Hard Work and a Good Deal:The Civilian Conservation Corps (CCC) in Minnesota by Barbara W. Sommer presented July 25th, 2012 at the Olmsted County Fairgrounds in Rochester Minnesota as part of the Wasi Oju Lecture series
Hard Work and a Good Deal:The Civilian Conservation Corps (CCC) in Minnesota by Barbara W. Sommer presented July 25th, 2012 at the Olmsted County Fairgrounds in Rochester Minnesota as part of the Wasi Oju Lecture series
Vacanze non solo mare è il nuovo modo di vivere il mare, grazie a crociere in barca a vela in cui godere oltre alla navigazione e alla bellezza di vivere il mare, la possibilità di scorgere posti irraggiungibili da terra, e scoprire la Liguria e il mediterraneo da un nuovo punto di vista.
La liguria si conferma regina dei cimenti invernaliLiForYou
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"I trekkers stranieri salvano la stagione", di Simona PeroloSimona C. Perolo
Anche in alta quota, il turismo è sempre più 'mordi e fuggi'. Sulle montagne biellesi, i rifugi sopravvivono grazie agli stranieri. Gli italiani sono pochi, e vanno di fretta.
Vacanze non solo mare è il nuovo modo di vivere il mare, grazie a crociere in barca a vela in cui godere oltre alla navigazione e alla bellezza di vivere il mare, la possibilità di scorgere posti irraggiungibili da terra, e scoprire la Liguria e il mediterraneo da un nuovo punto di vista.
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1. Comitato Di Redazione
Filippo Di Cuffa, Gilda Rossini,
Silvana Mautone, Antonella Lom-
bardini, Silvio Palma,
Domenico Fusco,
Silverio Schiano
Simione Vincenzo Cl. 2F
Redattori
F.Manforte, A.DeSantis,
M Montagna S.Vecchio,
R.Santacaterina, S. D’Accone
M.Pezza, A.Agresti, P.Carnevale,
D.Motiekonies, F.Cernuto,
A.Toniolo G.Laracca, G.Valerio,
A.Mazzarella A.Hiseni,
C.Dinatale, G.Lollo, A.Maisto, R.
Di Nucci, G.Masi S. Agresti
Istituto di Istruzione Secondaria Superiore
“G. Caboto”
Piazza Trieste, 7 - 04024 GAETA /LT)
Tel. 0771460047 - Fax 0771311177
Codice Fiscale 90009250599
e-mail ltis00700q@istruzione.it
PEC ltis00700q@pec.istruzione.it
Essere giovani vuol dire tenere aperto l'oblò
della speranza, anche quando il mare è cattivo
e il cielo si è stancato di essere azzurro.
(Bob Dylan)
Il navigat ore
Millevele mille emozioni
Il navigat ore
Millevele 2
Immagini 3
Eventi 4
Guardiamoci
Intorno
8
Esperienze 12
Sport 13
L’ Angolo
della risata
14
Versi e prosa 17
Il nostro estro 18
Millevele, mille emo-
zioni, proprio così. Chi se lo
sarebbe mai aspettato di parte-
cipare ad una competizione
così famosa e di vivere dieci
giorni fantastici sulla Caboto?
Certamente non noi. Alla chia-
mata del professor Schiano per
questa impresa, tutti abbiamo
risposto presente, senza pensar-
ci su due volte. Così, dopo aver
dato una controllata generale
alla barca siamo pronti a partire
per questa avventura. L‟equi-
paggio, oltre al prof Silverio
Schiano, l‟assistente tecnico
Francesco Onelli e noi ragazzi
dell‟Istituto Nautico, era com-
posto da tre ex alunni: France-
sco Di Rocco, Giuseppe Tuc-
ciello e Daniele dell‟Anno. L‟in-
contro con altri ragazzi, già
professionisti del settore, pote-
va solo aumentare la nostra
sicurezza e la nostra voglia di
imparare. La mattina del 28
maggio alle otto e trenta mollia-
mo gli ormeggi, direzione Ge-
nova! Il primo giorno il tempo
non ci assiste, e con pioggia e
vento forte, le guardie sono an-
cora più stancanti, ma il co-
mandante Silverio ci tranquil-
lizza e ci porta in acqua sicure.
Per ingannare il tempo, non
potendo svolgere le normali
attività quotidiane, ci dedichia-
mo ad una cosa impensabile: la
cucina. Pur avendo visto i for-
nelli solo da lontano nelle no-
stre case, riusciamo a preparare
piatti all‟altezza di marinai veri.
La giornata passa tranquilla e,
organizzate le guardie nottur-
ne, andiamo a riposare. Per
alcuni la sveglia suona a mez-
zanotte, per altri alle quattro,
ma finalmente i raggi del sole
del nuovo giorno arrivano per
tutti, ed asciugano la coperta.
Siamo giunti ormai in prossi-
mità dell‟Isola d‟Elba, dove ci
fermeremo per fare rifornimen-
to, ma al traverso dell‟isola del
Giglio non possiamo non far
caso al relitto della Concordia
adagiato sulla costa. Un minu-
to di raccoglimento in ricordo
delle vittime del disastro è
d‟obbligo. Successivamente,
Una breve sosta a Porto azzur-
ra ci permette di sgranchire un
pò le gambe e di fare riforni-
mento, per ripartire subito alla
volta di Genova. I delfini ci
accompagnano per un tratto di
traversata, giocando e inse-
guendoci. Durante la naviga-
zione approfittiamo per veleg-
giare lungo le coste toscane,
alternando il fiocco al janna-
ker. Passata la nottata, Genova
è in vista, e a mezzogiorno
arriviamo in porto, alla banchi-
na della Guardia di Finanza,
con il comandante Lupinelli
pronto ad attenderci. Dopo
una sistemata veloce e la mes-
sa in sicurezza della
GAETA
“Se vuoi costruire una nave, non
radunare gli uomini per raccogliere il
legno e distribuire i compiti, ma
insegna loro la nostalgia del
mare ampio e infinito”.
Il navigat ore
Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “G. Caboto”
MAGGIO 2013
Numero 2
Antoine Saint-Exupéry
Approdo
L‟uscita del secondo numero del
Navigatore, l‟ultimo di quest‟anno
scolastico, coincide con la festa
dell‟Approdo. Si conclude così
quest‟avventura, senza dubbio
entusiasmante, alla quale hanno
partecipato alunni di varie classi che
si sono impegnati, senza
trascurare i loro impegni
scolastici, scrivendo, fotografando e
disegnando.
Il nostro Preside ci ha sostenuto
nella realizzazione di questo
progetto: la sua attenzione rivolta
alle varie iniziative sociali e
culturali del territorio ha
consentito e incentivato lo
svolgimento di numerosi eventi,
spesso citati nel giornalino.
