1. Sindacato Lavoratori Comunicazione
...Tutta colpa dei portatori di handicap ??
Nel giornalino aziendale ”AZIENDA NEWS” a pagina 4, in merito alle assenze, si può
rilevare la gentilezza d'animo di chi ha saputo scrivere:
“Unico fattore in controtendenza è la crescita del 6% delle assenze connesse alla Legge
104/92 che fino ad oggi hanno comportato una perdita di capacità produttiva di ca. 2.700
risorse, in aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (di ca. 120 risorse).
E’ evidente che i dati riferiti alle assenze per la Legge 104 non sono compatibili con
un’Azienda che è il primo datore di lavoro Italiano e che, soprattutto, investe fortemente
sulle proprie persone nella consapevolezza che siano un asset distintivo e vincente”
SLC -CGIL vuole ricordare che la fruizione dei permessi garantiti dalla legge 104/92 è
un Diritto di ciascun dipendente.
Non risulta peraltro che Poste Italiane possa sottrarsi dall'applicare una Legge chiara,
né si comprende il senso di una posizione “contabile” su una norma di Civiltà. La prosa
asciutta ed efficace dell'articolista che rappresenta l'Azienda dimentica che chi ha una
grave patologia personale o un congiunto gravemente disabile è costretto a fruire di questi
permessi di cui farebbe volentieri a meno. ...Ma la SLC CGIL glielo ricorda.
L'Azienda ha gli strumenti e la forza per contrastare e combattere eventuali abusi
nell'applicazione della Legge, che, su questa materia, sarebbero considerati odiosi da
tutti, ma SE questo è il pensiero profondo che ispira il primo datore di lavoro in Italia nel
rapporto con i suoi dipendenti e collaboratori, lo riteniamo non compatibile per la mancanza
di sensibilità che propone ed il sotteso disprezzo verso lavoratrici e lavoratori in grave difficoltà
personale e familiare, “colpevoli” di fruire delle disposizioni di una norma applicata in
tutte le Aziende in Italia nello spirito della legge 104/92 che, nell’esplicarne le finalità,
all’art. 1 così recita:
Finalità. - 1. La Repubblica:
a) garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della
persona handicappata e ne promuove la piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel
lavoro e nella società;
b) previene e rimuove le condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona
umana, il raggiungimento della massima autonomia possibile e la partecipazione della
persona handicappata alla vita della collettività, nonché la realizzazione dei diritti civili, politici
e patrimoniali;
c) predispone interventi volti a superare stati di emarginazione e di esclusione sociale
della persona handicappata.
Norme come questa rappresentano il grado di civiltà di un Paese che riconosce alla
disabilità diritti e potenzialità, a fronte del doveroso superamento di emarginazione
2. ed esclusione sociale. Una comunicazione autorevole di rettifica e scuse sul
giornalino aziendale sarebbe opportuna.