Le Nouri .Autore Pietro Ubaldi mistico spiritualista di Foligno
Aldous Huxley - Le porte della percezione
1. Dello stesso autore ALDOUS HUXLEY
nella collezione Oscar
i diavoli di Loudun
L'isola
Il mondo nuovo - Ritorno al mondo nuovo
Riflessioni sulla luna
LE PORTE
DELLA PERCEZIONE
PARADISO E INFERNO
Traduzione di Lidia Sautto
Postfazione e bibliografia di Grazia e Renato Boeri
OSCARMONBADORI
3. Fu nel 1886 che il farmacologo tedesco Ludwig Lewin
pubblicò il primo studio sistematico del cacto al quale
successivamente fu dato il suo nome. L'Anhalonium Lewi-
nii era nuovo per la scienza. Per le religioni primitive, per
gli indiani del Messico e per gli americani sudoccidentali,
era un amico di vecchissima data. In effetti era molto più
di un amico. Secondo u n o dei primi visitatori spagnoli
del Nuovo Mondo, "essi mangiano u n a radice che chia-
m a n o Peyotl, e che venerano come fosse una deità".
Perché la venerassero come una deità apparve chiaro
quando eminenti psicologi come Jaensch, Havelock Ellis
e Weir Mitchell cominciarono i loro esperimenti con la
mescalina, il principio attivo del peyotl. È vero che si fer-
m a r o n o proprio quando le ricerche erano a buon punto
in questa parte di idolatria, ma tutto concorse ad assegna-
re alla mescalina una posizione unica tra le droghe. Som-
ministrata in dosi opportune, essa cambia la qualità della
coscienza più profondamente ma è meno tossica di qual-
siasi altra sostanza del repertorio farmacologico.
Le ricerche sulla mescalina sono state proseguite spo-
radicamente dai tempi di Lewin e di Havelock Ellis. I chi-
mici non hanno soltanto isolato l'alcaloide: hanno impa-
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4. rato come sintetizzarlo, sì che la fornitura non dipende strutturale biochimica con gli altri. Poi venne la scoperta
più dallo scarso e irregolare raccolto di un cacto del de- che l'adrenocromo, che è un prodotto della decomposizione
serto. Gli alienisti hanno ingerito la mescalina nella spe- dell'adrenalina, può produrre molti dei sintomi osservati
ranza di giungere in tal modo a u n a migliore e più diretta nell' intossicazione da mescalina. Ma l'adrenocromo proba-
conoscenza dei processi mentali dei loro pazienti. Lavo- bilmente si forma spontaneamente nel corpo umano. In al-
rando disgraziatamente su un n u m e r o troppo esiguo di tri termini, ciascuno di noi può essere capace di fabbricare
soggetti, entro un raggio troppo ristretto di circostanze, minute dosi chimiche di ciò che si ritiene provochi profondi
gli psicologi hanno osservato e catalogato alcuni degli ef- cambiamenti nella coscienza. Alcuni di questi cambiamenti
fetti più impressionanti della droga. Neurologi e fisiologi sono simili a quelli che si verificano nella più caratteristica
h a n n o scoperto qualcosa circa il meccanismo della sua peste del ventesimo secolo, la schizofrenia. È dovuto lo
azione sul sistema nervoso centrale. E almeno un filosofo squilibrio mentale a uno squilibrio chimico? E lo squilibrio
di professione ha preso la mescalina per la luce che essa chimico è dovuto a sua volta a disturbi psicologici che col-
può gettare su problemi antichi e insoluti, come il posto piscono i surreni? Sarebbe avventato e prematuro affermar-
della mente nella natura e il rapporto tra cervello e co- lo. Il più che possiamo dire è che una specie di caso prima
scienza. facie è stato impostato. Nello stesso tempo la traccia viene
A questo punto rimasero le cose finché, qualche anno fa, sistematicamente seguita, gli investigatori-biochimici, psi-
venne osservato un fatto nuovo e forse altamente significa- chiatri, psicologi - sono sulla pista.
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tivo. In realtà questo fatto era rimasto alla portata di Per una serie di circostanze per me estremamente for-
chiunque per diverse decadi; ma nessuno, come succede, lo tunate mi trovai, nella primavera del 1953, ad attraversa-
aveva notato, finché un giovane psichiatra inglese, che lavo- re questa pista. Uno degli investigatori era venuto per af-
ra attualmente in Canada, fu colpito dalla grande somi- fari in California. Nonostante settanta anni di ricerche
glianza, nella composizione chimica, tra mescalina e adre- sulla mescalina, il materiale psicologico a sua disposizio-
nalina. Ulteriori ricerche rivelarono che l'acido lisergico, ne era ancora assurdamente inadeguato, ed egli era an-
stupefacente derivato dalla segala cornuta, ha un'affinità sioso di aggiungerne altro. Io mi trovavo là e accettai, an-
i ero impaziente, di fare da cavia. Così avvenne che, in
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un luminoso mattino di maggio, ingoiai i quattro decimi
Si vedano i seguenti saggi: di un g r a m m o di mescalina sciolta in mezzo bicchiere
Humphrey Osmond - John Smythies, Schizophrenia: A New Approach,
in «Journal of Mental Science», XCVIII, aprile 1952.
d'acqua e sedetti ad attendere le conseguenze.
Humphrey Osmond, On Being Mad, in « Saskatchewan Psychiatric Ser- Noi viviamo insieme, agiamo e reagiamo gli uni agli al-
vices Journal», I, 2, settembre 1952. tri; ma sempre, in tutte le circostanze, siamo soli. I marti-
John Smythies,: The Mescalin Phenomena, in «The British Journal for ri q u a n d o e n t r a n o nell'arena si tengono, per m a n o ; ma
the Philosophy of Science», III, febbraio 1953.
Abram Hoffer - H u m p h r e y Osmond et al., Schizophrenia: A New Ap- vengono crocifissi soli. Allacciati, gli amanti cercano di-
proach, in «The Journal of Mental Science», C, 418, gennaio 1954. speratamente di fondere le loro estasi isolate in una sin-
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5. gola autotrascendenza; invano. Per la sua stessa natura, stian Bach, furono casa loro? E come può un uomo agli
ogni spirito incarnato è condannato a soffrire e godere in estremi limiti dell'ectomorfia e della cerebrotonia mettersi
solitudine. Sensazioni, sentimenti, intuiti, fantasie, tutte mai al posto di uno ai limiti dell'endomorfia e della visce-
queste cose sono personali e, se non per simboli e di se- rotonia oppure, se non in alcune zone circoscritte, divide-
conda mano, incomunicabili. Possiamo scambiarci infor- re i sentimenti di uno che si erge ai limiti della mesomor-
mazioni circa le esperienze, mai però le esperienze stesse. fia e della somatotonia? Per il rigido behaviorista tali
Dalla famiglia alla nazione, ogni gruppo umano è una so- questioni, suppongo, sono prive di significato. Ma per co-
cietà di universi-isole. loro che credono teoricamente ciò che in pratica sanno es-
La maggior parte degli universi-isole sono sufficiente- sere vero - cioè che vi è un interno da sperimentare oltre
mente simili l'un l'altro da permettere la comprensione de- che l'esterno - i problemi posti sono problemi reali, tanto
duttiva, o anche la mutua empatia o il "sentirsi dentro". Co- più gravi perché sono, alcuni completamente insolubili,
sì, ricordando i nostri lutti e le nostre umiliazioni, possiamo alcuni solubili solo in circostanze eccezionali e con meto-
addolorarci con gli altri in analoghe circostanze, possiamo di non accessibili a chiunque. Così, sembra virtualmente
metterci (sempre, naturalmente, in senso leggermente certo che io non saprò mai che cosa si prova a essere Sir
pickwickiano) al loro posto. Ma in alcuni casi la comunica- John Falstaff o Joe Louis. D'altra parte, sempre mi era
zione tra gli universi è incompleta o addirittura inesistente. sembrato possibile che, attraverso l'ipnosi, per esempio, o
La mente è il suo proprio posto e i posti abitati dal pazzo e l'autoipnosi, per mezzo della meditazione sistematica, op-
dall'individuo dalle doti eccezionali sono tanto diversi dai pure prendendo la droga adatta, avrei potuto cambiare la
luoghi dove vivono uomini e donne comuni che vi è poco o mia coscienza ordinaria in modo da essere in grado di co-
niente di terreno comune, per quanto riguarda la memoria, noscere dall'interno ciò di cui parlano il visionario, il me-
da servire come base per comprendere o seguire i sentimen- dium e perfino il mistico.
