SlideShare a Scribd company logo
1 of 5
Download to read offline
1
SBARCHI E ASSISTENZA QUOTIDIANA AI MIGRANTI
A Catania l’incarnazione del Principio di Umanità
di Laura Bastianello
Giugno 2015
Alle quattro del pomeriggio quando la nave Dattilo della Guardia Costiera con a bordo 347 persone si avvicina al
molo di Catania, il sole è ancora alto e brucia. Da sotto, dove la Croce Rossa ha allestito i gazebo per le cure
mediche e la distribuzione di acqua, cibo e scarpe, si cominciano a scorgere i primi volti. Già si conosce la
provenienza dei migranti a bordo (Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Senegal, Costa D’Avorio), si sa che ci sono anche
5 bambini sulla nave e diverse donne incinte. Sorridono quasi tutti perché sono salvi.
Non era stato così il 20 aprile scorso quando sempre a Catania arrivarono i sopravvissuti al naufragio che ha scosso
un po’ la coscienza dell’Europa. Quella notte scesero dalla nave uomini sconvolti e sotto shock. Salvi certo, ma per
sempre traumatizzati.
Donne e bambini sono i primi a scendere sul molo. Incontrano
per primi i volontari e gli operatori della Croce Rossa. Ringraziano
per l’accoglienza e in maniera educata e civile, nonostante la
stanchezza per il lungo viaggio, continuano a mettersi in fila,
prima per le visite mediche, poi per l’identificazione da parte della
Polizia. Una procedura che durerà fino alle dieci della sera.
Abdullahi è in fila come tutti gli altri. Indossa una maglia della
Roma e parla italiano. “Vengo dal Ghana, ma lavoravo da diversi
anni in Libia fino al momento in cui sono stato costretto a
partire”. Mi racconta che era un muratore, che ha frequentato
diversi italiani lì ma "a Tripoli ormai non si può più restare". Mi
parla di violenza, di uomini e donne uccisi. Gli fanno eco gli altri ragazzi dietro di lui che ascoltano la conversazione
nel frattempo trasformatasi in inglese. “Io sono cristiano-mi dice il ragazzo dietro Abdullahi, e lì ti tagliano la gola
anche solo per il tuo credo religioso”. In mano hanno i calzini appena offerti dalla Croce Rossa. C’è chi li indossa
immediatamente e chi continua a camminare a piedi scalzi perché non sa nemmeno a cosa servano quelle due
strisce di cotone colorato.
Le donne incinte vengono immediatamente accompagnate con le ambulanze in ospedale. Hanno bisogno di un
controllo più accurato dopo aver affrontato un viaggio così lungo e in condizioni precarie. Tutti gli altri stanno
abbastanza bene. A bordo c’era qualche caso di scabbia che però con un trattamento specifico e repentino è già
sotto controllo.
Stefano (il carismatico Presidente), Silvia, Santa, Mamadou, Enza, Simona, Carmelo e tanti altri sono il motore di
ogni sbarco a Catania. Da un anno e mezzo ininterrottamente ormai si preparano con cura nell’attesa di un nuovo
arrivo. Tutto è organizzato e gestito nel migliore dei modi, senza che nessuno si fermi mai un attimo a pensare che
forse con quel sole avrebbe potuto decidere di andare in spiaggia. Ragazze e ragazzi che hanno deciso di dedicarsi
agli altri, ogni giorno e ogni notte e sempre con un gran sorriso stampato sulla bocca. Chi si occupa delle visite
mediche. Chi della distribuzione di acqua e cibo. Chi del servizio di RFL. Chi di accompagnare in ospedale con
l’ambulanza le persone che hanno bisogno di maggiori cure.
2
NEPAL
TORNATE LE INFERIMIERE VOLONTARIE CRI
E’ un paese che non ha nessuna voglia di mollare
Alle undici della sera quando ormai il sole è tramontato già da qualche ora e l’escursione termica comincia a far
sentire un po’ di fresco, la giornata non è ancora finita. Nel Cara di Mineo un’altra squadra CRI aspetta i nuovi arrivi.
La Croce Rossa, che non gestisce il centro, ha però lì dentro un piccolo ambulatorio dove ogni giorno riceve circa
120 persone che hanno richiesto asilo in Italia. I migranti vanno lì per un controllo semplice, per un dolore ai denti,
per un’influenza o anche solo per parlare. "Spesso loro non hanno problemi di salute, - racconta Serena, una delle
dottoresse dell’ambulatorio della Croce Rossa - succede che vengano qui anche solo per scambiare due chiacchiere.
Spesso si tratta di persone che hanno perso i loro cari e hanno bisogno di attenzioni, di sapere che c’è sempre
qualcuno disponibile e vogliono approvazione per qualsiasi cosa stiano per fare. Quando arrivano qui sono molto
stanchi e vogliono solo avere un po' di acqua, cibo e vestiti. Diamo anche quelli qui, non lavoriamo solo nelle
emergenze. Uno dei nostri principi è Umanità. Ecco perché se non ci fosse Croce Rossa, sarebbe un bel problema”.
La dottoressa Serena ha stampati nella mente tutti quei volti e quei
nomi che incontra ogni giorno nell’ambulatorio. "Non posso
dimenticare la prima donna somala che ho incontrato appena
arrivata qui. Quando mi ha visto, ha cominciato a piangere. In Libia
aveva subìto le peggiori violenze. È dura ma questo è il lavoro che
amo perché ho la possibilità di entrare in contatto con ognuno di
loro, di rendermi utile e di fare tutto ciò che posso per dar loro
almeno un po’ di sollievo. Se potessi non smetterei mai di lavorare
qui. Certo la vita privata ne risente ed è un po’ messa da parte,
quando torno a casa continuo a pensare alle storie che ho
incontrato nel centro, ma paradossalmente è proprio tutto questo
che mi dà ancora più la forza". Mentre parla, Serena tiene in
braccio uno dei bimbi di una donna eritrea nel campo ormai già da
diversi mesi. I piccoli sono i pazienti di Mario, medico pediatra presente e affettuoso con i ‘suoi' bambini. “Qualche
