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La guerra del Golfo
Gli avvenimenti
Il 2 agosto 1990
l'esercito iracheno varca il confine
con il Kuwait
e procede a occupare
il piccolo emirato.
Non vi è praticamente resistenza
La reazione internazionale è immediata.
Due giorni dopo l'invasione del Kuwait
Washington decide
di inviare delle truppe in Arabia Saudita
il Consiglio di Sicurezza dell'ONU
con la risoluzione 661 del 6 agosto 1990
decreta l'embargo nei confronti dell’Iraq
autorizzando anche l’uso della forza per imporlo.
Questo cesserà solo il 22 maggio 2003,
sempre su decisione Onu.
Il 16 gennaio iniziano i bombardamenti
su Iraq e Kuwait:
è il più pesante raid aereo della storia,
senza paragoni.
Dopo cinque settimane di bombardamenti,
inizia l'offensiva terrestre della coalizione
È l’operazione
“Tempesta del deserto”.
Bombe e missili Cruise si abbattono
sui centri vitali della città;
in particolare vengono colpiti
l’aeroporto
e le torri di comunicazione
il giorno successivo Baghdad ordina
il ritiro delle proprie truppe dal Kuwait,
che vengono massacrate dall'aviazione statunitense
sull'autostrada che collega Kuwait City a Bassora.
Il 28 febbraio Baghdad capitola,
accettando tutte le condizioni.
Viene firmato il cessate il fuoco.
Il presidente Bush
annuncia che
“il Kuwait è stato liberato,
l’esercito iracheno sconfitto
e gli obiettivi alleati
raggiunti”.
LA RIVOLUZIONE KOMEINISTA
"Per ogni situazione
la rivoluzione islamica
è la sola soluzione"
Saddam Hussein fu sostenuto dall'Occidente
interessato a ridurre la potenza dell'Iran komeinista,
preoccupato che il fondamentalismo islamico
potesse impadronirsi dei paesi arabi e musulmani.
Il sud dell'Iraq insorse contro Baghdad,
e molti soldati iracheni
fuggirono dal Kuwait
e si unirono alla popolazione sciita
contraria a Saddam Hussein.
La repressione fu feroce
ma è a nord,
nel Kurdistan
iracheno,
che scoppiò
un’insurrezione
di massa
contro
Saddam Hussein
il 16 marzo 1988
tutti gli abitanti
del villaggi
di Halabdja,
circa 5.000 persone,
vennero sterminate
con iprite e gas sarin,
mentre i sopravvissuti
vennero spianati
con i bulldozer
Il cessate il fuoco con l'Iran venne firmato nel 1988,
senza che la frontiera esistente prima del conflitto
fosse modificata.
Le distruzioni materiali
provocate dalla guerra con l'Iran
furono enormi
È in questa situazione
che matura la decisione
di occupare il Kuwait.
l'Iraq avrebbe risolto tutti i suoi problemi finanziari
grazie alla rendita petrolifera
Le ragioni della guerra del golfo
la motivazione fondamentale
che spinse gli Stati Uniti alla guerra del Golfo
fu quella di garantirsi un flusso di capitali in entrata.
Uno di questi era, ed è,
quello proveniente dai vari paesi
che godono di una rendita petrolifera,
investita nelle azioni e nei titoli di stato americani,
o spesa per l'acquisto
di armamenti sempre provenienti dagli Usa.
Nel 1990
gli Stati Uniti
erano in una recessione economica
che rendeva il capitale ancora più sensibile
a questo fattore:
una modificazione degli equilibri
nel golfo persico
metteva pericolosamente in discussione
questi vitali flussi di capitali
e richiedeva dunque un intervento
Washington aveva come obiettivo in Iraq
la creazione di un regime
in sostituzione di quello di Saddam Hussein,
che garantisse un flusso aggiuntivo di capitali.
Ma gli Stati Uniti si scontrarono
con l'assenza di una carta di ricambio
cercata inutilmente nei più alti vertici
dell'esercito iracheno.
