Una breve introduzione su quello che si conosce sull'universo: dai buchi neri alle supernove, dai nuovi metodi per scoprire i pianeti ai pianeti extrasolari. Cos'è la fauna cosmica? L'effetto Doppler? Le pulsar?
I pianeti extrasolari nella Costellazione di Orione rientra all’interno di un’attività didattica sviluppata ad Asiago durante la manifestazione in piazza Asiago da Fiaba (21-22 e 28-29 maggio 2016). Qui si può leggere del mito di Orione, avere qualche informazione su una delle costellazioni più facili da individuare in cielo, e dare uno sguardo ai pianeti extrasolari scoperti nel corso degli ultimi anni attorno alcune stelle della costellazione.
Una breve introduzione su quello che si conosce sull'universo: dai buchi neri alle supernove, dai nuovi metodi per scoprire i pianeti ai pianeti extrasolari. Cos'è la fauna cosmica? L'effetto Doppler? Le pulsar?
I pianeti extrasolari nella Costellazione di Orione rientra all’interno di un’attività didattica sviluppata ad Asiago durante la manifestazione in piazza Asiago da Fiaba (21-22 e 28-29 maggio 2016). Qui si può leggere del mito di Orione, avere qualche informazione su una delle costellazioni più facili da individuare in cielo, e dare uno sguardo ai pianeti extrasolari scoperti nel corso degli ultimi anni attorno alcune stelle della costellazione.
Nuovi strumenti sono stati già montati e funzionanti sui più grandi telescopi terrestri e molti stanno per venire sistemati con l'obiettivo di studiare i pianeti extrasolari.
Numerose missioni spaziali, tra le quali Kepler della NASA iniziata nel 2009, e missioni già in orbita (come GAIA dell’ESA) o le molteplici in programma nei prossimi anni tra cui CHEOPS e PLATO dell’ESA, TESS e JWST della NASA, potranno dare nuove risposte sulla caratterizzazione dei sistemi planetari al di fuori del nostro. Uno degli obiettivi è quello di vedere per via diretta i pianeti, non solo i pianeti giganti, inadatti alla vita, ma anche quelli di taglia terrestre, e scoprire i segni dell’esistenza della vita sulla loro superficie.
Un modo potrebbe essere quello di riconoscere la presenza di vegetazione sulla loro superficie in linea di principio, da un esame della luce che ci inviano.
Cercare pianeti extrasolari attorno a una stella diversa dal Sole è come pensare di individuare un granellino di sabbia di fronte a un’arancia a migliaia di chilometri di distanza. I pianeti, infatti, sono piccoli, poco luminosi e riflettono la luce della loro stella.
Vi sono diversi metodi per rilevare esopianeti, alcuni dei quali diretti (Parte 1) nel senso che si può riuscire a isolare il segnale proveniente dal pianeta stesso. Altri metodi invece si dicono indiretti (Parte 2) che permettono , cioè di rilevare la presenza di esopianeti dall'effetto che essi hanno sulla stella ospite.
Le principali scoperte al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nel corso del tempo. Si tratta di una selezione dii alcune scoperte importanti negli anni 2006-2012, prima dell'arrivo del cacciatore di pianeti extrasolari, HARPS-N.
HARPS-N è il cacciatore di pianeti extrasolari montato al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nelle Isole Canarie.
E' il gemello dello spettrografo HARPS montato oltre una decina di anni fa al Telescopio di La Silla, dell'ESO, in Cile.
HARPS-N è uno strumento di altissima precisione in grado di misurare la velocità radiale di una stella, ossia la proiezione della velocità della stella lungo la nostra linea di osservazione, dell'ordine di 1 m/s. Questo equivale a scoprire pianeti delle dimensioni della nostra Terra attorno a stelle di tipo solare.
Oltre che dal telescopio, la capacità di produrre dati scientifici dipende naturalmente dalla strumentazione che analizza la luce raccolta dagli specchi. Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) è attualmente dotato di quattro strumenti che operano permanentemente nei suoi fuochi (Nasmyth A e Nasmyth B) e offre una grande varietà di modi osservativi: dalla fotometria su larga banda alla spettroscopia ad alta risoluzione, su lunghezze d’onda che vanno dall’ottico all’infrarosso.
Cercare pianeti extrasolari attorno a una stella diversa dal Sole è come pensare di individuare un granellino di sabbia di fronte a un’arancia a migliaia di chilometri di distanza. I pianeti, infatti, sono piccoli, poco luminosi e riflettono la luce della loro stella.