Sicuramente qualche avvenimento
importante ci è sfuggito, ma sono
talmente tante le attività della
nostra scuola che è difficile
ricordarle tutte. Il nostro
proposito è quello di raggiungere la
totalità degli studenti, di
coinvolgere tutti quelli che hanno
voglia di collaborare e divertirsi.
E‟ per questo che vi diamo
appuntamento al prossimo
settembre, quando salperemo
per intraprendere un nuovo viaggio.
Comitato Redattore
SSOMMARIOOMMARIO::
2. MilleveleMilleveleMillevele
Pagina 2 Il navigatore Numero 2
La regata prosegue
con sorpassi,
controsorpassi, errori
e manovre eccellenti,
così dopo due ore e
mezza ci troviamo
all‟arrivo: siamo
secondi nella
classifica per gli
istituti nautici e 54° in
quella generale!
Subito la gioia di tutti
per l‟ottima
prestazione si tramuta
in urla, applausi e
brindisi. Avanti a noi
c‟è solo l‟Istituto
Cappellini di Livorno,
con un‟imbarcazione
noleggiata, di oltre
20mt e condotta da
skipper professionisti.
Ci riteniamo i vincitori
morali della
competizione, ma
siamo appagati e non
protestiamo, la nostra
vittoria l‟abbiamo già
ottenuta percorrendo
il viaggio e
realizzando l‟impresa.
Giunti in porto ci
possiamo finalmente
rilassare e riposare in
attesa della
premiazione, fissata
per il giorno seguente.
La sera, per
festeggiare, andiamo
tutti a mangiare una
pizza nel bellissimo
porto antico di
Genova. Nel primo
pomeriggio del 3
giugno, la
premiazione: un altro
momento da
ricordare. Gli
organizzatori, davanti
a tutta la platea, si
congratulano con noi
elogiandoci per
l‟impresa non tanto in
gara, ma per aver
percorso un totale di
600mg per portare alto
il nome non solo
dell‟Istituto Nautico
Caboto, ma di tutta la
città di Gaeta. Ci
hanno definito un
esempio da imitare, e
ci salutavano con
rispetto e
ammirazione. Ora,
tutti appagati, non
vediamo l‟ora di
tornare alle nostre
case, ma il mare non
ce lo permette: onde
di 2mt ci bloccano in
porto per altri due
giorni, dove ne
approfittiamo per
visitare le attrazione
più famose della città
quali l‟acquario di
Genova e il Galata
museo del mare,
entrambe molto
affascinanti.
Finalmente, la
mattina del 4 giugno
riusciamo a partire, e
salutata Genova,
facciamo rotta verso
casa. Il viaggio di
ritorno è meno
faticoso e trascorre
più velocemente, forse
perché con le nostre
teste siamo già a casa,
pronti a raccontare ai
nostri compagni la
fantastica avventura.
L‟ultima cena in barca
è resa magica da un
tonnetto pescato
all‟alba, che il buon
Francesco Onelli ha
cucinato ottimamente.
La mattina del 6
giugno, punta
Stendardo è sempre
più vicina, più nitida.
Alle sei, chi era in
coperta scende a
svegliare tutti quanti,
siamo a casa!
Ormeggiamo
finalmente alla
banchina del Flavio
Gioia e rimettiamo
piede nella nostra
amata Gaeta. Ormai
stanchi, assonnati ed
esausti ci dirigiamo
alle nostre case,
appagati da una
grande prestazione,
un emozionante
viaggio, una
bellissima avventura e
un ricordo speciale.
Questi giorni non li
dimenticheremo mai,
abbiamo messo in
pratica i nostri studi,
abbiamo fatto
esperienze nuove,
appreso un‟infinità di
nozioni, e soprattutto,
il mare ci ha formato
come alunni, ma
principalmente come
uomini.
Fabio Monforte
Angelo De Santis
Marco Montagna
barca, tutti si dileguano, alla sco-
perta della città. I due giorni
seguenti li passiamo a conoscere
il campo di gara, provando ripetu-
te veleggiate lungo il percorso a
triangolo di 12mg, per essere pronti
alla regata del giorno successivo.
Finalmente arriva il tanto atteso 2
giugno. Sveglia presto, tutti in
divisa pronti a mollare gli ormeg-
gi.
Attendiamo qualche ore e usciamo
dal porto per testare le condizioni
del
vento e del mare che per fortuna
sono a nostro favore. Ci troviamo
in mezzo a centinaia di barche,
un‟ emozione unica, mai provata
prima.
Il nostro estroIl nostro estroIl nostro estro
Giulia Lollo 4A
Numero 2 Numero 2 Pagina 19
3. Il nostro estroIl nostro estroIl nostro estro
Roberta Di Nucci 4A
Giulia Lollo
Roberta Di Nucci 4A
Numero 2Pagina 18
Pagina 3Il navigat oreNumero 2
ImmaginiImmaginiImmagini
L‟equipaggio all‟ opera
A vele spiegate L‟inizio della regata
4. Pagina 4 Il navigat ore Numero 2
EventiEventiEventi
L’ eccidio delle foibe
Il 10 febbraio 2004 è stata istituita”
la giornata del ricordo”. Per ricorda-
re gli eccidi delle foibe le classi terze
dell‟Istituto “ G Caboto” hanno par-
tecipato ad un incontro tenuto dal
prof. Walter Pelagalli. Le foibe, dal
punto di vista geografico, sono delle
cavità naturali presenti nel territorio
carsico del Friuli Venezia Giulia che,
nella seconda guerra mondiale e ne-
gli anni immediatamente seguen-
ti,furono teatro degli eccidi perpetra-
ti ,per motivi etnici e politici,ai danni
della popolazione italiana .I primi
esempi sono stati registrati nel ‟43
nei territori dell‟Istria,dove partigiani
slavi (titini) fucilarono o gettarono
nelle foibe centinaia di italiani,sia
militari che civili, perché considerati
“nemici”.Queste esecuzioni si inten-
sificarono nel ‟45, nei 40 giorni
dell‟occupazione slava di Trie-
ste,Gorizia e delI‟Istria. Analizzare le
cause di quanto è accaduto è molto
complesso e parte da lontano .Dopo
la cosiddetta “Vittoria mutilata” e
l‟avvento del Fascismo,anche gli ita-
liani si sono resi colpevoli di molte
violenze nei confronti del popolo
juogoslavo e,fra gli episodi più noti
vi è l‟incendio del Narodni dom(casa
nazionale slovena)di Trieste compiu-
to dagli squadristi.
