Curarelacasa.it comfort termico nelle nostre abitazionistefano basso
Consumi energetici ridotti e benessere o comfort termico rappresentano l’obiettivo che deve essere raggiunto o in fase di progettazione o di ristrutturazione della nostra abitazione
Il comfort termico è strettamente correlato con l’utilizzo efficace ed efficiente delle risorse energetiche ed ambientali locali. Oggi quando si progetta un edificio si tende a realizzarlo in modo che mantenga o migliori la qualità della vita degli occupanti, utilizzando in modo razionale energie e risorse e dando priorità al controllo micro-climatico degli ambienti. Si valutano dunque soluzioni tecnologiche che non solo diminuiscono i consumi energetici, ma che anche generino condizioni ambientali favorevoli al benessere termico delle persone.
Curarelacasa.it comfort termico nelle nostre abitazionistefano basso
Consumi energetici ridotti e benessere o comfort termico rappresentano l’obiettivo che deve essere raggiunto o in fase di progettazione o di ristrutturazione della nostra abitazione
Il comfort termico è strettamente correlato con l’utilizzo efficace ed efficiente delle risorse energetiche ed ambientali locali. Oggi quando si progetta un edificio si tende a realizzarlo in modo che mantenga o migliori la qualità della vita degli occupanti, utilizzando in modo razionale energie e risorse e dando priorità al controllo micro-climatico degli ambienti. Si valutano dunque soluzioni tecnologiche che non solo diminuiscono i consumi energetici, ma che anche generino condizioni ambientali favorevoli al benessere termico delle persone.
L’essenziale per capire quali sono le condizioni termoigrometriche più rispondenti ai requisiti di benessere delle persone negli ambienti Livello: basic
Action group presentazione ventilazione meccanica controllata (vmc) maico ita...infoprogetto
Ventilazione meccanica controllata con recupero di calore: un contributo essenziale alla migliore prestazione energetica e al controllo dell’aria degli ambienti
I nuovi paradigmi delle tecnologie trasformano il modo in cui l’uomo si relaziona con la sua realtà, ma essendo esse stesse un prodotto dell’attività umana, non possono prescindere dalla cultura, dalla storia e dal background da cui hanno origine. Lo spirito è quello del superamento di limiti e prestazioni, intrecciando relazioni, a volte indissolubili, che portano gli enhancement-entusiasti a considerare l’individuo finalmente libero dalle pastoie di un organismo strutturalmente limitato e deficitario nel tempo.
Questo scenario origina un dibattito molto acceso: come valutare, quand’anche immaginare e prevedere, l’impatto delle tecnologie sull’uomo? Come l’utilizzo delle tecnologie, in modo consapevole o inconsapevole, o volutamente indiscriminato, vanno o potrebbero modificare l’attuale instabile stabilità umana? Si contrappongono due ideologie: la visione filosofica e un po’ religiosa dei bioconservatori, che ritengono gli interventi di enhancement dannosi al preservamento della vera essenza dell’uomo e quella dei transumanisti, per i quali le tecnologie possono incrementare le capacità umane ed aumentare le aspettative di una vita migliore, anche se differente dagli stereotipi della quotidianità.
La predizione è sempre stata affrontata sotto due aspetti. Il primo fa ricorso alle esperienze vissute e quindi si può dire che una cosa accadrà perché, se si conservano i presupposti, è sempre accaduto così. Il secondo pone le sue radici nell’incapacità dell’uomo di spiegarsi dei fenomeni, per cui si fa ricorso a qualcosa che trascende le sue conoscenze: la magia.
Possiamo sicuramente affermare che la mancanza di conoscenza da una parte, e la razionalità del Logos dall’altra, hanno rappresentato la spinta alla ricerca e alla scoperta di un futuro basato sempre più su scienze razionali quali la matematica, la statistica e la probabilità.
Mythos e Logos convergono nella soggettività e nell’interpretazione del nostro cervello, è così che a seguito delle importanti scoperte di inizio del XX secolo sulle funzioni e sull’anatomia del cervello umano, ci si comincia a chiedere se è possibile ottenere un “cervello meccanico”.
