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2. 2
NEWSCINEMA10dicembre2014
NewsCinema.it
Testata Giornalistica di Cinema e Serie Tv
Mensile Dicembre 2014 ANNO 1 - N. 3
Registrazione Tribunale di Roma n. 203/11
del 17 Giugno 2011
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Giuseppe Rogolino
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Hanno collaborato a questo numero:
Carlo Andriani
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Letizia Rogolino
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6. 6
La trilogia di Peter Jackson si
conclude con un finale epico
di Letizia Rogolino
NEWSCINEMA10dicembre2014
Il 17 Dicembre è un giorno atteso e temuto dai fans della coppia creativa Peter Jackson – JRR Tolkien, poichè
arriva nelle sale Lo Hobbit: La Battaglia delle Cinque Armate, l’ultimo capitolo della trilogia prequel del Signore
degli Anelli. L’avventura di Bilbo Baggins volge al termine, ma lo fa con i fuochi d’artificio. Infatti, se il primo
capitolo è stato impegnato in gran parte con la presentazione della storia, degli equilibri tra le parti e dei
personaggi mantenendo un ritmo sostenuto, da Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug abbiamo vissuto un
crescendo di pathos, emozioni e azione, fino ad arrivare a questo nuovo film che è una vera e propria esplosione
7. 7
di effetti speciali, combattimenti, sentimenti e acrobazie
visive. Schiavi dell’ira del temibile drago Smaug,
Pontelagolungo subisce un duro colpo e i pochi abitanti
rimasti devono cercare di costruirsi una nuova vita
altrove. La Montagna piena d’oro e pietre preziose
diventa il luogo centrale, intorno alla quale si alimenta una
guerra che coinvolge le cinque armate della Terra di
Mezzo. I Nani di Erebor, gli Elfi e gli Umani devono
coalizzarsi per sconfiggere i due eserciti di orchi che
avanzano velocemente da Nord, ma sceglieranno la
strada più semplice? Bilbo Baggins intanto si ritrova
all’interno della Montagna, in ostaggio di un Thorin
Scudodiquercia diverso, sotto il giogo della malattia del
drago che lo sta portando alla pazzia.
Non ragiona più lucidamente, per il bene del suo popolo,
ma pensa solo a proteggere il tesoro e a trovare la tanto
ambita Arkengemma. La sua ossessione e la sua mente
offuscata lo rendono ottuso e privo di buonsenso verso le
ragionevoli richieste degli Elfi e degli Umani che
vorrebbero solo la loro parte di tesoro come accordato.
Tutto ciò scatena una guerra inevitabile, che prende una
brutta piega, con l’arrivo degli orrendi e spietati orchi.
Peter Jackson e gli sceneggiatori Fran Walsh e Philippa
Boyens hanno realizzato un finale epico al di sopra di
ogni aspettativa, senza risparmiare le scene d’azione, i
dialoghi fondamentali ed emozionanti, e le dinamiche
intriganti tra i vari personaggi del racconto.
Senza cadere banalmente nel confronto con il romanzo
da cui è tratto il film, possiamo dire che Lo Hobbit: La
Battaglia delle Cinque Armate è un film che funziona. Fin
dalla prima scena prologo con l’attacco di Smaug alla
città di Pontelagolungo lo spettatore viene catapultato nel
pieno dell’azione, godendo anche della tecnica del 3D di
alta qualità, che produce l’effetto di puro divertimento.
Nessun particolare è lasciato al caso e la regia si sposa
perfettamente con la sceneggiatura, la scenografia ed
effetti visivi coinvolgenti ed emozionanti. Non manca una
vena di romanticismo nella graduale caduta del Re Thorin
e nella relazione tra l’elfo Tauriel e il Nano Kili.
Ne sono passati di anni dal 1937, anno in cui il romanzo
Lo Hobbit venne pubblicato per la prima volta, dando vita
a questo mondo fantastico e affascinante, nato dalla
fervida immaginazione di un autore di favole per bambini.
Martin Freeman nel ruolo del giovane Bilbo Baggins,
NEWSCINEMA10dicembre2014
10. 10
“Mi piacerebbe vivere in
un mondo con tanti
Baymax per tutti noi...ma
purtroppo abbiamo votato
male!”
Flavio Insinna
Il 18 Dicembre arriva nelle sale italiane Big Hero 6, il
nuovo film Disney diretto da Don Hall e Chris Williams, i
creatori del magico Frozen – Il Regno di Ghiaccio e del
divertente Ralph Spaccatutto. La storia avventurosa, ricca
di azione e gag esilaranti, è quella di Tadashi, un
ragazzino che costruisce un robot ultra moderno di
nomeBaymax, per prendersi cura delle persone. Tra i due
si forma un legame speciale sullo sfondo di un futuro non
troppo lontano e, quando la città di San Fransokyo viene
coinvolta da un evento devastante, il fratello maggiore di
Tadashi, Hiro, chiede l’aiuto di Baymax e i suoi amici.
Hanno presentato Big Hero 6 a Roma, i doppiatori
italiani Flavio Insinna, Virginia Raffaele e Moreno, il
rapper che ha firmato anche una canzone della colonna
sonora del film. “Personalmente se non avessi fatto Don
Matteo, non avrei mai conosciuto Luca Ward che poi mi
ha presentato Roberto Morvillo della Disney che mi ha
contattato per questo progetto. Io ho sempre recitato
fisicamente in presa diretta e non ho mai cercato di fare il
doppiatore. Però un giorno Morvillo mi chiama dicendo
che per questo film serve un talent, così faccio il provino
ed è andata. E’ una testimonianza che nella vita contano
gli incontri e anche un mestiere che non è il tuo, se incontri
le persone giuste, può portare a qualcosa di buono. Loro
hanno tirato fuori il meglio di me e mi hanno seguito
molto, con tante prove lì dietro il vetro. Io sono Baymax
Flavio Insinna, Virginia Raffaele e Moreno
presentano il nuovo film Disney
di Letizia Rogolino
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11. 11
che non è solo un robot ma un operatore
sanitario…e in un paese calpestato ogni giorno
come il nostro, con i tagli alla sanità chi non
vorrebbe a casa un operatore sanitario
personale che ti chiede come stai? e ti cura
senza dover fare impegnative, ticket etc…E’ un
personaggio rassicurante e coccoloso, mi
piacerebbe vivere in un paese con tanti Baymax
per tutti noi ma non è colpa mia se abbiamo
votato male” ha dichiarato ironicamente
Insinna. Virginia Raffaele invece è la voce di
Zia Cass, del quale ha raccontato: “Il mio
personaggio è frizzante, lunatico. Roberto
Morvillo mi è stato molto vicino, perchè anche
per me è la prima volta come doppiaggio.
Quando un personaggio in video corre, tu sei
fermo, e così a volta qualcuno mi scuoteva
all’improvviso. Ho sempre sognato di doppiare
o essere in un cartone animato, ma far parte
della famiglia Disney fa sempre effetto”.
“E’ un cartone per tutti, diverte ma fa anche
commuovere. Io sono rimasto anche nel mio
settore, perché ho fatto una canzone. Tuttavia
fare una canzone per un cartone animato è
un’esperienza nuova, mi sono documentato e
immedesimato nella storia per scrivere. Sono
molto felice di aver partecipato, è fantastico, la
Disney è una cosa bellissima” ha aggiunto il
giovane cantante Moreno.
Come spesso accade con i talent che si
cimentano nel doppiaggio di un cartone
animato, la stampa ha chiesto ai protagonisti
quali film d’animazione ricordano con più affetto
e considerano i loro preferiti. Insinna ha fatto il
nome de Il Libro della Giungla e Gli Aristogatti,
ricordando poi la voce di Gigi Proietti come il
mitico Genio di Aladdin e ha sottolineato:
“Vorrei chiudere comunque la mia carriera
doppiando Baloo, del quale condivido la filosofia
di vita del ‘Basta lo stretto indispensabile”.
Virginia Raffaele invece ha un debole per Gli
Incredibili con il personaggio di Edna Mode
con la voce di Amanda Lear.
