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Modulo di Acustica Ambientale
I piani di classificazione acustica
e di risanamento acustico dei
territori comunali
PARTE TERZA
Ascoli 2 febbraio 2010
arch. Eduardo Barbera
2/38
Esempio di Zonizzazione
Acustica nel
Comune di Parma
A cura dell’ arch. Eduardo Barbera
3/38
Premessa
• 1. Cos’è il rumore?
Il battito delle mani, l'uso del trapano elettrico,
o qualsiasi corpo in vibrazione provocano
spostamenti d'aria che l’orecchio percepisce
come suoni.
Il rumore è un suono indesiderato che può
generare sensazioni sgradevoli in chi lo
percepisce
4/38
 2. Come si misura il rumore?
Il campo di variabilità delle grandezze sonore e'
molto ampio, si è assunta quindi come unità di
misura la scala dei decibel [dB(A)].
La scala dei decibel è logaritmica, cioè un
rumore di 53 dB(A) è il doppio di un rumore di
50 dB(A). Ad esempio due auto che
singolarmente provocano un rumore di 50
dB(A) creano assieme un rumore di 53 dB(A).
La tabella seguente chiarisce i diversi valori
caratterizzanti alcuni rumori comuni
5/38
Livello in dB(A) Fonte del suono
140 Aereo in decollo (soglia del dolore)
120 Sirene, martello pneumatico
110 Gruppo rock, clacson
100 Treno, fonderia, smerigliatrice
90 Macchine tessili, fabbrica rumorosa
80 Sveglia, telefono, TV ad alto volume
70 Voce alta, ufficio rumoroso
60 Ambiente domestico
50 Conversazione a voce bassa
30 - 40 Fruscio di foglie, bisbiglio
10 - 20 Camera anecoica
6/38
 3. Come si esprime il livello del rumore?
Sia la normativa vigente, che la zonizzazione
proposta si riferiscono a valori del rumore mediati
nel tempo, ovvero al “Livello equivalente” (Leq)
calcolato nel periodo:
- diurno (6.00 - 22.00)
- notturno (22.00 - 6.00)
Quindi un superamento temporaneo dei valori
previsti non implica una irregolarità.
7/38
 4. Cos’è la zonizzazione?
La zonizzazione acustica consiste nell'assegnazione, a
ciascuna porzione di territorio, di un classe che,
attraverso i parametri acustici, descrive l'ambiente di
vita in relazione al disturbo indotto dal rumore.
L'obiettivo della zonizzazione acustica è quello di
prevenire il deterioramento di zone non inquinate e di
fornire un indispensabile strumento di pianificazione, di
prevenzione e di risanamento del sistema urbanistico,
commerciale e produttivo del Comune.
Le classi previste dal DPCM 1/03/91 sono 6 e verranno
illustrate in seguito
8/38
 5. Per Parma è una nuova procedura ?
 Il Comune ha avviato sin dal 2000 una serie di
studi per la revisione della zonizzazione acustica,
effettuando una analisi puntuale delle aree in cui
era necessario modificare l’assegnazione delle
classi, e valutando altresì l’effettiva rumorosità
esistente sul territorio mediante campagne di rilievi
fonometrici.
 Il Comune di Parma è già dotato di una
zonizzazione acustica abbastanza recente (marzo
1998), che però non è conforme alle disposizioni
normative intervenute successivamente.
9/38
 5. Per Parma è una nuova procedura ?
 A seguito di tali valutazioni, è stato possibile
revisionare la zonizzazione acustica del 1998,
modificandola in tutte le aree ove le nuove
normative lo richiedono, e recependo le
modifiche urbanistiche conseguenti all’adozione
dei nuovi strumenti pianificatori (POC, PSC).
 Le modifiche apportate hanno profondamente
rivoluzionato il regime di vincoli acustici
applicati al territorio, eliminando in modo
sistematico i “salti di classe” che rendevano
inapplicabili i limiti stessi.
10/38
Quadro normativo
 DPCM 1/3/91 – definisce le classi di destinazione d’uso ed i
relativi limiti di rumorosità diurna e notturna, tuttora
invariate
 Legge n. 447/95 – stabilisce i doveri di Comuni, Provincie,
Regioni in materia di inquinamento acustico
 DPCM 14/11/97 – fissa i “nuovi” limiti di rumorosità,
ribandendo sostanzialmente il contenuto del DPCM 1/3/91
 Legge Regionale 15/2001 e relativa disposizione attuativa
(D.G.R. n. 2053/2001 del 9/10/2001) indica i criteri per
l’assegnazione delle classi al territorio comunale.
