Locke
dalla sceneggiatura di Steven Knight
traduzione e adattamento di Filippo Dini
uno spettacolo diretto e interpretato da Filippo Dini
e le voci al telefono sono di (in ordine di apparizione):
interpreti – personaggi
Sara Bertelà – Bethan
Eva Cambiale – Moglie di Gareth
Alberto Astorri – Donal
Emilia Piz – Lisa
Iacopo Ferro – Sean
Mattia Fabris – Gareth
Mariangela Granelli – Katrina
Valentina Cenni – Sorella Margareth
Carlo Orlando – Davids
Giampiero Rappa – Dottor Gullu
Fabrizio Coniglio – Cassidy
Quotidiano Brescia Oggi del 4 agosto 2014. Articolo sulla interpretazione di Luca Zingarelli del "Il sorriso dell'obice", a cura di Dario Malini, Mursia editore
Locke
dalla sceneggiatura di Steven Knight
traduzione e adattamento di Filippo Dini
uno spettacolo diretto e interpretato da Filippo Dini
e le voci al telefono sono di (in ordine di apparizione):
interpreti – personaggi
Sara Bertelà – Bethan
Eva Cambiale – Moglie di Gareth
Alberto Astorri – Donal
Emilia Piz – Lisa
Iacopo Ferro – Sean
Mattia Fabris – Gareth
Mariangela Granelli – Katrina
Valentina Cenni – Sorella Margareth
Carlo Orlando – Davids
Giampiero Rappa – Dottor Gullu
Fabrizio Coniglio – Cassidy
Quotidiano Brescia Oggi del 4 agosto 2014. Articolo sulla interpretazione di Luca Zingarelli del "Il sorriso dell'obice", a cura di Dario Malini, Mursia editore
Tesi in Storia del Teatro Contemporaneo di Gianna Giachetti
Tesi in Storia del Teatro Contemporaneo di Gianna Giachetti
FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE
Corso di Laurea in Progettazione e Gestione di Eventi e Imprese dell’Arte e dello Spettacolo
«… se ho un talento è quello di amare quel piccolo mondo racchiuso tra le spesse mura di questo edificio e soprattutto mi piacciono le persone che lavorano in questo mondo piccolo, fuori di qui c’è il mondo grande e qualche volta capita che il mondo piccolo riesca a rispecchiare il mondo grande tanto da farcelo capire un po’ meglio… in ogni modo riusciamo a dare a tutti coloro che vengono qui la possibilità se non altro per qualche minuto, per qualche secondo, di dimenticare il duro mondo che è là fuori… il nostro teatro è un piccolo spazio fatto di disciplina, coscienza, ordine e amore».
Da Fanny e Alexander di Ingmar Bergman.
Le produzioni della Compagnia Teatrale Ibuka Amizero desiderano raccontare storie di donne e di uomini, dando voce a chi non ha voce.
La compagnia crede nel narrare attraverso l'insieme di linguaggi.
I temi scelti dalla compagnia toccano la sensibilità del gruppo e vengono tradotti in linguaggio teatrale dopo un approfondito lavoro di ricerca e documentazione.
I testi e la maggior parte delle musiche degli spettacoli sono creati dalla compagnia stessa.
La compagnia si avvale da anni della supervisione registica e artistica di Matteo Destro, dell’ATELIER Mask Movement Theatre.
Cinque storie, cinque album, quindici fotografie. Le leggende della musica e le storie degli artisti che hanno creato questi capolavori raccontate dalla penna di William Molducci. Un’analisi sapiente e approfondita della creazione dei brani che li compongono, delle sfumature sconosciute e della genesi, nella sua interezza, della magia di questi dischi. Un punto di vista nuovo e articolato che farà guardare con occhi diversi i cantautori che hanno reso grande la musica leggera italiana. Gli aneddoti celati tra i versi dei brani e le curiosità come valore aggiunto di queste perle della discografia italiana. Il tutto in cinque testi ricchi di informazioni e di storie che non possono mancare nella bibliografia degli amanti della musica italiana, corredate da quindici splendide fotografie create dall’autore di questo importantissimo lavoro.
