriale, bensì bisogna diffondere un nuovo
modo di pensare che consideri benessere economico, sociale ed ambientale come obiettivi collegati tra loro e capaci di supportarsi reciprocamente.
Questo volumetto nasce quindi con l'obiettivo di contribuire a diffondere la cultura ambientale
ed una conoscenza di base sugli "strumenti di sostenibilità" utili per intraprendere percorsi ambientalmente sostenibili, affinché gli obiettivi in campo ambientale diventino occasioni consapevoli per azioni di sviluppo sociale ed economico.
I libretto presenta la III Ricognizione regionale dell'adozione degli strumenti di sostenibilità tra gli enti pubblici della Liguria.
Sul perché l’Agilità sia una risorsa imprescindibile per Sostenibilità ed Eco...Emiliano Soldi
We strongly believe that Agility is a key business capability not only to adapt quickly to market discontinuities (Business Agility), but also represents a key resource to best address transformations toward sustainability and circular economy
Flavio De Trane
La sostenibilità, termine che alcuni anni or sono richiamava alla mente concetti legati alla semplice attenzione all’ambiente e all’impegno alla riduzione delle emissioni e dei gas serra, diviene il fulcro attorno a cui ruotano i Sustainable Development Goals (SDG), ovvero i 17 obiettivi interconnessi che costituiscono l’Agenda 2030, definita dall'Organizzazione delle Nazioni Unite come la strategia "per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti", in grado di trasformare il nostro mondo. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 costituiscono un impegno per tutti i Paesi, perché affrontano in toto lo sviluppo economico e sociale, concentrandosi su questioni relative alla pace, alla povertà, alla fame, al diritto alla salute e all'istruzione, al lavoro, alla crescita economica inclusiva e sostenibile, alla tutela dell'ambiente, ai modelli di produzione e consumo, all'uguaglianza sociale e di genere, alla giustizia.
Gli impegni assunti dai Paesi hanno un sicuro riverbero nel tessuto economico e produttivo, chiamato in prima linea a contribuire alla realizzazione degli obiettivi. E questo contributo viene reso possibile dalla realizzazione di iniziative e azioni che prendono la forma di progetti. Progetti che dovranno includere i temi della sostenibilità, attraversando un cambiamento critico, per trasformare le tecniche di gestione in pratiche attente ai temi non solo economici, ma anche sociali ed ambientali.
L'intervento è volto a fornire una proposta di integrazione della Sostenibilità in alcune note pratiche di project management, nello specifico relative a:
Schema processi tratto dal PMBoK versione 6 (A Guide to the Project Management Body of Knowledge)
Nuovo impianto principi nella versione 7 del PMBoK
ISO 21502 (Project programme and portfolio management – Guidance on project management)
pervenendo a rendere completa la trattazione delle pratiche in oggetto con tema oggi di estrema importanza.
Project Work a cura degli studenti del Master ISTUD in Marketing Management Nicola Calaprice, Miriam Manca, Valentina Risciotti, Davide Romano, Federica Sabato
È possibile una finanza etica?
Presentazione realizzata dal Gruppo di Iniziativa Territoriale (GIT) dei soci della Provincia di Treviso di Banca Popolare Etica
Healthy trends per il retail e per l’industriaLargo Consumo
Le esperienze di industria e retail a confronto sui bisogni emergenti di benessere e cibi sani, sempre più oggetto di sfida anche sul fronte dell’innovazione.
Azione 21 locale. Gli strumenti per lo Sviluppo Sostenibile e gli Enti PubbliciChiara Scalabrino
(Alph. order) Antonini, F. , Cecconi, R., Giacomazzi, F., Marcello, L., Onnis, G., Oteri, D., Rizzi, E. e Scalabrino, C. (2005). Azione 21 locale. Gli strumenti per lo Sviluppo Sostenibile e gli Enti Pubblici (Local action 21 – Tools for sustainability and the Ligurian Public Bodies). Genoa: Regione Liguria and ARPAL.
Negli ultimi anni, ha assunto sempre maggiore importanza il concetto di "sviluppo sostenibile".
I processi economici, sociali ed ecologici sono strettamente collegati tra loro e l'intervento di attori pubblici e privati non deve avvenire in modo settoriale, bensì bisogna diffondere un nuovo
modo di pensare che consideri benessere economico, sociale ed ambientale come obiettivi collegati tra loro e capaci di supportarsi reciprocamente.
