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Primi Passi Clown



Il copione di un clown è il suo corpo. Quindi il primo passo per un clown è
essere curioso verso il proprio corpo, osservare i suoi movimenti, il suo
respiro, i suoi toni di voce. Passaggio obbligato è osservare Chaplin e
Buster Keaton, ma anche Stanlio e Ollio… i film muti. Quindi il primo
passo è quello dell’osservazione corporea.
E’ inutile sottolineare che se non accettate il vostro corpo così com’è non
avete molte possibilità di utilizzarlo al meglio anche come clown. I clown
sono di tutte le taglie, quindi non preoccupatevi. Un vostro difetto, un
vostro tic può diventare molto originale e può rendere molto interessante il
vostro clown. Per avere più elasticità corporea sarebbe ideale praticare un
po’ di nuoto o fare streching ma non so se ne avete il tempo.
Una delle cose preziose per il clown sono le pause, i silenzi. I clown
lavorano molto con “i silenzi che parlano”, (vedi Chaplin), non abbiate
fretta di parlare e di fare, molte volte : “fare poco per un clown vuol dire
fare molto!”
Non forzatevi ad essere originali a tutti i costi, fate cose spontanee e la
risata arriverà, siate innocenti, rilassati. Non abbiate paura del fiasco e delle
brutte figure, il clown gioca con tutto, compreso i suoi errori.
Per ora è tutto, praticate gli esercizi che vi ho fatto fare.
Il clown entra in punta di piedi (in genere).


In genere il ritmo che il clown usa in corsia è piuttosto morbido. Quando si entra in
una camera, all’inizio converrebbe fare il meno possibile, stare in una pausa vigile ed
attenta, perché bisogna attendere che il bambino accetti la nostra presenza. Vedrà noi,
il nostro naso rosso, il nostro vestito, i nostri movimenti.
E’ il momento più delicato in assoluto: è una sorta di contratto non scritto tra il clown
e il bambino. E’ l’inizio di un rapporto di fiducia.
Di solito il vero problema sono i genitori perché sono chiusi dentro il loro film, non si
rendono bene conto di quello che accade e cominciano a dire frasi banali ed inutili che
disturbano la visita: “Sorridi, c’ è il clown”, un bambino non è scemo, capisce che è
stupido sorridere a comando e sorriderà solo se il clown farà qualcosa per cui ridere.
“Uh, guarda ti fanno il palloncino”, purtroppo per alcuni genitori il clown è solo uno
strizzapalloni e basta, in realtà bisogna ricordarsi che la nostra è una visita clown,
dove possono essere previsti palloncini, ma il fulcro della visita è il bambino.
“Guarda che bello, batti le mani”, molte mamme dicono questa stupidaggine. E’ una
stupidaggine perché se il bambino non vuole battere le mani fa benissimo a non
batterle, anzi, è liberissimo anche di sbadigliare. Purtroppo questo atteggiamento è
tipico di molte mamme e rende difficile l’interazione del clown col bambino.
La mia idea è quella di lasciare perdere queste frasi di rito delle mamme e
concentrarsi sul bambino e su quello che si sta proponendo: gioco di prestigio,
giocoleria… lasciate perdere i commenti delle mamme, sono frasi fatte, vuote, frasi di
circostanza, scemenze buttate lì, non raccoglietele. E’ chiaro che a volte le frasi delle
mamme sono preziose, ci possono dire che il bambino ha sonno e non è il caso di fare
la visita, ci possono dire che il bambino ha paura del naso rosso, insomma: ci possono
dare informazioni utili per la nostra visita, è ovvio che non si può generalizzare, non
tutte le mamme sono “trash talk”! Anche se alcune le liquiderei col lanciafiamme.
E’ bene che la coppia clown faccia una sola proposta per volta. Ad esempio la coppia
propone un gioco di prestigio, fin quando questo interessa al bambino, il gioco di
prestigio si tiene in gioco, poi si passa ad altro, ad esempio al palloncino. E’ inutile
proporre più cose contemporaneamente, e proporre al bambino più oggetti, si fa solo
confusione. Alle donne del gruppo mi sento di dire che comportarsi tipo mamme col
bambino non sarà di aiuto. L’intervento va fatto come clown, e non come mamma o
zia. Evitate (è un mio consiglio poi ognuno fa come vuole) frasi tipo: “Chi mangia
tutta la cena esce prima (dall’ospedale)”, “Fate i bravi”, “Se fate i bravi vi faccio il
palloncino”, “Oh ma che bella principessina, che bel principino”, sono frasi da
mamme, zie, nonne, bisnonne ed altre rompipalle. Nel vostro intervento siate clown,
siate eccentrici, freak, poco prevedibili e non dite frasi da “catechismo”. State nel
corpo evitate di commentare troppo quello che fate, il clown a volte si nutre di
silenzio.