Prospettiva N (2012) - Alberto Cima Film MakerAlberto Cima
PROSPETTIVA N
Ora dopo 19 anni, non so bene perché, mi sono trovato ad essere risospinto a San
Pietroburgo. Ho con me la piccola fotocamera. Piccola come un taccuino e una matita. Piccola e semplice, non mi piace che una macchina impegnativa abbia il ruolo d'una Svetlana e s'imponga sul mio vivere. Mi obblighi a tener conto della sua presenza e alla fine snaturi le mie giornate.
Sotto sotto riconosco che il fine della mia azione non è il prodotto, la fotografia.
Ciò che mi preme resta il bisogno di sempre. Esplorare il mistero del mio temporaneo esserci, insieme con tutti gli altri. E la fotocamera la uso come un medium che innesca il rapporto e lo fa speciale.
PERSPECTIVE N
Now after 19 years, not sure why, I found it to be driven back to Saint Petersburg. I also carry a small camera. Small as a notebook and a pencil. Small and simple, I do not like a heavy machine has the role of a Svetlana and imposes itself on my life. It forces me to care about its presence and after all distorts my days.
Deep down I recognize that the purpose of my action is not the product, the photograph.
What I want is the need of always. Exploring the mystery of my temporary be here, together with everyone else. And I use the camera as a medium that triggers the relationship and makes it special.
www.albertocima.it
Tesi in Storia del Teatro Contemporaneo di Gianna Giachetti
Tesi in Storia del Teatro Contemporaneo di Gianna Giachetti
FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE
Corso di Laurea in Progettazione e Gestione di Eventi e Imprese dell’Arte e dello Spettacolo
«… se ho un talento è quello di amare quel piccolo mondo racchiuso tra le spesse mura di questo edificio e soprattutto mi piacciono le persone che lavorano in questo mondo piccolo, fuori di qui c’è il mondo grande e qualche volta capita che il mondo piccolo riesca a rispecchiare il mondo grande tanto da farcelo capire un po’ meglio… in ogni modo riusciamo a dare a tutti coloro che vengono qui la possibilità se non altro per qualche minuto, per qualche secondo, di dimenticare il duro mondo che è là fuori… il nostro teatro è un piccolo spazio fatto di disciplina, coscienza, ordine e amore».
Da Fanny e Alexander di Ingmar Bergman.
Le produzioni della Compagnia Teatrale Ibuka Amizero desiderano raccontare storie di donne e di uomini, dando voce a chi non ha voce.
La compagnia crede nel narrare attraverso l'insieme di linguaggi.
I temi scelti dalla compagnia toccano la sensibilità del gruppo e vengono tradotti in linguaggio teatrale dopo un approfondito lavoro di ricerca e documentazione.
I testi e la maggior parte delle musiche degli spettacoli sono creati dalla compagnia stessa.
La compagnia si avvale da anni della supervisione registica e artistica di Matteo Destro, dell’ATELIER Mask Movement Theatre.
Cinque storie, cinque album, quindici fotografie. Le leggende della musica e le storie degli artisti che hanno creato questi capolavori raccontate dalla penna di William Molducci. Un’analisi sapiente e approfondita della creazione dei brani che li compongono, delle sfumature sconosciute e della genesi, nella sua interezza, della magia di questi dischi. Un punto di vista nuovo e articolato che farà guardare con occhi diversi i cantautori che hanno reso grande la musica leggera italiana. Gli aneddoti celati tra i versi dei brani e le curiosità come valore aggiunto di queste perle della discografia italiana. Il tutto in cinque testi ricchi di informazioni e di storie che non possono mancare nella bibliografia degli amanti della musica italiana, corredate da quindici splendide fotografie create dall’autore di questo importantissimo lavoro.
