Giovedì 15 settembre 2016, presso la Sala 2 del Centro Congressi della Fiera Del Levante, si è tenuto il workshop “Il riconoscimento delle qualificazioni regionali sul territorio nazionale: sviluppo e applicazione del D.L. 30 giugno 2015”.
Per saperne di più: http://bit.ly/orsif-fdl2016
La certificazione delle competenze in apprendistatoCristina Belardi
Perchè le aziende devono certificare le competenze degli apprendisti ? Qual è il ruolo delle Regioni e degli Enti Bilaterali ? Ecco cosa dicono al riguardo l'articolo 6 del Testo Unico dell'Apprendistato e l’Accordo Stato-Regioni di Aprile 2012
Certificazione competenze e irc (reggio emilia 2010)Lavia Di Sabatino
Certificazione delle competenze e I.R.C. - Formazione per insegnanti di Religione della Diocesi di Reggio Emilia - Guastalla
Relatore: Sergio Cicatelli
Reggio Emilia, 1 dicembre 2010
Incontro regionale per l'avvio della sperimentazione della nuova modulistica di certificazione delle competenze del 1° Ciclo. Prato, Istituto Tecnico Buzzi, 30 aprile 2015. Presentazione dell'ispettore Luca Salvini
Presentazione relativa al documento "Piano Nazionale Scuola Digitale" per il corso di formazione degli Animatori Digitali indetto dal MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca)
Giovedì 15 settembre 2016, presso la Sala 2 del Centro Congressi della Fiera Del Levante, si è tenuto il workshop “Il riconoscimento delle qualificazioni regionali sul territorio nazionale: sviluppo e applicazione del D.L. 30 giugno 2015”.
Per saperne di più: http://bit.ly/orsif-fdl2016
La certificazione delle competenze in apprendistatoCristina Belardi
Perchè le aziende devono certificare le competenze degli apprendisti ? Qual è il ruolo delle Regioni e degli Enti Bilaterali ? Ecco cosa dicono al riguardo l'articolo 6 del Testo Unico dell'Apprendistato e l’Accordo Stato-Regioni di Aprile 2012
Certificazione competenze e irc (reggio emilia 2010)Lavia Di Sabatino
Certificazione delle competenze e I.R.C. - Formazione per insegnanti di Religione della Diocesi di Reggio Emilia - Guastalla
Relatore: Sergio Cicatelli
Reggio Emilia, 1 dicembre 2010
Incontro regionale per l'avvio della sperimentazione della nuova modulistica di certificazione delle competenze del 1° Ciclo. Prato, Istituto Tecnico Buzzi, 30 aprile 2015. Presentazione dell'ispettore Luca Salvini
Presentazione relativa al documento "Piano Nazionale Scuola Digitale" per il corso di formazione degli Animatori Digitali indetto dal MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca)
Esercitazioni 04 Progettazione Concettuale E Logica
Corso Di Basi Di Dati 03 Progettazione Concettuale
1. Corso di Basi di Dati e Laboratorio
Raccolta e
Analisi dei requisiti
Prof. Silvana Castano
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 1
ANALISI DEI REQUISITI
Raccolta dei requisiti
Completa individuazione dei problemi che il
sistema da realizzare deve risolvere e le
caratteristiche che il sistema dovrà possedere.
– Aspetti statici (dati)
– Aspetti dinamici (transazioni/operazioni sui
dati)
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 2
2. RACCOLTA DEI REQUISITI
• Identificazione dei gruppi di utenti e delle aree
applicative (interviste, questionari)
• Raccolta di documentazione esistente
– applicazioni (moduli, report, regolamenti interni,
procedure aziendali)
• La raccolta è a carico del progettista;
l’interazione con gli utenti del sistema informativo
gioca un ruolo importante
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 3
RACCOLTA DEI REQUISITI - FONTI
Realizzazioni preesistenti, ovvero
applicazioni che si devono sostituire o che
devono interagire in qualche modo con la
base dati da realizzare.
- Tracciati record, maschere, algoritmi,
documentazione associata
Interviste agli utenti principali con uso di
questionari
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 4
3. ANALISI DEI REQUISITI
I requisiti sono generalmente descrizioni in
linguaggio naturale; quindi sono informali e possono
risultare incompleti o presentare inconsistenze
Scopo dell’analisi dei requisiti è il chiarimento e
l’organizzazione dei requisiti raccolti
Attività difficilmente standardizzabile perché legata
all’applicazione da realizzare
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 5
ANALISI DEI REQUISITI - REGOLE
GENERALI
• Scelta del corretto livello di astrazione
– evitare termini troppo generici/specifici
• Standardizzazione della struttura delle frasi
– raggruppamento di frasi omogenee
• Evitare frasi contorte
– definizioni semplici e chiare dei vari concetti
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 6
4. ANALISI DEI REQUISITI - REGOLE
GENERALI
Identificazione dei sinonimi e omonimi e unificazione
dei termini
Sinonimi: termini diversi con lo stesso significato
unificazione
Omonimi: termini uguali con significato diverso
diversificazione
Glossario dei termini
Per ogni termine t il glossario contiene una breve
descrizione, possibili sinonimi e altri termini del glossario
con cui t possiede legami logici.
