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FEDERALISMO FISCALE EFEDERALISMO FISCALE E
WELFAREWELFARE dalla legge delega ai decreti attuatividalla legge delega ai decreti attuativi
La prospettiva dei comuniLa prospettiva dei comuni
Franco Pesaresi
Dirigente comune Ancona – Presidente Anoss
CGIL
Venezia 9-10 luglio 2009
QuesteQueste slidesslides
Questo intervento sviluppa alcune riflessioni
sull’impatto del federalismo fiscale sul welfare
comunale (assistenza sociale).
2
comunale (assistenza sociale).
Inoltre, laddove possibile, si cerca di fornire
qualche orientamento sulla fase attuativa della
Legge 42/2009.
11°° parteparte
La spesa sociale
attualeattuale
3
La spesa europea per laLa spesa europea per la
protezione socialeprotezione sociale
La spesa sociale (malattia/assistenza sanitaria, invalidità, vecchiaia, superstiti,
famiglia/infanzia, disoccupazione, abitazione, esclusione sociale) italiana è inferiore alla
media europea dei 15.
Italia al 10°posto per spesa con il 26,4% del PIL contro il 27,8%
4
Italia al 10°posto per spesa con il 26,4% del PIL contro il 27,8%
dell’Europa (2005).
L’Italia si caratterizza:
– per la spesa in assoluto più elevata per vecchiaia e superstiti: 15,4%
del PIL;
– per la spesa in assoluto più bassa per le politiche per le famiglie:
1,1% del PIL;
– per la spesa in assoluto più bassa per l’inclusione sociale: 0,0% del
PIL;
– per la tra le più basse per gli invalidi e gli inabili (superiore solo a
Grecia ed Irlanda): 1,5% del PIL.
LA SPESA COMUNALE PERLA SPESA COMUNALE PER
SERVIZI SOCIALISERVIZI SOCIALI
RIPARTIZIONE SPESA PRO-CAPITE
NORD-OVEST 113 Spesa più alta RSS:
Valle d’Aosta: 320
NORD-EST 146
5
CENTRO 111 Spesa più alta RSO:
Emilia Romagna: 149
SUD 40 Spesa più bassa:
Calabria : 27
ISOLE 84
ITALIA 98
Far crescere la spesa socialeFar crescere la spesa sociale
I servizi sociali comunali sono gracili, con
differenze geografiche enormi, con
carenze gravi (non autosufficienza, nidi,
ecc.) e con un finanziamento che è il piùecc.) e con un finanziamento che è il più
basso dell’Europa dei 15.
Il finanziamento del sociale deve dunque
crescere sensibilmente. Federalismo
fiscale e LEPS devono permettere o
essere finalizzati anche a questo obiettivo.
6
22°° parte: Con il federalismo fiscaleparte: Con il federalismo fiscale
Come verrà
finanziato ilfinanziato il
welfare
comunale? 7
La classificazione delle speseLa classificazione delle spese
comunalicomunali
1. Spese fondamentali: definite dalla legislazione
statale; comprensive dei livelli essenziali delle
prestazioni eventualmente da esse implicate;
finanziate integralmente in base al fabbisogno
standard.
8
standard.
2. Spese non fondamentali: relative ad altre funzioni.
3. Spese speciali: Non dirette a tutte le territorialità.
Finanziate da contributi speciali, finanziate dall’UE o
cofinanziate con i fondi di cui al 5°comma art. 119
Cost..
Le spese fondamentaliLe spese fondamentali
(individuate provvisoriamente)(individuate provvisoriamente)
1. Funzioni generali di amministrazione, di gestione e
di controllo
1. Funzioni di polizia locale
1. Funzioni di istruzione pubblica, compresi i servizi
9
1. Funzioni di istruzione pubblica, compresi i servizi
per gli asili nido e quelli di assistenza scolastica e
refezione, nonché l’edilizia scolastica
1. Funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti
1. Funzioni riguardanti la gestione del territorio e
dell’ambiente
1. Funzioni del settore sociale
Le funzioni del settore socialeLe funzioni del settore sociale
Le funzioni del settore sociale fanno parte delle
Spese fondamentali nonché dei Livelli essenziali
delle prestazioni sociali (LEPS).
Per comprendere come saranno finanziate
10
Per comprendere come saranno finanziate
dobbiamo vedere come sono finanziate le Funzioni
Fondamentali.
Gli asili nido sono collocati nelle funzioni di
istruzione pubblica. Occorrerà verificare se verranno
collocati fra i LEPS tenuto conto che ai comuni
vengono assegnate le sole funzioni amministrative
della istruzione pubblica.
Il finanziamento del settoreIl finanziamento del settore
socialesociale ((=Spese=Spese fondamentali & LEPS)fondamentali & LEPS)
I livelli essenziali delle prestazioni sociali e le
funzioni del settore sociale (delle Funzioni Fondamentali)
riteniamo siano coincidenti. (ma se non lo fossero nulla cambierebbe
tenuto conto che le spese fondamentali possono essere solo pari o superiori ai LEPS)
11
I LEPS sono finanziati integralmente in base al
fabbisogno standard con:
– Tributi propri;
– Compartecipazioni al gettito di tributi erariali e regionali
(senza vincolo di destinazione);
– Compartecipazioni e addizionali al gettito di tributi erariali e
regionali;
– Fondo perequativo (senza vincolo di destinazione).
Le priorità di finanziamentoLe priorità di finanziamento
Le funzioni fondamentali e dunque anche i LEPS
sono prioritariamente finanziati da una o più delle
seguenti fonti (art. 12 c.1 lett. b):
– Dal gettito derivante da una compartecipazione
all’IVA;
12
all’IVA;
– Dal gettito derivante da una compartecipazione
all’IRPEF;
– Dalla imposizione immobiliare (esclusa ICI sulla prima casa).
Questo vuol dire che di norma non è previsto l’uso
del Fondo perequativo (residuale) per finanziare le
Funzioni fondamentali e i LEPS.
Regioni e LEPS/1Regioni e LEPS/1
Non ci sarà, dunque, alcun finanziamento regionale
(o statale) specifico per i LEPS (confermato anche dalle norme
transitorie art. 21 c.1, lett. 3/2). Rimane invece per i LEA.
Le regioni perdono il principale strumento a
13
Le regioni perdono il principale strumento a
sostegno delle proprie politiche sociali.
Indeboliscono la loro azione. Lo strumento della
deliberazione per organizzare i servizi dovrà essere
sostituito dalla legge regionale.
Regioni e LEPS/2Regioni e LEPS/2
Questa situazione è insostenibile. E’ impensabile
che la regione non partecipi al finanziamento
almeno parziale dei LEPS vista la competenza
legislativa esclusiva in materia sociale. Non
avrebbe strumenti per le proprie politiche.
