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I giovani una sfida per la
Chiesa. La Chiesa una sfida per
i giovani
 Jorge Carlos PATRÓN WONG
Arcivescovo Segretario per i Seminari
Congregazione per il Clero
SERRA INTERNATIONAL CLUB
Livorno, 20 ottobre 2018
1
2
C’è bisogno di una Chiesa
che “non passa oltre”, ma si
“sporca le mani” e resta
“aperta alle sorprese di Dio”.
(cfr. PAPA FRANCESCO, Omelia Santa Marta, 8 ottobre
2018).
3
I giovani una sfida per
la Chiesa.
4 “Molte volte è meglio rallentare il
passo, mettere da parte l’ansietà
per guardare negli occhi e
ascoltare, o rinunciare alle urgenze
per accompagnare chi è rimasto al
bordo della strada”
(EG, n. 46).
5
I giovani di oggi:
una forte provocazione
una domanda lanciata alla
nostra coscienza di credenti
una sfida al nostro modo di
essere cristiani, al nostro stile di
Chiesa e alla nostra
organizzazione pastorale.
I giovani sono segnati dal
 Desiderio del futuro
 Slancio di abbracciare la
vita nel suo significato più
pieno
 Ricerca dell’amore
autentico, dal sogno della
felicità
 Ma la loro vita è anche
ferita da “la paura di
sottofondo”
 “Quella di non essere
amati, benvoluti, di non
essere accettati per quello
che siete”
(PAPA FRANCESCO, Messaggio per la
XXXIII Giornata Mondiale della
Gioventù)
6
7
I giovani sono ai bordi della
strada e attendono di essere
guardati con amore, accolti con
autenticità, ascoltati con cuore
aperto e accompagnati con
tenerezza nel discernimento
sulla loro vita.
8
“La Chiesa desidera mettersi in
ascolto della vostra voce, della
vostra sensibilità, della vostra
fede; perfino dei vostri dubbi e
delle vostre critiche”.
(PAPA FRANCESCO, Lettera del Papa ai giovani in occasione della
presentazione del Documento Preparatorio della XV Assemblea Generale
Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, 13 gennaio 2017).
9
I giovani sfidano la Chiesa a uscire da se
stessa e dalla propria autoreferenzialità,
vincendo la tentazione del clericalismo e della
ripetitività, imparando ad “allargare orizzonti,
dilatare il cuore e trasformare quelle strutture
che oggi ci paralizzano, ci separano e ci
allontanano dai giovani, lasciandoli esposti alle
intemperie e orfani di una comunità di fede
che li sostenga, di un orizzonte di senso e di
vita.”
(PAPA FRANCESCO, Omelia in apertura del XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei
Vescovi, 3 ottobre 2018).
1. La sfida dell’ascolto e
dell’accompagnamento
I giovani hanno anzitutto bisogno di
trovare una Chiesa che ascolta e cammina
con loro.
Bisogna investire maggiore
consapevolezza e più energie sull’ascolto
autentico delle nuove generazioni e sulla
capacità di accompagnare, con
discrezione e amore, il loro percorso di
vita.
10
11
La Chiesa: un mistero di
comunione, una madre
accogliente e una casa
dalle porte aperte.
12
Le nuove generazione spesso non
hanno una reale possibilità di inserirsi, di
esprimersi e di realizzare i propri sogni
Il mito dell’eterna giovinezza
Non si preoccupano più di coltivare la
vocazione che è loro proprio: generare i
figli alla vita e alla fede.
13
“Gli adulti non sono interessati a trasmettere i
valori fondanti dell’esistenza alle giovani
generazioni, che li sentono più come
competitori che come potenziali alleati. In
questo modo il rapporto tra giovani e adulti
rischia di rimanere soltanto affettivo, senza
toccare la dimensione educativa e culturale”.
Instrumentum Laboris
14
Anche la Chiesa corre il rischio di apparire,
per certi versi, un mondo chiuso in se
stesso, dove l’autosufficienza e
l’autoreferenzialità di chi vi svolge un
ministero – e ciò vale anzitutto per il
ministero ordinato – rischia di non creare le
giuste condizioni per dialogare con chi è
lontano e, soprattutto, con i giovani.
15 Al massimo, ci si limita a fare dei giovani
dei contenitori da “riempire” con qualche
lezione di catechismo e non, invece che
diventino loro i protagonisti dell’azione
pastorale.
Anche nel mondo ecclesiale, gli adulti non
intendono fare spazio alle nuove
generazioni e allo scompiglio che esse
portano.
16 C’è bisogno di una Chiesa che diventi uno spazio
aperto, accogliente, davvero in ascolto, capace di
accompagnare i giovani personalizzando anche i
cammini e le proposte.
Una Chiesa “in debito di ascolto”
Una Chiesa che non ascolta si mostra chiusa alla
novità, chiusa alle sorprese di Dio, e non potrà
risultare credibile, in particolare per i giovani, che
inevitabilmente si allontaneranno anziché
avvicinarsi”
(Papa Francesco, Discorso di apertura della XV Assemblea Generale dei Vescovi, 3 ottobre 2018).
2. La sfida della formazione sacerdotale
Una Chiesa che ascolta e accompagna ha
bisogno di trovare tempi e figure – soprattutto
tra i Sacerdoti – disposte a farsi compagni di
strada dei giovani.
La Chiesa è chiamata ad accompagnare i giovani
superando quegli ostacoli – pastorali e strutturali
– che spesso la rendono oscura, quando essa si
presenta solo nella veste di una maestra che
intende decidere cosa sia buono o cattivo.