Il fascismo segnò,per la popolazione slava,l‟inizio di una
violenta campagna di discriminazione,di negazione dei
diritti fondamentali e di italianizzazione forzata. Tutto ciò
esasperò i sentimenti di inimicizia nei confronti dell‟Italia
e,quindi,si può asserire che l‟eccidio delle Foibe è stato
un violento atto di vendetta di un intero popolo nei con-
fronti degli italiani. Tutto questo non tende a difendere
l‟operato di Tito, ma cerca di dare un‟informazione a 360°
su ciò che avvenne senza pregiudizi ed enfasi,di origine
ideologica, analizzando le responsabilità che Comunismo
e Fascismo hanno avuto sulle Foibe. Così come asserito
dal Presidente della Repubblica G. Napolitano il 10-02-
2007”Va ricordato l’imperdonabile orrore contro l’umanità
costituito dalle foibe… e va ricordata la “congiura del si-
lenzio”,la fase meno drammatica ma ancor più amara e
demoralizzante dell‟oblio.” In tal senso, è fondamentale
che si parli di ciò che è accaduto ,evitando qualunque
demagogia e pregiudizio , cercando di arrivare al vero sto-
rico.
STEFANO D‟ACCONE III E
Pagina 17Il navigat oreNumero 2
Il mio primo imbarco
Mi ritrovai un po‟ per sbaglio o un
po‟ per scelta a far parte di
quell‟equipaggio, su quel grande
veliero che rappresentava la mia
nazione nel mondo. Fin da piccola
amavo il mare, mi sapeva dare la
percezione dell‟infinito. Grazie al
paese in cui sono nata, Gaeta, ho
avuto la possibilità di approfondire
la sua conoscenza. Ogni giorno,
uscendo da casa mia che si affaccia
sul mare, rimanevo incantata nel
vederlo così limpido in certe
giornate di sole o così agitato
quando soffiava un forte vento. Solo
a vedere tutti quei colori così vivaci
provavo un senso di libertà.
Questa mia passione l‟ho coltivata,
frequentando l‟istituto tecnico
nautico. Solo lì, dentro quella
scuola, ho conosciuto il vero
significato del mare e ogni piccolo
dettaglio che caratterizza particolari
situazioni.
Ricordo come se fosse ieri, la mia
prima esperienza da marinaia. Ora
vi racconto: ero in terzo nautico
quando mi chiamò un professore, il
cui nome non ricordo, che mi
propose di fare un breve imbarco
sull‟Amerigo Vespucci.
Contentissima accettai all‟istante.
Arrivato il giorno dell‟imbarco, mi
recai al porto della mia città dov‟era
approdato il veliero e con altri
ragazzi che divennero per me
grandi amici, attrezzati di bagaglio,
iniziammo la nostra magica
esperienza. Sono stati giorni
davvero emozionanti, così intensi
che hanno segnato per sempre le
nostre vite. Ricordo la prima notte
di navigazione: tutti eravamo
euforici e anche un po‟ meravigliati
perché era tanto strano ricordare il
nostro bel letto di casa e ritrovarci
dinanzi a delle amache sorrette da
pali tutte vicine che si muovevano
in sincronia con le onde del mare.
Noi tutti a bordo avevamo dei turni
di otto ore di guardia durante la
giornata e nelle ore rimanenti
Versi e prosaVersi e prosaVersi e prosa
svolgevamo attività di pulizia come
lucidare gli ottoni o “frattazzare” il
ponte di coperta. Io e un‟altra mia
“collega” amavamo fare i turni di
notte per osservare la grandiosità del
cielo e delle stelle che brillano in
esso. Tutto attorno era buio, eravamo
in mare aperto, non vi era nessuna
luce all‟infuori di quelle meravigliose
costellazioni. La mia collega era una
ragazza speciale, grazie alla sua
disabilità sapeva vedere le cose così
com‟erano “al naturale”. Io guardavo
lei, che faceva tutto da sola, con le
sue manine riuscì a manovrare tutti i
cavi per issare la più grande vela,
quella quadra. Tutti rimasero
meravigliati, anche il comandante si
complimentò con lei.
Sbarcare per tutti noi fu davvero un
colpo al cuore, forse non avremmo
avuto più la possibilità di rivederci, di
noi sarebbe rimasto solo un ricordo.
Era bruttissimo vedere tutti i miei
amici di viaggio prendere direzioni
diverse per raggiungere casa. Mentre
camminavamo ci guardavamo
indietro l‟un l‟altro, capendo che ogni
passo avrebbe determinato tra noi
una grande distanza. Noi tutti però
c‟eravamo promessi di non perderci
mai e rimanere sempre in contatto.
Ritornata a casa ho continuato la mia
vita da studentessa e nonostante tutto
non c‟è ancora giorno in cui non
senta i miei amici di viaggio per
telefono o su facebook.
Quest‟esperienza mi è servita per
capire che non è il tempo che
trascorri con una persona che
determina una grande amicizia, ma
la qualità del sentimento che uno ci
mette.
Fu in quel momento che capii la
grandezza della diversità. Alice mi
aveva insegnato a guardare, anzi a
contemplare il mondo attraverso gli
occhi del cuore. Lei era amante del
mare e può sembrare strano, ma
aveva un‟abilità pazzesca nel
maneggiare i cavi. Il comandante un
giorno ci aveva dato l‟incarico di
issare le vele perché c‟era un buon
vento. Ognuno di noi era affiancato
da un nocchiero che ci insegnava. Io
guardavo lei, che faceva
tutto da sola, con le sue
manine riuscì a manovrare
tutti i cavi per issare la più
grande vela, quella quadra.
Tutti rimasero meravigliati,
anche il comandante si
complimentò con lei.
Sbarcare per tutti noi fu
davvero un colpo al cuore,
forse non avremmo avuto
più la possibilità di
rivederci, di noi sarebbe
rimasto solo un ricordo. Era
bruttissimo vedere tutti i
miei amici di viaggio
prendere direzioni diverse
per raggiungere casa.
Mentre camminavamo ci
guardavamo indietro l‟un
l‟altro, capendo che ogni
passo avrebbe determinato
tra noi una grande distanza.
Noi tutti però c‟eravamo
promessi di non perderci
mai e rimanere sempre in
contatto.
Ritornata a casa ho
continuato la mia vita da
studentessa e nonostante
tutto non c‟è ancora giorno
in cui non senta i miei
amici di viaggio per
telefono o su facebook.
Quest‟esperienza mi è
servita per capire che non è
il tempo che trascorri con
una persona che determina
una grande amicizia, ma la
qualità del sentimento che
uno ci mette.
Nonostante il limitato
tempo trascorso insieme,
essi rimarranno per sempre
nel mio cuore, e terrò
sempre accesa in me la
speranza di poterli un
giorno rivedere.
