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Per gli antichi il tempo era ciclico, esisteva un ciclo del tempo dominato e segnato prevalentemente dal
ciclo della natura.
Stagioni che ritornano, dunque tempo che ritorna.
L'esempio si può trarre dal mondo mitico degli agricoltori: ogni anno in
inverno Proserpina scende nel regno dei morti dove diventa Persefone, sposa
di Ade, ma alla fine di questo periodo di rigenerazione il dio morto risorge per
riabbracciare la madre Demetra, e il dono che porta con sé sulla terra è la
primavera.
NON ESISTE
UNA VERA FINE
C’E’ UN
INCESSANTE
RITORNO
RR
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Secondo la concezione stoica, quando gli astri ritornano allo stesso punto
in cui l'universo si formò, ci sarà la conflagrazione universale(cosmo prende
fuoco, fine del mondo) e l'inizio di un nuovo ciclo, in cui torna a compiersi
ogni avvenimento accaduto nel precedente, con un determinismo assoluto.
E questo si compirà non una sola volta, ma all'infinito.
Quindi nel tempo ciclico non esiste una vera fine delle cose né una fine del
tempo, ma un solo un'incessante ritorno.
Il tempo viene vissuto prevalentemente come regolarità del ciclo, scandito dai
suoi passaggi: le stagioni e gli astri, dove anche se non esattamente uguali e precisi, la percezione
sostanziale è che nulla possa accadere che già non sia accaduto.
Il futuro sembra essere solo il limite in cui avviene il ritorno del passato e che quindi non sarà mai una
novità assoluta e inaspettata. Tutto ciò porta alla conclusione che il tempo è governato da schemi
divinamente immutabili, ovvero da forze archetipiche.
In questa concezione, non esistendo un principio del tempo, un punto in cui il movimento inizia, né una
sua fine, la durata del cosmo è chiamata con un termine preciso: anakylosis, cioè un ritorno eterno su
se stesso.
La rappresentazione simbolica del tempo ciclico è data dalla spiga di
grano, la quale nasce e cresce per il semplice scopo di rigenerare il
chicco di grano.
Ma questa non rimarrà un'unione indissolubile, presto, nel bel mezzo
dell'estate che contrariamente
esprime energia e forza vitale, la
spiga morirà, essa cadrà a terra e dal suo disfacimento verrà
liberato quel chicco che pure esso sembra destinato ad una
inevitabile morte.
Ebbene in quel ritornare nel grembo della madre terra, in
quell’accettare impassibile l'inevitabile morte c'è invece
racchiuso il mistero della vita.
Quel chicco darà vita ad una nuova spiga che crescerà e quantunque non sarà perfettamente uguale al
genitore, lo stesso potrà perpetuarsi nel tempo ciclico.
Ma badate bene, solo dal disfacimento sarà nuova forma, solo con la morte sarà nuova vita e se non
morirà la sua misteriosa e silenziosa missione rimarrà incompiuta.
TEMPO
CICLICO
ANAKYLOSIS
ritorno eterno
su se stesso
.