11/38
Le 6 classi di destinazione d’uso
acustica
Il DPCM 1 marzo 1991 definisce:
• Classe I : Aree particolarmente protette
Aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base
per la loro utilizzazione (ospedali, scuole, parchi).
• Classe II: Aree destinate ad uso prevalentemente
residenziale
Aree urbane interessate prevalentemente da traffico
veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con
limitata presenza di attività commerciali ed assenza di
attività artigianali e produttive.
12/38
• Classe III: Aree di tipo misto
Aree urbane interessate da traffico locale o di
attraversamento, con media densità di popolazione, con
presenza di attività commerciali, uffici, con limitata
presenza di attività artigianali e con assenza di attività
industriali.
• Classe IV: Aree intensa attività umana
Aree urbane interessate da traffico intenso veicolare, con
alta densità di popolazione, con elevata presenza di
attività artigianali; aree in prossimità di strade di grande
comunicazione e di linee ferroviarie; aree portuali; aree
con limitata presenza di piccole industriale
• Classe V: Aree prevalentemente industriali
Aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità
di abitazioni
• Classe VI: Aree esclusivamente industriali
Aree esclusivamente industriali e prive di abitazioni
13/38
Le 6 classi di destinazione d’uso
acustica
N. Nome
Leq
giorno
Leq
notte
I aree particolarmente protette 50 40
II aree prevalentemente residenziali 55 45
III aree di tipo misto 60 50
IV aree di intensa attività umana 65 55
V aree prevalentemente industriali 70 60
VI aree esclusivamente industriali 70 70
Notare quanto sia più riduttivo il limite
notturno rispetto a quello diurno: una
riduzione di 10 dB implica la riduzione
ad 1/10 delle varie attività (il traffico
stradale).
Un esempio:
•Un generico livello diurno
•Il corrispondente livello notturno:
14/38
Criteri di assegnazione delle classi
Si illustra ora la metodologia adottata nella
stesura della zonizzazione.
Oltre che dall’attuazione della legislazione
vigente, questo lavoro è frutto della stretta
collaborazione fra Comune ed Università di
Parma e l’A.R.P.A. indispensabile per la
corretta interpretazione delle norme stesse
15/38
Il principio di scalarità
 In linea generale, occorre sempre evitare il contatto fra aree
adiacenti con classe di destinazione d’uso che differisca di più di
una classe.
 La Legge 447/95 stabilisce chiaramente che il criterio di scalarità si
applica con riferimento ai Valori Limite di Qualità, quindi le classi
devono essere consecutive (I-II-III-IV-V-VI)
 Invece la Legge Regionale recita: All'interno del territorio urbanizzato o
suscettibile di urbanizzazione le aree contigue, anche appartenenti a comuni
contermini, non possono avere valori che si discostano in misura superiore a 5
dBA di livello sonoro equivalente misurato secondo i criteri generali stabiliti dal
Decreto del Ministero dell'Ambiente 16 marzo 1998 recante "Tecniche di
rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico".
 Quindi secondo la legge regionale, se il livello sonoro
misurato lo consente, è possibile far confinare classi
molto diverse (ad esempio VI e II)
16/38
Il principio di scalarità
 Il Comune di Parma non ha tuttavia profittato di tale
possibilità, ed ha sempre rispettato rigorosamente il
principio di scalarità fra le classi
I
II
III
IV
V
VI
17/38
Eccezioni al principio di scalarità
 Le classi I mantengono la loro classe anche se sono in
adiacenza ad aree di classe molto più elevata
I
II
III
IV
V
VI
18/38
Per tutelare queste aree in classe I
(es. ospedale) il decreto 29 novembre
2000 prevede interventi di bonifica
direttamente sul ricettore, come
l’impiego di finestre antirumore ed
autoventilanti (abbattimento 34 dB)
19/38
Attribuzione delle classi - I
•Sono state localizzate in classe I le attrezzature e
spazi di massima tutela:
- scuole,
- ospedali e cliniche,
- parchi e giardini pubblici utilizzati dalla
popolazione come patrimonio verde comune, escludendo
pertanto le piccole aree verdi di quartiere, oppure i
“parchi” destinati prevalentemente ad attività ricreative.
•Fanno inoltre eccezione le strutture scolastiche o
sanitarie inserite in edifici adibiti principalmente
ad altri usi: queste sono state classificate secondo
la zona di appartenenza di questi ultimi.