Lo scoppio di rivolte e insurrezioni
contro il regime di Baghdad
nel marzo 1991
venne visto come un grave pericolo
poiché poteva portare all'esatto opposto:
un Iraq
democratico, federale,
concentrato sulla propria ricostruzione.
Nel 1990-1991
il controllo del petrolio da parte degli Usa
non fu una delle motivazioni per la guerra.
Dalla prima metà degli anni 70
il mercato del petrolio è internazionalizzato.
I vari produttori sono in concorrenza diretta
e il prezzo del petrolio è fissato dal mercato,
mentre gli accordi tra gli Stati produttori
per aumentare o diminuire la produzione
influiscono tutt'al più sul prezzo mondiale
in modo marginale e temporaneo.
Sulla base di questo mercato
il prezzo del petrolio
non viene fissato nel golfo persico,
ma dall'industria petrolifera statunitense,
la meno produttiva del pianeta.
Ciò garantisce una cospicua rendita
a tutti i paesi con una maggiore produttività
di petrolio.
Nello scorso decennio
gli Stati Uniti sono riusciti a mantenere stabile
la situazione del golfo persico,
assicurandosi il flusso costante dei capitali
di cui avevano bisogno.
Tuttavia il costo umano,
anche dopo la guerra del golfo,
è stato terribile
L’immagine del dittatore iracheno
che si diffonde fra le masse arabe,
e che egli fa di tutto per
accreditare,
è quella di un campione della lotta
contro l’imperialismo e il neocolonialismo.
Saddam si propone agli arabi
come campione
nella lotta
al neocolonialismo
Dopo essere stato foraggiato e armato per anni
da quasi tutti i paesi occidentali,
dopo aver provocato la morte
di centinaia di migliaia di musulmani
con la guerra all’Iran e con la repressione interna,
Saddam Hussein
riesce ad accreditarsi agli occhi,
non solo degli iracheni, ma anche dei giordani,
dei palestinesi e di molti altri arabi
come l’erede di Nasser, come colui che è capace di
tener testa alle grandi potenze
e difendere l’onore del mondo arabo e islamico
Saddam Hussein invita tutti gli arabi e i musulmani ad
unirsi a lui in un jihad contro l’Occidente.
In una riunione straordinaria
il 10 agosto al Cairo,
12 paesi sui 20 aderenti alla Lega Araba
approvano le sanzioni economiche contro l’Iraq
e si dichiarano pronti a mandare i loro soldati
in Arabia Saudita per partecipare
a una coalizione internazionale in difesa di quel paese
Il tentativo di coinvolgere Israele
il 18 gennaio
il primo missile lanciato da una piattaforma mobile
vicino al confine iracheno-giordano,
Colpisce Tel Aviv, provocando dodici feriti.
L’obiettivo di Saddam Hussein
è di coinvolgere direttamente nella guerra lo Stato di Israele,
per dare maggior credito alla sua immagine
di difensore della causa araba e in particolare palestinese,
creando un’insanabile spaccatura fra le forze alleate.
La Siria
ha già dichiarato che in caso di un suo ingresso
nel conflitto si schiererà
immediatamente contro Israele.
Anche per paesi arabi moderati
come l’Egitto e la stessa Arabia Saudita
sarebbe molto imbarazzante
trovarsi a fianco dello Stato ebraico
contro un paese arabo
Dopo la Prima guerra del Golfo del 1991,
Saddam Hussein, sebbene sconfitto, rimane al potere.
L'embargo, imposto dall'ONU
provoca conseguenze gravose per la popolazione:
migliaia di vittime,
soprattutto bambini e malati rimasti senza medicine
Saddam ostacola più volte
i controlli relativi al disarmo,
innescando una lunga serie di incidenti diplomatici.
Si giunge così a un braccio di ferro
risolto nel novembre del 1998
dal Presidente americano Clinton
L'insediamento
del repubblicano
George W. Bush
il 20 gennaio 2001
inaugura
una politica estera
mirata alla salvaguardia
degli interessi americani
nel mondo
e a un'espansione
adeguata
alle potenzialità
e alle necessità del Paese.