Questo volumetto nasce quindi con l'obiettivo di contribuire a diffondere la cultura ambientale
ed una conoscenza di base sugli "strumenti di sostenibilità" utili per intraprendere percorsi ambientalmente sostenibili, affinché gli obiettivi in campo ambientale diventino occasioni consapevoli per azioni di sviluppo sociale ed economico.
I libretto presenta la III Ricognizione regionale dell'adozione degli strumenti di sostenibilità tra gli enti pubblici della Liguria.
Sul perché l’Agilità sia una risorsa imprescindibile per Sostenibilità ed Eco...Emiliano Soldi
We strongly believe that Agility is a key business capability not only to adapt quickly to market discontinuities (Business Agility), but also represents a key resource to best address transformations toward sustainability and circular economy
Flavio De Trane
La sostenibilità, termine che alcuni anni or sono richiamava alla mente concetti legati alla semplice attenzione all’ambiente e all’impegno alla riduzione delle emissioni e dei gas serra, diviene il fulcro attorno a cui ruotano i Sustainable Development Goals (SDG), ovvero i 17 obiettivi interconnessi che costituiscono l’Agenda 2030, definita dall'Organizzazione delle Nazioni Unite come la strategia "per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti", in grado di trasformare il nostro mondo. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 costituiscono un impegno per tutti i Paesi, perché affrontano in toto lo sviluppo economico e sociale, concentrandosi su questioni relative alla pace, alla povertà, alla fame, al diritto alla salute e all'istruzione, al lavoro, alla crescita economica inclusiva e sostenibile, alla tutela dell'ambiente, ai modelli di produzione e consumo, all'uguaglianza sociale e di genere, alla giustizia.
Gli impegni assunti dai Paesi hanno un sicuro riverbero nel tessuto economico e produttivo, chiamato in prima linea a contribuire alla realizzazione degli obiettivi. E questo contributo viene reso possibile dalla realizzazione di iniziative e azioni che prendono la forma di progetti. Progetti che dovranno includere i temi della sostenibilità, attraversando un cambiamento critico, per trasformare le tecniche di gestione in pratiche attente ai temi non solo economici, ma anche sociali ed ambientali.
L'intervento è volto a fornire una proposta di integrazione della Sostenibilità in alcune note pratiche di project management, nello specifico relative a:
Schema processi tratto dal PMBoK versione 6 (A Guide to the Project Management Body of Knowledge)
Nuovo impianto principi nella versione 7 del PMBoK
ISO 21502 (Project programme and portfolio management – Guidance on project management)
pervenendo a rendere completa la trattazione delle pratiche in oggetto con tema oggi di estrema importanza.
Opinioni a confronto - L’importanza di essere “green” a cura di Luca MeiRadiciGroup
La green economy è una moda passeggera o un modo virtuoso di condurre le attività umane? Cosa pensano a riguardo gli operatori del settore materie plastiche e quali iniziative attuano in chiave di sostenibilità? Biopolimeri si o biopolimeri no? Questi e tanti altri i temi affrontati nel giro di opinioni di questo numero.
MACPLAS n. 337 - Ottobre/Novembre 2013
la collana sfide di moda si arricchisce con un nuovo numero dedicato all'analisi della responsabilità sociale di impresa nel settore del tessile abbigliamento
La sostenibilità come modello di business per il tessile italiano ed europeoRadiciGroup
La sostenibilità come modello di business per il tessile italiano ed europeo.
Filippo Servalli - Corporate Marketing & Sustainability
ACIMIT - Incontro sul progetto "Sustainable Technologies" e sulla #greenlabel #ACIMIT - 24 Febbraio 2015 - Milano
Il documento redatto seguendo le Linee Guida del Global Reporting Initiative GRI-G4, illustra i principali aspetti della sostenibilità aziendale nelle sue tre dimensioni: economica, sociale e ambientale.
Il bilancio di sostenibilità - l'esperienza di RadiciGroupRadiciGroup
Il Bilancio di Sostenibilità: l’Esperienza di RadiciGroup
Settimana per l'Energia - Bergamo, 23 Ottobre 2014
Maria Teresa Betti Corporate Marketing&Communication RadiciGroup
Matteo Locatelli, titolare di Pink Frogs Cosmetics, spiega il percorso che porta l'azienda di produzione di cosmetici conto terzi a perseguire la politica della sostenibilità. Dalle dinamiche mondiali, europee e italiane fino alla spiegazione dettagliata dei 10 passi da seguire "Ten steps to sustainability".
