SlideShare a Scribd company logo
1 of 7
Download to read offline
DOSSIER
              ATTIVITA’ SCENTIFICHE E DI RICERCA DELL’URSS.
Le prime informazioni ufficiali, circa il programma di armamento chimico e biologico dell'Unione Sovietica risalgono
al 1993, quando il chimico russo Vil Sultanovic Mirzayanov




Alibekov, direttore del laboratorio
Biopreparat.




pubblicò una serie di articoli su esperimenti illegali condotti in URSS durante tutto il periodo della Guerra Fredda.
Ovviamente lo scienziato Mirzayanov, che lavorava da ventisei anni presso l'Istituto di Ricerca sulla Chimica Organica
e la Tecnologia, non solo perse il lavoro, ma fu imprigionato dalle autorità russe. Le rivelazioni di Mirzayanov
divennero ancor più reali nel 1999, quando un altro scienziato russo, Kanatjan Alibekov, già dirigente di una delle
"fabbriche" chimiche e biologiche sovietiche, la Biopreparat, scappò in America e pubblicò con il suo nuovo nome di
Kenneth Alibek il celebre saggio Biohazard("Rischio biologico"), denunciando pubblicamente l'attività di ricerca
biologica condotta dall'Unione Sovietica.
Il programma militare biologico sovietico ha tuttavia origini ancor più antiche della Guerra Fredda. Risale infatti agli
anni immediatamente successivi alla Rivoluzione di Ottobre, quando Mosca decise di sviluppare a fini bellici colture di
tifo e di vaiolo.

Tutto cominciò dopo la guerra civile del 1918-1921, quando i vertici militari rivoluzionari, impressionati dall'enorme
numero di vittime causate da un'epidemia di tifo, deliberarono di trasformare questa malattia in un'arma. Nel 1928 il
Consiglio Militare Rivoluzionario firmò un decreto che autorizzava lo sviluppo e l'utilizzo del tifo come arma non
convenzionale. A seguito di questo decreto, il GPU (o piú propriamente OGPU: Ob-edinënnoe Gosudarstvennoe
politiceskoe upravlenie, ossia "Amministrazione Politica dello Stato dell'Unione"), antenata del KGB (Komitet
Gosudarstvennij Bezopasnosti, vale a dire "Comitato di Sicurezza dello Stato"), diede il compito all'Accademia Militare
di Leningrado di studiare e coltivare in laboratorio i microrganismi che causano il tifo usando cavie ed embrioni di polli.
Nel 1969, proprio in questa accademia nacque l'Istituto di Ricerca Scientifica di Medicina Militare.
Sempre nel 1928 fu allestito, a trenta chilometri dal villaggio di Perkhushkovo, un centro sulla ricerca e lo sviluppo del
vaccino contro il tifo. Nel 1933 questo centro fu convertito in Istituto di Ricerca Scientifica di Microbiologia per scopi
bellici. Nel 1942, a seguito dell'avanza dell'esercito nazista, tutti i laboratori di ricerca di Perkhushkovo furono trasferiti
presso la città di Vyatka (ora Kirov), a circa millecinquecento chilometri da Mosca. Sotto la direzione dello scienziato
Ivan Velikanov, i nuovi laboratori si specializzarono nello sviluppo di tifo, febbre Q (Queensland), tularemia, brucellosi,
carbonchio, morva (una malattia debilitante tipica degli equini, adattata in questo caso all'uomo) e peste. Proprio la
cittadina di Kirov, nel 1941, fu infettata da alcuni agenti biologici. Non si è mai saputo se fu un incidente o un evento
deliberato.
Nel corso degli anni nacquero altri centri: il Centro Ricerche Militari di Tobolsk, in Siberia, specializzato nella ricerca e
nella sperimentazione dell'antrace; il laboratorio batteriologico di Pokrovskiy, nella città di Suzdal; il Centro di Virologia
di Zagorsk (ora Sergiev Posad); il Centro per i Problemi Tecnici Militari della Difesa Anti-batteriologica di Sverdlovsk
(ora Ekaterinburg); il centro sperimentale dell'isola di Solovetsky, nel Mar Bianco, dove furono testati sui prigionieri
provenienti dai gulag il tifo, la febbre Q e la morva.
La ricerca scientifica militare per la produzione di armi non convenzionali non si limitò al solo studio di virus dannosi
per la persona, ma anche di agenti patogeni capaci di distruggere la produzione agricola e gli animali. Laboratori
tristemente famosi per questo scopo sono stati l'Istituto Scientifico per la Protezione Animale, sorto vicino Novosibirsk,
in Siberia, e l'Istituto di Ricerca Scientifica Agricola di Gvardeyskiy, in Kazakhstan.

Il primo probabile utilizzo di armi non convenzionali da parte dell'Unione Sovietica avvenne nel 1942, sul fronte
russo-tedesco, poco prima della battaglia di Stalingrado. Le truppe tedesche iniziarono ad ammalarsi di tularemia, una
patologia normalmente trasmessa all'uomo da roditori per via di zanzare e zecche (la forma è in questo caso ulcero-
ghiandolare), oppure provocata per via aerea (in questo caso la patologia è polmonare e tifo-simile).




Il complesso Vector a Ekaterinburg.




La campagna militare tedesca fu costretta ad arrestarsi temporaneamente a causa dell'enorme aumento dei casi di
tularemia nella forma polmonare. L'epidemia in seguito si sparse anche in Unione Sovietica, intorno a Stalingrado,
causando il contagio di oltre centomila persone.
Un altro evento che coinvolse la popolazione civile avvenne nel 1946, quando la città di Sverdlovsk, a est della catena
degli Urali, fu infettata da strani agenti biologici. Anche in questo caso non è dato sapere se fu un atto voluto o un
incidente.
Nel 1979 la stessa città di Sverdlovsk fu ancora una volta il centro di una grossa epidemia di antrace. Le stime ufficiali
delle autorità sovietiche ammisero il decesso di centocinque civili per carbonchio da inalazione, ma secondo l'ex-
direttore e delegato al reparto di Biologia dell'ospedale di Sverdlovsk, Kanatjan Alibekov, le vittime dell'epidemia
furono molto superiori. Ovviamente i dati di Alibekov non sono supportati da documentazione, dato che il KGB mise
sotto controllo l'ospedale della cittadina, facendo sparire la maggior parte dei rapporti ospedalieri e le annotazioni
mediche. Per molti anni la spiegazione ufficiale del governo, ritenuta subito poco credibile, fu che le vittime avevano
mangiato inconsapevolmente carne infetta. Solo nel 1992 il presidente russo Eltsin ammise che si era trattato di un
incidente, uno spargimento accidentale di spore del carbonchio da un centro di ricerca scientifica della zona.
L'incidente di Sverdlovsk aumentò i sospetti occidentali sull'esistenza di un programma segreto sovietico per la
produzione di armi biologiche.

Il programma sovietico di armamento batteriologico continuò sotto Krusciov. Fu lui ad approvare un progetto
scientifico-militare chiamato "Ecologia", destinato a sviluppare potenti virus nocivi non solo all'uomo, ma anche
all'agricoltura e agli allevamenti. Tra questi virus fu sviluppata una pericolosa variante dell'afta epizootica, capace di
distruggere interi allevamenti di bovini, la febbre suina africana e la psittacosi per l'uccisione dei polli.
Nonostante la sottoscrizione del trattato internazionale di messa al bando delle armi batteriologiche e biologiche,
Mosca continuò a lavorare al suo programma. Nel 1973, un anno dopo quella firma, Breznev avviò il "Progetto
Enzima". Esso prevedeva la creazione di centri di ricerca scientifica per sviluppare agenti patogeni modificati
geneticamente per resistere agli antibiotici e ai vaccini, tra cui tularemia, peste nera, carbonchio, morva, vaiolo,
marburg.
Sotto la copertura di un'organizzazione che ufficialmente si occupava di ricerche biotecnologiche per scopi pacifici
destinate ai settori medico e agricolo, nacque così la Biopreparat, la più ambiziosa e avanzata installazione di ricerca
scientifica militare del mondo di quel periodo. Consisteva di una quarantina di strutture di sviluppo e produzione di
armi offensive non convenzionali, inclusi sei impianti di produzione, alcuni laboratori per la ricerca di vaccini e
quarantasette laboratori adibiti a test. Al progetto lavoravano tra venticinquemila e trentaduemila persone, militari e
civili, di cui oltre novemila erano scienziati.
Biopreparat era all'avanguardia in ogni dettaglio delle nuove armi non convenzionali. Attraverso la manipolazione
genetica, produsse nel corso degli anni vari tipi di "supergermi" più efficaci, potenti e pericolosi di quelli naturali.
Si crearono così nuovi ceppi di batteri rendendoli resistenti ad antibiotici e a vaccini, oltre che in grado di sopravvivere
più a lungo nell'ambiente esterno a tutte le temperature. In batteri e virus contagiosi s'inserirono geni estranei per
permettere la produzione del veleno del cobra o di altre mortali tossine nel corpo di una vittima, oppure per produrre
  In batteri e virus
contagiosi s'inserirono
  geni estranei per
permettere la
produzione del veleno
 del cobra o di altre
   mortali tossine




sostanze chimiche in grado di attivare in essa risposte auto-immuni letali. Infine, sempre nei laboratori della
Biopreparat, furono creati anche degli organismi "chimerici", vale a dire dei patogeni ibridi e innaturali, ottenuti
combinando tra loro vari tipi di germi: ad esempio, nei virus di alcune febbri emorragiche erano stati trasferiti con
successo geni dei virus influenzali, al fine di renderli trasmissibili per via aerea e, dunque, in grado di causare milioni
di morti. Tra i risultati più eclatanti, un forma estremamente virulenta di encefalite equina venezuelana e una di peste
bubbonica resistente a moltissimi antibiotici.
Tra le attività di Biopreparat c'era anche la produzione di Pseudomonas mallei (responsabile della morva, una malattia
dei cavalli che può colpire anche l'uomo), utilizzata dai Russi durante la guerra in Afghanistan.
Tra i massimi dirigenti del programma ricordiamo lo scienziato e generale di divisione Vladimir Pasechnik, che nel
1989 fuggì in Inghilterra. Anche il già nominato dottor Kanatjan Alibekov - poi collaboratore del governo statunitense -
fu uno dei massimi dirigenti delle strutture della Biopreparat. Suo sottoposto fu lo scienziato russo Serghieij Popov,
capo dipartimento di un programma che comprendeva lo sviluppo di armi biologiche geneticamente ingegnerizzate.
Popov nel 1993 si trasferì in Virginia iniziando a lavorare per la Hadron Advanced Biosystems (nel 2002 sospettata di
coinvolgimento nella questione delle "lettere all'antrace"), per passare alla Southwestern Medical
Center dell'Università del Texas e poi, nel 2004, al National Center for Biodefense, dove lo stesso Alibek insegnava.