anno fa, con la Primavera araba, ero in procinto di partire per l’Africa per andare ad aiutare lì dove c’era bisogno,
ma poi l’Africa è venuta da me. La Croce Rossa mi ha chiamato e io ho deciso di restare”.
Intanto fuori dall’ambulatorio si è formata la coda. Mentre le 5 infermiere volontarie e i due dottori presenti cercano
di curare ogni caso, si espande nell’aria il suono di un flauto. “E’ Flautino!” - dice Angelo, l’operatore della CRI
responsabile dell’organizzazione e del coordinamento delle squadre. “Viene dal Pakistan e se ne va in giro con
questo flauto che gli ha regalato Simona (la direttrice sanitaria
dell’ambulatorio). Angelo è conosciuto da tutti qui a Mineo. Si
muove nel centro e nell’ambulatorio con estrema familiarità
“Praticamente sono sempre qui” ed è tessitore di una lunga tela
immaginaria tra il dentro e il fuori del campo, impegnato ad
accontentare tutti e a prenotare le visite specialistiche,
organizzando i trasporti e i ricoveri per i casi gravi.
Eccoli qui tutti i volti che non vediamo mai. Quelli che lavorano in
silenzio, dietro le quinte e soprattutto a riflettori spenti. Quelli che
hanno deciso di mettere le proprie vite al servizio di altri. Quelli che
in tutta Italia, da Augusta a La Spezia, perché Catania è solo un
esempio, rappresentano l’incarnazione del principio di Umanità.
“È un paese in ginocchio
ma con tanta voglia di
ricominciare”.
Rispondono all’unisono
le quattro Crocerossine
appena rientrate dalla
missione, durata più di
un mese, in Nepal.
Hanno dormito nelle tende, per terra, fianco a fianco con i pazienti, lavorando fino a 14-16 ore al giorno, eppure
non sono stanche. “Abbiamo cominciato a operare a Katmandu e poi a Bidur, nel distretto di Nuwakot dove siamo
rimaste per tutto il tempo”. Così comincia il suo racconto Sorella Mariangela Zarini, la capogruppo di questo team di
crocerossine che ha prestato soccorso nel luogo dell’epicentro della seconda forte scossa di terremoto del 12 maggio
scorso. Lì nel luogo in cui la Protezione Civile Italiana ha allestito un ospedale da campo per le emergenze e le
degenze, proprio accanto al vecchio nosocomio, compromesso dal terremoto, ma per fortuna in buona parte ancora
3
CITTADINI NEL MONDO
Scandicci in festa, 34 migranti impegnati nel volontariato
agibile in cui è rimasta la sala operatoria e il reparto maternità. “Nel periodo in cui siamo rimaste a Bidur-sottolinea
Sorella Renata Dalzini –sono nati circa 150 bambini.
Io, in quanto ginecologa, sono intervenuta a ogni parto con una
media di circa 5-6 neonati al giorno. Non è stato facile intervenire
in quelle condizioni, ma ce l’abbiamo fatta. La cosa che più mi ha
stupito è la dinamica del parto in Nepal. La nascita è condivisa da
tutte le donne della famiglia, si accarezza la partoriente, si rimane
lì durante tutta la fase del travaglio. Al momento del parto
spariscono tutti e una volta nato, il bimbo viene dato alla nonna e
poi al papà che esce al sole per illuminare la nuova vita”.
“Appena arrivate-spiega ancora Sorella Dalzini-abbiamo trovato una situazione tragica. Adesso è in notevole ripresa.
Poi a bordo della clinica mobile che avevamo a disposizione siamo riuscite a raggiungere i villaggi più isolati. La
paura ora è per l’arrivo dei monsoni”.
Nell’ospedale da campo con 38 posti letto, più i 12 nella zona maternità, in un mese e mezzo si sono avvicendate
tantissime persone. “Ci siamo occupate di tanti casi di bambini feriti-così Sorella Angela Luparia, la più giovane del
gruppo -con abrasioni e fratture. La storia a cui penso ancora riguarda una bambina arrivata nel campo con una
grave insufficienza respiratoria. Non c’era modo d’intervenire con urgenza. Al campo mancavano la terapia intensiva
e la rianimazione e l’ospedale in cui operare distava almeno 2 ore e mezzo. Io spero che ce l'abbia fatta. Con i mezzi
che avevamo, siamo riuscite a stabilizzarla. I suoi genitori erano accanto a noi e ce l'abbiamo messa tutta”.
“Per me-continua l’Infermiera Volontaria, originaria di Casal
Monferrato-la difficoltà maggiore è stata nel confrontarmi con il
limite delle nostre possibilità in azione. Noi potevamo intervenire
nei casi urgenti, per il pronto soccorso e per le donne in
gravidanza. Per il resto al limite potevamo stabilizzare i casi che
però poi necessitavano di assistenza in ospedale. E In Nepal la
sanità è a pagamento quindi non raggiungibile per tutti”. In
quelle situazioni si cerca di fare il possibile. Lo hanno fatto tutti
insieme, operatori e pazienti in una collaborazione continua anche con le altre organizzazioni presenti. “È evidente il
passaggio del terremoto –spiega Sorella Domenica Gabriella Graffeo- ma è altrettanto chiara la forza psicologica di
quel paese che non vuole mollare. C’è chi ha perso i propri cari, intrappolati sotto le macerie, chi non ha più niente
eppure nessuno rinuncia alla voglia di ricominciare”. Anche se le Infermiere Volontarie sono tornate dalla missione e
hanno raggiunto le loro città (Genova, Milano, Torino, Palermo) non abbandonano l’idea di essere ancora utili per il
Nepal. Stanno infatti già pensando a come poter investire dei soldi di una donazione fatta alla Croce Rossa Italiana
all’indomani del terremoto. “Affinché questa donazione possa aiutare a salvare la vita di tanti, soprattutto bambini,
che si sono ritrovati senza più nulla”, così si chiudeva la missiva inviata insieme con il denaro da parte di anonimi
donatori. “Stiamo pensando all’acquisto di un’incubatrice, credo sarà molto utile nel campo per salvare le vite di