La Responsabilità Sociale d'Impresa oggi è un tema molto discusso. Ma cosa si intende per Responsabilità Sociale d'Impresa e perchè una società dovrebbe intraprendere la scelta di un comportamento "etico"? A questo e altro si cerca di dare una risposta.
Andrea Bellucci | It’s raining manager_l’evoluzione delle competenze del Sust...PMexpo
Nell’era “pluviale” del PNRR, con la disponibilità di centinaia di miliardi da spendere e trasformare in progetti di valore per compiere la transizione ecologica, nuove competenze manageriali sostenibili si fanno sempre più indispensabili.
Occorre una forte capacità realizzativa, una forte vocazione all’innovazione, con una consapevolezza maggiore alla sostenibilità economica, all’impatto sul lavoro e all’ambiente.
Per questo si deve ragionare in modo ibrido, con competenze “T-Shaped”: orizzontali per gestire i rischi, il cambiamento, le nuove tecnologie, ma soprattutto verticali per utilizzare le risorse finanziarie a disposizione e trasformare i progetti in valore.
Il Sustainability Project Manager deve sviluppare la capacità di “far accadere le cose”, di portare magicamente nuove opportunità finanziarie; deve conoscere i trend rilevanti e le loro implicazioni, essere credibile e operare con una visione sistemica che connetta tutti gli aspetti ambientali, sociali ed economici, gestendo processi e relazioni complesse.
Opinioni a confronto - L’importanza di essere “green” a cura di Luca MeiRadiciGroup
La green economy è una moda passeggera o un modo virtuoso di condurre le attività umane? Cosa pensano a riguardo gli operatori del settore materie plastiche e quali iniziative attuano in chiave di sostenibilità? Biopolimeri si o biopolimeri no? Questi e tanti altri i temi affrontati nel giro di opinioni di questo numero.
MACPLAS n. 337 - Ottobre/Novembre 2013
la collana sfide di moda si arricchisce con un nuovo numero dedicato all'analisi della responsabilità sociale di impresa nel settore del tessile abbigliamento
La sostenibilità come modello di business per il tessile italiano ed europeoRadiciGroup
La sostenibilità come modello di business per il tessile italiano ed europeo.
Filippo Servalli - Corporate Marketing & Sustainability
ACIMIT - Incontro sul progetto "Sustainable Technologies" e sulla #greenlabel #ACIMIT - 24 Febbraio 2015 - Milano
Il documento redatto seguendo le Linee Guida del Global Reporting Initiative GRI-G4, illustra i principali aspetti della sostenibilità aziendale nelle sue tre dimensioni: economica, sociale e ambientale.
Il bilancio di sostenibilità - l'esperienza di RadiciGroupRadiciGroup
Il Bilancio di Sostenibilità: l’Esperienza di RadiciGroup
Settimana per l'Energia - Bergamo, 23 Ottobre 2014
Maria Teresa Betti Corporate Marketing&Communication RadiciGroup
Matteo Locatelli, titolare di Pink Frogs Cosmetics, spiega il percorso che porta l'azienda di produzione di cosmetici conto terzi a perseguire la politica della sostenibilità. Dalle dinamiche mondiali, europee e italiane fino alla spiegazione dettagliata dei 10 passi da seguire "Ten steps to sustainability".
La Responsabilità Sociale d'Impresa oggi è un tema molto discusso. Ma cosa si intende per Responsabilità Sociale d'Impresa e perchè una società dovrebbe intraprendere la scelta di un comportamento "etico"? A questo e altro si cerca di dare una risposta.
Andrea Bellucci | It’s raining manager_l’evoluzione delle competenze del Sust...PMexpo
Nell’era “pluviale” del PNRR, con la disponibilità di centinaia di miliardi da spendere e trasformare in progetti di valore per compiere la transizione ecologica, nuove competenze manageriali sostenibili si fanno sempre più indispensabili.
Occorre una forte capacità realizzativa, una forte vocazione all’innovazione, con una consapevolezza maggiore alla sostenibilità economica, all’impatto sul lavoro e all’ambiente.