L’essenziale per capire quali sono le condizioni termoigrometriche più rispondenti ai requisiti di benessere delle persone negli ambienti Livello: basic
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Ventilazione meccanica controllata con recupero di calore: un contributo essenziale alla migliore prestazione energetica e al controllo dell’aria degli ambienti
I nuovi paradigmi delle tecnologie trasformano il modo in cui l’uomo si relaziona con la sua realtà, ma essendo esse stesse un prodotto dell’attività umana, non possono prescindere dalla cultura, dalla storia e dal background da cui hanno origine. Lo spirito è quello del superamento di limiti e prestazioni, intrecciando relazioni, a volte indissolubili, che portano gli enhancement-entusiasti a considerare l’individuo finalmente libero dalle pastoie di un organismo strutturalmente limitato e deficitario nel tempo.
Questo scenario origina un dibattito molto acceso: come valutare, quand’anche immaginare e prevedere, l’impatto delle tecnologie sull’uomo? Come l’utilizzo delle tecnologie, in modo consapevole o inconsapevole, o volutamente indiscriminato, vanno o potrebbero modificare l’attuale instabile stabilità umana? Si contrappongono due ideologie: la visione filosofica e un po’ religiosa dei bioconservatori, che ritengono gli interventi di enhancement dannosi al preservamento della vera essenza dell’uomo e quella dei transumanisti, per i quali le tecnologie possono incrementare le capacità umane ed aumentare le aspettative di una vita migliore, anche se differente dagli stereotipi della quotidianità.
La predizione è sempre stata affrontata sotto due aspetti. Il primo fa ricorso alle esperienze vissute e quindi si può dire che una cosa accadrà perché, se si conservano i presupposti, è sempre accaduto così. Il secondo pone le sue radici nell’incapacità dell’uomo di spiegarsi dei fenomeni, per cui si fa ricorso a qualcosa che trascende le sue conoscenze: la magia.
Possiamo sicuramente affermare che la mancanza di conoscenza da una parte, e la razionalità del Logos dall’altra, hanno rappresentato la spinta alla ricerca e alla scoperta di un futuro basato sempre più su scienze razionali quali la matematica, la statistica e la probabilità.
Mythos e Logos convergono nella soggettività e nell’interpretazione del nostro cervello, è così che a seguito delle importanti scoperte di inizio del XX secolo sulle funzioni e sull’anatomia del cervello umano, ci si comincia a chiedere se è possibile ottenere un “cervello meccanico”.
I processi di audit secondo la norma Uni en iso 19011:2012Mario Gentili
Le linee guide, basate sulla normativa UNI EN ISO 19011, consentono di stabilire un modello di riferimento in rapporto al quale le aziende e le altre organizzazioni (grandi o piccole, del settore pubblico o privato, con o senza scopo di lucro) possano valutare i propri meccanismi di controllo interno e decedere come migliorarli.
Coerentemente agli atti ed alla normativa in materia sopra ricordate, il
controllo interno è finalizzato a fornire una ragionevole sicurezza sul conseguimento degli obiettivi rientranti nelle seguenti categorie:
· efficacia ed efficienza delle attività operative;
· salvaguardia dei beni aziendali (patrimonio);
· attendibilità delle informazioni di bilancio;
· conformità alle leggi ed ai regolamenti in vigore.
Cloud Computing fondamenti di sicurezzaMario Gentili
Cloud Computing fondamenti di sicurezza, la sicurezza nei modelli IaaS, PaaS e SaaS. La virtualizzazione, l'Intrusion Detection Service e la crittografia
2. Si può parlare di benessere quando si ha una sensazione di appagamento psico-fisico
dei cinque sensi. Si può parlare quindi di benessere acustico, visivo, olfattivo, termico.
Analisi energetica preliminare: il benessere
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Il benessere termoigrometrico o thermal comfort è definito dall'American Society of Heating
Ventilation and Air-conditioning Engineers (ASHRAE) come quel particolare stato della mente
che esprime soddisfazione con l'ambiente circostante.
