1. Intervento del Consigliere Davide Del Re sul punto 1. “art.16 L.R. 56/80
-adozione variante alle NTA del PRG”.
In via preliminare, non possiamo esimerci dall’osservare come il
provvedimento risulti assolutamente carente nell’ istruttoria che
l’accompagna, sì da meritare la sorte del ritiro.
Sappiamo bene, tuttavia, quanto questa maggioranza sia sorda alle
sollecitazioni della minoranza a rivedere le proprie posizioni, salvo poi a
ritornare sulle stesse, quasi sempre a tempo scaduto, e dando così ragione
successivamente alle tesi della minoranza; anche questo provvedimento
ne è un più che eloquente esempio. Siamo chiamati, oggi, ad esprimerci in
ordine a variazioni dello strumento urbanistico e la maggioranza, al di là
dei contenuti del documento, vorrebbe propinarci una proposta
deliberativa che pone palesemente il percorso seguito per la formazione di
varianti al PRG in aperta violazione della legge in materia ambientale; ci
limitiamo in questa sede a denunciare vistose omissioni in sede di
elaborazione di documenti destinati ad avere indubbie incidenze ed
inevitabili riflessi, peraltro pregiudizievoli, sugli assetti ambientali del
nostro territorio; intendendosi l’ ambiente, naturalmente, in quella
accezione ampia declinata dal legislatore del 2006; ed è ben strano che tali
omissioni non siano state colte né dal vertice tecnico-amministrativo né dal
vertice politico. Saranno altre le sedi, a questo punto, deputate a rilevare
tali mancanze e a coglierne le eventuali motivazioni.
Oggi sta di fatto che vi accingete ad approvare un provvedimento che non
si fa carico, come si imponeva, di conformarsi alle regole procedimentali
scandite dal codice dell’ ambiente.
Noi vi proponiamo, pertanto, il ritiro, ma conosciamo la vostra risposta:
abbiamo i numeri e andiamo avanti ad ogni costo.
Ribadendo, qui e a questo punto, quanto già sostenuto nelle precedenti
sedute del Consiglio e di Commissione, sono diverse le perplessità che, a
nome del gruppo Nuovaideadomani, sollevo, al di là dei vizi formali,
2. prima denunciati, che irretiscono insanabilmente il provvedimento de quo,
minandolo alla base sotto il profilo della legittimità.
Intanto è un provvedimento che si appalesa totalmente carente e
contraddittorio nella motivazione, perché segnala generici profili di scarsa
chiarezza o in taluni casi d’ irrazionalità delle N.T.A che costituirebbero
terreno di coltura per contese giudiziarie; a questo punto sarebbe stato
doveroso documentare tali profili e la natura del contenzioso ( quale?) da
cui gli stessi sarebbero stati attinti, per comprendere se non vi sia, ad
esempio, un ricorso strumentale ( così peraltro lo definisce la stessa
relazione tecnica con evidente contraddizione) ad un contenzioso per
vedere affermati interessi personalissimi, cui oggi si vorrebbe dare
risposta; si parla di istanze dei tecnici, ma non si capisce in che cosa si
sostanzino, perché una cosa è accogliere un’ istanza, quando costruttiva e
tesa a migliorare, altra è venire asetticamente e passivamente incontro alle
esigenze dei tecnici; e queste sono davvero il Vangelo, sono state ben
vagliate e scrutinate, atteso che il Prg e le N.T.A recano la firma di uno dei
più apprezzati urbanisti che ha lavorato con scrupolo, tanto che la sua
opera ha superato il vaglio di autorevoli consessi giurisdizionali?
Abbiamo, invece, il fondato motivo di ritenere che, dietro, l’ apparente
motivazione di agevolare il compito degli operatori ( che di per sé non è
finalità degna di tutela se le problematiche sollevate fossero strumentali
perché la P.A. non può demolire un PRG solo per facilitare il compito del
privato), si nasconda l’ obiettivo più che leggibile di pervenire, attraverso
queste variazioni, ad una sistemazione deteriore di ben individuati ed
individuabili interessi che poco hanno a che vedere con la dichiarata
finalità di superare criticità che la pratica applicazione avrebbe disvelato
nel corso degli anni.
Quanto alla definizione che si dà di altezza massima, pur consapevoli
della necessità, forse, di superare qualche marginale aspetto di criticità,
non possiamo tuttavia accettare che da una distorta applicazione di tale
rivisitazione definitoria possa derivarne l’effetto nefasto, sotto il profilo
paesaggistico, dell’alterazione di una corretta lettura dell’andamento
orografico del nostro territorio soprattutto nelle aree che rivestono
specifiche caratteristiche dal punto di vista dei valori ambientali.
Identica valutazione deve ritenersi sovrapponibile alla precedente in
relazione alla norma che si vorrebbe rivisitare relativa alla volumetria
massima ammissibile.
