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“L’evoluzione tecnologica e di regolamentazione degli APPARECCHI 
PORTATILI DI ESTINZIONE, con riferimento anche alla compatibilità 
tra esigenze espositive e loro collocazione” 
Piergiacomo Cancelliere, Ph.D.
Direzione Centrale per la Prevenzione e La sicurezza Tecnica
Ufficio III
19 settembre 2018
“Fra gli apparecchi portatili di estinzione, l’estintore è, molto
probabilmente, il presidio antincendio che ha origini più antiche nel
settore della protezione attiva.
Questo estintore (inizi del 900), di forma tronco‐
conica, contiene acqua e bicarbonato di soda;
Per il funzionamento, si batteva il
percussore a terra per provocare la
rottura di una fiala contenente acido
solforico: la reazione chimica
produceva CO2 come
propellente per l’espulsione
della sostanza estinguente
(sostanzialmente acqua).
Maniglia per dirigere
l’estinguente alle base delle fiamme
Estintore con «bombolina» esterna di
CO2: viene attivata attraverso
l’apertura di un volantino.
La CO2 entra nel serbatoio mettendolo
in pressione con la conseguente
fuoriuscita dell’agente estinguente.
Estintore con azionamento a pompa:
prima dell’utilizzo era necessario
pompare aria all’interno del serbatoio
sino a raggiungere la pressione di
utilizzo necessaria alla espulsione
dell’estinguente.
PRIMI RIFERIMENTI NORMATIVI:
D.P.R. n° 547 del 27/04/1955 (Norme per la prevenzione sugli infortuni
sul lavoro) Art. 34 Divieti Mezzi di estinzione Allontanamento lavoratori
Punto C “devono essere predisposti mezzi di estinzione idonei in rapporto
alle particolari condizioni in cui possono essere usati, in essi compresi gli
apparecchi estintori portatili di primo intervento” .
D.M. n° 5 del 20/12/82. Norme tecniche e procedurali relative agli estintori
portatili d’incendio, soggetti all’approvazione del tipo da parte del Ministero
dell’Interno.
RIFERIMENTI NORMATIVI ATTUALI:
D.M. 7/01/2005 «norme tecniche e procedurali per la classificazione ed
omologazione di estintori portatili d’incendio»:
‐ Istituisce l’omologazione per gli estintori portatili di incendio;
‐ Rimanda alla direttiva PED per gli aspetti di sicurezza a pressione;
‐ Per la caratteristiche tecniche e prestazionali richiama la norma tecnica
europea EN 3/7:2004.
LA NORMA TECNICA EUROPEA
LA NORMA TECNICA EUROPEA
La pressione può essere pressione permanente o pressione ottenuta dal 
rilascio di un gas ausiliario contenuto in una cartuccia.
La norma tecnica consente di scegliere l’estinguente, la carica nominale, le 
modalità di pressurizzazione, il tipo di propellente…, al fine di ottenere un 
prodotto antincendio portatile con prestazioni definite a livello Europeo.
LA NORMA TECNICA EUROPEA: nel 2007 la EN 3/7 si è aggiornata:
EN 3‐7:2004+A1:2007 “Portable fire extinguishers ‐ Part 7: Characteristics,
performance requirements and test methods”
Il DM 7 gennaio 2005 necessiterebbe (quantomeno) un
aggiornamento al fine di poter «omologare» estintori di classe F o per
solventi polari.
Come combustibile deve essere utilizzato 
acetone con purezza minima 99%.
COLLOCAZIONE (previsione) degli estintori a protezione delle attività e dei
luoghi di lavoro
Le regole tecniche di P.I. prescrittive IMPONGONO il numero di estintori e la
capacità estinguente minima che tali presidi devono possedere, ad esempio:
‐ AUTORIMESSE, DM 01/02/ 1982 : 6.2. Mezzi di estinzione portatili ‐ Deve
essere prevista l'installazione di estintori di «tipo approvato» per fuochi delle
classi «A», «B» e «C» con capacità estinguente non inferiore a «21 A» e «89
B»;
‐ OSPEDALI D.M. 18/09/2002: 7.2 – Estintori … gli estintori portatili devono
avere carica minima pari a 6 kg e capacità estinguente non inferiore a 34A ‐
144 BC .
OSS: In molte norme di P.I. tradizionali, la presenza della classe C
OBBLIGA l’impiego dei soli estintori a polvere! … anche negli
ospedali?!?