Bush
è da pochi mesi in carica
quando un evento terroristico
sconvolge il mondo
11 settembre 2001
attacco
alle Twin Towers
Per l'accertamento
dei responsabili
la pista islamica legata
al gruppo terroristico
di Al Qaeda
guidato dal saudita
Osama bin Laden
rimane la più accreditata.
Tuttavia, l'amministrazione americana ritiene
complice dell'attentato anche l'Iraq,
più volte umiliato militarmente in passato
dagli Stati Uniti.
L'opzione di una
‘guerra preventiva’
unica possibilità per disarmare definitivamente l'Iraq
causa una spaccatura profonda tra gli alleati
occidentali e fa entrare in crisi, per la prima volta
dalla fine della Seconda guerra mondiale,
l'ONU.
Francia
Russia
Cina
membri permanenti del Consiglio di sicurezza,
minacciano l'uso del diritto di veto per contrastare le
decisioni americane con il consenso di
Germania e Belgio
L'Italia,
la Spagna
la Danimarca, il Portogallo, l'Olanda e altri Stati
europei, che aspirano a entrare nella Unione
Europea, si esprimono a favore dell'intervento
militare.
27 marzo 2003
Il premier Silvio Berlusconi,
finge ancora una posizione di neutralità, affermando
che i soldati americani giunti in Iraq dalla caserma
di Vicenza non sono destinati a partecipare alla
guerra, ma è smentito dal
generale americano Brooks.
15 aprile 2003
Il Parlamento italiano approva,
senza avallo dell’Onu né della Ue,
l’invio di 2500 carabinieri in Iraq, con la
giustificazione che devono
"proteggere gli aiuti umanitari".
23 aprile 2003
il premier Berlusconi,
confermando uno scoop del
quotidiano "La Repubblica",
rivela che il Sismi ha collaborato
con gli alleati in Iraq: "La nostra
posizione nella coalizione non è
mai stata in dubbio" afferma,
smentendo le sue passate
rassicurazioni circa la non
partecipazione dell’Italia al
conflitto.
Gli USA
si assicurano
l'appoggio della
Gran Bretagna
“Non possiamo
permettere a uomini
senza rispetto per la
vita di avere in mano
gli strumenti di morte
più micidiali”
George W Bush
11 Marzo 2002
15 febbraio 2003
in 800 città mondiali si svolge la più imponente
manifestazione pacifista mai organizzata, alla quale
prendono parte più di 10 milioni di persone.
Nonostante l'autorevole New York Times avesse
definito l'opinione pubblica l'unica "superpotenza"
mondiale in grado di contrastare Washington,
a marzo iniziano i bombardamenti in Iraq.
In un discorso radiofonico Bush annunciò
l'inizio delle operazioni militari:
"La nostra missione è chiara, disarmare l'Iraq
dalle armi di distruzione di massa, porre fine
al sostegno di Saddam Hussein al terrorismo,
e liberare il popolo iracheno”
La guerra inizia il 20 marzo 2003
in tre settimane gli Stati Uniti ottengono la caduta del
regime
9 aprile 2003
le truppe
anglo americane
conquistano Baghdad,
dichiarando la fine
del regime di
Saddam Hussein
1° maggio
il presidente
Bush
dichiara ufficialmente
conclusa la guerra.
13 dicembre 2003
viene catturato
il dittatore di Bagdad
Sottoposto a processo da un
tribunale iracheno, assieme ad
altri gerarchi del suo regime,
per crimini contro l'umanità,
il 5 novembre 2006
viene condannato a morte
per impiccagione.
La condanna verrà eseguita il
30 dicembre 2006
Washington e Londra
avevano dichiarato
necessario il
conflitto per il
disarmo
Ma la questione del disarmo era solo una scusa per la
destituzione di Saddam Hussein.
Gli Stati Uniti miravano a:
4.Recuperare credibilità sconfiggendo un ribelle alla
potenza americana.
5.Ristabilire il proprio controllo sulle riserve
petrolifere irachene
Il fine il potere
Il mezzo la guerra
1. Infatti non sono emerse prove circa l’esistenza di armi
distruzione di massa in grado di attaccare l’Occidente,né
in grado di dominare la regione.