Gli studi-esperimenti condotti dal danese P. Ole Fanger hanno messo in evidenza come in
edifici residenziali con scadenti condizioni di comfort termoigrometrico il rischio di malattie
polmonari, soprattutto nei bambini, è molto alto. Gli studi condotti su edifici per uffici
dimostrano che il disagio termoigrometrico crea un decisivo abbattimento del grado di
attenzione e il conseguente rendimento.
Secondo gli studi e le teorie di Fanger il benessere termoigrometrico in un edificio si raggiunge
a seconda delle relazioni che si instaurano tra le variabili soggettive e le variabili ambientali.
3. Il benessere termoigrometrico
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Con riferimento al benessere termoigrometrico, le variabili soggettive sono relative all'attività che
l'individuo svolge all'interno dell'ambiente e al tipo di vestiario.
L'attività metabolica di un individuo trasforma l'energia chimica prodotta dall'assunzione del cibo in
energia termica. La potenza metabolica viene riferita all'unità di superficie corporea W/m2 e normalmente
l'attività metabolica di un individuo è espressa in met. 1 met corrisponde a 58,2 W/m2. I valori met per
diverse attività fisiche sono indicati nella norma UNI EN ISO 7730
Variabili ambientali sono le quattro variabili che dipendono dalle condizioni climatiche esterne ed
interne all'edificio e che influenzano il benessere termoigrometrico:
1. Temperatura dell'aria: si misura in °C
2. Umidità relativa dell'aria interna: indica il rapporto tra la quantità di vapore contenuto da una
massa d'aria e la quantità massima che ne può contenere quella massa d'aria nelle stesse
condizioni di temperatura e pressione. Si misura quindi in percentuale %.
3. Temperatura media radiante: espressa in °C, si calcola come media delle temperature delle
pareti interne all'ambiente, compresi soffitto e pavimento.
4. Velocità dell'aria: espressa in m/s
4. Tasso metabolico o metabolismo energetico
Si definisce tasso metabolico o metabolismo energetico M la differenza tra l’energia
somministrata nell’unità di tempo al nostro organismo tramite alimenti, acqua e aria e
quella espulsa, nella stessa unità di tempo, sotto forma di anidride carbonica, feci e
urina.
M cresce passando da attività di quiete ad attività fisiche di sforzo e varia da
organismo a organismo.
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Il metabolismo energetico M rappresenta quindi l’enegia termica prodotta
internamente al corpo umano dalle reazioni chimiche che trasformano in energia le
sostanze nutritive.
Si misura in met.
1 met = 58 W/m2
Il metabolismo energetico M
6. La potenza meccanica ceduta attraverso l’attività motoria è sempre minore dello sforzo
necessario alla sua generazione, pertanto il corpo umano, affinché la sua energia
iinterna e la sua temperatura non varino, deve cedere energia all’ambiente circostante.
La cessione avviene per:
• convenzione con l’aria circostante,
• irraggiamento con l’ambiente circostante,
• espulsione dell’acqua tramite pelle e/o polmoni.
Quando l’energia espulsa è maggiore del tasso metabolico, l’organismo reagisce
innescando meccanismi di termoregolazione finalizzata a raggiungere una situazione di
equilibrio.
Si ha il benessere termico detto anche termico igrometrico, quando non si ha né caldo,
né freddo.
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Il metabolismo energetico M
7. Nella fisiologia della termoregolazione il corpo umano si suddivide in due zone: una
esterna costituita dalla pelle e dai tessuti sottocutanei, una interna detta nucleo.
Per un organismo sano il nucleo ha una temperatura costante di 37°C, +/- 0,5°C.
Il bilanciamento energetico sul corpo umano è dato dall’equazione:
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M
M
Meccanismi di termoregolazione
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Condizioni di benessere
per mantenere il benessere termico devono essere soddisfatte
DUE CONDIZIONI
LA COMBINAZIONE DELLA
TEMPERATURA DELLA PELLE E
DELLA TEMPERATURA INTERNA
FORNISCA LA SENSAZIONE DI
NEUTRALITÀ TERMICA.
