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56 Internazionale 1147 | 1 aprile 2016
Giappone
Q
uando una sua coetanea,
come lei “single per man-
canza di esperienza ed
età”, le ha detto che si è
sposata, Rika, 25 anni, è ri-
mastadisasso.Erasucces-
soaunariunionediexalunnediunascuo-
lafemminile.“Èstatamiamadreapresen-
tarmi mio marito”, le ha spiegato l’amica.
Lo sposo era un compagno di scuola del
fratello. La madre e la suocera, che erano
inbuonirapporti,liavevanofattiincontra-
re. È ciò che si chiama un “matrimonio
combinato per conoscenze di madre”,
un’unionecheeliminaperaltroognipossi-
bilerischiodiscrezitrasuocereenuore.
Da qualche anno, Rika chiede ai suoi
genitori di presentarle qualche “bravo ra-
gazzo”. Il suo partner ideale è qualcuno
che sia cresciuto nello stesso ambiente e
che abbia i suoi stessi valori. Per lei, diplo-
mata in un liceo femminile privato, an-
drebbe bene un uomo uscito da un liceo
maschile privato. Il matrimonio della sua
coetanea sembrava avere seguito alla per-
fezione questo copione. “Una storia alla
Cenerentola, da non crederci. Anche io
vorreiunmatrimoniocomeilsuo”.
Ilmaritoideale
InpassatoinGiapponeimatrimonicombi-
nati erano molto diffusi, poi a partire dalla
seconda metà degli anni sessanta ha co-
minciato a diffondersi il matrimonio
d’amore.Secondounostudiosullasocietà
giapponese condotto dal Centro di ricerca
per il welfare e la popolazione, nel 2010 il
numerodimatrimonicombinatinonsupe-
ravail5,2percentodeltotale.Eppureiven-
tennidioggicontanomoltosugli omiai,gli
incontriorganizzatiascopomatrimoniale.
Perché?
Per Yurie, che ha vent’anni e studia in
un’universitàfemminile,ilmaritoidealeè
suo padre, 54 anni. Da quando era piccola
e nonostante gli impegni lavorativi, lui ha
semprecucinatoefattoilbucato.L’aiutava
anche nello studio. “Trovare un uomo co-
me lui è quasi impossibile”, scherza Yurie.
Si è lasciata da poco con il fidanzato e oggi
è single. Non esce mai con gli uomini an-
che perché tutte le sue compagne di uni-
versità, al dipartimento di cerimonia del
tè,sonodonne.“Homoltiinteressi,nonho
bisogno di un fidanzato. E anche se lo tro-
vassiora,unavoltafinital’universitàefre-
quentandonuoviambienti,finiremmoper
lasciarci.Preferiscoconoscereilmiofutu-
ro marito a un omiai organizzato dalle fa-
miglie”.
I suoi genitori e anche alcuni suoi pa-
rentisisonosposatiinquestomodoesem-
brano tutti soddisfatti. Yurie non ha alcun
motivoperrifiutareunmatrimoniod’amo-
re, ma “dato che può svanire da un giorno
all’altro, l’amore mi fa paura. Preferisco
unapersonadicuinonsentireilamancan-
za se non ci fosse. Mi basterebbe una per-
sona con qualcosa di buono”. Yurie non
vuoleassolutamentedivorziare.Preferisce
evitareirischidell’amore.
NelsuolibroRen’aishinaiwakamonota-
chi (I giovani che non s’innamorano), Me-
gumiUshikubohapubblicatoun’inchiesta
sull’amoreesulmatrimoniotraiventenni.
Alla domanda se l’amore sia necessario in
un matrimonio, il 17,5 per cento dei ven-
tennimaschiharisposto“nonperforza”o
“no”,controil10,5percentodelleragazze.
AncheRikalapensacosì.“Quandotisposi
peramoredisicurorimanidelusa.Quando
invece ti innamori dopo il matrimonio rie-
sci ad affrontare in modo più equilibrato i
suoiaspettipositivienegativi”.
Mika, 25 anni, impiegata in un’azienda
diTokyo,èstatamoltochiaraconisuoige-
nitori: “Preparate una lista di uomini che
pensate possano andare bene e io ne sce-
Amore
superfluo
Yoshifumi Yanagisawa, Aera, Giappone
Affidarsiaisentimentièrischiosoe poco pratico.
