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98
Come si esplica
l’attività
del consulente
nei confronti
del cliente in relazione
alla pianificazione
successoria?
Il consulente deve, in primo luogo,
rendere edotto il cliente della possibilità
di decidere egli stesso
La destinazione dei suoi beni mediante
un testamento o atti di trasmissione alternativi
al testamento pre mortem
Il tema successorio, e ancor di più il suo strumento
principe, il testamento, è ancora un argomento misterioso e
sconosciuto ai più.
È bene, pertanto, che il consulente nello svolgimento della
propria attività sottolinei l’importanza della pianificazione
successoria nell’ambito della pianificazione patrimoniale.
Il consulente deve esporre al cliente come, infatti, egli può
disporre liberamente in ossequio all’autonomia privata
riconosciuta ad ogni individuo, ma deve rispettare la quota
minima di eredità che la legge riconosce a determinati
soggetti (coniuge e figli) in ragione del particolare legame
esistente con il testatore defunto.
Il consulente deve inoltre spiegare al cliente che in caso di
mancata disposizione, la sua successione sarà regolata dalla
legge, la quale privilegia la trasmissione per via familiare.
Fatta questa premessa al cliente gli si chiede chi, alla
situazione attuale, vorrebbe fossero i soggetti cui tramettere
il suo patrimonio, ovvero i suoi potenziali eredi.
1110
Chi e
quanti sono
gli eredi
dei tuoi clienti?
Questa è una domanda che non ha risposta certa.
L’individuazione e la quantità degli eredi
può esserevariabile
Il consulente deve mappare i potenziali eredi dei clienti nella fase iniziale
della pianificazione, svolgendo un’indagine circa le sue intenzioni e la sua
volontà, al fine di supportarlo nella scelta relativa all’individuazione dei suoi
successori.
L’attività del consulente perdura fin quando non trova la sua definitiva
attuazione con l’apertura della successione del cliente, quanto gli eredi
saranno definitivamente individuati
Al momento della pianificazione successoria per individuare
i possibili eredi bisogna fare delle domande e rendere
consapevole il cliente circa alcuni aspetti del tema successorio.
Il consulente espone, innanzitutto, al cliente che
potenzialmente si possono avere tre categorie di eredi: gli eredi
legittimi (in mancanza di testamento, individuati dalla legge tra
i più prossimi congiunti); gli eredi testamentari (individuati dal
cliente stesso con il testamento) e gli eredi legittimari (coniuge,
figli e, in assenza di figli, ascendenti, ai quali la legge riserva
una quota minima di eredità anche contro la volontà del cliente)
Il consulente chiarirà che la qualificazione di ciascun erede
nell’una piuttosto che nell’altra categoria dipenderà dalle
modalità operative con cui il cliente deciderà di approcciare la
propria pianificazione successoria, ovvero se deciderà di fare
testamento o meno.
Il cliente verosimilmente vorrà comunque privilegiare la
cerchia familiare, ma potrebbe ben decidere di beneficiare
anche soggetti estranei a questa cerchia o di perseguire con la
pianificazione successoria ulteriori interessi che prescindono
da esigenze familiari o extrafamiliari, come ad esempio,
soddisfare sue ragioni creditorie.
1312
Gli eredi
rimangono
sempre gli stessi
nell’arco della vita
del cliente?
Potrebbero, ma non è detto
Il consulente deve analizzare insieme al cliente lo stato
di fatto in base alla situazione esistente al momento
della pianificazione patrimoniale e successoria,
ma essendo entrambi consapevoli che essa potrà cambiare
in qualsiasi momento e dunque, essendo pronti
a riorganizzare la pianificazione elaborata in base
ai mutamenti intervenuti ed al diverso scenario
soggettivo che si può proporre
La caratteristica fondamentale del testamento in particolare
e della pianificazione successoria in generale è, infatti, la
loro provvisorietà, essendo studiati ed effettuati in base
alla situazione esistente al momento della redazione del
testamento o della elaborazione della pianificazione.
Ma in realtà è evidente come la realtà sociale, relazionale,
patrimoniale e finanziaria è mutevole e non è facile essere
sempre al passo con l’evoluzione dei possibili scenari.
È per questo che l’attiità del consulente è periodica e
continuata e la mappatura dei possibili eredi è soggetta ad
adeguamento costante, potendo gli eredi designati venire
meno prima dell’apertura della successione per cause
oggettive o soggettive e potendo essere, dunque necessario,
riformulare le strategie e riorganizzare la pianificazione.

