Can you imagine what could happen if we gave control of our life to God? It’s scary, but the benefits are world-altering. It’s time we start taking risks and making decisions the world doesn’t understand. Hear what life can look like when we let go…when we decide to have Ridiculous Faith. Use this along with our podcast - http://www.elevatechurch.me/connect/listen/
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Trascrizione della lezione di Enzo Collotti pronunciata a Torino il 18 ottobre 2005 al Corso di formazione per insegnanti e formatori sulla storia della frontiera orientale.
Raimondo Villano - conferenza su crisi jugoslava (1991)Raimondo Villano
Conferenza del Segretatio Rotary R. Villano, in ambito dei Comitati Interpaese dei Distretti italiani del Rotary International, alla presenza del Presidente Generale di Divisione Dott. Ruggero De Zuani (1991)
Raimondo Villano, Conferenza tenuta al Rotary Club il 17 luglio 1991 alla presenza del Presidente dei Comitati Interpaese dei Distretti italiani del Rotary International Generale di Divisione Dott. Ruggero De Zuani.
Saggio sul bacino adriatico e la Dalmazia, sulle relative forme di popolamento e sulle concezioni geopolitiche dall'eta preromana alla pace di Lodi (1454).
La Dicotomia del Sudafrica - La Geopolitica di Ieri e di OggiValentina Anastasia
It is a small essay about the Sudafrican situation of nowadays strictly linked with the apartheid regime that affected this countries for almost forty years.
"Anche a cavallo tra Ottocento e Novecento il trasferimento delle tecnologie ha rappresentato un aspetto importante, ma a causa dell’asservimento coloniale è aumentato il differenziale di utilizzo produttivo nell’uso delle macchine, elemento che ha condizionato, e condiziona tuttora, il problema del sottosviluppo. Non dimentichiamo, infatti, che la globalizzazione internazionale, con i suoi flussi di merci e persone, deriva da un’esperienza coloniale, che non si traduce in maniera scontata in crescita economica auto sostenuta o in diffusione delle tecnologie industriali".
Le vittime italiane della frontiera orientale (1920-1963)INSMLI
Testo della relazione tenuta da Raoul Pupo a Bolzano il 25 giugno 2004, al convegno "STORIA - VITTIME - POTERE", Vittime della storia - un problema di prospettiva?, organizzato dall'Accademia Europea di Bolzano e il Curatorio Claus Gatterer in occasione del ventesimo anniversario della morte del giornalista e storico Claus Gatterer, originario di Sesto (BZ), 24/27 giugno 2004, Bolzano-Sesto.
Testo della lezione di Annamaria Vinci, tenuta a Torino il 18 ottobre 2005 al Corso di formazione per insegnanti e formatori sulla storia della frontiera orientale
Trascrizione della lezione di Enzo Collotti pronunciata a Torino il 18 ottobre 2005 al Corso di formazione per insegnanti e formatori sulla storia della frontiera orientale.
Raimondo Villano - conferenza su crisi jugoslava (1991)Raimondo Villano
Conferenza del Segretatio Rotary R. Villano, in ambito dei Comitati Interpaese dei Distretti italiani del Rotary International, alla presenza del Presidente Generale di Divisione Dott. Ruggero De Zuani (1991)
Raimondo Villano, Conferenza tenuta al Rotary Club il 17 luglio 1991 alla presenza del Presidente dei Comitati Interpaese dei Distretti italiani del Rotary International Generale di Divisione Dott. Ruggero De Zuani.
Saggio sul bacino adriatico e la Dalmazia, sulle relative forme di popolamento e sulle concezioni geopolitiche dall'eta preromana alla pace di Lodi (1454).
La Dicotomia del Sudafrica - La Geopolitica di Ieri e di OggiValentina Anastasia
It is a small essay about the Sudafrican situation of nowadays strictly linked with the apartheid regime that affected this countries for almost forty years.
"Anche a cavallo tra Ottocento e Novecento il trasferimento delle tecnologie ha rappresentato un aspetto importante, ma a causa dell’asservimento coloniale è aumentato il differenziale di utilizzo produttivo nell’uso delle macchine, elemento che ha condizionato, e condiziona tuttora, il problema del sottosviluppo. Non dimentichiamo, infatti, che la globalizzazione internazionale, con i suoi flussi di merci e persone, deriva da un’esperienza coloniale, che non si traduce in maniera scontata in crescita economica auto sostenuta o in diffusione delle tecnologie industriali".
Le vittime italiane della frontiera orientale (1920-1963)INSMLI
Testo della relazione tenuta da Raoul Pupo a Bolzano il 25 giugno 2004, al convegno "STORIA - VITTIME - POTERE", Vittime della storia - un problema di prospettiva?, organizzato dall'Accademia Europea di Bolzano e il Curatorio Claus Gatterer in occasione del ventesimo anniversario della morte del giornalista e storico Claus Gatterer, originario di Sesto (BZ), 24/27 giugno 2004, Bolzano-Sesto.
