9. Perché si è scelta la SPAGNA:
A. medesimi problemi economici dell’ITALIA nel
periodo post-crisi;
B. alti tassi di disoccupazione;
C. appartenenza al medesimo modello di
FLEXICURITY (Modello Mediterraneo);
D. maggior rapidità di intervento rispetto all’ITALIA
con la Riforma introdotta con il Real Decreto-ley
3/2012, de 10 de febrero;
E. introduzione di un contratto a «tutele progressive»
[
IL MODELLO SPAGNOLO
10. SINTESI - il sistema aveva:
bassa flessibilità ed un livello medio di
sicurezza, nonché un regime fiscale variegato
e di difficile inquadramento.
Scarse politiche e partecipazione a Life Long
Learning.
Elevato utilizzo del lavoro non a tempo
indeterminato, quale reazione alla rigidità del
sistema.
[
IL MODELLO SPAGNOLO
PRE-RIFORMA
11. La Spagna si presentava, quindi, come un paese con un
elevata “segmentazione contrattuale”, cioè con un mercato
del lavoro in cui vi è una netta differenza di trattamento tra
insider ed outsider, con estrema difficoltà per questi ultimi ad
entrare ed a raggiungere un livello accettabile di protezione,
rappresentato da un contratto di lavoro a tempo
indeterminato, principale strumento di protezione.
Netta differenza tra i lavoratori con un contratto a tempo
indeterminato (assoggettato a rigide regole di risoluzione ed a
corpose misure di protezione in caso di licenziamento) e
lavoratori non lo hanno e che passano attraverso numerosi
contratti a tempo determinato prima di raggiungere l'ambita
«stabilizzazione».
IL MODELLO SPAGNOLO
PRE-RIFORMA
12. Dei quattro percorsi verso la Flexicurity indicati
dalla Commissione Europea la Spagna ha, quindi,
scelto di:
intervenire introducendo un contratto a tempo
indeterminato sin dall'inizio del rapporto,
assoggettato ad un progressivo cumulo di
tutele;
affiancare misure volte ad assicurare un
apprendimento permanente e politiche attive del
mercato del lavoro;
SPAGNA: IL PERCORSO SEGUITO
13. La riforma, sulla base delle riscontrate debolezze
sul fronte della flessibilità e della sicurezza, ha
modificato in misura significativa il modello
precedente, nella speranza di riuscire ad intaccare
il tasso di disoccupazione (uno tra i più elevati
nella UE 26,2% nel periodo ante riforma),
soprattutto con riferimento alla popolazione più
giovane (48,7%).
[
SPAGNA: IL PERCORSO SEGUITO
14. INTERVENTI PER FAVORIRE LA FLESSIBILITA’
la riduzione dell’indennità per licenziamento senza giusta
causa passata da 45 a 33 giorni per anno di impiego e
sino ad un massimo di 24 mesi (non più 42 come in
precedenza);
la revisione delle indennità dovute per il licenziamento
per motivi economici (derivanti da risultati dell’impresa
negativi, emergenti da perdite attuali - o anche soltanto
previste - o dalla diminuzione per almeno 9 mesi
consecutivi del fatturato o delle vendite), ridotta a 20
giorni per ogni anno di anzianità, sino ad un massimo di
12 mesi;
SPAGNA: IL PERCORSO SEGUITO
15. INTERVENTI PER FAVORIRE LA FLESSIBILITA’
la possibilità di adattare le condizioni di lavoro alle
specifiche esigenze aziendali, grazie alla riconosciuta
supremazia dei contratti aziendali sulle diverse previsioni
contenute nei contratti di livello superiore, con facoltà per
l’azienda di svincolarsi dalla disciplina dettata da
quest’ultimo (il c.d. «descuelgue») in un numero notevole
di materie ;
l’eliminazione del sistema di classificazione dei lavoratori
per categorie professionali, rendendo così più agevole la
modifica delle mansioni e consentendo di realizzare una
maggiore mobilità interna tra gli stessi.
SPAGNA: IL PERCORSO SEGUITO
16. INTERVENTI PER FAVORIRE LA SICUREZZA
L’introduzione, ai fini della realizzazione di percorsi di
apprendimento lungo tutto l’arco della vita, di un vero e
proprio diritto soggettivo alla formazione a favore dei
lavoratori con almeno un anno di anzianità e che hanno
diritto a 20 ore annuali di permesso retribuito per
realizzare attività formative all’interno della stessa
impresa – laddove possibile – e relazionate con il lavoro
che in essa si svolge.
SPAGNA: IL PERCORSO SEGUITO
17. SPAGNA: I RISULTATI OTTENUTI
2008 2009 2010 2011 2012 2013
SPAGNA - 0,1 - 6,5 - 2,2 - 1,9 - 4,2 - 3
ITALIA 0,3 - 1,6 - 0.7 0,3 -0,3 - 2
UE 27 1 - 1,8 - 0,7 0,3 - 0,2 - 0,3
CRESCITA OCCUPAZIONALE
variazione annuale in percentuale sul totale della
popolazione occupata
18. ITALIA: I DATI ATTUALI
2008 2009 2010 2011 2012 2013
SPAGNA 68,5% 64% 62,8% 62% 59,6% 58,6%
ITALIA 62,8% 63% 61,7% 61,1% 61% 59,8%
UE 27 69,9% 70,3% 69% 68,6% 68,5% 68,5%
TASSO DI OCCUPAZIONE