IL BILANCIO DI ENERGIA SUL
CORPO UMANO SIA SODDISFATTO:
L’ENERGIA METABOLICA PRODOTTA
DEVE ESSERE UGUALE ALLE
DISPERSIONI VERSO L’AMBIENTE.
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Indicatori per la misura del benessere termoigrometrico
Si tratta di indici di livelli di comfort che nascono dalle relazioni tra il funzionamento del
corpo umano e la sensazione di benessere termico.
La norma UNI EN ISO 7730 ne individua due:
1. Il Predicted Mean Vote - PMV, ovvero Voto Medio Previsto, è un indice di valutazione
dello stato di benessere di un individuo e tiene conto delle variabili soggettive e
ambientali; si tratta quindi di una funzione matematica che dà come risultato un valore
numerico su una scala con range -3 (indice di sensazione di troppo freddo) a +3 (indice
di sensazione di troppo caldo), dove lo zero rappresenta lo stato di benessere termico.
Essendo un indice medio riferito ad un gruppo di individui, il raggiungimento del PMV
pari a zero non significa che l'intero gruppo abbia raggiunto le condizioni di benessere.
2. Il Percentage of Person Disatisfaied - PPD, esprime la percentuale di persone
insoddisfatte in un determinato ambiente
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è l’indice che rappresenta il valore del voto medio che sarebbe espresso da un ampio campione di
persone nei confronti dell’ambiente in esame e valutato attraverso l’espressione analitica proposta da
Fanger (1970):
Predicted main vote - PMV
E’ un indice basato sull’equilibrio tra il calore prodotto all’interno del corpo e quello dissipato dal corpo
stesso. Si osserva che il PMV è funzione sia dei 4 parametri ambientali (temperatura dell’aria ta ,
temperatura media radiante tr , velocità dell’aria va , pressione dell’aria pa), sia dei due parametri
personali (il calore prodotto all’interno del corpo M −W e l’isolamento termico dell’abbigliamento tcl ).
Il PMV calcolato corrisponde alla sensazione psicofisica che un ampio campione di persone esprimerebbe
nei confronti dello stesso ambiente attraverso una scala termica a 7 punti:
La ISO 7730 individua 3 categorie di comfort termico:
1. A: − 2.0 ≤ PMV ≤ 2.0 ;
2. B: − 5.0 ≤ PMV ≤ 5.0 ;
3. C: − 7.0 ≤ PMV ≤ 7.0 .
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Il PPD è l’indice associato al PMV ed indica la percentuale di persone che invece non esprimono una
condizione di soddisfazione termica per l’ambiente in esame. Il PPD viene calcolato a partire dal PMV
mediante la seguente espressione analitica:
Percentage of Person Disatisfaied- PPD
il cui andamento in funzione di PMV è:
Si osserva che per valori di PMV =0 il
PPD=5%, ovvero, anche nel caso in cui la
maggior parte delle persone esprime una
sensazione di completa soddisfazione
mentale per l’ambiente, esiste una
minima percentuale che non è d’accordo
con il giudizio medio espresso.
La seguente tabella riassume i criteri di comfort per ogni categoria individuata dalla ISO 7730 :
15. In un edificio è possibile individuare il seguente flusso di produzione dell’energia
termica:
Influenza isolamento termico sul benessere e sui consumi
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Il bilancio energetico di un edificio
La Direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico degli edifici (anche conosciuta come EPBD,
Energy Performance of Building Directive) prevedeva di considerare le seguenti voci:
climatizzazione invernale, climatizzazione estiva, ventilazione, produzione di acqua calda per usi
sanitari e illuminazione.
La normativa italiana, invece, al momento considera elementi di certificazione obbligatoria – con
parametri definiti – solo il riscaldamento invernale e la produzione di acqua calda, riservandosi
di legiferare sugli altri punti in un prossimo futuro.La legislazione italiana prevede la
certificazione energetica degli edifici.