17
18 La comunità ecclesiale deve essere percepita
come uno spazio in cui i giovani possono
sentirsi liberi di esprimersi e, nella graduale
crescita della relazione con il Signore, possano
essere aiutati a interpretare la propria storia in
un orizzonte di senso vocazionale, cioè
scoprendo in essa il progetto di Dio come
offerta di piena felicità.
(cfr. Instrumentum Laboris, n. 122-123).
19 Per quanto
l’accompagnamento dei
giovani da parte della Chiesa
assume una varietà di forme e
di strumenti, urge la
formazione e il ministero dei
Sacerdoti.
20
“l’impreparazione di alcuni pastori,
che non si sentono all’altezza per
affrontare le complicate sfide del
nostro tempo e rischiano così di
rinchiudersi in visioni
ecclesiologiche, liturgiche e culturali
ormai superate”.
Instrumentum Laboris, n. 206
21
I Sacerdoti devono essere formati e ricevere
strumenti utili all’azione pastorale dei giovani; tale
formazione, che inizia in Seminario e dura per tutta
la vita in quanto cammino discepolare integrale e
permanente, deve aiutare i presbiteri a sviluppare :
le virtù umane,
una certa maturità psico-affettiva che tornerà utile
nella serenità delle relazioni,
una buona preparazione intellettuale che li aiuti a
leggere le sfide della vita e del tempo presente,
una radicata vita spirituale e una sufficiente attitudine
pastorale.
22
“Chi accompagna è chiamato a rispettare il
mistero che ogni persona racchiude e ad
avere fiducia che il Signore sta già
operando in lei.
Richiede all’accompagnatore una solida
formazione e la disponibilità a lavorare
prima di tutto su di sé sotto il profilo
spirituale e in qualche misura anche
psicologico”
(Instrumentum Laboris, n. 130).
23
La cura che la Chiesa è chiamata a
riservare ai giovani, specialmente
nell’accompagnamento, nella direzione
spirituale e nella formazione, è destinata
anche ai seminaristi.
Si rende necessario garantire équipe
formative di qualità capaci di interagire
con le necessità concrete dei giovani di
oggi e con il loro bisogno di spiritualità e
di radicalità”
(Instrumentum Laboris, n. 211).
3. La sfida del rinnovamento della parrocchia e
dell’integrazione tra pastorale giovanile e
pastorale vocazionale
“Dove i Sacerdoti sono liberi dalle
incombenze finanziarie e organizzative,
possono concentrarsi nel lavoro pastorale e
sacramentale che tocca la vita delle
persone”
(Instrumentum Laboris, n. 200).
24
25
Urge una formazione e
responsabilizzazione del laicato
Una revisione pastorale capace di
rendere l’azione parrocchiale ed
ecclesiale più essenziale
Un ministero sacerdotale che possa
concentrarsi sugli aspetti specifici del
ministero, di cui fa parte certamente
l’accompagnamento spirituale.
26
Altre due sfide:
La conversione pastorale della parrocchia
Una nuova sintesi tra pastorale giovanile e
pastorale vocazionale.
Trasformazione del modello parrocchiale che
rimane ancora eccessivamente legato a criteri
territoriali e strettamente giuridici, in cui, alla
fine, ogni parroco lavora come un condottiero
isolato e gli operatori pastorali vivono una
perenne frustrazione a causa degli insuccessi
numerici.
27
Adeguare la parrocchia nella direzione
della conversione pastorale in chiave
missionaria.
Esige un cambiamento delle strutture,
degli stili, delle consuetudini, degli orari e,
in generale, dell’agire ecclesiale (EG, n. 27).
28
Una parrocchia che non dilata i
suoi confini – soprattutto in questa
era digitale che ha modificato il
rapporto spazio-tempo – non riesce
a offrire proposte spirituali e
pastorali diversificate, rischiando di
restare in una sorta di anacronistico
immobilismo.
29
Una pastorale organica e integrata,
attraverso una riorganizzazione in
Zone o Unità Pastorali.
Per rilanciare su alcuni ambiti della
pastorale, come quella giovanile,
una più fitta comunione tra i
presbiteri e tra le comunità cristiane.
30
Necessità di superare
l’eccessiva frammentazione
tra gli ambiti e gli uffici
pastorali, per incoraggiare
“una pastorale giovanile
vocazionale”.
31 Una progettazione pastorale comune,
che veda la collaborazione attiva di
singoli operatori, parrocchie,
associazioni e diocesi, facendo
dialogare i diversi ambiti pastorali e
creando una sinergia tra pastorale
giovanile, pastorale vocazionale e
pastorale familiare.
4. La Chiesa sfida i giovani solo se si lascia
prima sfidare
I giovani hanno bisogno di orientamenti
saldi, di sostegno nelle scelte di vita da
compiere, perché essi possano “fare la loro
strada” ed “essere giovani in cammino che
guardano l’orizzonte e non lo specchio”
(cfr. PAPA FRANCESCO, Discorso all’Incontro con i giovani
e i Padri Sinodali, 6 ottobre 2018).
32
33
C’è bisogno di figure generose che
esercitino la cura della paternità e
l’accompagnamento delle nuove
generazioni.
La Chiesa potrà sfidare i giovani solo
a partire da un rinnovamento, che
interessi laici e presbiteri e faccia
prendere loro sul serio la vita, le
domande, i bisogni dei giovani.