Vi sono diversi metodi per rilevare esopianeti, alcuni dei quali diretti (Parte 1) nel senso che si può riuscire a isolare il segnale proveniente dal pianeta stesso. Altri metodi invece si dicono indiretti (Parte 2) che permettono , cioè di rilevare la presenza di esopianeti dall’effetto che essi hanno sulla stella ospite.
Immaginiamo che il futuro e la fantascienza si fondano o si confondano. Immaginiamo che sia possibile programmare un viaggio al di fuori del nostro Sistema Solare, su uno dei tanti pianeti extrasolari scoperti finora. Dove andare?
NASA-JPL ha immaginato delle mete ideali da poter visitare in un lontano futuro, quando la tecnologia permetterà di compiere viaggi fino a stelle relativamente vicine al nostro Sole. Qui trovate una breve descrizione di cinque sistemi planetari, selezionati sulla base dei poster-cartoline realizzati da NASA-JPL per questi mondi lontani: saluti dal tuo primo pianeta extrasolare, 51 Pegasi b; PSO J318.5-22 – dove la notte non finisce mai; sperimenta la gravità su una Super-Terra, HD 40307g; rilassati su Kepler-16b, dove la tua ombra ha sempre compagnia; Kepler-186f, dove l’erba è sempre più rossa.
Vi sono alcune domande fondamentali a cui vorremmo un giorno poter rispondere: siamo soli nell’universo? Ci sono altre forme di vita, eventualmente intelligenti, su altri mondi? E’ possibile, o sarà mai possibile, entrare in contatto con esse?
Nel corso dei millenni queste domande hanno affascinato grandi pensatori, filosofi, mistici e uomini di scienza. Gli strumenti adottati per cercare risposte erano la pura speculazione e l’immaginazione. In mancanza di dati certi, la soluzione non poteva che dipendere dal modo di pensare di chi si poneva la questione. Così, accanto ad Epicuro e Giordano Bruno, convinti dell’esistenza di altri mondi abitati da esseri simili a noi, altri come Aristotele negavano tale possibilità.
Nuovi strumenti sono stati già montati e funzionanti sui più grandi telescopi terrestri e molti stanno per venire sistemati con l'obiettivo di studiare i pianeti extrasolari.
Numerose missioni spaziali, tra le quali Kepler della NASA iniziata nel 2009, e missioni già in orbita (come GAIA dell’ESA) o le molteplici in programma nei prossimi anni tra cui CHEOPS e PLATO dell’ESA, TESS e JWST della NASA, potranno dare nuove risposte sulla caratterizzazione dei sistemi planetari al di fuori del nostro. Uno degli obiettivi è quello di vedere per via diretta i pianeti, non solo i pianeti giganti, inadatti alla vita, ma anche quelli di taglia terrestre, e scoprire i segni dell’esistenza della vita sulla loro superficie.
Un modo potrebbe essere quello di riconoscere la presenza di vegetazione sulla loro superficie in linea di principio, da un esame della luce che ci inviano.
Cercare pianeti extrasolari attorno a una stella diversa dal Sole è come pensare di individuare un granellino di sabbia di fronte a un’arancia a migliaia di chilometri di distanza. I pianeti, infatti, sono piccoli, poco luminosi e riflettono la luce della loro stella.
Vi sono diversi metodi per rilevare esopianeti, alcuni dei quali diretti (Parte 1) nel senso che si può riuscire a isolare il segnale proveniente dal pianeta stesso. Altri metodi invece si dicono indiretti (Parte 2) che permettono , cioè di rilevare la presenza di esopianeti dall'effetto che essi hanno sulla stella ospite.
Le principali scoperte al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nel corso del tempo. Si tratta di una selezione dii alcune scoperte importanti negli anni 2006-2012, prima dell'arrivo del cacciatore di pianeti extrasolari, HARPS-N.
HARPS-N è il cacciatore di pianeti extrasolari montato al Telescopio Nazionale Galileo (TNG) nelle Isole Canarie.
E' il gemello dello spettrografo HARPS montato oltre una decina di anni fa al Telescopio di La Silla, dell'ESO, in Cile.
