1. QUATTROCENTO EYEWEAR
Quattrocento è un intraprendente brand di occhiali, che sviluppa la sua rete commerciale principalmente on-
line. La startup di Eugenio Pugliese e Sharon Ezra, sta crescendo all’ombra di Speed Mi Up, l’incubatore
dell’università Bocconi e della Camera di Commercio di Milano. Nel nome di Quattrocento c'è un rimando
allo spirito del Rinascimento, quando il tocco dell’artigiano si confondeva con quello dell’artista, fondendo
bellezza e capacità di innovazione. “Starting the Second Renaissance” è il motto che accoglie i visitatori del
loro portale. Ed è questa l’ispirazione che guida i due soci, entrambi 27enni: occhiali artigianali, realizzati da
piccole aziende italiane. Eugenio Pugliese, business developer del progetto, calabrese di nascita, milanese
di adozione, con studi di finanza alla Bocconi e una tradizione familiare nel settore. Sharon l’ha incontrata in
un wifi cafè: lei, israeliana d’origine, è stilista e designer, ed ha alle spalle esperienze nell’alta moda e un
master all’istituto milanese di moda e design Marangoni.
Finanza e design: il mix delle loro esperienze è stato il seme che ha fatto nascere il business plan di
Quattrocento. E li ha portati a cercare investitori non solo in Italia ma in tutto il mondo. Sette business angels
hanno creduto nel progetto, tra cui realtà internazionali come Kima Ventures e Avishai Abrahami, e che
hanno consentito ai due imprenditori ventenni di radunare un capitale di 250mila euro con cui partire.
Quattrocento eyewear è nata ufficialmente nell’ottobre 2014, con la forma di srl innovativa.
E Speed Mi Up in tutto questo? Fondamentale soprattutto per i servizi di consulenza nel marketing strategico
e per la garanzia di indipendenza finanziaria: «Cercavamo un incubatore a Milano, luogo determinante per
un progetto come il nostro a metà tra il tech e il fashion. Per noi, poi, era fondamentale trovare un incubatore
che non entrasse nel capitale, per non avere ingerenze nella struttura societaria», precisa Pugliese, che non si
scandalizza di fronte al contributo mensile di quasi 600 euro che Speed Mi Up richiede alle startup che
incuba: «È lo scotto per non avere appunto ingerenze. Ma in fondo è la stessa cifra che spenderemmo solo
per avere degli spazi di coworking».
Nella fase di selezione, racconta, conta la validità del business plan. «E’ importante inserire dati completi ma
sintetici. Il nostro business plan era già pronto perché l’idea l’avevamo già maturata. Questo ci ha consentito
di entrare in una shortlist di venti finalisti, di discutere il nostro progetto di fronte al Comitato e di risultare
poi tra i cinque progetti vincitori».
Quattro mesi di training, con lezioni e seminari per assimilare i segreti del marketing e del business
strategico, seguiti poi dalla supervisione di un professore della Bocconi in qualità di tutor. «Abbiamo
ricevuto un grande supporto: un percorso che non avremmo fatto altrimenti». E che ha portato i due a
lanciare il sito internet, fulcro dell’attività di Quattrocento, nel novembre scorso. L’attività è partita
ufficialmente solo a gennaio, con un marketing online spinto. Nel curriculum, la partecipazione a tre eventi
fieristici e un team che si è già allargato a cinque persone.
«Al momento siamo ancora dentro Speed Mi Up. Non voglio dare numeri ufficiali: è ancora troppo presto.
Non so ancora quando raggiungeremo il breakeven. Come fondatori, ne ricaviamo il minimo per vivere e
cerchiamo di reinvestire tutto in marketing» confida Pugliese: «Però i risultati di questi primi mesi sono già
importanti». Citazioni su riviste internazionali e testimonial come i tre tenorini de Il Volo, vincitori
dell’ultimo festival di Sanremo, costellano già il profilo Facebook dell’azienda.
