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Documentazione di progetto della soluzione: Non mandare in fumo la tua Sapienza
L’impatto ambientale e sulla salute del tabacco
Il tabacco produce danni all’ambiente e alle persone nell’intero ciclo di produzione e il
fumatore rappresenta solo l’ultimo anello di questa catena.
Il tabacco viene coltivato in vaste piantagioni e l’area interessata è in netta espansione; in Cina
la superficie dedicata a questa coltura è praticamente raddoppiata dagli anni ‘60.
La pianta di tabacco, coltivata in regime di monocoltura, richiede un massiccio uso di
composti agrochimici che alterano gli ecosistemi con danni al suolo quale l’accumulo di azoto
e fosforo; queste alterazioni si trasmettono alle acque dolci e e marine, determinando tra
l’altro la proliferazione di alghe microscopiche.
Le industrie che fabbricano sigarette producono oltre 2.000.000 di tonnellate di rifiuti solidi
a livello globale all’anno; questi rifiuti contengono numerose sostanze tossiche e pericolose,
tra cui nicotina, ammoniaca, acido cloridrico e butanone.
Le conseguenze per la salute dei consumatori di tabacco e i rischi del fumo passivo sono ben
noti al pubblico e comprendono l’invecchiamento della pelle, la riduzione della capacità
respiratoria fino ad arrivare alle conseguenze più gravi, come quelle polmonari e
cardiologiche.
Le cicche: un rifiuto pericoloso
Meno conosciuti ma decisamente allarmanti sono i danni ambientali causati dai mozziconi. Le
cicche di sigaretta disperse nell’ambiente non sono solo brutte da vedere, ma costituiscono
una reale minaccia per la vita acquatica e la fauna selvatica; il concentrato di sostanze tossiche
che contengono secondo gli esperti dovrebbe indurre a classificare le cicche come rifiuto
pericoloso.
Le fibre di acetato di cellulosa, di cui è composto il filtro, una volta immesse nell’ambiente,
non si decompongono totalmente, ma vengono semplicemente frantumate. In particolare le
cicche non correttamente smaltite con le piogge raggiungono i corsi d’acqua superficiali e
finiscono in mare; qui le particelle di acetato di cellulosa formano una sorta di plancton
artificiale che l’ecosistema marino non è in grado di eliminare. II danno ambientale dei
mozziconi è aggravato dalle oltre 4000 sostanze chimiche che il filtro ha assorbito durante la
combustione della sigaretta e che disperde nell’ambiente con un meccanismo di time-release.
Già la sola nicotina presente in una sigaretta, se inghiottita accidentalmente, potrebbe
risultare mortale per un bambino in tenera età. Test di tossicità hanno evidenziato come una
cicca di sigaretta in 1 litro di acqua sia in grado di uccidere più del 50% di piccoli organismi
quali la Daphnia magna, un minuscolo crostaceo alla base della catena alimentare acquatica.
Frequente è l’ingestione di mozziconi da parte di animali superiori: sono state trovate cicche
nello stomaco di pesci, uccelli, tartarughe, balene e altre creature marine.
La raccolta delle cicche risulta particolarmente difficile a causa delle loro ridotte dimensioni.
Infatti, rimangono facilmente intrappolate nelle fessure, nelle intercapedini, nei tombini e nei
cespugli, dove i mezzi di spazzamento manuali e meccanici non riescono ad arrivare. Negli
ambienti naturali si rende addirittura necessaria una raccolta manuale con costi elevati, per
rimuovere questo rifiuto dalle rocce, dalla vegetazione e dalle spiagge.
In Europa numerose città hanno imposto una multa specifica per l'abbandono delle cicche,
dai 35 euro di Parigi ai 100 di Rotterdam, mentre a Londra tra le altre iniziative è
stata promossa una raccolta differenziata con portacicche a colonnina che propongono una
divertente classifica calcistica. In Italia dal 2016 un disegno di legge ha introdotto una
sanzione dai 30 ai 300 euro.
L’esperienza dei campus smoke free negli Stati Uniti
Le iniziative per sensibilizzare le comunità universitarie sui danni provocati dal fumo e
sull’inquinamento dovuto ai mozziconi sono nate negli Stati Uniti, dove esistono esperienze
di Atenei che hanno attivato campagne per i campus smoke free. In particolare nel 2010 la
San Diego State University (SDSU) e la University of California San Diego (UCSD) hanno
lanciato un’operazione di pulizia radicale delle aree universitarie dai mozziconi di sigaretta.
Oltre 80 volontari, per lo più studenti, hanno raccolto un totale di 30mila cicche abbandonate
nelle aree dei due campus.