Parlando del suo approccio con il
personaggio di Baymax, Flavio Insinna ha
raccontato poi il lavoro fatto, grazie alla
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12. 12
supervisione di Morvillo e tante prove: “Ci siamo
avventurati con in piedi di piombo. La sfida è stata
quella di non essere robotico nella voce, ma allo stesso
tempo non sei un essere umano, quindi di trovare una
giusta via di mezzo. Tutte le battute erano pronunciate
con un sorriso rassicurante e coccoloso, solo nel finale
c’è un piccolo scarto, ci siamo abbandonati ad un
sentimento autentico e umano. Poi i personaggi hanno
sempre un arco narrativo, e anche Baymax cambia. Per
tutto il viaggio ho seguito la leggerezza di Massimiliano
Manfredi che ha una voce incredibile, che io ho dovuto
cercare in ogni parola. Ci vuole sempre un grande
rispetto, bisogna sempre amare quello che fai senza per
forza amare quello che sei. Ho cercato di amare alla
follia Baymax senza mai compiacermene. Sono animato
da una grandissima auto disistima, come diceva Fellini
per questo per me questo lavoro è un inferno perchè
non mi piaccio quasi mai”.
Anche se tutti e tre lavorano con la voce, tra
televisione e radio, l’esperienza del doppiaggio è
qualcosa di diverso, come ha sottolineato la Raffaele:
“Quando sei in radio, non essendoci la parte visiva, devi
comunicare tutto con la voce, utilizzando i tempi comici
che sono fondamentali. Con il doppiaggio, però, si
passa ad un livello successivo perché davanti a noi
abbiamo dei personaggi, che sembrano dei veri e propri
attori in carne ed ossa. Qui il mestiere di attore ci viene
in aiuto anche se non tutte le intenzioni o le intuizioni che
abbiamo possono essere giuste. Alcune, tanto per
usare un termine tecnico, possono non incollarsi al viso
del nostro personaggio. In questo senso si comprende
come il doppiaggio è un lavoro di voce profondamente
legato alla parte visiva.”
Big Hero 6, ispirato all’omonimo fumetto Marvel, è
anche una storia di amicizia e riesce a trattare anche
temi importanti e riflessivi, come l’elaborazione del lutto
e le difficoltà dell’età adolenscienziale. “Adoro le
amicizie improbabili, e quindi l’approccio di Baymax con
questo bambino che sembra non volerlo, e poi il viaggio
che fanno insieme; se ti accorgi che il tuo compagno di
viaggio è speciale ti commuovi. Mi ha colpito molto il
rapporto tra Hiro e Baymax” ha sottolineato Flavio
Insinna, mentre Moreno ha concluso aggiungendo
qualche parola sulla canzone realizzata per il film: “Con
questa canzone ho provato a mandare un messaggio
positivo, quello di credere nei propri sogni, nella propria
creatività. La determinazione del personaggio è positiva,
importante, è una cosa che davvero può accadere ed è
stimolante per chi guarda la storia. Se Hiro, con le sue
qualità speciali, non avesse avuto un amico come
Baymax, non sarebbe riuscito a superarsi”.
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Benedict Cumberbatch è il genio
matematico Alan Turing
di Letizia Rogolino
Il regista norvegese Morten Tyldum ci regala,
per il nuovo anno, il suo The Imitation Game,
film che racconta la storia di Alan Turing, il
celebre matematico che riuscì a decriptare il
codice nazista Enigma, durante la Seconda
Guerra Mondiale.
Durante l’inverno del 1952, le autorità
britanniche entrano nella casa del matematico,
criptoanalista ed eroe di guerra Alan Turing per
indagare su una segnalazione di furto con
scasso. Finiscono invece per arrestare lo
stesso Turing con l’accusa di “atti osceni”,
incriminazione che lo avrebbe portato alla
devastante condanna per il reato di
omosessualità. Le autorità non sanno che
stanno arrestando il pioniere della moderna
informatica.
Noto leader di un gruppo eterogeneo di
studiosi, linguisti, campioni di scacchi e agenti
dei servizi segreti, ha avuto il merito di aver
decifrato i codici indecifrabili della macchina
tedesca Enigma durante la II Guerra Mondiale.
Benedict Cumberbatch si cala perfettamente
nei panni di questa figura fragile ed eccentrica,
un uomo dedito al lavoro, che deve fare i conti
con la sua omosessualità, in quegli anni
considerata illegale. Al suo fianco Keira
Knightley, Matthew Good e Mark Strong nei
ruoli più rilevanti che lasciano un segno nella
storia. Sullo sfondo di una scenografia attenta
e fedele al periodo storico trattato, The
Imitation Game non è prettamente un film
storico, ma un melò disturbato da una buona
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5 possibili biopic
per Benedict
Cumberbatch
a cura di Letizia Rogolino
dose di humour, come la maggior parte dei film inglesi.
Tyldum, grazie ad una sceneggiatura brillante e
lineare, e ad un cast convincente e adatto ai vari
personaggi, riesce a confezionare un film piacevole da
guardare, con un buon ritmo e un suggestivo effetto finale.
Cumberbatchtira i fili della narrazione, regalando una
performance verosimile e dinamica, lontano dalla
caricatura del personaggio realmente esistito, anche
perché il film risulta comunque una versione romanzata
della realtà, anche grazie alla colonna sonora suggestiva e
avvolgente di Alexandre Desplat.
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Tra le sue tante interpretazioni ci sono anche quelle di
personaggi realmente esistiti, tra i quali: Stephen
Hawking, in un film della BBC del 2004, William Pitt
il Giovane, nel film indipendente del 2006 dal titolo
Amazing Grace, William Carey nel film The Other
Boleyn Girl, Julian Assange in Il Quinto Potere e il
matematico Alan Turing nel film The Imitation Game,
che è l’adattamento cinematografico della biografia
di Alan Turing, scritta da Andrew Hodges. Vista la
straordinaria bravura dell’attore, in molti hanno
pensato a lui per interpretare la parte da protagonista
in alcuni biopic ancora in fase di lavorazione.
JRR TOLKIEN
CHARLES LINDBERG
EDGAR ALLAN POE
JOHNNY CARSON
MR. ROGERS
20. 20
In anteprima la Festival di Torino The Theory of
Everything – La teoria del tutto, di James Marsh. La
vita del grande scienziato Stephen Hawking, l’autore
delle teorie sul tempo, i buchi neri e l’origine
dell’universo, è qualcosa di così straordinario che
oltrepassa ogni definizione, e questo bellissimo film,
basato sulle memorie di Jane, prima moglie di
Stephen, coinvolge gli spettatori catturandoli fino
all’ultimo fotogramma. Hawking (Eddie Redmayne)
è un giovane, brillante, goffo studente del prestigioso
college di Cambridge nel 1963, quando conosce
Jane Wilde (Felicity Jones), studentessa di lingue
dall’intelligenza acuta e dalla fede incrollabile.
Il loro amore nasce mentre Stephen riceve la
terribile sentenza sulla sua malattia, che stravolge la
sua esistenza: soffre di una malattia degenerativa dei
motoneuroni, e nell’Inghilterra degli anni ’60 gli
comunicano un’aspettativa di vita di due anni
soltanto. L’ostinato amore di Jane lo strappa alla
depressione in cui era precipitato, si sposano,
Stephen ottiene il dottorato ed inizia a stupire il
mondo scientifico con le sue teorie. Nascono tre figli,
mentre la malattia costringe Stephen sulla sedia a
rotelle, privandolo lentamente dei movimenti, ma
senza riuscire a strapparlo alla vita: negli anni Ottanta
una tracheotomia lo priverà della parola, e sarà un
tecnico di Cambridge ad inventare per lui un
sintetizzatore vocale.