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 7
REQUISITI IN LINGUAGGIO NATURALE
Si vuole realizzare una base di dati per la gestione di corsi,
partecipanti e docenti. Per i partecipanti, identificati da un
codice, si vuole memorizzare il codice fiscale, il cognome, l’età, il
sesso, il luogo di nascita, l’indirizzo ed il numero di telefono, i
corsi che hanno frequentato il giudizio finale ed il periodo di
frequenza.
Per gli insegnanti, rappresentiamo il cognome, l’età, la
città di nascita, il nome del corso che insegnano, e i corsi
che possono insegnare. Rappresentiamo anche tutti i loro
recapiti telefonici.
I corsi hanno un codice, un titolo e possono avere varie
edizioni con un certo numero di partecipanti. Per i corsi
sono di interesse anche luoghi e le ore dove sono tenute le
lezioni.
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 8
5. ESEMPIO
OMONIMIA SINONIMIA
• Luogo di nascita dei • Docenti E Insegnanti
partecipanti E • Città di nascita E Luogo di
nascita
• Luogo in cui si
tengono le lezioni
• RISOLUZIONE:
• RISOLUZIONE: Docente, Città di nascita
Città di nascita
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 9
ESEMPIO DI GLOSSARIO DEI TERMINI
Termine Descrizione Sinonimi Collegamenti
Partecipante Partecipante ai corsi. Studente Corso
Docente Docente dei corsi. Insegnante Corso
Corso Corsi offerti. Possono avere Docente
varie edizioni. Partecipante
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 10
6. ESEMPIO DI STRUTTURAZIONE DEI
REQUISITI
Frasi di carattere generale
Si vuole realizzare una base di dati per la gestione di corsi,
partecipanti e docenti.
Frasi relative ai partecipanti
Per i partecipanti, identificati da un codice, si vuole memorizzare il
codice fiscale, il cognome, l’età, il sesso, la città di nascita, l’indirizzo
ed il numero di telefono, i corsi che hanno frequentato il giudizio
finale ed il periodo di frequenza.
Frasi relative ai docenti
Per gli docenti, rappresentiamo il cognome, l’età, la città di nascita, il
nome del corso che insegnano, e i corsi che possono insegnare.
Rappresentiamo anche tutti i loro recapiti telefonici.
Frasi relative ai corsi
I corsi hanno un codice, un titolo e possono avere varie edizioni con
un certo numero di partecipanti. Per i corsi sono di interesse anche
luoghi e le ore dove sono tenute le lezioni.
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 11
Corso di Basi di Dati e Laboratorio
PROGETTAZIONE CONCETTUALE
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 12
7. Strategie di progetto di schemi
concettuali
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 13
CRITERI GENERALI
• E’ opportuno rappresentare mediante tipi di
entita’
– concetto con proprietà significative
– concetto che descrive classi di oggetti con
esistenza autonoma
• E’ opportuno rappresentare mediante
attributo
– concetto con struttura semplice senza
proprietà rilevanti
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 14
8. CRITERI GENERALI
• E’ opportuno rappresentare mediante
tipi di associazione
concetto che esprime un legame fra due (o più) tipi di
entità già identificati
• E’ opportuno rappresentare mediante
gerarchie
concetti che sono specializzazione di altri concetti
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 15
Scelte progettuali alternative
Libro Editore
Libro Editore
La scelta dipende dal contesto. Si osservi che:
• Nel primo caso editore è un valore, quindi non posso
rappresentare sue proprietà
• Nel secondo caso posso specificare ulteriori proprietà
dell’editore
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 16
9. Scelte progettuali alternative
Persona
Uomo Donna
Oppure
Sesso
Persona (M/F)
Ogni volta che è necessario caratterizzare le entità
specializzazione con attributi specifici e/o partecipazione a
relazioni va scelta la gerarchia.
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 17
GENERAZIONE DI UNO SCHEMA
• La produzione di uno schema segue un
approccio incrementale a partire dai requisiti
• Uso di strategie di progettazione
– top-down
– bottom-up
– inside-out
– mixed
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 18
10. STRATEGIA TOP-DOWN
• Si parte da uno schema contenente
astrazioni di alto livello e si procede con
successivi raffinamenti top-down
• I raffinamenti aumentano il dettaglio dei
concetti man mano che si procede con i
raffinamenti top-down
• Uso di primitive di raffinamento top-down
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 19
STRATEGIA TOP-DOWN
Studente
Dati Università
Docente
Entità Associazione tra Entità
Persona
Persona
Entità Generalizzazione
Maschio Femmina
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 20
11. STRATEGIA TOP-DOWN
Persona Persona
Residenza Nascita
Città Città
Associazione insieme di associaz.
Docente
Docente
Corso
Studente
Associazione Entità con associaz.