Le statistiche americane evidenziano un tasso di fumatori generalmente in decrescita negli
Stati Uniti (a differenza che in Cina, dove i fumatori sono in aumento e rappresentano ormai
la maggioranza a livello mondiale); tuttavia secondo alcuni studi proprio gli anni universitari
rappresenterebbero uno snodo importante nelle abitudini di consumo, con una percentuale
superiore al 50% di studenti fumatori che desiderano smettere prima della laurea. Le
comunità universitarie si confermano quindi come un luogo privilegiato nel quale realizzare
campagne di sensibilizzazione con riflessi positivi sull’intera società.
Il progetto della Sapienza verso un’Università libera dal fumo e dalle cicche
Nel 2016, dopo l’emanazione in Italia della legge che multa coloro che abbandonano cicche di
sigaretta, la Sapienza avvia la progettazione di una campagna di sensibilizzazione sul tema. Il
messaggio punta a contrastare il fumo di tabacco a partire dalla sua conseguenza negativa più
immediata ed evidente: il degrado ambientale degli spazi universitari provocato dalle cicche
lasciate a terra dai fumatori.
Grazie a una collaborazione tra l’ufficio della Comunicazione, il servizio Merchandising di
Ateneo, l’unità di tabaccologia presente presso il Dipartimento di igiene e sanità pubblica e il
Centro sportivo, viene realizzata una iniziativa di comunicazione che prende l’avvio a
novembre 2016. Il claim della campagna è “Non mandare in fumo la tua Sapienza”, il visual
ritrae un giovane laureato il cui tocco è stato malamente ridotto a un posacenere. Le azioni
previste sono off line, con l’affissione di manifesti nella città universitaria, digitali, con l’invio
di mail alla lista di posta elettronica dell’Università e on line, con una comunicazione dedicata
sul sito e sui social media.
La comunicazione è affiancata da un’azione incentivante: il negozio del Merchandising mette
in distribuzione i posacenere da tasca con il marchio dell’Ateneo; i primi 500 sono in regalo,
ma se si dovesse rivelare che questo oggetto è apprezzato e utile per mantenere più pulito il
campus, l’intenzione è di inserire il posacenere nel catalogo dei gadget Sapienza. L’iniziativa
ha molto successo, i posacenere tascabili sono rapidamente esauriti.
Nel 2017, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco (31 maggio) l’Ateneo decide di
rendere stabile e permanente l’iniziativa. Viene lanciata una nuova campagna di
comunicazione online e i posacenere da tasca entrano nel catalogo del Sapienza Store, in
vendita a un prezzo simbolico.

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  • 1. Documentazione di progetto della soluzione: Non mandare in fumo la tua Sapienza L’impatto ambientale e sulla salute del tabacco Il tabacco produce danni all’ambiente e alle persone nell’intero ciclo di produzione e il fumatore rappresenta solo l’ultimo anello di questa catena. Il tabacco viene coltivato in vaste piantagioni e l’area interessata è in netta espansione; in Cina la superficie dedicata a questa coltura è praticamente raddoppiata dagli anni ‘60. La pianta di tabacco, coltivata in regime di monocoltura, richiede un massiccio uso di composti agrochimici che alterano gli ecosistemi con danni al suolo quale l’accumulo di azoto e fosforo; queste alterazioni si trasmettono alle acque dolci e e marine, determinando tra l’altro la proliferazione di alghe microscopiche. Le industrie che fabbricano sigarette producono oltre 2.000.000 di tonnellate di rifiuti solidi a livello globale all’anno; questi rifiuti contengono numerose sostanze tossiche e pericolose, tra cui nicotina, ammoniaca, acido cloridrico e butanone. Le conseguenze per la salute dei consumatori di tabacco e i rischi del fumo passivo sono ben noti al pubblico e comprendono l’invecchiamento della pelle, la riduzione della capacità respiratoria fino ad arrivare alle conseguenze più gravi, come quelle polmonari e cardiologiche. Le cicche: un rifiuto pericoloso Meno conosciuti ma decisamente allarmanti sono i danni ambientali causati dai mozziconi. Le cicche di sigaretta disperse nell’ambiente non sono solo brutte da vedere, ma costituiscono una reale minaccia per la vita acquatica e la fauna selvatica; il concentrato di sostanze tossiche che contengono secondo gli esperti dovrebbe indurre a classificare le cicche come rifiuto pericoloso. Le fibre di acetato di cellulosa, di cui è composto il filtro, una volta immesse nell’ambiente, non si decompongono totalmente, ma vengono semplicemente frantumate. In particolare le