ti. Le parole vengono pronunziate, ma non chiariscono. Le Da ciò che avevo letto dell'esperienza sulla mescalina,
cose e gli avvenimenti ai quali i simboli si riferiscono appar- ero convinto in precedenza che la droga mi avrebbe intro-
tengono a regni dell'esperienza che si escludono a vicenda. dotto, almeno per qualche ora, nella specie di mondo inte-
Vederci come gli altri ci vedono è uno tra i doni più sa- riore descritto da Blake e da AE. Ma ciò che mi ero aspetta-
lutari. Appena meno importante è la capacità di vedere gli to non accadde. Mi ero aspettato di giacere con gli occhi
altri come essi si vedono. Ma che accade se questi altri ap- chiusi, guardando visioni di geometrie multicolori, di ani-
partengono a una specie diversa e abitano un universo ra- mate architetture, ricche di gemme e di favolose bellezze,
dicalmente estraneo? Per esempio, come un sano può arri- di panorami con figure eroiche, di drammi simbolici tre-
vare a comprendere che cosa effettivamente prova a essere molanti perpetuamente sull'orlo dell'estrema rivelazione.
pazzo? Oppure, non potendo nascere di nuovo come visio- Ma non avevo calcolato, era evidente, le idiosincrasie della
nario, medium, o genio musicale, come possiamo mai vi- mia struttura mentale, i fatti del mio temperamento, della
sitare i mondi che per Blake, Swedenborg, Johann Seba- mia educazione e delle mie abitudini.
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6. Io sono e, per quanto posso ricordare, sono stato sem- vista. Mai però vi furono facce o forme di uomini o di ani-
pre povero d'immaginazione. Le parole, anche quelle sug- mali. Non vidi paesaggi, né distese immense, né appari-
gestive dei poeti, non evocano quadri alla mia m e n t e . zioni magiche e metamorfosi di edifici, niente che somi-
Nessuna di quelle visioni caratteristiche mi accoglie sul gliasse lontanamente a un d r a m m a o a una favola. L'altro
limitare del sonno. Quando mi ricordo di qualche cosa, il m o n d o nel quale la mescalina mi introduceva non era il
ricordo non si presenta come un avvenimento o un ogget- mondo delle visioni: esisteva fuori di esso, in ciò che pote-
to visto vividamente. Con uno sforzo della volontà posso vo vedere con gli occhi aperti. Il grande cambiamento era
rievocare un'immagine non molto vivida di ciò che accad- nel regno del fatto obiettivo. Ciò che era accaduto al mio
de ieri pomeriggio, di come appariva il Lungarno prima universo soggettivo non aveva relativamente importanza.
che fossero distrutti i ponti, della Bayswater Road quan- Presi la pillola alle undici. Un'ora e mezzo dopo ero se-
do gli autobus erano verdi e minuscoli ed erano tirati da duto nel mio studio, guardando fisso un piccolo vaso di
vecchi cavalli che andavano a cinque chilometri e mezzo cristallo. Il vaso conteneva solo tre fiori: una rosa Bella
l'ora. Ma queste immagini hanno scarsa sostanza e asso- del Portogallo c o m p l e t a m e n t e aperta, rosa all'esterno,
lutamente nessuna vita autonoma propria. Esse stanno ai con una sfumatura più calda e fiammeggiante alla base di
reali oggetti percepiti nello stesso rapporto dei fantasmi ogni petalo; un gran garofano cremisi e miele; e, pallida
di Omero agli uomini di carne e ossa che andarono a visi- porpora all'estremità dell'incerto gambo, l'ardito, araldico
tarlo tra le ombre. Solo quando ho la febbre alta le mie fiore di iris. Fortuito e provvisorio il piccolo mazzo rom-
immagini mentali hanno vita indipendente. A coloro nei peva tutte le regole del buon gusto tradizionale. Quella
quali la facoltà di immaginare è forte, il mio mondo inte- mattina a colazione ero stato colpito dalla vivace disso-
riore deve sembrare stranamente grossolano, limitato e nanza dei suoi colori. Ma non si trattava più di questo.
privo di interesse. Questo era il mondo - povera cosa, ma Non guardavo adesso una inconsueta disposizione di fio-
era il mio mondo - che mi aspettavo di vedere trasforma- ri. Vedevo ciò che Adamo aveva visto la mattina della sua
to in qualcosa di completamente diverso. creazione: il miracolo, momento per momento, dell'esi-
Il cambiamento che in effetti si verificò in questo mon- stenza nuda.
do non fu in alcun senso rivoluzionario. Mezz'ora dopo «È piacevole?» chiese qualcuno (durante questa parte
aver ingoiato la droga divenni consapevole di una lenta dell'esperimento tutte le conversazioni furono registrate
danza di luci dorate. Un po' più tardi vi furono sontuose su un nastro magnetico, e mi è stato possibile rinfrescar-
superfici rosse che ondeggiarono e si distesero da nodi mi la memoria circa quanto fu detto).
brillanti di energia vibranti di vita ricopiata, continua- «Né piacevole, né spiacevole» risposi. «È.»
mente mutevole. Poi i miei occhi chiusi rivelarono un Istigkeit: non era questa la parola che Meister Eckhart
complesso di strutture grigie, entro le quali pallide sfere amava usare? "Essenza" L'Essere della filosofia platoni-
bluastre emersero in una intensa solidità e, una volta ca, solo che Platone sembra aver fatto l'enorme e grotte-
emerse, scivolarono silenziosamente in alto, fuori della sco errore di separare l'Essere dal divenire, identificando-
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7. lo con la matematica astrazione dell'Idea. Egli non avreb- rità," chiede il novizio perplesso "posso domandare che
be mai potuto vedere, poveruomo, un fascio di fiori bril- cos'è?" Groucho gli dà un colpetto sulla spalla col bastone
lare di luce interiore e palpitare sotto la pressione del si- e risponde: "Un leone dalla criniera d'oro".
gnificato di cui erano saturi; non avrebbe mai p o t u t o Quando lo lessi, questo mi apparve solo un nonsenso,
percepire che ciò che la rosa, l'iris e il garofano significa- vagamente significativo. Ora tutto era chiaro come il gior-
vano così intensamente non era né più né meno che ciò no, evidente come Euclide. Senza dubbio il Dharma-Body
che erano: la transitorietà che pure era vita eterna, la per- del Buddha era la siepe in fondo al giardino. Nello stesso
petua deperibilità che era nello stesso tempo puro Essere, tempo e non meno ovviamente, esso era questi fiori, era
l'affastellamento dei minuti, unici particolari, in cui, per qualunque cosa che io - o piuttosto il benedetto Non-io li-
qualche inesprimibile, eppure evidente paradosso, era da berato per un m o m e n t o dal mio soffocante abbraccio -
vedere la divina fonte di tutta l'esistenza. mi curassi di guardare. I libri, per esempio, di cui erano
Continuai a guardare i fiori, e nella loro luce viva mi tappezzate le pareti del mio studio. Come i fiori, quando
sembrò di scoprire l'equivalente qualitativo del respiro, li guardai, essi illuminarono con più brillanti colori un si-
ma di un respiro senza ritorno al punto di partenza, senza gnificato più profondo. Libri rossi come rubini; libri sme-
riflussi ricorrenti, soltanto un flusso ripetuto, dalla bellez- raldo, libri legati in giada bianca; libri d'agata, d'acqua-
za a una bellezza più alta, da un profondo a un sempre marina, di gialli topazi; libri lapislazzuli dal colore così
più profondo significato. Parole come Grazia e Trasfigu- intenso, così intrinsecamente significativo, da sembrare
razione mi vennero alla mente, e senza dubbio era ciò che sul punto di lasciar gli scaffali per affidarsi più insistente-
tra le altre cose esse significavano. I miei occhi si sposta- mente alla mia attenzione.
rono dalla rosa al garofano, e da questa incandescenza di «Che dice circa le relazioni di spazio?» chiese l'investi-
petali alle calme strisce di sensibile ametista dell'iris. La gatore, mentre guardavo i libri.
