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N° 34 - MARZO 2014 L’ARTE DEL FRANCOBOLLO 5
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••UNA VITA CON
IL FRANCOBOLLO
Anche per questo
il francobollo
dev’essere difeso
di Maria Zofia Libera*D
opo tanti anni trascorsi in
un’organizzazione inter-
nazionale legata per vari
aspetti alla filatelia, mi pia-
ce continuare a dare il mio contributo
dedicandolo in modo particolare al
collezionista di francobolli.
Considero molto importante che i
collezionisti sappiano che il loro hob-
by è oggetto di un enorme volume di
lavoro che si sviluppa sulla scena in-
ternazionale sotto l’egida dell’Unio-
ne Postale Internazionale, l’Agenzia
specializzata delle Nazioni Unite che
agisce da coordinatore tra i vari paesi
per quanto riguarda le attività postali.
Il francobollo, da molti identificato
quale Ambasciatore itinerante in miniatura
di ogni paese, è l’origine e la fonte della
filatelia, quel collezionismo che è stato
definito hobby da re e re degli hobby. Una
lunga storia con una grandissima im-
portanza culturale che continua ad at-
trarre gente di tutto il mondo, di ogni
età, di ogni cultura e professione, di
ogni estrazione sociale.
È in questo contesto che vorrei il-
lustrare quale sia stata e sia la mia
relazione personale col francobollo.
Ho iniziato a raccogliere cartoline e
francobolli fin dai primi anni di scuo-
la quando scambiavo corrispondenza
con altri studenti della mia età resi-
denti in altre parti del mondo, i miei
“amici di penna”. Io ero un’immi-
grante dell’Europa dell’Est, finita a vi-
vere in uno sperduto paesello nel nord
del Canada. Lo scambio di lettere con
tanti amici della mia età era per me
come viaggiare attorno al mondo per
conoscere altre culture e gente anche
se solo come esperienza virtuale.
Ero rapita dalla bellezza delle im-
magini rappresentate sulle cartoline
e sui francobolli che ricevevo e dalle
culture di tanti diversi paesi, così ho
iniziato a collezionare francobolli e
a cimentarmi con idiomi differenti. I
francobolli sulle lettere erano per me
finestre su nuovi orizzonti, ponti che
univano civiltà, opere d’arte in minia-
tura, testimoni delle diversità culturali
e del patrimonio socio-economico dei
paesi nei quali i miei penpals vivevano.
Conservo ancora tra le mie carte alcu-
ne delle cartoline e dei francobolli ri-
cevuti in quel periodo. Più tardi, come
universitaria, ho passato un’intera
estate in Europa per visitare la mag-
gior parte dei miei amici di penna dei
quali non avevo perso il contatto, in
Austria, Belgio, Inghilterra, Francia,
Grecia, Italia, Portogallo e Spagna.
È stato quindi con immenso piacere
che al termine della mia attività di uffi-
ciale internazionale dell’UPU ho colto
l’opportunità di continuare a lavorare
con e per il francobollo. Di fatto lavo-
rare per promuovere l’interesse per la
filatelia e la salvaguardia dell’identità
nazionale sul francobollo è stato per
me il motivo più edificante, quasi un
privilegio ricevuto per una carriera di
più di 25 anni presso l’UPU. Non solo
esisteva una costante interazione tra i
paesi membri, che emettono franco-
bolli, ma anche con e tra le maggiori
organizzazioni filateliche internazio-
nali e, logicamente, anche con gli stes-
si collezionisti.
