Damiano aveva giurato: quell’ultima vetta ancora, e poi avrebbe dato l’addio all’alpinismo. Ma proprio sull’agognata Cima Dodici un avvenimento inaspettato mette sottosopra la sua vita.
Sullo sfondo, due grandi storie d’amore: quelle tra lo scalatore e Cecilia e fra gli studenti universitari Marco e Milena, che finiranno imprevedibilmente con l’intrecciarsi.
Damiano aveva giurato: quell’ultima vetta ancora, e poi avrebbe dato l’addio all’alpinismo. Ma proprio sull’agognata Cima Dodici un avvenimento inaspettato mette sottosopra la sua vita.
Sullo sfondo, due grandi storie d’amore: quelle tra lo scalatore e Cecilia e fra gli studenti universitari Marco e Milena, che finiranno imprevedibilmente con l’intrecciarsi.
Un limoncello all'inferno (quarta stazione)elnovovassor
Quel 27 gennaio mio papà mi ha liberata dalle zavorre della nostalgia; mi ha permesso di accettare la mia identità composta da due anime, da due culture, da due patrie: non potrei consistere senza una delle due.
Storia di un reduce dai campi di sterminio nazisti, fra i molti che racchiude, è questo forse il messaggio conclusivo del libro memoria-romanzo di Centonze. Quello che condensa i caratteri del suo animo esuberante e mette in luce il legame profondo con il padre. Legame che non è banale attaccamento al genitore preferito, ma elogio della paternità – il senso acuto della responsabilità sopravvissuto in uomo pur così ferito e segnato da una esperienza atroce - e della maternità. Perché Cosetta (colei che scrive in prima persona) l’ha preso veramente per mano, come quei bambini che si sono persi in un contesto non più familiare, e che il sentimento materno spinge a raccogliere per “riportare a casa”. Rapporto unico ed esemplare sul quale fiorisce come sentimento maturo il perdono di Lui ai suoi aguzzini e la sapiente - sperimentata sulla sua carne - fraternità di Lei.
Un limoncello all'inferno (quarta stazione)elnovovassor
Quel 27 gennaio mio papà mi ha liberata dalle zavorre della nostalgia; mi ha permesso di accettare la mia identità composta da due anime, da due culture, da due patrie: non potrei consistere senza una delle due.
Storia di un reduce dai campi di sterminio nazisti, fra i molti che racchiude, è questo forse il messaggio conclusivo del libro memoria-romanzo di Centonze. Quello che condensa i caratteri del suo animo esuberante e mette in luce il legame profondo con il padre. Legame che non è banale attaccamento al genitore preferito, ma elogio della paternità – il senso acuto della responsabilità sopravvissuto in uomo pur così ferito e segnato da una esperienza atroce - e della maternità. Perché Cosetta (colei che scrive in prima persona) l’ha preso veramente per mano, come quei bambini che si sono persi in un contesto non più familiare, e che il sentimento materno spinge a raccogliere per “riportare a casa”. Rapporto unico ed esemplare sul quale fiorisce come sentimento maturo il perdono di Lui ai suoi aguzzini e la sapiente - sperimentata sulla sua carne - fraternità di Lei.
Le Favole rappresentano il patrimonio più vivo delle nostre radici popolari, una fonte inesauribile di intrecci, personaggi e ambienti, ma non solo: ciò che più affascina, per dirla con le parole di Calvino, “è l’infinita metamorfosi di ciò che esiste”, lo scrigno di immagini e suggestioni che il Teatro deve necessariamente valorizzare come possibile racconto del presente.
Ecco la domanda: si possono scrivere favole nuove? Favole che possano raccontarci con ironia, forza e intimità i nostri giorni, le storture e la decadenza della modernità? Favole che dal passato ci proiettino verso una contemporaneità espressiva, verso il futuro?
Nel sogno di mondi incantati una sola cosa è certa: le favole sono vere.
Queste sono alcune delle canzoni e filastrocche che cantiamo in prima classe. Ve le riportiamo in queste diapositive cosí potete ricordarle e cantarle di nuovo quando volete voi!!!