Prospettiva N (2012) - Alberto Cima Film MakerAlberto Cima
PROSPETTIVA N
Ora dopo 19 anni, non so bene perché, mi sono trovato ad essere risospinto a San
Pietroburgo. Ho con me la piccola fotocamera. Piccola come un taccuino e una matita. Piccola e semplice, non mi piace che una macchina impegnativa abbia il ruolo d'una Svetlana e s'imponga sul mio vivere. Mi obblighi a tener conto della sua presenza e alla fine snaturi le mie giornate.
Sotto sotto riconosco che il fine della mia azione non è il prodotto, la fotografia.
Ciò che mi preme resta il bisogno di sempre. Esplorare il mistero del mio temporaneo esserci, insieme con tutti gli altri. E la fotocamera la uso come un medium che innesca il rapporto e lo fa speciale.
PERSPECTIVE N
Now after 19 years, not sure why, I found it to be driven back to Saint Petersburg. I also carry a small camera. Small as a notebook and a pencil. Small and simple, I do not like a heavy machine has the role of a Svetlana and imposes itself on my life. It forces me to care about its presence and after all distorts my days.
Deep down I recognize that the purpose of my action is not the product, the photograph.
What I want is the need of always. Exploring the mystery of my temporary be here, together with everyone else. And I use the camera as a medium that triggers the relationship and makes it special.
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Quotidiano Giornale di Brescia del 4 agosto 2014. Articolo sulla interpretazione di Luca Zingarelli del "Il sorriso dell'obice", a cura di Dario Malini, Mursia editore
uBroker e il suo progetto ZERO (scelgozero.it) insieme all'area spettacoli del Vertigo Live Club, hanno portato Ivan Cattaneo a Pianezza presso ZERO Festival Beer, occasione per artisti emergenti e rinomati, cabarettisti e contest musicali, di intrattenere il territorio in una 10 giorni di risate, ballo e divertimento senza precedenti.
Cattaneo a Pianezza al Festival organizzato da uBroker e VertigoZERO Festival Beer
uBroker e Vertigo insieme per portare arte, musica e cultura nel territorio di Pianezza e far divertire la città anche con spettacoli comici con Beppe Braida, Gianluca Impastato e altri comici di Colorado. Tra gli artisti più famosi è stato presente Ivan Cattaneo, che dando prova di grande professionalità ed esperienza ha intrattenuto con musica e storie di squisita qualità.
La lezione di Ionesco riletta da Valerio BinascoAgnese Cremaschi
Il Teatro Binario 7 presenta La Lezione di Ionesco, uno dei testi più significativi del Teatro dell’Assurdo, prodotto dalla Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse, con la regia di Valerio Binasco.
A seguire, mercoledì 20 gennaio alle ore 20.30, la storica e critica d’arte Simona Bartolena terrà la seconda lezione – approfondimento ad ingresso libero, Il surrealismo sono io: Salvador Dalí e il suo tempo, inserita all’interno della nuova rassegna Teatro+Tempo Arte, che indagherà temi quali l’assurdo, il paradosso, il sogno, l’immaginazione e la visione.