tanti bambini”, conclude S.lla Zarini.
Sono venuti dal Gambia, dal Mali
e dal Senegal a novembre e
dicembre scorsi a bordo di
barconi e sono stati poi soccorsi
nel Mar Mediterraneo. Hanno tra i 18 e i 24 anni e sono pronti, ora da volontari della Croce Rossa Italiana, a
restituire il “favore” donando a loro volta il proprio aiuto.
Sono 34 migranti che, grazie al protocollo d’intesa firmato dal Comune di Scandicci, il Comitato locale della Croce
Rossa e la Cooperativa sociale Il Cenacolo, hanno da poco terminato il corso d’accesso per diventare volontari della
CRI e già da oggi sabato 30 maggio, nell’ambito della Festa CRI, stanno mettendo in pratica alcune delle nozioni
apprese durante le lezioni.
Il progetto, disegnato apposta per loro e che già è stato preso a modello da altre amministrazioni e da altri Comitati
locali di Croce Rossa, si chiama “Cittadini del mondo-Scandicci si cura” che ha come obiettivo l’integrazione in città
4
dei migranti richiedenti asilo politico. I 34 ragazzi faranno volontariato con funzioni di controllo sociale e di sicurezza
del territorio, in particolare negli spazi pubblici cittadini, per il controllo dei
giardini comunali e l’apertura e chiusura dei parchi.
Durante la loro attività indosseranno una pettorina con il logo del progetto,
gli stemmi del Comune e della Croce Rossa e la scritta “Cittadini del Mondo
– Scandicci si cura”.
“Accogliere i migranti non significa solo assisterli nel momento dello sbarco.
Vuol dire stare accanto a loro in tutto il percorso d’integrazione. – Così ha
dichiarato il Presidente della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca durante
la conferenza stampa - Abbiamo sposato subito questo progetto perché
consente a questi ragazzi di rendersi utili in un momento in cui, in attesa di
protezione, non possono lavorare. È un modo per imparare meglio l’italiano e per integrarsi in questa bella
Comunità. Dall’altra parte può essere utile per far capire a tutti che si può lavorare insieme e si può crescere
insieme, senza pregiudizi. Ringrazio dunque il Sindaco per aver scommesso su questo progetto”.
“Impegnarsi nella vita di una comunità significa farne parte nella maniera più nobile – ha detto il Sindaco Sandro
Fallani – con il progetto Cittadini del Mondo, persone arrivate adesso a Scandicci da paesi lontani partecipano a
un’esperienza di cittadinanza attiva, che le introduce e le integra in un tessuto sociale che a sua volta si arricchisce
dei valori dell’accoglienza e della conoscenza.
I 34 profughi che hanno iniziato questo progetto stanno entrando sempre
più in contatto con uno dei nostri mondi più belli e importanti, quello del
volontariato e dell’associazionismo. Iniziano la loro vita qui andando oltre
la mera distinzione tra diritti e doveri, accolgono infatti il nostro principio
più alto che è quello dell’impegno”.
I dettagli del progetto e le storie dei nuovi volontari sono stati raccontati
lo scorso 30 maggio, in occasione della grande festa promossa in piazza
dalla CRI di Scandicci – con attività varie, dimostrazioni e visite gratuite
di prevenzione sanitaria. Hanno partecipato il Presidente Nazionale
Francesco Rocca, il Commissario del Comitato locale di Scandicci Gianni
Pompei, il Sindaco di Scandicci Sandro Fallani e il Presidente della
Cooperativa Il Cenacolo Matteo Conti.
5
FORMAZIONE
SOLFERINO 2015
Sta per partire il tradizionale appuntamento
NUOVI AUTISTI
E PROSSIMA
SESSIONE DI ESAMI
Ormai ci siamo, lunedì 15 giugno inizia
Solferino 2015 che per una settimana animerà
la cittadina cuore del sogno di Croce Rossa,
fino al gran finale con la tradizionale fiaccolata
di sabato 20 giugno.
Il programma completo della manifestazione, che abbiamo ampiamente presentato nello scorso numero, è
consultabile al link http://www.cri.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/27048
Congratulazioni a Jessica e Annamaria che
sabato 13 giugno hanno brillantemente superato
l’esame per la patente 5 per guidare
l’ambulanza!!
Prossima sessione, per chi fosse interessato, è prevista per il
24 ottobre. Contattate per tempo la segreteria della vostra
sede territoriale per predisporre la documentazione.
Ecco gli appuntamenti della seconda metà di giugno sulle due
sedi territoriali, aperti a tutti i volontari indistintamente:
DATA GIORNO ORARIO SEDE ARGOMENTO TIPOLOGIA DOCENTE
21 giugno Domenica 09.00-12.00 FOLGARIA
ESERCITAZIONE MAXI
EMERGENZA
PRATICA ISTRUTTORI CRI
23 giugno Martedì DALLE 17.00 IN POI FOLGARIA RETRAINING BLSD PRATICA ISTRUTTORI CRI
24 giugno Mercoledì 20.15-22.15 LAVARONE
USO DEI PRESIDI DI
IMMOBILIZZAZIONE
PRATICA ISTRUTTORI CRI
Per il retraining del 23 giugno è necessaria la prenotazione presso la sede di Folgaria, una coppia ogni mezz’ora, per
ottimizzare i tempi e non far attendere i volontari. Le prenotazioni sono raccolte dalla segreteria che sta prendendo
contatto con i volontari. Per prenotarsi chiamare Angela 392.6571631 o Giorgia392.6571632.
Anche per l’esercitazione di domenica 21 giugno, che in chiusura prevede una grigliata in compagnia, è necessario
prenotarsi sul foglio esposto in sede a Folgaria oppure scrivendo alla mail della redazione o chiamando in segreteria.
Continuano anche gli importanti appuntamenti del sabato mattina in auto sanitaria per gruppi ristretti e su
prenotazione, tre volontari per ognuna delle due sedi territoriali. L’argomento del mese di giugno è l’assistenza
all’infermiere di auto sanitaria presente sugli interventi.