14
avrebbe strumenti per le proprie politiche.
Bisogna trovare il modo di far partecipare le regioni.
Non è attualmente previsto ma non è detto che in
sede di decreti legislativi non si trovi il modo di
inserire questa necessità.
Comuni e LEPSComuni e LEPS
Attuazione dei LEPS in capo soprattutto ai
comuni.
Questo richiede:
– Definizione dei LEPS;
15
– Definizione dei LEPS;
– Forte azione di monitoraggio (va resa
visibile la realizzazione dei LEPS);
– Sistemi di incentivazione e meccanismi
sanzionatori da applicare ai comuni da
affidare anche alle regioni (e non solo allo
Stato (previsti dall’art. 2, c.2, lett. z)
Adeguatezza dimensioni comunaliAdeguatezza dimensioni comunali
Il Decreti legislativi dovranno effettuare anche
una valutazione dell’adeguatezza delle
dimensioni demografiche e territoriali degli enti
locali per l’ottimale svolgimento delle rispettivelocali per l’ottimale svolgimento delle rispettive
funzioni.
Non è per nulla chiaro come l’esercizio di questa
delega possa influenzare il calcolo del
fabbisogno standard e del fondo perequativo per
i singoli comuni .
16
33°° parte: Per i comuniparte: Per i comuni
IL FABBISOGNOIL FABBISOGNO
STANDARD (FS)
17
Che cosa è il fabbisogno standard?Che cosa è il fabbisogno standard?
Il fabbisogno standard (FS) è il criterio di
riferimento per il finanziamento delle spese
per le funzioni fondamentali degli EE.LL e i
LEPS(ed è anche criterio di valutazione e comparazione
18
LEPS(ed è anche criterio di valutazione e comparazione
dell’azione pubblica).
La L. 42/2009 cita il fabbisogno standard 13
volte ma mai per definirlo e per indicare il
metodo di calcolo. Possibile che nessuno
abbia posto con forza questo problema?
La letteraturaLa letteratura
La teoria economica non definisce il
fabbisogno (di spesa) standard in modo
univoco. C’è chi:
19
– Fa riferimento a comportamenti medi di spesa (che devono però
trovare riscontro in fattori oggettivi esogeni);
– Definisce la spesa standard per abitante mettendola in relazione
a variabili ritenute e a priori le determinanti dei fabbisogni di spesa
dei singoli enti;
– Definisce la spesa standard come il livello di spesa pro-capite che
consente la fornitura di un livello di servizi considerato standard.
Metodi per l’individuazione del FSMetodi per l’individuazione del FS
I principali approcci metodologici per
l’individuazione del FS (letteratura ed esperienze internazionali) sono:
– basato sui valori storici di spesa o valori di spesa corrente
(attuale);
– Si assume che il livello di fabbisogno delle giurisidizioni locali sia
20
– Si assume che il livello di fabbisogno delle giurisidizioni locali sia
identico (pro capite uguale);
– Basato sulla stima di indicatori dei fabbisogni di spesa relativi
(considerando i fattori ritenuti alla base delle differenze nei fabb.);
– Approccio top-down (parte dalle risorse complessive disponibili)
– Approccio bottom-up (parte dalle attuali spese degli enti coinvolti
o da un paniere standardizzato di servizi offerti dagli stessi enti);
– Basato su regressioni: giunge alla costruzione di un indicatore di
fabbisogno di spesa che consideri sia i principali fattori che
possono influire su determinate categorie di spesa, sia i fattori di
costo, sia il livello di spesa corrente.
Gli studiosiGli studiosi ritengono…ritengono…....
Taluni studiosi (ISAE, Osculati), in assenza di
indicazioni chiare, ritengono che per il
calcolo del FS si utilizzeranno gli stessi criteri
previsti dalla L.42/09 per calcolare la spesa
corrente standardizzata , un indicatore
21
corrente standardizzata , un indicatore
necessario per la ripartizione del fondo di
perequazione (art. 13).
Rimane qualche perplessità perché:
– La spesa corrente standardizzata non esprime lo stesso concetto del fabbisogno
standard (si parte dalla spesa storica invece che dal bisogno di risorse);
– Il metodo di calcolo è limitato al fondo perequativo. Se il legislatore avesse voluto
utilizzare lo stesso criterio per il FS lo avrebbe esplicitato.
Quali criteri ipotetici?Quali criteri ipotetici?
Utilizzando quelli della spesa corrente standardizzata (art. 13)Utilizzando quelli della spesa corrente standardizzata (art. 13)
Una quota uniforme per abitante corretta
per tener conto della diversità della spesa in
relazione:
– All’ampiezza demografica,
– Alle caratteristiche territoriali, con particolare riferimento alla
22
– Alle caratteristiche territoriali, con particolare riferimento alla
presenza di zone montane,
– Alle caratteristiche demografiche, sociali e produttive
dei diversi enti.
Il peso delle caratteristiche individuali dei singoli enti nella
determinazione del fabbisogno è determinato con tecniche
statistiche, utilizzando i dati di spesa storica dei singoli
enti, tenendo conto anche della spesa relativa a servizi
esternalizzati o svolti in forma associata.
Una simulazioneUna simulazione
Una simulazione dell’ISAE del criterio ha
calcolato che il 41% degli enti locali presenta
una spesa effettiva maggiore di quella standard
ma soprattutto che il 12% dei comuni hanno una
spesa effettiva maggiore del FS compresa fra il
10% e il 20% e che oltre l’8% degli enti locali
23
10% e il 20% e che oltre l’8% degli enti locali
presenta eccedenze superiori al 20%.
La transizione non sarà facile. Potrebbero
esserci forti pressioni sulle regioni da parte dei
comuni con eccedenze affinché modifichino i
criteri di ciò che è modificabile e cioè il Fondo
perequativo. Qualche possibilità per le regioni ricche.
Una valutazioneUna valutazione
del criterio della spesa corrente standardizzatadel criterio della spesa corrente standardizzata
Questo metodo di calcolo comporta di fatto una
riallocazione della spesa storica complessiva senza
modificarne il livello.
Il fabbisogno caratteristico degli enti locali non è
rapportato ad un concetto di costo, diversamente
da quanto prescritto per le regioni. Non si prova cioè
24
da quanto prescritto per le regioni. Non si prova cioè
a stabilire quanto si debba spendere per una mensa
scolastica di 200 alunni in Italia. (scelta giustificata secondo
alcuni dalla assenza di dati)
Non tiene conto della effettiva qualità e quantità
dei servizi erogati dai singoli comuni (penalizzati i
comuni virtuosi).
Può essere gestito con i dati attualmente
disponibili.
Una valutazione applicata ai LEPSUna valutazione applicata ai LEPS
Il criterio non tiene conto delle necessità di
sviluppare il settore sociale. (tende a riproporre il
finanziamento macro attuale con criteri diversi).