  • 2. cicche non correttamente smaltite con le piogge raggiungono i corsi d’acqua superficiali e finiscono in mare; qui le particelle di acetato di cellulosa formano una sorta di plancton artificiale che l’ecosistema marino non è in grado di eliminare. II danno ambientale dei mozziconi è aggravato dalle oltre 4000 sostanze chimiche che il filtro ha assorbito durante la combustione della sigaretta e che disperde nell’ambiente con un meccanismo di time-release. Già la sola nicotina presente in una sigaretta, se inghiottita accidentalmente, potrebbe risultare mortale per un bambino in tenera età. Test di tossicità hanno evidenziato come una cicca di sigaretta in 1 litro di acqua sia in grado di uccidere più del 50% di piccoli organismi quali la Daphnia magna, un minuscolo crostaceo alla base della catena alimentare acquatica. Frequente è l’ingestione di mozziconi da parte di animali superiori: sono state trovate cicche nello stomaco di pesci, uccelli, tartarughe, balene e altre creature marine. La raccolta delle cicche risulta particolarmente difficile a causa delle loro ridotte dimensioni. Infatti, rimangono facilmente intrappolate nelle fessure, nelle intercapedini, nei tombini e nei cespugli, dove i mezzi di spazzamento manuali e meccanici non riescono ad arrivare. Negli ambienti naturali si rende addirittura necessaria una raccolta manuale con costi elevati, per rimuovere questo rifiuto dalle rocce, dalla vegetazione e dalle spiagge. In Europa numerose città hanno imposto una multa specifica per l'abbandono delle cicche, dai 35 euro di Parigi ai 100 di Rotterdam, mentre a Londra tra le altre iniziative è stata promossa una raccolta differenziata con portacicche a colonnina che propongono una divertente classifica calcistica. In Italia dal 2016 un disegno di legge ha introdotto una sanzione dai 30 ai 300 euro. L’esperienza dei campus smoke free negli Stati Uniti Le iniziative per sensibilizzare le comunità universitarie sui danni provocati dal fumo e sull’inquinamento dovuto ai mozziconi sono nate negli Stati Uniti, dove esistono esperienze di Atenei che hanno attivato campagne per i campus smoke free. In particolare nel 2010 la San Diego State University (SDSU) e la University of California San Diego (UCSD) hanno lanciato un’operazione di pulizia radicale delle aree universitarie dai mozziconi di sigaretta.
  • 3. Oltre 80 volontari, per lo più studenti, hanno raccolto un totale di 30mila cicche abbandonate nelle aree dei due campus. Le statistiche americane evidenziano un tasso di fumatori generalmente in decrescita negli Stati Uniti (a differenza che in Cina, dove i fumatori sono in aumento e rappresentano ormai la maggioranza a livello mondiale); tuttavia secondo alcuni studi proprio gli anni universitari rappresenterebbero uno snodo importante nelle abitudini di consumo, con una percentuale superiore al 50% di studenti fumatori che desiderano smettere prima della laurea. Le comunità universitarie si confermano quindi come un luogo privilegiato nel quale realizzare campagne di sensibilizzazione con riflessi positivi sull’intera società. Il progetto della Sapienza verso un’Università libera dal fumo e dalle cicche Nel 2016, dopo l’emanazione in Italia della legge che multa coloro che abbandonano cicche di sigaretta, la Sapienza avvia la progettazione di una campagna di sensibilizzazione sul tema. Il messaggio punta a contrastare il fumo di tabacco a partire dalla sua conseguenza negativa più immediata ed evidente: il degrado ambientale degli spazi universitari provocato dalle cicche lasciate a terra dai fumatori. Grazie a una collaborazione tra l’ufficio della Comunicazione, il servizio Merchandising di Ateneo, l’unità di tabaccologia presente presso il Dipartimento di igiene e sanità pubblica e il Centro sportivo, viene realizzata una iniziativa di comunicazione che prende l’avvio a novembre 2016. Il claim della campagna è “Non mandare in fumo la tua Sapienza”, il visual ritrae un giovane laureato il cui tocco è stato malamente ridotto a un posacenere. Le azioni previste sono off line, con l’affissione di manifesti nella città universitaria, digitali, con l’invio di mail alla lista di posta elettronica dell’Università e on line, con una comunicazione dedicata sul sito e sui social media. La comunicazione è affiancata da un’azione incentivante: il negozio del Merchandising mette in distribuzione i posacenere da tasca con il marchio dell’Ateneo; i primi 500 sono in regalo, ma se si dovesse rivelare che questo oggetto è apprezzato e utile per mantenere più pulito il campus, l’intenzione è di inserire il posacenere nel catalogo dei gadget Sapienza. L’iniziativa ha molto successo, i posacenere tascabili sono rapidamente esauriti.
  • 4. Nel 2017, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco (31 maggio) l’Ateneo decide di rendere stabile e permanente l’iniziativa. Viene lanciata una nuova campagna di comunicazione online e i posacenere da tasca entrano nel catalogo del Sapienza Store, in vendita a un prezzo simbolico.