Francesca Meschino 4 D
5. Pagina 16 Il navigat ore Numero 2
SportSportSport
Il battesimo del mare
La mia passione per il rugby
quindici giocatori.Il
rugby è la giusta
motivazione per chi,
come me, rischia di
inciampare negli intricati
fili scoperti della vita.Il
rugby è il desiderio di
continuare a respirare a
pieni polmoni in questo
mondo.Quando la palla
ovale sfreccia verso di te
e le tue braccia si
protendono come fosse
l'ultimo, disperato,
tentativo di vincere.
L'accogli verso di te, la
stringi come fosse tuo
Per me il rugby è come
l'amore, continuo a
cercarlo, a sognarlo, ad
immaginarlo, coltivarlo.
E' un mistero di cui i
poeti si cibano per
raccontarne
l'essenza.Non è solo un
grande campo ricoperto
d'erba, circondato da
migliaia di volti
estasiati.Non è
principalmente forza
d'animo e spirito di
squadra.Non è solo
l'amicizia, il rispetto e la
lealtà che unisce
figlio. Li vedi, i tuoi
avversari, ti senti solo in
quel momento, le urla di
incitamento si mischiano
al battito del tuo cuore
fino a non percepire più
nulla.
Il rugby è il tuo corpo
che vive, palpita, è una
forza che scorre da
dentro, dal tuo cuore fino
al cervello, dal cervello
alla tua anima.Per me il
rugby è come l'amore:
donerei tutto me stesso
in virtù di questo
sentimento.Non è solo un
orecchio sanguinante, o
una lacrima dedicata alla
sconfitta.E' la volontà che
ci metti per
migliorare.Per me il
rugby è il paradiso in
terra.Per me il rugby è
mettere a nudo i propri
difetti, e trasformarli in
qualità.Il rugby è la
vittoria del coraggio sulla
paura.Il simbolo della
vita, il rugby é una
malattia, e come le
malattie, un pò ti
consuma e un pò ti fa
diventare più forte.
Giorgio MASI 3° C
L‟attrezzatura e‟ composta da:
mute (per la pressione), bombo-
le (per la respirazione), giubbot-
to ad assetto variabile (G.A.V.) e
octobus (tubi portanti l‟ossigeno
al subacqueo e al G.A.V.). La
prima volta che ci si immerge
viene chiamato “battesimo del
mare”. La mia prima esperien-
za come sub l‟ho vissuta in Ca-
labria nella città di Le Castella.
E‟ stato bellissimo: si entra in
un mondo diverso e si prova
quasi la sensazione di volare. La
prima cosa che ho imparato e‟ il
sistema di segnalazione sempli-
ficato, che e‟ stato ideato per
facilitare la comunicazione in
acqua e che un subacqueo deve
conoscere. Man mano che se-
guivo le lezioni ho capito sem-
pre più i problemi che avrei po-
tuto incontrare e che avrei dovu-
to risolvere, tra cui la troppa za-
vorra, la fine dell‟ossigeno e, in
casi di emergenza, i problemi
del compagno e l‟eventuale soc-
corso. Uno dei più frequenti e‟
la malattia da decompressione,
che io per fortuna non ho mai
L‟ attività subacquea si distingue in
ricreativa e tecnico/professionale.
A seconda della pratica che si vuole
svolgere e la profondità massima
che si vuole raggiungere durante
l‟immersione, si usa un diverso
tipo di attrezzatura. Se l‟immersio-
ne e‟ di pochi metri, non necessita
di quest‟ultima e l‟attività prende
nome di apnea; se l‟immersione e‟
profonda o/e duratura ci si deve
munire di attrezzatura di circuito
aperto (A.R.A.) o di sistema a cir-
cuito chiuso (A.R.O.).
avuto; questa si presenta quando
si permane per troppo tempo ad
una certa profondità e comporta
la perdita dei sensi. La profondità
massima consigliata è di 24m
per un tempo massimo di 15m.
L‟esperienza più interessante e‟
stato quella vissuta con il Relit-
tone, nave che trasportava carbo-
ne, lunga 70 m e larga 12 metri,
affondata nel dopoguerra a causa
di una collisione con il fondale
della secca di Le Castella .
Andrea Maisto IV A
Basta violenza sulle donne
Pagina 5 Il navigat ore Numero 2
EventiEventiEventi
Oggi, in un mondo sviluppato come il nostro, bisogna essere in grado di utilizzare le nuove tecnologie, senza
abusarne. Un valido esempio è quello dei social net-work, che consentono di mettersi in contatto con persone
lontane, pubblicare annunci, propagande e altro, ma non vanno sottovalutati i rischi che ne derivano .
In televisione infatti si parla spesso di minorenni adescati sulla rete, le cui vicende hanno, nella maggior parte
dei casi, epilogo drammatico. Quindi bisogna essere in grado di non “scoprirsi molto”, di non oltrepassare dei
limiti: foto private, dati personali, aumentano le probabilità di incorrere in incresciosi inconvenienti. Negli ultimi
anni si sono intensificati i casi di cronaca riguardanti la violenza sulle donne: mogli, madri, fidanzate uccise o
maltrattate dagli uomini in cui avevano riposto la loro fiducia. Molti di questi “femminicidi” derivano da una
visione sbagliata del vivere assieme. L‟argomento è sempre attuale e non c‟è giorno in cui il telegiornale non
affronti un episodio sul tema. Da sempre, e in quasi tutte le culture, le donne hanno avuto un ruolo secondario e
subordinante rispetto agli uomini. Non potevano accedere all‟istruzione, non avevano diritto al voto, non avevano
posizioni di potere, e addirittura erano considerate “cose da possedere”. Questa concezione si è consolidata nel
tempo e ancora oggi, nonostante le lotte per l‟emancipazione femminile, abbiamo casi estremi in cui le donne
sono ridotte in schiavitù. Sono schiave dei mariti, dei padri, degli sfruttatori etc..
I ragazzi del “Caboto” hanno avuto modo di discutere di tale fenomeno in quanto hanno partecipato ad una
conferenza sul tema con esponenti di tre associazioni a sostegno delle donne maltrattate. Queste associazioni
nascono per dare sostegno e rifugio a donne che cercano di riscattarsi. . E‟ pur vero che è difficile ammettere di
avere dei problemi, ma in determinate condizioni è l‟ unico modo per uscire da situazioni che rendono la vita
impossibile.Molte di loro non ce l‟avrebbero fatta senza l‟ aiuto di queste organizzazioni perché una donna
schiavizzata viene privata di ogni potere decisionale ed economico. Vengono accolte, protette, aiutate a rifarsi
una vita e a ripartire sa zero.
Si è celebrata da poco la giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne e si è chiesto al governo
finanziamenti e nuove leggi per prevenire questo fenomeno.
Dobbiamo ricordare innanzitutto che non siamo solo istinto e che la coscienza è ciò che ci distingue dagli
animali. Credo che ogni individuo fin dai primi mesi dell‟ infanzia debba essere educato al rispetto per gli altri;
in fondo ogni uomo è stato portato in grembo da una donna ,deve a lei la sua vita e non si può disprezzare e
commettere violenza su una persona che è capace di mettere al mondo dei bambini.