Per questo si deve ragionare in modo ibrido, con competenze “T-Shaped”: orizzontali per gestire i rischi, il cambiamento, le nuove tecnologie, ma soprattutto verticali per utilizzare le risorse finanziarie a disposizione e trasformare i progetti in valore.
Il Sustainability Project Manager deve sviluppare la capacità di “far accadere le cose”, di portare magicamente nuove opportunità finanziarie; deve conoscere i trend rilevanti e le loro implicazioni, essere credibile e operare con una visione sistemica che connetta tutti gli aspetti ambientali, sociali ed economici, gestendo processi e relazioni complesse.
1. In senso generale la morale può essere
definita come quell'insieme di valori e di
regole, su cui vengono elaborate norme di
cara9ere generale a guida dei comportamen:
umani, condivise da un gruppo sociale in una
determinata epoca storica.
L'e)ca, o filosofia morale, invece è la do9rina
filosofica che ha per ogge9o queste regole e
ques: valori e unisce un aspe1o descri2vo,
della condo9a morale e dei valori di fa9o a
cui si ispira, a un aspe1o norma3vo con
l'indicazione dei valori e dei criteri che
dovrebbero essere segui:.
2. Ra#ng e#co
Negli ul'mi anni è stato portato in primo piano
il ruolo delle aziende quali a4ori sociali
necessari per la realizzazione di un futuro
sostenibile e il raggiungimento di obie%vi
comuni di crescita e coesione sociale ed
economica a4raverso una serie di scelte
e1che, sociali ed ambientali. Da qui nasce
l’esigenza di analizzare e valutare la qualità in
termini e1ci delle aziende e dei merca1 in cui
si investe.
In quest’o=ca il ra1ng e1co rappresenta il
cuore della finanza e1ca: un processo nel
quale l’impresa viene so4oposta ad uno
screening per valutarne il livello di
responsabilità sociale ed ambientale.
Le fasi in cui si ar'cola questo percorso
prevedono una raccolta iniziale delle
informazioni che vengono poi catalogate e
so4oposte a verifica fino all’assegnazione di un
punteggio o un giudizio sinte'co.
4. La SA 8000 si basa su principi suggeri- dai riferimen- internazionali in materia di
diri6 umani e dei lavoratori: Dichiarazione Universale dei Diri5 dell’Uomo,
Convenzioni delle Nazioni Unite sui Diri5 del Bambino e sulle Discriminazioni
contro le Donne, nelle ILO (Interna-onal Labour Organiza-on).
• La Certificazione Etica SA 8000 è uno standard
accreditato che risponde alle esigenze delle
organizzazioni che intendono distinguersi per il
loro impegno nello sviluppo sostenibile, con
particolare attenzione alle tematiche sociali.
• Strumento efficace che consente,
all’organizzazione che lo ha implementato,
la corretta gestione ed il monitoraggio
costante di tutte le attività ed i processi ad esse
correlati che impattano sulle tematiche inerenti
le condizioni dei lavoratori: diritti umani,
sviluppo, valorizzazione, formazione e crescita
professionale delle persone, salute e sicurezza dei
lavoratori, non discriminazione, lavoro dei minori
e dei giovani, ed i suoi requisiti si estendono
anche ai fornitori ed ai subfornitori.
5. Chris&an Felber: il passaggio dal libero mercato al commercio e&co.
Secondo Felber il fine delle relazioni economiche è, o dovrebbe
essere, una piena a9uazione dei diri: umani, uno sviluppo
sostenibile, una buona vita per tu:.
Il commercio è un mezzo, non un fine.
6. Il libero commercio ha messo in crisi la produzione
industriale di numerosi Paesi: «L’Argen;na ci ha rimesso
la sua industria meccanica, nella Costa d’Avorio sono
collassate l’industria chimica, delle calzature e delle
componen; automobilis;che. In Kenya i pos; di lavoro
nel seBore tessile si sono ridoC da 120mila a 85mila».
E l’agricoltura? I piccoli possiden; vengono spazza; via:
in Messico, dopo l’adesione al NaNa (North American
Free Trade Agreement), 1,3 milioni di agricoltori hanno
abbandonato l’aCvità.
In Kenya la produzione di cotone è calata da 70mila a
20mila balle. In Senegal la produzione di pomodori è
scesa da 73mila a 20mila tonnellate.
7.
