L’analisi della mappa degli imperi finanziari mafiosi e delle strategie di contrasto, nazionali e internazionali condotta da Rosario Aitala, Simone Melorio e Isaia Sales.
Mafia e aziende_stefano gurciullo_quattrogattiinfo_jan2011Quattrogatti.info
Questa presentazione si occuperà di uno dei metodi che il crimine organizzato
adopera per infiltrarsi nel sistema economico: l'accaparramento di un'azienda. Dopo
aver chiarito i motivi principali che spingono la mafia a perseguire questo scopo,
l'analisi di un caso realmente accaduto mostrerà le principali strategie usate per
prenderne possesso.
L’analisi della mappa degli imperi finanziari mafiosi e delle strategie di contrasto, nazionali e internazionali condotta da Rosario Aitala, Simone Melorio e Isaia Sales.
Mafia e aziende_stefano gurciullo_quattrogattiinfo_jan2011Quattrogatti.info
Questa presentazione si occuperà di uno dei metodi che il crimine organizzato
adopera per infiltrarsi nel sistema economico: l'accaparramento di un'azienda. Dopo
aver chiarito i motivi principali che spingono la mafia a perseguire questo scopo,
l'analisi di un caso realmente accaduto mostrerà le principali strategie usate per
prenderne possesso.
Regione Lazio: il rapporto sulle mafieRegioneLazio
Leggi il rapporto sulle mafie nel Lazio realizzato dall'Osservatorio sulla Legalità con l'associazione 'Libera' di don Luigi Ciotti
www.regione.lazio.it
Per via dell’attuale crisi economica l’usura è diventata un fenomeno sempre più diffuso tra le famiglie italiane, rappresentando un dramma non solo per le vittime ma per l’intero tessuto economico e sociale italiano. Riconoscerla, però, non è facile. Cos’è l’usura? Quanto è diffusa nel nostro paese? Chi la pratica, e chi sono le vittime? La presentazione risponderà a tutte queste domande, con l’obiettivo di far luce sul fenomeno, e imparare a prevenirlo.
Il caso "Gloria Rosboch", truffa affettiva sfociata in un tremendo omicidio che
poteva essere evitato, ha accelerato la trasformazione del gruppo "Lotta
Cybercrime CVCPI Italia" , che da due anni opera contro le truffe sentimentali,
romantiche ed emozionali in Italia, rinnovandosi in un'associazione senza
scopo di lucro, denominata A.C.T.A., il cui acronimo è Associazione Contro le
Truffe Affettive e le cui finalità sono:
• promuovere la conoscenza e la ricerca sulle truffe affettive e non,
perpetrate via web;
• organizzare iniziative per la prevenzione e il contrasto del fenomeno;
• promuovere attività per contrastare stereotipi e pregiudizi connessi alle
truffe affettive;
• promuovere attività per sviluppare la cooperazione internazionale contro
le truffe affettive;
• promuovere attività di accoglienza, assistenza e consulenza rivolte alle
vittime di truffe affettive, compresa l’assistenza legale e la costituzione in
giudizio
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
Regione Lazio: il rapporto sulle mafieRegioneLazio
Leggi il rapporto sulle mafie nel Lazio realizzato dall'Osservatorio sulla Legalità con l'associazione 'Libera' di don Luigi Ciotti
www.regione.lazio.it
Per via dell’attuale crisi economica l’usura è diventata un fenomeno sempre più diffuso tra le famiglie italiane, rappresentando un dramma non solo per le vittime ma per l’intero tessuto economico e sociale italiano. Riconoscerla, però, non è facile. Cos’è l’usura? Quanto è diffusa nel nostro paese? Chi la pratica, e chi sono le vittime? La presentazione risponderà a tutte queste domande, con l’obiettivo di far luce sul fenomeno, e imparare a prevenirlo.
Il caso "Gloria Rosboch", truffa affettiva sfociata in un tremendo omicidio che
poteva essere evitato, ha accelerato la trasformazione del gruppo "Lotta
Cybercrime CVCPI Italia" , che da due anni opera contro le truffe sentimentali,
romantiche ed emozionali in Italia, rinnovandosi in un'associazione senza
scopo di lucro, denominata A.C.T.A., il cui acronimo è Associazione Contro le
Truffe Affettive e le cui finalità sono:
• promuovere la conoscenza e la ricerca sulle truffe affettive e non,
perpetrate via web;
• organizzare iniziative per la prevenzione e il contrasto del fenomeno;
• promuovere attività per contrastare stereotipi e pregiudizi connessi alle
truffe affettive;
• promuovere attività per sviluppare la cooperazione internazionale contro
le truffe affettive;
• promuovere attività di accoglienza, assistenza e consulenza rivolte alle
vittime di truffe affettive, compresa l’assistenza legale e la costituzione in
giudizio
Cannova gianfranco ascesa e declino dellantimafia degli affari che non si pos...Pino Ciampolillo
IN DIRITTO
Il convenuto Giuseppe Ciampolillo con gli scritti (blog) a lui riferibili non ha prodotto alcuna lesione alla reputazione ed all’ immagine del ricorrente Anzà Salvatore.
Egli ha esercitato il diritto di critica riconosciuto dall’ ordinamento giuridico e pertanto non deve alcun risarcimento per l’ obbligazione extracontrattuale da illecito civile come chiede il ricorrente le cui domande vanno per ciò rigettate mentre lo stesso Anzà va condannato al rimborso delle spese giudiziali a favore del Ciampolillo.