20/38
Attribuzione delle classi - I
•Sono classificate, inoltre, in classe I anche le aree
urbane e rurali di particolare interesse storico,
architettonico, culturale, paesaggistico e ambientale
quando, per la loro fruizione, la quiete è condizione
essenziale (le altre, per cui la quiete non è stata
considerata funzione essenziale, cioè praticamente tutte,
sono state invece classificate normalmente in classe II).
•L'esigenza di proteggere dal rumore le aree di classe I
costituisce una valida motivazione per l'individuazione
di zone anche di dimensioni molto ridotte (singoli
edifici con realtive pertinenze cortilizie).
21/38
Attribuzione delle classi - II
• Per quanto riguarda le zone residenziali già esistenti, la
classe II è stata assegnata alle UTO (unità territoriali
omogenee, assunte normalmente equivalenti agli
isolati) in cui sia ha pressochè unicamente funzione
residenziale. In presenza di negozi o altre destinazioni
non puramente residenziali, o nel centro storico, ove
gli indici di occupazione del suolo sono comunque
elevati, la classe II è stata sistematicamente negata.
22/38
Attribuzione delle classi - II
•In conseguenza, risultano in classe II solo piccoli
quartieri periferici costituiti di villette o tipologie
residenziali a bassa densità, lontani dalle primarie
infrastrutture di trasporto.
•Poiché le nuove regole di progettazione urbanistica
vietano sostanzialmente la realizzazione di nuovi
quartieri di questo tipo, privi di negozi ed altri servizi,
la classe II non viene mai assegnata alle aree di
progettata espansione residenziale.
23/38
Attribuzione delle classi - III
 La classe III è assegnata a tutto il territorio rurale (zone
agricole), costituisce dunque in assoluto la classe avente
maggiore estensione superficiale.
 Essa inoltre è assegnata a gran parte delle nuove
espansioni residenziali, che prevedendo la bilanciata
compresenza di residenza e terziario, ed a vaste porzioni
del territorio urbano consolidato al di fuori del centro
storico.
 In sostanza, la classe III è la classe assegnata a tutto il
territorio in cui non esistano specifici motivi per
assegnare una delle altre classi.
24/38
Attribuzione delle classi - IV
 La classe IV è attribuita alle UTO con forte prevalenza di
attività terziarie (zone ad alta concentrazione di uffici
pubblici, istituti di credito nonchè quartieri fieristici,
attrezzature e impianti per attività e manifestazioni a
grande concorso di pubblico, ecc...) o commerciali (zone
commerciali, ipermercati, ecc...).
 E’ assegnata inoltre, in generale, al tessuto urbano del
centro storico, ed a tutte la aree prospicienti le vie di
traffico stradale o ferroviario di rilevante importanza (per
una fascia ampia tipicamente 50m). Infine, essa è
assegnata alle zone di confinamento con aree produttive,
in modo da mantenere il più possibile rispettato il criterio
di confinamento graduale di classi a scalare, evitando
contatto di aree con classe acustica molto diversa.
25/38
Attribuzione delle classi V e VI
 La classe V è stata attribuita alle UTO con insediamenti
di tipo industriale-artigianale, con limitata presenza di
attività terziarie e di abitazioni.
 Sono inoltre state assegnate alla classe V le UTO con
insediamenti zootecnici di tipo intensivo o altri
insediamenti agroindustriali (industrie conserviere o di
trasformazione dei prodotti agricoli, mulini), a meno che
gli stessi non siano caratterizzati da attività, anche
stagionale, a ciclo continuo: in quest’ultimo caso essi
sono stati classificati in classe VI, onde consentire
l’attività notturna con la stessa rumorosità ammessa di
quella diurna.
26/38
Attribuzione delle classi V e VI
•La classe VI è attribuita alle UTO costituite da aree
con forte specializzazione funzionale a carattere
esclusivamente industriale-artigianale; in tale contesto
sono stati ricompresi anche gli edifici pertinenziali
all'attività produttiva.
• In aree di classe VI non possono trovarsi edifici
residenziali
• Il Comune di Parma ha limitato il piu’ possibile
l’attribuzione della classe VI, riservandola alle industrie
a ciclo continuo, all’Aeroporto ed alle aree di espans.
industriale (onde non pregiudicare l’installazione in
esse di nuove industrie a ciclo continuo)
27/38
Infrastrutture di trasporto
 Viene assegnata una fascia con ampiezza pari ad almeno
50 m attorno alle infrastrutture di trasporto (stradale,
ferroviario, aereo), classificata di classe più alta di una
unità rispetto a quella del territorio circostante
l’infrastruttura considerata.