Tra i centri scientifici legati a Biopreparat, i più importanti furono il complesso di Stepnagorsk, nel Kazakhstan,
l'Istituto di Ricerca Scientifica Agricola di Gvardeyskiy, sempre in Kazakhstan, il complesso Vector, vicino Sverdlovsk
in Siberia, i laboratori dell'isola di Vozrozhdeniye, nel Mare d'Aral.
L'Istituto Scientifico Sperimentale di Stepnogorsk (conosciuto con l'acronimo di SNOPB -Stepnogorskaya Nauchnaya
Opytno-Promyshlennaya Baza), ignorato nella sua ubicazione persino a molti scienziati del progetto Biopreparat, era
specializzato nello sviluppo dell'antrace.
Nato nel 1982 sulle steppe del Kazakhstan, a quattordici chilometri da Stepnogorsk, l'Istituto Scientifico Sperimentale
SNOPB fu dapprima diretto dal Perov, poi, dalla fine del 1983 dal Alibekov.
Il centro scientifico occupava un'area approssimativamente di due chilometri quadrati, aveva un eliporto e venticinque
edifici, tra alloggi, magazzini, uffici amministrativi, unità mediche e, ovviamente, laboratori scientifici. L'istituto era
anche dotato di vie di fuga sotterranee, utili in caso d'attacco nucleare.
A seguito dell'incidente di Sverdlovsk, nel 1979, i migliori specialisti furono trasferiti proprio nei laboratori di
Stepnogorsk, dove, accanto allo sviluppo dell'antrace, si avviarono nuovi progetti biomilitari di difesa (preparazione di
vaccini e medicinali ) e d'attacco, tra cui quelli rivolti allo studio della tossina di stafilococco.
L'Istituto Scientifico Sperimentale SNOPB aveva la capacità di produrre circa trecento tonnellate di antrace l'anno.
Tuttavia, i laboratori non produssero mai queste quantità.
Mentre l'impero sovietico si stava eclissando, in questa struttura lavoravano circa ottocento persone, tra cui
diciassette scienziati e cento ricercatori.
Nel 1992 le autorità del Kazakhstan convertirono l'istituto da ricerca militare a ricerca pacifica. Il nuovo centro ricerche,
che si chiamò Biomedpreparat, si specializzò nella produzione di farmaci, tra cui l'insulina.
Anche l'Istituto di Ricerca Scientifica Agricola (NISKHL) di Gvardeyskiy (Gvardeïski), cittadina situata in prossimità
della città di Otar, in Kazakhstan, collaborava al programma di armamento biologico sovietico. Creato nel 1958 sotto
la direzione del Ministero dell'Agricoltura, a partire dal 1970 questo istituto si dedicò allo studio e sviluppo di agenti
batteriologici nocivi per gli animali e le piante. I suoi laboratori erano specializzati nelle cura di malattie esotiche e di
virus altamente nocivi alle piante e al bestiame d'allevamento. In piena Guerra Fredda si specializzò anche nello
studio e nello sviluppo del virus della peste bovina, del Paramixovirus (virus responsabile della malattia di Newcastle,
che colpisce il pollame), dell'agente che provoca il vaiolo caprino, del virus che provoca la cosiddetta "lingua blu"
(febbre ovina), del Herpesvirus (virus che provoca la pseudorabbia o malattia di Aujeszky ai suini), del
fungo Puccinia che attacca i cereali provocando la ruggine striata. L'intero complesso occupava un'area di diciannove
ettari, includeva quindici laboratori, con un vivarium e serre, impiegando quattrocento persone tra scienziati, tecnici e
addetti alla vigilanza.
Dissolto l'impero sovietico l'Istituto di Ricerca Scientifica Agricola di Gvardeyskiy ha continuato i suoi studi, ma solo nel
campo della ricerca virologica pacifica.
Il complesso Vector era un'unità Biopreparat specializzata principalmente nello studio e nello sviluppo del virus di
Marburg (il virus prende il nome dalla città tedesca di Marburg dove fu isolato nel 1967, a seguito di un'epidemia di
febbre emorragica verificatasi tra il personale di un laboratorio addetto alle colture cellulari che aveva lavorato con reni
di scimmie verdi ugandesi).
In uno dei laboratori di questo grande centro scientifico sovietico nacque il famigerato virus chiamato "Variante U". "U"
come Ustinov.
Nikolai Ustinov era un ricercatore del complesso Vector, che a seguito di un incidente morì infettato da uno dei
terribili virus che stava studiando. Nell'aprile del 1988,




Una rara immagine dell'interno del
complesso Vector.




nonostante Ustinov indossasse uno scafandro protettivo simile ad una tuta spaziale, mentre iniettava a dei topi di
laboratorio una variante del virus Marburg, si punse un dito con una siringa usata per gli esperimenti. Subito dopo
essersi ripulito con una doccia chimica, lo scienziato avvertì il suo superiore, fu quindi messo in quarantena e
rinchiuso in un centro biomedico speciale, sigillato da portelloni stagni simili a quelli dei sottomarini. Tutto il personale
medico adottò opportuni accorgimenti per non entrare in contatto diretto con lo scienziato infettato. Neanche alla
famiglia fu permesso di comunicare o visitare l'ammalato. Un antidoto per il ricercatore arrivò troppo tardi.
Lo scienziato decise di tenere un diario della sua malattia, ma, dopo il quarto giorno di internamento, il virus fece
sentire tutti i suoi terribili effetti: forte emicrania, febbre alta, microemorragie interne all'occhio. Negli ultimi giorni di
malattia, Ustinov iniziò anche a sudare e vomitare sangue. Tutte le trasfusioni di plasma risultarono inefficaci, perché il
paziente subito rigettava il sangue infuso dalla bocca e dal retto. Ustinov morì il 30 aprile del 1988.
Il decorso della sua malattia fu studiato dagli scienziati della Biopreparat, compreso Alibek: nella loro carriera,
nessuno aveva mai visto nulla di simile. Il virus modificato di Ustinov era incredibilmente resistente agli antibiotici,
procurava effetti devastanti sul corpo umano, risultando straordinariamente più letale di quanto si pensasse. In
definitiva si capì subito che il virus poteva divenire l'arma biologica assoluta.
Il prelievo di sangue e organi vitali dal cadavere di Ustinov servì per replicare il virus in laboratorio, che fu chiamato
"Variante U". Il nuovo virus confezionato dai laboratori della Biopreparat era così potente che bastavano da una a
cinque particelle microscopiche del nuovo ceppo virale per uccidere una scimmia, contro le ottomila spore di
carbonchio da utilizzare per ottenere gli stessi esiti.

Collegata alla ricerca biomilitare dell'Unione Sovietica è stata l'isola di Vozrozhdeniye (in russo:Vozrozhdenije
Ostrov), nel Mare d'Aral, trasformata dapprima in un immenso centro di ricerca e sperimentazione, poi, dopo la
dissoluzione dell'URSS, in un enorme cimitero di scorie e armi non convenzionali.
Posta sotto il controllo del Ministero della Difesa già nel 1936, l'isola, a causa della sua collocazione remota e del suo
clima inospitale, è stata per lungo tempo uno dei luoghi privilegiati dai sovietici per sbrigarvi questioni segrete. La
mancanza di vegetazione, il clima caldo e secco, la presenza di un terreno sabbioso che in estate raggiungeva i 70°C
e il vento che spirava quasi sempre in una direzione (verso sud), la rendevano il luogo ideale per condurre test
batteriologici, perché questi fattori riducono la diffusione e la sopravvivenza degli organismi patogeni.
Già prima della Seconda Guerra Mondiale l'isola era stata usata come gulag per i kulaki, i piccoli proprietari terrieri
eliminati da Stalin. In seguito, nel 1954, fu costruita una prima area-test per armi biologiche, chiamata Aralsk-7. In
piena Guerra Fredda l'intera isola fu strutturata per divenire un immenso laboratorio scientifico a cielo aperto.
Nella parte meridionale furono costruiti i laboratori di un centro scientifico militare, mentre in quella settentrionale, a
poco più di un chilometro, furono costruite caserme per i militari, case residenziali per gli ufficiali e le loro famiglie, una
scuola elementare e una mensa. L'isola si dotò anche di un aeroporto (Barkhan) e un porto marittimo (nella Baia di
Udobnaya).
La parte dedicata ai test si trovava a sud, vicino i laboratori scientifici. Era qui che si studiavano i modelli di
disseminazione degli agenti biologici sviluppati in tutti i laboratori della Biopreparat. Gli esperimenti furono condotti,
oltre che su topi di laboratorio, anche su cavalli, scimmie, pecore e maiali.
Per limitare al massimo i rischi alla popolazione militare e civile presente sull'isola gli esperimenti erano eseguiti solo
se il vento soffiava verso sud, lontano quindi dalla zona residenziale. Ovviamente i capricci del tempo non erano
messi in conto e spesso accadevano incidenti. Come quello del 1960, quando durante un esperimento il vento cambiò
improvvisamente direzione rivolgendosi verso nord, sull'isola di Konstantin. L'intera area abitata fu immediatamente
evacuata.

