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URBANISTICA e PROTEZIONE CIVILE
    Territorio e nuovi sistemi di costruzione




   Sessione “Assetto del Territorio”
        Eremo di Santa Croce di Fonte Avellana
               Serra Sant’Abbondio (PU)


                        28 Ottobre 2010
Marco Iachetta – Responsabile Protezione Civile UNCEM Nazionale
                   protezionecivile@uncem.net
PERCHE’ ANCHE “LA MONTAGNA”:
     PERCHE’           MONTAGNA”
      Art. 44 Cost.
                              UNCEM rappresenta
54 % territorio nazionale
                            circa 2.000 Enti Pubblici
   10 % popolazione
       17 % P.I.L.
PERCHE’ ANCHE “LA MONTAGNA”:
Legge 225/92: le Comunità Montane sono parte del Servizio
                    Nazionale di P. C.
  Molte Leggi Regionali coinvolgono le CC.MM. E gli Enti
   Montani nel servizio regionale di Protezione Civile (cfr.
   LL.RR. Marche, Toscana, Emilia Romagna, Umbria, ….)
Si agisce sulla base del “Protocollo di Intesa UNCEM – DPC”
                         del 25/02/2009
  Perché molti Comuni, specialmente quelli piccoli, hanno
   dato la delega per la gestione associa della Protezione
      Civile e dell’Urbanistica alle CC.MM. o alle Unioni

   Perché le gestione intercomunali aiutano i Sindaci e le
                       Comunità Locali
Protocollo di Intesa UNCEM – DPC
     Il Dipartimento e l’UNCEM collaborano alla
 definizione di iniziative finalizzate allo sviluppo ed
alla diffusione della conoscenza e della cultura della
     Protezione Civile e di ogni attività anche di
  carattere formativo, operativo e tecnico utile ad
assicurare interventi di protezione civile sempre più
          efficaci ed efficienti - 25/02/2009




                                                   4
6 aprile 2009 ORE 3.32 EMERGENZA ABRUZZO


  In assistenza Istituzionale ai Sindaci: “amministrazione
                        dell’emergenza”
In DICOMAC c/o “Funzione Coordinamento Enti Locali” (cfr.
      Decreto Commissario Delegato n 5 del 24/04/2009)
                     Con Tecnici Valutatori
                   Nelle Aree di Accoglienza
 Nella raccolta fondi (Cfr. Abruzzo e poi Conto Corrente “Italia per
                         Haiti con ANCI e UPI)
          Inquadrati nelle Colonne Mobili Regionali

         In collaborazione con Regioni, ANCI e UPI
L’informazione e i disastri



    I disastri avvengono
  in mezzo ad una pletora
            di dati
               …
e mancanza di informazione !
Alcuni “perché” della Protezione civile moderna:

  1. Che cosa e dove sono i nostri standard ? (cfr. OCSE)
     2. La protezione civile è abbastanza democratica?
           3. Abbiamo il sostegno del pubblico?
             4. Quanta protezione strutturale?
    5. La protezione civile riesce ad adattarsi abbastanza
   rapidamente ai cambiamenti della società e dei pericoli?
        6. Seguire la moda nella protezione civile?
         7. Siamo in grado di pagare tutto questo?
         8. Controllo centrale oppure sussidiarità?
    9. Cosa significa efficienza nella protezione civile?
 10. Saremo in grado di tenere il problema dei disastri sotto
Fonte: Prof. David Alexander.
                              controllo?
Comunità        PIANI”
Il Sindaco – la Comunità – i “2 PIANI”

                           SINDACO
                          (Comunità)




   PIANO OPERATIVO
       COMUNALE                        PIANO DI EMERGENZA
  (o piano del Sindaco)


       STATICO                             DINAMICO
Rapporto Piano Urbanistico – Piano Emergenza:

Piano Urbanistico:                                                                Piano Urbanistico:
deve “consentire ”                                                                Stato conoscitivo e
   ricostruzione                                                                  “cosa è ammesso”




                                                                                   Piano Urbanistico:
 Piano Urbanistico:
                                                                                       integrato
    da rispettare
                                                                                     con il Piano di
anche in emergenza
                                                                                      Emergenza
                      Fonte: Prof. David Alexander. Elaborazione Marco Iachetta
Oltre 8.100 Sindaci e Comunità locali …
                      Comunità



      SIAMO TUTTI UGUALI?

