2. L'Istruzione degli alunni disabili è sempre stato oggetto di discussione, poiché nel contesto Europeo l'adozione di politiche di inserimento differenti a livello nazionale, talvolta ha impedito che la problematica fosse trattata in modo adeguato e uniforme. Il fulcro della questione risiede principalmente nel tipo di politica di integrazione da adottare ( approccio unidirezionale, bidirezionale, multidirezionale) e se sia giusto parlare di disabilità in termini di “ conseguenze scolastiche ”.
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4. I paesi della seconda categoria (approccio multi-direzionale ) hanno adottato un approccio molteplice al problema dell’integrazione. Offrono una notevole varietà di servizi tra i sistemi scolastici, ordinario e differenziato.
5. Nella terza categoria (approccio bidirezionale ) esistono due distinti sistemi educativi. Gli alunni disabili vengono inseriti in scuole o classi speciali.
6. Il Consiglio dell'Unione Europea in merito , a dieci anni dalla stesura del documento per i diritti dei disabili, ha ribadito le “ Regole Standard per l’Uguaglianza di Opportunità delle Persone Disabili” [ Assemblea Generale ,Risoluzione 48/96 del 20 Dicembre 1993] chiedendo agli stati europei di dedicare un' adeguata attenzione a livello nazionale per stabilire quali siano i diritti e privilegi spettanti agli alunni di questa categoria in modo che vengano garantita uniformemente l'istruzione.
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8. promuovere i diritti dei bambini e dei giovani con disabilità a un pari trattamento nell’insegnamento;
9. Mettere in luce che l e definizioni e le categorie di “ bisogni educativi speciali ” e “ disabilità ” variano a seconda dei paesi. Alcuni ne specificano solo una o due (per esempio in Danimarca). Altri più di dieci (Polonia).
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11. Alcuni paesi hanno modificato il sistema di finanziamento per migliorare i servizi necessari all’integrazione.
12. In altri, è cresciuta la consapevolezza dell’importanza di un adeguato sistema di finanziamento
13. Ancora dibattuta è la disabilità come portatrice di conseguenze scolastiche nei sistemi dove si valorizzano le eccellenze e si penalizzano gli alunni deboli. Gli alunni disabili determinerebbero un abbassamento della media dell'istituto, non rientrando nel un modo di pensare “economico” entrato a far parte dell’istruzione. In questo senso, il desiderio di raggiungere risultati sempre più elevati e di integrare gli alunni con bisogni speciali diventano antitetici . Ne è uno degli esempi più espliciti l’ Inghilterra .
14. Se si fa un confronto tra i paesi Europei in merito ai provvedimenti rivolti a favore degli alunni disabili, considerando i dati raccolti dal 1999 al 2001, si vede di quanto sia varia la prassi di integrazione. Consideriamo 3 paesi campione dalle cifre chiare Paese Numero degli alunni in età scolare Alunni disabili Alunni iscritti in settori formativi differenziati* AUSTRIA 848.126 271.401 43.424 FINLANDIA 583.945 103.942 38.459 SPAGNA 4.541.489 1.680.351 67.214
15. In riferimento ai dati della tabella, nel grafico si è messo in luce il numero degli studenti disabili che nei Paesi campione sono iscritti in settori formativi differenziati ( approccio bidirezionale ), attualmente i più diffusi.
16. Per ulteriori informazioni di rimanda al sito del ’ Agenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione degli Studenti Disabili ( http://www.european-agency.org/ ), l'organo indipendente e autonomo fondato dai Ministeri dell’Istruzione dei paesi membri per realizzare una piattaforma di collaborazione nel campo della disabilità. Grazie per l'attenzione.