Parallelamente agli sudi scientifici più comuni fu realizzato nel 1976 tra le alture della Catena del Caucaso un altro
importante sito di ricerche, lo Stone Vim.
Questro centro era indipendente dal progetto Biopreparat e con a capo uno dei scienziati più geniali quanto
sottovalutati della storia, il Dottor Njcolay Kruscev chiamato anche “Militare Bianco”, per via del suo modo di vestire
con mimetica e camice da laboratorio.
In questo sito di ricerche venivano studiati nuovi tipi di energia per uso militare, ricavati da alcuni minerali estratti
proprio in quelle zone.
Non ci sono molte altre notizie a riguardo dato che il progetto era top-secret.
Sappiamo solo che il progetto dava buoni frutti e si pronosticava essere uno dei più grandi successi in campo
scientifico dello stato sovietico, ma nel 1980 fu inspiegabilmente chiuso e il progetto archiviato.
Non si ebbero più notizie di Kruscev, probabilmente morto o rinchiuso in qualche prigione.

Nell'ottobre del 1987 l'Unione Sovietica aveva dichiarato ufficialmente la presenza nel suo territorio di solo cinque
laboratori attrezzati per il programma di difesa da una guerra biologica. I cinque laboratori dipendevano dal Ministero
della Difesa, precisamente a
 Negli anni 1987-88 il
      programma
    batteriologico fu
     enormemente
  potenziato: un piano
 quinquennale fissò gli
      obiettivi da
raggiungere nel campo
      biomilitare




Leningrado (ora San Pietroburgo), a Kirov, a Sverdlovsk, a Zagorsk e infine ad Aralsk. Ovviamente nessuno aveva
mai dichiarato i laboratori appartenenti alla Biopreparat, che lavorarono alacremente alla realizzazione di numerosi
progetti scientifici offensivi.
Tra questi nuovi programmi, ricordiamo il cosiddetto "Progetto Bonfire": il tentativo di inoculare una tossina nel batterio
della Yersinia pseudotuberculosis con il fine di ottenere i sintomi di entrambi gli agenti.
Tra le rivelazioni del dottor Kanatjan Alibekov vi è anche quella riguardante il successo raggiunto nell'introdurre il gene
di una tossina o di un bioregolatore in un microrganismo in grado non solo di riprodurli ma anche di trasportarli
facilmente all'interno del corpo umano. Questi esperimenti, tuttavia, non oltrepassarono le porte dei laboratori e non si
è a conoscenza di test che ne abbiano verificato la capacità di resistere a mutazioni atmosferiche o di raggiungere
l'obiettivo stabilito.
Negli anni 1987-88 il programma batteriologico fu enormemente potenziato: un piano quinquennale fissò gli obiettivi
da raggiungere nel campo biomilitare, con particolare enfasi sullo sviluppo del vaiolo per uso bellico. Il programma
batteriologico quinquennale sviluppò nuovi agenti tossici chiamati "agenti Novichok" (dal russo "nuovo arrivato"). Le
uniche informazioni note sono il loro nome: "Foliant", come il programma per cui furono creati (esistevano altre
denominazioni in codice, come A-230 ed A-232).
Alibekov, nelle sue memorie, ha definito quel piano «il più ambizioso programma per lo sviluppo di armi biologiche mai
sottoposto alla nostra agenzia», che permise all'URSS di diventare «superpotenza biologica». In quegli anni il
Cremlino spese per lo sviluppo di armi di distruzione di massa l'equivalente di centinaia di milioni di dollari di allora
all'anno, fino a toccare il miliardo nel 1990.
Nell'ambito del progetto "Foliant" si crearono nuovi agenti nervini più sicuri da maneggiare, arrivando alla creazione
delle cosiddette "armi binarie": in pratica, ad essere contenuti nelle armi (bombe, serbatoi, grossi proiettili, ecc.) non
sono direttamente i composti tossici, ma i loro precursori chimici, in modo da ricostituire l'agente nervino appena prima
dell'uso. Questo perché i precursori sono molto più sicuri da maneggiare, semplificando il trasporto e lo stoccaggio di
queste armi. Inoltre i precursori sono molto più stabili degli agenti nervini stessi, allungando di molto la naturale
scadenza di queste nuove armi.

Accanto allo studio e lo sviluppo di bioarmi per una guerra non convenzionale, in Unione Sovietica si svilupparono
nuove armi per operazioni top secret. Specialista di questo progetto fu ovviamente il KGB.
Il Comitato di Sicurezza dello Stato, infatti, sviluppò armi destinate ad eliminare singoli individui nel corso di operazioni
speciali. Il centro di ricerca più importante, preposto allo studio e allo sviluppo di "armi silenziose", fu il "Laboratorio
12", a Yasenovo, nei locali del primo direttorato del KGB, responsabile dello spionaggio all'estero.
Il progetto del KGB mirava a sviluppare agenti psicotropi capaci di alterare il comportamento di un individuo, oppure a
creare tossine paralizzanti o letali.
Tra gli studi rimasti incompiuti, ricordiamo il tentativo di creare una forma polverizzata di peste da impiegare contro
Tito dopo lo strappo con Mosca, oppure il progetto di avvelenamento contro Zviad Gamsakhurdia, presidente
indipendentista della Georgia, che stava creando grossi problemi a Mosca. Da questi laboratori uscì probabilmente il
veleno che causò la morte del dissidente bulgaro Georgy Markov, ucciso a Londra da un graffio causato da un
ombrello avvelenato al ricino.
Nel 1995 Ivan Kivelidi, presidente degli imprenditori russi, morì nel giro di poche ore per una improvvisa e misteriosa
malattia. Anche la sua segretaria morì con gli stessi sintomi. Il presidente degli imprenditori russi era noto per la sua
crociata anti-corruzione e per le accuse di collusione con la mafia rivolte ad alti funzionari di governo. Non si è saputo
se dietro questa morte ci siano stati dei politici corrotti o la mafia russa; quel che è certo è che si sono serviti di
qualche ex agente del KGB "disoccupato".

Tra le pericolose eredità della Guerra Fredda sovietica, quella legata agli armamenti biologici resta la più
drammatica.
Se sul piano politico l'implosione dell'Impero sovietico ha portato a una mutazione del sistema internazionale -
acutizzando le problematiche rimaste allo stato latente durante "l'equilibrio del terrore" e mettendo in risalto il
monopolio del potere di una sola potenza - per quanto riguarda la questione delle armi biologiche ciò ha avuto
conseguenze catastrofiche.




Il libro-denuncia di Alibekov.




La prima conseguenza è stata la diaspora di centinaia di scienziati e tecnici sovietici che, impegnati per anni nel
programma di armamento biologico, si sono trovati improvvisamente nelle condizioni di offrire la propria esperienza e
competenza tecnica a nuovi governi e a organizzazioni terroristiche, un mercato nel quale tali discutibili virtù erano (e
sono) molto richieste e apprezzate.
La seconda conseguenza è legata alle materie prime necessarie alla costruzioni delle armi non convenzionali e
nascoste dal governo sovietico. Questo problema ha risvolti diversi sia per quanto riguarda l'ordine e la politica
internazionale sia per quanto attiene le conseguenze per l'ambiente e la salute dell'uomo.
In altre parole, dopo la dissoluzione dell'URSS alcuni scienziati possono essere passati al soldo di organizzazioni
terroristiche o di Stati tradizionalmente bellicosi (non solo quelli che noi Occidentali consideriamo "Stati canaglia", ma
anche quelli che consideriamo democratici, tra cui USA e Israele); molti ceppi virali, facilmente trasportabili,
potrebbero essere finiti nelle mani sbagliate, così come i microfilm che contengono le "ricette" per fabbricare armi
batteriologiche. Altro problema è quello legato ai tanti "cimiteri" di scorie ed armi non convenzionali, che stanno
lentamente distruggendo l'ambiente circostante minacciando seriamente la salute dell'uomo.
È questo il problema che i governi dell'Uzbekhstan e del Kazakhstan hanno dovuto affrontare all'indomani della
scoperta del "cimitero di Vozrozhdeniye", nel bel mezzo del lago d'Aral.