HARPS-N è uno strumento di altissima precisione in grado di misurare la velocità radiale di una stella, ossia la proiezione della velocità della stella lungo la nostra linea di osservazione, dell'ordine di 1 m/s. Questo equivale a scoprire pianeti delle dimensioni della nostra Terra attorno a stelle di tipo solare.
Oltre che dal telescopio, la capacità di produrre dati scientifici dipende naturalmente dalla strumentazione che analizza la luce raccolta dagli specchi. Il Telescopio Nazionale Galileo (TNG) è attualmente dotato di quattro strumenti che operano permanentemente nei suoi fuochi (Nasmyth A e Nasmyth B) e offre una grande varietà di modi osservativi: dalla fotometria su larga banda alla spettroscopia ad alta risoluzione, su lunghezze d’onda che vanno dall’ottico all’infrarosso.
Cercare pianeti extrasolari attorno a una stella diversa dal Sole è come pensare di individuare un granellino di sabbia di fronte a un’arancia a migliaia di chilometri di distanza. I pianeti, infatti, sono piccoli, poco luminosi e riflettono la luce della loro stella.
Vi sono diversi metodi per rilevare esopianeti, alcuni dei quali diretti (Parte 1) nel senso che si può riuscire a isolare il segnale proveniente dal pianeta stesso. Altri metodi invece si dicono indiretti (Parte 2) che permettono , cioè di rilevare la presenza di esopianeti dall’effetto che essi hanno sulla stella ospite.
Immaginiamo che il futuro e la fantascienza si fondano o si confondano. Immaginiamo che sia possibile programmare un viaggio al di fuori del nostro Sistema Solare, su uno dei tanti pianeti extrasolari scoperti finora. Dove andare?
NASA-JPL ha immaginato delle mete ideali da poter visitare in un lontano futuro, quando la tecnologia permetterà di compiere viaggi fino a stelle relativamente vicine al nostro Sole. Qui trovate una breve descrizione di cinque sistemi planetari, selezionati sulla base dei poster-cartoline realizzati da NASA-JPL per questi mondi lontani: saluti dal tuo primo pianeta extrasolare, 51 Pegasi b; PSO J318.5-22 – dove la notte non finisce mai; sperimenta la gravità su una Super-Terra, HD 40307g; rilassati su Kepler-16b, dove la tua ombra ha sempre compagnia; Kepler-186f, dove l’erba è sempre più rossa.
Vi sono alcune domande fondamentali a cui vorremmo un giorno poter rispondere: siamo soli nell’universo? Ci sono altre forme di vita, eventualmente intelligenti, su altri mondi? E’ possibile, o sarà mai possibile, entrare in contatto con esse?
Nel corso dei millenni queste domande hanno affascinato grandi pensatori, filosofi, mistici e uomini di scienza. Gli strumenti adottati per cercare risposte erano la pura speculazione e l’immaginazione. In mancanza di dati certi, la soluzione non poteva che dipendere dal modo di pensare di chi si poneva la questione. Così, accanto ad Epicuro e Giordano Bruno, convinti dell’esistenza di altri mondi abitati da esseri simili a noi, altri come Aristotele negavano tale possibilità.
È veramente sorprendente considerare le cose da una prospettiva diversa dal solito
e con un’altra scala di valori.
C’è da restare attoniti e affascinati.
Le dimensioni del nostro pur piccolo universo rendono già l’idea. Ma più in là del nostro sole c’è il grande universo.
Il nostro mondo è un puntino azzurro!
1. Hai problemi? Ti potrebbe aiutare pensare in maniera non convenzionale e mettere le cose nella giusta prospettiva Eccoti un po’ di astronomia per aiutarti a mettere le cose nella giusta prospettiva
3. Il telescopio Hubble si trova fuori della nostra atmosfera e orbita attorno alla terra a 593 km sopra il livello del mare con un periodo orbitale di circa 96 / 97 minuti con una velocità di 28,000 km/h. Gli è stato dato nome in onore dell’astronomo Edwin Hubble, E’ andato in orbita il 24 aprile 1990. Pesa circa 11000 kg, è di forma cilindrica con una lunghezza di 13,2 m e un diametro di 4,2 m. Questo telescopio può realizzare foto del cosmo con arco secondo di risoluzione di 0,1.
7. Questa è la galassia Sombraro altrimenti detta M104 nel catalogo di Messier a una distanza di 28 milioni di anni luce. Questa è considerata una delle foto più belle fatte da Hubble.