Non è adatto al settore sociale ma può esserlo
per le funzioni fondamentali.
25
Altri criteriAltri criteri
Come abbiamo visto in precedenza
esistono diversi altri criteri di calcolo del
fabbisogno standard.
Di seguito ne elenchiamo altri due che
fanno parte dell’attuale dibattito politico.
26
Fabbisogno standard: criterio 2Fabbisogno standard: criterio 2
Calcolo analitico: occorre disporre dello
standard delle prestazioni da erogare, della
qualità standard delle prestazioni e del costo
standard delle prestazioni.standard delle prestazioni.
Operazione molto complessa (Ministeri
impreparati) ma può garantire la
determinazione del finanziamento realmente
necessario per garantire i LEPS.
27
Fabbisogno standard: criterio 3Fabbisogno standard: criterio 3
Calcolo del bisogno assistenziale: si basa su una
formula che riflette i bisogni assistenziali oggettivi
della popolazione diversi da regione a regione
(p.e.: n. bambini x nido) da moltiplicare per il costo(p.e.: n. bambini x nido) da moltiplicare per il costo
standard per bisogno assistenziale.
Operazione dalla complessità intermedia ma la
scelta dei bisogni si presta a discrezionalità e può
produrre effetti diversi nelle regioni.
28
Fabbisogno standard: qualche propostaFabbisogno standard: qualche proposta
Il settore sociale comunale per l’attuazione dei LEPS ha
oggettivamente bisogno di più risorse. Il meccanismo di
calcolo del FS che sembra prevalere (il 1°) ridistribuisce le
risorse attuali. Non permette la crescita di risorse
complessive per il sociale.
Questa stessa necessità non c’è per il complesso delleQuesta stessa necessità non c’è per il complesso delle
Funzioni Fondamentali. C’è per i LEPS.
Occorre trovare un meccanismo di calcolo del FS che
sappia far crescere i servizi assistenziali.
Si può ipotizzare un percorso semplificato per le funzioni
fondamentali ad eccezione dei LEPS calcolati in modo
autonomo. Ci sono argomenti per giustificare una
metodologia diversa dei due gruppi di prestazioni.
29
Fabbisogno standard per i LEPSFabbisogno standard per i LEPS
Per i LEPS si potrebbe puntare sulla valutazione del calcolo
analitico del costo standard a partire dalle prestazioni
principali.
Anche nel settore sociale c’è un gruppo di poche
prestazioni (asili nido, ass. residenziale) in grado di
determinare la gran parte della spesa.determinare la gran parte della spesa.
Si tratterebbe di un percorso graduale di acquisizione dei
dati e di applicazione del criterio analitico. Mano a mano
che si rendono disponibili i dati si riduce l’applicazione
dello stesso criterio applicato per le Funzioni fondamentali.
Si tratta di un percorso complesso ma nello stesso tempo
realista e non si rinuncia alla costruzione del “pacchetto di
cittadinanza” uguale per tutti.
30
44°° parte: Per i comuniparte: Per i comuni
IL FONDOIL FONDO
PEREQUATIVO
31
Il fondo perequativo per gliIl fondo perequativo per gli E.L.E.L.
La dimensione del fondo è determinata, con riguardo
all’esercizio delle funzioni fondamentali, in misura uguale alla
differenza tra il totale dei fabbisogni standard per le medesime
funzioni e il totale delle entrate standardizzate spettanti ai
comuni.
La quota di fondo perequativo destinata alle FunzioniLa quota di fondo perequativo destinata alle Funzioni
fondamentali viene ripartita in base a due indicatori:
– Un indicatore di fabbisogno finanziario calcolato come differenza tra il
valore standardizzato della spesa corrente (calcolato come abbiamo
visto nelle slides precedenti) al netto degli interessi e il valore
standardizzato del gettito dei tributi ed entrate proprie;
– Indicatori di fabbisogno di infrastrutture per il finanziamento della spesa in
conto capitale.
La quota per le funzioni non fondamentali è invece diretta a
ridurre le differenze tra le capacità fiscali.
32
Valutazioni
Il riparto del fondo perequativo, per la parte delle funzioni
fondamentali, non tiene conto della capacità fiscale dei
comuni e si basa su un indicatore di fabbisogno finanziario
costruito a partire dalla spesa storica. Un sistema diverso
da quello regionale.
E’ giusto questo sistema? Nella prima fase di applicazione
questo sistema può ridurre l’impatto del federalismo ma a
regime potrebbe avere degli effetti contraddittori.
Potrebbe inoltre accadere che il Fabbisogno standard e il
Fondo perequativo vengano ripartiti sostanzialmente con
gli stessi criteri. Ciò renderebbe il sistema di perequazione
non pienamente efficace.
33
Il ruolo delle regioni/1Il ruolo delle regioni/1
I fondi perequativi non arriveranno più ai
comuni dal Ministero dell’Interno ma dalle
regioni.
Le regioni potranno ripartire le risorse
secondo i criteri ministeriali oppure,
previo accordo in conferenza unificata e
previa concertazione con gli enti locali,
potrà modificare tali criteri di riparto.
34
Il ruolo delle regioni/2Il ruolo delle regioni/2
E’ condivisibile questa scelta?
La norma costituzionale sembra permettere sia la
distribuzione statale che quella regionale.
La distribuzione del fondo affidata alle regioniLa distribuzione del fondo affidata alle regioni
può dare risultati allocativi migliori perché in
grado di tenere conto di situazioni locali
particolari
Ma potrebbe produrre 20 diversi sistemi con il
rischio anche di un uso discrezionale e
politicizzato dei criteri distributivi.
35
Il ruolo delle regioni/3Il ruolo delle regioni/3
Probabilmente è bene che il riparto del
fondo perequativo passi attraverso le
regioni a patto che si riduca fortemente la
discrezionalità delle regioni.discrezionalità delle regioni.
La norma della legge 42/2009 (accordo sui
criteri in Conferenza unificata ed intesa con enti locali)
sembra andare in questa direzione.
36
55°° parteparte
SI RIDURRANNO
LELE
DIFFERENZE?
37
LA SPESA COMUNALE PROLA SPESA COMUNALE PRO--CAPITECAPITE::
PROVENIENZA E DISTRIBUZIONEPROVENIENZA E DISTRIBUZIONE
Zona
territoriale
Intervento
erariale
Intervento
regionale
Pressione
finanziaria
Totale
Nord
occidentale
67 41 794 902
Nord orientale 49 111 717 877
38
Centrale 114 51 772 937
Meridionale 211 43 450 704
Insulare 278 206 359 843
Nazionale 130 74 647 851
LA SPESA COMUNALE PERLA SPESA COMUNALE PER
SERVIZI SOCIALISERVIZI SOCIALI
RIPARTIZIONE SPESA PRO-CAPITE
NORD-OVEST 113 Spesa più alta RSS:
Valle d’Aosta: 320
NORD-EST 146
39
CENTRO 111 Spesa più alta RSO:
Emilia Romagna: 149
SUD 40 Spesa più bassa:
Calabria : 27
ISOLE 84
ITALIA 98
Spesa comunale per assistenzaSpesa comunale per assistenza
La spesa comunale pro-capite presenta enormi
differenze (1 a 12).