La relazione con Jane, incrollabile e coraggiosa
nell’affrontare per anni da sola la fatica fisica ed
emotiva della vita con il marito, subirà inevitabilmente
delle trasformazioni, ma è con lei che Hawking si
presenterà alla regina d’Inghilterra per ricevere la sua
prima onorificenza. L’interpretazione di Eddie
Redmayne è straordinaria, una performance che
inizia con le prime impercettibili difficoltà del corpo di
Hawking, e lo segue nella sua trasformazione fino alla
contrazione sulla sedia a rotelle di un corpo che non
risponde più, alla smorfia di un viso trasfigurato che
affida agli occhi ed alla minima mimica facciale (che lo
scienziato ha straordinariamente conservato) una
grandissima forza di comunicazione: ironia, dolore,
intelligenza che non conosce confine, traspaiono
intatti attraverso il volto contratto di questo giovane
attore che certamente otterrà molti riconoscimenti per
questo ruolo. Bravissima anche Felicity Jones, che
La straordinaria vita di Stephen Hawking
tra genio, amore e forza d’animo
di Laura Manaresi
NEWSCINEMA10dicembre2014
21. 21
“Per le espressioni
facciali, mi esercitavo
davanti allo specchio con
l’Ipad in mano, provando
ad imitare alcune
fotografie di Stephen”
Eddie Redmayne
trasforma il suo personaggio negli anni, da ragazzina che
coltiva il suo sogno impossibile a donna sofferta, piena di
sfumature, sorretta da una grande forza interiore. Intorno a
loro, un cast di attori di alto livello, dal sensibile Charlie Cox
che interpreta Jonathan, che entrerà con delicata passione
nella vita della coppia, all’ottimo Simon McBurney, il padre
di Hawking.
James Marsh, regista britannico noto soprattutto per i
suoi film documentari (ricordiamo Man of Wire, Un uomo fra
le Torri, sull’impresa del funambolo Philippe Petit) intreccia
indissolubilmente la vicenda personale di Hawking con le
sue teorie astrofisiche: l’esistenza di Dio, la ragione
dell’uomo, la nascita dell’universo, la natura del tempo.
Teorie che sfidano la ragione umana, e che Stephen e Jane
sembrano incarnare con le loro vite, creando un tempo che
si arrotola su stesso (bellissima e significativa la sequenza
finale) e mantiene intatto nel presente l’amore del passato,
anche quando le esistenze si separano. Marsh riesce
nell’impresa di rendere appassionante, ironica, piena di
speranza questa vicenda più vera e più straordinaria di
qualunque fiction, dove la ricerca della meravigliosa,
perfetta, semplice equazione che dia una ragione del tutto,
sembra infine attuarsi nello svolgersi di esistenze umane
straordinarie, dove un elemento misterioso pare piegare e
risolvere ogni dolorosa contraddizione.
DA NON PERDERE:
Sul canale youtube di NewsCinema.it, al seguente
link: http://youtu.be/AXZUZ7VlNhs potete vedere la
VIDEO INTERVISTA a Eddie Redmayne, che racconta la
sua esperienza sul set, dalla trasformazione fisica
all’incontro con il vero Stephen Hawking!
NEWSCINEMA10dicembre2014
23. 23
Da pochi giorni sono stati ufficializzati tutti i dettagli
del nuovo film dedicato a James Bond, che sarà il 24°
della serie. Le novità sono state annunciate durante la
presentazione ufficiale del film tenutasi a Londra, nel
corso della quale è stato svelato anche il titolo, che sarà
Spectre e verrà diretto da Sam Mendes. Per questo
nuovo progetto cinematografico sono state scelte due
Bond Girl davvero eccezionali: Monica Bellucci, che
interpreterà la Bond Girl Lucia Sciarra e Léa Seydoux,
che invece sarà Madelaine Swann.
Questa volta però oltre a vestire i panni delle sensuali
Bond Girl, le due attrici saranno anche le co-protagoniste
insieme al già noto Daniel Craig, che per la quarta volta
vestirà i panni dell'agente segreto più famoso e
seducente del grande schermo. Non si sa ancora nulla di
ufficiale invece sulla trama del film, che però si
preannuncia come uno dei più avventurosi della serie,
targata 007. Da alcune indiscrezioni però sembra che
tutto parta da un messaggio criptico, che arriva dal
passato di Bond, portando l’agente 007 a seguire così
una pista al fine di smascherare una minacciosa
organizzazione. Mentre M lotta contro le forze politiche
per tenere in vita i servizi segreti, Bond tenterà invece di
aggirare numerosi ostacoli e smascherare inganni, per
svelare la terribile verità che si cela dietro Spectre. Il film
uscirà nelle sale cinematografiche ad Ottobre 2015, le
riprese invece sembra che inizieranno a Londra già nei
prossimi giorni. Tra Febbraio e Marzo inoltre il cast del
film si sposterà anche in Italia, a Roma, per poi passare
alla Reggia di Caserta, dove verranno effettuate le
riprese. Nel cast, oltre a Ben Whishaw, Dave Bautista e
Naomie Harris, ci saranno anche delle new entry: il due
volte Premio Oscar Christoph Waltz ed Andrew Scott,
mentre Ralph Fiennes tornerà invece ad interpretare il
ruolo di M. Non si sa ancora quale ruolo verrà però
affidato a Waltz, l'unica cosa certa è che sarà un cattivo,
di Andrew Scott si sa invece che il nome del suo
personaggio sarà quello di Denbigh.
Confermato il cast del nuovo film
di James Bond, SPECTRE
di Ghita Stefania Montalto
NEWSCINEMA10dicembre2014
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Dopo il successo del suo film d'esordio, dal titolo Animal Kingdom, David Michôd torna dietro la macchina da
presa per dirigere The Rover, in questi giorni nelle sale cinematografiche italiane, un film la cui sceneggiatura si
basa su una storia realizzata grazie alla collaborazione di Joel Edgerton, uno dei protagonisti del suo film
precedente. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes 2014, The Rover è stato realizzato in sei settimane
di riprese, tra Gennaio e Marzo del 2013, impiegando un budget complessivo di circa 12 milioni di dollari. Tra gli
interpreti: Guy Pearce, Robert Pattinson e Scoot McNairy.
The Rover è la storia di Eric, un ex contadino, che vive una vita da vagabondo, viaggiando solo,
completamente svuotato, annoiato e pieno di rabbia. Non gli rimane ormai più nulla, eccetto la sua auto e la
strada sulla quale viaggia e il film ce lo fa conoscere, sin dalle prime scene, proprio mentre è in viaggio, forse il
suo ultimo viaggio. Fermatosi per una breve sosta in un ristorante cambogiano, sperduto nel nulla, dove ad
attenderlo c'è solo il degrado e un’assordante musica pop, Eric si siede ad un tavolo, si versa da bere e proprio
in quel momento una banda di piccoli criminali, fuggiti maldestramente da una rapina finita male, si schianta a
velocià col proprio furgone fuori dal ristorante cambogiano. Riusciti a liberarsi dalle lamiere e a rubare l’auto di
Eric i malviventi continuano così la loro fuga, ed è da quel momento in poi che ha inizio la vera storia del film.
Eric infatti farà qualsiasi cosa pur di riappropriarsi nuovamente della sua inseparabile auto.
26. 26
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The Rover potremmo quindi definirlo un film on
the road, ambientato in un deserto, quello
australiano, che sembra davvero uscir fuori da un
altro mondo, un deserto in cui la strada però non
porta mai da nessuna parte, perchè non ha alcuna
meta stabilita, assomigliando più ad un cerchio,
molto simile ad un circuito chiuso, percorso
sempre allo stesso modo, senza una reale ed
evidente razionalità, esattamente come accade
con le vite di chi la percorre. E' un film che, se non
stupisce particolarmente per l'originalità delle
vicende narrate, mostra comunque un suo
caratteristico stile, distinguendosi così da
qualunque altro film di genere per il modo in cui è
stato realizzato e girato.
Il vagabondo a cui fa riferimento il titolo è lo
straordinario Guy Pearce, che interpreta Eric, un
uomo solitario e silenzioso, totalmente indifferente
a tutto ciò che accade intorno a lui, almeno fino a
quando non gli rubano l'auto, da quel momento in
poi infatti sembra svegliarsi e diventare un altro
uomo, spendendosi fino all'ultimo per dare la
caccia ai malviventi che lo hanno derubato. Al suo
fianco un insolito Robert Pattinson, che
interpreta un ragazzo ferito e con problemi
mentali, che Eric incontra lungo la strada,
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diventando così un improbabile compagno di viaggio.