                                               Luca Pelusi (luca_pelusi@hotmail.com)
Bimbi piccoli, che fare?


Spesso in corsia ci si trova a lavorare con bimbi piccoli, diciamo sotto i
cinque anni. Che fare? Di solito io tengo una sorta di distanza di sicurezza
tra me e il bimbo (un paio di metri circa), faccio le cose piuttosto
lentamente e con molte pause. Se faccio un palloncino faccio le torsioni una
per volta, delicatamente, con una piccola pausa tra una torsione ed un’altra
cercando la complicità del bambino o almeno la sua fiducia.
Se vicino al bambino c’è la mamma le cose sono un po’ più facili perché il
bambino si sente protetto dalla sua presenza e il clowndottore può fare la
sua visita. L’importante è avere una specialità: una cosa che si sa fare bene
e che si vuole proporre: giocoleria, magia, gag, avere un canovaccio aiuta:
possono essere solo le tre palline o un semplice cagnolino, però avere una
proposta aiuta.
Sulla voce del clown, non so… di solito io uso un pastiche linguistico,
sospeso tra francese, portoghese, italiano ed inglese ma è solo un “pasticcio
linguistico”, può essere anche un linguaggio senza senso tipo il gramelot.
La voce, in genere, ad un personaggio comico arriva dopo anni di tentativi,
me lo diceva Philip Radice, allievo di Lecoq.
Di solito se ci sono bambini che dormono è meglio non disturbare e
procedere oltre con la visita. Per i bambini sopra i cinque anni le cose si
fanno un po’ più facili: sono in genere molto curiosi verso la magia del
clown, verso i personaggi “sui generis”, freak, bohèmienne, quindi appena
si entra in stanza si può utilizzare questa specie di effetto sorpresa, come un
trampolino, fermo restando che poi bisogna essere bravi a tenere vivo il
gioco teatrale durante la visita.
Prima di andare in corsia è ottimo fare dello streching, rilassarsi con della
musica, fare una sorta di meditazione, magari fare un’ora di nuoto, esercizi
di yoga. Ma sono scelte personali.
Bene. Spero che questo piccolo vademecum vi torni utile. Però adesso
fatemi qualche domanda… magari riesco a chiarirvi qualcosa…


(luca_pelusi@hotmail.com)