Se per tutta la Guerra Fredda l'isola di Vozrozhdeniye è stata un grande centro scientifico militare per la
produzione di armi non convenzionali, con la fine dell'URSS è diventata il più grande "sarcofago" di spore di antrace e
forse di bacilli di morva, di tularemia e di peste, ma anche di virus del vaiolo e di altre malattie emorragiche.
Nel 1988 Mikhail Gorbaciov, mentre sosteneva la sua campagna per la Glasnost e laPerestroika e si occupava di
consolidare i legami con l'Occidente, volle far sparire le prove dei sospetti nutriti da Washington riguardo ai programmi
sovietici di armamento biologico.
Un lungo treno di ventiquattro vagoni, carico di materiale compromettente, partì da Sverdlovsk nella primavera di
quello stesso anno. Gli scienziati dei laboratori che facevano capo alla Biopreparat avevano avuto l'accortezza di
depositare tonnellate di antrace in grossi barili d'acciaio inossidabile da duecentocinquanta litri e di ricoprire il tutto con
acidi particolari e candeggina, prima di sigillare il pericoloso carico. Tappa finale del pericoloso viaggio fu proprio l'isola
di Vozrozhdeniye. Arrivato a destinazione, il terribile carico fu sotterrato in undici grandi pozzi e ricoperto ancora di
candeggina. Il governo sovietico sperava che in questo modo i pericolosi batteri perdessero efficacia.
Se durante la Guerra Fredda il Mare d'Aral era considerato il quarto lago del mondo per ampiezza, col passare del
tempo esso si è enormemente ridotto di circa il 75%. La causa è da ricercare nell'errata politica di irrigazioni forzate
iniziata negli anni Cinquanta del secolo scorso dall'Unione Sovietica. I due principali immissari del mare interno,
l'Amudar'ja e il Syrdar'ja, furono infatti deviati per tentare, inutilmente, di rendere coltivabili alcune zone semi-
desertiche del Turkmenistan e di altri territori dell'Asia centrale, privando così il Mare d'Aral di milioni di metri cubi di
acqua. Con il ritiro delle acque l'isola è passata dai duecento chilometri quadrati iniziali ai circa duemila chilometri
quadrati odierni, avvicinandosi pericolosamente alla terraferma.
Il pericolo di una congiunzione con la terraferma è dovuto alla possibilità che le spore di antrace possano venire
dissepolte da topi, tartarughe, lucertole o uccelli e quindi diffuse sul continente.
Nel 1995, dopo che Mosca rifiutò di dichiarare cosa fosse stato sperimentato e sepolto sull'isola, il governo uzbeko
chiese l'aiuto di Washington. Il 25 maggio di quello stesso anno fu firmato un accordo bilaterale tra Uzbekhstan e USA
che prevedeva un aiuto finanziario americano di circa sei milioni di dollari per smantellare e decontaminare le strutture
presso il Mare di Aral.
Nell'agosto del 1995 specialisti statunitensi visitarono l'isola di Vozrozhdeniye, confermando che i laboratori scientifici
sovietici erano stati effettivamente smantellati. Al contempo rilevarono un alto grado di contaminazione dell'intera
area: nonostante i trattamenti subiti con la candeggina per renderle innocue, molte spore dissotterrate erano e sono
ancora vive e quindi potenzialmente letali.
A tutt'oggi il "museo degli orrori" sovietico di Vozrozhdenije Ostrov è sempre aperto e piuttosto incustodito. Solo un
piccolo lembo di acqua lo separa dalla terraferma.
Dimenticavo. Vozrozhdeniye in lingua russa, significa "isola della Rinascita".

More Related Content

Viewers also liked

Integrative Programming and Technology Chapter 4- Dr. J. VijiPriya
Integrative Programming and Technology Chapter 4- Dr. J. VijiPriyaIntegrative Programming and Technology Chapter 4- Dr. J. VijiPriya
Integrative Programming and Technology Chapter 4- Dr. J. VijiPriyaVijiPriya Jeyamani
 
Getting Started With Xsl Templates
Getting Started With Xsl TemplatesGetting Started With Xsl Templates
Getting Started With Xsl TemplatesWill Trillich
 
Introduction to XSLT
Introduction to XSLTIntroduction to XSLT
Introduction to XSLTMahmoud Allam
 
Week 12 xml and xsl
Week 12 xml and xslWeek 12 xml and xsl
Week 12 xml and xslhapy
 
Xslt by asfak mahamud
Xslt by asfak mahamudXslt by asfak mahamud
Xslt by asfak mahamudAsfak Mahamud
 
Schematron & SQF In oXygen
Schematron & SQF In oXygenSchematron & SQF In oXygen
Schematron & SQF In oXygenOctavian Nadolu
 
XSLT Development with oXygen (Part1) - Editing, Validation and Transformation
XSLT Development with oXygen (Part1) - Editing, Validation and TransformationXSLT Development with oXygen (Part1) - Editing, Validation and Transformation
XSLT Development with oXygen (Part1) - Editing, Validation and TransformationOctavian Nadolu
 
TEI ODD support in oXygen
TEI ODD support in oXygenTEI ODD support in oXygen
TEI ODD support in oXygenOctavian Nadolu
 
Query and Transform TEI with XPath and XSLT in oXygen
Query and Transform TEI with XPath and XSLT in oXygenQuery and Transform TEI with XPath and XSLT in oXygen
Query and Transform TEI with XPath and XSLT in oXygenOctavian Nadolu
 

Viewers also liked (17)

Network security
Network security Network security
Network security
 
Integrative Programming and Technology Chapter 4- Dr. J. VijiPriya
Integrative Programming and Technology Chapter 4- Dr. J. VijiPriyaIntegrative Programming and Technology Chapter 4- Dr. J. VijiPriya
Integrative Programming and Technology Chapter 4- Dr. J. VijiPriya
 
4 xslt
4   xslt4   xslt
4 xslt
 
XSLT. Basic.
XSLT. Basic.XSLT. Basic.
XSLT. Basic.
 
Getting Started With Xsl Templates
Getting Started With Xsl TemplatesGetting Started With Xsl Templates
Getting Started With Xsl Templates
 
Introduction to XSLT
Introduction to XSLTIntroduction to XSLT
Introduction to XSLT
 
XSLT for Web Developers
XSLT for Web DevelopersXSLT for Web Developers
XSLT for Web Developers
 
Week 12 xml and xsl
Week 12 xml and xslWeek 12 xml and xsl
Week 12 xml and xsl
 
Xslt by asfak mahamud
Xslt by asfak mahamudXslt by asfak mahamud
Xslt by asfak mahamud
 
Schematron & SQF In oXygen
Schematron & SQF In oXygenSchematron & SQF In oXygen
Schematron & SQF In oXygen
 
Schematron QuickFix
Schematron QuickFixSchematron QuickFix
Schematron QuickFix
 
XSLT Development with oXygen (Part1) - Editing, Validation and Transformation
XSLT Development with oXygen (Part1) - Editing, Validation and TransformationXSLT Development with oXygen (Part1) - Editing, Validation and Transformation
XSLT Development with oXygen (Part1) - Editing, Validation and Transformation
 
TEI ODD support in oXygen
TEI ODD support in oXygenTEI ODD support in oXygen
TEI ODD support in oXygen
 
Manstra
ManstraManstra
Manstra
 
XML Quick Fixes
XML Quick FixesXML Quick Fixes
XML Quick Fixes
 
Xpath
XpathXpath
Xpath
 
Query and Transform TEI with XPath and XSLT in oXygen
Query and Transform TEI with XPath and XSLT in oXygenQuery and Transform TEI with XPath and XSLT in oXygen
Query and Transform TEI with XPath and XSLT in oXygen
 

Similar to Dossier sito di ricerca (2)

Gli anni Quaranta. dagli antibiotici al cortisone
Gli anni Quaranta. dagli antibiotici al cortisoneGli anni Quaranta. dagli antibiotici al cortisone
Gli anni Quaranta. dagli antibiotici al cortisoneRaimondo Villano
 
R. Villano - Anni '40: dagli antibiotici al cortisone
R. Villano - Anni '40: dagli antibiotici al cortisoneR. Villano - Anni '40: dagli antibiotici al cortisone
R. Villano - Anni '40: dagli antibiotici al cortisoneRaimondo Villano
 
La storia cellulare
La storia cellulareLa storia cellulare
La storia cellulareannapicca1
 
Storia della biologia
Storia della biologiaStoria della biologia
Storia della biologiaclaudiaterzi
 
Allora Blu & Gli amici di Davide il drago ONLUS: "Nati per vivere" di M. Jank...
Allora Blu & Gli amici di Davide il drago ONLUS: "Nati per vivere" di M. Jank...Allora Blu & Gli amici di Davide il drago ONLUS: "Nati per vivere" di M. Jank...
Allora Blu & Gli amici di Davide il drago ONLUS: "Nati per vivere" di M. Jank...Maurizio De Filippis
 
Infettivologia e medicina tropicale nel museo di via
Infettivologia e medicina tropicale nel museo di viaInfettivologia e medicina tropicale nel museo di via
Infettivologia e medicina tropicale nel museo di viaguestd1b9a951
 
Matteo ragni-biologia
Matteo ragni-biologiaMatteo ragni-biologia
Matteo ragni-biologiaclaudiaterzi
 
Matteo ragni biologia
Matteo ragni biologiaMatteo ragni biologia
Matteo ragni biologiaclaudiaterzi
 
Coronavirus
CoronavirusCoronavirus
Coronavirusfacc8
 
Le 10 donne che hanno fatto la storia.
Le 10 donne che hanno fatto la storia. Le 10 donne che hanno fatto la storia.
Le 10 donne che hanno fatto la storia. Maria Teresa
 
PPT Perozziello "TB: a disease in human history"
PPT Perozziello "TB: a disease in human history"PPT Perozziello "TB: a disease in human history"
PPT Perozziello "TB: a disease in human history"StopTb Italia
 
Asimov_ recensione.pdf
Asimov_ recensione.pdfAsimov_ recensione.pdf
Asimov_ recensione.pdfMatteoCorba
 

Similar to Dossier sito di ricerca (2) (13)

Gli anni Quaranta. dagli antibiotici al cortisone
Gli anni Quaranta. dagli antibiotici al cortisoneGli anni Quaranta. dagli antibiotici al cortisone
Gli anni Quaranta. dagli antibiotici al cortisone
 
R. Villano - Anni '40: dagli antibiotici al cortisone
R. Villano - Anni '40: dagli antibiotici al cortisoneR. Villano - Anni '40: dagli antibiotici al cortisone
R. Villano - Anni '40: dagli antibiotici al cortisone
 
La storia cellulare
La storia cellulareLa storia cellulare
La storia cellulare
 
Storia della biologia
Storia della biologiaStoria della biologia
Storia della biologia
 
Allora Blu & Gli amici di Davide il drago ONLUS: "Nati per vivere" di M. Jank...
Allora Blu & Gli amici di Davide il drago ONLUS: "Nati per vivere" di M. Jank...Allora Blu & Gli amici di Davide il drago ONLUS: "Nati per vivere" di M. Jank...
Allora Blu & Gli amici di Davide il drago ONLUS: "Nati per vivere" di M. Jank...
 