Una delle mie finalità come Pro-
gramme Manager dell’UPU, durante i
circa dieci anni trascorsi come princi-
pale responsabile dello sviluppo della
filatelia, era di incrementare la consa-
pevolezza, da parte dei paesi membri
dell’UPU, dell’importanza di un’ade-
guata pratica commerciale, finalizzata
allo sviluppo della filatelia, molto al di
là degli interessi nazionali nella salva-
guardia dell’immagine e dell’identità
di ogni paese. Già da tempo veniva
infatti perpetrato, a scapito della repu-
* Ex Programme Manager responsabile per la
filatelia nell’Ufficio internationale dell’U-
nione postale universale
Una
Culturale sulMondo
Maria Libera,
come è
chiamata da
amici e colleghi,
al corso di
addestramento
sulla filatelia
tenutosi a
Bamako, Mali,
nel febbraio
2002, tra il
Segretario
generale
dell’Unione
postale
Panafricana e
la Segretaria
dell’Associazione
francese per lo
sviluppo della
filatelia
6 L’ARTE DEL FRANCOBOLLO N° 34 - MARZO 2014
tazione del francobollo quale simbolo
di sovranità e quale “ambasciatore itine-
rante in miniatura”, un grave attacco da
parte di abusivi e di industrie illegali.
Ed è stato anche grazie alla mia prece-
dente esperienza nello sviluppo della
sicurezza postale e delle iniziative di
protezione e prevenzione postale che
ho potuto organizzare misure contro
le contraffazioni e le imitazioni di fran-
cobolli, per me una sfida stimolante e
gratificante. Quale segretaria dell’As-
sociazione mondiale per lo sviluppo
della filatelia (quella WADP che ho
contribuito a creare nel 1997, costitu-
ita dai maggiori partner dell’industria
filatelica e dai paesi membri dell’UPU)
e responsabile della filatelia, ero rego-
larmente in contatto, tramite continui
scambi di idee, un carteggio regolare
e incontri periodici, con i presidenti e
i consiglieri di associazioni internazio-
nali come l’AIJP (giornalisti filatelici),
l’ASCAT (editori di cataloghi), la FIP
(collezionisti), l’IFSDA (commercianti
di francobolli) e l’Intergraf (aziende
grafiche).
Gli organismi postali della maggior
parte di paesi in via di sviluppo aveva-
no urgente bisogno di mezzi e di aiu-
to per gestire al meglio la produzione
delle carte-valori e per garantire lo svi-
luppo della filatelia e del collezionismo
nei loro territori. A questo proposito
ho pilotato una task force con la pro-
duzione della Guida per lo sviluppo della
filatelia in otto lingue: arabo, cinese,
inglese, francese, tedesco, portoghese,
russo e spagnolo. Nello stesso tempo
ho anche avuto l’opportunità di orga-
nizzare corsi di formazione e questi
gruppi di lavoro, in particolare per i
paesi africani e dell’Est europeo.
Una delle prime attività in colla-
borazione con un partner filatelico, la
FIP, è stata l’organizzazione della com-
petizione per il migliore disegno da
utilizzare su un francobollo di servizio
da emettere nel 1999 in Svizzera per
commemorare i 125 anni dell’UPU. I
collezionisti di tutto il mondo sono sta-
ti invitati a votare per corrispondenza.
Il bozzetto vincente
ricevette un premio
speciale FIP durante
una cerimonia solen-
ne organizzata pres-
so gli uffici centrali
delle Nazioni Unite
a Ginevra.
In collaborazione
con differenti programmi delle Na-
zioni Unite ho avuto l’opportunità di
incoraggiare gli stati membri dell’U-
PU a emettere francobolli per cele-
brare gli Anni internazionali stabiliti
dall’Assemblea generale delle Nazioni
Unite. Instaurammo inoltre un’intera-
zione regolare con il Gruppo filatelico
del Comitato olimpico internazionale,
che si era rivolto all’UPU per ricevere
collaborazione nella protezione della
proprietà intellettuale del marchio con
gli anelli olimpici, e a tale proposito fu
concertata una lettera specifica indi-
rizzata a tutti i paesi membri dell’U-
PU. Cooperazione ad alto livello pure
con la FIFA, la Federazione interna-
zionale delle associazioni calcistiche,
sia per la protezione del loro copyright
che per l’incoraggiamento dei paesi
soci all’emissione di francobolli come
promozione dei mondiali di calcio.