8. Questa è la Nebulosa Formica, così chiamata per la sua forma e posizionata tra 3000 e 6000 anni luce.
9. Questa è la Nebulosa Esquimese a 5000 anni luce.
11. Al quinto posto la Nebulosa Clessidra posta a 8000 anni luce. E’ il risultato di una stella esplosa.
12. Al sesto posto, una porzione della Nebulosa Cono a 2,5 anni luce
13. Alla settima posizione, troviamo una porzione della Nebulosa Cigno che si trova a 5,500 anni luce ed è descritta come un oceano di idrogeno con piccole quantità di ossigeno, zolfo e altri elementi.
14. All’ottavo posto, questa bellissima immagine chiamata “Notte stellata” Altrimenti conosciuta come Eco di Luce.
15. Al nono posto, 2 galassie che si stanno unendo NGC 2207 e IC 2163 che si trovano a 114 milioni di anni luce.
16. Decimo posto, un frammento della Nebuolosa “Trifid” con molte stelle a 9000 anni luce.
55. Ci mancano le parole quando scopriamo queste foto monumentali con i loro colori e luci. La Nebulosa Aquila o M16 si trova nella costellazione del Serpente ed è come una finestra aperta al centro di una notte stellata. Al centro, molte giovani stelle che creano uno spettacolo di emissioni gassose.
56. MOSTRARE TUTTO QUESTO IN QUESTO MODO E’ DAVVERO AFFASCINANTE, PROFONDAMENTE COMMOVENTE E DA CAPOGIRO.
60. SPERO CHE QUESTO TI ABBIA ILLUMINATO . AL DI LA’ DEL NOSTRO SOLE, C’E’ UN VASTO UNIVERSO
61. Il nostro sole Sirio Arturus Giove è un puntino sulla punta della freccia. La Terra non è visibile in questa scala
62. Antar es è la 15esima stella più brillante della notte. Si trova a più di 1000 anni luce. sole – 1 puntino Beetlejuice
63. E adesso dimmi, quanto sei alto ? E tutti quei problemi che avevi oggi ? Quali sono le cose così importanti da farti litigare o innervosire? VIVI LA TUA VITA IN PROSPETTIVA !
67. A.z. Apprezza la tua casa per un momento ! L’eredità dei nostri figli!
68. Adesso vedrai una foto per quei momenti in cui senti che la tua vita è soffocante. Quando pensi che i tuoi problemi siano enormi… … e quando pensi che c’è un enorme differenza tra le cose che dai e quelle che non fai,
69. E’ anche una foto per i momenti in cui pensi di essere un essere umano potente e magnifico... Sei un Homo Sapiens, Padrone della creazione, allo zenit del tuo potere tecnologico! E pensi che insieme agli altri 6 miliardi di persone … … siamo senz’altro unici nell’universo.
70. E per finire… … una foto per quei momenti in cui pensi che il mondo in cui vivi è così grande che sia indistruttibile. Con le sue grandi città, tutti gli oceani, le catene montuose e i continenti… Un Pianeta Invulnerabile… … insensibile, con le sue dimensioni e grandezza, Con le azioni che noi uomini compiamo… o no. Insensibile
71. Perché la terra ha 500 milioni di km quadrati di superficie! 6 mila trilioni di tonnellate di rocce!... E più di 1000 biliardi di tonnellate di acqua!…
72. Héla aquí, pues: Guarda questa foto per qualche istante E’ stata scattata dalla sonda Cassini-Juygens, nel 2004, quando ha raggiunto gli anelli di Saturno.
73. Stiamo tutti in questo puntino blu. Le nostre guerre… I nostri problemi... La nostra grandezza e miseria…. La nostra tecnologia, la nostra arte, i nostri progressi… Le nostre civiltà, la nostra flora e fauna... Le nostre razze e religioni… I governi, i paesi e gli stati... Il nostro amore… e odio… 6 miliardi di anime in continua agitazione… Questo è il nostro pianeta.
74. Se vuoi, possiamo considerare questa foto come una lezione di umiltà… E come un doppio messaggio: Da una parte , quanto siamo piccoli in questo universo, con i nostri problemi e le nostre differenze, quanto li guardiamo a questa distanza... Ma dall’altro lato, quanto è fragile il nostro pianeta, E l’importanza di prendersi cura di questo piccolo puntino blu, … perché è la sola casa che abbiamo. Ti fa pensare, no?