Riuscirà il federalismo a ridurre gradualmente le
differenze?
40
Sappiamo che questo dipenderà:
1. Dal sistema di calcolo del fabbisogno standard e dalla
dimensione delle risorse dedicate al fabbisogno standard;
2. Dalla dimensione del fondo perequativo e dalle sue modalità
di riparto;
3. Dal collegamento del fabbisogno standard con i LEPS.
Il collegamento con i LEPS
La riduzione delle differenze si lega
indissolubilmente alla determinazione del
fabbisogno standard per il finanziamento dei
LEPS.LEPS.
Questo comporta che siano definiti i LEPS in
modo non generico.
Nel momento in cui tutti i comuni saranno
impegnati a garantire i LEPS le differenze non
scompariranno ma si dovrebbero ridurre.
41
66°° parteparte
FEDERALISMO E
LEPSLEPS
42
LEA e LEPSLEA e LEPS
L’esperienza dei LEA non è riproponibile
con i LEPS.
I LEA sono serviti soprattutto per ridurre oI LEA sono serviti soprattutto per ridurre o
governare la spesa in un settore maturo.
I LEPS intervengono in un settore da
sviluppare, largamente sottofinanziato. I
LEPS devono servire a definire il punto di
approdo nel sociale.
43
FEDERALISMO E LEPSFEDERALISMO E LEPS
Le necessità di sviluppare la spesa sociale locale
e di ridurre le differenze rendono necessario
agganciare fortemente le modalità di
finanziamento degli enti locali alla definizione deifinanziamento degli enti locali alla definizione dei
LEPS.
Occorre pertanto:
– Definire in modo non generico i LEPS;
– Calcolare il fabbisogno standard sulla base dei
LEPS (di un gruppo crescente di prestazioni);
– Definire un percorso graduale.
44
LEPS e legge 42LEPS e legge 42
A questa esigenza non risponde in modo coerente il 2°
comma dell’art. 20 della L.42/09 che stabilisce che fino alla
loro approvazione con nuova legge si considerano LEP
quelli già fissati in base alla legislazione statale.
Questo comma introduce una nuova preoccupante ipotesi:Questo comma introduce una nuova preoccupante ipotesi:
quella del calcolo del Fabbisogno standard considerando le
norme nazionali largamente incomplete sull’assistenza e
non considerando prestazioni e risorse regionali e
comunali sull’assistenza (peraltro inadeguate). Risultato
zero. E’ L’IPOTESI DI UN FEDERALISMO SENZA LA SUA
GARANZIA COSTITUZIONALE CHE SONO I LEP.
Questo porterebbe alla fine del federalismo (solidale) e
all’esplosione delle differenze regionali.
45
Definire i LEPS in modo nonDefinire i LEPS in modo non
genericogenerico
L’obiettivo di elevare la spesa sociale e di ridurre gli squilibri
territoriali ci chiedono di definire i LEPS in questo modo:
– Devono essere individuate con precisione le
prestazioni;
– Per ogni prestazione va definito lo standard di– Per ogni prestazione va definito lo standard di
erogazione;
– Ogni servizio/prestazione deve essere
sottoposto ad autorizzazione e
accreditamento;
– Il riferimento deve essere al bacino di
popolazione e non all’ambito sociale.
46
obiettivi di servizio dei LEPSobiettivi di servizio dei LEPS
Occorre invece rilevare positivamente un interesse della legge
verso la definizione non generica dei LEP.
Spetta infatti ai decreti legislativi definire anche gli obiettivi di
servizio cui devono tendere le amministrazioni regionali e locali
nell’esercizio delle funzioni riconducibili ai livelli essenzialinell’esercizio delle funzioni riconducibili ai livelli essenziali
delle prestazioni ( o alle funzioni fondamentali) (art. 2, c.2, lett. f).
Che cosa sono gli obiettivi di servizio se non qualcosa di
assimilabile agli standard di erogazione delle prestazioni?
La delega è comunque difficile da attuare se non si definiscono
prioritariamente i LEPS.
47
Monitoraggio e sanzioniMonitoraggio e sanzioni
La legge sul federalismo fiscale garantisce il
finanziamento delle funzioni fondamentali e non
dei LEPS. Questo modello è debole. Quali
strumenti e garanzie per la realizzazione dei
LEPS?
Senza lo strumento del finanziamento si è quasi
disarmati. Decisivi diventano pertanto il
monitoraggio e la possibilità di sanzioni efficaci.
Che dovranno essere previsti. Altrimenti che ne
sarà dei LEPS?
48
GradualitàGradualità
La situazione della finanza pubblica rende
improbabile uno sviluppo significativo dei
finanziamenti dedicati al welfare sociale
locale ma la conoscenza del settore
rendono irrinunciabile la costruzione dellarendono irrinunciabile la costruzione della
rete completa dei servizi.
Questo rende plausibile un percorso
graduale di valutazione analitica del
fabbisogno, di finanziamento e di sviluppo
del settore.
49
Quale è il modello per i LEPS?/1Quale è il modello per i LEPS?/1
Le indicazioni per la costruzione dei LEPS appena indicate
sfuggono un po’ ai modelli del dibattito (esigibili, standard
di offerta? Elenco di prestazioni? Dinamici? Valori
monetari?) perché in realtà, tenuto conto degli obiettivi,
cercano una sintesi felice fra i vari modelli.
E allora si parla di elenco di prestazioni perché in Italia c’è
bisogno di costruire la rete dei servizi e di sviluppare i
servizi. E non si parla invece di valori monetari perché con
il sistema di calcolo delle risorse previsto dal federalismo il
rischio è della riproposizione delle risorse attuali seppur
meglio distribuite. Invece questo orientamento può far
crescere le risorse per i LEPS.
50
Quale è il modello per i LEPS?/2Quale è il modello per i LEPS?/2
E allora si parla di standard di erogazione del servizio per
bacini di popolazione perché questo è il criterio che si
avvicina di più alla esigibilità dei servizi senza rischiare di
diventare velleitario. La dimensione di un servizio previsto
in un certo territorio può essere pretesa.
Così si parla di qualificazione delle prestazioni senza
appesantire la definizione dei LEPS affidando questa parteappesantire la definizione dei LEPS affidando questa parte
alla fase dell’accreditamento delle prestazioni; un processo
che comunque le regioni stanno portando avanti. In questo
modo l’omogeneità delle prestazioni nelle varie regioni
viene garantita.