Un’altro settore nel quale la pro-
mozione della filatelia è stata attiva
è stato quello dei Musei specializzati
in comunicazione. A questo proposi-
to ho mantenuto contatti regolari con
l’Unesco, che ha tra le sue strategie il
supporto dei musei che incoraggiano
un approccio di integrazione verso le
eredità nazionali tanto quanto verso i
legami di continuità tra creazione ed
eredità. Molti musei delle comunica-
zioni hanno sezioni speciali riservate
ai francobolli e anche archivi filatelici
relativi alle emissioni in genere. Que-
sti musei ricevono regolarmente dalla
Segreteria dell’UPU un esemplare di
ogni francobollo ufficialmente emesso
dai paesi membri, che va a costituire
la base della loro collezione filatelica,
da utilizzare in varie manifestazioni
museali.
Anche l’organizzazione di mostre
filateliche presso la sede dell’UPU
faceva parte del mio programma per
convincere i paesi membri dell’impor-
tanza di sviluppare la filatelia sui loro
territori, e ciò veniva fatto coinvolgen-
do ambasciate, ministeri e musei. Era
anche indispensabile la partecipazio-
ne a manifestazioni filateliche inter-
nazionali per poter avere la visione
diretta di come avveniva la promozio-
ne della filatelia, per interloquire con i
vari partner filatelici dei diversi paesi e
anche per far sentire la presenza delle
istituzioni filateliche ufficiali.
Certo non era possibile ignorare il
numero crescente di casi di emissioni
di francobolli illegali, identificate già
dalla metà del 1990 e denunciate con
circolari UPU. Contro il proliferare di
queste emissioni era necessario intra-
prendere urgenti contromisure, per
evitare una confusione tra francobolli
ufficiali e non, che avrebbe fatto fuggi-
re dalla filatelia molti collezionisti.
A questo proposito la WADP con-
cordò con tutti i suoi partner di lan-
ciare il primo gennaio del 2002, su
un sito web pubblico, il Sistema di nu-
merazione mondiale (WNS): un registro
pubblico dell’UPU delle emissioni di
francobolli ufficiali, consultabile libe-
ramente dai collezionisti e da chiun-
que fosse interessato. Purtroppo, ad
oggi, il progetto non si ancora tramu-
tato in realtà.
Si tratta di una lotta senza fine, in
cui ho creduto e per cui ho lavorato
con tutte le mie forze; nella promozio-
ne e nel supporto del sistema WNS,
con il controllo costante delle emissio-
ni e delle vendite sul mercato mondia-
le. Incoraggiando tutti i Paesi a denun-
ciare immediatamente le emissioni
illegali fatte in loro nome. Inviando re-
golarmente comunicati stampa e mes-
saggi di allerta alla comunità filatelica,
ricevendo in risposta da collezionisti e
associazioni filateliche aggiornamenti
e monitoraggi sulla situazione delle
emissioni illegali.
Oggi non sono più coinvolta, diret-
tamente e ufficialmente, nella gestione
della filatelia a livello internazionale
ma la passione rimastami mi spinge a
continuare a condividere le mie idee e
le mie esperienze, per contribuire allo
sviluppo di tutte quelle attività mira-
te alla promozione e alla salvaguardia
di quel meraviglioso pezzetto di carta
che è il francobollo.