Gli edifici, o meglio i sistemi edificio-impianto, devono essere classificati in base ad un indice di
prestazione energetica globale (EPgl), definito come
1. rapporto tra la domanda annua di energia primaria e la superficie utile dell’edificio
[kWh/(m2·anno)],
2. negli altri casi l’indice è definito dal rapporto tra la stessa domanda annua di energia
primaria ed il volume dell’edificio [kWh/(m3·anno)].
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Perdite e rendimenti degli impianti
Va distinto il concetto di consumo energetico degli impianti (in pratica la quantità di energia in arrivo, e
che noi paghiamo) dal concetto di energia che i diversi combustibili o vettori (carbone, gas, gasolio,
biomassa, elettricità, ecc) sono in grado di sviluppare prima della loro trasformazione nei vari impianti:
l’energia primaria.
La differenza tra il potenziale e l'effettivo consumo di un certo combustibile dipende sia da quanta energia
l'impianto consuma per funzionare, sia dagli sprechi e dall'inefficienza dello stesso. Infatti ogni impianto
ha un sistema di produzione, un sistema di distribuzione, un sistema di emissione e un sistema di
regolazione. E ognuna di queste fasi può dare luogo a perdite di energia, che insieme definiscono la
maggiore o minore efficienza dell'impianto.
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Il bilancio energetico di un edificio
Il bilancio energetico di una unità immobiliare rispetto, ad esempio, alle esigenze di
riscaldamento e acqua calda sanitaria, segue la seguente logica:
• Gli apporti: tutto ciò che in termini di calore arriva dall'esterno e diviene benessere senza
costo energetico (riscaldamento solare, luce naturale); eventuali altre fonti di calore interne a
costo zero (ad esempio calore che si irraggia da un'altra unità immobiliare). I calcoli vengono
fatti secondo le tabelle delle zone climatiche.
• Le dispersioni: tutto ciò che in termini di calore esce dall'edificio per trasmissione (pareti,
coperture) o ventilazione (finestre, porte).
Ponendo come risultati desiderati una certa temperatura dell'aria nella stagione invernale e una
certa fornitura d'acqua calda, sarà la somma algebrica di questi flussi (tutti gli apporti meno
tutte le dispersioni) a determinare la quantità di calore e quindi di energia che deve essere
fornita dagli impianti.
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Energia primaria
Il termine energia primaria esprime dunque il potenziale energetico ed è una misura “neutra”
dell'energia, che rende confrontabili i diversi combustibili e sommabili tra loro i diversi flussi.
L’energia primaria può essere espressa in TEP (tonnellate equivalenti di petrolio), kWh
(chilowattora), tCO2 (tonnellate di Co2 emesse).
Confrontare consumi energetici di natura differente significa relazionare categorie diverse
qualitativamente, e ciò può avvenire solo trovando un elemento comune: appunto la quantità di
energia primaria contenuta in ogni combustibile.
L'energia primaria, quindi, dipende, da un lato, dal fabbisogno di energia e dall'altro, dal tipo di
combustibile o vettore utilizzato per produrre energia e dall'efficienza di produzione. Questo
indicatore, secondo il progetto di norma europeo prEN 15315, è calcolato con la seguente
equazione:
20. www.mariogentili.it mario.gentili@mariogentili.it 20
Energia primaria
Il fattore di energia primaria risulta sempre maggiore dell'unità, che rappresenta il combustibile
consumato e misurato ai contatori, mentre la parte rimanente definisce l'energia consumata
nelle diverse fasi di vita del combustibile (estrazione, trasformazione, trasporto, ecc.).
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Il calcolo del bilancio energetico di un edificio
Dalla domanda di energia termica dell’ambiente confinato, sulla base della valutazione dei rendimenti dei
sistemi impiantistici, si risale alla domanda di energia primaria.
Il sistema fisico confinato dalla superficie esterna dell’edificio può essere considerato un sistema
termodinamico aperto, operante in regime mediamente stazionario.