Con questa sua interpretazione Pattinson esce
finalmente fuori dallo schema recitativo e dall'immagine
di icona giovanile alla quale era rimasto legato ed
incastrato per molto tempo, interpretando bene un ruolo
da adulto, che lo rende convincente.
L'inizio di The Rover è visivamente folgorante, con la
vista di uno sterminato deserto australiano ed un'afa
polverosa, che viene interrotta da suggestive sonorità
asiatiche. Il regista ci catapulta immediatamente nel
deserto australiano, che diventa subito lo scenario
perfetto di un western post-apocalittico, suggestivo ed
iperviolento, riuscendo persino a rappresentare uno
stato d'ansia generalizzata, che ritroviamo in tutto il
film. Lungo il cammino del protagonista ci sono solo
desolazione e violenza, chiunque osi soltanto pensare
di mettersi in mezzo, impedendogli di ritrovare la sua
auto, pagherà con la propria vita. Sono tutti in pericolo,
tutti tranne uno, il fratello di uno dei tre banditi,
interpretato da Robert Pattinson, abbandonato dalla
gang in mezzo alla strada perché ferito. Sarà proprio
Eric a salvarlo e a portarlo con sé durante il viaggio,
quel ragazzo infatti è l'unico modo che ha per trovare il
covo della banda e raggiungere così il suo obiettivo,
perchè Eric deve assolutamente ritrovare la sua auto...
e alla fine ne capirete il perché.
NEWSCINEMA10dicembre2014
28. 28
Magic in the Moonlight
di Laura Manaresi
NEWSCINEMA10dicembre2014
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La nuova commedia di Woody Allen
tra amore e magia
di Laura Manaresi
Woody Allen torna in sala in stato di grazia, con
un’incantevole commedia dalla sceneggiatura perfetta,
Magic in the Moonlight. Ambientata in quel magico
mondo degli illusionisti tanto caro al regista, dove realtà
ed illusione si intrecciano smarrendo ogni confine, la
vicenda si snoda tra ville e paesaggi della Costa
Azzurra, nei ruggenti Anni Venti. Colin Firth interpreta
Stanley Crawford, mago britannico di grande
successo che coltiva l’ossessione di smascherare falsi
medium. Viene interpellato per verificare la sincerità di
Sophie Backer (Emma Stone), una giovane spiritista
americana che ha sedotto un’intera famiglia di
ricchissimi inglesi, ansiosi di comunicare con il patriarca
defunto. Intorno a loro ruota una riuscita compagnia di
personaggi, interpretata da un cast assolutamente
perfetto, tra cui spiccano l’anziana ed eccentrica zia
Vanessa (Eileen Atkins), che ha cresciuto Stanley
dall’infanzia e vive in una splendida tenuta in Provenza,
e il vecchio amico e collega illusionista Howard Burke
(Simon McBurney), che rintraccia il protagonista in una
Berlino che apre una lunga serie di citazioni. La
questione ovviamente non si rivelerà semplice, e tra
dialoghi dal ritmo perfetto e colpi di scena il film scorre
rapidamente verso un finale brillante, anche se
prevedibile.
Firth presta corpo e voce ad un irresistibile
misantropo, inguaribilmente malinconico e disilluso,
cinico ed egocentrico ma in realtà autoironico e perfino
sentimentale, che si scontrerà con la grazia, il sorriso e
la verve della giovane medium, una bravissima Emma
Stone dai grandi occhi e dalle gambe sottili, destinata a
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portare scompiglio nella vita di rigide certezze
del mago Crawford. Religione e scienza, fede e
ragione, pienezza della vita e certezza della
morte sono i grandi temi sui quali Allen danza
con ironica levità, intrecciando Nietzsche e
buonsenso domestico, tra giochi di prestigio ed
autocitazioni: il grande mistero dell’universo,
con le sue immense galassie, non fa più tanta
paura se il cuore si apre così come il tetto del
planetario dal quale Sophie e Stanley
contemplano la notte infinita dopo essersi
rifugiati da un temporale improvviso (e qui non
si può non ricordare la scena del planetario nel
film Manhattan).
Le ambientazioni ricercate, i bellissimi
costumi, con gli abiti di seta leggera ed i
cappellini a cloche, la preziosa colonna sonora
che spazia da Stravinsky a Cole Porter, con un
cameo di Ute Lemper, completano la cornice di
questa commedia sofisticata che si presta ad
essere letta su più livelli, come tutti i migliori film
di Woody Allen: dietro le battute serrate ed il
ritmo degli eventi si scontrano le opposte
tentazioni dell’essere umano, credere oltre
l’incredibile per trovare conforto al dolore, o
negare ogni illusione nel timore della disillusione.
Allen suggerisce la sua terza via, un occhio
disincantato e leggero, ma pronto a farsi
rovesciare dalla forza dell’intelligenza e del
sentimento. Il prolifico Woody questa volta ci ha
regalato una commedia sofisticata, romantica,
godibilissima e recitata con grazia, che si fa
perdonare gli snodi a volte prevedibili con
l’ironia ed il ritmo di dialoghi di grande scuola.
Assolutamente da vedere, in sala dal 4
dicembre.
“Allen intreccia Nietzsche con il
buonsenso domestico”
NEWSCINEMA10dicembre2014
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Il nuovo film del trio comico
al cinema dall’11 Dicembre
di Letizia Rogolino
“Alla base del nostro lavoro c’è fondamentalmente la
nostra grande amicizia” dichiarano Aldo, Giovanni e
Giacomo, il trio comico italiano che l’11 Dicembre porta
al cinema il nuovo film Il Ricco, il Povero e il
Maggiordomo, distribuito da Medusa. Sono passati
quattro anni dal loro ultimo film, ma la comicità e la
semplicità di Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo
Poretti torna sul grande schermo con una storia curiosa
e frizzante, che diverte un pubblico di varie generazioni.
“Un film per tutte le stagioni” come lo definisce
l’attrice Giuliana Lojodice che interpreta nel film la
madre di Aldo, la Signora Calcedonia, una donna forte e
umile, che accetta il figlio così com’è nonostante la sua
incapacità di trovarsi un lavoro stabile e una donna. Aldo
infatti, in questa occasione, è un venditore ambulante
che va avanti ogni giorno tra imprevisti e situazioni
imbarazzanti, con il sogno di aprire un giorno una
bancarella vera e propria per dare avvio alla sua attività
nell’abbigliamento. Giacomo Porettiinvece è un ricco e
insensibile broker di successo, con una villa enorme, una
moglie che sperpera il suo denaro in piaceri e interventi di
chirurgia estetica, e un figlio costretto al golf ma con la
passione per il calcio. Giovanni è il maggiordomo di
Giacomo, con un particolare interesse per le arti marziali
e la cultura giapponese, innamorato della collegaDolores,
che sogna di sposare.
Quando un affare di Giacomo va male, le vite di
questi tre uomini si incrociano bruscamente e,
ritrovandosi tutti nella stessa barca, cercano una
soluzione e un modo per ritrovare un equilibrio. “In
questo film c’è anche un fattore politico molto
interessante: i poveri devono assistere i ricchi! E io penso
IL RICCO, IL POVERO
E IL MAGGIORDOMO
NEWSCINEMA10dicembre2014
32. 32
NEWSCINEMA10dicembre2014 che la ricerca della qualità deve
esserci anche nel commerciale e nel
comico” aggiunge la Lojodice in
conferenza stampa.