UnaVetrinaCulturale sulMondo

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  • 1. N° 34 - MARZO 2014 L’ARTE DEL FRANCOBOLLO 5 ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••UNA VITA CON IL FRANCOBOLLO Anche per questo il francobollo dev’essere difeso di Maria Zofia Libera*D opo tanti anni trascorsi in un’organizzazione inter- nazionale legata per vari aspetti alla filatelia, mi pia- ce continuare a dare il mio contributo dedicandolo in modo particolare al collezionista di francobolli. Considero molto importante che i collezionisti sappiano che il loro hob- by è oggetto di un enorme volume di lavoro che si sviluppa sulla scena in- ternazionale sotto l’egida dell’Unio- ne Postale Internazionale, l’Agenzia specializzata delle Nazioni Unite che agisce da coordinatore tra i vari paesi per quanto riguarda le attività postali. Il francobollo, da molti identificato quale Ambasciatore itinerante in miniatura di ogni paese, è l’origine e la fonte della filatelia, quel collezionismo che è stato definito hobby da re e re degli hobby. Una lunga storia con una grandissima im- portanza culturale che continua ad at- trarre gente di tutto il mondo, di ogni età, di ogni cultura e professione, di ogni estrazione sociale. È in questo contesto che vorrei il- lustrare quale sia stata e sia la mia relazione personale col francobollo. Ho iniziato a raccogliere cartoline e francobolli fin dai primi anni di scuo- la quando scambiavo corrispondenza con altri studenti della mia età resi- denti in altre parti del mondo, i miei “amici di penna”. Io ero un’immi- grante dell’Europa dell’Est, finita a vi- vere in uno sperduto paesello nel nord del Canada. Lo scambio di lettere con tanti amici della mia età era per me come viaggiare attorno al mondo per conoscere altre culture e gente anche se solo come esperienza virtuale. Ero rapita dalla bellezza delle im- magini rappresentate sulle cartoline e sui francobolli che ricevevo e dalle culture di tanti diversi paesi, così ho iniziato a collezionare francobolli e a cimentarmi con idiomi differenti. I francobolli sulle lettere erano per me finestre su nuovi orizzonti, ponti che univano civiltà, opere d’arte in minia- tura, testimoni delle diversità culturali e del patrimonio socio-economico dei paesi nei quali i miei penpals vivevano. Conservo ancora tra le mie carte alcu- ne delle cartoline e dei francobolli ri- cevuti in quel periodo. Più tardi, come universitaria, ho passato un’intera estate in Europa per visitare la mag- gior parte dei miei amici di penna dei quali non avevo perso il contatto, in Austria, Belgio, Inghilterra, Francia, Grecia, Italia, Portogallo e Spagna. È stato quindi con immenso piacere che al termine della mia attività di uffi- ciale internazionale dell’UPU ho colto l’opportunità di continuare a lavorare con e per il francobollo. Di fatto lavo- rare per promuovere l’interesse per la filatelia e la salvaguardia dell’identità nazionale sul francobollo è stato per me il motivo più edificante, quasi un privilegio ricevuto per una carriera di più di 25 anni presso l’UPU. Non solo esisteva una costante interazione tra i paesi membri, che emettono franco- bolli, ma anche con e tra le maggiori organizzazioni filateliche internazio- nali e, logicamente, anche con gli stes- si collezionisti. Una delle mie finalità come Pro- gramme Manager dell’UPU, durante i circa dieci anni trascorsi come princi- pale responsabile dello sviluppo della filatelia, era di incrementare la consa- pevolezza, da parte dei paesi membri dell’UPU, dell’importanza di un’ade- guata pratica commerciale, finalizzata allo sviluppo della filatelia, molto al di là degli interessi nazionali nella salva- guardia dell’immagine e dell’identità di ogni paese. Già da tempo veniva infatti perpetrato, a scapito della repu- * Ex Programme Manager responsabile per la filatelia nell’Ufficio internationale dell’U- nione postale universale Una Culturale sulMondo Maria Libera, come è chiamata da amici e colleghi, al corso di addestramento sulla filatelia tenutosi a Bamako, Mali, nel febbraio 2002, tra il Segretario generale dell’Unione postale Panafricana e la Segretaria dell’Associazione francese per lo sviluppo della filatelia