28/38
Fasce di rispetto ferroviarie
 Attorno alle infrastrutture ferroviarie esistono inoltre apposite
“fasce di pertinenza”, sulla base del D.P.R. 18/11/98 n. 459.
 All’interno di tali fasce, valgono limiti più “tolleranti” di
quelli normali: 70/60 dBA per la fascia A e 65/55 dBA per la
fascia B.
Fascia B
Fascia A
29/38
Zonizzazione stato di progetto
 In alcune aree, viene assegnata una classe “futura” che
entrerà in vigore solo dopo l’attuazione del piano
urbanistico. Graficamente sono indicate con campitura
tratteggiata
30/38
Zonizzazione stato di progetto
Si precisa che le campiture tratteggiate riguardano
solo le aree interessate da progetti non ancora
definitivi o di non certa realizzazione.
Viceversa per i progetti di prossima esecuzione o in
corso d’opera è stata assegnata in modo definitivo
la classe acustica di progetto: ciò rende la
zonizzazione più chiara ed aggiornata
31/38
Rapporti con i Comuni confinanti
Per le porzioni di territorio comunale
prossime al confine, si è verificata coi
Comuni adiacenti la conformità e la
coerenza fra le distinte zonizzazioni
Vi è quindi garanzia di continuità nella
tutela dei cittadini e dell’ambiente
32/38
Confronto con ZAC preesistente
Zonizzazione Acustica 19982003
33/38
Scaletta temporale
 Adozione in Consiglio Comunale
 60 giorni per pubblicazione/presentazione di osservazioni
 Acquisizione del parere di ARPA
 Approvazione in Consiglio Comunale
 Trasmissione alla Provincia ed entrata in vigore
 Entro 6 mesi le attività produttive valutano il rispetto dei limiti di zona
 Entro lo stesso termine presentano, se necessario, il Piano di Risanamento
 Entro 1 anno anche il Comune presenta il proprio piano di risanamento
acustico
 Entro 2 anni dalla presentazione, le imprese debbono ultimare l’attuazione
del piano di risanamento
 Con cadenza biennale, a partire dalla data di presentazione del Piano di
Risanamento Acustico, il Comune valuta lo stato acustico dell’ambiente,
e, se necessario, modifica il Piano di Zonizzazione Acustica e/o elabora un
nuovo Piano di Risanamento Acustico
34/38
Obblighi per le imprese (6 mesi)
 Effettuare la verifica del rispetto del rumore emesso
dal sito produttivo
 La verifica va effettuata a cura di un Tecnico
Competente in Acustica Ambientale, iscritto
all’elenco regionale dei tecnici competenti
 Qualora i limiti di zona siano superati, predisporre un
piano di risanamento acustico, che va presentato al
Comune
 Il piano può prevedere interventi graduati nel tempo,
a seconda della loro complessità tecnica ed onerosità,
fino ad un massimo di 2 anni dalla data di
presentazione
35/38
Obblighi per il Comune (12 mesi)
 Effettuare la verifica mediante rilievi
fonometrici del rispetto dei limiti di zona
 Valutare ed integrare fra loro i Piani di
Risanamento prodotti dalle imprese
 Qualora i limiti di zona permangano superati,
predisporre un Piano di Risanamento Acustico
Comunale, che va presentato alla Regione
 Il piano può prevedere interventi graduati nel
tempo, a seconda della loro complessità
tecnica ed onerosità, sulla base di un Indice di
Priorità degli interventi
36/38
Contenuto del Piano di
Risanamento Acustico Comunale
 Il Piano individua gli interventi a carico delle Imprese
(recependo i relativi piani di risanamento), degli enti gestori di
infrastrutture di trasporto nazionali (ANAS, FS, soc.
Autostrade, etc.) ed a carico dell’Amministrazione Comunale
stessa (tipicamente relativi alle infrastrutture di trasporto di
gestione dirette del Comune)
 I costi relativi agli interventi a carico del Comune vengono
finanziati, per legge, con la riserva del 7% delle spese
ordinarie di manutenzione delle infrastutture interessate, oltre
che con eventuali contributi erogati dalla Regione o dallo
Stato.
 Gli interventi vengono eseguiti in ordine di priorità, sulla base
dei fondi disponibili ogni anno, con riferimento all’indice di
priorità descritto nel D.M.Amb. 29 novembre 2000
37/38
Conclusioni
 L’intero territorio del Comune di
Parma è stato suddiviso in idonee
classi di destinazione acustica,
garantendo il completo rispetto di
tutte le vigenti disposizione di
legge.