2. MISSION
La sua missione è quella di vendere occhiali di alta qualità, sia da vista sia da sole, ad un prezzo
rivoluzionario. Aggirando i canali tradizionali, abbattendo i costi di filiera e vendendo direttamente online. Il
marchio fonda la sua natura estetica sulla bellezza e sul tripudio dell’arte e dell’innovazione, che solo il
Rinascimento italiano ha consolidato nel mondo. Il nome stesso deriva proprio da uno dei periodi più
rivoluzionari e innovatori della storia italiana: il 1400. Dal nostro passato riprende l’animo ribelle, dal
presente ruba lo stile pop-rinascimentale. La qualità dei materiali gioca con la variegata quantità di proposte
per rivelare un mood senza compromessi. Il futuro resta sempre il Made in Italy e Quattrocento tende a
sottolinearlo. Lo sguardo però adesso è puntato sui mercati esteri, Inghilterra e Germania soprattutto, con
l’intenzione di rivolgersi poi oltre i confini europei - verso Stati Uniti, Sud Africa e Corea del Sud. Eugenio
Pugliese e Sharon Ezra non sembrano temere concorrenti, anche i più agguerriti come gli americani di
Warby Parker: «Sono forti, ma vendono occhiali fatti in Cina. Noi puntiamo sull’origine del prodotto. Ci
rivolgiamo a chi vuole spendere in modo intelligente».
MADE IN ITALY
«Il mondo sta cambiando: non sono in molti ad essere disposti a spendere troppo per occhiali di qualità.
Quella dell’occhiale è un’industria con molti passaggi. Vogliamo tagliarli, per abbattere i costi, proponendo
però un prodotto valido e dando lavoro a piccole realtà altrimenti schiacciate dalla concorrenza globale e dal
made in China», spiega Eugenio Pugliese.
PRODUZIONE
”Siamo orgogliosi di lavorare con alcuni degli artigiani che rappresentano il patrimonio di quel che resta del
made in Italy e di sostenere un settore quello artigiano ingiustamente in crisi economica. Assumiamo le mani
più esperte e utilizziamo i migliori materiali, per un risultato che è altrettanto stupefacente come i migliori
prodotti dei brand di occhiali più famosi.”
Le nostre fabbriche si trovano in Cadore, Veneto, dove nasce la tradizione manifatturiera dell’occhialeria
mondiale.
I nostri artigiani utilizzano i migliori materiali, come l’acetato Mazzucchelli 100% made in italy - produttore
storico di acetato.
Sharon disegna le collezioni di Quattrocento, realizzate poi con materiali come l’acciaio inox laserato e
l’acetato plasmati su linee geometriche e ultralight.
3. MERCATO USA
Quattrocento dopo il successo riscontrato nel mercato europeo è riuscita a catturare l’attenzione del mercato
statunitense, anche Forbes ha notato questo marchio inserendolo tra le quindici start-up da tenere d’occhio
per il 2015. TechCrunch considera Quattrocento la Warby Parker italiana , un’azienda americana che
fornisce occhiali da vista d'epoca in Europa. Non solo questa start-up sta catturando l'attenzione degli
americani, ma è anche in competizione con loro. Altre testate giornalistiche e blog in tutta l'America hanno
notato questa società per la sua dedizione alla qualità, tra cui il ChicagoTribune.
CANALI DI DISTRIBUZIONE E VENDITE
Quattrocento eyeweare vende principalmente nel mercato italiano ma anche in altri mercati internazionali
come USA e Israele dove stanno ottenendo molto interesse, per il futuro si pensa di lanciarsi in altri paesi
europei come Francia (Parigi) , UK e Germania attraverso gli store di fashion.
Per inizio hanno si erano predisposti di raggiungere un target di vendite di 15.000 pezzi ad oggi si ritengono
sulla buona strada per la realizzazione di tale obbiettivo anche grazie a nuovi investitori Italiani e Israeliani.
Le loro vendite si dividono per un 70% nel sito online e un 30% negli showroom, tre situati a Milano tra cui
importante canale di vendita La Rinascente dove vengono esposti solo gli occhiali da vista , uno a Torino e
l’altro a Israele (paese nativo di Ezra).
Il prezzo di vendita per occhiale è un prezzo fisso di 115 Euro per l’Italia comprensivo di lenti graduate e
spese di trasporto mentre per le vendite estere vanno aggiunti al cliente le spese di trasporto.
Quattrocento eyewear si sta consolidando nel mercato nonostante i competitor con budget alti come
Luxottica, la quale non è molto temuta dall’azienda perché hanno una politica di produzione diversa basata
sulla fedeltà del Made in Italy quindi produzione 100% ITALIANA qualità molto richiesta dal mercato
estero.
Grazie alle conoscenze di Ezra sono riusciti a introdursi nel mercato israeliano e la gestione del mondo
online è stata molto più facile rispetto l’Italia perché li sono abituati all’e-commerce.