ABBIAMO TUTTI LE STESSE RISORSE?

 SIAMO IN GRADO DI RISPONDERE
    ALLE RESPONSABILITA’ IN
        UGUAL MANIERA?
I problemi sul tavolo:
1. E’ un problema di “COMPETENZE AMMINISTRATIVE”?
    2. E’ un problema di ”RISORSE FINANZIARIE”?
3. E’ un problema di “CONFRLITTO TRA COMPETENZE
                   PROFESSIONALI”?
  4. E’ un problema di “NUMEROSITA’ DEGLI ENTI”?
        5. E’ un problema di “NORMATIVA”?
        6. E’ un problema “TECNOLOGICO”?
         7. E’ un problema “DI CONSENSO”?
 8. E’ un problema di “DIMENSIONE DEL COMUNE”?
   9. E’ un problema di “CAPACITA’ DI LETTURA E
                  INTERPETAZIONE”?
                      10. …?
La complessità della modernità …




                         Fonte: Prof. David Alexander
Un approccio “OLISTICO” … 1
Sia la pianificazione urbanistica che quella di emergenza
  hanno un bisogno estremo di informazioni (non di dati)
                 che possano consentire una
      “LETTURA INTEGRATA DEL TERRITORIO”
  Dobbiamo ragionare sulla “filiera della conoscenza”
   che permetta alle Autorità pubbliche, attraverso un
   percorso partecipato e consapevole con i cittadini, di
    definire “regole di convivenza” condivise, robuste,
   ancorate alle realtà antropico-ambientali-economiche
                   della comunità locale
(sia essa il piccolo comune di montagna o la grande città
                       metropolitana)
Un approccio “OLISTICO” … 2
Differenziare: una Città Metropolitana è oggettivamente
 diversa da un Comune medio e sideralmente diversa da
                   un Comune piccolo
         Oggi abbiamo due aree di intervento:
Le grandi Città soffrono per la dimensione dei problemi e
               pressione antropico-produttiva
 I medi e piccoli Comuni soffrono per l’insufficienza di
   risorse e il moltiplicarsi dei rischi (anche derivati dai
                   cambiamenti climatici)
 DIFFERENZIAZIONE E SUSSIDIARIETA’ devono essere
     concretamente declinate, possibilmente in modo
           omogeneo sul territorio nazionale.
Un approccio “OLISTICO” … 3
Per i piccoli Comuni occorre condividere, associandole, le
         “funzioni nobili” di conoscenza del territorio:
                         Catasto
                       Cartografia
                       Urbanistica
                    Protezione Civile,
                           ICT,
                            …
   Integrandole con quanto messo a disposizione dalla
       Provincia, dalla Regione e possibilmente dalle
  Amministrazioni periferiche dello Stato residenti su quel
                          territorio
Un paradigma possibile
                Differenziazione
                  Sussidiarietà
Competenza – Conoscenza – Lettura integrata
     Pianificazione … veloce non decennale ☺ ☺ ☺
       Comunicazione – Condivisione
              Consapevolezza …


       COMUNITA’ RESILIENTI
La “resilienza”
         Dimensioni della RESILIENZA:
ROBUSTEZZA: resistere allo stress senza perdere
              il funzionamento
  RIDONDANZA: poter continuare a funzionare
             durante una crisi
INGEGNOSITA’: capacità di identificare problemi e
               mobilitare risorse
  RAPIDITA’: capacità di raggiungere obiettivi e
  soddisfare priorità in modo da ridurre le perdite


                Fonte: Proff. Ian Davis & David Alexander.
Un possibile campo di collaborazione ANCI - UNCEM
                                 World Disaster Reduction Campaign on Making
                                     Cities Resilient, addressing urban risk