Simone Vecchio
Roberto Santacaterina IV A
6. Pagina 6 Il navigat ore Numero 2
EventiEventiEventi
Nella mattinata del 29 Novembre
2012, presso l’aula video dell’istitu-
to, don Alfredo Micalusi, parroco
nella chiesa di S. Erasmo a For-
mia, ha tenuto una conferenza sui
temi dell‟eutanasia e dell‟aborto,
che ha visto coinvolte le classi V A,
V B e IV B.
L’ obiettivo prioritario di tale in-
contro è stato quello di approfon-
dire tematiche di bioetica, già pre-
cedentemente trattate assieme
all‟insegnante di religione cattoli-
ca, Simona Tartaglia; si è voluto,
inoltre, sensibilizzare i giovani nei
riguardi di problematiche impor-
tanti e attuali che pongono al cen-
tro la dignità della persona umana
e che spesso, nel mondo giovanile,
sono considerate in modo superfi-
ciale.
Una delle questioni emerse nella
discussione riguarda i due orienta-
menti della società moderna: la
fiducia in modo illimitato nelle
risorse scientifico-tecnologiche e,
in opposizione, la fede nelle spie-
gazioni trascendentali della reli-
gione. Il relatore, a riguardo, ha
parlato di come scienza e fede po-
trebbero arricchirsi vicendevol-
mente riconoscendo ciascuna i
propri limiti e le rispettive ricchez-
ze. Nel caso di aborto ed eutana-
sia, Micalusi ha affermato che ciò
che è possibile scientificamente e
tecnicamente, non sempre lo è eti-
camente. Ciò deriva dal fatto che
nei primi anni ‟90 queste pratiche,
appena scoperte e sperimentate,
rappresentavano un passo impor-
tantissimo per la scienza che le
vedeva come mezzo per garantire
un miglioramento dell‟esistenza
umana. Oggi ci si rende conto
sempre più che non si può umana-
mente decidere di togliere o dare
la vita.
Si è poi approfondito il tema dell‟a-
borto, toccando anche la questione
della sessualità fra i giovani, che
troppo spesso viene ridotta al mero
soddisfacimento di un bisogno a
discapito dell‟amore e della dignità
umana.
La conferenza, a seguito di un lun-
go dibattito, si è conclusa con la
proiezione di alcune diapositive
riguardanti un viaggio missionario
in Guinea che ha visto come prota-
gonisti don Alfredo e il popolo afri-
cano. Riflettendo su quelle imma-
gini, è emersa la profonda diversità
fra il nostro ed il loro modo di con-
cepire la vita. Se per il mondo occi-
dentale, infatti, l‟aborto può sem-
brare lecito in alcuni casi, per l‟A-
frica, che basa la sua economia
domestica sulla forza lavoro mino-
rile, questa pratica non può essere
concepita. Anche l‟atteggiamento
nei confronti degli anziani differi-
sce dalla nostra cultura: quello che
per alcuni di noi “è solo un vec-
chio”, per i guineani è simbolo e
fonte di saggezza. . Il confronto tra
le due visioni del mondo induce a
chiedersi se il progresso scientifico
-tecnologico non abbia allontanato
la società moderna dai valori
etici universali che mettono al
centro l‟uomo, per abbracciare
altri tipi di “valori”, forse falsi e
illusori.
Matteo Fontana VA
I GIOVANI E LA BIOETICA
indica generalmente, la
manipolazione della ma-
teria a livello atomico e
molecolare”. L’impor-
tanza della Nanotecnolo-
gia in svariati setto-
ri,dalla medicina ai tra-
sporti,è stata al centro
della conferenza: essa
può, infatti, modificare la
fattezza delle singole
molecole creando mate-
riali nuovi e,soprattutto,
oggetti microscopici che
offrono grandi funzioni e
molteplici capacità d‟im-
Il giorno 16 gennaio
presso il Liceo di Min-
turno ,una platea di sco-
lari e professori ha assi-
stito ad un convegno sul-
la Nanotecnologia tenu-
to dal prof Evangelisti
dell‟Università Roma 3.
“ La Nanotecnologia è
un ramo della scienza
applicata e della tecnolo-
gia che si occupa del
controllo della materia su
scala dimensionale infe-
riore al micrometro,
quindi la nanotecnologia
pegno. Tuttavia l’argo-
mento non ha ottenuto il
successo sperato;tant‟è
che, per la durata dell‟in-
contro e per l‟assenza di
un dibattito tra gli alunni
presenti ed il relato-
re,l‟attenzione dei pre-
senti non è stata comple-
tamente catturata. Pur
non essendo riusciti a
soddisfare appieno la
nostra curiosità in merito
ad un argomento così
nuovo ed innovativo,non
si può negare che abbia-
LE NANOTECNOLOGIE
mo vissuto un‟esperienza
interessante ed istruttiva
che nell‟arco di una mat-
tinata ci ha proiettati nel
futuro.
Marilida Pezza e Andrea
Agresti IIE
L’Angolo della risataL’Angolo della risataL’Angolo della risata
Sai cosa fa un albero maestro su un velie-
ro?
SPIEGA le vele.
Sai cosa dice un tasso ad un altro
tasso?…TASSOmiglio
Ci sono due ubriachi sotto un lampione. Uno dice all‟altro: “Secondo
te, quello è il sole o la luna?”
L‟altro gli risponde: “Secondo me è il sole!” E l‟altro replica:
“Secondo me è la luna. Chiediamo a quel signore che sta passando!”
“Scusi, potrebbe dirmi cosa è quello?” E il signore gli risponde: “E‟
un lampione”. L‟ubriaco: “Ah grazie!” poi va vicino all‟altro e gli dice:
“Quello sta peggio di noi!!”
Scelte da
Ercolino Sportiello
2 F
Pagina 15Numero 2
7. L’Angolo della risataL’Angolo della risataL’Angolo della risata
C‟è un uomo che entra in un bar
urlando: “Chi è stato a importunare mia moglie, a
picchiare mio figlio e a pitturare la mia moto di ro-
sa?? ”. Ad un certo punto si presenta un uomo
enorme e muscoloso che gli risponde: “Sono stato
io. Quindi ?!?” Il primo uomo spaventato gli ri-
sponde: “ No…chiedevo solo perché la moto si è
asciugata e si deve passare la seconda mano di
pittura!”
Lo sai perché i libri non hanno mai
freddo??….Perché hanno la COPER-
TINA!
Lo sai quanto tempo ci vuole per cucinare
un ORAta??….60 minuti!
Sai qual è il colmo per un pirata?