Cosìmolti giovanigiapponesi stannoriscoprendo
unavecchiatradizione: ilmatrimoniocombinato
SAMUELZUDER(LAIF/CONTRASTO)
Internazionale 1147 | 1 aprile 2016 57
glierò uno. Per me non ci sono problemi:
facciamo pure un colloquio formale”. Su-
bito dopo la laurea, si era iscritta a un sito
di incontri. Andava a eventi di match-
making (incontri organizzati per single) e
partecipava a uscite con altre coppie. At-
traversoisocialnetworkavevaallargatole
sue conoscenze. Alla fine ha incontrato
l’uomo della sua vita, ma è stato un disa-
stro.“Inamore,lafaticanonpremia”,dice
Mika.“Èimpossibilesposarel’uomochesi
amadipiù”.
Mika ha studiato all’estero e ha comin-
ciato a lavorare nella sua città d’origine.
Non è particolarmente entusiasta del suo
lavoro: “Un giorno mi andrebbe bene an-
che fare la casalinga”, dice. Ha ancora in
mentel’immaginediuncolloquiodilavoro
di gruppo, poco prima della laurea. Il re-
sponsabile della selezione scrutava lei e
altrestudentesseseduteinfilaunaafianco
all’altra. Aveva uno sguardo penetrante,
come quello di chi sta scegliendo della
merce da comprare. “In fondo le donne
sono come i fiori, oggetti decorativi in una
società di uomini”. Nel scegliere il suo at-
tualelavoro,hapreferitola“sicurezzadel-
lecondizionielatranquillitàdeisuoigeni-
tori”allaqualitàdell’impiegoinsé.Daquel
momentohacominciatoasentireunforte
desideriodisposarsi.
Risparmioenergetico
Nella ricerca dell’uomo giusto, non è im-
portante solo pensare a come andranno le
cose una volta sposati. Per Mika è fonda-
mentaleil“risparmioenergetico”:sarebbe
contentaseisuoigenitorilepresentassero
degliuominichepiaccionoaloro.Maisuoi
hanno idee radicalmente diverse. “Mio
padre mi ha detto di andare a la-
vorare a Tokyo: lì potrò trovare
unmaritodasola”.
Yūto ha 21 anni, ed è al terzo
anno di università. A lui l’amore
fa paura. Si è dichiarato a una ra-
gazza del suo stesso circolo studentesco,
maleil’harifiutato.Daquelmomentol’at-
teggiamentodelledonneneisuoiconfron-
tiècambiatorapidamente.Hannoblocca-
to il suo contatto su Line (servizio di chat
diffusoinGiappone)ehannocominciatoa
evitarlo anche nel campus. Le donne non
riescono più a fidarsi di lui. Oggi Yūto è
sempre più un “single per mancanza di
esperienzaedetà”.Avoltericeveinvitidai
suoiamiciperusciteacoppie,malirifiuta.
Non ci è mai andato. “Per me, il colloquio
matrimoniale è più di una possibilità”,
spiega. “Quando una persona ti viene pre-
sentatadaituoigenitoriodachiticonosce
moltobene,èpiùfacilefidarsi,innanzitut-
toperchéduranteunomiaièdifficilemen-
tire.Rispettoaun’uscitaconaltrecoppieè
millevoltemeglio”.
Secondo una ricerca del 2014, la per-
centualediventenninonsposatiche,come
Yūto, non hanno mai avuto un partner è
del 41,6 per cento tra gli uomini e del 26,7
per cento tra le donne. “Tra i nostri clienti
aumentano i ventenni che non hanno mai
avuto una storia d’amore o che non hanno
fiducia in se stessi”, dice Chisen Maruo,
della Partner Agent, un’agenzia che forni-
sce servizi di assistenza e informazione
matrimoniale. Per questo l’agenzia cerca
di avvicinarsi ai clienti e di dare consigli
nel modo più delicato possibile. A volte si
sono persi d’animo dopo un rifiuto. In casi
come questi, gli impiegati della Partner
Agent provano a spiegare che non si è trat-
tatodiunfallimento,madi“un’esperienza
dicuifaretesoro”.