34 Esercitare l’arte
dell’ascolto di ciò che lo
Spirito Santo vorrà
suggerire alla Sua
Chiesa e uno zelo
pastorale.
35 Anche voi del Serra Club, da
sempre attenti al mondo giovanile
e vocazionale e generosi
nell’accompagnamento delle nuove
generazioni, siete particolarmente
chiamati a contribuire a questa
opera.

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I giovani una sfida per la chiesa

  • 1. I giovani una sfida per la Chiesa. La Chiesa una sfida per i giovani  Jorge Carlos PATRÓN WONG Arcivescovo Segretario per i Seminari Congregazione per il Clero SERRA INTERNATIONAL CLUB Livorno, 20 ottobre 2018 1
  • 2. 2 C’è bisogno di una Chiesa che “non passa oltre”, ma si “sporca le mani” e resta “aperta alle sorprese di Dio”. (cfr. PAPA FRANCESCO, Omelia Santa Marta, 8 ottobre 2018).
  • 3. 3 I giovani una sfida per la Chiesa.
  • 4. 4 “Molte volte è meglio rallentare il passo, mettere da parte l’ansietà per guardare negli occhi e ascoltare, o rinunciare alle urgenze per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada” (EG, n. 46).
  • 5. 5 I giovani di oggi: una forte provocazione una domanda lanciata alla nostra coscienza di credenti una sfida al nostro modo di essere cristiani, al nostro stile di Chiesa e alla nostra organizzazione pastorale.
  • 6. I giovani sono segnati dal  Desiderio del futuro  Slancio di abbracciare la vita nel suo significato più pieno  Ricerca dell’amore autentico, dal sogno della felicità  Ma la loro vita è anche ferita da “la paura di sottofondo”  “Quella di non essere amati, benvoluti, di non essere accettati per quello che siete” (PAPA FRANCESCO, Messaggio per la XXXIII Giornata Mondiale della Gioventù) 6
  • 7. 7 I giovani sono ai bordi della strada e attendono di essere guardati con amore, accolti con autenticità, ascoltati con cuore aperto e accompagnati con tenerezza nel discernimento sulla loro vita.
  • 8. 8 “La Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibilità, della vostra fede; perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche”. (PAPA FRANCESCO, Lettera del Papa ai giovani in occasione della presentazione del Documento Preparatorio della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, 13 gennaio 2017).
  • 9. 9 I giovani sfidano la Chiesa a uscire da se stessa e dalla propria autoreferenzialità, vincendo la tentazione del clericalismo e della ripetitività, imparando ad “allargare orizzonti, dilatare il cuore e trasformare quelle strutture che oggi ci paralizzano, ci separano e ci allontanano dai giovani, lasciandoli esposti alle intemperie e orfani di una comunità di fede che li sostenga, di un orizzonte di senso e di vita.” (PAPA FRANCESCO, Omelia in apertura del XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, 3 ottobre 2018).
  • 10. 1. La sfida dell’ascolto e dell’accompagnamento I giovani hanno anzitutto bisogno di trovare una Chiesa che ascolta e cammina con loro. Bisogna investire maggiore consapevolezza e più energie sull’ascolto autentico delle nuove generazioni e sulla capacità di accompagnare, con discrezione e amore, il loro percorso di vita. 10
  • 11. 11 La Chiesa: un mistero di comunione, una madre accogliente e una casa dalle porte aperte.
  • 12. 12 Le nuove generazione spesso non hanno una reale possibilità di inserirsi, di esprimersi e di realizzare i propri sogni Il mito dell’eterna giovinezza Non si preoccupano più di coltivare la vocazione che è loro proprio: generare i figli alla vita e alla fede.
  • 13. 13 “Gli adulti non sono interessati a trasmettere i valori fondanti dell’esistenza alle giovani generazioni, che li sentono più come competitori che come potenziali alleati. In questo modo il rapporto tra giovani e adulti rischia di rimanere soltanto affettivo, senza toccare la dimensione educativa e culturale”. Instrumentum Laboris
  • 14. 14 Anche la Chiesa corre il rischio di apparire, per certi versi, un mondo chiuso in se stesso, dove l’autosufficienza e l’autoreferenzialità di chi vi svolge un ministero – e ciò vale anzitutto per il ministero ordinato – rischia di non creare le giuste condizioni per dialogare con chi è lontano e, soprattutto, con i giovani.
  • 15. 15 Al massimo, ci si limita a fare dei giovani dei contenitori da “riempire” con qualche lezione di catechismo e non, invece che diventino loro i protagonisti dell’azione pastorale. Anche nel mondo ecclesiale, gli adulti non intendono fare spazio alle nuove generazioni e allo scompiglio che esse portano.
  • 16. 16 C’è bisogno di una Chiesa che diventi uno spazio aperto, accogliente, davvero in ascolto, capace di accompagnare i giovani personalizzando anche i cammini e le proposte. Una Chiesa “in debito di ascolto” Una Chiesa che non ascolta si mostra chiusa alla novità, chiusa alle sorprese di Dio, e non potrà risultare credibile, in particolare per i giovani, che inevitabilmente si allontaneranno anziché avvicinarsi” (Papa Francesco, Discorso di apertura della XV Assemblea Generale dei Vescovi, 3 ottobre 2018).