Così si parla di gradualità che si può ottenere modulando
una o più delle voci (inserimento di nuove prestazioni,
modifiche degli standard di erogazione e del bacino,
modifiche accreditamento).
51
GRAZIE PER L’ATTENZIONEGRAZIE PER L’ATTENZIONE
52

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Federalismo e welfare: la prospettiva dei Comuni

  • 1. FEDERALISMO FISCALE EFEDERALISMO FISCALE E WELFAREWELFARE dalla legge delega ai decreti attuatividalla legge delega ai decreti attuativi La prospettiva dei comuniLa prospettiva dei comuni Franco Pesaresi Dirigente comune Ancona – Presidente Anoss CGIL Venezia 9-10 luglio 2009
  • 2. QuesteQueste slidesslides Questo intervento sviluppa alcune riflessioni sull’impatto del federalismo fiscale sul welfare comunale (assistenza sociale). 2 comunale (assistenza sociale). Inoltre, laddove possibile, si cerca di fornire qualche orientamento sulla fase attuativa della Legge 42/2009.
  • 3. 11°° parteparte La spesa sociale attualeattuale 3
  • 4. La spesa europea per laLa spesa europea per la protezione socialeprotezione sociale La spesa sociale (malattia/assistenza sanitaria, invalidità, vecchiaia, superstiti, famiglia/infanzia, disoccupazione, abitazione, esclusione sociale) italiana è inferiore alla media europea dei 15. Italia al 10°posto per spesa con il 26,4% del PIL contro il 27,8% 4 Italia al 10°posto per spesa con il 26,4% del PIL contro il 27,8% dell’Europa (2005). L’Italia si caratterizza: – per la spesa in assoluto più elevata per vecchiaia e superstiti: 15,4% del PIL; – per la spesa in assoluto più bassa per le politiche per le famiglie: 1,1% del PIL; – per la spesa in assoluto più bassa per l’inclusione sociale: 0,0% del PIL; – per la tra le più basse per gli invalidi e gli inabili (superiore solo a Grecia ed Irlanda): 1,5% del PIL.
  • 5. LA SPESA COMUNALE PERLA SPESA COMUNALE PER SERVIZI SOCIALISERVIZI SOCIALI RIPARTIZIONE SPESA PRO-CAPITE NORD-OVEST 113 Spesa più alta RSS: Valle d’Aosta: 320 NORD-EST 146 5 CENTRO 111 Spesa più alta RSO: Emilia Romagna: 149 SUD 40 Spesa più bassa: Calabria : 27 ISOLE 84 ITALIA 98
  • 6. Far crescere la spesa socialeFar crescere la spesa sociale I servizi sociali comunali sono gracili, con differenze geografiche enormi, con carenze gravi (non autosufficienza, nidi, ecc.) e con un finanziamento che è il piùecc.) e con un finanziamento che è il più basso dell’Europa dei 15. Il finanziamento del sociale deve dunque crescere sensibilmente. Federalismo fiscale e LEPS devono permettere o essere finalizzati anche a questo obiettivo. 6
  • 7. 22°° parte: Con il federalismo fiscaleparte: Con il federalismo fiscale Come verrà finanziato ilfinanziato il welfare comunale? 7
  • 8. La classificazione delle speseLa classificazione delle spese comunalicomunali 1. Spese fondamentali: definite dalla legislazione statale; comprensive dei livelli essenziali delle prestazioni eventualmente da esse implicate; finanziate integralmente in base al fabbisogno standard. 8 standard. 2. Spese non fondamentali: relative ad altre funzioni. 3. Spese speciali: Non dirette a tutte le territorialità. Finanziate da contributi speciali, finanziate dall’UE o cofinanziate con i fondi di cui al 5°comma art. 119 Cost..
  • 9. Le spese fondamentaliLe spese fondamentali (individuate provvisoriamente)(individuate provvisoriamente) 1. Funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo 1. Funzioni di polizia locale 1. Funzioni di istruzione pubblica, compresi i servizi 9 1. Funzioni di istruzione pubblica, compresi i servizi per gli asili nido e quelli di assistenza scolastica e refezione, nonché l’edilizia scolastica 1. Funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti 1. Funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente 1. Funzioni del settore sociale
  • 10. Le funzioni del settore socialeLe funzioni del settore sociale Le funzioni del settore sociale fanno parte delle Spese fondamentali nonché dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS). Per comprendere come saranno finanziate 10 Per comprendere come saranno finanziate dobbiamo vedere come sono finanziate le Funzioni Fondamentali. Gli asili nido sono collocati nelle funzioni di istruzione pubblica. Occorrerà verificare se verranno collocati fra i LEPS tenuto conto che ai comuni vengono assegnate le sole funzioni amministrative della istruzione pubblica.
  • 11. Il finanziamento del settoreIl finanziamento del settore socialesociale ((=Spese=Spese fondamentali & LEPS)fondamentali & LEPS) I livelli essenziali delle prestazioni sociali e le funzioni del settore sociale (delle Funzioni Fondamentali) riteniamo siano coincidenti. (ma se non lo fossero nulla cambierebbe tenuto conto che le spese fondamentali possono essere solo pari o superiori ai LEPS) 11 I LEPS sono finanziati integralmente in base al fabbisogno standard con: – Tributi propri; – Compartecipazioni al gettito di tributi erariali e regionali (senza vincolo di destinazione); – Compartecipazioni e addizionali al gettito di tributi erariali e regionali; – Fondo perequativo (senza vincolo di destinazione).
  • 12. Le priorità di finanziamentoLe priorità di finanziamento Le funzioni fondamentali e dunque anche i LEPS sono prioritariamente finanziati da una o più delle seguenti fonti (art. 12 c.1 lett. b): – Dal gettito derivante da una compartecipazione all’IVA; 12 all’IVA; – Dal gettito derivante da una compartecipazione all’IRPEF; – Dalla imposizione immobiliare (esclusa ICI sulla prima casa). Questo vuol dire che di norma non è previsto l’uso del Fondo perequativo (residuale) per finanziare le Funzioni fondamentali e i LEPS.
  • 13. Regioni e LEPS/1Regioni e LEPS/1 Non ci sarà, dunque, alcun finanziamento regionale (o statale) specifico per i LEPS (confermato anche dalle norme transitorie art. 21 c.1, lett. 3/2). Rimane invece per i LEA. Le regioni perdono il principale strumento a 13 Le regioni perdono il principale strumento a sostegno delle proprie politiche sociali. Indeboliscono la loro azione. Lo strumento della deliberazione per organizzare i servizi dovrà essere sostituito dalla legge regionale.