Aladino incontra Saccone Nerone e la Compagnia della Raccolta Differenziatavicarosa
Progetto3T con Aladino
classi 1^A e 1^ B - Sc.Primaria di TEZZE
2°Circolo di ARZIGNANO (VI)
INSS. CARLOTTO NERINA, IOVANE ILARIA, VICARIOTTO ROSAMARIA
Musiche utilizzate:
- "Serenata Araba " sinfonia per orchestra di Francesco Paolo Frontini
-"Raccolta differenziata" di Maurizio Spaccazocchi -Editore Progetti Sonori tratto dalla pubblicazione "Noi e le Musica" vol.2.
''ANNO 1962. CIAK SI GIRA:
palcoscenico di una scuola materna: sono alla mia prima recita.
Siamo dieci bambine che, disposte in cerchio, cantiamo la canzone ''La campagnola bella''. Indossiamo un costume di raso verde con applicate margherite bianche. Eseguiamo dei piccoli passi di danza tipo la Zorba ed alziamo le mani in alto, ci impegniamo molto, la suora ci fa segno e noi teniamo il tempo.
Siamo emozionate e cerchiamo con gli occhi, in platea, un viso conosciuto, i nostri genitori (...).''
Un romanzo dove la vita ed il teatro si fondono in un unico scenario.
Senza pretese artistiche, cercherò di riproporre i racconti di nonna Nicolina così come ce li raccontava lei.
È il mio modesto omaggio a mia nonna alla quale sono ancora legato al di là del tempo e delle dimensioni che ci dividono.
ATTENZIONE: RACCONTO AD ALTO CONTENUTO EROTICO - VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI !
Un’istitutrice veramente “speciale” avvia la sua pupilla a piaceri languidi e femminili.
Si prenderà “cura” della giovane Nicole fino all’atto più estremo del suo svezzamento erotico.
Un gioco troppo facile che, alla fine, si ritorce proprio contro di lei, in maniera del tutto inaspettata.
La carta expresa la gratitud de una maestra italiana hacia sus alumnos españoles por su cariño y atención durante su visita, pero debe regresar a su propia escuela en Italia donde sus otros alumnos la esperan. Agradece a su amiga por haber hecho posible este sueño de visitar a los niños españoles.
Que acabe la violencia y que reine la pazmjluquino
Este documento expresa indignación por la discriminación, guerras y violencia que existen en el mundo. Señala que los conflictos políticos, económicos y sociales suelen perjudicar a los más pobres, quienes sufren la destrucción de sus hogares y enfermedades. Concluye llamando a unirse para crear un mundo mejor sin armas, odio ni violencia, donde quepan todos independientemente de su raza, religión u orientación sexual.
El Cocodrilo Enorme intentó varias formas de atrapar niños para comérselos, pero su plan fue frustrado en cada ocasión por los animales del bosque como el hipopótamo Doble-peso, el elefante Trompeta y el mono Titi-Travieso. Finalmente, el elefante Trompeta lanzó al Cocodrilo Enorme tan alto que salió de la Tierra y se estrelló contra el Sol, poniendo fin a sus intentos de comerse a los niños.
Este documento define la amistad a través de palabras clave como confianza, apoyo, amor y alegría. También discute que las amistades no siempre son armoniosas y que los amigos íntimos están para divertirse, no solo compartir secretos. Además, sugiere que los amigos de verdad aceptan la crítica constructiva sin enojarse.
Museo nacional de arte medieval y moderno [matera]mjluquino
El Palazzo Lanfranchi en Matera, Italia alberga el Museo Nacional de Arte Medieval y Moderno de Basilicata. Originalmente construido en el siglo XVII como seminario diocesano, el edificio tiene una fachada asimétrica que incorpora la iglesia del antiguo convento. El museo contiene colecciones de arte sacro, pintura napolitana, arte contemporáneo y objetos etno-antropológicos de la región de Basilicata.