Avere un amico che vale un tesoro
Pagina 14
Numero 2
Pagina 7Il navigat oreNumero 2
EventiEventiEventi
LE 4R: IL FUTURO E’ GREEN
Nei mesi di gennaio e febbraio,
presso l‟Aula Magna dell‟Istituto
Tecnico Nautico “Giovanni Cabo-
to” di Gaeta, si è tenuto il progetto
di educazione e formazione am-
bientale “Riduco, Riutilizzo, Rici-
clo, Recupero. Le 4R: il futuro è
Green”, realizzato dai “Cantieri
Culturali” con il patrocinio dell‟As-
sessorato all‟Ambiente e Turismo e
dell‟Assessorato alla Cultura del
C o m u n e d i G a e t a .
Nei cinque incontri, tenuti dall‟e-
ducatrice ambientale Dr.ssa Ma-
rianna Gambino, a cui hanno par-
tecipato le classi 3a e 4a E del Ca-
boto, si è discusso di Green Eco-
nomy, smaltimento rifiuti, cambia-
mento climatico, risparmio energe-
tico, fonti rinnovabili e, cosa fon-
damentale per la sensibilizzazione
nelle scuole, buone pratiche per
ridurre gli sprechi e tutelare l‟am-
biente. Riguardo a tali tematiche,
si è avuto modo di approfondire la
situazione a livello internazionale e
nazionale, per poi soffermarsi su
quella di Gaeta, la quale vedrà fi-
nalmente iniziare in primavera la
raccolta differenziata porta a porta.
Di particolare importanza, inoltre,
il dibattito riguardante la Green
Economy, vale a dire un modello
di sviluppo che trae origine da
un‟analisi del sistema economico;
oltre ai benefici (aumento del Pro-
dotto Interno Lordo), si prende in
considerazione anche l„impatto
ambientale, ossia i potenziali dan-
ni derivanti dall'intero ciclo di la-
vorazione delle materie prime, a
partire dalla loro estrazione, pas-
sando per il loro trasporto e trasfor-
mazione in energia e prodotti fini-
ti, fino al loro smaltimento.
Il corso è stato, dunque, in grado
di coinvolgere e, soprattutto, sensi-
bilizzare noi giovani che ci appre-
stiamo ad entrare nella società
c o m e a d u l t i .
Uno degli obiettivi prefissati dai
“Cantieri Culturali” è, infatti, quel-
lo di contribuire alla formazione di
nuovi volontari ed educatori am-
bientali, impegnati successiva-
mente in futuri progetti di sensibi-
lizzazione presso scuole primarie e
secondarie di primo e secondo gra-
do. L‟esperienza si è rivelata,
quindi, davvero interessante, in
quanto capace di stimolare noi
studenti riguardo il tema dell‟eco-
logia, della protezione e comunica-
zione ambientale.
Pietro Carnevale 4E
XVIII Giornata del Ricordo delle vittime di mafia
Il giorno 16 marzo 2013 a Firenze si è svolta la XVIII giornata del ricordo delle vittime di mafia, promossa dai vari
presidi di “Libera” sparsi in tutta Italia. Questo grande evento nazionale ha visto la presenza di centinaia di perso-
ne, giovani e non, che con grande adesione hanno preso parte all‟iniziativa.Anche il nostro Istituto “G. Caboto, in
collaborazione con il Presidio del nostro comune, ha partecipato: diversi ragazzi e professori volenterosi hanno
colto l‟occasione per prendere apertamente posizione contro uno dei principali mali che attanaglia l‟Italia, man-
dando a tutti un importante messaggio di partecipazione all‟iniziativa.Il corteo, dopo aver attraversato una gran
parte della città, si è radunato nei pressi dello Stadio Artemio Franchi dove hanno preso la parola vari esponenti
del movimento. All‟inizio sono stati ricordati i nomi delle vittime innocenti mietute dalla mafia. Successivamente
ci è stato detto quanto ricordare e sapere sia fondamentale e, farlo tutti insieme, in un evento come questo, è
diverso anche perché il settanta per cento dei parenti non conosce ancora la verità sui loro cari e su come siano
stati realmente uccisi. Almeno quel giorno tutte le vittime sono state uguali e i parenti hanno avuto la possibilità
di manifestare la stessa voglia di giustizia. Serve che chi ha sbagliato paghi ma ,soprattutto ,serve non perdere la
memoria. Lo dobbiamo, noi tutti, a chi ha dato la propria vita per un futuro migliore, il nostro. Per le strade
fiorentine era presente l‟Italia migliore, quella che ha voglia di cambiare le carte in tavola, quella che non ce la fa
più a subire inerme le ingiustizie che ci vengono propinate, quella che pensa che un futuro migliore non solo è
possibile, ma è doveroso e ne abbiamo il pieno diritto.
Stefano D‟Accone , Dylan Motiekonis , Francesco Cernuto 3E
8. Le case avranno forma bizzarra e saranno abbinate al territorio.
Le città
Le automobili
Le case
Guardiamoci intornoGuardiamoci intornoGuardiamoci intorno
Verranno costruite città simili a quelle aliene.
Se ne costruiranno anche galleggianti e volanti.
Le automobili avranno una struttura aerodinamica: alcune
saranno a tartaruga, altre avranno la struttura a guscio, altre
ancora avranno forme bizzarre e , forse, ci saranno anche
quelle volanti.
Il futuro della terra
Pagina 8 Il navigat ore Numero 2 Pagina 13
Il navigat ore
Numero 2
SportSportSport
La vela che passione
La vela è uno sport indicato per
chi ama confrontarsi con il vento e
il mare e soprattutto per chi ha
questa passione che da millenni
affascina l‟uomo: la navigazione a
vela.
Lo sport della vela è incentrato su
due elementi chiave: la tecnica e
la tattica. La tecnica consiste nella
capacità dell‟equipaggio di inter-
pretare le condizioni ambientali
come il vento,le correnti , le condi-
zioni meteorologiche ecc…La tat-
tica invece si riferisce all‟imbarca-
zione usata ed ai suoi componenti
come lo scafo, gli alberi e le vele.
Io ho sempre avuto un certo inte-
resse per questo sport, forse per-
ché sono cresciuto tra barche a
vela e regate; termini tecnici come
“chiglia , fiocco,spinnaker, virata
e strambata mi sono molto fami-
liari in quanto sia mio nonno che
mio padre sono dei bravi skipper
ed hanno partecipato a molte re-
gate, quindi spesso si trovano a
confrontarsi sui loro metodi e le
loro capacità.
Sin da piccolo sono andato sulle
barche a vela e pian piano mi sono
appassionato: quando stai su una
barca a vela capisci che ti devi
confrontare con il mare ed il ven-
to, due elementi naturali che io
adoro.