 La preesistente zonizzazione
acustica ha subito modifiche in un
rilevante numero di punti,
eliminando tutte le incongruenze e
le discrepanze rispetto agli altri
strumenti urbanistici.
 I nuovi limiti di rumorosità sono
conseguibili con interventi tecnici
alla portata sia delle imprese, sia
dell’amministrazione comunale
stessa.

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Acustica ambientale parte 3 E. Barbera - Unicam SAD

  • 1. 1/38 Modulo di Acustica Ambientale I piani di classificazione acustica e di risanamento acustico dei territori comunali PARTE TERZA Ascoli 2 febbraio 2010 arch. Eduardo Barbera
  • 2. 2/38 Esempio di Zonizzazione Acustica nel Comune di Parma A cura dell’ arch. Eduardo Barbera
  • 3. 3/38 Premessa • 1. Cos’è il rumore? Il battito delle mani, l'uso del trapano elettrico, o qualsiasi corpo in vibrazione provocano spostamenti d'aria che l’orecchio percepisce come suoni. Il rumore è un suono indesiderato che può generare sensazioni sgradevoli in chi lo percepisce
  • 4. 4/38  2. Come si misura il rumore? Il campo di variabilità delle grandezze sonore e' molto ampio, si è assunta quindi come unità di misura la scala dei decibel [dB(A)]. La scala dei decibel è logaritmica, cioè un rumore di 53 dB(A) è il doppio di un rumore di 50 dB(A). Ad esempio due auto che singolarmente provocano un rumore di 50 dB(A) creano assieme un rumore di 53 dB(A). La tabella seguente chiarisce i diversi valori caratterizzanti alcuni rumori comuni
  • 5. 5/38 Livello in dB(A) Fonte del suono 140 Aereo in decollo (soglia del dolore) 120 Sirene, martello pneumatico 110 Gruppo rock, clacson 100 Treno, fonderia, smerigliatrice 90 Macchine tessili, fabbrica rumorosa 80 Sveglia, telefono, TV ad alto volume 70 Voce alta, ufficio rumoroso 60 Ambiente domestico 50 Conversazione a voce bassa 30 - 40 Fruscio di foglie, bisbiglio 10 - 20 Camera anecoica
  • 6. 6/38  3. Come si esprime il livello del rumore? Sia la normativa vigente, che la zonizzazione proposta si riferiscono a valori del rumore mediati nel tempo, ovvero al “Livello equivalente” (Leq) calcolato nel periodo: - diurno (6.00 - 22.00) - notturno (22.00 - 6.00) Quindi un superamento temporaneo dei valori previsti non implica una irregolarità.
  • 7. 7/38  4. Cos’è la zonizzazione? La zonizzazione acustica consiste nell'assegnazione, a ciascuna porzione di territorio, di un classe che, attraverso i parametri acustici, descrive l'ambiente di vita in relazione al disturbo indotto dal rumore. L'obiettivo della zonizzazione acustica è quello di prevenire il deterioramento di zone non inquinate e di fornire un indispensabile strumento di pianificazione, di prevenzione e di risanamento del sistema urbanistico, commerciale e produttivo del Comune. Le classi previste dal DPCM 1/03/91 sono 6 e verranno illustrate in seguito
  • 8. 8/38  5. Per Parma è una nuova procedura ?  Il Comune ha avviato sin dal 2000 una serie di studi per la revisione della zonizzazione acustica, effettuando una analisi puntuale delle aree in cui era necessario modificare l’assegnazione delle classi, e valutando altresì l’effettiva rumorosità esistente sul territorio mediante campagne di rilievi fonometrici.  Il Comune di Parma è già dotato di una zonizzazione acustica abbastanza recente (marzo 1998), che però non è conforme alle disposizioni normative intervenute successivamente.
  • 9. 9/38  5. Per Parma è una nuova procedura ?  A seguito di tali valutazioni, è stato possibile revisionare la zonizzazione acustica del 1998, modificandola in tutte le aree ove le nuove normative lo richiedono, e recependo le modifiche urbanistiche conseguenti all’adozione dei nuovi strumenti pianificatori (POC, PSC).  Le modifiche apportate hanno profondamente rivoluzionato il regime di vincoli acustici applicati al territorio, eliminando in modo sistematico i “salti di classe” che rendevano inapplicabili i limiti stessi.