La condotta di questi non integra il delitto di diffamazione (art. 595 cod. pen.), sol perché i suoi scritti contengono dubbi e perplessità sulla correttezza professionale del dr. Anzà. Sovviene in ogni caso la generale causa di giustificazione di cui all'art. 51 cod. pen., sub specie di esercizio del diritto di critica, preordinato ad ottenere il controllo di eventuali violazioni delle regole deontologiche. [Cass. pen., Sez. V, 05/07/2010, n. 33994]-
L'esimente, che nell’ elaborazione costante di dottrina e giurisprudenza, si realizza relativamente all'esercizio di un diritto (ovvero all'adempimento di un dovere), quando il diritto di cronaca o quello di critica sia conforme ai seguenti limiti:
- verità del fatto narrato;
- pertinenza (intesa quale obbiettivo interesse del fatto per la pubblica opinione)
- e continenza, ovvero correttezza del suo riferimento.
Anche se l'esercizio del diritto di critica trova un limite preciso nell'inammissibilità degli attacchi puramente personali, intesi esclusivamente a colpire la sfera privata dell'offeso e che possono sfociare, quindi, nell'ingiuria, la contumelia e la lesione della reputazione, dal concetto di critica esula, comunque, il requisito dell'obbiettività e della serenità (confacenti invece al diritto di cronaca, come meglio innanzi) in quanto attività essenzialmente valutativa, frutto, quindi, di una lettura personale degli eventi e molto spesso indirizzata a manifestare, con passione e coinvolgimento, un dissenso. Nell'esercizio del diritto di critica, pertanto, è logicamente ammissibile un'intrinseca valenza aggressiva nei confronti del destinatario che dia luogo anche ad una compressione del diritto alla reputazione dello stesso.
http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2014/01/audizione-assessore-lo-bello-dr-capilli.html
2. Che cosa è il pizzo?
Il pizzo è la tassa che i negozianti pagano alla mafia per avere
assicurata la “protezione” del proprio esercizio commerciale.
Estensivamente è anche una forma di controllo del territorio,
imporre un dazio significa pretendere il riconoscimento della propria
sovranità.
Con cadenza regolare, l’esattore si presenta al commerciante
per riscuotere una certa somma di denaro, che servirà a
stipendiare gli altri affiliati all’organizzazione, a mantenere le
famiglie dei carcerati, a pagare le spese processuali dei boss, e
per qualsiasi altro investimento illecito.
3. Perché proprio la lotta al pizzo?
Il pizzo è lo strumento principale grazie al quale
la mafia controlla quotidianamente il territorio.
Riteniamo giusto quindi che i cittadini siano
consapevoli della grande importanza che hanno
i nostri acquisti, perché fare la spesa da chi
paga il pizzo significa finanziare indirettamente
la criminalità organizzata.
4. Una comunicazione contro la mafia:
gli adesivi antiracket.
Attacchini contro la mafia.
“Il mattino del 29 giugno 2004, su centinaia di
piccoli adesivi listati a lutto attaccati dappertutto
per le strade del centro, Palermo ha letto per la
prima volta questo messaggio:
UN INTERO POPOLO CHE PAGA IL PIZZO È
UN POPOLO SENZA DIGNITÀ.
Il giorno dopo tutti i telegiornali regionali
aprivano con questa notizia, in Procura i Pm che
si occupano delle indagini sul racket si riunivano
con i carabinieri per cercare di capire chi fosse
l’autore dell’adesivo, e il prefetto di Palermo
Giosué Marino convocava in prefettura il
comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica.
5. L’adesivo non era firmato e tutti pensarono
all’iniziativa di qualche commerciante. Ma si
trattava del clamoroso gesto di sette cittadini
poco meno che trentenni.
Noi, gli ideatori dell’iniziativa, spiegammo le
nostre motivazioni con una lettera pubblicata
integralmente dall’edizione cittadina di La
Repubblica del primo luglio:
“Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo
senza dignità. Attaccando dei semplici adesivi
speriamo di affermare tra le strade della città
una verità che pensiamo debba essere di
dominio pubblico. La nostra pratica è un
piccolo e fragile segno di implicita resistenza.
6. Attraverso il pizzo, infatti, la mafia controlla in maniera
capillare tutto il territorio.
Ecco alcuni eloquenti dati:
• Per la Procura di Palermo, l’80% dei commercianti di
Palermo paga il pizzo. E la media regionale si attesta sul
70%.
• Secondo i dati di Confesercenti, in Sicilia le vittime dei
ricatti mafiosi sono circa 50mila (160mila in tutt'Italia).
• L'Eurispes calcola che dal pizzo la mafia guadagni circa
10 miliardi di euro l’anno (6 dei quali con il racket delle
campagne: restituzione di attrezzature e macchinari
rubati nei campi, gestione illegale delle risorse idriche).”
numero 261 (26 gennaio) della rivista Segno
7. Quali strumenti contro il
fenomeno del racket?
Operiamo su due fronti:
1. raccogliere gli esercenti che non pagano il pizzo, che
hanno denunciato i loro estortori o che hanno deciso di non
pagarlo più,
2. incentivare quanti più cittadini possibile ad aderire al
nostro Manifesto per la legalità e lo sviluppo, con il quale si
impegnano a preferire le attività che non pagano il pizzo.
Il nostro obiettivo è quello di creare un circuito
economico “sano”, basato sulla pratica del “consumo
critico antipizzo”.
8. Il pizzo rappresenta solo il 16% dei guadagni illegali della
mafia, ma la gravità del fenomeno va al di là delle cifre.
Pretendendo il pizzo, la mafia di fatto afferma la sua signoria
sul territorio, è come se chiedesse una tassa, perché ritiene
il territorio cosa sua, si considera padrona di esso e quindi
chiede del denaro per “concedere” il diritto al lavoro.
Il pizzo non è soltanto un danno all’economia dell’intera
regione, è il simbolo della negazione della sovranità del
popolo siciliano.