Visione Beatifica, Sat Chit Ananda, Essere - Consapevo- Fu difficile rispondere. In verità la prospettiva sembra-
lezza - Beatitudine; compresi per la prima volta, non sul va piuttosto curiosa e le pareti della stanza non sembra-
piano verbale, non per accenni appena abbozzati o a di- vano più incontrarsi nei giusti angoli. Ma questi non era-
stanza, ma precisamente e completamente, ciò che queste no i fatti veramente importanti. I m p o r t a n t e era che i
sillabe prodigiose implicano. E allora ricordai un brano rapporti di spazio avevano cessato di avere gran peso e la
che avevo letto in un saggio di Suzuki. "Che cos'è il Dhar- mia mente percepiva il mondo in termini diversi dalle ca-
ma-Body del Buddha?" (Il Dharma-Body del B u d d h a è tegorie di spazio. In tempi normali l'occhio si interessa di
un'altra maniera di esprimere la Mente, l'Essenza, il Vuo- problemi come Dove?, A quale distanza?, Qual è la posi-
to, la Divinità.) La domanda è fatta in un monastero zen zione in relazione a che cosa?. Nell'esperienza della me-
da un leale e smarrito novizio. E con la pronta disinvoltu- scalina le domande implicite alle quali l'occhio risponde
ra di uno dei fratelli Marx, il Maestro risponde: "La siepe sono di un altro ordine. Posto e distanza cessano di avere
in fondo al giardino" "E l'uomo che afferra questa ve- grande interesse. La mente percepisce in termini di inten-
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8. sita di esistenza, profondità di significato, relazioni entro vita tranquilla evidentemente attinente al mondo obietti-
uno schema. Io vedevo i libri, ma non mi interessava af- vo, ma resa senza profondità, senza alcun tentativo di rea-
fatto la loro posizione nello spazio. Ciò che notai, ciò che lismo fotografico. Guardavo i miei mobili, non come l'uti-
colpì la mia mente fu il fatto che tutti splendevano di luce litarista che deve sedere sulla sedia, scrivere alla scrivania
viva, e che in alcuni la gloria era più manifesta che in al- e alla tavola, e non come il fotografo o lo scienziato che re-
tri. Sotto questo aspetto, la posizione e le tre dimensioni gistra, ma come l'esteta puro il cui interesse è solo per le
erano fuori causa. Non che, senza dubbio, la categoria di forme e per i loro rapporti entro il campo visivo o lo spa-
spazio fosse stata abolita. Quando mi alzai e presi a cam- zio del quadro. Mentre guardavo, però, questa vista pura-
minare, potei farlo del tutto normalmente, senza falsare i mente estetica da cubista fu sostituita da ciò che posso de-
contorni degli oggetti. Lo spazio era sempre là, ma aveva scrivere soltanto come la visione sacra della realtà. Ero
cessato di predominare. La mente si interessava, soprat- tornato dove ero stato quando guardavo i fiori, ero tornato
tutto, non di misure e di collocazioni, ma di essere e di si- in un mondo dove tutto brillava di Luce Interiore, ed era
gnificato. infinito nel suo significato. Per esempio, le gambe di quel-
E con l'indifferenza per lo spazio venne una indifferen- la sedia, com'era miracolosa la loro lucida levigatura! Pas-
za ancora più completa per il tempo. sai diversi minuti - o erano secoli? - non soltanto a fissare
«Sembra che ve ne sia in gran quantità» fu quanto ri- quelle gambe di bambù, ma essendo effettivamente quelle
sposi all'investigatore che mi chiese cosa provassi circa il gambe o piuttosto essendo io stesso in loro; o per essere
tempo. ancora più preciso (perché "Io" non ero implicato nella
Grande quantità, ma quanto esattamente, era del tutto questione, né in un certo senso lo erano "esse") essendo il
irrilevante. Avrei potuto senza dubbio guardare l'orologio; mio Non-io nel Non-io che era la sedia.
ma il mio orologio, lo sapevo, era in un altro universo. La Riflettendo sulla mia esperienza, mi trovai d'accordo con
mia effettiva esperienza era stata ed era ancora di durata l'eminente filosofo di Cambridge dottor C.D. Broad, che
indefinita, o alternativamente di una composizione sem-
pre presente, di una apocalisse continuamente mutevole. faremmo bene a considerare, molto più seriamente di
L'investigatore diresse la mia attenzione dai libri ai mo- quanto finora siamo stati indotti a fare, il tipo di teoria che
B e r g s o n espose relativamente alla m e m o r i a e alla perce-
bili. Un tavolino da macchina per scrivere stava nel centro
zione dei sensi. L'ipotesi è che la funzione del cervello e del
della stanza; dietro di esso, dal mio punto di vista, era una
sistema nervoso e degli organi dei sensi sia principalmente
sedia di vimini e dietro la sedia una scrivania. I tre pezzi eliminativa e non produttiva. Chiunque è capace in ogni
formavano un intricato schema di orizzontali, verticali e m o m e n t o di ricordare tutto ciò che gli è accaduto e di per-
diagonali, uno schema tanto più interessante, in quanto cepire tutto ciò che accade dovunque nell'universo. La fun-
non era interpretato in termini di relazioni di spazio. Ta- zione del cervello e del sistema nervoso è di proteggerci
volino, sedia e scrivania si unirono in una composizione contro il pericolo di essere sopraffatti e confusi da questa
che somigliava a qualcosa di Braque o di Juan Gris, una m a s s a di c o n o s c e n z a in gran parte inutile e irrilevante,
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9. cacciando via la maggior parte di ciò che altrimenti perce- genuinamente reale dal linguaggio del luogo. Alcune per-
piremmo o ricorderemmo in ogni momento, e lasciando sone, tuttavia, sembrano nate con u n a specie di scorcia-
solo quella piccolissima e particolare selezione che ha pro- toia che evita la valvola di riduzione. In altri, temporanee
babilità di essere utile in pratica. scorciatoie possono essere ottenute o spontaneamente o
come conseguenza di deliberati "esercizi spirituali", o per
Secondo questa teoria, ciascuno di noi è potenzialmen- mezzo dell'ipnosi, o per mezzo di droghe. Attraverso que-
te l'Intelletto in Genere. Ma in quanto animali, è nostro ste scorciatoie p e r m a n e n t i o temporanee passa, non la
compito sopravvivere a ogni costo. Per rendere possibile percezione di tutto ciò che avviene dovunque nell'univer-
la sopravvivenza biologica, l'Intelletto in Genere deve es- so (poiché la scorciatoia non abolisce la valvola di ridu-
sere filtrato attraverso la valvola riducente del cervello e zione, che ancora esclude il contenuto totale dell'Intellet-
del sistema nervoso. Ciò che viene fuori all'altro capo è il to in Genere), ma qualcosa di più, e soprattutto qualcosa
misero rigagnolo della specie di coscienza che ci aiuterà a di diverso dal materiale utilitario accuratamente scelto
vivere sulla superficie di questo particolare pianeta. Per che le nostre ristrette menti individuali considerano come
formulare ed esprimere il c o n t e n u t o di questa ridotta il completo o per lo meno sufficiente quadro della realtà.