More Related Content

Viewers also liked

Guest Experience Index Achievement 2014, SPG Acknowledgement
Guest Experience Index Achievement 2014, SPG AcknowledgementGuest Experience Index Achievement 2014, SPG Acknowledgement
Guest Experience Index Achievement 2014, SPG AcknowledgementTahalele, Edward
 
Dominique piekarski qui suis je?
Dominique piekarski qui suis je?Dominique piekarski qui suis je?
Dominique piekarski qui suis je?MP CONSULTANTS
 
Almeida parcial nuevas_tecnologias[1]
Almeida parcial nuevas_tecnologias[1]Almeida parcial nuevas_tecnologias[1]
Almeida parcial nuevas_tecnologias[1]Analia Diez
 
Знайомимось з прикметниками
Знайомимось з прикметникамиЗнайомимось з прикметниками
Знайомимось з прикметникамиІнна Жидких
 
Сетевые_фильтры_Monster_oct2015
Сетевые_фильтры_Monster_oct2015Сетевые_фильтры_Monster_oct2015
Сетевые_фильтры_Monster_oct2015grafitec_z
 
Amb process pharma
Amb process   pharmaAmb process   pharma
Amb process pharmaZiad Yassine
 
Proyecto cambio categoría jurídica animales domésticos (1)
Proyecto cambio categoría jurídica animales domésticos (1)Proyecto cambio categoría jurídica animales domésticos (1)
Proyecto cambio categoría jurídica animales domésticos (1)conniesl
 
AP Stylebook for Ames Community Arts Council
AP Stylebook for Ames Community Arts CouncilAP Stylebook for Ames Community Arts Council
AP Stylebook for Ames Community Arts CouncilNoelina Rissman
 
Python_for_Visual_Effects_and_Animation_Pipelines
Python_for_Visual_Effects_and_Animation_PipelinesPython_for_Visual_Effects_and_Animation_Pipelines
Python_for_Visual_Effects_and_Animation_PipelinesRussell Darling
 
MARTA DAMIAN-PORTFOLIO-2015-1
MARTA DAMIAN-PORTFOLIO-2015-1MARTA DAMIAN-PORTFOLIO-2015-1
MARTA DAMIAN-PORTFOLIO-2015-1marta damian
 

Viewers also liked (15)

Diploma
DiplomaDiploma
Diploma
 
Resume jerry
Resume jerryResume jerry
Resume jerry
 
Crise ambiental
Crise ambientalCrise ambiental
Crise ambiental
 
Guest Experience Index Achievement 2014, SPG Acknowledgement
Guest Experience Index Achievement 2014, SPG AcknowledgementGuest Experience Index Achievement 2014, SPG Acknowledgement
Guest Experience Index Achievement 2014, SPG Acknowledgement
 
Dominique piekarski qui suis je?
Dominique piekarski qui suis je?Dominique piekarski qui suis je?
Dominique piekarski qui suis je?
 