COLLOCAZIONE (previsione) degli estintori a protezione delle attività e dei
luoghi di lavoro
Il primo strumento con approccio prestazionale per la progettazione
antincendio dei luoghi di lavoro, DM 10 marzo 1998, prevedeva quantomeno
la valutazione del rischio incendio (basso, medio, elevato) per stabile il
numero e la capacità estinguente degli estintori a protezione di una attività
lavorativa:
OSS: Poco peso agli effetti della scarica sugli eventuali occupanti e sui
beni da proteggere.
COLLOCAZIONE (previsione) degli estintori a protezione delle attività e dei
luoghi di lavoro
Approccio prestazionale COMPLETO offerto dal Capitolo S.6. del Codice di
Prevenzione Incendi (DM 3 Agosto 2015):
‐ Necessaria valutazione del rischio incendio per stabilire se fuoco di
materiali solidi con formazioni di braci (solo classe A), se anche liquidi
(anche classe B) se fuochi di grassi vegetali in apparecchi di cottura (classe
F);
‐ Necessario valutare il rischio per gli effetti della scarica su occupanti
(sconsiglia polvere in luoghi chiusi) e sui beni qualora sia necessario
proteggerli;
‐ I fuochi di GAS NON SI SPENGONO, si intercettano! (La classe C non serve
mai, anche le norme tecniche non prevedono più prove di qualifica).
PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI
BENI CULTURALI
In generale, negli edifici che rappresentano un bene culturale, riuscire a
coniugare un livello di sicurezza antincendi ottimale per la protezione dei
beni e degli occupanti va in contrasto con:
• la conservazione dei luoghi;
• la minimizzazione degli interventi strutturali ed estetici dell’edificio in
esame;
• la necessità di conservare “l’autenticità storica” dell’edificio.
PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI
BENI CULTURALI
La ricerca del miglior compromesso è la chiave per un garantire un livello di
sicurezza antincendi adeguato per i beni e per gli occupanti; è un processo
che deve essere trattato caso per caso utilizzando:
• lo strumento della valutazione dei rischi incendi;
• accompagnato da un sistema continuo della gestione della sicurezza
antincendi.
OSS: Il Codice di Prevenzione Incendi fonda la metodologia di
progettazione sugli elementi cardine indicati sopra.
PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI
BENI CULTURALI
Gli estintori rivestono un ruolo molto importante nella protezione degli edifici tutelati e
dei beni culturali in essi contenuti.
Tutti gli incendi che possono essere arrestati nelle prime fasi (azione sul principio di
incendio) non avranno la possibilità di svilupparsi e crescere evitando danni alle strutture
ed agli altri materiali.
Il comportamento degli agenti estinguenti sulle diverse di tipologie di focolari è ben noto,
così come la capacità di soppressione dei principi di incendio;
I fenomeni meno noti sono, di maggior interesse nel caso di specie, sono gli effetti sui
materiali e sui beni dovuti alla scarica dell’estinguente, il potenziale «misuse»
dell’estintore, così come gli effetti sui materiali ad esposizioni brevi o di lungo termine
dovute agli agenti estinguenti.
PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI
BENI CULTURALI
Uno degli studi più recenti sull’impatto degli agenti estinguenti sui beni culturali è il
seguente:
PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI
BENI CULTURALI
Nel rapporto, cui si rimanda per i dettagli della trattazione, vengono effettuati due tipi di
test:
1) NON EXPOSURE FIRE TEST, dove si valutano
gli effetti della scarica dell’agente estinguente
su materiale non sottoposto all’incendio;
2) EXPOSURE FIRE TEST, in questo caso si valutano gli
effetti della scarica dell’agente estinguente su
materiale sottoposta ad un principio di incendio
«standardizzato».
PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI
BENI CULTURALI
Le prove misurano gli effetti di breve e lungo termine quando l’agente estinguente colpisce
materiale senza essere interessato dalla fiamme (non exposure fire test), effetti della scarica,
umidità e temperatura, contaminazione (deposito dell’agente estinguetne);
Nelle prove con l’esposizione la fuoco vengono valutati i tempi di estinzione, il tempo di scarica, il
deposito dell’agente estinguente, eventuali effetti di corrosione dei materiali, effetti di impatto
fisico sul materiale.
In linea generale, la Polvere è fortemente sconsigliata sia quando colpisce materiale non oggetto
di incendio, sia quando si usa per spegnere l’incendio (oscura, limita operazioni di messa in
sicurezza ed esodo, grosso effetto di deposito e di impatto fisico);
Gli estintori ad acqua, specialmente quelli che frazionano l’acqua sino ad ottenere un vero e
proprio effetto «water mist» risultano essere quelli più indicati per la protezione dei beni
culturali.
Anche gli estintori «clean agent» risultano essere promettenti per la protezione dei beni culturali.
PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI
BENI CULTURALI
PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI
BENI CULTURALI
L’estintore a biossido di carbonio NON VIENE CONSIDERATO nello studio per due motivi:
1) La scarica dell’agente estinguente sottoporrebbe a shock termico elevato il materiale
costituente il bene culturale;
2) L’estintore a CO2 NON SPEGNE fuochi di materiali solidi con la formazioni di braci (classe A),
la capacità estinguente è solo per fuochi di classe B (pozze di liquidi infiammabili).
OSS: In una famosa località
Trentina, un castello
«storico» è stato protetto
solo con estintori a CO2!!!
NO !
PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI
BENI CULTURALI
In ultimo, lo studio fornisce anche le misure di «pulizia» e bonifica dei materiali (completa dei
tempi di intervento) colpiti dall’agente estinguente durante le operazioni di estinzione.
Queste indicazioni sono certamente rivolte al sistema di gestione della sicurezza antincendio (GSA)
che deve SEMPRE completare la fase di emergenza con il ripristino delle normali attività.
“L’evoluzione tecnologica e di regolamentazione 
degli APPARECCHI PORTATILI DI ESTINZIONE, con 
riferimento anche alla compatibilità tra esigenze 
espositive e loro collocazione” 
Piergiacomo Cancelliere, Ph.D.
E-mail piergiacomo.cancelliere@vigilfuoco.it

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L’evoluzione tecnologica e di regolamentazione degli APPARECCHI PORTATILI DI ESTINZIONE, con riferimento anche alla compatibilità tra esigenze espositive e loro collocazione

  • 2. “Fra gli apparecchi portatili di estinzione, l’estintore è, molto probabilmente, il presidio antincendio che ha origini più antiche nel settore della protezione attiva. Questo estintore (inizi del 900), di forma tronco‐ conica, contiene acqua e bicarbonato di soda; Per il funzionamento, si batteva il percussore a terra per provocare la rottura di una fiala contenente acido solforico: la reazione chimica produceva CO2 come propellente per l’espulsione della sostanza estinguente (sostanzialmente acqua). Maniglia per dirigere l’estinguente alle base delle fiamme
  • 3. Estintore con «bombolina» esterna di CO2: viene attivata attraverso l’apertura di un volantino. La CO2 entra nel serbatoio mettendolo in pressione con la conseguente fuoriuscita dell’agente estinguente. Estintore con azionamento a pompa: prima dell’utilizzo era necessario pompare aria all’interno del serbatoio sino a raggiungere la pressione di utilizzo necessaria alla espulsione dell’estinguente.
  • 4. PRIMI RIFERIMENTI NORMATIVI: D.P.R. n° 547 del 27/04/1955 (Norme per la prevenzione sugli infortuni sul lavoro) Art. 34 Divieti Mezzi di estinzione Allontanamento lavoratori Punto C “devono essere predisposti mezzi di estinzione idonei in rapporto alle particolari condizioni in cui possono essere usati, in essi compresi gli apparecchi estintori portatili di primo intervento” . D.M. n° 5 del 20/12/82. Norme tecniche e procedurali relative agli estintori portatili d’incendio, soggetti all’approvazione del tipo da parte del Ministero dell’Interno.