El documento presenta a Carlo Levi, escritor y pintor italiano. Nació en 1902 en Turín y fue desterrado por el régimen fascista a Aliano, Basilicata entre 1934-1936, experiencia que inspiró su novela más famosa "Cristo se detuvo en Éboli". El documento resume su vida y obra, con énfasis en su destierro y la influencia en su perspectiva y escritura de "Cristo se detuvo en Éboli". Falleció en Roma en 1975 a los 72 años y fue enterrado en Aliano por su propio deseo
El Palazzo Lanfranchi en Matera, Italia alberga el Museo Nacional de Arte Medieval y Moderno de Basilicata. Fue construido en el siglo XVII como seminario diocesano y ahora exhibe colecciones de arte sacro, pintura napolitana de los siglos XVII-XVIII, arte contemporáneo y objetos de la cultura de Lucania. El museo se encuentra en un edificio histórico con fachada asimétrica y claustro decorado, y ofrece exposiciones que exploran la historia y cult
El documento es una carta de despedida de la clase a su amigo Adrián, quien falleció. La carta expresa que a pesar de su discapacidad, Adrián siempre se rió y enseñó a la clase que todos son iguales. Su alegría y amistad los hizo crecer en solidaridad. La clase siempre lo recordará con cariño.
Este documento describe la historia y características del Museo de Bellas Artes de Sevilla. Originalmente fue el Convento de la Merced Calzada fundado en el siglo XIII, y fue remodelado en el siglo XVII. Desde finales del siglo XIX, el edificio alberga el museo, que contiene valiosas obras de Murillo, Velázquez y otros pintores sevillanos. El museo se encuentra en la Plaza del Museo, que fue diseñada en 1846 y cuenta con un monumento a Murillo en el centro
This document summarizes several traditional playground games and activities from Spain, including descriptions of how to play each one. Some of the games involve ropes, balls, chalk drawings on the ground, and physical skills like hopping, jumping, and coordination. The purpose is to promote physical exercise, motor skills, social skills, and fun for children during recess.
Este documento presenta información sobre varios lugares y aspectos culturales de las regiones de Apulia y Basilicata en Italia, incluyendo la catedral de Altamura, las fiestas de San Nicolás en Bari, la catedral de Matera, los trullos de Alberobello declarados patrimonio de la humanidad, y varios platillos típicos de la región como pasta fresca y bombette di Alberobello.
Una niña encontró un pozo de los deseos y deseó algo, pero el pozo gritó "ayy". Asustada, regresó con su madre y hermano, quienes también escucharon al pozo decirles que no tiraran más monedas. La niña regresó sola al pozo con una cuerda y encontró un cocodrilo dormido dentro. El cocodrilo le dijo que él era quien gritaba porque quería salir e ir con su especie. La niña y el cocodrilo encontraron un pasadizo que los llevó a un zooló
La niña Ana cae dentro de un pozo mágico donde conoce a varias criaturas mitológicas. Se hace amiga del ángel Gabriel, quien le enseña a luchar contra demonios. Ana se disfraza de hombre para reemplazar a Gabriel en la guerra contra los demonios y logra derrotarlos, salvando al mundo de los ángeles.
Rosa era una niña de 8 años que tuvo una pesadilla. Al día siguiente en la escuela se aprovechaba de los demás y les insultaba. Cuando llegó a casa, escuchó voces detrás de la pared que la invitaban a encontrar algo asombroso. Rosa encontró una llave debajo de su cama y abrió una puerta secreta que conducía a un hada mágica. El hada le concedió un deseo que la llevó al pasado, presente y futuro. Rosa descubrió que se quedaría sola en el futuro
Openoffice de alba,catedral,giralda y barrio santa cruz de sevillamjluquino
El documento describe una excursión al barrio Santa Cruz y a la catedral de Sevilla. Los estudiantes visitaron el barrio Santa Cruz, donde su guía les mostró una figura de un barco. Luego pasaron por calles estrechas y llegaron a la catedral, donde su guía les contó historias y leyendas. Lo que más le gustó al autor fue el patio de los naranjos y la tumba de Cristóbal Colón, que encontró misteriosa. La excursión le pareció una maravilla.