Questo nuovo film, diretto da
Morgan Bertacca, che lavora con
Aldo, Giovanni e Giacomo da quasi
venti anni, mantiene infatti l’impronta
artistico ludica che ha sempre
contraddistinto i film e gli spettacoli
teatrali dei tre comici, ma la
sceneggiatura lascia più spazio alle
riflessioni e ai momenti personali,
togliendo un po’ di respiro al puro
divertimento a cui eravamo abituati fino ad oggi. Non mancano le scene
esilaranti che strappano sincere risate, ma sono in parte frenate e racchiuse
all’interno di dialoghi articolati, che toccano temi come la crisi e la precarietà,
non solo della vita ma anche delle relazioni, tra marito e moglie, tra padre e
figlio, e tra amici. I personaggi sono irresistibili e ben scritti, ognuno con i suoi
punti deboli e punti di forza, e con un sogno nel cassetto.
Dapprima incredibilmente diversi, nel corso del film, cominciano a
diventare complementari e a darsi una mano l’uno con l’altro, contro un
mondo spietato e insensibile. I battibecchi tra i tre, tuttavia, animano le scene
come sempre, regalando momenti divertenti e di puro intrattenimento, senza
mai scadere nella comicità volgare o demenziale. Un pregio che pochi artisti
della risata in Italia riescono a mantenere dopo molti anni di successo. Se non
andate al cinema siete della tribù dei Vacaputanga, come cantava Walter
Valdi nella canzone che fa parte della colonna sonora del film dal sapore
vintage.
34. 34
Keanu Reeves torna in azione nei panni di
uno spietato killer in cerca di vendetta
di Carlo Andriani
Il 22 gennaio torna in tutti i cinema italiani
Keanu Reeves nell’adrenalinico action movie
John Wick. Diretto da Chad Stahelski e David
Leitch e interpretato da Willem Dafoe, Alfie
Allen e Michael Nyqvist, John Wick racconta la
storia di un uomo che dopo la tragica scomparsa
della moglie, riceve dalla donna un ultimo regalo,
un tenero cucciolo di beagle.
Ma un giorno durante un giro in città la sua
Boss Mustang del 1969 attira l’attenzione del
criminale Ioses Tirasof (Alfie Allen), che irrompe
con la sua banda in casa, gli ruba l’auto e gli
uccide il cucciolo. La banda non sa però di aver
risvegliato uno dei più crudeli assassini che la
malavita abbia mai conosciuto. E la vendetta sarà
terribilmente violenta e toccherà chiunque si
imbatterà in John Wick.
Dopo Man of Tai Chi e 47 Ronin Keanu
Reeves torna con John Wick al genere che l’ha
lanciato, l’action thriller. E lo fa con grande stile.
Infatti John Wick è un brillante film di azione come
i vecchi cult di Sylvester Stallone e Arnold
Schwarzenegger in cui il protagonista, irato per
qualche motivo, si vendica uccidendo tutti nel
peggiore dei modi.
E quando diciamo tutti intendiamo veramente
tutti, perché come nello spettacolare The
Equalizer di Fuqua anche John Wick vede il
protagonista capace di sterminare centinaia di
avversari contemporaneamente come neanche il
Neo di Matrix riusciva a fare. Esagerazione che
trova in un attore del calibro di Reeves e nella
regia da videoclip di Stahelski e Leitch, al loro
esordio dopo un passato da stuntman in successi
come Matrix Revolutions, 300, Hunger Games e
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tanti altri, il mix perfetto per regalare uno dei migliori film di azione dell’anno. Ma se John Wick sarà l’ultimo film
dell’anno di Keanu Reeves il 2015 porterà tante altre sorprese per i fan dell’attore di Speed tra cui il thriller
drammatico con Reene Zellweger The Whole Truth, il nuovo horror diretto da Eli Roth Knock Knock ed il
drammatico Daughter of God con Mira Sorvino.
NEWSCINEMA10dicembre2014
36. 36
E' uscito nelle sale cinematografiche Storie
pazzesche (Relatos salvajes), il thriller, che alcuni hanno
anche definito una "commedia nera", diretta dal regista
argentino Damian Szifron e prodotta dal grande Pedro
Almodóvar.
Szifron è un noto autore e regista sia televisivo che
cinematografico. Nel 1998 dirige il suo primo film,
mentre nel 2002 esordisce come autore televisivo con
la serie Los Simuladores. Nel 2003 scrive e dirige il
thriller intitolato El fondo del mare, nel 2005 invece
Tiempo de valientes, che riceve importanti consensi di
pubblico e critica, vincendo addirittura numerosi premi.
Nel 2006 scrive diversi episodi della serie tv Hermanos
& Detectives, occupandosi anche della regia, mentre nel
2014 partecipa, in concorso, al Festival di Cannes
proprio con Storie pazzesche, un film a episodi,
caratterizzati ognuno da particolari sfumature, che
vanno dal grottesco all'esagerazione, sfiorando i limiti
del paradosso, per poi svelare e mettere a nudo tutto
ciò che di negativo esiste nel genere umano:
meschinità, sopraffazioni, menzogne e violenze di ogni
tipo, generate dalla società in cui viviamo.
STORIE PAZZESCHE
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Perdere il controllo nella commedia nera
prodotta da Pedro Almodovar
di Ghita Stefania Montalto
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Damian Szifron racconta in questa pellicola una
verità nascosta e mai trattata prima, mostrandoci una
serie di dinamiche umane, che senza alcun dubbio ben
conosciamo. Siamo continuamente sottoposti a
pressioni quotidiane, trovandoci spesso nelle situazioni
più improbabili, ma cosa accadrebbe davvero se
ognuno di noi decidesse all'improvviso di perdere
totalmente il controllo di sè? E' questo quello che
Szifron intende fare con questo film e con i personaggi
che ne fanno parte: far perdere loro il controllo della
situazione e di se stessi, per mostrarceli nei momenti
più assurdi e con il loro vero volto. Storie pazzesche è
un film al quale il regista ha lavorato molto, impiegando
addirittuta anni prima di realizzarlo, anni che ha
dedicato alla lettura di capolavori della nostra
letteratura, guardando film e serie tv ed osservando
soprattutto i comportamenti umani in determinate
situazioni, ovviamente senza mai esserne coscienti.
Ciò che ne viene fuori è sicuramente una
commedia grottesca, amara e surreale, caratterizzata
da uno humor macabro, che in alcuni momenti sembra
anche far ridere, ma è senza dubbio una risata che
lascia dell'amaro in bocca, se ci si sofferma per un
momento a riflettere sulle tante dinamiche nascoste,
che determinano i comportamenti e gli atteggiamenti
umani e tutti i meccanismi inconsci ed inconsapevoli
che li generano.
Una storia complessa quella narrata da Szifron,
che passa da una storia all'altra con molta naturalezza,
dando al pubblico la possibilità di immedesimarsi
lentamente in situazioni familiari spesso conosciute ma
forse mai vissute fino in fondo, nelle quali il libero sfogo
non viene mai utilizzato veramente fino alla fine, se non
nella nostra immaginazione.
Il regista invece osa, va avanti, si spinge oltre nelle
situazioni narrate, rendendo reale quel libero sfogo,
messo terribilmente e tragicamente in atto dai suoi
personaggi. Storie pazzesche si apre con un prologo
definito "scoppiettante ed esplosivo", per poi dar vita
ad una serie di episodi accomunati tra loro da
tematiche simili: sopraffazioni e voglia di riscatto,
arroganza, violenza reciproca e ribellione nei confronti
di un sistema socio-economico ormai corrotto, fatto di
egoismi e avidità, menzogne e ricatti. Ne vengono fuori
delle storie davvero grottesche e a volte anche assurde
che, se pur dettate dalla fantasia, centrano l'obiettivo,
mettendo in luce situazioni facilmente riconoscibili nel
quotidiano. Qualcuno però ha definito Storie pazzesche
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NEWSCINEMA10dicembre2014 "un film ambizioso", che metterebbe
in evidenza più le capacità registiche
e l'inventiva di Szifron piuttosto che
attirare l'attenzione del pubblico e
farlo interagire con le tematiche
proposte dal film.