  • 14. Regioni e LEPS/2Regioni e LEPS/2 Questa situazione è insostenibile. E’ impensabile che la regione non partecipi al finanziamento almeno parziale dei LEPS vista la competenza legislativa esclusiva in materia sociale. Non avrebbe strumenti per le proprie politiche. 14 avrebbe strumenti per le proprie politiche. Bisogna trovare il modo di far partecipare le regioni. Non è attualmente previsto ma non è detto che in sede di decreti legislativi non si trovi il modo di inserire questa necessità.
  • 15. Comuni e LEPSComuni e LEPS Attuazione dei LEPS in capo soprattutto ai comuni. Questo richiede: – Definizione dei LEPS; 15 – Definizione dei LEPS; – Forte azione di monitoraggio (va resa visibile la realizzazione dei LEPS); – Sistemi di incentivazione e meccanismi sanzionatori da applicare ai comuni da affidare anche alle regioni (e non solo allo Stato (previsti dall’art. 2, c.2, lett. z)
  • 16. Adeguatezza dimensioni comunaliAdeguatezza dimensioni comunali Il Decreti legislativi dovranno effettuare anche una valutazione dell’adeguatezza delle dimensioni demografiche e territoriali degli enti locali per l’ottimale svolgimento delle rispettivelocali per l’ottimale svolgimento delle rispettive funzioni. Non è per nulla chiaro come l’esercizio di questa delega possa influenzare il calcolo del fabbisogno standard e del fondo perequativo per i singoli comuni . 16
  • 17. 33°° parte: Per i comuniparte: Per i comuni IL FABBISOGNOIL FABBISOGNO STANDARD (FS) 17
  • 18. Che cosa è il fabbisogno standard?Che cosa è il fabbisogno standard? Il fabbisogno standard (FS) è il criterio di riferimento per il finanziamento delle spese per le funzioni fondamentali degli EE.LL e i LEPS(ed è anche criterio di valutazione e comparazione 18 LEPS(ed è anche criterio di valutazione e comparazione dell’azione pubblica). La L. 42/2009 cita il fabbisogno standard 13 volte ma mai per definirlo e per indicare il metodo di calcolo. Possibile che nessuno abbia posto con forza questo problema?
  • 19. La letteraturaLa letteratura La teoria economica non definisce il fabbisogno (di spesa) standard in modo univoco. C’è chi: 19 – Fa riferimento a comportamenti medi di spesa (che devono però trovare riscontro in fattori oggettivi esogeni); – Definisce la spesa standard per abitante mettendola in relazione a variabili ritenute e a priori le determinanti dei fabbisogni di spesa dei singoli enti; – Definisce la spesa standard come il livello di spesa pro-capite che consente la fornitura di un livello di servizi considerato standard.
  • 20. Metodi per l’individuazione del FSMetodi per l’individuazione del FS I principali approcci metodologici per l’individuazione del FS (letteratura ed esperienze internazionali) sono: – basato sui valori storici di spesa o valori di spesa corrente (attuale); – Si assume che il livello di fabbisogno delle giurisidizioni locali sia 20 – Si assume che il livello di fabbisogno delle giurisidizioni locali sia identico (pro capite uguale); – Basato sulla stima di indicatori dei fabbisogni di spesa relativi (considerando i fattori ritenuti alla base delle differenze nei fabb.); – Approccio top-down (parte dalle risorse complessive disponibili) – Approccio bottom-up (parte dalle attuali spese degli enti coinvolti o da un paniere standardizzato di servizi offerti dagli stessi enti); – Basato su regressioni: giunge alla costruzione di un indicatore di fabbisogno di spesa che consideri sia i principali fattori che possono influire su determinate categorie di spesa, sia i fattori di costo, sia il livello di spesa corrente.
  • 21. Gli studiosiGli studiosi ritengono…ritengono….... Taluni studiosi (ISAE, Osculati), in assenza di indicazioni chiare, ritengono che per il calcolo del FS si utilizzeranno gli stessi criteri previsti dalla L.42/09 per calcolare la spesa corrente standardizzata , un indicatore 21 corrente standardizzata , un indicatore necessario per la ripartizione del fondo di perequazione (art. 13). Rimane qualche perplessità perché: – La spesa corrente standardizzata non esprime lo stesso concetto del fabbisogno standard (si parte dalla spesa storica invece che dal bisogno di risorse); – Il metodo di calcolo è limitato al fondo perequativo. Se il legislatore avesse voluto utilizzare lo stesso criterio per il FS lo avrebbe esplicitato.
  • 22. Quali criteri ipotetici?Quali criteri ipotetici? Utilizzando quelli della spesa corrente standardizzata (art. 13)Utilizzando quelli della spesa corrente standardizzata (art. 13) Una quota uniforme per abitante corretta per tener conto della diversità della spesa in relazione: – All’ampiezza demografica, – Alle caratteristiche territoriali, con particolare riferimento alla 22 – Alle caratteristiche territoriali, con particolare riferimento alla presenza di zone montane, – Alle caratteristiche demografiche, sociali e produttive dei diversi enti. Il peso delle caratteristiche individuali dei singoli enti nella determinazione del fabbisogno è determinato con tecniche statistiche, utilizzando i dati di spesa storica dei singoli enti, tenendo conto anche della spesa relativa a servizi esternalizzati o svolti in forma associata.
  • 23. Una simulazioneUna simulazione Una simulazione dell’ISAE del criterio ha calcolato che il 41% degli enti locali presenta una spesa effettiva maggiore di quella standard ma soprattutto che il 12% dei comuni hanno una spesa effettiva maggiore del FS compresa fra il 10% e il 20% e che oltre l’8% degli enti locali 23 10% e il 20% e che oltre l’8% degli enti locali presenta eccedenze superiori al 20%. La transizione non sarà facile. Potrebbero esserci forti pressioni sulle regioni da parte dei comuni con eccedenze affinché modifichino i criteri di ciò che è modificabile e cioè il Fondo perequativo. Qualche possibilità per le regioni ricche.
  • 24. Una valutazioneUna valutazione del criterio della spesa corrente standardizzatadel criterio della spesa corrente standardizzata Questo metodo di calcolo comporta di fatto una riallocazione della spesa storica complessiva senza modificarne il livello. Il fabbisogno caratteristico degli enti locali non è rapportato ad un concetto di costo, diversamente da quanto prescritto per le regioni. Non si prova cioè 24 da quanto prescritto per le regioni. Non si prova cioè a stabilire quanto si debba spendere per una mensa scolastica di 200 alunni in Italia. (scelta giustificata secondo alcuni dalla assenza di dati) Non tiene conto della effettiva qualità e quantità dei servizi erogati dai singoli comuni (penalizzati i comuni virtuosi). Può essere gestito con i dati attualmente disponibili.