Testo della lezione di Annamaria Vinci, tenuta a Torino il 18 ottobre 2005 al Corso di formazione per insegnanti e formatori sulla storia della frontiera orientale
Croatia: from the Soviet influence area to the European Union
1. Federica De Scalzi
1005106
La geopolitica di ieri e di oggi
Il caso della Croazia: dalla sfera d’influenza sovietica all’ingresso nell’Unione
Europea (passando per Tito e la guerra civile)
Pur trattandosi di una disciplinaantica quasi quanto la storia dell’uomo è ancora difficile giungere
ad una definizione univoca di “geopolitica”, forse proprio per la molteplicità e la complessità di
ruoli e giustificazioni per i quali è stata usata dagli uomini e dai paesi. La geopolitica tratta
principalmente del rapporto tra uomo e territorio, ed ha una storia ben precisa. Nasce come studio
della geografia dei luoghi con lo scopo di arrivare ad avere una conoscenza approfondita del
nemico. Sin dai primi insediamenti umani e dalla nascita della società, il mondo si è andato
consolidando nella convivenza delladualità “io-tu”, la “noità”, ma anche nella stessa dicotomia
avversadell’“io-tu”. E’ dunque l’esistenza dell’altro da sé che ci spinge a studiarne i movimenti e
gli spazi per la sopravvivenza e la difesa; poi, a partire dal 1800, epoca delle colonizzazioni, viene
studiata per l’attacco strategico e finalizzato ad uno scopopreciso.Si tratta dunque di una disciplina
che non potrà che adattarsi all’uomo e alla sua storia, e che, avvicinandosi ai giorni nostri, diventerà
sempre più la disciplina della guerra e poi forse della pace.
Il tema che tratterò in queste pagine riguarda il caso della Croazia, più precisamente quanto la
geopolitica abbia inciso nella storia di questo paese che,partendo dalla sfera d’influenza sovietica,
passando per la Jugoslavia di Tito, per l’indipendenza del 1991 e per la guerra civile contro la
Serbia, è giunta il 1 Luglio 2013 a fare il suo ingresso all’interno dell’Unione Europea.
Quel che risulta evidente è che l’entrata nell’UE non è che il punto di arrivo di un lungo processo
che ha avuto inizio con l’indipendenza del Paese e che si è risolto solo dopo molti anni di negoziati.
I nuovi regionalismi delle sfere d’influenza hanno visto il loro momento culminante nella nostra
storia a seguito della seconda Guerra Mondiale con il definirsi dei due contrapposti poli USAURSS, in un momento in cui la logica geopolitica era tale che da una parte si riteneva che potesse
esistere solo una nazione che prevaleva su tutte le altre, dall’altra, che non potesse essere così. E’ in
questo periodo che il Generale Tito (Josip Broz),divenuto Primo Ministro e di fatto dittatore della
2. Jugoslavia da poco indipendente, decise di avvicinare la penisola balcanica al comunismo e
inizialmente anche all’influenza sovietica di Stalin. Ma già nel 1948, a seguito di alcuni dissensi
con la politica (economica ed estera) dell’URSS, tutta la regione si ritrovò in una situazione di stallo
tra i due blocchi, entrando poi a far parte del cosiddetto “Movimento dei paesi non allineati”.
La Jugoslavia divenne una zona comunista ma non sovietica, in una condizione isolata e atipica.
Non a caso Winston Churchill già anni prima aveva detto: «The Balkans produce more
historythanthey can consume», ovvero«I Balcani producono più storia di quanta ne possono
digerire»: la storia di questa regione è stata sempre molto travagliata, in particolare a partire dalla
fine del 1800, procurandosi anche gli appellativi di “polveriera” e “ventre molle”.
Soltanto con la morte di Tito (1980) e la fine dell’impero sovietico (1989), la Croazia è riuscita nel
1991 a dichiarare la propria indipendenza, rimanendo poi però nuovamente bloccata nella guerra
civile contro la Serbia,a partire dal 1995. Una storia dunque estremamente travagliata che ha
generato nella zona balcanica un insieme di etnie e confessioni molto diverse, la cui convivenza non
sempre è stata pacifica, basti pensare alla storia del Kosovo. Quest’ultimo è stato riconosciuto come
stato indipendente solamente in tempi molto recenti da più della metà dei paesi membri dell’ONU
(compresi Stati Uniti Francia e Regno Unito, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza),
mentre Russia e Cina continuano a sostenere la posizione della Serbia ponendo il veto, ed è stato
riconosciuto indipendente anche da 23 su 28 membri dell’Unione Europea, tra cui la Croazia.
Nel lungo periodo intercorso tra la richiesta della Croazia di aderire all’UE e l’effettivo
raggiungimento di questo obiettivo, la consegna dei criminali di guerra, in particolare quella del
General Ante Gotovina nel 2005, è risultata sicuramente cruciale nello sbloccare i negoziati.
L’ingresso della Croazia nell’UE è dunque un passo importante nella storia dei Balcani: segna
l’inizio di un processo di stabilizzazione di un’area geopoliticamente molto importante per
l’occidente, o almeno questo è ciò che si auspica. Il tentativo è quello di ancorare tutta l’area a un
concetto di democrazia più solido e di allentare le tensioni all’interno dei diversi gruppi etnici che si
trovano
sul
territorio
circostante
la
Croazia.
Seppure
l’Unione
Europea
sia
principalmenteun’alleanza di tipo economico ciò non toglie che determinati fattori politici siano
appetibili anche ad essa, soprattutto in vista di un possibile ritorno economico (futuro, viste le
attuali condizioni croate). Inoltre la Croazia era l’unico paese europeo a maggioranza cattolica che
non faceva ancora parte dell’UE. Gli altri paesi balcanici che hanno fatto, o faranno inevitabilmente
richiesta per entrare nell’orbita europea si vedranno però costretti a intraprendere percorsi ben più
lunghi della Croazia. Allo stesso tempo la Croazia diverrà protagonista delle dinamiche balcaniche,
e sarà nuovamente un limes, un confine tra Europa e non-Europa, come in passato lo era stata tra
occidente e URSS durante Tito e come tuttora si trova ad essere tra religione cattolica e ortodossa.
3. Un paese che non si è costruito su un’identità forte ma piuttosto per ciò che non è, per le negazioni
dell’identità della sua stessa popolazione e, per tornare al concetto di io-tu espresso inizialmente,
per l’altro da sé.