Applicando ad esso il Primo Principio della Termodinamica (nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma) si può
scrivere la seguente equazione di bilancio energetico, in termini di potenza termica media riferita ad un
generico intervallo di tempo dτ:
Il secondo membro rappresenta la variazione di energia interna del sistema nel tempo, che si
può esprimere come il prodotto della capacità termica efficace dell'edificio C per la variazione
della sua temperatura media nell'intervallo di tempo considerato. Per capacità efficace si
intende la capacità termica di quella parte della massa dell’edificio che effettivamente
immagazzina e/o restituisce energia termica nell’intervallo di tempo considerato.
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L’indice di prestazione energetica
Secondo le “linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici” gli edifici vengono
classificati in base ad un indice di prestazione energetica globale (EPgl) così definito:
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L’indice di prestazione energetica
Secondo le Linee Guida per la certificazione energetica, nel caso di edifici residenziali esistenti
con superficie utile fino a 1000 m2, l'indice di prestazione energetica per la climatizzazione
invernale (EPi) può essere ricavato in modo semplificato come segue:
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Il fabbisogno di energia termica
I GG, gradi giorno, per definizione, sono la differenza tra la temperatura giornaliera media
esterno e quella interna (normativa italiana = 20°C) che abbiamo in casa, per tutti i giorni
del periodo di riscaldamento:
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I Gradi Giorno
La norma UNI EN ISO 15927-6:2008 è la norma europea che specifica la definizione, il metodo di
calcolo e il metodo di presentazione dei dati relativi alle differenze di temperatura cumulate
(gradi giorno), utilizzate per stimare l'energia utilizzata per il riscaldamento degli edifici. Tali dati
sono generalmente espressi in gradi ora o gradi giorno e sono spesso indicati semplicemente
come "gradi ora di riscaldamento" o "gradi giorno di riscaldamento". In pratica, si tratta di
definire, zona per zona, quanti sono i "gradi necessari ogni giorno" per riscaldare una casa.
In termini matematici i gradi giorno si esprimono come:
Il Decreto del Presidente della Repubblica
del 26 agosto 1993, n. 412, accenna ad un
periodo annuale convenzionale di
riscaldamento e fissa convenzionalmente la
temperatura ambiente a 20 °C, quindi:
Te < 20°C
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I Gradi Giorno: le zone
Le zone climatiche sono individuate in base ai gradi giorno e sono A B C D E F.
• alla zona climatica A appartengono i comuni italiani più caldi
• alla zona climatica F quelli più freddi.
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L’isolamento termico: definizione
Per isolamento termico (o coibentazione termica) si intende tutti i sistemi atti a ridurre il flusso termico di
calore scambiato tra due ambienti a temperature differenti. L'isolamento termico in edilizia è volto a contenere
il calore all'interno degli edifici.
Il calore è un’energia che vuole sempre andare dal corpo caldo al corpo freddo; quindi, in inverno, il calore
vuole uscire dalle nostre case (che sono calde) e andare verso l’esterno (che è più freddo).
Il calore si trasmette attraverso 3 metodi:
• conduzione,
• convezione
• irraggiamento.
Per bloccare i primi due sistemi di trasmissione serve un isolante “classico”, per bloccare l’irraggiamento serve
un isolante “riflettente”.
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L’isolamento termico: il problema
Bisogna tenere ben presente tutte le variabili presenti e che si potrebbero presentare, quando ci
accingiamo a progettare una coibentazione termica. Le variabili da tenere presenti sono:
• il tipo di materiale da impiegare (conduttività termica, trasmittanza, resistenza termica)
• la risposta inerziale dell'edificio cui stiamo operando,
• le condensazioni, e la formazione di ponti termici (che portano alla formazione di punti di
rugiada),
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L’isolamento termico: conduttività termica
Come scegliere un isolante performante? Sembra molto difficile ma non lo è per niente, ogni isolante termico,
o meglio, ogni materiale per edilizia deve riportare, sulla propria scheda tecnica il valore di conduttività termica
indicata con la lettera greca ʎ.