Similar to Interviste Pierfrancesco Favino per debutto Franco Parenti 6 febbraio (20)
I pezzi più significativi usciti su La Maria Brasca di Giovanni Testori, uno spettacolo di Andrée Ruth Sammah con Marina Rocco, Mariella Valentini, Luca Sandri, Filippo Lai
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Interviste Pierfrancesco Favino per debutto Franco Parenti 6 febbraio
1. Via Solf
Teatro
FavinoriprendeKoltès
«Questotestoviveconme»
di Giuseppina Manin
a pagina 10
«S
ì, il titolo è
bellissi-
m o
conferma
Pierfran-
cesco Fa-
vino La notte poco prima
delle foreste è una porta soc-
chiusa nella notte, il mistero,
L Q Evoca immagini e
emozioni, il sensodella paura
e del pericolo, lo smarrimen-
to del sentirsi estranei». Con
D unico di Bernard-Marie
Koltès, tagliente come una la-
ma, struggente come la Mi-
longa di Piazzolla che lo scan-
disce in scena, Favino ci con-
vive da quindici anni, da
quando lo propose la prima
volta in un teatrino romano
nel 2004, fino D DSSU G di
adessoa Milano, da mercole-
dì al Franco Parenti. Sempre
QH D HV LPHQ firmato da
QH D HV LPHQ firmato da
Lorenzo Gioielli. «Questo te-
sto ormai vive con me e io con
lui. Lavocedello straniero che
in una notte di pioggia ferma
per strada uno sconosciuto
QH HV UHP tentativo di rom-
pere una solitudine e Q DQ
goscia troppo pesanti, è la
mia voce. La sua vita non è la
mia, eppure è come se lo fos-
se.Mi perdo emi ritrovo nelle
sueparole, in quel flusso inin-
terrotto di rabbia e dispera-
zione di un essereumano ta-
gliato fuori da Q PDQL ar-
rivata un punto di non ritor-
no, in agguato nel buio delle
foreste».
Vertiginosa e febbrile la
scrittura di Koltès: Q QLFD
frase costellata di virgole, pa-
rentesi, trattini. Il primo pun-
to arriva dopo 63 pagine, alla
fine. Un vortice di parole che
si affastellano in gola, a ri-
si affastellano in gola, a ri-
schio di spezzareil respiro. «Il
lucido delirio di un GL HUV
che ha provato in tutti i modi
a diventare un uguale. Il suo
bisogno degli altri, ela sua in-
sofferenza a stareinsieme. Mi
è venuto spontaneo dare a
questo grido nel buio la carat-
terizzazione vocale di un im-
migrato che ha imparato la
nostra lingua ma conserva
DFFHQ di un qualche Paese
GH (V
Quando DQQ scorso Favi-
no ne recitò una parte nella fi-
Un tuffo nelbuioFavinoalParentineipannidellostraniero
diBernardKoltès:«Miperdoemiritrovo
LQT H HVVHUH PDQ D LD I ULGD
nale di Sanremo D DUG era
grande, gli applausi e HP
zione riscossi molto di SL
«Avevo il desiderio di U P
SHUH lo schermo, di trovare
un contatto reale. Ho portato
lo straniero al Festival, per
qualche minuto la festosa
notte nazionalpopolare ha la-
Tutti i diritti riservati
PAESE :Italia
PAGINE :1,10
SUPERFICIE :44 %
DIFFUSIONE :(658571)
AUTORE :Di Giuseppina Manin
5 febbraio 2019 - Edizione Milano
3. Da sapere
«La notte
poco prima
delle foreste»
di Bernard-
Marie Koltès
con
Pierfrancesco
Favino; regia di
Lorenzo Gioielli
D domani
ore 19.45 a
domenica 10
febbraio al
Teatro Franco
Parenti, via Pier
Lombardo 14
Biglietti: da
38/21 euro
Per
informazioni
tel.
0259995206
biglietteria@te
atrofrancopare
nti.com
www.teatrofra
ncoparenti.it
Cavallo di battaglia
Pierfrancesco Favino in «La notte
poco prima delle foreste» (1977), atto
unico del drammaturgo francese
Bernard-Marie Koltès
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AUTORE :Di Giuseppina Manin
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4. DOPO LA RECITA (// 112 SCORSO AL FESTIVAL DI SANREMO
DOO ULV RQ al Parenti
lo sfogodi Favino
/ LQ QVR monologo sulla diversità tratto da Koltès
«Lanotte poco prima delle fo-
reste»Pierfrancesco Favino lo
portò in scenain tempi lonta-
ni: correva O DQQR 2004, eraun
trentenne di belle speranze in
ascesama non ancora cosìno-
to. Nel 2018 lo haripreso e, an-
cora SL coraggiosamente,
seppur baciato da maggiore
popolarità, lo ha recitato an-
che sul palco di Sanremo.