consapevolezza, l'uomo ha inventato ed elaborato all'infi- Il cervello è fornito di una serie di sistemi di enzimi che
nito quei sistemi di simboli e di implicite filosofie che servono a coordinarne il lavoro. Alcuni di questi enzimi
chiamiamo lingue. Ogni individuo è nello stesso tempo il regolano la fornitura di glucosio alle cellule del cervello.
beneficiario e la vittima della tradizione linguistica nella La mescalina inibisce la produzione di questi enzimi e co-
quale è nato; il beneficiario in quanto il linguaggio gli dà sì diminuisce l'ammontare di glucosio disponibile a un
accesso ai ricordi accumulati dall'esperienza degli altri; la. organo che ha continuo bisogno di zucchero. Che cosa
vittima in quanto lo conferma nella convinzione che la ri- succede quando la mescalina riduce la normale razione
dotta consapevolezza sia la sola consapevolezza e perché di zucchero del cervello? Troppo pochi casi sono stati os-
stuzzica il suo senso della realtà, in modo che egli è fin servati, e quindi u n a risposta completa non può essere
troppo pronto a prendere i suoi concetti per dati, le sue data ancora. Ma ciò che accade alla maggioranza dei po-
parole per cose vere. Quello che nel linguaggio religioso è chi che hanno preso la mescalina sotto controllo può es-
chiamato "questo mondo" è l'universo della ridotta consa- sere riassunto come segue.
pevolezza, espresso e, per così dire, pietrificato dal lin- 1. La capacità di ricordare e di "pensare direttamente"
guaggio. I vari "altri mondi" con i quali gli esseri umani è poco, se pure lo è, ridotta. (Ascoltando le registrazioni
irregolarmente prendono contatto sono tanti elementi della mia conversazione sotto l'influenza della droga, non
nella totalità della consapevolezza appartenente all'Intel- posso dire che fossi più stupido di q u a n t o sia normal-
letto in Genere. La maggior parte della gente, per la mag- mente.)
gior parte del tempo, conosce soltanto ciò che passa at- 2. Le impressioni visive sono molto intensificate e l'oc-
traverso la valvola di riduzione e viene consacrato come chio ritrova un po' dell'innocenza di percezione dell'in-
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10. fanzia, quando il senso non era immediatamente e auto- Nello stadio finale della condizione di Non-io vi è u n a
maticamente subordinato al concetto. L'interesse per lo "conoscenza oscura" che Tutto è in tutto, che Tutto è ef-
spazio è diminuito e l'interesse per il tempo cala quasi a fettivamente ciascuno. Questo, me ne resi conto, è quanto
zero. più vicino una mente finita possa arrivare a "percepire
3. Sebbene l'intelletto rimanga inalterato e sebbene la ogni cosa che avviene dovunque nell'universo".
percezione sia enormemente migliorata, la volontà subi- Sotto questo aspetto, com'è significativa l'enorme inten-
sce un profondo cambiamento in peggio. Il consumatore sificazione, sotto l'effetto della mescalina, della percezione
di mescalina non vede ragione di fare niente in particola- del colore! Per alcuni animali è biologicamente molto im-
re e trova la maggior parte delle cause per le quali, in tem- portante essere in grado di distinguere certe sfumature.
pi normali, egli era pronto ad agire e a soffrire, profonda- Ma al di là dei limiti dello spettro utilitario, la maggior
mente prive di interesse. Egli non p u ò preoccuparsene, parte delle creature sono completamente cieche al colore.
per la buona ragione che ha di meglio da pensare. Le api, per esempio, passano la maggior parte del loro
4. Questo meglio può essere sperimentato (come io lo tempo a "sfogliare le fresche verginità della primavera";
sperimentai) sia "fuori" che "dentro", o in entrambi i mon- ma, come ha dimostrato von Frish, esse riconoscono solo
di, quello interiore e quello esteriore, simultaneamente o pochissimi colori. Il senso del colore, altamente sviluppato
successivamente. Che sia meglio sembra essere evidente a nell'uomo, è un lusso biologico, inestimabilmente prezio-
tutti i consumatori di mescalina che vengono alla droga so per lui in quanto essere spirituale e intellettuale, ma
col fegato buono e la mente sana. inutile alla sua sopravvivenza come animale. A giudicare
Questi effetti della mescalina sono il genere di effetti dagli aggettivi che Omero mette loro in bocca, gli eroi del-
che ci si può aspettare in seguito alla somministrazione la guerra troiana superarono di poco le api nella capacità
di una droga che ha il potere di alterare l'efficienza della di distinguere i colori. Sotto questo aspetto, almeno, il
valvola cerebrale di riduzione. Quando il cervello lavora a progresso dell'umanità è stato prodigioso.
zucchero ridotto, l'io denutrito si indebolisce, non si può La mescalina innalza tutti i colori a una maggiore po-
preoccupare di intraprendere le azioni necessarie, e perde tenza e rende consapevole l'individuo percettivo di innu-
tutto l'interesse in quei rapporti di spazio e di tempo che merevoli e sottili ombre di variazione, alle quali, in tempi
significano tanto per un organismo soggetto a mantenersi normali, egli è completamente cieco. Sembrerebbe che,
nel mondo. Quando l'Intelletto in Genere cola in fretta per l'Intelletto in Genere, i cosiddetti caratteri secondari
nella valvola non più impermeabile, ogni specie di cose delle cose siano primari. A differenza di Locke, esso evi-
biologicamente inutili cominciano ad accadere. In alcuni dentemente sente che i colori sono più importanti, più
casi vi possono essere percezioni extrasensorie. Altre per- degni di considerazione delle masse, delle posizioni e del-
sone scoprono un mondo di irreale bellezza. Ad altri inol- le dimensioni. Come i consumatori di mescalina, molti
tre si rivela la gloria e l'infinito valore e significato dell'e- mistici percepiscono colori di uno splendore soprannatu
sistenza nuda, dell'avvenimento dato e non concettizzato. rale, non soltanto con l'occhio interiore, ma anche nel
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11. mondo oggettivo che li circonda. Descrizioni simili ven- il fatto era stato Quintessenza manifestata; questo era solo
gono rese dai soggetti medianici e ipnotici. Vi sono alcuni un emblema. Tali emblemi sono fonti di vera conoscenza
medium per i quali la breve rivelazione del consumatore circa la Natura delle Cose, e questa vera conoscenza può
di mescalina è questione, per lunghi periodi, di esperien- servire a preparare la mente che l'accetta per l'immediata
za di ogni giorno e di ogni ora. penetrazione per suo conto. Ma questo è tutto. Per quanto
Da questa lunga ma indispensabile escursione nel re- espressivi, i simboli non possono mai essere le cose che
gno della teoria, possiamo tornare ora ai fatti miracolosi, rappresentano.
quattro gambe di una sedia di b a m b ù nel centro di u n a Sarebbe interessante, a tal riguardo, fare u n o studio
stanza. Come i narcisi selvatici di Wordsworth, esse arre- delle opere d'arte a disposizione dei grandi conoscitori
carono ogni genere di ricchezza, il dono senza prezzo, di della Quintessenza. Che specie di quadri guardò Eckhart?