La Unión Europea ha acordado un paquete de sanciones contra Rusia por su invasión de Ucrania. Las sanciones incluyen restricciones a los bancos rusos, la prohibición de la venta de aviones y equipos a Rusia, y sanciones contra funcionarios rusos. Los líderes de la UE esperan que las sanciones aumenten la presión económica sobre Rusia y la disuadan de continuar su agresión contra Ucrania.
Catedral, giralda y barrio santa cruz de lucía.mjluquino
Este documento resume información sobre la Giralda, la Catedral de Sevilla y el barrio de Santa Cruz. La Giralda fue construida en 1172 como campanario de la Catedral, mide 101 metros y tiene 35 rampas. La Catedral se construyó en 1433 en estilo gótico junto a la Giralda y contiene tumbas importantes. El barrio de Santa Cruz se ubica en la antigua judería y sus calles conservan nombres históricos.
El documento describe una excursión al Barrio Santa Cruz en Sevilla. Incluye una lista de calles en el barrio y una breve historia sobre una mujer llamada Susona. Luego, el grupo se divide para visitar primero la Giralda y luego la Catedral de Sevilla. Proporciona detalles sobre subir a la Giralda y sobre las características arquitectónicas y contenido de la Catedral, incluyendo la tumba de Cristóbal Colón.
2. Una volta, mancava poco a Natale, un bambino fece il suo presepio. Preparò le montagne
di cartapesta, il cielo di carta da zucchero, il laghetto di vetro, la capanna con sopra la
stella. Dispose con fantasia le statuine, levandole una per una dalla scatola in cui le aveva
riposte l'anno prima. E dopo che le ebbe collocate qua e là, al loro posto - i pastori e le
pecore sul muschio, i re Magi sulla montagna, la vecchina delle caldarroste presso il
sentiero - gli sembrò che fossero poche. Restavano troppi spazi vuoti. Che fare? Era
troppo tardi per uscire a comprare altre statuine, e del resto lui di soldi non ne aveva
tanti...
Mentre si guardava intorno, in cerca di un'idea, gli capitò sotto gli occhi un altro scatolone,
quello in cui aveva messo a riposo, in pensione, certi vecchi giocattoli: per esempio, un
pellerossa di plastica, ultimo superstite di un'intera tribù che marciava all'assalto di Fort
Apache... un piccolo aeroplano senza timone, con l'aviatore seduto nella carlinga... una
bamboletta un po' «hippy », con la chitarra a tracolla: gli era capitata in casa per
combinazione, dentro la scatola del detersivo per la lavatrice. Lui, naturalmente, non ci
aveva giocato mai, i maschi non giocano con le bambole. Però, a guardarla, era proprio
carina.
3. Il bambino la posò sul sentiero del presepe, accanto alla vecchietta delle caldarroste.
Prese anche il pellerossa, con l’ascia di guerra in mano, e lo collocò in fondo al gregge,
presso la coda dell'ultima pecora. Infine appese con un filo l'aeroplano e il suo pilota a un
alberello di plastica, abbastanza alto, che una volta era stato un albero di Natale, di quelli
che si comprano ai Grandi Magazzini e trovò il posto anche per loro, sulla montagna, non
lontano dai re Magi e dai loro cammelli. Contemplò soddisfatto il suo lavoro, poi andò a
letto e si addormentò subito. Allora si svegliarono le statuine del presepio. Il primo ad
aprire gli occhi fu uno dei pastori. Egli notò subito che c'era qualcosa di nuovo e di diverso
nel presepio. Una novità che non gli piaceva troppo. Anzi, non gli piaceva per niente.
- Ehi, ma chi è quel tipaccio che segue il mio gregge con in mano un'accetta? Chi sei?
Che cosa vuoi? Vattene in fretta, prima che ti faccia azzannare dai miei cani.
- Augh, - fece per tutta risposta il pellerossa.
- Come hai detto? Senti, parla chiaro, sai? Meglio ancora, non parlare per niente e porta il
tuo muso rosso da un'altra parte.