Studente
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 21
STRATEGIA TOP-DOWN
Persona Persona Nome
Età
Introduzione di attributi su tipi di
entità
Residenza Residenza Dal
Introduzione di attributi su tipi di
associazione
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 22
12. ESEMPIO
Schema Draft Risultato
Studente
Dati Università
Docente
Studente
Studente
Frequenza
Corso
Docente
Insegnamento
Docente
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 23
ESEMPIO
Schema Draft Risultato
Studente Docente
Frequenza
Corso Docente Docente
Interno Esterno
Insegnamento
Docente
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 24
13. ESEMPIO
Schema Draft Risultato
Studente Iscrizione
Frequenza
Corso
Insegnamento Esame
Docente
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 25
SCHEMA FINALE
Iscrizione
Insegnamento
Studente Corso
Esame Docente
Docente Docente
Interno Esterno
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 26
14. STRATEGIA BOTTOM-UP
• Si parte da uno schema contenente astrazioni
di base che descrivono frammenti elementari di
realtà e si procede aggregando tali astrazioni o
aggiungendone di nuove
• Uso di primitive di raffinamento bottom-up
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 27
STRATEGIA BOTTOM-UP
Persona Persona
Residenza
Città Città
Generazione di entità
Persona
Dipendente Dirigente
Generazione di generalizzazione
Dipendente Dirigente
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 28
15. STRATEGIA BOTTOM-UP
Nome Persona Nome
Età Età
Aggregazione di attributi in entità
Via
Via
Numero
Numero
Aggregazione di attributi in associaz.
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 29
ESEMPIO
Schema Draft Componente
Iscrizione
Studente Corso
Studente Corso
Docente Docente
Interno Esterno
Esame
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 30
16. ESEMPIO
Schema Draft Componente
Studente Corso Docente
Docente Docente
Interno Esterno
Docente Docente
Interno Esterno
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 31
SCHEMA FINALE
Iscrizione
Insegnamento
Studente Corso
Esame Docente
Docente Docente
Interno Esterno
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 32
17. STRATEGIA INSIDE-OUT
• Caso particolare della strategia bottom-up
• Si individuano inizialmente alcuni concetti di
maggiore rilevanza e da questi si procede
rappresentando via via i concetti vicini a quelli
iniziali seguendo i requisiti (procedimento a
“macchia d’olio”)
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 33
ESEMPIO
Codice (0,N) (1,1)
Cognome Direzione Telefono
(0,1) (1,N)
Età Impiegato Afferenza Dipartimento
(0,N) Data Afferenza
Stipendio
Nome
Partecipaz.
(1,N) Data Inizio
Nome
Progetto
Budget
Consegna
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 34
18. STRATEGIA MISTA
• Combinazione delle strategie top-down e bottom-
up
• Definizione di uno schema scheletro contenente
a livello astratto i concetti principali
dell’applicazione
• Su ciascuna parte dello schema scheletro si può
procedere applicando o la strategia top-down
oppure quella bottom-up
• Adatta a progetti di una certa complessità e/o
progetti in cui non sono disponibili da subito tutti i
requisiti.
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 35
QUALITA’ DI UNO SCHEMA CONCETTUALE
Leggibilità
Uno schema concettuale e’ leggibile quando presenta i
requisiti in maniera facilmente comprensibile
scelta di nomi significativi e adeguati
minimizzazione di intersezioni (elementi con più
legami posizionati centralmente)
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 36
19. QUALITA’ DI UNO SCHEMA CONCETTUALE
Minimalità
Uno schema concettuale e’ minimale quando non
presenta ridondanze (es., presenza di dati derivati),
ovvero le specifiche sui dati sono rappresentate una
volta sola nello schema
si può tollerare la ridondanza come scelta
progettuale ma va documentata (vedi prog. logica)
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 37
QUALITA’ DI UNO SCHEMA CONCETTUALE
Completezza
Uno schema concettuale e’ completo quando
descrive tutti i requisiti di interesse e le operazioni
possono essere eseguite a partire dai concetti
contenuti nello schema
tutti i requisiti sono rappresentati da qualche
concetto nello schema
tutti i concetti coinvolti nelle operazioni sono
raggiungibili nello schema
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 38
20. QUALITA’ DI UNO SCHEMA CONCETTUALE
Correttezza
Uno schema concettuale è corretto quando fa un
uso proprio dei costrutti del modello concettuale
utilizzato
errori sintattici
uso non ammesso di costrutti (es., generalizzazione
su associazioni)
errori semantici
uso dei costrutti che non rispetta la loro definizione
(es., associazione per esprimere specializzazione)
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 39
PROGETTAZIONE DI TRANSAZIONI
• Specifica delle caratteristiche funzionali delle
transazioni per assicurare che lo schema
comprenda tutte le informazioni di interesse
• Identificare input/output e comportamento
funzionale
– Transazioni di interrogazione
– Transazioni di aggiornamento
– Transazioni di miste
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 40
21. PROGETTAZIONE DI TRANSAZIONI
• Uso di tecniche per la modellazione di processi
(e.g., diagrammi UML per la parte processi quali
use case, activity diagram, state transition
diagram, etc.)
• Uso di strumenti di ausilio alla modellazione di
processi e flussi informativi (e.g., strumenti di
workflow mgmt, process mgmt)
A.A. 2005/2006 Basi di Dati e Laboratorio 41