Infettivologia e medicina tropicale nel museo di via
Infettivologia e medicina tropicale nel museo di viaInfettivologia e medicina tropicale nel museo di via
Infettivologia e medicina tropicale nel museo di via
 
Pagine da strength & conditioning 8
Pagine da strength & conditioning 8Pagine da strength & conditioning 8
Pagine da strength & conditioning 8
 
Matteo ragni-biologia
Matteo ragni-biologiaMatteo ragni-biologia
Matteo ragni-biologia
 
Matteo ragni biologia
Matteo ragni biologiaMatteo ragni biologia
Matteo ragni biologia
 
Coronavirus
CoronavirusCoronavirus
Coronavirus
 
Le 10 donne che hanno fatto la storia.
Le 10 donne che hanno fatto la storia. Le 10 donne che hanno fatto la storia.
Le 10 donne che hanno fatto la storia.
 
PPT Perozziello "TB: a disease in human history"
PPT Perozziello "TB: a disease in human history"PPT Perozziello "TB: a disease in human history"
PPT Perozziello "TB: a disease in human history"
 
Asimov_ recensione.pdf
Asimov_ recensione.pdfAsimov_ recensione.pdf
Asimov_ recensione.pdf
 

More from starhammer

calendario 2015
calendario 2015calendario 2015
calendario 2015starhammer
 
Opord secondo torneo_combat_v1.0
Opord secondo torneo_combat_v1.0Opord secondo torneo_combat_v1.0
Opord secondo torneo_combat_v1.0starhammer
 
Operation road king
Operation road kingOperation road king
Operation road kingstarhammer
 
Book di gara_uboldopdf
Book di gara_uboldopdfBook di gara_uboldopdf
Book di gara_uboldopdfstarhammer
 
Book tunder cond
Book tunder condBook tunder cond
Book tunder condstarhammer
 
Schedaobjtipocrev4del190312
Schedaobjtipocrev4del190312Schedaobjtipocrev4del190312
Schedaobjtipocrev4del190312starhammer
 
Obj 12 prigioniero
Obj 12 prigionieroObj 12 prigioniero
Obj 12 prigionierostarhammer
 
Indietro nel tempo.
Indietro nel tempo.Indietro nel tempo.
Indietro nel tempo.starhammer
 
Coordinate obj
Coordinate objCoordinate obj
Coordinate objstarhammer
 
November rain regolamento
November rain   regolamentoNovember rain   regolamento
November rain regolamentostarhammer
 
Schedaregistrazioneatletirev5del010412
Schedaregistrazioneatletirev5del010412Schedaregistrazioneatletirev5del010412
Schedaregistrazioneatletirev5del010412starhammer
 
Scaricoresponsabilita768perchiorganizzamanifestazionirev22012
Scaricoresponsabilita768perchiorganizzamanifestazionirev22012Scaricoresponsabilita768perchiorganizzamanifestazionirev22012
Scaricoresponsabilita768perchiorganizzamanifestazionirev22012starhammer
 
Liberatoriatrattamentoimmaginieprivacynellemanifestazionirev22012
Liberatoriatrattamentoimmaginieprivacynellemanifestazionirev22012Liberatoriatrattamentoimmaginieprivacynellemanifestazionirev22012
Liberatoriatrattamentoimmaginieprivacynellemanifestazionirev22012starhammer
 
Book thunderstruck
Book thunderstruckBook thunderstruck
Book thunderstruckstarhammer
 
Operation save the_planet
Operation save the_planetOperation save the_planet
Operation save the_planetstarhammer
 
Uploaded file 129763058169786250
Uploaded file 129763058169786250Uploaded file 129763058169786250
Uploaded file 129763058169786250starhammer
 

More from starhammer (20)

calendario 2015
calendario 2015calendario 2015
calendario 2015
 
Opord secondo torneo_combat_v1.0
Opord secondo torneo_combat_v1.0Opord secondo torneo_combat_v1.0
Opord secondo torneo_combat_v1.0
 
Regolamento
RegolamentoRegolamento
Regolamento
 
Operation road king
Operation road kingOperation road king
Operation road king
 
Book di gara_uboldopdf
Book di gara_uboldopdfBook di gara_uboldopdf
Book di gara_uboldopdf
 
Book opord
Book opordBook opord
Book opord
 
Book tunder cond
Book tunder condBook tunder cond
Book tunder cond
 
Schedaobjtipocrev4del190312
Schedaobjtipocrev4del190312Schedaobjtipocrev4del190312
Schedaobjtipocrev4del190312
 
Orari obj
Orari objOrari obj
Orari obj
 
Obj 12 prigioniero
Obj 12 prigionieroObj 12 prigioniero
Obj 12 prigioniero
 
Indietro nel tempo.
Indietro nel tempo.Indietro nel tempo.
Indietro nel tempo.
 
Coordinate obj
Coordinate objCoordinate obj
Coordinate obj
 
November rain regolamento
November rain   regolamentoNovember rain   regolamento
November rain regolamento
 
Regolamento
RegolamentoRegolamento
Regolamento
 
Schedaregistrazioneatletirev5del010412
Schedaregistrazioneatletirev5del010412Schedaregistrazioneatletirev5del010412
Schedaregistrazioneatletirev5del010412
 
Scaricoresponsabilita768perchiorganizzamanifestazionirev22012
Scaricoresponsabilita768perchiorganizzamanifestazionirev22012Scaricoresponsabilita768perchiorganizzamanifestazionirev22012
Scaricoresponsabilita768perchiorganizzamanifestazionirev22012
 
Liberatoriatrattamentoimmaginieprivacynellemanifestazionirev22012
Liberatoriatrattamentoimmaginieprivacynellemanifestazionirev22012Liberatoriatrattamentoimmaginieprivacynellemanifestazionirev22012
Liberatoriatrattamentoimmaginieprivacynellemanifestazionirev22012
 
Book thunderstruck
Book thunderstruckBook thunderstruck
Book thunderstruck
 
Operation save the_planet
Operation save the_planetOperation save the_planet
Operation save the_planet
 
Uploaded file 129763058169786250
Uploaded file 129763058169786250Uploaded file 129763058169786250
Uploaded file 129763058169786250
 

Dossier sito di ricerca (2)