Tale valore può essere espresso in Watt oppure in Kilocalorie secondo due formule in stretta relazione tra loro:
Comunemente viene considerata l’unità di misura espressa in Watt (è comunque importante conoscere
questa relazione per poter meglio confrontare materiali diversi espressi con unità di misura diverse).
Un buon isolante ha un basso valore di conduttività termica.
La conduttività aumenta con l'umidità. Un materiale dimezza le sue caratteristiche isolanti già con un contenuto del 5-
6% di umidità.
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L’isolamento termico: conduttività termica
L’isolante più utilizzato in edilizia è l’aria: λ = 0.024 (W/mK).
Gran parte dei materiali che isolano bene lo fanno perché riescono ad essere occupati principalmente d’aria
mantenuta “ferma”, quasi immobile.
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L’isolamento termico: trasmittanza termica
La trasmittanza termica U (UNI EN ISO 6946) si definisce come il flusso di calore che attraversa
una superficie unitaria sottoposta a differenza di temperatura pari ad 1°C ed è legata alle
caratteristiche del materiale che costituisce la struttura e alle condizioni di scambio termico
liminare che si assume pari all’inverso della sommatoria delle resistenze termiche degli strati tra le
pareti interne-esterne.
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L’isolamento termico: resistenza termica
La resistenza termica R è data dalla formula
Per ottenere uguale isolamento termico con materiali diversi non bisogna riferirsi ad uno spessore uguale,
ma ad uguale R.
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L’isolamento termico: risposta inerziale delle pareti
L’inerzia termica è la capacità di un componente edilizio (parete o tetto) di:
• attenuare le oscillazioni della temperatura ambiente dovuta ai carichi termici interni ed esterni variabili
nell’arco del giorno (radiazione solare, persone, elettrodomestici);
• accumulare il calore e rilasciarlo dopo un certo numero di ore nel tempo.
In altre parole, la risposta inerziale di un edificio consiste nella sua capacità di trattenere nel tempo il calore
all’interno delle proprie murature una volta spento l’impianto di riscaldamento. Quanto maggiore sarà l’inerzia
termica, tanto minori saranno i consumi energetici.
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L’isolamento termico: risposta inerziale delle pareti
L’inerzia termica, è proporzionale al calore specifico dei materiali e alla massa (riassumibili nella capacità
termica) e inversamente proporzionale alla conducibilità termica (o più in generale alla trasmittanza termica) e
alla differenza di temperatura fra interno ed esterno.
Si deve tenere conto di due grandezze:
• lo sfasamento, che indica quando o quale ritardo si farà sentire all’interno il clima esterno;
• l’attenuazione, indica la possibilità di ridurre l’impatto termico esterno.
L’inerzia termica infatti, agisce sia come smorzamento dell’ampiezza dell’onda termica esterna, sia con lo
sfasamento della stessa, cioè con il ritardo di tempo che intercorre tra l’impatto dell’onda termica sulla superficie
esterna del muro ed il suo manifestarsi, con intensità smorzata, sulla faccia interna del muro stesso.
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L’isolamento termico: i ponti termici
Si definisce ponte termico ciò che si verifica, in un involucro edilizio, in quelli
che sono i suoi punti di discontinuità, che si configurano come vie privilegiate
di trasmissione del calore.
I punti di discontinuità sono quelli in cui le caratteristiche termiche del
manufatto sono significativamente differenti da quelle immediatamente
circostanti e possono essere discontinuità sia di tipo costruttivo che di tipo
geometrico.
Ad esempio discontinuità costruttive possono verificarsi quando una struttura è realizzata con materiali
eterogenei, come un’intelaiatura in cemento armato tompagnata con laterizi, o una struttura in acciaio
tompagnata con cristalli, nei punti di contatto tra i due materiali.
Le discontinuità di tipo geometrico, invece, sono quelle che si verificano, ad esempio, in corrispondenza degli
spigoli tra le pareti, tra parete e solaio o tra parete ed infisso.