Tra corsi e ricorsi arriva a
Milano proprio il giorno dopo
aver fatto atto di presenza e
idealeponte con la passataedi-
zione del Festivalonedi cui era
co-conduttore e dove aveva
spiazzato con T OO SORL in-
tenso e insolito.
Monologo del 1977 del
franceseBernard-Marie Koltès
chein Italia fu tradotto solonei
primi Anni «La notte» è
sfogo a ruota libera di un uo-
mo, uno straniero, che vaga
senza meta in una notte di
pioggia, in cercadi una perso-
na da sentire amica. Trasuda-
no disperazione edemargina-
zione, disillusione, rimpianto
eabbandono dalle sue parole.
Recrimina eincrimina.
Favino le interpreta con la
stessafoga eurgenza che Kol-
tès mise nella pagina scritta.
qqualcosadi inspiegabile in
questo pezzo che mi prende e
mi trascina, aldi là della vicen-
daG OO RPR hadetto O D RU
che de«Lanotte»ha anche cu-
rato O DGD DP Q R (la regia in-
veceèdi Lorenzo Gioielli). Di
questasuasecondavolta: «Ero
molto meno conosciuto, eave-
vo O DPEL LRQ di impormi. Og-
gi possoessereSL semplice e
scomparire dietro O RS UD
Teatro Franco Parenti, dal 6
al 10 febbraio, 30/38 euro,
teatrofrancoparenti.it
c BYNCNDALCUNIDIRITTIRISERVATI
ADRIANA MARMIROLI
PierfrancescoFavinoin /D notte pocoprima delle IRU V
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PAESE :Italia
PAGINE :1
SUPERFICIE :16 %
5 2 4 R LGLDQR
AUTORE :Adriana Marmiroli
5 febbraio 2019 - Edizione Milano
5. SARACHIAPPORI
O
ggi a Sanremo,
domani a Milano.
Agenda fitta, quella
di Pierfrancesco
Favino. OO LV RQ
per un saluto durante la prima
sera del festival, al Parenti per
cinque repliche (sold out) di La
notte poco prima delle foreste di
Bernard-Marie Koltès. Ledue cose
in qualche modo si tengono.
DQQR scorso, proprio a Sanremo,
Favino aveva fatto sobbalzare
milioni di italiani con un pezzo di
questo monologo che dà voce ai
pensieri, alla disperazione e alla
rabbia di un uomo perso in una
notte di pioggia in una città che
non è la sua.Se ne parlò per giorni,
in molti scoprivano O LQFHQGLD LR
Koltès, autore irregolare, oggetto
di culto fra i teatranti soprattutto
per questo testo degli anni a
suo tempo interpretato da un
gigante come Patrice Chéreau,
quindi banco di prova permanente
per attori in cerca di sfide.
Favino, che cosa ha preparato
per stasera a Sanremo?
«Chesorpresa sarebbe seglielo
dicessi?Tornare a salutare mi
sembrava la cosaSL educata e
gentile che potessi fare. DQQR
scorso il festival mi ha regalato
grandi soddisfazioni».
Portando Koltès DOO LV RQ
fece molto clamore.
fece molto clamore.
«Non era un gesto politico, né una
provocazione, voleva essereun
pezzo di teatro. In quel periodo ero
in scenaa Roma con La notte poco
prima delleforeste.Mi era sembrata
una buona idea usarne un
frammento per introdurre Fiorella
Mannoia che avrebbe cantato Mio
fratello cheguardi il mondo di
Fossati.Tutto qui».
Il protagonista del monologo
è uno straniero che si sente
respinto. Davvero non è un
messaggio nemmeno tanto
indiretto a Salvini?
«Sarebbe troppo semplice, e anche
un SR limitante. In realtà Koltès
parla di tutti coloro che per lavorare
sono costretti aspostarsi. una
condizione umana universale, che
prescinde GDOO HSRFD e dal
passaporto. quello che si definisce
un classico moderno e,per quanto
mi riguarda, un testo di cui non
riesco a liberarmi».