  • 1. DOSSIER ATTIVITA’ SCENTIFICHE E DI RICERCA DELL’URSS. Le prime informazioni ufficiali, circa il programma di armamento chimico e biologico dell'Unione Sovietica risalgono al 1993, quando il chimico russo Vil Sultanovic Mirzayanov Alibekov, direttore del laboratorio Biopreparat. pubblicò una serie di articoli su esperimenti illegali condotti in URSS durante tutto il periodo della Guerra Fredda. Ovviamente lo scienziato Mirzayanov, che lavorava da ventisei anni presso l'Istituto di Ricerca sulla Chimica Organica e la Tecnologia, non solo perse il lavoro, ma fu imprigionato dalle autorità russe. Le rivelazioni di Mirzayanov divennero ancor più reali nel 1999, quando un altro scienziato russo, Kanatjan Alibekov, già dirigente di una delle "fabbriche" chimiche e biologiche sovietiche, la Biopreparat, scappò in America e pubblicò con il suo nuovo nome di Kenneth Alibek il celebre saggio Biohazard("Rischio biologico"), denunciando pubblicamente l'attività di ricerca biologica condotta dall'Unione Sovietica. Il programma militare biologico sovietico ha tuttavia origini ancor più antiche della Guerra Fredda. Risale infatti agli anni immediatamente successivi alla Rivoluzione di Ottobre, quando Mosca decise di sviluppare a fini bellici colture di tifo e di vaiolo. Tutto cominciò dopo la guerra civile del 1918-1921, quando i vertici militari rivoluzionari, impressionati dall'enorme numero di vittime causate da un'epidemia di tifo, deliberarono di trasformare questa malattia in un'arma. Nel 1928 il Consiglio Militare Rivoluzionario firmò un decreto che autorizzava lo sviluppo e l'utilizzo del tifo come arma non convenzionale. A seguito di questo decreto, il GPU (o piú propriamente OGPU: Ob-edinënnoe Gosudarstvennoe politiceskoe upravlenie, ossia "Amministrazione Politica dello Stato dell'Unione"), antenata del KGB (Komitet Gosudarstvennij Bezopasnosti, vale a dire "Comitato di Sicurezza dello Stato"), diede il compito all'Accademia Militare di Leningrado di studiare e coltivare in laboratorio i microrganismi che causano il tifo usando cavie ed embrioni di polli. Nel 1969, proprio in questa accademia nacque l'Istituto di Ricerca Scientifica di Medicina Militare. Sempre nel 1928 fu allestito, a trenta chilometri dal villaggio di Perkhushkovo, un centro sulla ricerca e lo sviluppo del vaccino contro il tifo. Nel 1933 questo centro fu convertito in Istituto di Ricerca Scientifica di Microbiologia per scopi bellici. Nel 1942, a seguito dell'avanza dell'esercito nazista, tutti i laboratori di ricerca di Perkhushkovo furono trasferiti presso la città di Vyatka (ora Kirov), a circa millecinquecento chilometri da Mosca. Sotto la direzione dello scienziato Ivan Velikanov, i nuovi laboratori si specializzarono nello sviluppo di tifo, febbre Q (Queensland), tularemia, brucellosi, carbonchio, morva (una malattia debilitante tipica degli equini, adattata in questo caso all'uomo) e peste. Proprio la cittadina di Kirov, nel 1941, fu infettata da alcuni agenti biologici. Non si è mai saputo se fu un incidente o un evento deliberato. Nel corso degli anni nacquero altri centri: il Centro Ricerche Militari di Tobolsk, in Siberia, specializzato nella ricerca e nella sperimentazione dell'antrace; il laboratorio batteriologico di Pokrovskiy, nella città di Suzdal; il Centro di Virologia di Zagorsk (ora Sergiev Posad); il Centro per i Problemi Tecnici Militari della Difesa Anti-batteriologica di Sverdlovsk (ora Ekaterinburg); il centro sperimentale dell'isola di Solovetsky, nel Mar Bianco, dove furono testati sui prigionieri provenienti dai gulag il tifo, la febbre Q e la morva. La ricerca scientifica militare per la produzione di armi non convenzionali non si limitò al solo studio di virus dannosi
  • 2. per la persona, ma anche di agenti patogeni capaci di distruggere la produzione agricola e gli animali. Laboratori tristemente famosi per questo scopo sono stati l'Istituto Scientifico per la Protezione Animale, sorto vicino Novosibirsk, in Siberia, e l'Istituto di Ricerca Scientifica Agricola di Gvardeyskiy, in Kazakhstan. Il primo probabile utilizzo di armi non convenzionali da parte dell'Unione Sovietica avvenne nel 1942, sul fronte russo-tedesco, poco prima della battaglia di Stalingrado. Le truppe tedesche iniziarono ad ammalarsi di tularemia, una patologia normalmente trasmessa all'uomo da roditori per via di zanzare e zecche (la forma è in questo caso ulcero- ghiandolare), oppure provocata per via aerea (in questo caso la patologia è polmonare e tifo-simile). Il complesso Vector a Ekaterinburg. La campagna militare tedesca fu costretta ad arrestarsi temporaneamente a causa dell'enorme aumento dei casi di tularemia nella forma polmonare. L'epidemia in seguito si sparse anche in Unione Sovietica, intorno a Stalingrado, causando il contagio di oltre centomila persone. Un altro evento che coinvolse la popolazione civile avvenne nel 1946, quando la città di Sverdlovsk, a est della catena degli Urali, fu infettata da strani agenti biologici. Anche in questo caso non è dato sapere se fu un atto voluto o un incidente. Nel 1979 la stessa città di Sverdlovsk fu ancora una volta il centro di una grossa epidemia di antrace. Le stime ufficiali delle autorità sovietiche ammisero il decesso di centocinque civili per carbonchio da inalazione, ma secondo l'ex- direttore e delegato al reparto di Biologia dell'ospedale di Sverdlovsk, Kanatjan Alibekov, le vittime dell'epidemia furono molto superiori. Ovviamente i dati di Alibekov non sono supportati da documentazione, dato che il KGB mise sotto controllo l'ospedale della cittadina, facendo sparire la maggior parte dei rapporti ospedalieri e le annotazioni mediche. Per molti anni la spiegazione ufficiale del governo, ritenuta subito poco credibile, fu che le vittime avevano mangiato inconsapevolmente carne infetta. Solo nel 1992 il presidente russo Eltsin ammise che si era trattato di un incidente, uno spargimento accidentale di spore del carbonchio da un centro di ricerca scientifica della zona. L'incidente di Sverdlovsk aumentò i sospetti occidentali sull'esistenza di un programma segreto sovietico per la produzione di armi biologiche. Il programma sovietico di armamento batteriologico continuò sotto Krusciov. Fu lui ad approvare un progetto scientifico-militare chiamato "Ecologia", destinato a sviluppare potenti virus nocivi non solo all'uomo, ma anche all'agricoltura e agli allevamenti. Tra questi virus fu sviluppata una pericolosa variante dell'afta epizootica, capace di distruggere interi allevamenti di bovini, la febbre suina africana e la psittacosi per l'uccisione dei polli. Nonostante la sottoscrizione del trattato internazionale di messa al bando delle armi batteriologiche e biologiche, Mosca continuò a lavorare al suo programma. Nel 1973, un anno dopo quella firma, Breznev avviò il "Progetto Enzima". Esso prevedeva la creazione di centri di ricerca scientifica per sviluppare agenti patogeni modificati geneticamente per resistere agli antibiotici e ai vaccini, tra cui tularemia, peste nera, carbonchio, morva, vaiolo, marburg. Sotto la copertura di un'organizzazione che ufficialmente si occupava di ricerche biotecnologiche per scopi pacifici destinate ai settori medico e agricolo, nacque così la Biopreparat, la più ambiziosa e avanzata installazione di ricerca scientifica militare del mondo di quel periodo. Consisteva di una quarantina di strutture di sviluppo e produzione di armi offensive non convenzionali, inclusi sei impianti di produzione, alcuni laboratori per la ricerca di vaccini e quarantasette laboratori adibiti a test. Al progetto lavoravano tra venticinquemila e trentaduemila persone, militari e civili, di cui oltre novemila erano scienziati. Biopreparat era all'avanguardia in ogni dettaglio delle nuove armi non convenzionali. Attraverso la manipolazione genetica, produsse nel corso degli anni vari tipi di "supergermi" più efficaci, potenti e pericolosi di quelli naturali. Si crearono così nuovi ceppi di batteri rendendoli resistenti ad antibiotici e a vaccini, oltre che in grado di sopravvivere più a lungo nell'ambiente esterno a tutte le temperature. In batteri e virus contagiosi s'inserirono geni estranei per permettere la produzione del veleno del cobra o di altre mortali tossine nel corpo di una vittima, oppure per produrre In batteri e virus contagiosi s'inserirono geni estranei per
  • 3. permettere la produzione del veleno del cobra o di altre mortali tossine sostanze chimiche in grado di attivare in essa risposte auto-immuni letali. Infine, sempre nei laboratori della Biopreparat, furono creati anche degli organismi "chimerici", vale a dire dei patogeni ibridi e innaturali, ottenuti combinando tra loro vari tipi di germi: ad esempio, nei virus di alcune febbri emorragiche erano stati trasferiti con successo geni dei virus influenzali, al fine di renderli trasmissibili per via aerea e, dunque, in grado di causare milioni di morti. Tra i risultati più eclatanti, un forma estremamente virulenta di encefalite equina venezuelana e una di peste bubbonica resistente a moltissimi antibiotici. Tra le attività di Biopreparat c'era anche la produzione di Pseudomonas mallei (responsabile della morva, una malattia dei cavalli che può colpire anche l'uomo), utilizzata dai Russi durante la guerra in Afghanistan. Tra i massimi dirigenti del programma ricordiamo lo scienziato e generale di divisione Vladimir Pasechnik, che nel 1989 fuggì in Inghilterra. Anche il già nominato dottor Kanatjan Alibekov - poi collaboratore del governo statunitense - fu uno dei massimi dirigenti delle strutture della Biopreparat. Suo sottoposto fu lo scienziato russo Serghieij Popov, capo dipartimento di un programma che comprendeva lo sviluppo di armi biologiche geneticamente ingegnerizzate. Popov nel 1993 si trasferì in Virginia iniziando a lavorare per la Hadron Advanced Biosystems (nel 2002 sospettata di