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  • 1. 98 Come si esplica l’attività del consulente nei confronti del cliente in relazione alla pianificazione successoria? Il consulente deve, in primo luogo, rendere edotto il cliente della possibilità di decidere egli stesso La destinazione dei suoi beni mediante un testamento o atti di trasmissione alternativi al testamento pre mortem Il tema successorio, e ancor di più il suo strumento principe, il testamento, è ancora un argomento misterioso e sconosciuto ai più. È bene, pertanto, che il consulente nello svolgimento della propria attività sottolinei l’importanza della pianificazione successoria nell’ambito della pianificazione patrimoniale. Il consulente deve esporre al cliente come, infatti, egli può disporre liberamente in ossequio all’autonomia privata riconosciuta ad ogni individuo, ma deve rispettare la quota minima di eredità che la legge riconosce a determinati soggetti (coniuge e figli) in ragione del particolare legame esistente con il testatore defunto. Il consulente deve inoltre spiegare al cliente che in caso di mancata disposizione, la sua successione sarà regolata dalla legge, la quale privilegia la trasmissione per via familiare. Fatta questa premessa al cliente gli si chiede chi, alla situazione attuale, vorrebbe fossero i soggetti cui tramettere il suo patrimonio, ovvero i suoi potenziali eredi.
  • 2. 1110 Chi e quanti sono gli eredi dei tuoi clienti? Questa è una domanda che non ha risposta certa. L’individuazione e la quantità degli eredi può esserevariabile Il consulente deve mappare i potenziali eredi dei clienti nella fase iniziale della pianificazione, svolgendo un’indagine circa le sue intenzioni e la sua volontà, al fine di supportarlo nella scelta relativa all’individuazione dei suoi successori. L’attività del consulente perdura fin quando non trova la sua definitiva attuazione con l’apertura della successione del cliente, quanto gli eredi saranno definitivamente individuati Al momento della pianificazione successoria per individuare i possibili eredi bisogna fare delle domande e rendere consapevole il cliente circa alcuni aspetti del tema successorio. Il consulente espone, innanzitutto, al cliente che potenzialmente si possono avere tre categorie di eredi: gli eredi legittimi (in mancanza di testamento, individuati dalla legge tra i più prossimi congiunti); gli eredi testamentari (individuati dal cliente stesso con il testamento) e gli eredi legittimari (coniuge, figli e, in assenza di figli, ascendenti, ai quali la legge riserva una quota minima di eredità anche contro la volontà del cliente) Il consulente chiarirà che la qualificazione di ciascun erede nell’una piuttosto che nell’altra categoria dipenderà dalle modalità operative con cui il cliente deciderà di approcciare la propria pianificazione successoria, ovvero se deciderà di fare testamento o meno. Il cliente verosimilmente vorrà comunque privilegiare la cerchia familiare, ma potrebbe ben decidere di beneficiare anche soggetti estranei a questa cerchia o di perseguire con la pianificazione successoria ulteriori interessi che prescindono da esigenze familiari o extrafamiliari, come ad esempio, soddisfare sue ragioni creditorie.
  • 3. 1312 Gli eredi rimangono sempre gli stessi nell’arco della vita del cliente? Potrebbero, ma non è detto Il consulente deve analizzare insieme al cliente lo stato di fatto in base alla situazione esistente al momento della pianificazione patrimoniale e successoria, ma essendo entrambi consapevoli che essa potrà cambiare in qualsiasi momento e dunque, essendo pronti a riorganizzare la pianificazione elaborata in base ai mutamenti intervenuti ed al diverso scenario soggettivo che si può proporre La caratteristica fondamentale del testamento in particolare e della pianificazione successoria in generale è, infatti, la loro provvisorietà, essendo studiati ed effettuati in base alla situazione esistente al momento della redazione del testamento o della elaborazione della pianificazione. Ma in realtà è evidente come la realtà sociale, relazionale, patrimoniale e finanziaria è mutevole e non è facile essere sempre al passo con l’evoluzione dei possibili scenari. È per questo che l’attiità del consulente è periodica e continuata e la mappatura dei possibili eredi è soggetta ad adeguamento costante, potendo gli eredi designati venire meno prima dell’apertura della successione per cause oggettive o soggettive e potendo essere, dunque necessario, riformulare le strategie e riorganizzare la pianificazione.