Relatos salvajes porta inoltre la
firma di Pedro Almodòvar per
quanto riguarda la produzione e
sembra proprio che l'influenza
stilistica del grande Almodòvar sia
molto evidente nel film. Da sempre il
regista spagnolo più celebre e
stimato al mondo ha mostrato una
grande predilezione per l'universo
femminile, che ha sempre messo al
centro di molti suoi film, tra i quali:
Carne Tremula, del 1997, Tutto su mia
madre, del 1999, Parla con lei, del 2002, che è uscito
anche in America, vincendo l'Oscar come miglior
sceneggiatura orginale e Volver, del 2006, con il quale ha
vinto a Cannes il premio per la migliore sceneggiatura e
quello per il cast tutto al femminile. Come lui stesso ha
dichiarato durante un'intervista: "Per me l'origine della
finzione, del teatro, dello spettacolo è vedere più di due
donne che stanno parlando. Questo è per me lo
spettacolo." Ma anche l'universo maschile è stato più
volte al centro dei suoi film, basti pensare a capolavori
come Tacchi a spillo, del 1991 e a Matador, del 1986, con
un Antonio Banderas ancora agli esordi. Il suo unico
dispiacere, in una carriera costellata da numerose
soddisfazioni e riconoscimenti, è stato sempre quello di
non aver mai vinto, almeno fino ad ora, il Festival di
Cannes, al quale ha partecipato solo in veste di Presidente
di Giuria o per presentare i suoi nuovi film.
“Un film
ambizioso,
scoppiettante
ed esplosivo”
39. 39
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42. 42
Il sequel tra follia e divertimento
con Jim Carrey e Jeff Daniels
di Carlo Andriani
Il 3 dicembre uscirà nei cinema italiani
distribuito da 01 Distribution uno dei sequel più
attesi degli ultimi venti anni: Scemo & più
Scemo 2. Diretto da Peter e Bobby Farrelly e
interpretato da Jim Carrey, Jeff Daniels, Rob
Riggle, Laurie Holden, Rachel Melvin e
Kathleen Turner Scemo & più Scemo 2 parte
esattamente venti anni dopo la fine del primo
film: quando Harry (Jeff Daniels), che ha
bisogno di un trapianto di rene, scopre di avere
una figlia di cui ignorava l’esistenza, scuote
Lloyd (Jim Carrey) dallo stato di apatia totale in
cui è precipitato e si mette in viaggio insieme a
lui per riuscire a ritrovare la ragazza.
I due tra mille peripezie attraverseranno il
mondo e finiranno ad un summit in cui
partecipano alcune delle persone più intelligenti
del mondo. Almeno fino a quando non arrivano
loro…Venti anni esatti dopo l’uscita del primo
film, record al box office mondiale con oltre 247
milioni di dollari incassati, tornano i scemi più
scemi della storia cinematografica.
E ancora si ride, e molto. Non era facile dirigere
e interpretare un sequel come Scemo e più
Scemo 2, soprattutto visto il successo e
l’iconicità raggiunti dal primo indimenticabile
capitolo. Eppure i Farrelly, da sempre altalenanti
tra capolavori di genere (Scemo e più
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NEWSCINEMA10dicembre2014
43. 43
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Scemo, Tutti pazzi per Mary, Amore a prima svista) e colpi
mancati (Osmosis Jones, Fratelli per la pelle, L’amore in
gioco e I tre marmittoni) sono riusciti, riunendo gran parte
del cast originale capitanato dagli insostituibili Daniels e
Carrey, a costruire un ottimo sequel caratterizzato da
alcune gag all’altezza dell’originale.
Tornano i sogni ad occhi aperti e le pomiciate nel vuoto di
Lloyd, il povero ragazzo cieco amante dei pappagallini e
perfino il pullman a forma di cane. E ovviamente tornano
Harry e Lloyd, due personaggi che hanno consacrato
Carrey e Daniels re del genere slapstick della commedia. I
tempi ovviamente sono cambiati e il senso stesso del film
oggi appare un tantino superato. Ma probabilmente è
proprio questo il fascino di Scemo & più Scemo 2, un film
nostalgico fatto, più che per incassare, per regalare ai tanti
fan della pellicola originale, oramai grandicelli, un’ora e
mezza di puro divertimento in compagnia dei più scemi di
tutti i tempi. E alla fine durante la visione si stacca il
cervello e si ride. E il cinema comico o demenziale serve
proprio a questo. Quindi ben venga Scemo e più Scemo
2. E se mai ci sarà occasione tra venti anni anche Scemo e
più Scemo 3 (a tal proposito restate dopo i titoli di coda e
non ve ne pentirete). Perché di pellicole che fanno ridere
c’è e ci sarà sempre bisogno.
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Il commovente ed intenso film di
Saverio Costanzo
di Letizia Rogolino
Anche se il titolo a qualcuno potrebbe
ricordare un film muto del 1922 di E. Mason
Hopper, Hungry Hearts, presentato alla Mostra
Internazionale del Cinema di Venezia, è il nuovo
film di Saverio Costanzo con Adam Driver ed
Alba Rohrwacher protagonisti di una storia di
amore e genitorialità in una New York ruvida e
periferica. Mina è una ragazza italiana che vive
e lavora a New York e, un giorno come tanti un
simpatico imprevisto le fa incontrare Jude, un
giovane ingegnere rimasto intrappolato con lei
nel bagno di un ristorante cinese.
Da quel momento nasce un amore sincero
e tenero che li porta ad avere un bambino fuori
programma.Mina si convince che si tratti di una
creatura speciale e lo cresce secondo
un’ossessione di purezza e una dieta vegana
eccessiva che blocca lo sviluppo del bambino,
accendendo un’intensa preoccupazione in
Jude che non sa cosa fare. Tratto dal romanzo
Il Bambino Indaco di Marco Franzoso, Hungry
Hearts ha commosso ed emozionato il
pubblico e la critica del Festival del Cinema di
Venezia, per l’interpretazione della coppia
protagonista in perfetta sintonia sullo schermo,
e per la storia coinvolgente narrata con
semplicità e una poetica sospesa.
“Mi ha attratto la drammaturgia e la
morbosità della storia. Un anno dopo aver letto
il libro mi sono messo a scrivere ed è venuto
HUNGRYHEARTS
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fuori questo film. Essendo padre è stato
catartico dirigerlo. Parla della difficoltà di
diventare genitori e lo fa senza esprimere
giudizi” ha dichiarato Costanzo in conferenza
stampa. Al centro la difficoltà di diventare
genitori per la prima volta, quando la vita viene
scossa dalla responsabilità e dalla confusione
di dover fare la cosa giusta per qualcuno che
dipende esclusivamente da te. Il film procede
con un ritmo che ipnotizza ed emoziona, tra le
immagini che si susseguono in colori ed
inquadrature deformate che respirano un
cinema del passato e nello stesso tempo
portano originalità. La New York che protegge
la piccola storia di Jude e Mina, li accoglie
all’inizio con caldi tramonti e una dolce ironia di
situazioni, per poi diventare fredda sotto la neve
che gela l’ambiente e il loro rapporto, che si
trasforma sotto l’ombra della follia di Mina e la
frustrazione di Jude che non riesce a capire
cosa fare per aiutare suo figlio. “Ho ambientato
il film a New York per rendere il senso di
isolamento di Mina. New York è una città
complicata, una città che non si dimentica e
con cui io stesso ho avuto un rapporto in
passato. Il personaggio di Adam è un padre che
collabora, ormai non ci sono più ruoli separati
nelle famiglie dove l’uomo lavora e la donna
resta a casa. Gli uomini partecipano attivamente
alla vita familiare. Lavorare con Adam è stato
fantastico. Lo avevo visto in Girls e volevo
proprio lui. Ha una recitazione molto autentica
ed è stata una grande fortuna averlo per le
quattro settimane di riprese” ha detto il regista.
“Il mio personaggio si trova a confrontarsi
con la nascita del primo figlio. E nonostante
agisca con le migliori intenzioni, perché è spinta
dall’amore, arriva a sbagliare. E’ interessante
che agendo nel bene arrivi a fare male” ha
spiegato Alba Rohrwacher, aggiungendo due
parole sulla sua collaborazione con Driver che
prossimamente vedremo nell’attesissimo Star
Wars: Il Risveglio della Forza: “Con Adam il
lavoro è stato facile, abbiamo fatto due letture e
ci siamo buttati in questa avventura, breve ma
intensa. Difficile ovviamente, ma tutte le
difficoltà le superavamo e ci rendevano più forti.