  • 17. 2. La sfida della formazione sacerdotale Una Chiesa che ascolta e accompagna ha bisogno di trovare tempi e figure – soprattutto tra i Sacerdoti – disposte a farsi compagni di strada dei giovani. La Chiesa è chiamata ad accompagnare i giovani superando quegli ostacoli – pastorali e strutturali – che spesso la rendono oscura, quando essa si presenta solo nella veste di una maestra che intende decidere cosa sia buono o cattivo. 17
  • 18. 18 La comunità ecclesiale deve essere percepita come uno spazio in cui i giovani possono sentirsi liberi di esprimersi e, nella graduale crescita della relazione con il Signore, possano essere aiutati a interpretare la propria storia in un orizzonte di senso vocazionale, cioè scoprendo in essa il progetto di Dio come offerta di piena felicità. (cfr. Instrumentum Laboris, n. 122-123).
  • 19. 19 Per quanto l’accompagnamento dei giovani da parte della Chiesa assume una varietà di forme e di strumenti, urge la formazione e il ministero dei Sacerdoti.
  • 20. 20 “l’impreparazione di alcuni pastori, che non si sentono all’altezza per affrontare le complicate sfide del nostro tempo e rischiano così di rinchiudersi in visioni ecclesiologiche, liturgiche e culturali ormai superate”. Instrumentum Laboris, n. 206
  • 21. 21 I Sacerdoti devono essere formati e ricevere strumenti utili all’azione pastorale dei giovani; tale formazione, che inizia in Seminario e dura per tutta la vita in quanto cammino discepolare integrale e permanente, deve aiutare i presbiteri a sviluppare : le virtù umane, una certa maturità psico-affettiva che tornerà utile nella serenità delle relazioni, una buona preparazione intellettuale che li aiuti a leggere le sfide della vita e del tempo presente, una radicata vita spirituale e una sufficiente attitudine pastorale.
  • 22. 22 “Chi accompagna è chiamato a rispettare il mistero che ogni persona racchiude e ad avere fiducia che il Signore sta già operando in lei. Richiede all’accompagnatore una solida formazione e la disponibilità a lavorare prima di tutto su di sé sotto il profilo spirituale e in qualche misura anche psicologico” (Instrumentum Laboris, n. 130).
  • 23. 23 La cura che la Chiesa è chiamata a riservare ai giovani, specialmente nell’accompagnamento, nella direzione spirituale e nella formazione, è destinata anche ai seminaristi. Si rende necessario garantire équipe formative di qualità capaci di interagire con le necessità concrete dei giovani di oggi e con il loro bisogno di spiritualità e di radicalità” (Instrumentum Laboris, n. 211).
  • 24. 3. La sfida del rinnovamento della parrocchia e dell’integrazione tra pastorale giovanile e pastorale vocazionale “Dove i Sacerdoti sono liberi dalle incombenze finanziarie e organizzative, possono concentrarsi nel lavoro pastorale e sacramentale che tocca la vita delle persone” (Instrumentum Laboris, n. 200). 24
  • 25. 25 Urge una formazione e responsabilizzazione del laicato Una revisione pastorale capace di rendere l’azione parrocchiale ed ecclesiale più essenziale Un ministero sacerdotale che possa concentrarsi sugli aspetti specifici del ministero, di cui fa parte certamente l’accompagnamento spirituale.
  • 26. 26 Altre due sfide: La conversione pastorale della parrocchia Una nuova sintesi tra pastorale giovanile e pastorale vocazionale. Trasformazione del modello parrocchiale che rimane ancora eccessivamente legato a criteri territoriali e strettamente giuridici, in cui, alla fine, ogni parroco lavora come un condottiero isolato e gli operatori pastorali vivono una perenne frustrazione a causa degli insuccessi numerici.
  • 27. 27 Adeguare la parrocchia nella direzione della conversione pastorale in chiave missionaria. Esige un cambiamento delle strutture, degli stili, delle consuetudini, degli orari e, in generale, dell’agire ecclesiale (EG, n. 27).
  • 28. 28 Una parrocchia che non dilata i suoi confini – soprattutto in questa era digitale che ha modificato il rapporto spazio-tempo – non riesce a offrire proposte spirituali e pastorali diversificate, rischiando di restare in una sorta di anacronistico immobilismo.
  • 29. 29 Una pastorale organica e integrata, attraverso una riorganizzazione in Zone o Unità Pastorali. Per rilanciare su alcuni ambiti della pastorale, come quella giovanile, una più fitta comunione tra i presbiteri e tra le comunità cristiane.
  • 30. 30 Necessità di superare l’eccessiva frammentazione tra gli ambiti e gli uffici pastorali, per incoraggiare “una pastorale giovanile vocazionale”.
  • 31. 31 Una progettazione pastorale comune, che veda la collaborazione attiva di singoli operatori, parrocchie, associazioni e diocesi, facendo dialogare i diversi ambiti pastorali e creando una sinergia tra pastorale giovanile, pastorale vocazionale e pastorale familiare.
  • 32. 4. La Chiesa sfida i giovani solo se si lascia prima sfidare I giovani hanno bisogno di orientamenti saldi, di sostegno nelle scelte di vita da compiere, perché essi possano “fare la loro strada” ed “essere giovani in cammino che guardano l’orizzonte e non lo specchio” (cfr. PAPA FRANCESCO, Discorso all’Incontro con i giovani e i Padri Sinodali, 6 ottobre 2018). 32
  • 33. 33 C’è bisogno di figure generose che esercitino la cura della paternità e l’accompagnamento delle nuove generazioni. La Chiesa potrà sfidare i giovani solo a partire da un rinnovamento, che interessi laici e presbiteri e faccia prendere loro sul serio la vita, le domande, i bisogni dei giovani.