  • 2. 6 L’ARTE DEL FRANCOBOLLO N° 34 - MARZO 2014 tazione del francobollo quale simbolo di sovranità e quale “ambasciatore itine- rante in miniatura”, un grave attacco da parte di abusivi e di industrie illegali. Ed è stato anche grazie alla mia prece- dente esperienza nello sviluppo della sicurezza postale e delle iniziative di protezione e prevenzione postale che ho potuto organizzare misure contro le contraffazioni e le imitazioni di fran- cobolli, per me una sfida stimolante e gratificante. Quale segretaria dell’As- sociazione mondiale per lo sviluppo della filatelia (quella WADP che ho contribuito a creare nel 1997, costitu- ita dai maggiori partner dell’industria filatelica e dai paesi membri dell’UPU) e responsabile della filatelia, ero rego- larmente in contatto, tramite continui scambi di idee, un carteggio regolare e incontri periodici, con i presidenti e i consiglieri di associazioni internazio- nali come l’AIJP (giornalisti filatelici), l’ASCAT (editori di cataloghi), la FIP (collezionisti), l’IFSDA (commercianti di francobolli) e l’Intergraf (aziende grafiche). Gli organismi postali della maggior parte di paesi in via di sviluppo aveva- no urgente bisogno di mezzi e di aiu- to per gestire al meglio la produzione delle carte-valori e per garantire lo svi- luppo della filatelia e del collezionismo nei loro territori. A questo proposito ho pilotato una task force con la pro- duzione della Guida per lo sviluppo della filatelia in otto lingue: arabo, cinese, inglese, francese, tedesco, portoghese, russo e spagnolo. Nello stesso tempo ho anche avuto l’opportunità di orga- nizzare corsi di formazione e questi gruppi di lavoro, in particolare per i paesi africani e dell’Est europeo. Una delle prime attività in colla- borazione con un partner filatelico, la FIP, è stata l’organizzazione della com- petizione per il migliore disegno da utilizzare su un francobollo di servizio da emettere nel 1999 in Svizzera per commemorare i 125 anni dell’UPU. I collezionisti di tutto il mondo sono sta- ti invitati a votare per corrispondenza. Il bozzetto vincente ricevette un premio speciale FIP durante una cerimonia solen- ne organizzata pres- so gli uffici centrali delle Nazioni Unite a Ginevra. In collaborazione con differenti programmi delle Na- zioni Unite ho avuto l’opportunità di incoraggiare gli stati membri dell’U- PU a emettere francobolli per cele- brare gli Anni internazionali stabiliti dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Instaurammo inoltre un’intera- zione regolare con il Gruppo filatelico del Comitato olimpico internazionale, che si era rivolto all’UPU per ricevere collaborazione nella protezione della proprietà intellettuale del marchio con gli anelli olimpici, e a tale proposito fu concertata una lettera specifica indi- rizzata a tutti i paesi membri dell’U- PU. Cooperazione ad alto livello pure con la FIFA, la Federazione interna- zionale delle associazioni calcistiche, sia per la protezione del loro copyright che per l’incoraggiamento dei paesi soci all’emissione di francobolli come promozione dei mondiali di calcio. Un’altro settore nel quale la pro- mozione della filatelia è stata attiva è stato quello dei Musei specializzati in comunicazione. 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A questo proposito la WADP con- cordò con tutti i suoi partner di lan- ciare il primo gennaio del 2002, su un sito web pubblico, il Sistema di nu- merazione mondiale (WNS): un registro pubblico dell’UPU delle emissioni di francobolli ufficiali, consultabile libe- ramente dai collezionisti e da chiun- que fosse interessato. Purtroppo, ad oggi, il progetto non si ancora tramu- tato in realtà. Si tratta di una lotta senza fine, in cui ho creduto e per cui ho lavorato con tutte le mie forze; nella promozio- ne e nel supporto del sistema WNS, con il controllo costante delle emissio- ni e delle vendite sul mercato mondia- le. Incoraggiando tutti i Paesi a denun- ciare immediatamente le emissioni illegali fatte in loro nome. Inviando re- golarmente comunicati stampa e mes- saggi di allerta alla comunità filatelica, ricevendo in risposta da collezionisti e associazioni filateliche aggiornamenti e monitoraggi sulla situazione delle emissioni illegali. Oggi non sono più coinvolta, diret- tamente e ufficialmente, nella gestione della filatelia a livello internazionale ma la passione rimastami mi spinge a continuare a condividere le mie idee e le mie esperienze, per contribuire allo sviluppo di tutte quelle attività mira- te alla promozione e alla salvaguardia di quel meraviglioso pezzetto di carta che è il francobollo. UnaVetrinaCulturale sulMondo