2. Né sono emerse prove circa l’esistenza di armi di
distruzione di massa in grado di colpire Israele
3. Né che Saddam intendesse attaccare l’Iran o L’Arabia
Saudita
4. Non c’erano prove di particolari appoggi di Saddam ad
Hamas, o al - Qaeda o ad Osama bin Laden.
5. Infine nessuna prova che Saddam fosse coinvolto con i
preparativi dell’11 settembre
Nel corso di questi ultimi dodici anni sono morti 7.800
ex soldati statunitensi, per malattie contratte
durante la guerra del Golfo
(la cosiddetta sindrome del Golfo),
a causa dell'uso di munizioni all'uranio, dei
bombardamenti alleati dei pozzi petroliferi e di
fabbriche chimiche
L'Iraq è stato liberato dalla dittatura ma è tutt'altro che
pacificato,
sconvolto da incontrollabili atti di terrorismo,
dall'ostilità popolare contro le forze occupanti
è politicamente instabile,
anche dopo le elezioni del gennaio 2005,
a causa dei contrasti politico-religiosi tra sunniti, sciiti
e curdi.
Con la costituzione introdotta il 15 ottobre 2005,
in cui l'Iraq diventava una
repubblica parlamentare e federale:
l'etnia curda otteneva le regioni nord-est del
Kurdistan,
i sunniti la parte settentrionale
gli sciiti quella centro-meridionale.
I sunniti che per anni hanno controllato il paese sono
stati esclusi dal potere.
In risposta si sono organizzati in gruppi armati,
spesso collegati ai movimenti islamici più integralisti
e vicini al terrorismo di Al - Qaeda
Le notizie che giungono quotidianamente da Baghdad
parlano di ripetuti attacchi suicidi sia nei confronti
della popolazione irachena che del contingente
internazionale,
di rapimenti e decapitazioni di soldati,
collaboratori occidentali e giornalisti.
Durante le elezioni del marzo 2010 vi sono stati
episodi culminati in atti terroristici
Guerra del Golfo

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Guerra del Golfo

  • 2. Gli avvenimenti Il 2 agosto 1990 l'esercito iracheno varca il confine con il Kuwait e procede a occupare il piccolo emirato. Non vi è praticamente resistenza
  • 3.
  • 4. La reazione internazionale è immediata. Due giorni dopo l'invasione del Kuwait Washington decide di inviare delle truppe in Arabia Saudita
  • 5. il Consiglio di Sicurezza dell'ONU con la risoluzione 661 del 6 agosto 1990 decreta l'embargo nei confronti dell’Iraq autorizzando anche l’uso della forza per imporlo. Questo cesserà solo il 22 maggio 2003, sempre su decisione Onu.
  • 6. Il 16 gennaio iniziano i bombardamenti su Iraq e Kuwait: è il più pesante raid aereo della storia, senza paragoni. Dopo cinque settimane di bombardamenti, inizia l'offensiva terrestre della coalizione
  • 7.
  • 8. È l’operazione “Tempesta del deserto”. Bombe e missili Cruise si abbattono sui centri vitali della città; in particolare vengono colpiti l’aeroporto e le torri di comunicazione
  • 9. il giorno successivo Baghdad ordina il ritiro delle proprie truppe dal Kuwait, che vengono massacrate dall'aviazione statunitense sull'autostrada che collega Kuwait City a Bassora. Il 28 febbraio Baghdad capitola, accettando tutte le condizioni. Viene firmato il cessate il fuoco.
  • 10. Il presidente Bush annuncia che “il Kuwait è stato liberato, l’esercito iracheno sconfitto e gli obiettivi alleati raggiunti”.
  • 11.
  • 12. LA RIVOLUZIONE KOMEINISTA "Per ogni situazione la rivoluzione islamica è la sola soluzione"
  • 13. Saddam Hussein fu sostenuto dall'Occidente interessato a ridurre la potenza dell'Iran komeinista, preoccupato che il fondamentalismo islamico potesse impadronirsi dei paesi arabi e musulmani.