  • 34. 34 Esercitare l’arte dell’ascolto di ciò che lo Spirito Santo vorrà suggerire alla Sua Chiesa e uno zelo pastorale.
  • 35. 35 Anche voi del Serra Club, da sempre attenti al mondo giovanile e vocazionale e generosi nell’accompagnamento delle nuove generazioni, siete particolarmente chiamati a contribuire a questa opera.

Editor's Notes

  1. Commentando la parabola del Buon samaritano – una delle più belle ed eloquenti del Vangelo – Papa Francesco ha affermato, qualche mese fa, che c’è bisogno di una Chiesa che “non passa oltre”, ma si “sporca le mani” e resta “aperta alle sorprese di Dio”; il rischio, infatti, ha continuato il Pontefice, è che molti sacerdoti e laici diventino come dei funzionari che “sanno tanto di Dio, ma non incontrano Dio” perché sono incapaci di quella cura e di quella compassione che il Signore ha verso ciascuno di noi e che ci chiede di offrire ai fratelli (cfr. Papa Francesco, Omelia Santa Marta, 8 ottobre 2018).
  2. Ho richiamato questo brano evangelico e il commento del Papa per introdurmi alla prima parte del titolo che mi avete affidato: i giovani una sfida per la Chiesa. Possiamo essere, cioè, una Chiesa che organizza e promuove diverse iniziative, ma che, poi, per soddisfare la tabella di marcia delle cose da fare e ottemperare i doveri strettamente religiosi, non ha più né tempo e né cuore per fermarsi, ascoltare e accompagnare, chiudendosi in se stessa e nelle proprie pratiche e impedendo che la vita reale delle persone e le situazioni della storia la interpellino; come il sacerdote e il levita, che passano sulla strada e affrettano il passo preoccupati dei loro doveri da svolgere, anche noi possiamo non accorgerci di chi si trova ai bordi della nostra strada e ha bisogno della nostra attenzione e delle nostre cure.
  3. Quando siamo travolti dalla fretta e dalle molte incombenze pastorali, sarà bene ricordare quanto ci suggerisce l’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium: “Molte volte è meglio rallentare il passo, mettere da parte l’ansietà per guardare negli occhi e ascoltare, o rinunciare alle urgenze per accompagnare chi è rimasto al bordo della strada” (EG, n. 46).
  4. Penso che i giovani di oggi, e più in generale i molteplici aspetti che riguardano la questione giovanile nell’odierna società, rappresentino per noi una forte provocazione, una domanda lanciata alla nostra coscienza di credenti e una sfida al nostro modo di essere cristiani, al nostro stile di Chiesa e alla nostra organizzazione pastorale.
  5. I giovani sono segnati dal desiderio del futuro, dallo slancio di abbracciare la vita nel suo significato più pieno, dalla ricerca dell’amore autentico, dal sogno della felicità; ma la loro vita è anche ferita da quella che Papa Francesco ha definito “la paura di sottofondo”, cioè “quella di non essere amati, benvoluti, di non essere accettati per quello che siete” (Papa Francesco, Messaggio per la XXXIII Giornata Mondiale della Gioventù), così come dalla paura della solitudine affettiva e da altri dubbi e conflitti che riguardano sia la vita personale e interiore che le dinamiche della vita sociale e della cultura circostante.
  6. Da questo punto di vista, i giovani sono ai bordi della strada e attendono di essere guardati con amore, accolti con autenticità, ascoltati con cuore aperto e accompagnati con tenerezza nel discernimento sulla loro vita. Come l’uomo della parabola, incappato nei briganti, in mezzo al groviglio di domande, dubbi, ferite e speranze, essi hanno bisogno che qualcuno si fermi presso di loro, non li renda anonimi e invisibili come e si prenda cura di loro.
  7. Nella Lettera indirizzata ai giovani per annunciare il Sinodo in corso, infatti, Papa Francesco ha affermato: “La Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibilità, della vostra fede; perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche” (Papa Francesco, Lettera del Papa ai giovani in occasione della presentazione del Documento Preparatorio della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, 13 gennaio 2017).
  8. In questo senso, direi, i giovani sfidano la Chiesa a uscire da se stessa e dalla propria autoreferenzialità, vincendo la tentazione del clericalismo e della ripetitività, imparando ad “allargare orizzonti, dilatare il cuore e trasformare quelle strutture che oggi ci paralizzano, ci separano e ci allontanano dai giovani, lasciandoli esposti alle intemperie e orfani di una comunità di fede che li sostenga, di un orizzonte di senso e di vita. La speranza ci interpella, ci smuove e rompe il conformismo del “si è sempre fatto così”, e ci chiede di alzarci per guardare direttamente il volto dei giovani e le situazioni in cui si trovano. La stessa speranza ci chiede di lavorare per rovesciare le situazioni di precarietà, di esclusione e di violenza, alle quali sono esposti i nostri ragazzi” (Papa Francesco, Omelia in apertura del XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, 3 ottobre 2018). A voi del Serra Club, che mi avete rivolto questo invito, insieme alla gratitudine per il vostro generoso servizio, vorrei offrire brevemente alcuni imput, riguardanti proprio le sfide che i giovani lanciano alla Chiesa di oggi e, subito dopo, qualche riflessione su come anche la Chiesa può diventare una sfida per la vita dei giovani.