“Un tempo”, spiega Maruo, “trovare
una moglie o un marito era quasi un fatto
automatico e nelle aziende molte donne,
unavoltasposate,silicenziavanoeveniva-
no sostituite da altre. Oggi, invece, se non
fai tu il primo passo non ti sposi. Inoltre, le
tariffe delle agenzie matrimoniali sono
troppoalteperiventenni.Perciòperloroè
naturalepuntaresustrumentipiùaffidabi-
liemenodispendiosiinterminiditempoe
denaro, come gli incontri organizzati dai
genitori”.
Ci sono poi ventenni che aspirano a
questogenered’incontriperunaltromoti-
vo.Takeshi,21anni,studentediun’univer-
sità di Tokyo, spiega che dopo la laurea
vorrebbetrovareunlavoroadAomori, nel
nord,dov’ènato.TrovareaTokyounadon-
na disposta a trasferirsi ad Ao-
mori è difficile. Quindi pensa di
ricorrere a un incontro organiz-
zato nella sua città d’origine su-
bitodopoavertrovatounlavoro.
Takeshi frequenta un’università
d’élite. I suoi coetanei puntano a entrare
nelle più importanti agenzie pubblicitarie
delpaeseoinunamultinazionale.Luiperò
ha le idee chiare: “Anche se lo stipendio è
buono, il lavoro in aziende del genere è
troppo impegnativo. Più che un buono sti-
pendio,iovorreivivereaimieiritmi.L’im-
portanteèaveredenaroperilminimoindi-
spensabile. Per me è meglio stare in cam-
pagna,circondatidallanatura,doveanche
ibambinipossonocresceresenzastress”.
Il padre di Takeshi è tornato al paese
d’origineperglistessimotivi.Isuoigenito-
risonomoltolegati,tantochesuopadreha
una foto della madre di Takeshi sullo
schermo del cellulare. “I miei genitori so-
no un modello per me”, dice il ragazzo.
“Anche se un po’ mi vergogno a dirlo”. Il
suoobiettivoèsposarsientroiventiseian-
ni ed essere felice con sua moglie, magari
anche con dei figli. Sogna di andare a fare
delle gite con la macchina che gli ha rega-
lato il padre. Il sogno diventa più forte di
giornoingiorno.PersestessoTakeshinon
vuolenulladistrabiliante,nullachefaccia
invidia agli altri. Meglio una felicità ordi-
naria. Oggi, a vent’anni, con un futuro in-
certo davanti a sé, per lui l’omiai è già un
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Internazionale1147_56&57

  • 1. 56 Internazionale 1147 | 1 aprile 2016 Giappone Q uando una sua coetanea, come lei “single per man- canza di esperienza ed età”, le ha detto che si è sposata, Rika, 25 anni, è ri- mastadisasso.Erasucces- soaunariunionediexalunnediunascuo- lafemminile.“Èstatamiamadreapresen- tarmi mio marito”, le ha spiegato l’amica. Lo sposo era un compagno di scuola del fratello. La madre e la suocera, che erano inbuonirapporti,liavevanofattiincontra- re. È ciò che si chiama un “matrimonio combinato per conoscenze di madre”, un’unionecheeliminaperaltroognipossi- bilerischiodiscrezitrasuocereenuore. Da qualche anno, Rika chiede ai suoi genitori di presentarle qualche “bravo ra- gazzo”. Il suo partner ideale è qualcuno che sia cresciuto nello stesso ambiente e che abbia i suoi stessi valori. Per lei, diplo- mata in un liceo femminile privato, an- drebbe bene un uomo uscito da un liceo maschile privato. Il matrimonio della sua coetanea sembrava avere seguito alla per- fezione questo copione. “Una storia alla Cenerentola, da non crederci. Anche io vorreiunmatrimoniocomeilsuo”. Ilmaritoideale InpassatoinGiapponeimatrimonicombi- nati erano molto diffusi, poi a partire dalla seconda metà degli anni sessanta ha co- minciato a diffondersi il matrimonio d’amore.Secondounostudiosullasocietà giapponese condotto dal Centro di ricerca per il welfare e la popolazione, nel 2010 il numerodimatrimonicombinatinonsupe- ravail5,2percentodeltotale.Eppureiven- tennidioggicontanomoltosugli omiai,gli incontriorganizzatiascopomatrimoniale. Perché? Per Yurie, che ha vent’anni e studia in un’universitàfemminile,ilmaritoidealeè suo padre, 54 anni. Da quando era piccola e nonostante gli impegni lavorativi, lui ha semprecucinatoefattoilbucato.L’aiutava anche nello studio. “Trovare un uomo co- me lui è quasi impossibile”, scherza Yurie. Si è lasciata da poco con il fidanzato e oggi è single. Non esce mai con gli uomini an- che perché tutte le sue compagne di uni- versità, al dipartimento di cerimonia del tè,sonodonne.