  • 10. 10/38 Quadro normativo  DPCM 1/3/91 – definisce le classi di destinazione d’uso ed i relativi limiti di rumorosità diurna e notturna, tuttora invariate  Legge n. 447/95 – stabilisce i doveri di Comuni, Provincie, Regioni in materia di inquinamento acustico  DPCM 14/11/97 – fissa i “nuovi” limiti di rumorosità, ribandendo sostanzialmente il contenuto del DPCM 1/3/91  Legge Regionale 15/2001 e relativa disposizione attuativa (D.G.R. n. 2053/2001 del 9/10/2001) indica i criteri per l’assegnazione delle classi al territorio comunale.
  • 11. 11/38 Le 6 classi di destinazione d’uso acustica Il DPCM 1 marzo 1991 definisce: • Classe I : Aree particolarmente protette Aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione (ospedali, scuole, parchi). • Classe II: Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale Aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività artigianali e produttive.
  • 12. 12/38 • Classe III: Aree di tipo misto Aree urbane interessate da traffico locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali. • Classe IV: Aree intensa attività umana Aree urbane interessate da traffico intenso veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività artigianali; aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; aree portuali; aree con limitata presenza di piccole industriale • Classe V: Aree prevalentemente industriali Aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni • Classe VI: Aree esclusivamente industriali Aree esclusivamente industriali e prive di abitazioni
  • 13. 13/38 Le 6 classi di destinazione d’uso acustica N. Nome Leq giorno Leq notte I aree particolarmente protette 50 40 II aree prevalentemente residenziali 55 45 III aree di tipo misto 60 50 IV aree di intensa attività umana 65 55 V aree prevalentemente industriali 70 60 VI aree esclusivamente industriali 70 70 Notare quanto sia più riduttivo il limite notturno rispetto a quello diurno: una riduzione di 10 dB implica la riduzione ad 1/10 delle varie attività (il traffico stradale). Un esempio: •Un generico livello diurno •Il corrispondente livello notturno:
  • 14. 14/38 Criteri di assegnazione delle classi Si illustra ora la metodologia adottata nella stesura della zonizzazione. Oltre che dall’attuazione della legislazione vigente, questo lavoro è frutto della stretta collaborazione fra Comune ed Università di Parma e l’A.R.P.A. indispensabile per la corretta interpretazione delle norme stesse
  • 15. 15/38 Il principio di scalarità  In linea generale, occorre sempre evitare il contatto fra aree adiacenti con classe di destinazione d’uso che differisca di più di una classe.  La Legge 447/95 stabilisce chiaramente che il criterio di scalarità si applica con riferimento ai Valori Limite di Qualità, quindi le classi devono essere consecutive (I-II-III-IV-V-VI)  Invece la Legge Regionale recita: All'interno del territorio urbanizzato o suscettibile di urbanizzazione le aree contigue, anche appartenenti a comuni contermini, non possono avere valori che si discostano in misura superiore a 5 dBA di livello sonoro equivalente misurato secondo i criteri generali stabiliti dal Decreto del Ministero dell'Ambiente 16 marzo 1998 recante "Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico".  Quindi secondo la legge regionale, se il livello sonoro misurato lo consente, è possibile far confinare classi molto diverse (ad esempio VI e II)
  • 16. 16/38 Il principio di scalarità  Il Comune di Parma non ha tuttavia profittato di tale possibilità, ed ha sempre rispettato rigorosamente il principio di scalarità fra le classi I II III IV V VI
  • 17. 17/38 Eccezioni al principio di scalarità  Le classi I mantengono la loro classe anche se sono in adiacenza ad aree di classe molto più elevata I II III IV V VI
  • 18. 18/38 Per tutelare queste aree in classe I (es. ospedale) il decreto 29 novembre 2000 prevede interventi di bonifica direttamente sul ricettore, come l’impiego di finestre antirumore ed autoventilanti (abbattimento 34 dB)
  • 19. 19/38 Attribuzione delle classi - I •Sono state localizzate in classe I le attrezzature e spazi di massima tutela: - scuole, - ospedali e cliniche, - parchi e giardini pubblici utilizzati dalla popolazione come patrimonio verde comune, escludendo pertanto le piccole aree verdi di quartiere, oppure i “parchi” destinati prevalentemente ad attività ricreative. •Fanno inoltre eccezione le strutture scolastiche o sanitarie inserite in edifici adibiti principalmente ad altri usi: queste sono state classificate secondo la zona di appartenenza di questi ultimi.