una nuova penetrazione diretta nella stessa Natura delle Quali sculture e pitture ebbero parte nell'esperienza reli-
Cose, insieme al più modesto tesoro di comprensione nel giosa di san Giovanni della Croce, di Hakuin, di Hui-neng,
campo, particolarmente, delle arti. di William Law? Le domande vanno oltre la mia possibi-
Una rosa è una rosa e solo una rosa. Ma queste gambe lità di rispondere; ma dubito fortemente che la maggior
di sedia erano gambe di sedia ed erano san Michele e tutti parte dei grandi conoscitori della Quintessenza rivolgesse-
gli angeli. Quattro o cinque ore dopo l'avvenimento, quan- ro una qualche attenzione all'arte, alcuni rifiutandosi net-
do gli effetti di una deficienza di zucchero al cervello sta- tamente di aver a che fare con essa, altri contentandosi di
vano scomparendo, fui accompagnato a fare un breve giro ciò che un occhio critico considererebbe come opere di se-
della città che comprendeva la visita, verso il crepuscolo, a cond'ordine o perfino di infimo ordine. (A una persona la
quello che pretende modestamente di essere il Più Grande cui mente trasfigurata e trasfigurante può vedere il Tutto
Emporio del Mondo. In fondo al P.G.E.M., tra i giocattoli, in ogni questo, la migliore o peggiore qualità anche di un
i biglietti di auguri e i fumetti vi era, cosa abbastanza stra- quadro religioso sarà questione della più sovrana indiffe-
na, una fila di libri d'arte. Presi il primo volume che mi renza.) L'arte, suppongo, è solo per i principianti, oppure
venne fra le mani. Era su Van Gogh, e il quadro con il qua- per quegli esseri ostinatamente ciechi, i quali hanno deci-
le si apriva il libro era La Sedia, quello sbalorditivo ritratto so di contentarsi dell'Ersatz della Quintessenza, di simboli
del Ding an Sich, che il pittore pazzo vide con una specie anziché di ciò che essi significano, del recipiente elegante-
di terrore e di adorazione e cercò di rendere sulla tela. Ma mente preparato, invece del pasto vero e proprio.
fu un compito per il quale perfino la potenza di un genio si Rimisi a posto il Van Gogh e presi il volume che stava
dimostrò assolutamente inadeguata. La sedia vista da Van vicino. Era un libro su Botticelli. Lo sfogliai. La Nascita di
Gogh era evidentemente la stessa che, in essenza, avevo vi- Venere non era mai stato tra i miei preferiti. Venere e Mar-
sto io. Ma, sebbene incomparabilmente più reale della se- te, quella bellezza così appassionatamente denunciata dal
dia della percezione ordinaria, la sedia, nel suo quadro, povero Ruskin all'apice della sua troppo lunga tragedia
non era altro che un insolito simbolo espressivo del fatto. sessuale. La meravigliosamente ricca e intricata Calunnia
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12. di Apelle. E poi un quadro un po' meno familiare e piutto- sere così importante qualitativamente come lo è in quan-
sto mediocre, Giuditta. La mia attenzione si arrestò e tità. Molto spesso esso stabilisce il tono di tutta l'opera
contemplai affascinato, non la pallida eroina, né il suo d'arte, fissa la chiave in cui il tema deve essere reso, espri-
compagno, non la folta chioma della vittima, né il paesag- me lo stato d'animo, il t e m p e r a m e n t o , l'atteggiamento
gio invernale sullo sfondo, ma la seta purpurea del cor- verso la vita dell'artista. La serenità stoica si rivela nelle
petto pieghettato e della gonna gonfia di Giuditta. superfici lisce, nelle larghe pieghe regolari dei drappeggi
Questo era qualche cosa che avevo visto prima, che di Piero. Lacerato tra il fatto e il desiderio, tra il cinismo e
avevo visto proprio quella mattina, tra i fiori e i mobili, l'idealismo, Bernini attenua la caricaturale verosimiglian-
quando guardai in giù per caso, e continuai a fissare ap- za delle sue facce con enormi astrazioni di sartoria, che
passionatamente, per determinazione, le mie gambe in- sono l'incarnazione, in pietra o in b r o n z o , degli eterni
crociate. Quelle pieghe dei calzoni, che labirinto di com- luoghi comuni della retorica; l'eroismo, la santità, la su-
plessità infinitamente significativa! E il tessuto di flanella blimità alla quale il genere umano perpetuamente aspira,
grigia, com'era ricco, e profondamente e misteriosamente in gran parte invano. Ed ecco i mantelli e le gonne con-
sontuoso! Ed eccoli di nuovo nel quadro di Botticelli. turbanti di El Greco; ecco le pieghe sottili, intrecciate,
fiammeggianti in cui Cosmè Tura avvolge le sue figure:
Gli esseri umani civilizzati indossano abiti, quindi non
nei primi la spiritualità tradizionale irrompe in una ine-
vi può essere immagine, né racconto storico o mitologico
sprimibile ansia fisiologica; nelle seconde freme un ago-
senza rappresentazione di tessuti a pieghe. Ma sebbene a
nizzante senso dell'essenziale stranezza e ostilità del
essa possano attribuirsi le origini, la sola sartoria n o n
mondo. Oppure consideriamo Watteau; i suoi uomini e le
può mai spiegare il rigoglioso sviluppo dei drappeggi co-
sue donne suonano i liuti, si preparano per il ballo o per
me tema predominante di tutte le arti plastiche. Gli arti-
l'arlecchinata, si imbarcano, in vellutate batiste e sotto
sti, è ovvio, hanno sempre amato i drappeggi per i drap-
nobili alberi, per la Citera del sogno di ogni amante; la lo-
peggi, o, piuttosto, perché essi a m a v a n o i drappeggi.
ro immensa malinconia, e la scarna, torturata sensibilità
Quando si dipingono o si scolpiscono drappeggi, si dipin-
del creatore trova espressione, non nelle azioni registrate,
gono o si scolpiscono forme le quali, per ogni scopo prati-
non nei gesti e nelle facce ritratte, ma nel rilievo e nel tes-
co, non sono rappresentative, sono quel genere di forme
suto delle gonne di taffetà, delle cappe e dei farsetti di sa-
non condizionate, alle quali perfino gli artisti della tradi-
tin. Non un centimetro di superficie liscia qui, non un
zione più naturalistica amano lasciarsi andare. Nella me-
momento di pace e di fiducia, solo una serica distesa di
dia delle Madonne e degli Apostoli, l'elemento completa-
innumerevoli minuscole pieghe e di arricciamenti, con
mente rappresentativo e rigidamente u m a n o incide per
u n a incessante modulazione - incertezza interiore resa
circa il dieci per cento del complesso. Tutto il resto consi-
con la perfetta sicurezza di una mano maestra - di tono
ste di multicolori variazioni sul tema inesauribile della la-
su tono, di un indeterminato colore in un altro. Nella vita,
na o del lino modellato. E questo novanta per cento non
l'uomo propone, Dio dispone. Nelle arti plastiche la pro-
rappresentativo di una Madonna o di un Apostolo può es-
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13. posta viene fatta dalla cosa soggetto; chi dispone è in defi- rienza stessa. Fissando le gonne di Giuditta, nel Più Gran-
nitiva il temperamento dell'artista, prossimamente (alme- de Emporio del Mondo, appresi che Botticelli - e non solo
no nella pittura, nella storia e nel genere), i drappeggi Botticelli ma anche molti altri - aveva guardato i drap-
scolpiti o dipinti. In questi campi, sono i drappeggi che peggi con gli stessi occhi trasfigurati e trasfiguranti dei
possono decretare che una fète galante commuoverà fino miei quella mattina. Essi avevano visto l'Istigkeit, il Tutto
alle lacrime, che una crocefissione sarà serena fino all'al- e l'Infinito nelle pieghe degli abiti e avevano fatto del loro
legria, che una scena di stimmate sarà quasi intollerabil- meglio per renderlo in pittura o in pietra. Necessariamen-
mente sessuale, che il ritratto di un prodigio di stupidità te, è fuori dubbio, senza riuscirvi. Poiché la gloria e la
femminile (penso all'incomparabile Alme Moitessier di meraviglia dell'esistenza pura appartengono a un altro or-
Ingres) esprimerà la più austera, la più intransigente in- dine che anche l'arte più alta non ha il potere di esprime-
tellettualità. re. Ma nella gonna di Giuditta potei vedere chiaramente
Ma questa non è tutta la storia. I drappeggi, come ho ciò che, se fossi stato un pittore di genio, avrei potuto fare
scoperto ora, sono molto più che espedienti per la intro- dei miei vecchi calzoni di flanella. Non molto, sa Iddio, in
duzione di forme non rappresentative nella pittura e nella paragone con la realtà, ma abbastanza per far loro com-
scultura naturalistiche. Ciò che noialtri vediamo solo sot- prendere almeno un poco del vero significato di ciò che
to l'influenza della mescalina, l'artista è congenitamente nella nostra patetica imbecillità chiamiamo "mere cose" e
attrezzato a vedere sempre. La sua percezione non è limi- trascuriamo preferendo la televisione.