TEN-POINT CHECKLIST – ESSENTIALS FOR MAKING CITIES RESILIENT
  1.Put in place organization and coordination to understand and reduce
 disaster risk, based on participation of citizen groups and civil society. Build
 local alliances. Ensure that all departments understand their role in disaster
                         risk reduction and preparedness.
   2.Assign a budget for disaster risk reduction and provide incentives for
homeowners, low-income families, communities, businesses and public sector
                     to invest in reducing the risks they face.
    3.Maintain up-to-date data on hazards and vulnerabilities, prepare risk
 assessments and use these as the basis for urban development plans and
 decisions. Ensure that this information and the plans for your city’s resilience
        are readily available to the public and fully discussed with them.
   4.Invest in and maintain infrastructure that reduces risk, such as flood
        drainage, adjusted where needed to cope with climate change.
 5.Assess the safety of all schools and health facilities and upgrade these
                                    as necessary.
Un possibile campo di collaborazione ANCI - UNCEM
                                 World Disaster Reduction Campaign on Making
                                     Cities Resilient, addressing urban risk


TEN-POINT CHECKLIST – ESSENTIALS FOR MAKING CITIES RESILIENT

6. Apply and enforce realistic, risk-compliant building regulations and land
     use planning principles. Identify safe land for low-income citizens and
           develop upgrading of informal settlements, wherever feasible.
     7. Ensure that education programmes and training on disaster risk
              reduction are in place in schools and local communities.
 8. Protect ecosystems and natural buffers to mitigate floods, storm surges
     and other hazards to which your city may be vulnerable. Adapt to climate
                change by building on good risk reduction practices.
9. Install early warning systems and emergency management capacities in
                your city and hold regular public preparedness drills.
  10.After any disaster, ensure that the needs of the survivors are placed at
     the centre of reconstruction with support for them and their community
    organizations to design and help implement responses, including rebuilding
                               homes and livelihoods.
RACOMANDAZIONI:
AVERE UNA “LETTURA INTEGRATA” DEL TERRITORIO E DEI
                    FENOMENI
            “METTERE INSIEME LE FORZE”
          PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE
 I CITTADINI DEVONO ESSERE CONSAPEVOLI e PARTECIPI
I SINDACI DEVONO IMPEGNARE LA LORO RESPONSABILITA’
 LE ISTITUZIONI DEVONO COLLABORARE E RISPETTARSI
  I PIANI DEVONO ESSERE INTEGRATI, COMPRENSIBILI E
                     OPERATIVI
 GLI UFFICI DEVONO ESSERE PRESIDIATI DA PERSONALE
                    COMPETENTE

… OGGI DOBBIAMO TUTTI ESSERE MOLTO RESPONSABILI
        PERCHE’ NON CI SONO PIU’ SCUSE …
Grazie !!!