Altre discontinuità possono verificarsi in corrispondenza di interruzioni dello strato di isolamento termico.
I ponti termici possono quindi presentarsi vicino a pilastri, travi, balconi, davanzali o anche in corrispondenza
delle giunture di malta tra i laterizi, che rappresentano punti di eterogeneità della struttura.
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L’isolamento termico: i ponti termici
Tra le principali conseguenze di un ponte termico ci sono le dispersioni termiche verso l’esterno che possono
arrivare a rappresentare fino al 30% del totale, per cui si verifica la conduzione di calore dall'interno di una casa
verso l'esterno, mentre d'estate esso viene veicolato dall'esterno all'interno.
Altro effetto del ponte termico è la formazione di condensa, che si verifica
quando l’umidità relativa interna si combina con una temperatura superficiale
dell’involucro che ha un punto di rugiada più basso.
La formazione di muffe, altro effetto antiestetico e dannoso alla salute, è
dovuta al raffreddamento delle zone immediatamente circostanti, perché tali
tipi di funghi attecchiscono laddove trovano le condizioni favorevoli,
rappresentate da determinati valori di umidità e basse temperature.
Infine, la differente dilatazione termica di materiali diversi a contatto tra loro
porta a dei piccoli movimenti che possono causare distacchi e formazione di
crepe, con il conseguente degrado di tutta la facciata.
39. www.mariogentili.it mario.gentili@mariogentili.it 39
L’isolamento termico: i ponti termici
Prima di qualsiasi intervento serve però capire la vera origine del problema, anche per escludere del tutto la
presenza di tubi perdenti o di guasti di altro tipo. In questa operazione è utilissima la termografia a infrarossi,
che permette di fotografare la situazione termica dell’intero edificio o della porzione di esso dove si
evidenziano le macchie di muffa. La termografia IR serve agli addetti ai lavori per pianificare interventi meno
invasivi possibile, ma può servire anche ai privati per verificare lo stato di salute prima di un acquisto o per
documentare il problema al venditore che lo aveva nascosto.
Una volta scoperto che le macchie di muffa dipendono dalla mancanza di isolamento nelle pareti o da ponti
termici strutturali il rimedio è quasi sempre soltanto un cappotto isolante, che consiste nella’applicare sulla
faccia esterna della parete un pannello di materiale isolante ricoperto da un intonaco, rinforzato da
un’armatura e completato da uno strato di finitura.
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Tipologie di impianti
Radiatori
Pannelli radiatori
Ventilconvettori
Generatori di calore
Biomassa
Pompe di calore
Solare termico
Sistemi
distribuzione
Ghisa
Alluminio
Acciaio
A parete
A pavimento
A soffitto
A pavimento
Centralizzati
Autonomi
Fuori terra
Interrata
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Produzione: Caldaie a condensazione
Così il calore latente recuperato dai fumi di scarico che vengono fatti condensare, e che in origine
hanno una temperatura di 110° circa, viene reinvestito per riscaldare l’acqua di ritorno dall’impianto;
per una caldaia a condensazione che lavora con temperature tra i 40°/ 50° è evidente la portata del
recupero (le caldaie tradizionali possono lavorare tra i 150° ed i 250°).
È possibile affermare che la sola caldaia a condensazione, a monte di un impianto di riscaldamento con
dei radiatori tradizionali, permette risparmi intorno al 25%.
Le caldaie a condensazione si differenziano dalle più classiche per il
loro maggiore rendimento a parità di combustibile utilizzato.
Ciò si traduce in minori consumi edemissioni, maggiori risparmi.
Riescono in questa impresa recuperando e sfruttando il calore dei
fumi di scarico creati durante la combustione e che vengono espulsi
nelle tradizionali caldaie al fine di evitare fenomeni di condensa e
quindi di corrosione all’interno dell’apparecchiatura.
Se si tiene conto che la quantità di energia contenuta nel vapore
acqueo, generato nel processo di combustione, è pari all’11% circa
dell’energia totale che viene prodotta, allora il quadro si fa più
chiaro.