  • 14. Il sud dell'Iraq insorse contro Baghdad, e molti soldati iracheni fuggirono dal Kuwait e si unirono alla popolazione sciita contraria a Saddam Hussein. La repressione fu feroce
  • 15. ma è a nord, nel Kurdistan iracheno, che scoppiò un’insurrezione di massa contro Saddam Hussein
  • 16. il 16 marzo 1988 tutti gli abitanti del villaggi di Halabdja, circa 5.000 persone, vennero sterminate con iprite e gas sarin, mentre i sopravvissuti vennero spianati con i bulldozer
  • 17. Il cessate il fuoco con l'Iran venne firmato nel 1988, senza che la frontiera esistente prima del conflitto fosse modificata. Le distruzioni materiali provocate dalla guerra con l'Iran furono enormi
  • 18. È in questa situazione che matura la decisione di occupare il Kuwait. l'Iraq avrebbe risolto tutti i suoi problemi finanziari grazie alla rendita petrolifera
  • 19. Le ragioni della guerra del golfo
  • 20. la motivazione fondamentale che spinse gli Stati Uniti alla guerra del Golfo fu quella di garantirsi un flusso di capitali in entrata. Uno di questi era, ed è, quello proveniente dai vari paesi che godono di una rendita petrolifera, investita nelle azioni e nei titoli di stato americani, o spesa per l'acquisto di armamenti sempre provenienti dagli Usa.
  • 21. Nel 1990 gli Stati Uniti erano in una recessione economica che rendeva il capitale ancora più sensibile a questo fattore: una modificazione degli equilibri nel golfo persico metteva pericolosamente in discussione questi vitali flussi di capitali e richiedeva dunque un intervento
  • 22. Washington aveva come obiettivo in Iraq la creazione di un regime in sostituzione di quello di Saddam Hussein, che garantisse un flusso aggiuntivo di capitali. Ma gli Stati Uniti si scontrarono con l'assenza di una carta di ricambio cercata inutilmente nei più alti vertici dell'esercito iracheno.
  • 23. Lo scoppio di rivolte e insurrezioni contro il regime di Baghdad nel marzo 1991 venne visto come un grave pericolo poiché poteva portare all'esatto opposto: un Iraq democratico, federale, concentrato sulla propria ricostruzione.
  • 24. Nel 1990-1991 il controllo del petrolio da parte degli Usa non fu una delle motivazioni per la guerra. Dalla prima metà degli anni 70 il mercato del petrolio è internazionalizzato. I vari produttori sono in concorrenza diretta e il prezzo del petrolio è fissato dal mercato, mentre gli accordi tra gli Stati produttori per aumentare o diminuire la produzione influiscono tutt'al più sul prezzo mondiale in modo marginale e temporaneo.
  • 25. Sulla base di questo mercato il prezzo del petrolio non viene fissato nel golfo persico, ma dall'industria petrolifera statunitense, la meno produttiva del pianeta. Ciò garantisce una cospicua rendita a tutti i paesi con una maggiore produttività di petrolio.
  • 26. Nello scorso decennio gli Stati Uniti sono riusciti a mantenere stabile la situazione del golfo persico, assicurandosi il flusso costante dei capitali di cui avevano bisogno. Tuttavia il costo umano, anche dopo la guerra del golfo, è stato terribile
  • 27. L’immagine del dittatore iracheno che si diffonde fra le masse arabe, e che egli fa di tutto per accreditare, è quella di un campione della lotta contro l’imperialismo e il neocolonialismo. Saddam si propone agli arabi come campione nella lotta al neocolonialismo
  • 28.