tata a ciò che è biologicamente o socialmente utile. Un «Ecco come bisognerebbe vedere» continuai a dire men-
po' della conoscenza appartenente all'Intelletto in Genere tre mi guardavo i calzoni, o davo una occhiata ai libri splen-
supera la valvola di riduzione del cervello e dell'Io e arriva denti negli scaffali, alle gambe della mia sedia infinitamente
alla sua coscienza. È la conoscenza del significato intrin- più che vangoghiana. «Ecco come bisognerebbe vedere, ec-
seco di ogni essere. Per l'artista come per il consumatore co come le cose sono veramente.» Eppure vi erano da fare
di mescalina, i drappeggi sono geroglifici viventi che si er- delle riserve. Poiché, se si vedesse sempre in questo modo,
gono in maniera particolarmente espressiva per l'inson- non si vorrebbe mai fare niente altro. Solo guardare, essere
dabile mistero del p u r o essere. Ancora più della sedia, il divino Non-io del fiore, del libro, della sedia, della flanella.
sebbene meno forse di quei fiori assolutamente sopranna- Ciò sarebbe abbastanza. Ma in tal caso, che cosa accadreb-
turali, le pieghe dei miei calzoni di flanella grigia erano be degli altri? Delle relazioni umane? Nella registrazione
sature di "essenza". A che cosa dovessero questa condi- delle conversazioni di quella mattina trovai continuamente
zione privilegiata, non saprei. Forse perché le forme di ripetuta questa domanda: «Cosa dice delle relazioni uma-
drappeggi pieghettati sono così strane e drammatiche da ne? Come si potrebbe conciliare questa infinita beatitudine
conquistare l'occhio e in questo m o d o forzano all'atten- di vedere come si dovrebbe vedere, con i doveri temporali di
zione il fatto miracoloso dell'esistenza pura? Chi sa? Ciò fare ciò che si dovrebbe fare e sentire come si dovrebbe sen-
che conta è m e n o la ragione dell'esperienza che l'espe- tire?». «Si dovrebbe essere in grado» dissi «di vedere questi
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14. calzoni infinitamente importanti e gli esseri umani ancora ostili. È un quadro stupendo; ma non era come quadro che
più infinitamente importanti.» Si dovrebbe ma in pratica lo vedevo ora. Poiché il capo assunse improvvisamente una
sembrava impossibile. Questa partecipazione alla manife- terza dimensione e prese vita come faccia baldanzosa che
sta gloria delle cose non lasciava posto, per così dire, agli in- mi guardava da una finestra nel foglio che avevo davanti.
teressi ordinari e necessari dell'esistenza umana, soprattut- Cominciai a ridere. E quando mi chiesero perché, «Che
to agli interessi relativi alle persone. Poiché le persone sono pretenziosità!» esclamai. «Chi si crede mai di essere?» La
degli Io e, in un certo senso, io ero adesso un Non-io, poiché domanda non era indirizzata a Cézanne in particolare, ma
nello stesso tempo percepivo le cose intorno a me e ne ero il alla specie umana in genere. Chi si credevano di essere?
Non-io. A questo nuovo Non-io, il comportamento, l'appa- «È come Arnold Bennett nelle Dolomiti» dissi, ricor-
renza, lo stesso pensiero dell'Io, che momentaneamente dando improvvisamente una scena, felicemente immorta-
aveva cessato di essere, e di altri Io, i suoi compagni di un lata in un'istantanea di A.B., circa quattro o cinque anni
tempo, non sembravano infatti sgradevoli (poiché la sgra- p r i m a della morte, che passeggiava lungo un sentiero,
devolezza non era una delle categorie nei termini delle qua- d'inverno a Cortina d'Ampezzo. Intorno a lui il terreno era
li stavo pensando), ma enormemente irrilevanti. Costretto bianco di neve; sullo sfondo una più che gotica aspirazio-
dall'investigatore ad analizzare e riferire ciò che facevo (e ne di picchi rossastri. Ed ecco il semplice, gentile, infelice
come desideravo di essere lasciato solo con l'eternità in un A.B. che esagerava coscientemente la parte del suo favori-
fiore, l'Infinito in quattro gambe di sedia e l'Assoluto nelle to personaggio da romanzo, egli stesso, Card in persona. E
pieghe di un paio di calzoni di flanella!) mi resi conto che andava, passeggiando lentamente nel radioso sole delle Al-
sfuggivo deliberatamente gli occhi di coloro che stavano pi - i pollici nelle asole di un panciotto giallo - che monta-
con me nella stanza, evitando deliberatamente di accorger- va in basso nella curva graziosa di una finestra Regency a
mi troppo di loro. Una era mia moglie, l'altro un uomo per Brighton: il capo all'indietro come puntato nello sforzo di
il quale avevo grande affetto e stima, ma entrambi apparte- superare la balbuzie, a guisa di obice, verso la cupola az-
nevano al mondo dal quale, per il momento, la mescalina zurra del cielo. Ho dimenticato ciò che egli disse precisa-
mi aveva liberato, il mondo degli Io, del tempo, dei giudizi mente, ma tutto il suo atteggiamento esprimeva ciò: "Io
morali e delle considerazioni utilitarie, il mondo (ed era valgo quanto queste maledette montagne". E in certo qual
questo aspetto della vita umana che desideravo, più di tutto modo, senza dubbio, egli valeva molto di più; ma non, co-
il resto, dimenticare) dell'autoaffermazione, della presun- me egli sapeva benissimo, nel modo in cui il suo personag-
zione, delle parole sopravvalutate e delle nozioni adorate gio preferito amava immaginare.
idolatricamente.