- Io restare, - fece il pellerossa, - augh!
- E quella scure? Che ci fai, di' un po'? Ci accarezzi i miei agnelli?
- Scure stare per tagliare legna. Notte fredda, io volere fare fuoco.
In quel momento si svegliò anche la vecchina delle caldarroste e vide la ragazzetta con la
chitarra a tracolla.
4. - Dico, quella ragazza, che specie di cornamusa è la vostra?
- Non è una cornamusa, è una chitarra.
- Non sono cieca, lo vedo bene che è una chitarra. Non lo sai che qui sono permesse solo
zampogne e i pifferi?
- Ma la mia chitarra ha un bellissimo suono. Sentite...
- Per carità, smettila. Sei matta? Ma senti che roba.
Ah, la gioventú d'oggigiorno. Dammi retta, fila via prima che ti tiri in faccia le mie castagne.
E guarda che scottano, perché sono quasi arrostite.
- Sono buone le castagne, - disse la ragazza.
- Fai anche la spiritosa? Ti vuoi prendere le mie castagne? Ma allora sei pure una ladra,
oltre che una svergognata. Ora ti faccio vedere io... Al ladro! Anzi, alla ladra!
Ma il grido della vecchietta non fu udito. L'aviatore, infatti, aveva scelto proprio quel
momento per svegliarsi e accendere il motore. Fece un paio di giri sul presepio, salutando
tutti con la mano, e atterrò vicino al pellerossa. I pastori lo circondarono minacciosi:
- Cosa vuoi fare, spaventarci le pecore?
- Distruggere il presepio con le tue bombe?
- Ma io non porto bombe, - rispose l'aviatore, - questo è un apparecchio da turismo. Volete
fare un giretto?
- Fallo tu, il giretto: gira bene al largo e non farti più vedere da queste, parti.
- Sí, sí, - strillò la vecchina, - e mandate via anche questa ragazzaccia, che mi vuol rubare
le mie castagne...
- Nonnina, - fece la ragazza, - non dite bugie. Le vostre castagne, se me le volete
vendere, ve le pago.
- Mandatela via, lei e la sua maledetta chitarra!
- E anche tu, muso rosso, - riprese il pastore di prima, - torna alle tue praterie: non
vogliamo predoni, tra noi.
- Né predoni né chitarre, - aggiunse la vecchina.
- Chitarra stare strumento molto bello, - disse il pellerossa.
- Ecco, l'avete sentito? Sono d'accordo!
- Nonnetta, - fece l'aviatore, - ma perché strillate a quella maniera? Dite piuttosto alla
signorina di farci sentire qualcosa. La musica mette pace.
5. - Facciamola corta, - disse il capo dei pastori, - o ve ne andate tutti e tre con le buone, o
sentirete un'altra musica.
- Io stare qui. Ho detto.
- Anch'io stare qui, - fece la ragazza, - come il mio amico Toro Seduto. E anch'io ho detto.
- Io poi, - fece l'aviatore, - sono arrivato da lontano, figuriamoci se me ne voglio andare.
Su, ragazzina, attacca, vediamo se la tua chitarra rabbonisce la compagnia...
La ragazza non se lo fece ripetere e cominciò a pizzicare le corde...
Primo finale
Al primo accordo della chitarra, i pastori alzarono i bastoni e fischiarono ai cani.
- Via di qua! Via subito!
- Acchiappa, Fido! Addenta, Lupo!
- Sotto, ragazzi: rimandiamoli al loro paese. - Anzi, mandiamoli a quel paese...
Il pellerossa, senza arretrare di un passo, agitò la
sua scure di guerra.
- Io stare pronto, - disse, - augh!
Ma l'aviatore la pensava in altro modo.
- Su, - disse, - non è il caso di fare un macello. Salta nell'apparecchio, ragazza. E anche
tu, Toro Seduto, vieni via. Il motore è acceso. Ci siete tutti? Si parte!
Con un rombo il piccolo apparecchio si staccò dal presepio e cominciò a svolazzare
intorno per la camera.