coinvolgimento nella questione delle "lettere all'antrace"), per passare alla Southwestern Medical Center dell'Università del Texas e poi, nel 2004, al National Center for Biodefense, dove lo stesso Alibek insegnava. Tra i centri scientifici legati a Biopreparat, i più importanti furono il complesso di Stepnagorsk, nel Kazakhstan, l'Istituto di Ricerca Scientifica Agricola di Gvardeyskiy, sempre in Kazakhstan, il complesso Vector, vicino Sverdlovsk in Siberia, i laboratori dell'isola di Vozrozhdeniye, nel Mare d'Aral. L'Istituto Scientifico Sperimentale di Stepnogorsk (conosciuto con l'acronimo di SNOPB -Stepnogorskaya Nauchnaya Opytno-Promyshlennaya Baza), ignorato nella sua ubicazione persino a molti scienziati del progetto Biopreparat, era specializzato nello sviluppo dell'antrace. Nato nel 1982 sulle steppe del Kazakhstan, a quattordici chilometri da Stepnogorsk, l'Istituto Scientifico Sperimentale SNOPB fu dapprima diretto dal Perov, poi, dalla fine del 1983 dal Alibekov. Il centro scientifico occupava un'area approssimativamente di due chilometri quadrati, aveva un eliporto e venticinque edifici, tra alloggi, magazzini, uffici amministrativi, unità mediche e, ovviamente, laboratori scientifici. L'istituto era anche dotato di vie di fuga sotterranee, utili in caso d'attacco nucleare. A seguito dell'incidente di Sverdlovsk, nel 1979, i migliori specialisti furono trasferiti proprio nei laboratori di Stepnogorsk, dove, accanto allo sviluppo dell'antrace, si avviarono nuovi progetti biomilitari di difesa (preparazione di vaccini e medicinali ) e d'attacco, tra cui quelli rivolti allo studio della tossina di stafilococco. L'Istituto Scientifico Sperimentale SNOPB aveva la capacità di produrre circa trecento tonnellate di antrace l'anno. Tuttavia, i laboratori non produssero mai queste quantità. Mentre l'impero sovietico si stava eclissando, in questa struttura lavoravano circa ottocento persone, tra cui diciassette scienziati e cento ricercatori. Nel 1992 le autorità del Kazakhstan convertirono l'istituto da ricerca militare a ricerca pacifica. Il nuovo centro ricerche, che si chiamò Biomedpreparat, si specializzò nella produzione di farmaci, tra cui l'insulina. Anche l'Istituto di Ricerca Scientifica Agricola (NISKHL) di Gvardeyskiy (Gvardeïski), cittadina situata in prossimità della città di Otar, in Kazakhstan, collaborava al programma di armamento biologico sovietico. Creato nel 1958 sotto la direzione del Ministero dell'Agricoltura, a partire dal 1970 questo istituto si dedicò allo studio e sviluppo di agenti batteriologici nocivi per gli animali e le piante. I suoi laboratori erano specializzati nelle cura di malattie esotiche e di virus altamente nocivi alle piante e al bestiame d'allevamento. In piena Guerra Fredda si specializzò anche nello studio e nello sviluppo del virus della peste bovina, del Paramixovirus (virus responsabile della malattia di Newcastle, che colpisce il pollame), dell'agente che provoca il vaiolo caprino, del virus che provoca la cosiddetta "lingua blu" (febbre ovina), del Herpesvirus (virus che provoca la pseudorabbia o malattia di Aujeszky ai suini), del fungo Puccinia che attacca i cereali provocando la ruggine striata. L'intero complesso occupava un'area di diciannove ettari, includeva quindici laboratori, con un vivarium e serre, impiegando quattrocento persone tra scienziati, tecnici e addetti alla vigilanza. Dissolto l'impero sovietico l'Istituto di Ricerca Scientifica Agricola di Gvardeyskiy ha continuato i suoi studi, ma solo nel campo della ricerca virologica pacifica. Il complesso Vector era un'unità Biopreparat specializzata principalmente nello studio e nello sviluppo del virus di Marburg (il virus prende il nome dalla città tedesca di Marburg dove fu isolato nel 1967, a seguito di un'epidemia di febbre emorragica verificatasi tra il personale di un laboratorio addetto alle colture cellulari che aveva lavorato con reni di scimmie verdi ugandesi). In uno dei laboratori di questo grande centro scientifico sovietico nacque il famigerato virus chiamato "Variante U". "U" come Ustinov.
  • 4. Nikolai Ustinov era un ricercatore del complesso Vector, che a seguito di un incidente morì infettato da uno dei terribili virus che stava studiando. Nell'aprile del 1988, Una rara immagine dell'interno del complesso Vector. nonostante Ustinov indossasse uno scafandro protettivo simile ad una tuta spaziale, mentre iniettava a dei topi di laboratorio una variante del virus Marburg, si punse un dito con una siringa usata per gli esperimenti. Subito dopo essersi ripulito con una doccia chimica, lo scienziato avvertì il suo superiore, fu quindi messo in quarantena e rinchiuso in un centro biomedico speciale, sigillato da portelloni stagni simili a quelli dei sottomarini. Tutto il personale medico adottò opportuni accorgimenti per non entrare in contatto diretto con lo scienziato infettato. Neanche alla famiglia fu permesso di comunicare o visitare l'ammalato. Un antidoto per il ricercatore arrivò troppo tardi. Lo scienziato decise di tenere un diario della sua malattia, ma, dopo il quarto giorno di internamento, il virus fece sentire tutti i suoi terribili effetti: forte emicrania, febbre alta, microemorragie interne all'occhio. Negli ultimi giorni di malattia, Ustinov iniziò anche a sudare e vomitare sangue. Tutte le trasfusioni di plasma risultarono inefficaci, perché il paziente subito rigettava il sangue infuso dalla bocca e dal retto. Ustinov morì il 30 aprile del 1988. Il decorso della sua malattia fu studiato dagli scienziati della Biopreparat, compreso Alibek: nella loro carriera, nessuno aveva mai visto nulla di simile. Il virus modificato di Ustinov era incredibilmente resistente agli antibiotici, procurava effetti devastanti sul corpo umano, risultando straordinariamente più letale di quanto si pensasse. In definitiva si capì subito che il virus poteva divenire l'arma biologica assoluta. Il prelievo di sangue e organi vitali dal cadavere di Ustinov servì per replicare il virus in laboratorio, che fu chiamato "Variante U". Il nuovo virus confezionato dai laboratori della Biopreparat era così potente che bastavano da una a cinque particelle microscopiche del nuovo ceppo virale per uccidere una scimmia, contro le ottomila spore di carbonchio da utilizzare per ottenere gli stessi esiti. Collegata alla ricerca biomilitare dell'Unione Sovietica è stata l'isola di Vozrozhdeniye (in russo:Vozrozhdenije Ostrov), nel Mare d'Aral, trasformata dapprima in un immenso centro di ricerca e sperimentazione, poi, dopo la dissoluzione dell'URSS, in un enorme cimitero di scorie e armi non convenzionali. Posta sotto il controllo del Ministero della Difesa già nel 1936, l'isola, a causa della sua collocazione remota e del suo clima inospitale, è stata per lungo tempo uno dei luoghi privilegiati dai sovietici per sbrigarvi questioni segrete. La mancanza di vegetazione, il clima caldo e secco, la presenza di un terreno sabbioso che in estate raggiungeva i 70°C e il vento che spirava quasi sempre in una direzione (verso sud), la rendevano il luogo ideale per condurre test batteriologici, perché questi fattori riducono la diffusione e la sopravvivenza degli organismi patogeni. Già prima della Seconda Guerra Mondiale l'isola era stata usata come gulag per i kulaki, i piccoli proprietari terrieri eliminati da Stalin. In seguito, nel 1954, fu costruita una prima area-test per armi biologiche, chiamata Aralsk-7. In piena Guerra Fredda l'intera isola fu strutturata per divenire un immenso laboratorio scientifico a cielo aperto. Nella parte meridionale furono costruiti i laboratori di un centro scientifico militare, mentre in quella settentrionale, a poco più di un chilometro, furono costruite caserme per i militari, case residenziali per gli ufficiali e le loro famiglie, una scuola elementare e una mensa. L'isola si dotò anche di un aeroporto (Barkhan) e un porto marittimo (nella Baia di Udobnaya). La parte dedicata ai test si trovava a sud, vicino i laboratori scientifici. Era qui che si studiavano i modelli di disseminazione degli agenti biologici sviluppati in tutti i laboratori della Biopreparat. Gli esperimenti furono condotti, oltre che su topi di laboratorio, anche su cavalli, scimmie, pecore e maiali. Per limitare al massimo i rischi alla popolazione militare e civile presente sull'isola gli esperimenti erano eseguiti solo se il vento soffiava verso sud, lontano quindi dalla zona residenziale. Ovviamente i capricci del tempo non erano messi in conto e spesso accadevano incidenti. Come quello del 1960, quando durante un esperimento il vento cambiò improvvisamente direzione rivolgendosi verso nord, sull'isola di Konstantin. L'intera area abitata fu immediatamente