8. Siti utili per calcolare
l’impronta
ecologica:
• https://www.wwf.ch/it/vivere-
sostenibile/calcolatore-dell-impronta-
ecologica
• http://www.feem-
project.net/pandora/impronta_eco.php?ids
=125
• http://www.improntawwf.it/main.php
• https://www.rinnovabili.it/ambiente/signific
ato-impronta-ecologica/
Da questo sito potete scaricare il report del
WWF sull’impronta ecologica-LIVING
PLANET REPORT:
• https://www.wwf.it/cosa-
facciamo/pubblicazioni/living-planet-
report/
9. Nella condizione economico-sociale di iper-consumo in cui ci
troviamo oggi, sembra proprio che l’unica soluzione possibile possa
essere la “regressione”, un ritorno alle origini che preveda il ripristino
delle condizioni di biodisponibilità degli scorsi decenni, ricreando
l’equilibrio tra produzione, consumo e rigenerazione delle risorse
naturali. Le azioni indispensabili alla cosiddetta decrescita sono le
“8 R della decrescita”:
1) Rivalutare (i valori come l’altruismo, la cooperazione, il locale,
ecc.),
2) Ricontestualizzare (attraverso la concezione della differenza tra
ricchezza e povertà secondo le risorse, per non trasformare
abbondanza in scarsità),
3) Ristrutturare (le strutture economico-produttive, i modelli di
consumo, i rapporti sociali, gli stili di vita),
4) Rilocalizzare (ovvero consumare i prodotti locali, per lo sviluppo
sostenibile di una economia locale),
5) Ridistribuire (garantire a tutti l’accesso alle risorse naturali per
un’equa distribuzione della ricchezza),
6) Ridurre (l’impatto sulla biosfera),
7) Riutilizzare (riparare ciò che è rotto, trovandone un nuovo uso e
allontanando l’abitudine dell’usa-e-getta),
8) Riciclare (per ridurre lo spreco e i rifiuti).
hDps://economiacircolare.com
10. CONSUMO RESPONSABILE
“Il Consumo Responsabile è
un’azione di consumo e risparmio
in cui il ci7adino consum-a7ore
informato e consapevole valuta
non solo la qualità e il prezzo dei
prodo> e dei servizi, ma anche il
valore sociale in essi contenuto e
l’impa7o ambientale dell’impresa
che li produce, tutelando il
proprio interesse e quello della
colle>vità nel medio e lungo
periodo.”
La crescita culturale verso il
consumo responsabile pone una
sfida: ripensare il consumo
tradizionale passando da una
logica del prezzo più conveniente
ad un’a3enzione ai bisogni delle
persone nel rispe3o
dell’ambiente. Per un interessante approfondimento:
h"ps://fes)valsvilupposostenibile.it/public/asvis/files/Fes)
val_2020/Even)_nazionali/Posi)on_Paper_GdlGoal12_FINA
Lo"2020.pdf
11. Il consumo responsabile può assumere varie declinazioni:
1) il consumo cri2co, informato e ragionato e quindi consapevole,
a8raverso l’acquisto di beni e servizi da imprese responsabili
che, ad esempio, non sfru8ano il lavoro minorile, non
inquinano l’ambiente o ado8ano strategie filantropiche solo
per fini comunica=vi.
2) il ricorso al commercio equo e solidale, forma di commercio
che promuove gius=zia sociale ed economica, sviluppo
sostenibile, rispe8o per le persone e per l’ambiente, a8raverso
il commercio, la crescita della consapevolezza dei consumatori,
l’educazione, l’informazione e l’azione poli=ca;
3) gli s2li di vita basa2 sulla sobrietà del consumo e il non spreco
alimentare e, come le pra=che di consumo cara8erizzate da
a8enzione al risparmio energe=co, anche di materie prime e al
recupero e riu=lizzo di beni;
4) altre forme di consumo, come ad esempio la partecipazione a
gruppi di acquisto solidale, il turismo responsabile, le buone
pra=che dell’economia della condivisione, ecc.;
5) il risparmio e l’inves2mento sostenibile e responsabile, come
la so8oscrizione di fondi di risparmio, con= corren= e
obbligazioni che includano valore sociale ed ambientale, con
ricadute reali sul territorio in grado di supportare proge@ a
cara8ere socio-ambientale o a sostenere i Paesi in via di
sviluppo.