Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiore
L'anello della verita'
1. L’ANELLO DELLA VERITÀ
Un'affascinante leggenda racconta che un giorno, nel lontano 1850 in Calabria Nova, nella
splendida cittadina di Forum Hercules -attuale Tropea- che si affaccia sul cristallino mar Tirreno, il
cielo nella sua immensa bontà, decise di concedere qualche goccia di pioggia, agli abitanti del
luogo, dopo estenuanti mesi di attesa e di amara siccità. E piano, piano, fitta, fitta, l’acqua piovana
scendeva giù. Che meraviglia! Per tutti gli abitanti, un gran sollievo.
Sotto quell’acqua benedetta che tutti ormai aspettavano da giorni, giunse, al porto del luogo, un
umile barcaiolo che ormeggiò la sua barchetta nei pressi dell’Isola di Tropea. E lì un passante lo
fermò chiedendogli di andare presso la chiesa di Santa Maria. Il barcaiolo già inzuppato, e con gli
abiti bagnati, non fu capace di respingere tale richiesta e a malincuore, nonostante il tempo
burrascoso, si diresse con l’ospite verso la destinazione richiesta. I due, arrivati vicino alla chiesetta
dell’Isola di Santa Maria, furono fermati da un secondo uomo che chiese al barcaiolo di dirigersi al
Lido di Capo Vaticano.
Sempre preoccupato per il tempo, il barcaiolo si rituffò nel mare, verso il Lido con i due ospiti,
accettando anche questa volta l’incarico. Arrivato al Lido... ecco giungere un terzo sconosciuto che,
salito prontamente nel barchino, chiese se poteva essere accompagnato verso la bocca del porto di
San Nicolò a Ricadi. Il barcaiolo, incapace di rifiutare anche questa terza richiesta, riportò la
barchetta in mare e si diresse verso la destinazione indicata.
2. Durante il tragitto... la barchetta, con dentro i quattro uomini, incrociò una Galea nera guidata dal
Pirata Carascosa (Karagoz, vale a dire occhio nero)- uno dei più intrepidi corsari- piena di spiriti
malvagi: voleva conquistare Tropea e tutte le coste del Tirreno e poi dello Ionio.
L’obiettivo più importante per loro era Tropea, nota per il suo patrimonio artistico e culturale, oltre
che meta turistica ambita di re e imperatori. Mentre la sciagura stava per abbattersi sulla città di
Tropea, il barcaiolo si affrettò per raggiungere, al più presto possibile, la riva per mettersi in salvo
insieme ai suoi amici.
Ecco, però che, all’improvviso, da lontano, apparve loro una vecchietta vestita di nero che
prontamente fermò gli uomini in barca e rivolgendosi a loro disse: -Attenzione! Tornate indietro, vi
prego! Dentro la galea c’è il Re, il nostro re Italo è prigioniero dei pirati... è stato rapito e
derubato di tutti suoi averi dal Pirata cattivo Carascosa, è ferito ma tornerà salvo, ve lo assicuro, e
sarà proprio com’era quando aveva vent’anni. Presto non perdete tempo... non vedo nessuno in
mare, oltre a voi; e con questo diluvio, i pirati ne approfitteranno per fuggire e lo uccideranno. Ora
lui è solo svenuto... ma si sveglierà presto perché, non è giunta ancora la sua ora.
Miei cari amici, per ricompensa, avrete in dono l’anello d’oro che sta ai piedi della Madonna
dell’Isola che ha il potere di concedervi qualunque cosa voi desideriate. Andate, figli miei, e non
dimenticare nessuna delle mie istruzioni-.
Il barcaiolo preso dallo stupore e sconcertato per quanto stava accadendo, riprese le forze e seguì le
indicazioni della vecchia mendicante. La nave che stava a poche miglia dal porto di Tropea
proveniva dall’Oriente, e di lì a poco sarebbe scomparsa nel nulla. Il barcaiolo e i suoi uomini
spaventati ma allo stesso tempo con gli occhi pieni di speranza, nonostante le onde altissime,
continuavano a remare. Mentre la loro barchetta solcava le acque del Tirreno, improvvisamente si
levò una tempesta e fu costretta a interrompere il viaggio e a rifugiarsi nella baia di Riaci. Qui, con
grande sorpresa, trovarono un’imbarcazione di fortuna, una barca a vela, molto più grande della
precedente.