Almeida parcial nuevas_tecnologias[1]
Almeida parcial nuevas_tecnologias[1]Almeida parcial nuevas_tecnologias[1]
Almeida parcial nuevas_tecnologias[1]
 
inventum-brochure
inventum-brochureinventum-brochure
inventum-brochure
 
Знайомимось з прикметниками
Знайомимось з прикметникамиЗнайомимось з прикметниками
Знайомимось з прикметниками
 
Сетевые_фильтры_Monster_oct2015
Сетевые_фильтры_Monster_oct2015Сетевые_фильтры_Monster_oct2015
Сетевые_фильтры_Monster_oct2015
 
Amb process pharma
Amb process   pharmaAmb process   pharma
Amb process pharma
 
Proyecto cambio categoría jurídica animales domésticos (1)
Proyecto cambio categoría jurídica animales domésticos (1)Proyecto cambio categoría jurídica animales domésticos (1)
Proyecto cambio categoría jurídica animales domésticos (1)
 
AP Stylebook for Ames Community Arts Council
AP Stylebook for Ames Community Arts CouncilAP Stylebook for Ames Community Arts Council
AP Stylebook for Ames Community Arts Council
 
Python_for_Visual_Effects_and_Animation_Pipelines
Python_for_Visual_Effects_and_Animation_PipelinesPython_for_Visual_Effects_and_Animation_Pipelines
Python_for_Visual_Effects_and_Animation_Pipelines
 
JUKU Charge station
 JUKU Charge station  JUKU Charge station
JUKU Charge station
 
MARTA DAMIAN-PORTFOLIO-2015-1
MARTA DAMIAN-PORTFOLIO-2015-1MARTA DAMIAN-PORTFOLIO-2015-1
MARTA DAMIAN-PORTFOLIO-2015-1
 

Similar to Informa cri 11.2015 (11)

Resoconto missione ebolowa2012
Resoconto missione ebolowa2012Resoconto missione ebolowa2012
Resoconto missione ebolowa2012
 
Informa cri 02.2015
Informa cri 02.2015Informa cri 02.2015
Informa cri 02.2015
 
REPORT ASSOCIATI UNORA - 2013
REPORT ASSOCIATI UNORA - 2013REPORT ASSOCIATI UNORA - 2013
REPORT ASSOCIATI UNORA - 2013
 
Aggiornamento ii trimestre
Aggiornamento ii trimestreAggiornamento ii trimestre
Aggiornamento ii trimestre
 
Calendario donne che vincono
Calendario donne che vinconoCalendario donne che vincono
Calendario donne che vincono
 
"Visita a sorpresa"
"Visita a sorpresa""Visita a sorpresa"
"Visita a sorpresa"
 
La multiculturalità in oncologia 1
La multiculturalità in oncologia 1La multiculturalità in oncologia 1
La multiculturalità in oncologia 1
 
Ritratti, Feltrinelli Ed. 01
Ritratti, Feltrinelli Ed. 01Ritratti, Feltrinelli Ed. 01
Ritratti, Feltrinelli Ed. 01
 
La multiculturalità in oncologia 1
La multiculturalità in oncologia 1La multiculturalità in oncologia 1
La multiculturalità in oncologia 1
 
Storie di bambini migranti o profughi
Storie di bambini migranti o profughiStorie di bambini migranti o profughi
Storie di bambini migranti o profughi
 