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  • 1. URBANISTICA e PROTEZIONE CIVILE Territorio e nuovi sistemi di costruzione Sessione “Assetto del Territorio” Eremo di Santa Croce di Fonte Avellana Serra Sant’Abbondio (PU) 28 Ottobre 2010 Marco Iachetta – Responsabile Protezione Civile UNCEM Nazionale protezionecivile@uncem.net
  • 2. PERCHE’ ANCHE “LA MONTAGNA”: PERCHE’ MONTAGNA” Art. 44 Cost. UNCEM rappresenta 54 % territorio nazionale circa 2.000 Enti Pubblici 10 % popolazione 17 % P.I.L.
  • 3. PERCHE’ ANCHE “LA MONTAGNA”: Legge 225/92: le Comunità Montane sono parte del Servizio Nazionale di P. C. Molte Leggi Regionali coinvolgono le CC.MM. E gli Enti Montani nel servizio regionale di Protezione Civile (cfr. LL.RR. Marche, Toscana, Emilia Romagna, Umbria, ….) Si agisce sulla base del “Protocollo di Intesa UNCEM – DPC” del 25/02/2009 Perché molti Comuni, specialmente quelli piccoli, hanno dato la delega per la gestione associa della Protezione Civile e dell’Urbanistica alle CC.MM. o alle Unioni Perché le gestione intercomunali aiutano i Sindaci e le Comunità Locali
  • 4. Protocollo di Intesa UNCEM – DPC Il Dipartimento e l’UNCEM collaborano alla definizione di iniziative finalizzate allo sviluppo ed alla diffusione della conoscenza e della cultura della Protezione Civile e di ogni attività anche di carattere formativo, operativo e tecnico utile ad assicurare interventi di protezione civile sempre più efficaci ed efficienti - 25/02/2009 4
  • 5. 6 aprile 2009 ORE 3.32 EMERGENZA ABRUZZO In assistenza Istituzionale ai Sindaci: “amministrazione dell’emergenza” In DICOMAC c/o “Funzione Coordinamento Enti Locali” (cfr. Decreto Commissario Delegato n 5 del 24/04/2009) Con Tecnici Valutatori Nelle Aree di Accoglienza Nella raccolta fondi (Cfr. Abruzzo e poi Conto Corrente “Italia per Haiti con ANCI e UPI) Inquadrati nelle Colonne Mobili Regionali In collaborazione con Regioni, ANCI e UPI
  • 6. L’informazione e i disastri I disastri avvengono in mezzo ad una pletora di dati … e mancanza di informazione !
  • 7. Alcuni “perché” della Protezione civile moderna: 1. Che cosa e dove sono i nostri standard ? (cfr. OCSE) 2. La protezione civile è abbastanza democratica? 3. Abbiamo il sostegno del pubblico? 4. Quanta protezione strutturale? 5. La protezione civile riesce ad adattarsi abbastanza rapidamente ai cambiamenti della società e dei pericoli? 6. Seguire la moda nella protezione civile? 7. Siamo in grado di pagare tutto questo? 8. Controllo centrale oppure sussidiarità? 9. Cosa significa efficienza nella protezione civile? 10. Saremo in grado di tenere il problema dei disastri sotto Fonte: Prof. David Alexander. controllo?
  • 8. Comunità PIANI” Il Sindaco – la Comunità – i “2 PIANI” SINDACO (Comunità) PIANO OPERATIVO COMUNALE PIANO DI EMERGENZA (o piano del Sindaco) STATICO DINAMICO
  • 9. Rapporto Piano Urbanistico – Piano Emergenza: Piano Urbanistico: Piano Urbanistico: deve “consentire ” Stato conoscitivo e ricostruzione “cosa è ammesso” Piano Urbanistico: Piano Urbanistico: integrato da rispettare con il Piano di anche in emergenza Emergenza Fonte: Prof. David Alexander. Elaborazione Marco Iachetta
  • 10. Oltre 8.100 Sindaci e Comunità locali … Comunità SIAMO TUTTI UGUALI? ABBIAMO TUTTI LE STESSE RISORSE? SIAMO IN GRADO DI RISPONDERE ALLE RESPONSABILITA’ IN UGUAL MANIERA?
  • 11. I problemi sul tavolo: 1. E’ un problema di “COMPETENZE AMMINISTRATIVE”? 2. E’ un problema di ”RISORSE FINANZIARIE”? 3. E’ un problema di “CONFRLITTO TRA COMPETENZE PROFESSIONALI”? 4. E’ un problema di “NUMEROSITA’ DEGLI ENTI”? 5. E’ un problema di “NORMATIVA”? 6. E’ un problema “TECNOLOGICO”? 7. E’ un problema “DI CONSENSO”? 8. E’ un problema di “DIMENSIONE DEL COMUNE”? 9. E’ un problema di “CAPACITA’ DI LETTURA E INTERPETAZIONE”? 10. …?
  • 12. La complessità della modernità … Fonte: Prof. David Alexander
  • 13. Un approccio “OLISTICO” … 1 Sia la pianificazione urbanistica che quella di emergenza hanno un bisogno estremo di informazioni (non di dati) che possano consentire una “LETTURA INTEGRATA DEL TERRITORIO” Dobbiamo ragionare sulla “filiera della conoscenza” che permetta alle Autorità pubbliche, attraverso un percorso partecipato e consapevole con i cittadini, di definire “regole di convivenza” condivise, robuste, ancorate alle realtà antropico-ambientali-economiche della comunità locale (sia essa il piccolo comune di montagna o la grande città metropolitana)