- Dove andiamo? - domandò la ragazza, stringendosi al petto la chitarra per paura che il
vento del volo gliela portasse via.
- Conosco un magnifico scatolone dove si stava tanto tranquilli.
- Anch'io lo conosco.
- Anche io sapere. Augh!
- Allora, augh! Allo scatolone! Eccolo laggiù, è ancora aperto, meno male. Festeggeremo
per conto nostro, lontano da quegli ignoranti.
- Augh! - fece ancora il pellerossa. Ma non pareva del tutto soddisfatto.
6. Secondo finale
Al primo accordo della chitarra i pastori agitarono minacciosamente i loro bastoni.
- Va bene, va bene, - sospirò allora la ragazza, - la chitarra non vi piace. Ecco la faccio a
pezzi. Però, per favore, richiamate i cani prima che mi strappino i pantaloni.
- Brava, è così che si fa, - approvò la vecchina delle caldarroste. - Vieni, ti darò un po' di
castagne.
- Prima, - disse la ragazza, - datemi un po' di farina. Tingeremo di bianco Toro Seduto,
così i pastori non avranno più ragione di diventare nervosi a guardarlo.
Ben pensata, - dissero i pastori. - Ma lui, muso rosso, è d'accordo?
- Augh, - fece il pellerossa. E si lasciò tingere tranquillamente di bianco.
- E l'aeroplano? - domandarono i pastori.
- Sapete che ne facciamo? - suggerì l'aviatore. - Gli diamo fuoco, così ci scaldiamo.
- Ben pensata anche questa: tanto più che la notte è fredda.
Il fuoco riportò finalmente la pace sul vecchio presepio. E intorno al fuoco i pastori, al
suono dei loro pifferi, ballarono la tarantella
7. Terzo finale
Al primo accordo della chitarra i pastori fecero per slanciarsi contro i tre nuovi venuti, ma
una voce autorevole e severa li trattenne:
- Pace! Pace!
Chi ha parlato?
- Guardate, uno dei tre Magi ha lasciato la carovana e sta venendo dalla nostra parte.
Maestà, quale onore!
- Il mio nome è Gaspare, non Maestà. Maestà non è un nome.
- Ciao, Gaspare, - disse la ragazza con la chitarra.
- Buona sera, figliuola. Ho sentito la tua musica. Be', non si sentiva un gran che, con tutto
quel chiasso. E ho sentito anche della musica migliore. Ma la tua non era da buttar via.
- Grazie, Gaspare.
- Augh! - fece il pellerossa.
Salve anche a te, Toro Seduto, o Aquila Nera, o Nube Tonante, o comunque tu voglia
essere chiamato. E buona sera a te, pilota. E a voi, pastori, e a te, nonnetta. Ho sentito il
profumo delle tue castagne.
- Questa ragazzaccia me le voleva portar via...
- Su, su, forse ti è sembrato. Non ha l'aria di una ladra.
- E questo tipaccio con l'accetta? - gridarono i pastori. - Ci si presenta al presepio, con
quel muso rosso?
- Avete provato a chiedergli perché è arrivato fin qui?
- Non c'è bisogno di chiederglielo. Si vede benissimo: voleva fare una strage...
- Io avere sentito messaggio, - disse il pellerossa. - Pace agli uomini di buona volontà. Io
stare uomo di buona volontà.
- Avete sentito? - disse allora Gaspare. - Il messaggio è per tutti: per i bianchi e per i rossi,
per chi va a piedi e per chi va in aeroplano, per chi suona la zampogna e per chi suona la
chitarra. Se odiate chi è diverso da voi, vuol dire che del messaggio non avete capito
nulla.
A queste parole fece seguito un lungo silenzio. Poi si sentì la vecchina che bisbigliava: -
Ehi, ragazzina, ti piacciono le castagne? Su, prendi, e guarda che non te le vendo, te le
regalo... E voi, pilota, ne volete? E voi signor Toro Volante, scusate, non ho capito bene il
vostro nome, vi piacciono le castagne?
- Augh, - disse il pellerossa.