“Homoltiinteressi,nonho bisogno di un fidanzato. E anche se lo tro- vassiora,unavoltafinital’universitàefre- quentandonuoviambienti,finiremmoper lasciarci.Preferiscoconoscereilmiofutu- ro marito a un omiai organizzato dalle fa- miglie”. I suoi genitori e anche alcuni suoi pa- rentisisonosposatiinquestomodoesem- brano tutti soddisfatti. Yurie non ha alcun motivoperrifiutareunmatrimoniod’amo- re, ma “dato che può svanire da un giorno all’altro, l’amore mi fa paura. Preferisco unapersonadicuinonsentireilamancan- za se non ci fosse. Mi basterebbe una per- sona con qualcosa di buono”. Yurie non vuoleassolutamentedivorziare.Preferisce evitareirischidell’amore. NelsuolibroRen’aishinaiwakamonota- chi (I giovani che non s’innamorano), Me- gumiUshikubohapubblicatoun’inchiesta sull’amoreesulmatrimoniotraiventenni. Alla domanda se l’amore sia necessario in un matrimonio, il 17,5 per cento dei ven- tennimaschiharisposto“nonperforza”o “no”,controil10,5percentodelleragazze. AncheRikalapensacosì.“Quandotisposi peramoredisicurorimanidelusa.Quando invece ti innamori dopo il matrimonio rie- sci ad affrontare in modo più equilibrato i suoiaspettipositivienegativi”. Mika, 25 anni, impiegata in un’azienda diTokyo,èstatamoltochiaraconisuoige- nitori: “Preparate una lista di uomini che pensate possano andare bene e io ne sce- Amore superfluo Yoshifumi Yanagisawa, Aera, Giappone Affidarsiaisentimentièrischiosoe poco pratico. Cosìmolti giovanigiapponesi stannoriscoprendo unavecchiatradizione: ilmatrimoniocombinato SAMUELZUDER(LAIF/CONTRASTO)
  • 2. Internazionale 1147 | 1 aprile 2016 57 glierò uno. Per me non ci sono problemi: facciamo pure un colloquio formale”. Su- bito dopo la laurea, si era iscritta a un sito di incontri. Andava a eventi di match- making (incontri organizzati per single) e partecipava a uscite con altre coppie. At- traversoisocialnetworkavevaallargatole sue conoscenze. Alla fine ha incontrato l’uomo della sua vita, ma è stato un disa- stro.“Inamore,lafaticanonpremia”,dice Mika.“Èimpossibilesposarel’uomochesi amadipiù”. Mika ha studiato all’estero e ha comin- ciato a lavorare nella sua città d’origine. Non è particolarmente entusiasta del suo lavoro: “Un giorno mi andrebbe bene an- che fare la casalinga”, dice. Ha ancora in mentel’immaginediuncolloquiodilavoro di gruppo, poco prima della laurea. Il re- sponsabile della selezione scrutava lei e altrestudentesseseduteinfilaunaafianco all’altra. Aveva uno sguardo penetrante, come quello di chi sta scegliendo della merce da comprare. “In fondo le donne sono come i fiori, oggetti decorativi in una società di uomini”. Nel scegliere il suo at- tualelavoro,hapreferitola“sicurezzadel- lecondizionielatranquillitàdeisuoigeni- tori”allaqualitàdell’impiegoinsé.Daquel momentohacominciatoasentireunforte desideriodisposarsi. Risparmioenergetico Nella ricerca dell’uomo giusto, non è im- portante solo pensare a come andranno le cose una volta sposati. Per Mika è fonda- mentaleil“risparmioenergetico”:sarebbe contentaseisuoigenitorilepresentassero degliuominichepiaccionoaloro.Maisuoi hanno idee radicalmente diverse. “Mio padre mi ha detto di andare a la- vorare a