Nel futuro si ha come obbiettivo raggiungere volumi di vendita sempre più alti e continuando a mantenere
l’alta qualità e l’artigianalità del prodotto
Sono riusciti a ridurre i tempi di consegna da 8 giorni lavorativi a 5 giorni.
4. QUATTROCENTO EYEWEAR E I SOCIAL
NETWORK
Quattrocento sviluppa la sua rete commerciale principalmente on- line. I social network risultano uno
strumento particolarmente sfruttato dall’azienda al fine di creare una più forte connessione con i propri
clienti, ma anche interesse nei potenziali consumatori che rientrano nelle linee generali del loro mercato
target. Il consumatore tipo a cui l’azienda si rivolge, copre una vasta fascia di età, che va da 25 ai 55 anni, e
che vede l’occhiale come un accessorio fashion, piuttosto che come uno strumento prettamente funzionale.
La pagina Facebook incrementa i suoi seguaci di settimana in settimana. L’azienda è appena nata, e ad oggi
conta circa 4000 seguaci. Nella pagina si può vedere sia l’offerta di occhiali che l’azienda propone, sia gli
eventi a cui partecipa (o che ha programmato) e per finire gli articoli nella quale è stata citata.
La pagina Instagram conta oltre i 4000 seguaci e quasi 300 post pubblicati. Interessante è notare come
l’azienda punti su modelli che vantano anche 15K followers (come ad esempio il modello Jannik Paare).
Quattrocento Eyewear ha anche un profilo Twitter, il quale tuttavia non riscontra ancora il successo che
possiamo notare negli altri social network.
Quattrocento Eyewear è stato anche più volte citato da Chiara Ferragni nel suo blog “The Blond Salad”. La
regina dei social ne parla in un post in cui si ispira allo stile anni 70, e in un post in cui consiglia cosa
indossare per un perfetto primo giorno di lavoro. I post sono stati sapientemente pubblicizzati nella pagina
Facebook del brand, così come gli articoli delle riviste modaiole in cui compare il marchio Quattrocento
Eyewear.
Risulta quindi evidente che l’azienda, nello sfruttare i social come vetrina pubblicitaria, non perde di vista
l’elemento caratterizzante la community che vuole creare. La scelta di collaborare con modelli del calibro di
Paare, o con la prima fashion blogger al mondo risulta, infatti, un’attenta scelta di posizionamento strategico.
5. PUBBLICITÀ: EVENTI E RIVISTE
Lo scorso mese, per la prima volta, si è lanciata una nuova iniziativa, che consiste in eventi promozionali che
prendono il nome di “#HypeGeneration”. L’evento consisteva in un aperitivo in una sala del TOM di
Milano. Nelle pareti della sala erano appesi i quadri simbolo di Quattrocento, che possiamo vedere anche nel
sito, in cui le figure rinascimentali indossano gli occhiali del brand. Al centro della sala, in una tavola,
venivano distribuiti modellini di carta degli occhiali proposti dal brand, che i partecipanti potevano provare,
e nei quali era stampato il link al loro e-store. Un fotografo scattava delle Polaroid ai partecipanti per lasciare
loro un ricordo dell’evento e del brand.
L’evento è stato senz’altro un’ottima iniziativa pubblicitaria. HypeGeneration è infatti un evento dedicato a
una generazione di maker contemporanea. Un temporary showroom allestito al TOM, dove, ogni giovedì,
giovani designer, startup creative, artisti e musicisti si trovano per dar vita ad un appuntamento dai contenuti
sempre diversi.
Oltre a un marketing a contatto diretto e frontale con il cliente, come può essere l’evento, gran parte del
successo di Quattrocento, è dovuto alla pubblicità promossa da grandi testate di moda come Elle Italia,
Vanity Fair, Marieclaire e Vogue. La cosa interessante è che più che comprare spazi pubblicitari, l’azienda
viene pubblicizzata perché soggetto di articoli o perché gli occhiali vengono consigliati in vari proposte di
look differenti.
Senz’altro le riviste in cui l’azienda viene pubblicizzata riflettono il mercato target in cui l’azienda vuole
operare e i valori della community che punta a creare: persone attente al fashion, allo stile, che dettano
tendenza ma che sono molto attente anche alla tradizione; che ricercano il lusso non tanto nel marchio,
quanto piuttosto nella qualità del made in Italy.