  • 5. RIFERIMENTI NORMATIVI ATTUALI: D.M. 7/01/2005 «norme tecniche e procedurali per la classificazione ed omologazione di estintori portatili d’incendio»: ‐ Istituisce l’omologazione per gli estintori portatili di incendio; ‐ Rimanda alla direttiva PED per gli aspetti di sicurezza a pressione; ‐ Per la caratteristiche tecniche e prestazionali richiama la norma tecnica europea EN 3/7:2004.
  • 7. LA NORMA TECNICA EUROPEA La pressione può essere pressione permanente o pressione ottenuta dal  rilascio di un gas ausiliario contenuto in una cartuccia. La norma tecnica consente di scegliere l’estinguente, la carica nominale, le  modalità di pressurizzazione, il tipo di propellente…, al fine di ottenere un  prodotto antincendio portatile con prestazioni definite a livello Europeo.
  • 8. LA NORMA TECNICA EUROPEA: nel 2007 la EN 3/7 si è aggiornata: EN 3‐7:2004+A1:2007 “Portable fire extinguishers ‐ Part 7: Characteristics, performance requirements and test methods” Il DM 7 gennaio 2005 necessiterebbe (quantomeno) un aggiornamento al fine di poter «omologare» estintori di classe F o per solventi polari. Come combustibile deve essere utilizzato  acetone con purezza minima 99%.
  • 9. COLLOCAZIONE (previsione) degli estintori a protezione delle attività e dei luoghi di lavoro Le regole tecniche di P.I. prescrittive IMPONGONO il numero di estintori e la capacità estinguente minima che tali presidi devono possedere, ad esempio: ‐ AUTORIMESSE, DM 01/02/ 1982 : 6.2. Mezzi di estinzione portatili ‐ Deve essere prevista l'installazione di estintori di «tipo approvato» per fuochi delle classi «A», «B» e «C» con capacità estinguente non inferiore a «21 A» e «89 B»; ‐ OSPEDALI D.M. 18/09/2002: 7.2 – Estintori … gli estintori portatili devono avere carica minima pari a 6 kg e capacità estinguente non inferiore a 34A ‐ 144 BC . OSS: In molte norme di P.I. tradizionali, la presenza della classe C OBBLIGA l’impiego dei soli estintori a polvere! … anche negli ospedali?!?
  • 10. COLLOCAZIONE (previsione) degli estintori a protezione delle attività e dei luoghi di lavoro Il primo strumento con approccio prestazionale per la progettazione antincendio dei luoghi di lavoro, DM 10 marzo 1998, prevedeva quantomeno la valutazione del rischio incendio (basso, medio, elevato) per stabile il numero e la capacità estinguente degli estintori a protezione di una attività lavorativa: OSS: Poco peso agli effetti della scarica sugli eventuali occupanti e sui beni da proteggere.
  • 11. COLLOCAZIONE (previsione) degli estintori a protezione delle attività e dei luoghi di lavoro Approccio prestazionale COMPLETO offerto dal Capitolo S.6. del Codice di Prevenzione Incendi (DM 3 Agosto 2015): ‐ Necessaria valutazione del rischio incendio per stabilire se fuoco di materiali solidi con formazioni di braci (solo classe A), se anche liquidi (anche classe B) se fuochi di grassi vegetali in apparecchi di cottura (classe F); ‐ Necessario valutare il rischio per gli effetti della scarica su occupanti (sconsiglia polvere in luoghi chiusi) e sui beni qualora sia necessario proteggerli; ‐ I fuochi di GAS NON SI SPENGONO, si intercettano! (La classe C non serve mai, anche le norme tecniche non prevedono più prove di qualifica).
  • 12. PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI BENI CULTURALI In generale, negli edifici che rappresentano un bene culturale, riuscire a coniugare un livello di sicurezza antincendi ottimale per la protezione dei beni e degli occupanti va in contrasto con: • la conservazione dei luoghi; • la minimizzazione degli interventi strutturali ed estetici dell’edificio in esame; • la necessità di conservare “l’autenticità storica” dell’edificio.