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  • 1. Primi Passi Clown 
 Il copione di un clown è il suo corpo. Quindi il primo passo per un clown è essere curioso verso il proprio corpo, osservare i suoi movimenti, il suo respiro, i suoi toni di voce. Passaggio obbligato è osservare Chaplin e Buster Keaton, ma anche Stanlio e Ollio… i film muti. Quindi il primo passo è quello dell’osservazione corporea. E’ inutile sottolineare che se non accettate il vostro corpo così com’è non avete molte possibilità di utilizzarlo al meglio anche come clown. I clown sono di tutte le taglie, quindi non preoccupatevi. Un vostro difetto, un vostro tic può diventare molto originale e può rendere molto interessante il vostro clown. Per avere più elasticità corporea sarebbe ideale praticare un po’ di nuoto o fare streching ma non so se ne avete il tempo. Una delle cose preziose per il clown sono le pause, i silenzi. I clown lavorano molto con “i silenzi che parlano”, (vedi Chaplin), non abbiate fretta di parlare e di fare, molte volte : “fare poco per un clown vuol dire fare molto!” Non forzatevi ad essere originali a tutti i costi, fate cose spontanee e la risata arriverà, siate innocenti, rilassati. Non abbiate paura del fiasco e delle brutte figure, il clown gioca con tutto, compreso i suoi errori. Per ora è tutto, praticate gli esercizi che vi ho fatto fare.
  • 2. Il clown entra in punta di piedi (in genere). In genere il ritmo che il clown usa in corsia è piuttosto morbido. Quando si entra in una camera, all’inizio converrebbe fare il meno possibile, stare in una pausa vigile ed attenta, perché bisogna attendere che il bambino accetti la nostra presenza. Vedrà noi, il nostro naso rosso, il nostro vestito, i nostri movimenti. E’ il momento più delicato in assoluto: è una sorta di contratto non scritto tra il clown e il bambino. E’ l’inizio di un rapporto di fiducia. Di solito il vero problema sono i genitori perché sono chiusi dentro il loro film, non si rendono bene conto di quello che accade e cominciano a dire frasi banali ed inutili che disturbano la visita: “Sorridi, c’ è il clown”, un bambino non è scemo, capisce che è stupido sorridere a comando e sorriderà solo se il clown farà qualcosa per cui ridere. “Uh, guarda ti fanno il palloncino”, purtroppo per alcuni genitori il clown è solo uno strizzapalloni e basta, in realtà bisogna ricordarsi che la nostra è una visita clown, dove possono essere previsti palloncini, ma il fulcro della visita è il bambino. “Guarda che bello, batti le mani”, molte mamme dicono questa stupidaggine. E’ una stupidaggine perché se il bambino non vuole battere le mani fa benissimo a non batterle, anzi, è liberissimo anche di sbadigliare. Purtroppo questo atteggiamento è tipico di molte mamme e rende difficile l’interazione del clown col bambino. La mia idea è quella di lasciare perdere queste frasi di rito delle mamme e concentrarsi sul bambino e su quello che si sta proponendo: gioco di prestigio, giocoleria… lasciate perdere i commenti delle mamme, sono frasi fatte, vuote, frasi di circostanza, scemenze buttate lì, non raccoglietele. E’ chiaro che a volte le frasi delle mamme sono preziose, ci possono dire che il bambino ha sonno e non è il caso di fare la visita, ci possono dire che il bambino ha paura del naso rosso, insomma: ci possono dare informazioni utili per la nostra visita, è ovvio che non si può generalizzare, non tutte le mamme sono “trash talk”! Anche se alcune le liquiderei col lanciafiamme. E’ bene che la coppia clown faccia una sola proposta per volta. Ad esempio la coppia propone un gioco di prestigio, fin quando questo interessa al bambino, il gioco di prestigio si tiene in gioco, poi si passa ad altro, ad esempio al palloncino. E’ inutile proporre più cose contemporaneamente, e proporre al bambino più oggetti, si fa solo confusione. Alle donne del gruppo mi sento di dire che comportarsi tipo mamme col bambino non sarà di aiuto. L’intervento va fatto come clown, e non come mamma o zia. Evitate (è un mio consiglio poi ognuno fa come vuole) frasi tipo: “Chi mangia tutta la cena esce prima (dall’ospedale)”, “Fate i bravi”, “Se fate i bravi vi faccio il palloncino”, “Oh ma che bella principessina, che bel principino”, sono frasi da mamme, zie, nonne, bisnonne ed altre rompipalle. Nel vostro intervento siate clown, siate eccentrici, freak, poco prevedibili e non dite frasi da “catechismo”. State nel corpo evitate di commentare troppo quello che fate, il clown a volte si nutre di silenzio. Luca Pelusi (luca_pelusi@hotmail.com)
  • 3. Bimbi piccoli, che fare? Spesso in corsia ci si trova a lavorare con bimbi piccoli, diciamo sotto i cinque anni. Che fare? Di solito io tengo una sorta di distanza di sicurezza tra me e il bimbo (un paio di metri circa), faccio le cose piuttosto lentamente e con molte pause. Se faccio un palloncino faccio le torsioni una per volta, delicatamente, con una piccola pausa tra una torsione ed un’altra cercando la complicità del bambino o almeno la sua fiducia. Se vicino al bambino c’è la mamma le cose sono un po’ più facili perché il bambino si sente protetto dalla sua presenza e il clowndottore può fare la sua visita. L’importante è avere una specialità: una cosa che si sa fare bene e che si vuole proporre: giocoleria, magia, gag, avere un canovaccio aiuta: possono essere solo le tre palline o un semplice cagnolino, però avere una proposta aiuta. Sulla voce del clown, non so… di solito io uso un pastiche linguistico, sospeso tra francese, portoghese, italiano ed inglese ma è solo un “pasticcio linguistico”, può essere anche un linguaggio senza senso tipo il gramelot. La voce, in genere, ad un personaggio comico arriva dopo anni di tentativi, me lo diceva Philip Radice, allievo di Lecoq. Di solito se ci sono bambini che dormono è meglio non disturbare e procedere oltre con la visita. Per i bambini sopra i cinque anni le cose si fanno un po’ più facili: sono in genere molto curiosi verso la magia del clown, verso i personaggi “sui generis”, freak, bohèmienne, quindi appena si entra in stanza si può utilizzare questa specie di effetto sorpresa, come un trampolino, fermo restando che poi bisogna essere bravi a tenere vivo il gioco teatrale durante la visita. Prima di andare in corsia è ottimo fare dello streching, rilassarsi con della musica, fare una sorta di meditazione, magari fare un’ora di nuoto, esercizi di yoga. Ma sono scelte personali. Bene. Spero che questo piccolo vademecum vi torni utile. Però adesso fatemi qualche domanda… magari riesco a chiarirvi qualcosa… (luca_pelusi@hotmail.com)