  • 20. 20/38 Attribuzione delle classi - I •Sono classificate, inoltre, in classe I anche le aree urbane e rurali di particolare interesse storico, architettonico, culturale, paesaggistico e ambientale quando, per la loro fruizione, la quiete è condizione essenziale (le altre, per cui la quiete non è stata considerata funzione essenziale, cioè praticamente tutte, sono state invece classificate normalmente in classe II). •L'esigenza di proteggere dal rumore le aree di classe I costituisce una valida motivazione per l'individuazione di zone anche di dimensioni molto ridotte (singoli edifici con realtive pertinenze cortilizie).
  • 21. 21/38 Attribuzione delle classi - II • Per quanto riguarda le zone residenziali già esistenti, la classe II è stata assegnata alle UTO (unità territoriali omogenee, assunte normalmente equivalenti agli isolati) in cui sia ha pressochè unicamente funzione residenziale. In presenza di negozi o altre destinazioni non puramente residenziali, o nel centro storico, ove gli indici di occupazione del suolo sono comunque elevati, la classe II è stata sistematicamente negata.
  • 22. 22/38 Attribuzione delle classi - II •In conseguenza, risultano in classe II solo piccoli quartieri periferici costituiti di villette o tipologie residenziali a bassa densità, lontani dalle primarie infrastrutture di trasporto. •Poiché le nuove regole di progettazione urbanistica vietano sostanzialmente la realizzazione di nuovi quartieri di questo tipo, privi di negozi ed altri servizi, la classe II non viene mai assegnata alle aree di progettata espansione residenziale.
  • 23. 23/38 Attribuzione delle classi - III  La classe III è assegnata a tutto il territorio rurale (zone agricole), costituisce dunque in assoluto la classe avente maggiore estensione superficiale.  Essa inoltre è assegnata a gran parte delle nuove espansioni residenziali, che prevedendo la bilanciata compresenza di residenza e terziario, ed a vaste porzioni del territorio urbano consolidato al di fuori del centro storico.  In sostanza, la classe III è la classe assegnata a tutto il territorio in cui non esistano specifici motivi per assegnare una delle altre classi.
  • 24. 24/38 Attribuzione delle classi - IV  La classe IV è attribuita alle UTO con forte prevalenza di attività terziarie (zone ad alta concentrazione di uffici pubblici, istituti di credito nonchè quartieri fieristici, attrezzature e impianti per attività e manifestazioni a grande concorso di pubblico, ecc...) o commerciali (zone commerciali, ipermercati, ecc...).  E’ assegnata inoltre, in generale, al tessuto urbano del centro storico, ed a tutte la aree prospicienti le vie di traffico stradale o ferroviario di rilevante importanza (per una fascia ampia tipicamente 50m). Infine, essa è assegnata alle zone di confinamento con aree produttive, in modo da mantenere il più possibile rispettato il criterio di confinamento graduale di classi a scalare, evitando contatto di aree con classe acustica molto diversa.
  • 25. 25/38 Attribuzione delle classi V e VI  La classe V è stata attribuita alle UTO con insediamenti di tipo industriale-artigianale, con limitata presenza di attività terziarie e di abitazioni.  Sono inoltre state assegnate alla classe V le UTO con insediamenti zootecnici di tipo intensivo o altri insediamenti agroindustriali (industrie conserviere o di trasformazione dei prodotti agricoli, mulini), a meno che gli stessi non siano caratterizzati da attività, anche stagionale, a ciclo continuo: in quest’ultimo caso essi sono stati classificati in classe VI, onde consentire l’attività notturna con la stessa rumorosità ammessa di quella diurna.
  • 26. 26/38 Attribuzione delle classi V e VI •La classe VI è attribuita alle UTO costituite da aree con forte specializzazione funzionale a carattere esclusivamente industriale-artigianale; in tale contesto sono stati ricompresi anche gli edifici pertinenziali all'attività produttiva. • In aree di classe VI non possono trovarsi edifici residenziali • Il Comune di Parma ha limitato il piu’ possibile l’attribuzione della classe VI, riservandola alle industrie a ciclo continuo, all’Aeroporto ed alle aree di espans. industriale (onde non pregiudicare l’installazione in esse di nuove industrie a ciclo continuo)
  • 27. 27/38 Infrastrutture di trasporto  Viene assegnata una fascia con ampiezza pari ad almeno 50 m attorno alle infrastrutture di trasporto (stradale, ferroviario, aereo), classificata di classe più alta di una unità rispetto a quella del territorio circostante l’infrastruttura considerata.