  • 13. PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI BENI CULTURALI La ricerca del miglior compromesso è la chiave per un garantire un livello di sicurezza antincendi adeguato per i beni e per gli occupanti; è un processo che deve essere trattato caso per caso utilizzando: • lo strumento della valutazione dei rischi incendi; • accompagnato da un sistema continuo della gestione della sicurezza antincendi. OSS: Il Codice di Prevenzione Incendi fonda la metodologia di progettazione sugli elementi cardine indicati sopra.
  • 14. PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI BENI CULTURALI Gli estintori rivestono un ruolo molto importante nella protezione degli edifici tutelati e dei beni culturali in essi contenuti. Tutti gli incendi che possono essere arrestati nelle prime fasi (azione sul principio di incendio) non avranno la possibilità di svilupparsi e crescere evitando danni alle strutture ed agli altri materiali. Il comportamento degli agenti estinguenti sulle diverse di tipologie di focolari è ben noto, così come la capacità di soppressione dei principi di incendio; I fenomeni meno noti sono, di maggior interesse nel caso di specie, sono gli effetti sui materiali e sui beni dovuti alla scarica dell’estinguente, il potenziale «misuse» dell’estintore, così come gli effetti sui materiali ad esposizioni brevi o di lungo termine dovute agli agenti estinguenti.
  • 15. PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI BENI CULTURALI Uno degli studi più recenti sull’impatto degli agenti estinguenti sui beni culturali è il seguente:
  • 16. PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI BENI CULTURALI Nel rapporto, cui si rimanda per i dettagli della trattazione, vengono effettuati due tipi di test: 1) NON EXPOSURE FIRE TEST, dove si valutano gli effetti della scarica dell’agente estinguente su materiale non sottoposto all’incendio; 2) EXPOSURE FIRE TEST, in questo caso si valutano gli effetti della scarica dell’agente estinguente su materiale sottoposta ad un principio di incendio «standardizzato».
  • 17. PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI BENI CULTURALI Le prove misurano gli effetti di breve e lungo termine quando l’agente estinguente colpisce materiale senza essere interessato dalla fiamme (non exposure fire test), effetti della scarica, umidità e temperatura, contaminazione (deposito dell’agente estinguetne); Nelle prove con l’esposizione la fuoco vengono valutati i tempi di estinzione, il tempo di scarica, il deposito dell’agente estinguente, eventuali effetti di corrosione dei materiali, effetti di impatto fisico sul materiale. In linea generale, la Polvere è fortemente sconsigliata sia quando colpisce materiale non oggetto di incendio, sia quando si usa per spegnere l’incendio (oscura, limita operazioni di messa in sicurezza ed esodo, grosso effetto di deposito e di impatto fisico); Gli estintori ad acqua, specialmente quelli che frazionano l’acqua sino ad ottenere un vero e proprio effetto «water mist» risultano essere quelli più indicati per la protezione dei beni culturali. Anche gli estintori «clean agent» risultano essere promettenti per la protezione dei beni culturali.
  • 18. PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI BENI CULTURALI
  • 19. PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI BENI CULTURALI L’estintore a biossido di carbonio NON VIENE CONSIDERATO nello studio per due motivi: 1) La scarica dell’agente estinguente sottoporrebbe a shock termico elevato il materiale costituente il bene culturale; 2) L’estintore a CO2 NON SPEGNE fuochi di materiali solidi con la formazioni di braci (classe A), la capacità estinguente è solo per fuochi di classe B (pozze di liquidi infiammabili). OSS: In una famosa località Trentina, un castello «storico» è stato protetto solo con estintori a CO2!!! NO !
  • 20. PREVISIONE DEI MEZZI MOBILI DI ESTINZIONE: CASO PARTICOLARE DEI BENI CULTURALI In ultimo, lo studio fornisce anche le misure di «pulizia» e bonifica dei materiali (completa dei tempi di intervento) colpiti dall’agente estinguente durante le operazioni di estinzione. Queste indicazioni sono certamente rivolte al sistema di gestione della sicurezza antincendio (GSA) che deve SEMPRE completare la fase di emergenza con il ripristino delle normali attività.