Tokyo: lì potrò trovare unmaritodasola”. Yūto ha 21 anni, ed è al terzo anno di università. A lui l’amore fa paura. Si è dichiarato a una ra- gazza del suo stesso circolo studentesco, maleil’harifiutato.Daquelmomentol’at- teggiamentodelledonneneisuoiconfron- tiècambiatorapidamente.Hannoblocca- to il suo contatto su Line (servizio di chat diffusoinGiappone)ehannocominciatoa evitarlo anche nel campus. Le donne non riescono più a fidarsi di lui. Oggi Yūto è sempre più un “single per mancanza di esperienzaedetà”.Avoltericeveinvitidai suoiamiciperusciteacoppie,malirifiuta. Non ci è mai andato. “Per me, il colloquio matrimoniale è più di una possibilità”, spiega. “Quando una persona ti viene pre- sentatadaituoigenitoriodachiticonosce moltobene,èpiùfacilefidarsi,innanzitut- toperchéduranteunomiaièdifficilemen- tire.Rispettoaun’uscitaconaltrecoppieè millevoltemeglio”. Secondo una ricerca del 2014, la per- centualediventenninonsposatiche,come Yūto, non hanno mai avuto un partner è del 41,6 per cento tra gli uomini e del 26,7 per cento tra le donne. “Tra i nostri clienti aumentano i ventenni che non hanno mai avuto una storia d’amore o che non hanno fiducia in se stessi”, dice Chisen Maruo, della Partner Agent, un’agenzia che forni- sce servizi di assistenza e informazione matrimoniale. Per questo l’agenzia cerca di avvicinarsi ai clienti e di dare consigli nel modo più delicato possibile. A volte si sono persi d’animo dopo un rifiuto. In casi come questi, gli impiegati della Partner Agent provano a spiegare che non si è trat- tatodiunfallimento,madi“un’esperienza dicuifaretesoro”. “Un tempo”, spiega Maruo, “trovare una moglie o un marito era quasi un fatto automatico e nelle aziende molte donne, unavoltasposate,silicenziavanoeveniva- no sostituite da altre. Oggi, invece, se non fai tu il primo passo non ti sposi. Inoltre, le tariffe delle agenzie matrimoniali sono troppoalteperiventenni.Perciòperloroè naturalepuntaresustrumentipiùaffidabi- liemenodispendiosiinterminiditempoe denaro, come gli incontri organizzati dai genitori”. Ci sono poi ventenni che aspirano a questogenered’incontriperunaltromoti- vo.Takeshi,21anni,studentediun’univer- sità di Tokyo, spiega che dopo la laurea vorrebbetrovareunlavoroadAomori, nel nord,dov’ènato.TrovareaTokyounadon- na disposta a trasferirsi ad Ao- mori è difficile. Quindi pensa di ricorrere a un incontro organiz- zato nella sua città d’origine su- bitodopoavertrovatounlavoro. Takeshi frequenta un’università d’élite. I suoi coetanei puntano a entrare nelle più importanti agenzie pubblicitarie delpaeseoinunamultinazionale.Luiperò ha le idee chiare: “Anche se lo stipendio è buono, il lavoro in aziende del genere è troppo impegnativo. Più che un buono sti- pendio,iovorreivivereaimieiritmi.L’im- portanteèaveredenaroperilminimoindi- spensabile. Per me è meglio stare in cam- pagna,circondatidallanatura,doveanche ibambinipossonocresceresenzastress”. Il padre di Takeshi è tornato al paese d’origineperglistessimotivi.Isuoigenito- risonomoltolegati,tantochesuopadreha una foto della madre di Takeshi sullo schermo del cellulare. “I miei genitori so- no un modello per me”, dice il ragazzo. “Anche se un po’ mi vergogno a dirlo”. Il suoobiettivoèsposarsientroiventiseian- ni ed essere felice con sua moglie, magari anche con dei figli. Sogna di andare a fare delle gite con la macchina che gli ha rega- lato il padre. Il sogno diventa più forte di giornoingiorno.PersestessoTakeshinon vuolenulladistrabiliante,nullachefaccia invidia agli altri. Meglio una felicità ordi- naria. Oggi, a vent’anni, con un futuro in- certo davanti a sé, per lui l’omiai è già un sogno.umz