  • 5. evacuata. Parallelamente agli sudi scientifici più comuni fu realizzato nel 1976 tra le alture della Catena del Caucaso un altro importante sito di ricerche, lo Stone Vim. Questro centro era indipendente dal progetto Biopreparat e con a capo uno dei scienziati più geniali quanto sottovalutati della storia, il Dottor Njcolay Kruscev chiamato anche “Militare Bianco”, per via del suo modo di vestire con mimetica e camice da laboratorio. In questo sito di ricerche venivano studiati nuovi tipi di energia per uso militare, ricavati da alcuni minerali estratti proprio in quelle zone. Non ci sono molte altre notizie a riguardo dato che il progetto era top-secret. Sappiamo solo che il progetto dava buoni frutti e si pronosticava essere uno dei più grandi successi in campo scientifico dello stato sovietico, ma nel 1980 fu inspiegabilmente chiuso e il progetto archiviato. Non si ebbero più notizie di Kruscev, probabilmente morto o rinchiuso in qualche prigione. Nell'ottobre del 1987 l'Unione Sovietica aveva dichiarato ufficialmente la presenza nel suo territorio di solo cinque laboratori attrezzati per il programma di difesa da una guerra biologica. I cinque laboratori dipendevano dal Ministero della Difesa, precisamente a Negli anni 1987-88 il programma batteriologico fu enormemente potenziato: un piano quinquennale fissò gli obiettivi da raggiungere nel campo biomilitare Leningrado (ora San Pietroburgo), a Kirov, a Sverdlovsk, a Zagorsk e infine ad Aralsk. Ovviamente nessuno aveva mai dichiarato i laboratori appartenenti alla Biopreparat, che lavorarono alacremente alla realizzazione di numerosi progetti scientifici offensivi. Tra questi nuovi programmi, ricordiamo il cosiddetto "Progetto Bonfire": il tentativo di inoculare una tossina nel batterio della Yersinia pseudotuberculosis con il fine di ottenere i sintomi di entrambi gli agenti. Tra le rivelazioni del dottor Kanatjan Alibekov vi è anche quella riguardante il successo raggiunto nell'introdurre il gene di una tossina o di un bioregolatore in un microrganismo in grado non solo di riprodurli ma anche di trasportarli facilmente all'interno del corpo umano. Questi esperimenti, tuttavia, non oltrepassarono le porte dei laboratori e non si è a conoscenza di test che ne abbiano verificato la capacità di resistere a mutazioni atmosferiche o di raggiungere l'obiettivo stabilito. Negli anni 1987-88 il programma batteriologico fu enormemente potenziato: un piano quinquennale fissò gli obiettivi da raggiungere nel campo biomilitare, con particolare enfasi sullo sviluppo del vaiolo per uso bellico. Il programma batteriologico quinquennale sviluppò nuovi agenti tossici chiamati "agenti Novichok" (dal russo "nuovo arrivato"). Le uniche informazioni note sono il loro nome: "Foliant", come il programma per cui furono creati (esistevano altre denominazioni in codice, come A-230 ed A-232). Alibekov, nelle sue memorie, ha definito quel piano «il più ambizioso programma per lo sviluppo di armi biologiche mai sottoposto alla nostra agenzia», che permise all'URSS di diventare «superpotenza biologica». In quegli anni il Cremlino spese per lo sviluppo di armi di distruzione di massa l'equivalente di centinaia di milioni di dollari di allora all'anno, fino a toccare il miliardo nel 1990. Nell'ambito del progetto "Foliant" si crearono nuovi agenti nervini più sicuri da maneggiare, arrivando alla creazione delle cosiddette "armi binarie": in pratica, ad essere contenuti nelle armi (bombe, serbatoi, grossi proiettili, ecc.) non sono direttamente i composti tossici, ma i loro precursori chimici, in modo da ricostituire l'agente nervino appena prima dell'uso. Questo perché i precursori sono molto più sicuri da maneggiare, semplificando il trasporto e lo stoccaggio di queste armi. Inoltre i precursori sono molto più stabili degli agenti nervini stessi, allungando di molto la naturale scadenza di queste nuove armi. Accanto allo studio e lo sviluppo di bioarmi per una guerra non convenzionale, in Unione Sovietica si svilupparono nuove armi per operazioni top secret. Specialista di questo progetto fu ovviamente il KGB. Il Comitato di Sicurezza dello Stato, infatti, sviluppò armi destinate ad eliminare singoli individui nel corso di operazioni speciali. Il centro di ricerca più importante, preposto allo studio e allo sviluppo di "armi silenziose", fu il "Laboratorio 12", a Yasenovo, nei locali del primo direttorato del KGB, responsabile dello spionaggio all'estero. Il progetto del KGB mirava a sviluppare agenti psicotropi capaci di alterare il comportamento di un individuo, oppure a creare tossine paralizzanti o letali.
  • 6. Tra gli studi rimasti incompiuti, ricordiamo il tentativo di creare una forma polverizzata di peste da impiegare contro Tito dopo lo strappo con Mosca, oppure il progetto di avvelenamento contro Zviad Gamsakhurdia, presidente indipendentista della Georgia, che stava creando grossi problemi a Mosca. Da questi laboratori uscì probabilmente il veleno che causò la morte del dissidente bulgaro Georgy Markov, ucciso a Londra da un graffio causato da un ombrello avvelenato al ricino. Nel 1995 Ivan Kivelidi, presidente degli imprenditori russi, morì nel giro di poche ore per una improvvisa e misteriosa malattia. Anche la sua segretaria morì con gli stessi sintomi. Il presidente degli imprenditori russi era noto per la sua crociata anti-corruzione e per le accuse di collusione con la mafia rivolte ad alti funzionari di governo. Non si è saputo se dietro questa morte ci siano stati dei politici corrotti o la mafia russa; quel che è certo è che si sono serviti di qualche ex agente del KGB "disoccupato". Tra le pericolose eredità della Guerra Fredda sovietica, quella legata agli armamenti biologici resta la più drammatica. Se sul piano politico l'implosione dell'Impero sovietico ha portato a una mutazione del sistema internazionale - acutizzando le problematiche rimaste allo stato latente durante "l'equilibrio del terrore" e mettendo in risalto il monopolio del potere di una sola potenza - per quanto riguarda la questione delle armi biologiche ciò ha avuto conseguenze catastrofiche. Il libro-denuncia di Alibekov. La prima conseguenza è stata la diaspora di centinaia di scienziati e tecnici sovietici che, impegnati per anni nel programma di armamento biologico, si sono trovati improvvisamente nelle condizioni di offrire la propria esperienza e competenza tecnica a nuovi governi e a organizzazioni terroristiche, un mercato nel quale tali discutibili virtù erano (e sono) molto richieste e apprezzate. La seconda conseguenza è legata alle materie prime necessarie alla costruzioni delle armi non convenzionali e nascoste dal governo sovietico. Questo problema ha risvolti diversi sia per quanto riguarda l'ordine e la politica internazionale sia per quanto attiene le conseguenze per l'ambiente e la salute dell'uomo. In altre parole, dopo la dissoluzione dell'URSS alcuni scienziati possono essere passati al soldo di organizzazioni terroristiche o di Stati tradizionalmente bellicosi (non solo quelli che noi Occidentali consideriamo "Stati canaglia", ma anche quelli che consideriamo democratici, tra cui USA e Israele); molti ceppi virali, facilmente trasportabili, potrebbero essere finiti nelle mani sbagliate, così come i microfilm che contengono le "ricette" per fabbricare armi batteriologiche. Altro problema è quello legato ai tanti "cimiteri" di scorie ed armi non convenzionali, che stanno lentamente distruggendo l'ambiente circostante minacciando seriamente la salute dell'uomo. È questo il problema che i governi dell'Uzbekhstan e del Kazakhstan hanno dovuto affrontare all'indomani della scoperta del "cimitero di Vozrozhdeniye", nel bel mezzo del lago d'Aral. Se per tutta la Guerra Fredda l'isola di Vozrozhdeniye è stata un grande centro scientifico militare per la produzione di armi non convenzionali, con la fine dell'URSS è diventata il più grande "sarcofago" di spore di antrace e forse di bacilli di morva, di tularemia e di peste, ma anche di virus del vaiolo e di altre malattie emorragiche. Nel 1988 Mikhail Gorbaciov, mentre sosteneva la sua campagna per la Glasnost e laPerestroika e si occupava di consolidare i legami con l'Occidente, volle far sparire le prove dei sospetti nutriti da Washington riguardo ai programmi sovietici di armamento biologico. Un lungo treno di ventiquattro vagoni, carico di materiale compromettente, partì da Sverdlovsk nella primavera di
  • 7. quello stesso anno. Gli scienziati dei laboratori che facevano capo alla Biopreparat avevano avuto l'accortezza di depositare tonnellate di antrace in grossi barili d'acciaio inossidabile da duecentocinquanta litri e di ricoprire il tutto con acidi particolari e candeggina, prima di sigillare il pericoloso carico. Tappa finale del pericoloso viaggio fu proprio l'isola di Vozrozhdeniye. Arrivato a destinazione, il terribile carico fu sotterrato in undici grandi pozzi e ricoperto ancora di candeggina. Il governo sovietico sperava che in questo modo i pericolosi batteri perdessero efficacia. Se durante la Guerra Fredda il Mare d'Aral era considerato il quarto lago del mondo per ampiezza, col passare del tempo esso si è enormemente ridotto di circa il 75%. La causa è da ricercare nell'errata politica di irrigazioni forzate iniziata negli anni Cinquanta del secolo scorso dall'Unione Sovietica. I due principali immissari del mare interno, l'Amudar'ja e il Syrdar'ja, furono infatti deviati per tentare, inutilmente, di rendere coltivabili alcune zone semi- desertiche del Turkmenistan e di altri territori dell'Asia centrale, privando così il Mare d'Aral di milioni di metri cubi di acqua. Con il ritiro delle acque l'isola è passata dai duecento chilometri quadrati iniziali ai circa duemila chilometri quadrati odierni, avvicinandosi pericolosamente alla terraferma. Il pericolo di una congiunzione con la terraferma è dovuto alla possibilità che le spore di antrace possano venire dissepolte da topi, tartarughe, lucertole o uccelli e quindi diffuse sul continente. Nel 1995, dopo che Mosca rifiutò di dichiarare cosa fosse stato sperimentato e sepolto sull'isola, il governo uzbeko chiese l'aiuto di Washington. Il 25 maggio di quello stesso anno fu firmato un accordo bilaterale tra Uzbekhstan e USA che prevedeva un aiuto finanziario americano di circa sei milioni di dollari per smantellare e decontaminare le strutture presso il Mare di Aral. Nell'agosto del 1995 specialisti statunitensi visitarono l'isola di Vozrozhdeniye, confermando che i laboratori scientifici sovietici erano stati effettivamente smantellati. Al contempo rilevarono un alto grado di contaminazione dell'intera area: nonostante i trattamenti subiti con la candeggina per renderle innocue, molte spore dissotterrate erano e sono ancora vive e quindi potenzialmente letali. A tutt'oggi il "museo degli orrori" sovietico di Vozrozhdenije Ostrov è sempre aperto e piuttosto incustodito. Solo un piccolo lembo di acqua lo separa dalla terraferma. Dimenticavo. Vozrozhdeniye in lingua russa, significa "isola della Rinascita".