All‟inizio dell‟anno scolastico l‟I-
stituto Nautico Caboto ha orga-
nizzato il corso integrativo di vela
al quale ho subito aderito e sono
stato felice di essere stato inserito
nel gruppo.
Siamo venti ragazzi di varie clas-
si ,seguiti da due bravissimi
istruttori che ci stanno insegnando
le prime tecniche. Abbiamo a di-
sposizione due barche a vela che
già stiamo iniziando a conoscere
ed a scoprire e che un giorno ini-
zieremo a navigare.
Spero di proseguire questo sport
anche al di là della scuola, sia per-
ché mi piace, sia per mantenere
viva la “tradizione di famiglia”.
LUCA APREA 1 A
compositori come
Beethoven e Mo-
zart,i quali ci han-
no trasmesso l‟a-
more per la musica
classica. Quando
suono questo me-
raviglioso strumen-
to (il pianoforte),
cerco di dare il me-
glio di me e nel
farlo, spesso, avver-
to delle piccole pal-
pitazioni; la musica
E‟grazie a grandi
musicisti che pos-
siamo ancora vivere
le emozioni della
musica classica at-
traverso i dolci suo-
ni del violino,
dell‟arpa, dell‟orga-
no e, soprattutto,
del pianoforte.
Quest‟ultimo stru-
mento è stato suo-
nato dai più grandi
e famosi pianisti e
classica mi aiuta ad
esprimere al meglio
i miei pensieri e le
mie emozioni fa-
cendomi vivere for-
ti sensazioni. Molti
giovani preferisco-
no altri generi mu-
sicali, pertanto, la
musica classica è
diventata prerogati-
va di un pubblico
adulto e preparato.
Per quanto mi ri-
guarda, amo la mu-
sica classica, che
attraverso le sue
dolci melodie riesce
a trasportarmi in
un mondo lonta-
no,magico, total-
mente fantastico
e,sicuramente, più
appagante di quello
odierno.
Sara Agresti 4 E
Il dolce suono della musica classica
9. Pagina 12 Il navigat ore Numero 2
EsperienzeEsperienzeEsperienze
Il nostro sogno
A 10 anni cantammo ad una
festa di compleanno per diver-
timento : eravamo un po‟ con-
fusi , ma soprattutto spaventati
all‟idea di fare brutta figura.
Ma non fu cosi : infatti mentre
cantavamo ci accorgemmo che
le nostre voci armonizzavano
perfettamente . Allora ci venne
un‟idea : studiare canto. Era-
vamo però indecisi perché, no-
nostante a noi fosse piaciuto ,
non eravamo sicuri che fosse
piaciuto anche ai nostri amici .
Chiedemmo loro un parere , e
la risposta fu positiva. Subito
proponemmo ai nostri genitori
di mandarci ad una scuola di
canto , ma eravamo nel bel
mezzo degli esami e quindi ci
consigliarono di rimandare.
Questo ci fece abbandonare
momentaneamente la nostra
passione . Passato un po‟ di
tempo, però, i nostri amici ci
chiesero di cantare ad una al-
tra festa , ma la nostra risposta
fu negativa ; loro continuarono
a supplicarci e noi accettam-
mo. Ci ritornò così la voglia di
cantare e oggi facciamo parte
di una banda . Abbiamo impa-
rato molte tecniche che sicura-
mente in futuro ci serviranno .
Tutto questo può sembrare
una cosa banale , insignifican-
te, ma è il nostro sogno e non
smetteremo mai di crederci.
Armend Hiseni
Carla Di Natale 1 A
Il disegno
Tecnica e immaginazione
Ogni periodo della storia umana è
stato accompagnato da quadri,
sculture e tante forme d'arte da
poter riempire il foglio.
Tutti conoscono il disegno, tutta-
via,ben pochi lo apprezzano e
pochissimi possono essere defini-
ti artisti.
In effetti, chi è l'artista? Me lo
sono sempre chiesta.
Secondo me è chi nasce nell'ano-
nimato e si fa strada in silenzio ,
descrivendo la propria vita e le
proprie fantasie nelle sue opere,
apprezzate e non.
Io non sono un'artista , però spe-
ro tanto di diventarlo: amo vedere
il viso di chi osserva i miei dise-
gni, sia per i complimenti (molto
apprezzati, ovviamente) che per le
espressioni a metà tra lo stupore
ed il divertimento e che si posso-
no riassumere in esclamazioni
come "wow" e "bello!".
Crescendo affino le tecniche, stu-
dio il mio disegno, chiedo consi-
glio ai miei amici e parenti e,
sommergendoli di domande sulle
inquadrature, sui colori e sui pic-
coli dettagli ,divento puntigliosa e
incontentabile. Sono consapevole
però che, a volte ,il semplice sca-
rabocchio può diventare una delle
opere più apprezzate: ed è stato
questo ad avvicinarmi al disegno
sin da quando ero piccola.
Il disegno è nel mio DNA, come
la musica, i bei voti e la tecnolo-
gia nei miei compagni.
I miei "quadretti", se si possono
definire così, sono spesso il ritrat-
to della mia immaginazione: so-
gnatrice e amante della natura ( i
miei soggetti sono quasi sempre
ambienti incontaminati o surrea-
li); infatti mi rispecchio in ogni
scarabocchio o schizzo che faccio
durante la giornata.
Il disegno è tecnica, metodo, pa-
zienza, ma anche immaginazione
e amore. E‟ un' immagine che
nasce nella mia mente, prende
forma e poi .... la mano va da sè,
ed ecco la magia che trasforma un
foglio bianco in qualcosa di più,
qualcosa di personale, di mio ed
unico, qualcosa di cui andare
fiera .
Un giorno, forse ,sarò veramente
un'artista ed i miei disegni parle-
ranno di me, come una ragazzina
sognatrice e anche un po' matta
che ha veramente realizzato i suoi
desideri.
GIULIA LOLLO 4 E
Pagina 9
Il navigat ore
Numero 2
Guardiamoci IntornoGuardiamoci IntornoGuardiamoci Intorno
.
Le moto
Le navi
Le moto avranno una struttura aerodinamica e più
leggera. Avranno colori vivaci, persino sulle ruote
Le navi saranno più veloci, lussuose e tecnologiche, mentre i velieri avranno
le vele solari e gli alberi di acciaio.
Andrea Toniolo IIA
I treni
I treni saranno più lunghi e più veloci di quelli
d’oggi, raggiungeranno mete lontane e saranno
più puliti e lussuosi.
10. “Odio gli indifferenti.
L‟indifferenza è abulia, è
parassitismo, è vigliac-
cheria, non è vita. Perciò
odio gli indifferenti.”