  • 28. 28/38 Fasce di rispetto ferroviarie  Attorno alle infrastrutture ferroviarie esistono inoltre apposite “fasce di pertinenza”, sulla base del D.P.R. 18/11/98 n. 459.  All’interno di tali fasce, valgono limiti più “tolleranti” di quelli normali: 70/60 dBA per la fascia A e 65/55 dBA per la fascia B. Fascia B Fascia A
  • 29. 29/38 Zonizzazione stato di progetto  In alcune aree, viene assegnata una classe “futura” che entrerà in vigore solo dopo l’attuazione del piano urbanistico. Graficamente sono indicate con campitura tratteggiata
  • 30. 30/38 Zonizzazione stato di progetto Si precisa che le campiture tratteggiate riguardano solo le aree interessate da progetti non ancora definitivi o di non certa realizzazione. Viceversa per i progetti di prossima esecuzione o in corso d’opera è stata assegnata in modo definitivo la classe acustica di progetto: ciò rende la zonizzazione più chiara ed aggiornata
  • 31. 31/38 Rapporti con i Comuni confinanti Per le porzioni di territorio comunale prossime al confine, si è verificata coi Comuni adiacenti la conformità e la coerenza fra le distinte zonizzazioni Vi è quindi garanzia di continuità nella tutela dei cittadini e dell’ambiente
  • 32. 32/38 Confronto con ZAC preesistente Zonizzazione Acustica 19982003
  • 33. 33/38 Scaletta temporale  Adozione in Consiglio Comunale  60 giorni per pubblicazione/presentazione di osservazioni  Acquisizione del parere di ARPA  Approvazione in Consiglio Comunale  Trasmissione alla Provincia ed entrata in vigore  Entro 6 mesi le attività produttive valutano il rispetto dei limiti di zona  Entro lo stesso termine presentano, se necessario, il Piano di Risanamento  Entro 1 anno anche il Comune presenta il proprio piano di risanamento acustico  Entro 2 anni dalla presentazione, le imprese debbono ultimare l’attuazione del piano di risanamento  Con cadenza biennale, a partire dalla data di presentazione del Piano di Risanamento Acustico, il Comune valuta lo stato acustico dell’ambiente, e, se necessario, modifica il Piano di Zonizzazione Acustica e/o elabora un nuovo Piano di Risanamento Acustico
  • 34. 34/38 Obblighi per le imprese (6 mesi)  Effettuare la verifica del rispetto del rumore emesso dal sito produttivo  La verifica va effettuata a cura di un Tecnico Competente in Acustica Ambientale, iscritto all’elenco regionale dei tecnici competenti  Qualora i limiti di zona siano superati, predisporre un piano di risanamento acustico, che va presentato al Comune  Il piano può prevedere interventi graduati nel tempo, a seconda della loro complessità tecnica ed onerosità, fino ad un massimo di 2 anni dalla data di presentazione
  • 35. 35/38 Obblighi per il Comune (12 mesi)  Effettuare la verifica mediante rilievi fonometrici del rispetto dei limiti di zona  Valutare ed integrare fra loro i Piani di Risanamento prodotti dalle imprese  Qualora i limiti di zona permangano superati, predisporre un Piano di Risanamento Acustico Comunale, che va presentato alla Regione  Il piano può prevedere interventi graduati nel tempo, a seconda della loro complessità tecnica ed onerosità, sulla base di un Indice di Priorità degli interventi
  • 36. 36/38 Contenuto del Piano di Risanamento Acustico Comunale  Il Piano individua gli interventi a carico delle Imprese (recependo i relativi piani di risanamento), degli enti gestori di infrastrutture di trasporto nazionali (ANAS, FS, soc. Autostrade, etc.) ed a carico dell’Amministrazione Comunale stessa (tipicamente relativi alle infrastrutture di trasporto di gestione dirette del Comune)  I costi relativi agli interventi a carico del Comune vengono finanziati, per legge, con la riserva del 7% delle spese ordinarie di manutenzione delle infrastutture interessate, oltre che con eventuali contributi erogati dalla Regione o dallo Stato.  Gli interventi vengono eseguiti in ordine di priorità, sulla base dei fondi disponibili ogni anno, con riferimento all’indice di priorità descritto nel D.M.Amb. 29 novembre 2000
  • 37. 37/38 Conclusioni  L’intero territorio del Comune di Parma è stato suddiviso in idonee classi di destinazione acustica, garantendo il completo rispetto di tutte le vigenti disposizione di legge.  La preesistente zonizzazione acustica ha subito modifiche in un rilevante numero di punti, eliminando tutte le incongruenze e le discrepanze rispetto agli altri strumenti urbanistici.  I nuovi limiti di rumorosità sono conseguibili con interventi tecnici alla portata sia delle imprese, sia dell’amministrazione comunale stessa.