Con successo (qualunque cosa ciò possa significare) o
A questo punto dell'azione mi fu porta una grande ripro senza, tutti noi rappresentiamo la parte del nostro perso-
duzione a colori del famoso autoritratto di Cézanne; il ca- naggio da romanzo preferito. E il fatto, il quasi infinita-
po e le spalle di un uomo dal grande cappello di paglia, ros- mente improbabile fatto di essere effettivamente Cézanne
so in viso, rosse le labbra, con folti baffi neri e occhi scuri e non fa differenza. Perché il pittore consumato con la sua
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15. piccola linea di conduzione all'Intelletto in Genere, supe- ridacchiare, né sfoggiare autoconsapevolezza, mai recita-
rando la valvola cerebrale e il filtro dell'io, era altresì e re le preghiere, o struggersi per innamorati lontani, mai
proprio altrettanto genuinamente questa baldanzosa fac- pettegolare, mai fissare invidiosamente i bambini delle al-
cia con i baffi e lo sguardo ostile. tre donne, mai civettare, mai amare, né odiare, né lavora-
Per riposarmi ritornai alle pieghe dei calzoni. «Ecco re. Nell'atto di fare u n a qualunque di queste cose, esse di-
come si dovrebbe vedere» ripetei ancora. E avrei dovuto venterebbero senza dubbio più intensamente se stesse,
aggiungere: "Queste sono le cose che si dovrebbe guarda- ma cesserebbero, proprio per ciò, di manifestare il loro
re". Cose senza pretese, soddisfatte di essere semplice- divino essenziale Non-io. Secondo Blake, le porte della
mente se stesse, sufficienti nella loro Quintessenza, cose percezione di Vermeer erano solo parzialmente sgombra-
che non recitano una parte, né cercano follemente di far te. Un singolo pannello era diventato quasi perfettamente
da sole, in isolamento dal Dharma-Body, con luciferesca trasparente; il resto della porta era ancora velata. L'essen-
sfida alla grazia di Dio. ziale Non-io poteva essere percepito molto chiaramente
«Ciò che potrebbe maggiormente avvicinarsi a questo» nelle cose o nelle creature viventi al limite estremo del be-
dissi «sarebbe un Vermeer.» ne e del male. Negli esseri umani era visibile solo quando
Sì, un Vermeer. Poiché questo misterioso artista fu tre essi erano in riposo, la mente serena, il corpo immoto. In
volte dotato: della visione che percepisce il Dharma-Body queste condizioni Vermeer poteva vedere la Quintessenza
come siepe in fondo al giardino, del talento di rendere in tutta la sua celestiale bellezza, poteva vederla e, un po-
tanta parte di questa visione quanta ne permettono le li- co, renderla in un'acuta e sontuosa n a t u r a morta. Ver-
mitazioni della capacità umana, e della prudenza di limi- meer è senza dubbio il più grande pittore di nature morte
tarsi nei suoi quadri agli aspetti più trattabili della realtà; umane. Ma ve ne sono stati altri, per esempio i contempo-
poiché, sebbene Vermeer rappresentasse esseri u m a n i , ranei francesi di Vermeer, i fratelli Le Nain. Essi comin-
egli fu sempre un pittore di n a t u r e m o r t e . Cézanne, il ciarono, credo, come pittori di genre; ma ciò che vera-
quale diceva alle sue modelle di fare del loro meglio per mente produssero fu una serie di nature morte umane, in
sembrare mele, cercò di dipingere i ritratti nello stesso cui la loro sconfinata percezione dell'infinito significato
spirito. Ma queste donne dall'aspetto rubicondo sono più di tutte le cose è resa, non come in Vermeer, da un acuto
vicine all'Idea di Platone anziché al Dharma-Body nella rafforzamento del colore, e della texture, ma da una più
siepe. Esse sono Eternità e Infinito visti, non nella sabbia alta chiarezza, una ossessiva distinzione di forme, nel-
o nei fiori, ma nelle astrazioni di qualche specie di geo- l'ambito di un'austera, quasi monocromatica tonalità. Ai
metria altamente superiore; Vermeer non chiese mai alle nostri giorni abbiamo avuto Vuillard, pittore, al suo api-
sue ragazze di sembrare mele. Al contrario, insisteva per- ce, di indimenticabili splendidi quadri del Dharma-Body
ché fossero ragazze nei loro limiti, ma sempre a condizio- manifestato in una camera da letto borghese; dell'Assolu-
ne che evitassero di comportarsi fanciullescamente. Pote- to risplendente nel mezzo di una famiglia di cambiavalu-
vano sedere o stare tranquillamente in piedi, mai però te che prende il tè in un giardino della periferia.
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16. Ce qui fait que lancieri bandagiste renie plazione, ma a una contemplazione incompatibile con l'a-
Le comptoir dont le faste alléchait les passants, zione e anche con la volontà di agire, con lo stesso pensie-
C est son jardin d'Auteuil, où, veufs de tout encens, ro di agire. Negli intervalli tra le sue rivelazioni il consu-
Les Zinnias ont l'air d'erre en tóle vernie. matore di mescalina è in grado di sentire che, sebbene da
una parte tutto è supremamente come dovrebbe essere,
Per Laurent Taillade lo spettacolo era soltanto osceno. d'altra parte vi è qualche cosa che non va. Il suo problema
Ma se il mercante di gomma a riposo fosse stato tranquil- è essenzialmente lo stesso di quello che devono affrontare
lo abbastanza, Vuillard avrebbe visto in lui solo il Dhar- il quietista, l'arhat e, su un altro piano, il pittore di pae-
ma-Body, e avrebbe dipinto, nelle zinnie, la vasca dei pe- saggi e il pittore di n a t u r e morte u m a n e . La mescalina
sci d'oro, la torre di u n a villa moresca e i lampioncini non può risolvere mai questo problema; può soltanto por-
cinesi, un angolo di Paradiso prima del Peccato Originale. lo, apocalitticamente, a coloro ai quali non si era mai pre-
Ma intanto la mia domanda rimaneva senza risposta. sentato prima. La piena e finale soluzione può essere tro-
Come si poteva conciliare questa percezione sconfinata vata soltanto da coloro che sono disposti a completare il
con un più giusto interesse per le relazioni umane, per le giusto tipo di Weltanschauung col giusto tipo di condotta
azioni e i doveri necessari, senza parlare della carità e del- e il giusto tipo di costante e spontanea vigilanza. Di fronte
la compassione pratica? L'antichissima controversia tra al quietista sta il contemplativo-attivo, il santo, l'uomo
attivi e contemplativi si rinnovava, si rinnovava, per che, come dice Eckhart, è pronto a scendere dal settimo
quanto riguardava me, con un'acutezza senza precedenti. cielo per portare un bicchier d'acqua al fratello malato. Di
Perché fino a quella mattina avevo conosciuto la contem- fronte all'arhat, che si ritira dalle apparenze in un Nirva-
plazione soltanto nelle sue forme più umili e più ordina- na completamente trascendentale sta il Bodhisattva, per
rie: come pensiero speculativo; come concentrazione ra- il quale la Quintessenza e il mondo delle contingenze so-
pita nella poesia, nella pittura o nella musica; c o m e no u n a cosa sola, e per la cui illimitata compassione
paziente attesa di quelle ispirazioni, senza le quali anche ognuna di queste contingenze è una occasione, non solo
il più prosaico scrittore non può sperar di attuare alcun- di penetrazione trasfigurante, ma anche della più pratica
ché; come sprazzi fugaci nella natura del "qualche cosa carità. E nell'universo dell'arte, di fronte a Vermeer e agli
molto più profondamente diffuso" di Wordsworth; come altri pittori di nature morte umane, di fronte ai maestri
sistematico silenzio che conduceva qualche volta a barlu- della pittura paesaggistica cinese e giapponese, di fronte
mi di "oscura conoscenza". Ma ora conobbi la contempla- a Constable e a Turner, di fronte a Sisley e a Seurat e Cé-
zione all'apice. All'apice, ma non ancora nella sua pienez- zanne sta l'arte completa di Rembrandt. Questi sono no-
za. Perché nella sua pienezza la via di Maria include la via mi grandiosi, ingegni eccelsi e inaccessibili. In quanto a
di Marta e la solleva, per così dire, alle proprie più alte me, in quella memorabile mattina di maggio, potei solo
possibilità. La mescalina apre la via di Maria, ma chiude essere grato di un'esperienza che mi aveva mostrato, più
la porta di quella di Marta. Essa introduce alla contem- chiaramente di quanto non avessi visto prima, la vera na-
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17. tura della controversia e la risposta completamente libe- luminanti resoconti di un'altra, trascendente regione della
ratrice. mente; e se la praticano fino all'apice, diventeranno con-
Mi si lasci aggiungere, prima di lasciare questo argo- dutture attraverso le quali un'influenza benefica può scor-
mento, che non vi è forma di contemplazione, anche la rere da quest'altro paese in un mondo di oscuri io, croni-
più quietistica, che sia priva di valori etici. Almeno metà camente sul punto di morire per mancanza di essa.
di tutta la morale è negativa e consiste nel tenersi lontani Intanto, a richiesta dell'investigatore, ero passato dal
dai fastidi. La Preghiera al Padre è lunga m e n o di cin- ritratto di Cézanne a ciò che accadeva nella mia testa
quanta parole e sei di queste parole sono dedicate a chie- quando chiusi gli occhi. Questa volta, cosa strana, il pae-
dere a Dio di non indurci in tentazione. Il contemplativo saggio interiore mancò di ricompensarmi. Il campo visivo
unilaterale lascia incompiute molte cose che avrebbe do- si riempì di brillanti colori, i quali cambiavano costante-
vuto fare; ma in compenso egli si astiene dal fare molte co- mente struttura, tanto da sembrare fatti di plastica o di
se che non dovrebbe fare. La somma del male, osservò Pa- latta smaltata.