MAGAZINE MERRY CHRISTMAS
MAGAZINE MERRY CHRISTMASMAGAZINE MERRY CHRISTMAS
MAGAZINE MERRY CHRISTMAS
 

Informa cri 11.2015

  • 1. 1 SBARCHI E ASSISTENZA QUOTIDIANA AI MIGRANTI A Catania l’incarnazione del Principio di Umanità di Laura Bastianello Giugno 2015 Alle quattro del pomeriggio quando la nave Dattilo della Guardia Costiera con a bordo 347 persone si avvicina al molo di Catania, il sole è ancora alto e brucia. Da sotto, dove la Croce Rossa ha allestito i gazebo per le cure mediche e la distribuzione di acqua, cibo e scarpe, si cominciano a scorgere i primi volti. Già si conosce la provenienza dei migranti a bordo (Eritrea, Etiopia, Gambia, Ghana, Senegal, Costa D’Avorio), si sa che ci sono anche 5 bambini sulla nave e diverse donne incinte. Sorridono quasi tutti perché sono salvi. Non era stato così il 20 aprile scorso quando sempre a Catania arrivarono i sopravvissuti al naufragio che ha scosso un po’ la coscienza dell’Europa. Quella notte scesero dalla nave uomini sconvolti e sotto shock. Salvi certo, ma per sempre traumatizzati. Donne e bambini sono i primi a scendere sul molo. Incontrano per primi i volontari e gli operatori della Croce Rossa. Ringraziano per l’accoglienza e in maniera educata e civile, nonostante la stanchezza per il lungo viaggio, continuano a mettersi in fila, prima per le visite mediche, poi per l’identificazione da parte della Polizia. Una procedura che durerà fino alle dieci della sera. Abdullahi è in fila come tutti gli altri. Indossa una maglia della Roma e parla italiano. “Vengo dal Ghana, ma lavoravo da diversi anni in Libia fino al momento in cui sono stato costretto a partire”. Mi racconta che era un muratore, che ha frequentato diversi italiani lì ma "a Tripoli ormai non si può più restare". Mi parla di violenza, di uomini e donne uccisi. Gli fanno eco gli altri ragazzi dietro di lui che ascoltano la conversazione nel frattempo trasformatasi in inglese. “Io sono cristiano-mi dice il ragazzo dietro Abdullahi, e lì ti tagliano la gola anche solo per il tuo credo religioso”. In mano hanno i calzini appena offerti dalla Croce Rossa. C’è chi li indossa immediatamente e chi continua a camminare a piedi scalzi perché non sa nemmeno a cosa servano quelle due strisce di cotone colorato. Le donne incinte vengono immediatamente accompagnate con le ambulanze in ospedale. Hanno bisogno di un controllo più accurato dopo aver affrontato un viaggio così lungo e in condizioni precarie. Tutti gli altri stanno abbastanza bene. A bordo c’era qualche caso di scabbia che però con un trattamento specifico e repentino è già sotto controllo. Stefano (il carismatico Presidente), Silvia, Santa, Mamadou, Enza, Simona, Carmelo e tanti altri sono il motore di ogni sbarco a Catania. Da un anno e mezzo ininterrottamente ormai si preparano con cura nell’attesa di un nuovo arrivo. Tutto è organizzato e gestito nel migliore dei modi, senza che nessuno si fermi mai un attimo a pensare che forse con quel sole avrebbe potuto decidere di andare in spiaggia. Ragazze e ragazzi che hanno deciso di dedicarsi agli altri, ogni giorno e ogni notte e sempre con un gran sorriso stampato sulla bocca. Chi si occupa delle visite mediche. Chi della distribuzione di acqua e cibo. Chi del servizio di RFL. Chi di accompagnare in ospedale con l’ambulanza le persone che hanno bisogno di maggiori cure.
  • 2. 2 NEPAL TORNATE LE INFERIMIERE VOLONTARIE CRI E’ un paese che non ha nessuna voglia di mollare Alle undici della sera quando ormai il sole è tramontato già da qualche ora e l’escursione termica comincia a far sentire un po’ di fresco, la giornata non è ancora finita. Nel Cara di Mineo un’altra squadra CRI aspetta i nuovi arrivi. La Croce Rossa, che non gestisce il centro, ha però lì dentro un piccolo ambulatorio dove ogni giorno riceve circa 120 persone che hanno richiesto asilo in Italia. I migranti vanno lì per un controllo semplice, per un dolore ai denti, per un’influenza o anche solo per parlare. "Spesso loro non hanno problemi di salute, - racconta Serena, una delle dottoresse dell’ambulatorio della Croce Rossa - succede che vengano qui anche solo per scambiare due chiacchiere. Spesso si tratta di persone che hanno perso i loro cari e hanno bisogno di attenzioni, di sapere che c’è sempre qualcuno disponibile e vogliono approvazione per qualsiasi cosa stiano per fare. Quando arrivano qui sono molto stanchi e vogliono solo avere un po' di acqua, cibo e vestiti. Diamo anche quelli qui, non lavoriamo solo nelle emergenze. Uno dei nostri principi è Umanità. Ecco perché se non ci fosse Croce Rossa, sarebbe un bel problema”. La dottoressa Serena ha stampati nella mente tutti quei volti e quei nomi che incontra ogni giorno nell’ambulatorio. "Non posso dimenticare la prima donna somala che ho incontrato appena arrivata qui. Quando mi ha visto, ha cominciato a piangere. In Libia aveva subìto le peggiori violenze. È dura ma questo è il lavoro che amo perché ho la possibilità di entrare in contatto con ognuno di loro, di rendermi utile e di fare tutto ciò che posso per dar loro almeno un po’ di sollievo. Se potessi non smetterei mai di lavorare qui. Certo la vita privata ne risente ed è un po’ messa da parte, quando torno a casa continuo a pensare alle storie che ho incontrato nel centro, ma paradossalmente è proprio tutto questo che mi dà ancora più la forza". Mentre parla, Serena tiene in braccio uno dei bimbi di una donna eritrea nel campo ormai già da diversi mesi. I piccoli sono i pazienti di Mario, medico pediatra