1. APPROFONDIMENTI
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AUTO IN CONDIVISIONE AUTO IN CONDIVISIONE
APPROFONDIMENTI
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di bordo specifiche e dotazioni di
blocco e sblocco che vengono asse-
gnate ai soggetti autorizzati. Inoltre
le vetture in car sharing possono
operare sia per gli spostamenti di
servizio sia, dietro richiesta, per
quelli del dipendente in orario non
di lavoro per il ritorno verso casa,
meglio se in car pooling, coniu-
gando così una filosofia che ha già
preso piede anche in Italia”.
Car sharing ed elettrico
Il car sharing aziendale spesso si
coniuga anche con una virata decisa
verso l’elettrico, in particolare dopo
l’introdizione di norme di circolazione
sempre più stringenti anche nei nostri
centri cittadini. “Proprio su questo
aspetto stiamo elaborando business
model molto interessanti per coniuga-
re mobilità elettrica e auto aziendali”
rileva Iacovini.
La leva economica, in un contesto di
crisi, è la principale per i gestori di
flotte e proprio questa è la maggiore
attrattiva del “corporate car sharing”.
“Tale opzione permetterebbe di conte-
nere o eliminare dei costi fuori flotta,
ad esempio quelle sostenute per taxi
o Rent-a-car - conclude l’associate
senior manager di Clickutility -;
inoltre, come anticipavo, nel caso
si assegnasse in uso la vettura al
dipendente in orario fuori ufficio, farei
sostenere a lui parte del costo. Pen-
siamo poi che il ‘corporate car sha-
ring’ sia condivisibile tra più aziende,
ad esempio quelle che hanno sede nel
medesimo palazzo o sito produttivo.
Accordandosi, si può organizzare un
parco di auto condivise e gestibili con
i sistemi di prenotazione di ultima
generazione. Rispetto ad avere vetture
ad uso esclusivo è evidente che si ha
una maggiore efficienza nell’utilizzo.
Se poi si aggiunge che, scegliendo
il mezzo elettrico, non si paga bollo,
assicurazione, parcheggio o accesso
ai centri storici, allora il vantaggio si
massimizza”.
CORPORATE CAR SHARING
di Francesca Prosperi
E
se una mano al
boccheggiante
mercato delle quattro
ruote, anche per quanto
riguarda il segmento flotte,
arrivasse da una diffusione
più capillare del “corporate
car sharing”?
In Italia il trend dell’auto in condi-
visione è approdato da pochi anni,
tuttavia, complice la crisi, sta racco-
gliendo sempre maggiori consensi.
Avanguardia, in tal senso, sono le
grandi città nelle quali, come nel
caso di Milano e
Roma, le aziende
municipalizzate dei
trasporti gestiscono
in prima persona il
parco delle vetture in
car sharing destinate
ai privati.
Pochi, invece, scel-
gono l’auto in condi-
visione quando si parla
di mobilità aziendale. Eppure tanti lo
conoscono e altrettanti lo prendono
in considerazione, una volta valutati
i benefici in termini economici.
L’auto solo quando serve
Carlo Iacovini, associate senior
manager di Clickutility, società
all’avanguardia nel campo della
mobilità sostenibile, definisce i tratti
salienti di questa nuova soluzione:
Carlo Iacovini
“Nello specifico stiamo lavoran-
do con il CVO (Corporate Vehicle
Observatory) di Arval mettendo a
disposizione la nostra ‘expertise’ sui
temi del muoversi green, soprattutto
perché quando si comunicano delle
tematiche inedite ci vogliono i pro-
fessionisti. Quando poi parliamo di
car sharing pensiamo a un modello
di business molto avanzato che ha
avuto numerose innovazioni nel
mondo e una delle linee più recenti
di questi anni è proprio quella del
‘corporate car sharing’.
In questo caso, si offre alla popola-
zione aziendale un servizio di mobi-
lità che vada il più possibile vicino
alle esigenze dell’azien-
da e del dipendente. In
sostanza, il concetto è
quello di una flotta di
auto utilizzata in manie-
ra intelligente attraverso
canali di prenotazione
innovativi ”.
Grazie al cellulare e a
internet, è così possibi-
le per l’utente aziendale
disporre e usufruire di un veicolo
quando serve, senza tempi morti.
“Per un’azienda - spiega Iacovini
- parliamo di un parco di vetture
non assegnate, ma presenti presso
la sede o le diverse sedi e i cui costi
sono ottimizzati perché inserite in
una flotta in car sharing”.
E chi può utilizzarle? “Differenti
tipologie di utenti, perché le auto in
questione hanno apparecchiature
FUTURO INQuando la riduzione dei costi diventa un imperativo, è d’obbligo sperimentare soluzioni alternative.