In che senso?
«Ciho sbattuto il muso la prima
volta appena uscito GDOO DFFDGHPLD
Mi ha rapito e non mi haSL lasciato
andare. Non mi è ancora chiaro
quale siaO R LJLQH di questo
rapimento. Soche fa risuonare
qualcosa di molto profondo. Le
parole di T HV RPR non sono le
mie, ma mi ci perdo emi ci ritrovo
come selo fossero».
Se dovesse raccontarlo a un
marziano, che cosa direbbe?
marziano, che cosa direbbe?
qun uomo che in una notte di
pioggia ti ferma per strada, cerca un
riparo, ti chiede di stare un SR con
lui. Selo farai ti condurrà in luoghi
che ti assomigliano. Come un
prestigiatore fa comparire storie di
donne, di angeli incontrati per caso,
di violenze e di paura per ciò che
non conosciamo. Ci sono molte
cose,in questo testo. Il sensodi
estraneità, la solitudine, il bisogno
che abbiamo degli altri e la paura
che ci fanno. il mistero
GHOO LQFRQ R tra esseri umani, ci
cerchiamo e ci respingiamo,
chiediamo aiuto epoi lo rifiutiamo.
A volte la furia che abita questo
personaggio mi spaventa, non è
solo un derelitto buttato in un
angolo».
Da un punto di vista tecnico, è
DO R che semplice.
una lauda in forma di fuga,
ripetizioni, parole che tornano
cambiando di senso. Il rischio è
quello di un eccessodi
coinvolgimento. Bisogna farsi
portare e non spingere cercando
O HIIH R rendersi strumento
attraverso cui far passarele parole e
non inseguire la performance a tutti
i costi. Vorrei che il pubblico si
dimenticasse di me e si mettesse in
ascolto. DP L LRQH èinarrivabile,
ma sarei felice se si creassequalcosa
di simile al miracolo del concerto di
Keith Jarrett a Colonia».
HOO O LPR film di Giovanni
PierfrancescoFavino
R RaMilano
ilmonologo
cheturbò DQ HPR
Intervista
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PAESE :Italia
PAGINE :8
SUPERFICIE :47 %
5 2 4 R LGLDQR
AUTORE :Sara Chiappori
5 febbraio 2019 - Edizione Milano
7. Al Franco Parenti
via Pier Lombardo 14,da
stasera (ore 19.45) al 10/2,
38/18 euro, tel. 02.59995206
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PAESE :Italia
PAGINE :8
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5 2 4 L L Q
AUTORE :Sara Chiappori
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8. «Ioequell umanitàsenzaconfini»
PierfrancescoFavinosul palcodelParenticonuntestodi Koltès
di DIEGO VINCENTI
MILANO
RICORDATE? Sanremo dello
scorsoanno. Nel buio, Pierfrance-
scoFavino inizia arecitare con ac-
cento straniero «La notte poco
prima delle foreste»: Bisognereb-
bestare GDOO DO D parte senzanes-
sunointorno, amico mio, quando
mi viene di dirti quelloche ti de-
vo dire. Stare bene, tipo sdraiati
V OO ED una cosa così... Lacri-
me, applausi.
E O , DOLD scopre Bernard-Marie
Koltès, bello quanto inquieto,
morto troppo giovane nel 1989 a
causaG OO LGV In pratica O DQ L
si del nazional-popolare. Impresa
titanica portarlo al festival. 3L
scontato il successoperteatri. Do-
ve O D R romano continua adar
vita a questoflusso di coscienza
che racconta del sentirsi soli e del
sentirsi stranieri.
Di umanità, margini, amore. E
che dal 6 al 10 febbraio arriva al
FrancoParenti perla regia di Lo-
renzo Gioielli.
Favino, perché Koltès?
«Per quelloche le parole riescono
alambire, evocaredal puntodi vi-
staG OO PDQL unfiumedi te-
mi espressiin maniera apparente-
mente disordinata.