Inoltre con Adam c’è stata subito una grande
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sintonia che nonostante le poche prove ci ha
permesso di lavorare bene e sperimentare”.
Hungry Hearts è un film autentico, fortemente
legato al mondo reale, ma contaminato da una
poesia e una malinconia che lo rendono
speciale. E’ difficile per lo spettatore dubitare
del rapporto tra Mina e Jude, anche quando le
cose prendono una piega sbagliata, perché il
regista lo accompagna, mostrando la
progressione di un sentimento intaccato dalla
malattia e dalla consapevolezza di non
potercela fare senza un aiuto.
Un film che ti scalda il cuore, unendo
un’anima romantica ad uno stile di ripresa e
una suspance noir e thriller, che conquistano e
raggiungono l’equilibrio artistico perfetto.
NEWSCINEMA10dicembre2014
“Con Adam c’è stata
subito una grande
sintonia che, nonostante
le poche prove, ci ha
permesso di lavorare
bene e sperimentare”
Alba Rohrwacher
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La serie tv ispirata al cult horror
di Wes Craven
di Carlo Andriani
Dopo il discreto ma non esaltante successo di
Scream 4 Wes Craven e Kevin Williamson decisero di
non sviluppare più la nuova trilogia originariamente
programmata, chiudendo così per sempre una delle
saghe più iconiche del cinema horror.
Ma i fan di Ghostface possono tirare un sospiro di
sollievo, perché il celebre assassino armato di cellulare e
coltello tornerà a mietere vittime in tv nella nuova serie
Mtv Scream. Interpretata da Willa Fitzgerald, Bex
Taylor-Klaus, John Karna, Connor Weil, Carlson
Young e Amadeus Serafini, Scream racconterà una
storia diversa da quella di Sidney Prescott (Neve
Campbell) concentrando l’attenzione su un gruppo di
studenti che si troveranno loro malgrado ad affrontare le
tragiche conseguenze di un video virale firmato da un
terribile serial killer chiamato Ghostface. Ovviamente i fan
della quadrilogia di Wes Craven conoscono bene
l’iconico aspetto di Ghostface col suo mantello scuro e la
sua maschera ispirata al celebre Urlo di Munch. Eppure
Mina Lefvre, vice presidente di Mtv, ha dichiarato che la
maschera avrà delle caratteristiche completamente
diverse da quelle a cui siamo stati abituati dal 1996 ad
oggi: “É una versione più dark ed evoluta della maschera
– ha sostenuto la Lefevre – ci siamo chiesti, come ha
fatto quella maschera a diventare LA maschera? Se la
maschera di Scream era una versione più plastica, questa
avrà un look più organico e francamente più dark”.
SCREAMLASERIE
NEWSCINEMA10dicembre2014
50. 50
Il 25 novembre è iniziata su Fox la quarta attesissima
stagione di Teen Wolf.
Ambientata due mesi dopo il tragico finale della terza
stagione questa nuova serie vede Scott (Tyler
Posey), Stiles (Dylan O’Brien) e Lydia (Holland Roden)
partire per il Messico per salvare Derek (Tyler Hoechlin),
vittima di un incantesimo che lo ha trasformato in un
adolescente. Nel frattempo Kate (Jill Wagner) è tornata
dalla morte ed un misterioso benefattore ha messo una
taglia su tutte le creature mostruose di Beacon Hills. Ma
non è tutto. A complicare la vita del povero licantropo
protagonista della serie arriverà anche un nuovo
personaggio, Liam Dunbar (Dylan Sprayberry), studente
del primo anno di liceo alle prese con le difficoltà
dell’essere un lupo mannaro. La quarta stagione di Teen
Wolf, composta da dodici episodi, continua le avventure
dei licantropi più amati della televisione mondiale.
Avventure caratterizzate da emozioni, divertimento ed
anche un pizzico di terrore. Perché come abbiamo visto
nella inquietante e dark terza stagione, con Teen Wolf ci si
diverte ma ci si spaventa anche. E sono stati proprio il
terrore e l’ironia ad aver portato un semplice prodotto
commerciale di Mtv ad essere una delle serie tv più amate
dal pubblico mondiale. Una impostazione a dir poco
vincente decisa da quel genio di Russell Mulcahy,
produttore e regista di serie tv come Queer as Folk e Skin
e di film come Highlander e Resident Evil: Extinction. E
ovviamente la qualità è stata premiata. Infatti la quarta
stagione, trasmessa negli Stati Uniti dal 23 giugno all’8
settembre 2014, ha ottenuto un tale share da portare Mtv
a confermare lo show per una quinta stagione di ben venti
episodi. Non resta quindi che addentrarci per l’ennesima
volta nella mitica Beacon Hills e vedere che destino
toccherà i mitici Scott, Stiles, Derek e Lydia.
NEWSCINEMA10dicembre2014
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Tante anticipazioni sulla sesta e
ultima stagione della serie tv
di Carlo Andriani
Ryan Murphy e la Fox hanno finalmente
rilasciato alcune interessanti dichiarazioni sulla
sesta ed ultima stagione di Glee che vedrà la
giovane e talentuosa Rachel Berry (Lea
Michele) accantonare momentaneamente la
sua carriera di attrice a Broadway per tornare
al McKinley e riavviare così il Glee Club. Ad
aiutarla nella missione ci saranno ovviamente i
suoi amici di sempre: Kurt (Chris Colfer), Sam
(Chord Overstreet), Blaine (Darren Criss), il Sig.
Schuester (Matthew Morrison), Artie (Kevin
McHale), Mercedes (Amber Riley) e Shannon
Beiste (Dot-Marie Jones). Mentre il villain della
stagione tornerà ad essere quello di un tempo,
la crudele Sue Sylvester (Jane Lynch), che farà
di tutto per distruggere una volta e per tutte il
tanto odiato Glee Club.
La sesta stagione di Glee, composta da
tredici episodi, chiuderà una volta e per tutte
l’incredibile avventura dei ragazzi del McKinley,
iniziata ormai ben sei anni fa: “Rivisiteremo
alcuni personaggi principali dello show -
afferma Ryan Murphy - ci soffermeremo su di
loro, sarà una bella esperienza e questa sarà
davvero l’ultima stagione”. Purtroppo la visione
originale che vedeva Finn e Rachel coronare il
loro sogno d’amore non potrà essere realizzata
in seguito alla scomparsa dell’attore Cory
Monteith nel luglio 2013: “I due amanti
GLEESTAGIONE 6
NEWSCINEMA10dicembre2014
52. 52
“Rivisiteremo alcuni
personaggi principali
dello show, sarà una
bella esperienza e
questa sarà davvero
l’ultima stagione”
Ryan Murphy
sfortunati avrebbero avuto un lieto fine ed entrambi
avrebbero raggiunto i loro obiettivi - continua Murphy - il
fatto che questo non possa realizzarsi rappresenta un
grande dolore in tutti i nostri cuori”. Ma oltre ad un pizzico
di malinconia ed al quasi certo tributo a Cory la sesta
stagione dello show vedrà anche probabilmente coronare
il sogno d’amore di due delle coppie più amate della tv
mondiale: Brittany e Santana e ovviamente Kurt e
Blaine. Il tutto tra cover di alcuni dei brani più amati
dell’anno, tra cui la Let It Go di Frozen (Premio Oscar 2014
come miglior canzone originale), di cui la Michele ha già
confermato la sua interpretazione nel corso dello show.
Uno show che si preannuncia divertente ed emozionante,
ma anche un pizzico malinconico, perché ci porterà per
l’ultima volta a ballare e divertirci con gli incredibili Losers
del Glee Club. La sesta stagione di Glee debutterà a
Gennaio 2015.