Quando si calmò la tempesta, i marinai decisero di riprendere il viaggio: levarono l’ancora,
inalberarono le vele, cominciarono a remare e giunsero in prossimità della nave pirata... ma si
accorsero con grande dispiacere che era andata alla deriva. Nessun rumore, nessuna voce, loro
potevano udire... solo il rumore dell’uragano che si abbatteva tremendo su di loro. Così allora
pensarono di salire sulla nave, per salvare il salvabile e per dare ascolto alle parole sagge di quella
vecchietta che sembrava aver cambiato il corso del destino. Quando furono sopra la nave pirata,
3. guardando dall’alto, si accorsero che era ben poco ciò che rimaneva dei corpi dei pirati: erano stati
divorati dagli squali. Pensarono, allora, di alleggerire il carico della nave prima che affondasse e
solo quando, tra le altre cose, scaricarono la cassa contenente il tesoro... udirono dei lamenti
provenire dalla vecchia stiva. Il barcaiolo scappò, in preda all’ansia e al panico per scoprire
qualcosa di più. Quando aprì la porticina della stiva, vide davanti a lui una scena incredibile: il re
Italo imbavagliato e sofferente, e per fortuna ancora vivo. Lo liberò subito e chiamò i suoi
compagni. Il barcaiolo fu molto felice ed esclamò: -questo è un miracolo! E ricordando anche ciò
che aveva detto la vecchia signora... di lì a poco il re avrebbe dato loro una lauta ricompensa:
l’anello prezioso che valeva una fortuna... avrebbe cambiato la loro vita per sempre.
Quando il re, ormai sano e salvo, e i suoi prodi amici si avvicinarono al forziere per controllare il
tesoro, furono colti da grande sorpresa e infinito stupore: c’era qualcosa che brillava di una luce
chiara e sfavillante; e più si avvicinavano, più la luce aumentava, esplodeva e abbagliava gli occhi
di tutti i presenti.
Era la luce dell’anello ma anche della verità, di una misteriosa Verità che si nascondeva in
quell’angolo di mare blu che aveva inghiottito il male senza tanti pregiudizi, e in quel pezzo di cielo
ferito dall’odio ma pur sempre in cerca di nuovi orizzonti di sole. Quella verità che rivela la vera
identità, quella verità che grida e si fa giustiziera dei poveri, dei buoni e degli afflitti.
Il mio anello! -gridò il re- è lui che mi ha salvato, mio Dio! Siete voi che mi avete trovato nel mare
sperduto della vita, e mi avete liberato dalla prigionia e dai terribili pirati che mi tenevano
incatenato in quest’orrenda nave. Io, oggi vi dono il mio anello. L’anello della fede. Lo riconosco!
Prendete! Voi mi avete salvato, Dio vi ha mandato a me. Io sono stato per la mia nazione, un re
buono e ora lo sarò anche con voi. Quello che Dio ci dà, non è nostro, ma lo dobbiamo a nostra
volta ridonare: questa è la verità, questa è la giustizia, questo è l’amore.
Mentre il re e i suoi eroi festeggiavano la vittoria sui nemici e sul male, la tempesta si calmò, e
decisero, subito dopo, di riprendere il viaggio: levarono l’ancora, inalberarono le vele,
cominciarono a remare, ma non riuscirono a spostare la nave. Tentarono, ritentarono, ma essa
restava ferma lì, come se fosse incagliata su uno scoglio. Essi allora pensarono di alleggerire
ulteriormente il carico, ma, all’improvviso, tra le altre cose, videro e scaricarono una piccola cassa
bianca. Il re e i compagni di viaggio decisero di aprirla per verificarne il contenuto e con grande
gioia e meraviglia scoprirono un bellissimo e prezioso quadro della Vergine Maria.
4. Ora tutto era chiaro, tutto trasparente come l’acqua di quell’azzurro mare cristallino in cui stavano
navigando quattro uomini baciati dalla vita. La nave, finalmente, poté muoversi e riprendere la rotta
sulle onde placide del mare rabbonito.
Alle prime ore del tramonto il re Italo e i suoi tre preziosi amici approdarono al porto di Tropea e
scesero sull’isola che oggi porta il nome della Madonna: "L’isola di santa Maria" che si affaccia sul
mare: quel posto meraviglioso, dimora di silenzio e di profondità, faro sicuro per navigatori in cerca
della via, della verità, della vita. Sono quegli uomini che hanno attraversato uragani e tempeste,
onde anomale e pirati, ma non si sono mai fermati... hanno seguito sempre la voce della coscienza,
la voce del cuore.
Teresa Averta