presente e affettuoso con i ‘suoi' bambini. “Qualche anno fa, con la Primavera araba, ero in procinto di partire per l’Africa per andare ad aiutare lì dove c’era bisogno, ma poi l’Africa è venuta da me. La Croce Rossa mi ha chiamato e io ho deciso di restare”. Intanto fuori dall’ambulatorio si è formata la coda. Mentre le 5 infermiere volontarie e i due dottori presenti cercano di curare ogni caso, si espande nell’aria il suono di un flauto. “E’ Flautino!” - dice Angelo, l’operatore della CRI responsabile dell’organizzazione e del coordinamento delle squadre. “Viene dal Pakistan e se ne va in giro con questo flauto che gli ha regalato Simona (la direttrice sanitaria dell’ambulatorio). Angelo è conosciuto da tutti qui a Mineo. Si muove nel centro e nell’ambulatorio con estrema familiarità “Praticamente sono sempre qui” ed è tessitore di una lunga tela immaginaria tra il dentro e il fuori del campo, impegnato ad accontentare tutti e a prenotare le visite specialistiche, organizzando i trasporti e i ricoveri per i casi gravi. Eccoli qui tutti i volti che non vediamo mai. Quelli che lavorano in silenzio, dietro le quinte e soprattutto a riflettori spenti. Quelli che hanno deciso di mettere le proprie vite al servizio di altri. Quelli che in tutta Italia, da Augusta a La Spezia, perché Catania è solo un esempio, rappresentano l’incarnazione del principio di Umanità. “È un paese in ginocchio ma con tanta voglia di ricominciare”. Rispondono all’unisono le quattro Crocerossine appena rientrate dalla missione, durata più di un mese, in Nepal. Hanno dormito nelle tende, per terra, fianco a fianco con i pazienti, lavorando fino a 14-16 ore al giorno, eppure non sono stanche. “Abbiamo cominciato a operare a Katmandu e poi a Bidur, nel distretto di Nuwakot dove siamo rimaste per tutto il tempo”. Così comincia il suo racconto Sorella Mariangela Zarini, la capogruppo di questo team di crocerossine che ha prestato soccorso nel luogo dell’epicentro della seconda forte scossa di terremoto del 12 maggio scorso. Lì nel luogo in cui la Protezione Civile Italiana ha allestito un ospedale da campo per le emergenze e le degenze, proprio accanto al vecchio nosocomio, compromesso dal terremoto, ma per fortuna in buona parte ancora
  • 3. 3 CITTADINI NEL MONDO Scandicci in festa, 34 migranti impegnati nel volontariato agibile in cui è rimasta la sala operatoria e il reparto maternità. “Nel periodo in cui siamo rimaste a Bidur-sottolinea Sorella Renata Dalzini –sono nati circa 150 bambini. Io, in quanto ginecologa, sono intervenuta a ogni parto con una media di circa 5-6 neonati al giorno. Non è stato facile intervenire in quelle condizioni, ma ce l’abbiamo fatta. La cosa che più mi ha stupito è la dinamica del parto in Nepal. La nascita è condivisa da tutte le donne della famiglia, si accarezza la partoriente, si rimane lì durante tutta la fase del travaglio. Al momento del parto spariscono tutti e una volta nato, il bimbo viene dato alla nonna e poi al papà che esce al sole per illuminare la nuova vita”. “Appena arrivate-spiega ancora Sorella Dalzini-abbiamo trovato una situazione tragica. Adesso è in notevole ripresa. Poi a bordo della clinica mobile che avevamo a disposizione siamo riuscite a raggiungere i villaggi più isolati. La paura ora è per l’arrivo dei monsoni”. Nell’ospedale da campo con 38 posti letto, più i 12 nella zona maternità, in un mese e mezzo si sono avvicendate tantissime persone. “Ci siamo occupate di tanti casi di bambini feriti-così Sorella Angela Luparia, la più giovane del gruppo -con abrasioni e fratture. La storia a cui penso ancora riguarda una bambina arrivata nel campo con una grave insufficienza respiratoria. Non c’era modo d’intervenire con urgenza. Al campo mancavano la terapia intensiva e la rianimazione e l’ospedale in cui operare distava almeno 2 ore e mezzo. Io spero che ce l'abbia fatta. Con i mezzi che avevamo, siamo riuscite a stabilizzarla. I suoi genitori erano accanto a noi e ce l'abbiamo messa tutta”. “Per me-continua l’Infermiera Volontaria, originaria di Casal Monferrato-la difficoltà maggiore è stata nel confrontarmi con il limite delle nostre possibilità in azione. Noi potevamo intervenire nei casi urgenti, per il pronto soccorso e per le donne in gravidanza. Per il resto al limite potevamo stabilizzare i casi che però poi necessitavano di assistenza in ospedale. E In Nepal la sanità è a pagamento quindi non raggiungibile per tutti”. In quelle situazioni si cerca di fare il possibile. Lo hanno fatto tutti insieme, operatori e pazienti in una collaborazione continua anche con le altre organizzazioni presenti. “È evidente il passaggio del terremoto –spiega Sorella Domenica Gabriella Graffeo- ma è altrettanto chiara la forza psicologica di quel paese che non vuole mollare. C’è chi ha perso i propri cari, intrappolati sotto le macerie, chi non ha più niente eppure nessuno rinuncia alla voglia di ricominciare”. Anche se le Infermiere Volontarie sono tornate dalla missione e hanno raggiunto le loro città (Genova, Milano, Torino, Palermo) non abbandonano l’idea di essere ancora utili per il Nepal. Stanno infatti già pensando a come poter investire dei soldi di una donazione fatta alla Croce Rossa Italiana all’indomani del terremoto. “Affinché questa donazione possa aiutare a salvare la vita di tanti, soprattutto bambini, che si sono ritrovati senza più nulla”, così si chiudeva la missiva inviata insieme con il denaro da parte di anonimi donatori. “Stiamo pensando all’acquisto di un’incubatrice, credo