  • 29. Dopo essere stato foraggiato e armato per anni da quasi tutti i paesi occidentali, dopo aver provocato la morte di centinaia di migliaia di musulmani con la guerra all’Iran e con la repressione interna, Saddam Hussein riesce ad accreditarsi agli occhi, non solo degli iracheni, ma anche dei giordani, dei palestinesi e di molti altri arabi come l’erede di Nasser, come colui che è capace di tener testa alle grandi potenze e difendere l’onore del mondo arabo e islamico
  • 30. Saddam Hussein invita tutti gli arabi e i musulmani ad unirsi a lui in un jihad contro l’Occidente. In una riunione straordinaria il 10 agosto al Cairo, 12 paesi sui 20 aderenti alla Lega Araba approvano le sanzioni economiche contro l’Iraq e si dichiarano pronti a mandare i loro soldati in Arabia Saudita per partecipare a una coalizione internazionale in difesa di quel paese
  • 31. Il tentativo di coinvolgere Israele il 18 gennaio il primo missile lanciato da una piattaforma mobile vicino al confine iracheno-giordano, Colpisce Tel Aviv, provocando dodici feriti. L’obiettivo di Saddam Hussein è di coinvolgere direttamente nella guerra lo Stato di Israele, per dare maggior credito alla sua immagine di difensore della causa araba e in particolare palestinese, creando un’insanabile spaccatura fra le forze alleate.
  • 32. La Siria ha già dichiarato che in caso di un suo ingresso nel conflitto si schiererà immediatamente contro Israele. Anche per paesi arabi moderati come l’Egitto e la stessa Arabia Saudita sarebbe molto imbarazzante trovarsi a fianco dello Stato ebraico contro un paese arabo
  • 33. Dopo la Prima guerra del Golfo del 1991, Saddam Hussein, sebbene sconfitto, rimane al potere. L'embargo, imposto dall'ONU provoca conseguenze gravose per la popolazione: migliaia di vittime, soprattutto bambini e malati rimasti senza medicine
  • 34. Saddam ostacola più volte i controlli relativi al disarmo, innescando una lunga serie di incidenti diplomatici. Si giunge così a un braccio di ferro risolto nel novembre del 1998 dal Presidente americano Clinton
  • 35. L'insediamento del repubblicano George W. Bush il 20 gennaio 2001 inaugura una politica estera mirata alla salvaguardia degli interessi americani nel mondo e a un'espansione adeguata alle potenzialità e alle necessità del Paese.
  • 36. Bush è da pochi mesi in carica quando un evento terroristico sconvolge il mondo 11 settembre 2001 attacco alle Twin Towers
  • 37.
  • 38. Per l'accertamento dei responsabili la pista islamica legata al gruppo terroristico di Al Qaeda guidato dal saudita Osama bin Laden rimane la più accreditata. Tuttavia, l'amministrazione americana ritiene complice dell'attentato anche l'Iraq, più volte umiliato militarmente in passato dagli Stati Uniti.
  • 39. L'opzione di una ‘guerra preventiva’ unica possibilità per disarmare definitivamente l'Iraq causa una spaccatura profonda tra gli alleati occidentali e fa entrare in crisi, per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale, l'ONU.
  • 40. Francia Russia Cina membri permanenti del Consiglio di sicurezza, minacciano l'uso del diritto di veto per contrastare le decisioni americane con il consenso di Germania e Belgio
  • 41. L'Italia, la Spagna la Danimarca, il Portogallo, l'Olanda e altri Stati europei, che aspirano a entrare nella Unione Europea, si esprimono a favore dell'intervento militare.
  • 42. 27 marzo 2003 Il premier Silvio Berlusconi, finge ancora una posizione di neutralità, affermando che i soldati americani giunti in Iraq dalla caserma di Vicenza non sono destinati a partecipare alla guerra, ma è smentito dal generale americano Brooks.
  • 43. 15 aprile 2003 Il Parlamento italiano approva, senza avallo dell’Onu né della Ue, l’invio di 2500 carabinieri in Iraq, con la giustificazione che devono "proteggere gli aiuti umanitari".
  • 44. 23 aprile 2003 il premier Berlusconi, confermando uno scoop del quotidiano "La Repubblica", rivela che il Sismi ha collaborato con gli alleati in Iraq: "La nostra posizione nella coalizione non è mai stata in dubbio" afferma, smentendo le sue passate rassicurazioni circa la non partecipazione dell’Italia al conflitto.