  • 25. Una valutazione applicata ai LEPSUna valutazione applicata ai LEPS Il criterio non tiene conto delle necessità di sviluppare il settore sociale. (tende a riproporre il finanziamento macro attuale con criteri diversi). Non è adatto al settore sociale ma può esserlo per le funzioni fondamentali. 25
  • 26. Altri criteriAltri criteri Come abbiamo visto in precedenza esistono diversi altri criteri di calcolo del fabbisogno standard. Di seguito ne elenchiamo altri due che fanno parte dell’attuale dibattito politico. 26
  • 27. Fabbisogno standard: criterio 2Fabbisogno standard: criterio 2 Calcolo analitico: occorre disporre dello standard delle prestazioni da erogare, della qualità standard delle prestazioni e del costo standard delle prestazioni.standard delle prestazioni. Operazione molto complessa (Ministeri impreparati) ma può garantire la determinazione del finanziamento realmente necessario per garantire i LEPS. 27
  • 28. Fabbisogno standard: criterio 3Fabbisogno standard: criterio 3 Calcolo del bisogno assistenziale: si basa su una formula che riflette i bisogni assistenziali oggettivi della popolazione diversi da regione a regione (p.e.: n. bambini x nido) da moltiplicare per il costo(p.e.: n. bambini x nido) da moltiplicare per il costo standard per bisogno assistenziale. Operazione dalla complessità intermedia ma la scelta dei bisogni si presta a discrezionalità e può produrre effetti diversi nelle regioni. 28
  • 29. Fabbisogno standard: qualche propostaFabbisogno standard: qualche proposta Il settore sociale comunale per l’attuazione dei LEPS ha oggettivamente bisogno di più risorse. Il meccanismo di calcolo del FS che sembra prevalere (il 1°) ridistribuisce le risorse attuali. Non permette la crescita di risorse complessive per il sociale. Questa stessa necessità non c’è per il complesso delleQuesta stessa necessità non c’è per il complesso delle Funzioni Fondamentali. C’è per i LEPS. Occorre trovare un meccanismo di calcolo del FS che sappia far crescere i servizi assistenziali. Si può ipotizzare un percorso semplificato per le funzioni fondamentali ad eccezione dei LEPS calcolati in modo autonomo. Ci sono argomenti per giustificare una metodologia diversa dei due gruppi di prestazioni. 29
  • 30. Fabbisogno standard per i LEPSFabbisogno standard per i LEPS Per i LEPS si potrebbe puntare sulla valutazione del calcolo analitico del costo standard a partire dalle prestazioni principali. Anche nel settore sociale c’è un gruppo di poche prestazioni (asili nido, ass. residenziale) in grado di determinare la gran parte della spesa.determinare la gran parte della spesa. Si tratterebbe di un percorso graduale di acquisizione dei dati e di applicazione del criterio analitico. Mano a mano che si rendono disponibili i dati si riduce l’applicazione dello stesso criterio applicato per le Funzioni fondamentali. Si tratta di un percorso complesso ma nello stesso tempo realista e non si rinuncia alla costruzione del “pacchetto di cittadinanza” uguale per tutti. 30
  • 31. 44°° parte: Per i comuniparte: Per i comuni IL FONDOIL FONDO PEREQUATIVO 31
  • 32. Il fondo perequativo per gliIl fondo perequativo per gli E.L.E.L. La dimensione del fondo è determinata, con riguardo all’esercizio delle funzioni fondamentali, in misura uguale alla differenza tra il totale dei fabbisogni standard per le medesime funzioni e il totale delle entrate standardizzate spettanti ai comuni. La quota di fondo perequativo destinata alle FunzioniLa quota di fondo perequativo destinata alle Funzioni fondamentali viene ripartita in base a due indicatori: – Un indicatore di fabbisogno finanziario calcolato come differenza tra il valore standardizzato della spesa corrente (calcolato come abbiamo visto nelle slides precedenti) al netto degli interessi e il valore standardizzato del gettito dei tributi ed entrate proprie; – Indicatori di fabbisogno di infrastrutture per il finanziamento della spesa in conto capitale. La quota per le funzioni non fondamentali è invece diretta a ridurre le differenze tra le capacità fiscali. 32
  • 33. Valutazioni Il riparto del fondo perequativo, per la parte delle funzioni fondamentali, non tiene conto della capacità fiscale dei comuni e si basa su un indicatore di fabbisogno finanziario costruito a partire dalla spesa storica. Un sistema diverso da quello regionale. E’ giusto questo sistema? Nella prima fase di applicazione questo sistema può ridurre l’impatto del federalismo ma a regime potrebbe avere degli effetti contraddittori. Potrebbe inoltre accadere che il Fabbisogno standard e il Fondo perequativo vengano ripartiti sostanzialmente con gli stessi criteri. Ciò renderebbe il sistema di perequazione non pienamente efficace. 33
  • 34. Il ruolo delle regioni/1Il ruolo delle regioni/1 I fondi perequativi non arriveranno più ai comuni dal Ministero dell’Interno ma dalle regioni. Le regioni potranno ripartire le risorse secondo i criteri ministeriali oppure, previo accordo in conferenza unificata e previa concertazione con gli enti locali, potrà modificare tali criteri di riparto. 34
  • 35. Il ruolo delle regioni/2Il ruolo delle regioni/2 E’ condivisibile questa scelta? La norma costituzionale sembra permettere sia la distribuzione statale che quella regionale. La distribuzione del fondo affidata alle regioniLa distribuzione del fondo affidata alle regioni può dare risultati allocativi migliori perché in grado di tenere conto di situazioni locali particolari Ma potrebbe produrre 20 diversi sistemi con il rischio anche di un uso discrezionale e politicizzato dei criteri distributivi. 35
  • 36. Il ruolo delle regioni/3Il ruolo delle regioni/3 Probabilmente è bene che il riparto del fondo perequativo passi attraverso le regioni a patto che si riduca fortemente la discrezionalità delle regioni.discrezionalità delle regioni. La norma della legge 42/2009 (accordo sui criteri in Conferenza unificata ed intesa con enti locali) sembra andare in questa direzione. 36
  • 38. LA SPESA COMUNALE PROLA SPESA COMUNALE PRO--CAPITECAPITE:: PROVENIENZA E DISTRIBUZIONEPROVENIENZA E DISTRIBUZIONE Zona territoriale Intervento erariale Intervento regionale Pressione finanziaria Totale Nord occidentale 67 41 794 902 Nord orientale 49 111 717 877 38 Centrale 114 51 772 937 Meridionale 211 43 450 704 Insulare 278 206 359 843 Nazionale 130 74 647 851
  • 39. LA SPESA COMUNALE PERLA SPESA COMUNALE PER SERVIZI SOCIALISERVIZI SOCIALI RIPARTIZIONE SPESA PRO-CAPITE NORD-OVEST 113 Spesa più alta RSS: Valle d’Aosta: 320 NORD-EST 146 39 CENTRO 111 Spesa più alta RSO: Emilia Romagna: 149 SUD 40 Spesa più bassa: Calabria : 27 ISOLE 84 ITALIA 98
  • 40. Spesa comunale per assistenzaSpesa comunale per assistenza La spesa comunale pro-capite presenta enormi differenze (1 a 12). Riuscirà il federalismo a ridurre gradualmente le differenze? 40 Sappiamo che questo dipenderà: 1. Dal sistema di calcolo del fabbisogno standard e dalla dimensione delle risorse dedicate al fabbisogno standard; 2. Dalla dimensione del fondo perequativo e dalle sue modalità di riparto; 3. Dal collegamento del fabbisogno standard con i LEPS.