  9. La sfida dell’ascolto e dell’accompagnamento   I giovani hanno anzitutto bisogno di trovare una Chiesa che ascolta e cammina con loro. Ritengo che prima delle pur importanti strategie pastorali e del rinnovamento dei linguaggi e della comunicazione, bisogna investire maggiore consapevolezza e più energie sull’ascolto autentico delle nuove generazioni e sulla capacità di accompagnare, con discrezione e amore, il loro percorso di vita.
  10. Questa constatazione, oltre che essere radicata in una visione ecclesiologica che deve impegnarci sempre più a fare della Chiesa un mistero di comunione e, perciò, una madre accogliente e una casa dalle porte aperte, nasce dalla considerazione di molteplici fattori che caratterizzano la nostra società attuale e la cultura del nostro tempo, ben analizzati anche dallo stesso Instrumentum Laboris del Sinodo.
  11. In particolare, occorre riferirsi al fatto che le nuove generazione spesso non hanno una reale possibilità di inserirsi, di esprimersi e di realizzare i propri sogni, in un mondo di adulti che, in realtà, sono affascinati e rapiti dal mito dell’eterna giovinezza e, volendo restare giovani a tutti i costi, non si preoccupano più di coltivare la vocazione che è loro proprio: generare i figli alla vita e alla fede.
  12. L’Instrumentum Laboris afferma che al centro dell’immaginario collettivo odierno questo non è più uno scopo a cui mirare ma, anzi, un traguardo da rimandare; il punto problematico – afferma il Documento – è che l’età adulta è stata “liquidata” e tra giovani e adulti vi è, oggi, una “reciproca estraneità”: “Gli adulti non sono interessati a trasmettere i valori fondanti dell’esistenza alle giovani generazioni, che li sentono più come competitori che come potenziali alleati. In questo modo il rapporto tra giovani e adulti rischia di rimanere soltanto affettivo, senza toccare la dimensione educativa e culturale”.
  13. A mio parere, si tratta di una sfida che tocca nel profondo anche il rinnovamento degli stili e delle strutture ecclesiale, oltre che degli approcci pastorali. Anche la Chiesa corre il rischio di apparire, per certi versi, un mondo chiuso in se stesso, dove l’autosufficienza e l’autoreferenzialità di chi vi svolge un ministero – e ciò vale anzitutto per il ministero ordinato – rischia di non creare le giuste condizioni per dialogare con chi è lontano e, soprattutto, con i giovani.
  14. Dove tutto è organizzato e sistemato, dove i progetti pastorali sono realizzati sulla base delle sole abitudini religiose e azioni ecclesiali di coloro che hanno già un cammino di fede e un compito ecclesiale e dove si ha paura di sperimentare forme e modelli nuovi di evangelizzazione e di azione pastorale, succede che la Chiesa viene percepita dai giovani come un luogo in cui non viene valorizzata la loro originalità né preso in considerazione il loro specifico contributo. Al massimo, ci si limita a fare dei giovani dei contenitori da “riempire” con qualche lezione di catechismo e non, invece, come auspica Papa Francesco, che diventino loro i protagonisti dell’azione pastorale. Talvolta, ciò dipende dal fatto che anche nel mondo ecclesiale, gli adulti non intendono fare spazio alle nuove generazioni e allo scompiglio che esse portano.
  15. C’è invece bisogno di una Chiesa che diventi uno spazio aperto, accogliente, davvero in ascolto, capace di accompagnare i giovani personalizzando anche i cammini e le proposte. All’inizio della discussione sinodale, Papa Francesco ha infatti affermato: “L’atteggiamento di ascolto non può limitarsi alle parole che ci scambieremo nei lavori sinodali. Il cammino di preparazione a questo momento ha evidenziato una Chiesa “in debito di ascolto” anche nei confronti dei giovani, che spesso dalla Chiesa si sentono non compresi nella loro originalità e quindi non accolti per quello che sono veramente, e talvolta persino respinti. Questo Sinodo ha l’opportunità, il compito e il dovere di essere segno della Chiesa che si mette davvero in ascolto, che si lascia interpellare dalle istanze di coloro che incontra, che non ha sempre una risposta preconfezionata già pronta. Una Chiesa che non ascolta si mostra chiusa alla novità, chiusa alle sorprese di Dio, e non potrà risultare credibile, in particolare per i giovani, che inevitabilmente si allontaneranno anziché avvicinarsi” (Papa Francesco, Discorso di apertura della XV Assemblea Generale dei Vescovi, 3 ottobre 2018).
  16. La sfida della formazione sacerdotale   C’è una seconda sfida che è connessa alla prima, dal momento che una Chiesa che ascolta e accompagna ha bisogno di trovare tempi e figure – soprattutto tra i Sacerdoti – disposte a farsi compagni di strada dei giovani. In un tempo come il nostro, segnato da complessità di vario genere e incertezza per il futuro, i giovani vivono la fatica di progettare la vita e di discernere il modo concreto in cui realizzare i loro sogni e apportare un contributo personale alla società; la Chiesa è chiamata ad accompagnare i giovani in questo processo, superando quegli ostacoli – pastorali e strutturali – che spesso la rendono oscura agli occhi dei giovani, quando essa si presenta solo nella veste di una maestra che intende decidere cosa sia buono o cattivo.
  17. In realtà, la comunità ecclesiale deve essere percepita come uno spazio in cui i giovani possono sentirsi liberi di esprimersi e, nella graduale crescita della relazione con il Signore, possano essere aiutati a interpretare la propria storia in un orizzonte di senso vocazionale, cioè scoprendo in essa il progetto di Dio come offerta di piena felicità (cfr. Instrumentum Laboris, n. 122-123).