  • 45. Gli USA si assicurano l'appoggio della Gran Bretagna
  • 46. “Non possiamo permettere a uomini senza rispetto per la vita di avere in mano gli strumenti di morte più micidiali” George W Bush 11 Marzo 2002
  • 47. 15 febbraio 2003 in 800 città mondiali si svolge la più imponente manifestazione pacifista mai organizzata, alla quale prendono parte più di 10 milioni di persone. Nonostante l'autorevole New York Times avesse definito l'opinione pubblica l'unica "superpotenza" mondiale in grado di contrastare Washington, a marzo iniziano i bombardamenti in Iraq.
  • 48. In un discorso radiofonico Bush annunciò l'inizio delle operazioni militari: "La nostra missione è chiara, disarmare l'Iraq dalle armi di distruzione di massa, porre fine al sostegno di Saddam Hussein al terrorismo, e liberare il popolo iracheno”
  • 49. La guerra inizia il 20 marzo 2003 in tre settimane gli Stati Uniti ottengono la caduta del regime
  • 50.
  • 51.
  • 52. 9 aprile 2003 le truppe anglo americane conquistano Baghdad, dichiarando la fine del regime di Saddam Hussein
  • 53. 1° maggio il presidente Bush dichiara ufficialmente conclusa la guerra.
  • 54. 13 dicembre 2003 viene catturato il dittatore di Bagdad
  • 55. Sottoposto a processo da un tribunale iracheno, assieme ad altri gerarchi del suo regime, per crimini contro l'umanità, il 5 novembre 2006 viene condannato a morte per impiccagione. La condanna verrà eseguita il 30 dicembre 2006
  • 56.
  • 57. Washington e Londra avevano dichiarato necessario il conflitto per il disarmo
  • 58. Ma la questione del disarmo era solo una scusa per la destituzione di Saddam Hussein. Gli Stati Uniti miravano a: 4.Recuperare credibilità sconfiggendo un ribelle alla potenza americana. 5.Ristabilire il proprio controllo sulle riserve petrolifere irachene
  • 59. Il fine il potere Il mezzo la guerra
  • 60. 1. Infatti non sono emerse prove circa l’esistenza di armi distruzione di massa in grado di attaccare l’Occidente,né in grado di dominare la regione. 2. Né sono emerse prove circa l’esistenza di armi di distruzione di massa in grado di colpire Israele 3. Né che Saddam intendesse attaccare l’Iran o L’Arabia Saudita 4. Non c’erano prove di particolari appoggi di Saddam ad Hamas, o al - Qaeda o ad Osama bin Laden. 5. Infine nessuna prova che Saddam fosse coinvolto con i preparativi dell’11 settembre
  • 61. Nel corso di questi ultimi dodici anni sono morti 7.800 ex soldati statunitensi, per malattie contratte durante la guerra del Golfo (la cosiddetta sindrome del Golfo), a causa dell'uso di munizioni all'uranio, dei bombardamenti alleati dei pozzi petroliferi e di fabbriche chimiche
  • 62.
  • 63. L'Iraq è stato liberato dalla dittatura ma è tutt'altro che pacificato, sconvolto da incontrollabili atti di terrorismo, dall'ostilità popolare contro le forze occupanti è politicamente instabile, anche dopo le elezioni del gennaio 2005, a causa dei contrasti politico-religiosi tra sunniti, sciiti e curdi.
  • 64. Con la costituzione introdotta il 15 ottobre 2005, in cui l'Iraq diventava una repubblica parlamentare e federale: l'etnia curda otteneva le regioni nord-est del Kurdistan, i sunniti la parte settentrionale gli sciiti quella centro-meridionale.
  • 65. I sunniti che per anni hanno controllato il paese sono stati esclusi dal potere. In risposta si sono organizzati in gruppi armati, spesso collegati ai movimenti islamici più integralisti e vicini al terrorismo di Al - Qaeda
  • 66. Le notizie che giungono quotidianamente da Baghdad parlano di ripetuti attacchi suicidi sia nei confronti della popolazione irachena che del contingente internazionale, di rapimenti e decapitazioni di soldati, collaboratori occidentali e giornalisti. Durante le elezioni del marzo 2010 vi sono stati episodi culminati in atti terroristici