Eil primo, forseil SL forte dei te-
mi, è il bisogno degli altri, di ap-
partenere a qualcosae, allo stesso
tempo, il bisogno di essereconsi-
derati unici, degli individui.
Come fosse un continuo movi-
mento fra il desiderio di essereab-
bracciato e quellodi rimanere da
bracciato e quellodi rimanere da
solo. Tuttoquestoin Q D Q
ra notturna dalle qualiemergono
immagini, figure e incontri negli
occhi di chi ascolta».
Anche nei suoi?
«Per me Koltès è unico e sento
unaprofonda appartenenzaaque-
sto testo, anche senza capirne be-
neil perché. Continua ad emozio-
narmi, ogni sera, magari in mo-
menti diversi. Come se mi ritro-
vassiin zone che non avevoprece-
dentemente abitato».
Come le è venuta la pazza
idea di portarlo a Sanremo?
«Non me ne sono nemmeno reso
conto. Quellasera proposiDOO O L
mo momento il monologo, senza
alcunavelleità politica o intellet-
tuale.
Anche perché ti assicuroche per
me è untesto popolare, non avevo
insomma la sensazionedi bestem-
miare in chiesa. Scelsi un brano
che non parlava nemmeno di im-
migrazione ma di lavoro, argo-
mento che riguarda tutti. Ma
quandopartecipi a un evento di
tale visibilità, ciò che fai ha una
risonanza tutta diversa».
, DOLD che vede in tournée è
sensibile a quello che raccon-
ta Koltès?
«Noto ovunqueunagrandissima
attenzione, le personepercepisco-
no O PDQL del mio personag-
gio. Passa in secondo piano O DF
cento con cuiviene recitato come
G DO RQG deve essere:O PDQL
è senza confini né passaporto.
Quello che forse lascia SL sgo-
menti è scoprire che è Q RS D
Tutti i diritti riservati
PAESE :Italia
PAGINE :45
SUPERFICIE :41 %
3 2 4 R LGLDQR
DIFFUSIONE :(431000)
AUTORE :Di Diego Vincenti
3 febbraio 2019
9. Untesto che continua
ad emozionarmi
di sconcertante attualità
E la pazza idea di portarlo
a Sanremo ha funzionato
( 3(5,(1
5, 7 1
menti è scoprire
del 1977, disconcertante
che è Q RS UD
attuali-
tà. Per me continua
adessereO R DVLRQ
di chiarire il mio
rapporto con il pub-
blico e indagare il
concetto di estranei-
PDDQ RUDSL po-
tente in questi giorni».
Torna volentieri
martedì a Sanremo?
«Con enorme piacere. stata
Q VS UL Q D emotiva, mi ha por-
tato un grande affetto che sento
forte da parte del pubblico. Ci tor-
no con un senso di riconoscen-
za».
Ma cosa cerca nel teatro?
«Il mio obiettivo è da sempre lo
stesso, fin dai tempi OO D D
mia: affinare una tecnica che mi
porti a sentire quello che esprime
il testo, senza frappormi fra le pa-
role eil pubblico. quel momen-
to di cui sei contemporaneamen-
te sul palco ma è come seti guar-
dassianche partecipare DOO V U
no etutto fluisce con leggerezza e
magia.
Può essere un breve momento
LVSLUD LRQ un SR quello che
Jouvet spiegava rispetto alla reci-
tazione: certi giorni passasul pal-
coscenicoDio, in altri invece non
si fa vedere. Continuo a lavorare
in questa direzione, per me è
Q VS UL Q D quotidiana».
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3 2 4 R L LDQR
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AUTORE :Di Diego Vincenti
3 febbraio 2019
10. SUL PALCO
Pierfrancesco
Favino
(a sinistra)
e in alto
Bernard-Marie
Koltès, bello
quanto
inquieto,
morto
a soli 41 anni
nel 1989
a causa
OO L V
tale
il
role
to
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AUTORE :Di Diego Vincenti
3 febbraio 2019