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I titoli più attesi di Dicembre 2014
in dvd e blu-ray
a cura di Ghita Stefania Montalto
HOMEVIDEO
NEWSCINEMA10dicembre2014
SYNECDOCHE, NEW YORK
Caden Cotard, regista teatrale, sta per
montare un nuovo spettacolo ma si sente
frustrato. La moglie Adele lo lascia per
proseguire la carriera di pittrice a Berlino,
portando con sé la figlioletta Olive.
Madeleine, la sua analista, è più attenta alle
sorti del suo nuovo libro che a quelle del suo
paziente. La sua relazione con la bella Hazel
è durata poco. Per di più è afflitto da una
misteriosa malattia. Ossessionato dal timore
di una morte imminente decide di riunire un
gruppo di attori, che dovranno mettere in
scena la sua vita in un enorme spazio al
coperto, che riproduce i luoghi da lui
frequentati.
INTO THE STORM
Gary è un vedovo che vive con i figli
adolescenti Donnie e Trey a Silverton,
cittadina dell'Oklahoma.
Allison è una meteorologa, che insegue i
tornado e fa da supporto scientifico a Pete,
storm chaser e cineasta, che sogna di
filmare il twister perfetto. Donk è invece un
amante del rischio, il cui obiettivo è quello di
ottenere il record di visualizzazioni delle sue
imprese folli su Youtube, riprese
dall'altrettanto svalvolato amico Reevis.
Questi ed altri personaggi dovranno
confrontarsi con il vortice più grande della
storia, che andrà a colpire proprio Silverton
e dintorni.
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CATTIVI VICINI
Mac Radner si è sposato con Kelly e ora
sono genitori anche se, soprattutto per lui,
la maturità è ancora una conquista da
raggiungere, nonostante la considerazione
di cui gode nel suo ambiente. Nel momento
in cui la famigliola decide di andare a vivere
in un quartiere residenziale, sembra essersi
avvicinata alla più tradizionale delle vite
borghesi. Quando però una confraternita di
giovani, privi di qualsiasi inibizione, gli si va
a installare a pochi passi di distanza le cose
cambiano.
HERCULES - IL GUERRIERO
Dwayne Johnson, dopo aver interpretato
ruoli divertenti in commedie per famiglie,
che sdrammatizzavano la sua possente
stazza, impersona ora l'uomo più forte della
mitologia greca.
La storia è ambientata anni dopo il
completamento delle dodici fatiche, quando
Ercole decide di voltare le spalle agli dei.
Adesso ha sei amici mercenari ed è stato
assunto dal Re dei Traci per allenare i suoi
uomini e trasformarli in una brutale
macchina da guerra. In questa storia, dai
toni cupi, Ercole è un'anima tormentata,
che cerca la propria redenzione.
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APES REVOLUTION -
IL PIANETA DELLE SCIMMIE
Sono passati dieci anni da quando alcune
scimmie, rese più evolute da un virus
confezionato dagli uomini, sono evase ed
hanno combattuto gli esseri umani sul
ponte di San Francisco.
In questo periodo la razza umana è stata
quasi annichilita da quello stesso virus, che
si è rivelato per loro davvero letale, ed è
rimasta in vita solo una piccola percentuale
di persone, naturalmente immuni. Dall'altra
parte le scimmie, sempre capitanate da
Cesare, si sono ritirate nella foresta, hanno
creato una loro città, vivono in pace,
cacciano e procreano nella convinzione che
ormai gli uomini non esistano più. L'incontro
tra le due razze porterà ad una spaccatura
tra chi vuole la guerra e chi invece pensa si
possa vivere in pace.
MAPS TO THE STARS
Benjamin è un bambino prodigio, star di una
serie di film comici per tutta la famiglia, che si
atteggia ad adulto e possiede tutte le nevrosi
e l'arroganza del navigato performer.
La sua famiglia è formata da un padre
psicologo, dai metodi poco ortodossi, e da
una madre che ne asseconda le manie.
Contemporaneamente una delle clienti del
padre è un'attrice di poca fortuna, figlia a sua
volta di una nota stella del cinema, che forse
potrà interpretare il ruolo di sua madre. Dietro
richiesta di Carrie Fisher, nella sua vita arriva
una ragazza con il volto sfregiato da
un'ustione, innamorata di un autista, che
sogna di fare l'attore. La ragazza vorrebbe
lavorare come assistente, ma da quando si
presenta a lavoro comincia ad avere strane
visioni.
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NEWSCINEMA10dicembre2014 LE ORIGINI DEL MALE
Università di Oxford, 1974. Il professor Joseph
Coupland inizia un esperimento molto
particolare. Lo aiutano due suoi studenti, oltre al
giovane Brian, che, patito di riprese
cinematografiche, è incaricato di filmare tutto.
Oggetto dell'esperimento è Jane, una ragazza
con manie suicide cui è stata diagnosticata la
schizofrenia, ma che crede di essere posseduta
da una presenza che chiama Evey. Coupland,
che non crede al soprannaturale, mira a far sì che
l'energia telecinetica prodotta da Jane si
manifesti così da riuscire a rimuoverla, guarendo
la ragazza. Coupland ci aveva provato anni prima
con un bambino, ma la mamma gli aveva
impedito di proseguire l'esperimento. Il
professore mostra agli studenti i filmati realizzati
nel corso di quell'esperimento, evidenziando
come il bambino attribuisse i suoi episodi
telecinetici a un fantomatico signor Gregor.
L'Università taglia però i fondi a Coupland per la
scarsa ortodossia del suo esperimento. Il
professore decide però di continuare ugualmente
e gli studenti sono con lui, ma le cose si
complicano, perché tra Brian e Jane si sviluppa
una particolare relazione.
I MERCENARI 3
Barney, Christmas e il resto della squadra si
trovano faccia a faccia con Conrad Stonebanks,
che anni fa aveva co-fondato i Mercenari con
Barney. Stonebanks in seguito è diventato uno
spietato commerciante d'armi. Stonebanks, che
ha eluso la morte una volta, ora ha intenzione di
mettere fine ai Mercenari, ma Barney ha altri
piani. Decide infatti che deve combattere il
vecchio sangue con del nuovo sangue e portare
una nuova era di Mercenari tra i membri della
squadra, reclutando individui più giovani, più
veloci e più tecnologici. L'ultima missione diventa
così uno scontro tra lo stile classico della vecchia
scuola e la perizia tecnologica dei nuovi arrivati,
in quella che rappresenta la battaglia più
personale dei Mercenari.
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NEWSCINEMA10dicembre2014
LE MERAVIGLIE
Gelsomina è un'adolescente introversa, che
vive nella campagna umbra con i genitori e le
sorelline. Primogenita tutelare e solerte nelle
faccende familiari, Gelsomina è inquieta e
vorrebbe andare via, scoprire il mondo, che
comincia dopo il suo casale. A trattenerla è un
padre esclusivo e operaio, alla maniera delle
sue api, che guarda a lei ancora come ad una
bambina.
La loro routine, scandita dalle stagioni e
dall'impollinazione delle api mellifere, viene
interrotta dalla presenza di una troupe
televisiva e dall'arrivo di Martin, un ragazzino
con precedenti penali, che deve seguire un
programma di reinserimento.
BIG WEDDING
Alejandro è innamorato di Missy e sta per
sposarla. Figlio adottivo di Don ed Ellie Griffin,
separati da vent'anni, non sa come dire alla
madre biologica e profondamente cattolica che
suo padre convive con un'altra donna e sua
madre è un'ebrea-buddista, che pratica il sesso
tantrico e vanta un orgasmo di nove minuti. Ma i
suoi problemi non finiscono qui e nemmeno la
sua famiglia, che è formata da un fratello
medico di trent'anni, deciso finalmente a
perdere la verginità, e da una sorella sull'orlo di
una crisi matrimoniale.
Missy, da parte sua, non è messa meglio, il
padre infatti ha problemi col fisco e la madre col
proprio corpo, che "restaura" a suon di dollari.
Nonostante tutto, nonostante tutti e nonostante
un prete dogmatico col vizio della bottiglia,
Alejandro e Missy arriveranno al giorno delle
nozze, che coi fiori d'arancio riserva sorprese,
rivelazioni, chiarimenti e scioglimenti felici.
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