sarà molto utile nel campo per salvare le vite di tanti bambini”, conclude S.lla Zarini. Sono venuti dal Gambia, dal Mali e dal Senegal a novembre e dicembre scorsi a bordo di barconi e sono stati poi soccorsi nel Mar Mediterraneo. Hanno tra i 18 e i 24 anni e sono pronti, ora da volontari della Croce Rossa Italiana, a restituire il “favore” donando a loro volta il proprio aiuto. Sono 34 migranti che, grazie al protocollo d’intesa firmato dal Comune di Scandicci, il Comitato locale della Croce Rossa e la Cooperativa sociale Il Cenacolo, hanno da poco terminato il corso d’accesso per diventare volontari della CRI e già da oggi sabato 30 maggio, nell’ambito della Festa CRI, stanno mettendo in pratica alcune delle nozioni apprese durante le lezioni. Il progetto, disegnato apposta per loro e che già è stato preso a modello da altre amministrazioni e da altri Comitati locali di Croce Rossa, si chiama “Cittadini del mondo-Scandicci si cura” che ha come obiettivo l’integrazione in città
  • 4. 4 dei migranti richiedenti asilo politico. I 34 ragazzi faranno volontariato con funzioni di controllo sociale e di sicurezza del territorio, in particolare negli spazi pubblici cittadini, per il controllo dei giardini comunali e l’apertura e chiusura dei parchi. Durante la loro attività indosseranno una pettorina con il logo del progetto, gli stemmi del Comune e della Croce Rossa e la scritta “Cittadini del Mondo – Scandicci si cura”. “Accogliere i migranti non significa solo assisterli nel momento dello sbarco. Vuol dire stare accanto a loro in tutto il percorso d’integrazione. – Così ha dichiarato il Presidente della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca durante la conferenza stampa - Abbiamo sposato subito questo progetto perché consente a questi ragazzi di rendersi utili in un momento in cui, in attesa di protezione, non possono lavorare. È un modo per imparare meglio l’italiano e per integrarsi in questa bella Comunità. Dall’altra parte può essere utile per far capire a tutti che si può lavorare insieme e si può crescere insieme, senza pregiudizi. Ringrazio dunque il Sindaco per aver scommesso su questo progetto”. “Impegnarsi nella vita di una comunità significa farne parte nella maniera più nobile – ha detto il Sindaco Sandro Fallani – con il progetto Cittadini del Mondo, persone arrivate adesso a Scandicci da paesi lontani partecipano a un’esperienza di cittadinanza attiva, che le introduce e le integra in un tessuto sociale che a sua volta si arricchisce dei valori dell’accoglienza e della conoscenza. I 34 profughi che hanno iniziato questo progetto stanno entrando sempre più in contatto con uno dei nostri mondi più belli e importanti, quello del volontariato e dell’associazionismo. Iniziano la loro vita qui andando oltre la mera distinzione tra diritti e doveri, accolgono infatti il nostro principio più alto che è quello dell’impegno”. I dettagli del progetto e le storie dei nuovi volontari sono stati raccontati lo scorso 30 maggio, in occasione della grande festa promossa in piazza dalla CRI di Scandicci – con attività varie, dimostrazioni e visite gratuite di prevenzione sanitaria. Hanno partecipato il Presidente Nazionale Francesco Rocca, il Commissario del Comitato locale di Scandicci Gianni Pompei, il Sindaco di Scandicci Sandro Fallani e il Presidente della Cooperativa Il Cenacolo Matteo Conti.
  • 5. 5 FORMAZIONE SOLFERINO 2015 Sta per partire il tradizionale appuntamento NUOVI AUTISTI E PROSSIMA SESSIONE DI ESAMI Ormai ci siamo, lunedì 15 giugno inizia Solferino 2015 che per una settimana animerà la cittadina cuore del sogno di Croce Rossa, fino al gran finale con la tradizionale fiaccolata di sabato 20 giugno. Il programma completo della manifestazione, che abbiamo ampiamente presentato nello scorso numero, è consultabile al link http://www.cri.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/27048 Congratulazioni a Jessica e Annamaria che sabato 13 giugno hanno brillantemente superato l’esame per la patente 5 per guidare l’ambulanza!! Prossima sessione, per chi fosse interessato, è prevista per il 24 ottobre. Contattate per tempo la segreteria della vostra sede territoriale per predisporre la documentazione. Ecco gli appuntamenti della seconda metà di giugno sulle due sedi territoriali, aperti a tutti i volontari indistintamente: DATA GIORNO ORARIO SEDE ARGOMENTO TIPOLOGIA DOCENTE 21 giugno Domenica 09.00-12.00 FOLGARIA ESERCITAZIONE MAXI EMERGENZA PRATICA ISTRUTTORI CRI 23 giugno Martedì DALLE 17.00 IN POI FOLGARIA RETRAINING BLSD PRATICA ISTRUTTORI CRI 24 giugno Mercoledì 20.15-22.15 LAVARONE USO DEI PRESIDI DI IMMOBILIZZAZIONE PRATICA ISTRUTTORI CRI Per il retraining del 23 giugno è necessaria la prenotazione presso la sede di Folgaria, una coppia ogni mezz’ora, per ottimizzare i tempi e non far attendere i volontari. Le prenotazioni sono raccolte dalla segreteria che sta prendendo contatto con i volontari. Per prenotarsi chiamare Angela 392.6571631 o Giorgia392.6571632. Anche per l’esercitazione di domenica 21 giugno, che in chiusura prevede una grigliata in compagnia, è necessario prenotarsi sul foglio esposto in sede a Folgaria oppure scrivendo alla mail della redazione o chiamando in segreteria. Continuano anche gli importanti appuntamenti del sabato mattina in auto sanitaria per gruppi ristretti e su prenotazione, tre volontari per ognuna delle due sedi territoriali. L’argomento del mese di giugno è l’assistenza all’infermiere di auto sanitaria presente sugli interventi.