  18. Ora, per quanto l’accompagnamento dei giovani da parte della Chiesa assume una varietà di forme e di strumenti, è evidente che si tratta di un aspetto che interpella direttamente la formazione e il ministero dei Sacerdoti, su cui mi soffermerei brevemente.
  19. L’Instrumentum Laboris, mentre sottolinea l’importanza dell’accompagnamento spirituale e il generoso servizio di educazione ed evangelizzazione da parte dei Sacerdoti e dei Religiosi, non nega che, in questo ambito, esistono diverse difficoltà. Alcune di esse sono legate ai processi di secolarizzazione di alcuni Paesi, che rendono sempre più complessa la relazione tra giovani e fede, ma, tuttavia, dobbiamo con onestà affrontare un tema scottante che l’Instrumentum Laboris, al n. 206, descrive così: “l’impreparazione di alcuni pastori, che non si sentono all’altezza per affrontare le complicate sfide del nostro tempo e rischiano così di rinchiudersi in visioni ecclesiologiche, liturgiche e culturali ormai superate”.
  20. Per questa ragione, occorre puntare su una buona qualità della formazione del clero. I Sacerdoti sono chiamati in modo speciale ad ascoltare e accompagnare i giovani nel loro discernimento, ma proprio per svolgere questo ministero, devono essere formati e ricevere strumenti utili all’azione pastorale dei giovani; tale formazione, che inizia in Seminario e dura per tutta la vita in quanto cammino discepolare integrale e permanente, deve aiutare i presbiteri a sviluppare le virtù umane, una certa maturità psico-affettiva che tornerà utile nella serenità delle relazioni, una buona preparazione intellettuale che li aiuti a leggere le sfide della vita e del tempo presente, una radicata vita spirituale e una sufficiente attitudine pastorale.
  21. Infatti, “chi accompagna è chiamato a rispettare il mistero che ogni persona racchiude e ad avere fiducia che il Signore sta già operando in lei. L’accompagnatore è invitato a essere consapevole di rappresentare un modello che influisce con quello che è, prima che con quello che fa e propone. La profonda interazione affettiva che si crea nello spazio dell’accompagnamento spirituale – non a caso la tradizione si esprime parlando di paternità e maternità spirituali, dunque di una relazione generativa profondissima – richiede all’accompagnatore una solida formazione e la disponibilità a lavorare prima di tutto su di sé sotto il profilo spirituale e in qualche misura anche psicologico” (Instrumentum Laboris, n. 130).
  22. Ciò implica, ovviamente, una seria riflessione sulla formazione sacerdotale promossa nei Seminari e negli Istituti di Vita Consacrata su cui, come sapete, a partire dalla Ratio fundamentalis, la Congregazione per il Clero lavora quotidianamente. Qui possiamo cogliere un altro aspetto: la cura che la Chiesa è chiamata a riservare ai giovani, specialmente nell’accompagnamento, nella direzione spirituale e nella formazione, è destinata anche ai seminaristi, dal momento che “i giovani candidati al ministero ordinato e alla vita consacrata vivono nelle stesse condizioni degli altri giovani: condividono le risorse e le fragilità dei loro coetanei”, per i quali vanno progettati cammini formativi capaci di liberare la generosità dei giovani in formazione, facendo crescere in loro una profonda coscienza di essere al servizio del popolo di Dio. Si rende necessario garantire équipe formative di qualità capaci di interagire con le necessità concrete dei giovani di oggi e con il loro bisogno di spiritualità e di radicalità” (Instrumentum Laboris, n. 211).
  23. La sfida del rinnovamento della parrocchia e dell’integrazione tra pastorale giovanile e pastorale vocazionale   A proposito della sfida che riguarda la formazione dei Sacerdoti, essa implica anche un ripensamento ecclesiologico, che aiuti la parrocchia a realizzare quella conversione pastorale in direzione missionaria, auspicata da Papa Francesco in Evangelii gaudium. Nel Questionario on line presinodale, un giovane ha affermato: “dove i Sacerdoti sono liberi dalle incombenze finanziarie e organizzative, possono concentrarsi nel lavoro pastorale e sacramentale che tocca la vita delle persone” (Instrumentum Laboris, n. 200).
  24. Ma, nella penuria vocazionale e con tanti impegni pastorali da soddisfare, come è possibile liberare i sacerdoti dall’eccessivo lavoro che toglie loro tempo ed energie per seguire da vicino le persone e in special modo i giovani? Si apre qui l’urgente questione di una formazione e responsabilizzazione del laicato, così come una revisione pastorale capace di rendere l’azione parrocchiale ed ecclesiale più essenziale e, soprattutto, di immaginare un ministero sacerdotale che possa concentrarsi sugli aspetti specifici del ministero, di cui fa parte certamente l’accompagnamento spirituale.
  25. La tematica, perciò, implica altre due sfide: la conversione pastorale della parrocchia e una nuova sintesi tra pastorale giovanile e pastorale vocazionale.   Sul primo aspetto, l’accompagnamento personalizzato dei giovani e la messa a punto di iniziative pastorali loro destinate, specialmente nel contesto del mondo occidentale, non potranno realizzarsi senza una trasformazione del modello parrocchiale che, nonostante i suoi sforzi, rimane ancora eccessivamente legato a criteri territoriali e strettamente giuridici, in cui, alla fine, ogni parroco lavora come un condottiero isolato e gli operatori pastorali vivono una perenne frustrazione a causa degli insuccessi numerici.