3. Con riguardo poi alla norma, anch’ essa oggetto di rivisitazione, relativa
alla distanze tra le costruzioni, non condividiamo in alcun modo la
prospettiva, incidente negativamente sulla qualità dell’abitare, che, con la
riduzione delle distanze tra i fabbricati a sei metri, si realizzi di fatto un
sviluppo urbanistico caratterizzato sostanzialmente da agglomerati edilizi
ammassati, in barba anche alla supreme esigenze della permeabilità dei
suoli.
Entrando, poi, nel merito delle ulteriori modifiche apportate alle NTA,
intanto, la questione di poter omettere dal volume del fabbricato la quota
destinata ai parcheggi privati, ci porta a far presente che, specie nelle zone
a vincolo paesaggistico e di valore ambientale riconosciuto, come quelle
insistenti, di fatto e di diritto, su Cassano, é stato statuito da diverse
sentenze anche del Supremo Consesso di giustizia amministrativa che
ogni tipo di volume determina una alterazione dello stato dei luoghi,
quindi tale volume non può essere omesso dal computo contrariamente a
quanto la variante si propone di fare.
Riguardo all'esclusione del volume del vano scala per la determinazione
dell'equivalente superficie da riservare quali parcheggi privati, anche qui,
la legge 122/89 parla di volume costruito, quindi lordo.
In relazione alle aree libere sottoposte a progettazione unitaria, si
potrebbero spalancare le porte a dei contenziosi sino ad oggi evitati; infatti,
alcuni proprietari potrebbero essere lesi nell’ esercizio del proprio diritto
ad edificare; ma al di là di ciò, si toglie linfa ad un PRG che vuole evitare
che si proceda in termini individualistici, a dispetto delle superiori ragioni
di un armonico e razionale sviluppo del territorio che può garantirsi solo
attraverso forme di pianificazione unitaria e sottratta all’ arbitrio del
singolo. Non consentiremo, dunque, mani libere sulla città a dispetto dei
canoni di corretto ed armonico sviluppo urbanistico del nostro territorio,
perché ciò significherebbe archiviare una storia splendida di ostinata e
strenua difesa dei fattori antropici, naturalistici, paesaggistici,
architettonici, culturale ed economici del nostro territorio.
Andrebbero, inoltre, inseriti dei criteri per individuare uno o più ambiti
della attuale zona industriale ove introdurre la destinazione d’ uso
commerciale, ma non sottrarre tutte le aree alla vocazione produttiva e
artigianale, con conseguente deformazione ed alterazione della vocazione
identitaria di quell’ area come destinata ad insediamenti produttivi; si
rischia uno stravolgimento globale della destinazione che, solo per
“sanare” situazioni contigue ad interessi particolari, anch’essi ben
4. identificabili, avrebbe riflessi pregiudizievoli difficilmente controllabili e
governabili, sotto ogni profilo, sull’ assetto socio-economico del nostro
territorio; senza considerare, per altro verso, che allontaneremmo dalla
città residenziale funzioni che svolgono un ruolo insostituibile, all’ interno
del tessuto comunitario, di fatto delocalizzandole. Ma non si predicava
altro nei programmi di quest’ amministrazione per la rivitalizzazione del
paese e del suo centro storico, in particolare?
Complessivamente, oltre a quanto già denunciato in merito a palesi
violazioni della normativa ambientale, sotto il profilo procedurale e
contenutistico, queste varianti sostanziali, considerate globalmente e non
certo negli aspetti di dettaglio, non trovano alcuna motivazione ragionata
supportata da dettagliata relazione tecnica; tanto più v'é che molte di esse
si connotano come risposte puntuali e non disinteressate, quasi nominative,
giammai inserite in un programma organico che abbia, come s’ impone, di
mira la tutela dell’ interesse generale.
L'idea di crescita della cittadina, che siamo stati chiamati ad amministrare,
ci allontana: non é possibile dopo oltre due anni di governo Di Medio
attuare per parti sedicenti rivisitazioni dello strumento urbanistico,
procedere a tentoni, inserire alla giornata modifiche; i cittadini,
sicuramente quando l'hanno votata, Sindaco, si aspettavano altro; noi,
avremmo agito diversamente in linea di continuità con gli obiettivi
inderogabili di tutela dell’ ambiente, di sviluppo armonico del territorio
soprattutto in recepimento delle sopravvenute norme ambientali, legate
anche al risparmio energetico; non certo mostrandoci proni agli interessi di
pochi che vogliono consegnarci una qualità dell’ ambiente e del vivere non
in linea con quei canoni.
Grazie.
Cassano delle Murge, 18.07.2011.
Per il gruppo consiliare “Nuova Ideadomani
Il Consigliere Comunale Davide Del Re