Una di queste è costituita dal corporate car sharing, un innovativo sistema che permette alle aziende
di avere a disposizione un vero e proprio parco auto senza gli oneri di gestione tradizionali
RENAULT E CAR SHARING: UN BINOMIO
SEMPRE PIÙ STRETTO
Basta la definizione, urban crosser, a svelare
il suo dna cittadino e, quindi, la sua vocazione
al car sharing. L’elettrica Renault Twizy, non a
caso, è da qualche mese assoluta protagonista
di Bee, servizio di auto in condivisione sviluppato
a Napoli grazie alla collaborazione tra la Casa
transalpina e NeaHelioPolis (NHP). In Francia,
però, il rapporto tra il veicolo elettrico e le nuove
frontiere della mobilità è ancora più stretto:
Twizy, infatti, è al centro del progetto “Twizy Way
by Renault”, innovativa iniziativa di car sharing
promossa proprio dal Costruttore nei dintorni
di Parigi. Il servizio, nelle settimane scorse, è
stato sperimentato in una zona alle porte dalla
capitale francese, nella quale 50 Twizy sono a
disposizione degli utenti, che, previo pagamento
della tassa di iscrizione di 15 euro e la succes-
siva ricezione di un’apposita tessera magnetica,
possono utilizzarle per i loro spostamenti. La
particolarità? Rispetto a un car sharing tradizio-
nale, l’utente può prelevare la vettura in qualsiasi
punto si trova – la localizzazione delle Twizy
“libere” può essere effettuata tramite internet o
un’applicazione Smartphone – e riconsegnarla
dove preferisce, anche sotto casa. Costi di
utilizzo: 0,29 euro al minuto o 11,90 euro per
un’ora consecutiva. Sempre in Francia, lo stesso
servizio è stato testato anche in ambito “corpo-
rate”: 20 Twizy, infatti, nei mesi scorsi sono state
messe a disposizione del CEA (Commissariato
per l’energia atomica e le energie alternative) di
Grenoble con la stessa formula.
2. AUTO IN CONDIVISIONE
APPROFONDIMENTI
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dove le emittenti hanno sede, c’è già
uno spazio di ricarica dedicato, uno
strumento utilissimo
per chi lavora nel
campo dell’informa-
zione e ha necessità di
attraversare la città in
fretta e, il più delle vol-
te, senza la possibilità
di programmare in an-
ticipo gli spostamenti
legati alla professione
quotidiana.
“Ero scettico, mi sono ricreduto - te-
stimonia il redattore - . Per lavorare
in città questa macchina è eccezio-
nale. Non si paga l’Area C, i parcheg-
gi sono tutti liberi - strisce gialle e
blu comprese - e si viaggia in corsia
preferenziale. Noi siamo sempre di
corsa ed è inutile dire quanto questi
tre aspetti alleggeriscano molto il
nostro lavoro”.
A colloquio con Fabio Ravezzani, noto
giornalista sportivo televisivo, che in questi
mesi ha testato l’auto elettrica acquisita
attraverso il car sharing dal gruppo
editoriale che fa capo, tra le altre emittenti,
a Telelombardia e Antenna 3
MEDIAPASON HA SCELTO IL CAR
SHARING A ZERO EMISSIONI
di Francesca Prosperi
“A
ll’inizio, l’abbia-
mo guardata
tutti con sospet-
to. ‘Partirà o no?’, ci siamo
chiesti. Invece la nostra
macchina elettrica non
solo non ci ha mai lasciati a
piedi, ma ci ha sempre fatti
arrivare in tempo sul pezzo,
come si dice in gergo.
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E io, che sono stato tra i primi a vo-
lerla guidare e a promuoverne l’utiliz-
zo, non posso che esserne contento”.
Fabio Ravezzani è uno dei volti più
noti del giornalismo sportivo italiano.
Conduttore e anima dello storico “Qui
Studio a Voi Stadio” - trasmissione
a tema calcistico seguitissima in
Lombardia e in tutto il nord Italia - è
il direttore responsabile delle testate
essere più inquinante del vecchio mo-
tore a scoppio e sono rimasto deluso.
Questo però non toglie
la mia convizione ad
un approccio radicale
al ‘green’: basti pen-
sare che ho persino
scelto di vivere in una
casa a basso impatto.
Quando ci è stata
offerta l’opportunità
di prendere parte a
questo programma, non
ci siamo tirati indietro. Lavoriamo
in televisione e facciamo informa-
zione, perciò abbiamo nella nostra
ragione sociale sia l’innovazione che
la responsabilità, in questo caso nei
confronti dell’ambiente e del benesse-
re collettivo. Lo sappiamo, siamo una
piccola avanguardia, lo siamo anche
stati con la nostra nascita o con
‘Qui Studio a Voi Stadio’ e abbiamo
Fabio Ravezzani
sport e news di Mediapason che, con
Telelombardia, Antenna 3, Top Calcio
24, Milanow e Topgusto, costituisce il
gruppo leader dell’emittenza locale.
Una scelta coraggiosa per chi fa
informazione, quella non solo di
dotarsi di un veicolo a zero emissioni,
una Panda Elettrica, ma soprattutto
di prenderlo in car sharing grazie
alla partnership con E-Vai di Sems,
azienda controllata da Trenord che si
occupa di mobilità sostenibile.
Le notizie viaggiano
con il “green”
“Sono un automobilista ibrido pentito
- rivela Ravezzani - : credevo di aver
fatto una buona scelta comprando
un veicolo ad alimentazione in parte
alternativa. Poi ho scoperto che lo
smaltimento delle batterie rischia di
fatto storia”. Ravezzani non nega di
confidare soprattutto nei redattori,
i principali fruitori del parco vetture
aziendale: “Usando e prendendo
confidenza con il mezzo elettrico
spero possano cadere i pregiudizi
che ancora si hanno verso questa
soluzione”.
Una case history
di successo
Alla prima Panda Elettrica se ne ag-
giungerà a breve un’altra, segno che
questa svolta è stata ben accolta,
come ci conferma anche Alessandro
Vesce, giornalista della redazione
news.
Lo incontriamo mentre riattacca alla
spina della corrente la macchina, di
ritorno da un servizio. Sì, perché nel
parcheggio di via Colico a Milano,