  26. Anche se L’Instrumentum Laboris sottolinea il valore e la vitalità delle parrocchie, lo stesso Documento sottolinea che in certi casi esse “non sembrano più essere uno spazio adeguato per i giovani, che si rivolgono ad altre esperienze di Chiesa che intercettano meglio la loro mobilità, i loro luoghi di vita e la loro ricerca spirituale” (n. 200). Si tratta, cioè, dinanzi a un contesto cambiato e agli stili di vita dei giovani, di adeguare la parrocchia nella direzione di quella conversione pastorale in chiave missionaria, incoraggiata da Evangelii gaudium, che esige un cambiamento delle strutture, degli stili, delle consuetudini, degli orari e, in generale, dell’agire ecclesiale. (EG, n. 27), perché siano soddisfatte le esigenze dell’evangelizzazione.  
  27. Una parrocchia che non dilata i suoi confini – soprattutto in questa era digitale che ha modificato il rapporto spazio-tempo – non riesce a offrire proposte spirituali e pastorali diversificate, rischiando di restare in una sorta di anacronistico immobilismo.
  28. Vorrei solo accennare al fatto che, presso la Congregazione per il Clero, è allo studio un Documento su alcuni aspetti relativi alla vita della parrocchia, che vorrebbe promuovere una pastorale organica e integrata, attraverso una riorganizzazione in Zone o Unità Pastorali. La scelta non dovrebbe essere fatta per strategia politica, cioè per esempio per ovviare al calo numerico dei preti, ma, invece, per rilanciare almeno su alcuni ambiti della pastorale, come quella giovanile, una più fitta comunione tra i presbiteri e tra le comunità cristiane, anche al fine di elaborare con creatività e audacia nuove iniziative di evangelizzazione dei giovani.
  29. Non meno importante, in linea con questa idea di una pastorale integrata, è la riflessione sulla necessità di superare l’eccessiva frammentazione tra gli ambiti e gli uffici pastorali; in particolare, per ovviare alla notevole fatica della pastorale dei giovani, il Sinodo intende riscoprire quell’orizzonte vocazionale che coinvolge la Chiesa intera a partire dal battesimo, per incoraggiare “una pastorale giovanile vocazionale”.
  30. Si tratta cioè di iniziare ad avviare una progettazione pastorale comune, che veda la collaborazione attiva di singoli operatori, parrocchie, associazioni e diocesi, facendo dialogare i diversi ambiti pastorali e creando una sinergia tra pastorale giovanile, pastorale vocazionale e pastorale familiare.
  31. La Chiesa sfida i giovani solo se si lascia prima sfidare   Mi sono dilungato sulle sfide che i giovani pongono alla Chiesa perché penso che la seconda parte del titolo – cioè quanto la Chiesa possa rappresentare per le nuove generazioni un punto di domanda e una sana provocazione – sia una conseguenza. Infatti, in un tempo di disorientamento e incertezza, i giovani hanno bisogno di orientamenti saldi, di sostegno nelle scelte di vita da compiere, nella speranza da costruire in un mondo a volte segnato dalla mancanza di lavoro, dalle disuguaglianze, dalle ingiustizie e dal male; perché essi possano “fare la loro strada” ed “essere giovani in cammino che guardano l’orizzonte e non lo specchio” (cfr. Papa Francesco, Discorso all’Incontro con i giovani e i Padri Sinodali, 6 ottobre 2018), hanno bisogno di figure di riferimento e di quella paternità – che gli adulti e in particolare i cristiani e i Sacerdoti dovrebbero esercitare – capace di accompagnarli, illuminarli e guidarli.
  32. Ma tutto ciò ha bisogno appunto di figure generose che esercitano la cura della paternità e l’accompagnamento delle nuove generazioni. La Chiesa potrà sfidare i giovani sui temi della vocazione, dell’etica della comunicazione digitale, dell’interpretazione della vita, e tutto ciò potrà e dovrà farlo in connessione con la sfida dell’annuncio del Vangelo e della figura di Gesù; ma potrà fare questo, solo a partire da un rinnovamento, che interessi laici e presbiteri e faccia prendere loro sul serio la vita, le domande, i bisogni dei giovani, in particolare il tema del loro accompagnamento umano e spirituale.
  33. Si tratta davvero di un grande compito rispetto al quale siamo tutti chiamati ad esercitare l’arte dell’ascolto di ciò che lo Spirito Santo vorrà suggerire alla Sua Chiesa e, al contempo, uno zelo pastorale capace – come ci esorta Papa Francesco – a leaborare “propositi pastorali concreti, in grado di realizzare il compito del Sinodo stesso, ossia quello di far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani, e ispiri ai giovani – a tutti i giovani, nessuno escluso – la visione di un futuro ricolmo della gioia del Vangelo” (Papa Francesco, Discorso di apertura della XV Assemblea Generale dei Vescovi, 3 ottobre 2018).
  34. Anche voi del Serra Club, da sempre attenti al mondo giovanile e vocazionale e generosi nell’accompagnamento delle nuove generazioni, siete particolarmente chiamati a contribuire a questa opera. Per quanto già avete fatto e per ciò che riuscirete ancora a seminare nella Chiesa e nel mondo – in special modo per i Sacerdoti – desidero ringraziarvi di cuore.