  • 41. Il collegamento con i LEPS La riduzione delle differenze si lega indissolubilmente alla determinazione del fabbisogno standard per il finanziamento dei LEPS.LEPS. Questo comporta che siano definiti i LEPS in modo non generico. Nel momento in cui tutti i comuni saranno impegnati a garantire i LEPS le differenze non scompariranno ma si dovrebbero ridurre. 41
  • 43. LEA e LEPSLEA e LEPS L’esperienza dei LEA non è riproponibile con i LEPS. I LEA sono serviti soprattutto per ridurre oI LEA sono serviti soprattutto per ridurre o governare la spesa in un settore maturo. I LEPS intervengono in un settore da sviluppare, largamente sottofinanziato. I LEPS devono servire a definire il punto di approdo nel sociale. 43
  • 44. FEDERALISMO E LEPSFEDERALISMO E LEPS Le necessità di sviluppare la spesa sociale locale e di ridurre le differenze rendono necessario agganciare fortemente le modalità di finanziamento degli enti locali alla definizione deifinanziamento degli enti locali alla definizione dei LEPS. Occorre pertanto: – Definire in modo non generico i LEPS; – Calcolare il fabbisogno standard sulla base dei LEPS (di un gruppo crescente di prestazioni); – Definire un percorso graduale. 44
  • 45. LEPS e legge 42LEPS e legge 42 A questa esigenza non risponde in modo coerente il 2° comma dell’art. 20 della L.42/09 che stabilisce che fino alla loro approvazione con nuova legge si considerano LEP quelli già fissati in base alla legislazione statale. Questo comma introduce una nuova preoccupante ipotesi:Questo comma introduce una nuova preoccupante ipotesi: quella del calcolo del Fabbisogno standard considerando le norme nazionali largamente incomplete sull’assistenza e non considerando prestazioni e risorse regionali e comunali sull’assistenza (peraltro inadeguate). Risultato zero. E’ L’IPOTESI DI UN FEDERALISMO SENZA LA SUA GARANZIA COSTITUZIONALE CHE SONO I LEP. Questo porterebbe alla fine del federalismo (solidale) e all’esplosione delle differenze regionali. 45
  • 46. Definire i LEPS in modo nonDefinire i LEPS in modo non genericogenerico L’obiettivo di elevare la spesa sociale e di ridurre gli squilibri territoriali ci chiedono di definire i LEPS in questo modo: – Devono essere individuate con precisione le prestazioni; – Per ogni prestazione va definito lo standard di– Per ogni prestazione va definito lo standard di erogazione; – Ogni servizio/prestazione deve essere sottoposto ad autorizzazione e accreditamento; – Il riferimento deve essere al bacino di popolazione e non all’ambito sociale. 46
  • 47. obiettivi di servizio dei LEPSobiettivi di servizio dei LEPS Occorre invece rilevare positivamente un interesse della legge verso la definizione non generica dei LEP. Spetta infatti ai decreti legislativi definire anche gli obiettivi di servizio cui devono tendere le amministrazioni regionali e locali nell’esercizio delle funzioni riconducibili ai livelli essenzialinell’esercizio delle funzioni riconducibili ai livelli essenziali delle prestazioni ( o alle funzioni fondamentali) (art. 2, c.2, lett. f). Che cosa sono gli obiettivi di servizio se non qualcosa di assimilabile agli standard di erogazione delle prestazioni? La delega è comunque difficile da attuare se non si definiscono prioritariamente i LEPS. 47
  • 48. Monitoraggio e sanzioniMonitoraggio e sanzioni La legge sul federalismo fiscale garantisce il finanziamento delle funzioni fondamentali e non dei LEPS. Questo modello è debole. Quali strumenti e garanzie per la realizzazione dei LEPS? Senza lo strumento del finanziamento si è quasi disarmati. Decisivi diventano pertanto il monitoraggio e la possibilità di sanzioni efficaci. Che dovranno essere previsti. Altrimenti che ne sarà dei LEPS? 48
  • 49. GradualitàGradualità La situazione della finanza pubblica rende improbabile uno sviluppo significativo dei finanziamenti dedicati al welfare sociale locale ma la conoscenza del settore rendono irrinunciabile la costruzione dellarendono irrinunciabile la costruzione della rete completa dei servizi. Questo rende plausibile un percorso graduale di valutazione analitica del fabbisogno, di finanziamento e di sviluppo del settore. 49
  • 50. Quale è il modello per i LEPS?/1Quale è il modello per i LEPS?/1 Le indicazioni per la costruzione dei LEPS appena indicate sfuggono un po’ ai modelli del dibattito (esigibili, standard di offerta? Elenco di prestazioni? Dinamici? Valori monetari?) perché in realtà, tenuto conto degli obiettivi, cercano una sintesi felice fra i vari modelli. E allora si parla di elenco di prestazioni perché in Italia c’è bisogno di costruire la rete dei servizi e di sviluppare i servizi. E non si parla invece di valori monetari perché con il sistema di calcolo delle risorse previsto dal federalismo il rischio è della riproposizione delle risorse attuali seppur meglio distribuite. Invece questo orientamento può far crescere le risorse per i LEPS. 50
  • 51. Quale è il modello per i LEPS?/2Quale è il modello per i LEPS?/2 E allora si parla di standard di erogazione del servizio per bacini di popolazione perché questo è il criterio che si avvicina di più alla esigibilità dei servizi senza rischiare di diventare velleitario. La dimensione di un servizio previsto in un certo territorio può essere pretesa. Così si parla di qualificazione delle prestazioni senza appesantire la definizione dei LEPS affidando questa parteappesantire la definizione dei LEPS affidando questa parte alla fase dell’accreditamento delle prestazioni; un processo che comunque le regioni stanno portando avanti. In questo modo l’omogeneità delle prestazioni nelle varie regioni viene garantita. Così si parla di gradualità che si può ottenere modulando una o più delle voci (inserimento di nuove prestazioni, modifiche degli standard di erogazione e del bacino, modifiche accreditamento). 51
  • 52. GRAZIE PER L’ATTENZIONEGRAZIE PER L’ATTENZIONE 52