  • 14. Un approccio “OLISTICO” … 2 Differenziare: una Città Metropolitana è oggettivamente diversa da un Comune medio e sideralmente diversa da un Comune piccolo Oggi abbiamo due aree di intervento: Le grandi Città soffrono per la dimensione dei problemi e pressione antropico-produttiva I medi e piccoli Comuni soffrono per l’insufficienza di risorse e il moltiplicarsi dei rischi (anche derivati dai cambiamenti climatici) DIFFERENZIAZIONE E SUSSIDIARIETA’ devono essere concretamente declinate, possibilmente in modo omogeneo sul territorio nazionale.
  • 15. Un approccio “OLISTICO” … 3 Per i piccoli Comuni occorre condividere, associandole, le “funzioni nobili” di conoscenza del territorio: Catasto Cartografia Urbanistica Protezione Civile, ICT, … Integrandole con quanto messo a disposizione dalla Provincia, dalla Regione e possibilmente dalle Amministrazioni periferiche dello Stato residenti su quel territorio
  • 16. Un paradigma possibile Differenziazione Sussidiarietà Competenza – Conoscenza – Lettura integrata Pianificazione … veloce non decennale ☺ ☺ ☺ Comunicazione – Condivisione Consapevolezza … COMUNITA’ RESILIENTI
  • 17. La “resilienza” Dimensioni della RESILIENZA: ROBUSTEZZA: resistere allo stress senza perdere il funzionamento RIDONDANZA: poter continuare a funzionare durante una crisi INGEGNOSITA’: capacità di identificare problemi e mobilitare risorse RAPIDITA’: capacità di raggiungere obiettivi e soddisfare priorità in modo da ridurre le perdite Fonte: Proff. Ian Davis & David Alexander.
  • 18. Un possibile campo di collaborazione ANCI - UNCEM World Disaster Reduction Campaign on Making Cities Resilient, addressing urban risk TEN-POINT CHECKLIST – ESSENTIALS FOR MAKING CITIES RESILIENT 1.Put in place organization and coordination to understand and reduce disaster risk, based on participation of citizen groups and civil society. Build local alliances. Ensure that all departments understand their role in disaster risk reduction and preparedness. 2.Assign a budget for disaster risk reduction and provide incentives for homeowners, low-income families, communities, businesses and public sector to invest in reducing the risks they face. 3.Maintain up-to-date data on hazards and vulnerabilities, prepare risk assessments and use these as the basis for urban development plans and decisions. Ensure that this information and the plans for your city’s resilience are readily available to the public and fully discussed with them. 4.Invest in and maintain infrastructure that reduces risk, such as flood drainage, adjusted where needed to cope with climate change. 5.Assess the safety of all schools and health facilities and upgrade these as necessary.
  • 19. Un possibile campo di collaborazione ANCI - UNCEM World Disaster Reduction Campaign on Making Cities Resilient, addressing urban risk TEN-POINT CHECKLIST – ESSENTIALS FOR MAKING CITIES RESILIENT 6. Apply and enforce realistic, risk-compliant building regulations and land use planning principles. Identify safe land for low-income citizens and develop upgrading of informal settlements, wherever feasible. 7. Ensure that education programmes and training on disaster risk reduction are in place in schools and local communities. 8. Protect ecosystems and natural buffers to mitigate floods, storm surges and other hazards to which your city may be vulnerable. Adapt to climate change by building on good risk reduction practices. 9. Install early warning systems and emergency management capacities in your city and hold regular public preparedness drills. 10.After any disaster, ensure that the needs of the survivors are placed at the centre of reconstruction with support for them and their community organizations to design and help implement responses, including rebuilding homes and livelihoods.
  • 20. RACOMANDAZIONI: AVERE UNA “LETTURA INTEGRATA” DEL TERRITORIO E DEI FENOMENI “METTERE INSIEME LE FORZE” PREVENIRE E’ MEGLIO CHE CURARE I CITTADINI DEVONO ESSERE CONSAPEVOLI e PARTECIPI I SINDACI DEVONO IMPEGNARE LA LORO RESPONSABILITA’ LE ISTITUZIONI DEVONO COLLABORARE E RISPETTARSI I PIANI DEVONO ESSERE INTEGRATI, COMPRENSIBILI E OPERATIVI GLI UFFICI DEVONO ESSERE PRESIDIATI DA PERSONALE COMPETENTE … OGGI DOBBIAMO TUTTI ESSERE MOLTO RESPONSABILI PERCHE’ NON CI SONO PIU’ SCUSE …