Così scriveva Gramsci,
un grande politico, filo-
sofo, giornalista e critico
letterario italiano, circa
100 anni fa, precisamente
nel 1917. In quest‟arco di
tempo molti sono stati
gli avvenimenti storici: il
Nazismo hitleriano, il
Fascismo e il bolscevi-
smo russo, la Seconda
Guerra Mondiale, il
boom economico degli
anni ‟60, i figli dei fiori,
le rivolte negli anni ‟70,
la caduta del Muro di
Berlino…
Ma dopo tutto questo, ci
ritroviamo spesso a di-
scutere della perdita di
ideali da parte dei giova-
ni. E‟ da quelle poche
righe sopracitate che si
dovrebbe ripartire, per-
ché se è vero che la forza
di volontà è una forza
motrice più forte del va-
pore, dell‟elettricità e
dell‟energia,proviamo a
trovare delle risposte.
Forse perché i tempi so-
no cambiati? Forse per-
ché si pensa che nel
2000, nell’era degli smart
-phone, non ci sia più
bisogno di battersi per
ciò in cui si crede? Per-
ché siamo stati abituati
ad avere tutto e subi-
to…?
Certamente sommando
tutte queste motivazioni
si arriva a quello di cui
stiamo parlando: l‟indif-
ferenza generalizzata di
molti giovani nei con-
fronti, non soltanto della
società e della politica,
ma della vita stessa.
Però è anche sin troppo
facile dire “cambiamo il
Mondo”, “scendiamo in
piazza” se non si è real-
mente consapevoli del
motivo per il quale lo si
sta facendo. Ed è proprio
per questo che i giovani
andrebbero seguiti, inci-
tati e sollecitati: in poche
parole resi responsabili.
Questo compito tocche-
rebbe alle istituzioni,
spesso poco presenti; ai
mass-media spesso trop-
po “di parte” (ma di par-
te sbagliata!). E allora sta
a noi giovani,attraverso
l‟acquisizione di una”
base cultura-
le” ,diventare persone
pensanti e libere.
Tutto questo per dire che
saremo noi la prossima
classe dirigente, che se
non altamente preparata,
commetterà gli stessi
errori di quell‟attuale (la
cosiddetta casta, dato
che va tanto di moda no-
minarla). Se noi adesso
“spariamo a zero” sul
“governo ladro” ma non
sappiamo cosa fare
realmente, cosa criti-
chiamo a fare?
Critica sì, ma costrutti-
va e responsabile!
S. D‟Accone IIIE
Pagina 10
Il navigat ore Numero 2
I giovani e la politica Non ci si ferma mai !
Per l‟ennesima volta, ap-
pena dopo un mese dall‟
uscita dell‟ iPhone 5 , la
Apple” sforna” un altro
dei suoi fantastici pro-
dotti: l‟iPad mini. Quest‟
ultimo è una versione
rimpicciolita dell‟ormai
conosciutissimo tablet
della Apple ; l‟unica dif-
ferenza, oltre il nome, è il
rimpicciolimento di circa
2,2 pollici che rende più
maneggevole l‟iPad. In
quanto a software, rima-
ne identico; ciò che di-
stingue il nuovo mini
iPad dal precedente è il
costo incredibile di €
Quest‟ultimo è in ven-
dita dal 2 novembre in
tutti gli store Apple
italiani. Gli acquirenti
sono interessati al pro-
dotto per due specifi-
ci motivi : il primo è la
leggerezza e la maneg-
gevolezza del nuovo
mini iPad , l‟altro è il
prezzo, più basso del
precedente di quasi
300 euro
Antonio Mazzarella 2F
Guardiamoci IntornoGuardiamoci IntornoGuardiamoci Intorno
Lascialo invecchiare
Con lo stesso paziente amore, con cui lasci crescere
i tuoi bambini,
perché tutto fa parte della natura.
Lascialo pregare
Come vuole, perché l‟anziano è uno che avverte
l‟ombra di Dio
Sulla strada che gli resta da compiere.
Lascialo morire
Tra le braccia pietose, perché l‟amore dei fratelli
sulla Terra
Fa meglio presentire quello del Padre Del Cielo.
Fa questo
O vergognati di essere uomo.
Poesia scelta da
Giuseppe Valerio 4A
Musicalmente Salmo
Pagina 11Il navigatoreNumero 2
La musica ha sempre accom-
pagnato l‟uomo fin dai tempi
più antichi.
Si è sviluppata a partire dalla
poesia e si è poi trasformata
nel corso dei secoli, dando
origine a diverse tipologie.
Esistono, infatti, vari generi
musicali, a partire dai più
classici, come il jazz o il gho-
spel, per arrivare ai più re-
centi come il rap o l‟heavy
metal/rock.
Una delle più grandi espres-
sioni del mondo della musica
è Salmo, un artista di genere
rap/hardcore, nato nel 1987 in
Sardegna. Il suo primo album
da artista emergente,
“Premeditazione e Dolo”,
contiene una delle canzoni
che ha provocato più scalpore
nella nuova generazione del
mondo rap/hardcore:
“Metamorfosi”.
Il maggior successo di Salmo
è stato raggiunto grazie alla
sua grande capacità di unire
il genere rap al metal, attra-
verso vari singoli come
“Death USB”, “Street drive
in” e con il suo ultimo lavo-
ro“Stupido gioco del rap”.
Come tutti i rapper, racconta
le proprie esperienze e i pro-
blemi che caratterizzano la
società, ma, a differenza di
altri, lui incita gli ascoltatori a
provare nuove emozioni da
condividere, sempre nel ri-
spetto delle regole. Queste
esperienze vengono raccon-
tante in un suo singolo: “La
prima volta”, tratto dall‟al-
bum “The massacre Island”.
Essendo un artista completo,
ha creato moltissimi “beat”
su cui cantare; il suo ultimo è
stato “Homework mixtape
Volume 1”.
Ha firmato il suo primo con-
tratto con la società Tanta
Roba appena ha inciso il suo
5° album , “Death USB”, che
è risultato anche quello di
maggior successo.
Giovanni Laracca 2F
Guardiamoci IntornoGuardiamoci IntornoGuardiamoci Intorno
AMA L‟ANZIANO
Lascialo parlare
Perché nel suo passato ci sono tante cose vere.
Lascialo vincere
Nelle discussioni, perché ha bisogno di sentirsi sicuro di sé.
Lascialo andare
Dai suoi vecchi amici perché è lì che si sente rivivere.
Lascialo raccontare
Storie già ripetute, vuole vedere se stai alla sua compagnia.
Lascialo vivere
Le cose che ha amato, perché soffre di sentirsi spiantato dal-
la propria vita.
Lascialo gridare
Perché quando ha torto lui e i bambini hanno diritto alla
comprensione.
Lascialo salire
Nell‟auto di famiglia quando vai in vacanza
Perché l‟anno prossimo avrai rimorso
se lui non ci sarà più.