scal, sarebbe molto diminuita solo se gli uomini potessero «Mediocre» commentai. «Triviale. Come gli oggetti in
imparare a sedere tranquilli nelle loro stanze. Il contem-
un grande magazzino.»
plativo la cui percezione è stata liberata non ha bisogno di
stare nella sua stanza. Egli può occuparsi delle sue faccen- E tutta questa mediocrità esisteva in un universo vici-
de, così completamente soddisfatto di vedere l'Ordine Di- no e ristretto.
vino delle Cose e di esserne parte, che non sarà mai nep- «È come se si stesse sotto coperta in una nave» dissi.
p u r e tentato di cedere a ciò che Traberne c h i a m ò "gli «Una nave commerciale.»
sporchi Capricci del Mondo". Quando ci sentiamo gli uni- E mentre guardavo, mi apparve chiarissimo che questa
ci eredi dell'universo, quando "il mare scorre nelle nostre nave commerciale aveva attinenza in qualche modo con
vene... e le stelle sono i nostri gioielli", quando tutte le cose l'umana pretenziosità. Questo interno soffocante di nave
vengono percepite come infinite e sante, quali motivi pos- scadente era il mio io personale; queste cianfrusaglie di
siamo avere di avidità o autoaffermazione, di inseguire il latta e di plastica erano i miei contributi personali all'uni-
potere o le più fosche forme di piacere? I contemplativi verso.
non hanno probabilità di diventare speculatori, o mezzani Sentii che la lezione era salutare, ma mi dispiacque,
o bevitori; in genere essi non predicano l'intolleranza, né tuttavia, che mi dovesse essere somministrata in quel mo-
fanno la guerra; e non trovano necessario derubare, truffa- mento e in quella forma. Di regola il consumatore di me-
re o opprimere i poveri. E a queste virtù terribilmente ne- scalina scopre un mondo interiore manifestamente dato,
gative possiamo aggiungerne un'altra che, sebbene diffici- evidentemente infinito e santo, come quel mondo esterno
le a definirsi, è tanto positiva quanto importante, l'arhat e
trasfigurato che io avevo visto con gli occhi aperti. Dal
il quietista possono non praticare la contemplazione nella
principio, il mio caso era stato diverso. La mescalina mi
sua pienezza; ma se la praticano, essi possono riportare il-
aveva dotato temporaneamente del potere di vedere cose
--
con gli occhi chiusi; ma essa non poteva, o per lo meno in
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18. quell'occasione non poté, rivelare un paesaggio interiore chiusi aveva un più alto significato spirituale di ciò che ve-
lontanamente paragonabile ai miei fiori o alla sedia o ai devano con gli occhi aperti. La ragione? La familiarità por-
calzoni di flanella "proprio là". Ciò che essa mi permette- ta il disprezzo, e il problema di come sopravvivere si stende
va di percepire, interiormente, non era il Dharma-Body in nella sua gravità dal tedio cronico al tormento. Il mondo
immagini, ma la mia mente; non il prototipo della Quin- esterno è quanto ci aspetta al risveglio in ogni giorno della
tessenza, ma u n a serie di simboli, in altri termini, un nostra vita; è il luogo dove, volenti o nolenti, dobbiamo cer-
semplice sostituto della Quintessenza. care di organizzare la nostra vita. Nel mondo interiore non
La maggior parte degli individui di vivida immagina- vi è né lavoro, né monotonia. Noi lo visitiamo solo nei so-
zione sono trasformati dalla mescalina in visionari. Alcu- gni e nella meditazione, e la sua singolarità è tale che non
ni di essi - e sono forse più numerosi di quanto general- troviamo mai lo stesso mondo in due occasioni successive.
mente si creda - non richiedono trasformazione; essi Quale meraviglia, allora, se gli esseri umani alla ricerca del
sono sempre visionari. La specie mentale alla quale ap- divino hanno preferito in genere di guardare interiormen-
parteneva Blake è abbastanza largamente distribuita an- te? In genere, ma non sempre. In arte non meno che in reli-
che nella società urbano-industriale del giorno d'oggi. L'u- gione, i taoisti e i buddisti zen guardarono oltre le visioni al
nicità del poeta-artista non consiste nel fatto che (citando Vuoto, e attraverso il Vuoto alle "centomila cose" della
dal suo Catalogo Descrittivo) egli effettivamente vide "quei realtà obiettiva. Per la loro dottrina del Mondo fatto di car-
magnifici originali chiamati Cherubini nelle Sacre Scrit- ne, i cristiani avrebbero dovuto essere in grado, per primi,
ture". Essa non consiste nel fatto che "questi magnifici di assumere un simile atteggiamento verso l'universo intor-
originali visti nelle mie visioni erano alcuni di essi alti no. Ma a causa della dottrina del Peccato Originale, essi
trenta metri... contenenti tutti significato mitologico e re- trovarono molto difficile farlo. In un'epoca come trecento
condito". Essa consiste solo nella sua abilità di rendere, anni fa, un'espressione di completa negazione del mondo e
in parole o (con alquanto minor successo) in linee e colo- perfino di condanna del mondo era ortodossa e comprensi-
ri, qualche accenno almeno di un'esperienza non eccessi- bile. "Non dovremmo provare rapimento per niente in Na-
vamente rara. Un visionario senza talento può percepire tura, se non per l'Incarnazione di Cristo." Nel diciassettesi-
una realtà interiore non meno grande, bella e significati- mo secolo la frase sembrava aver senso. Oggi essa ha
va del m o n d o visto da Blake; ma egli manca completa- l'accento della follia.
mente della capacità di esprimere, in simboli letterari o In Cina la pittura paesaggistica assurse al grado di arte
plastici, ciò che ha visto. maggiore circa mille anni fa, in Giappone circa seicento e
Dalle documentazioni della religione e dei monumenti in Europa circa trecento. L'equazione del Dharma-Body
della poesia e delle arti plastiche sopravvissuti fino a noi è con la siepe fu compiuta da quei Maestri zen che sposaro-
evidente che per lo più gli uomini hanno attribuito maggio- no il naturalismo taoista al trascendentalismo buddista.
re importanza al paesaggio interiore anziché all'esistenza Fu, quindi, solo nell'Estremo Oriente che i pittori paesag-
oggettiva, hanno sentito che ciò che vedevano con gli occhi gistici considerarono coscientemente religiosa la loro arte.
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19. In Occidente la pittura religiosa consisteva nel ritrarre nozioni scientifiche e teologiche. E qualcosa di simile è
personaggi sacri, e illustrare testi sacri. I pittori di pae- accaduto nel campo della pittura. Qui abbiamo assistito a
saggi si consideravano secolari. Oggi noi riconosciamo in una ritirata generale dal paesaggio, la forma d'arte predo-
Seurat uno dei supremi maestri di ciò che può chiamarsi minante nel diciannovesimo secolo. Questa ritirata dal
la pittura paesaggistica mistica. Eppure quest'uomo che paesaggio non è stata in quell'altro, divino Dato interiore,
fu capace, più efficacemente di chiunque altro, di rendere del quale si interessavano la maggior parte delle scuole
l'Uno nei molti si indignò altamente quando qualcuno lo tradizionali del passato, quel Mondo Prototipo dove gli
lodò per la "poesia" della sua opera. "Io applico soltanto il uomini hanno trovato sempre la materia prima del mito e
Sistema" egli protestò. In altri termini egli fu soltanto un della religione. N o , è stata una ritirata dal Dato esteriore
pointilliste e, ai propri occhi, niente altro. Un aneddoto si- nel subcosciente personale, in un mondo intellettuale più
mile si racconta di John Constable. Un giorno, verso la fi- squallido e più rigidamente ristretto anche del mondo
ne della vita, Blake incontrò Constable a Hampstead e gli della personalità conscia. Queste contrazioni di latta e
fu mostrato uno schizzo del giovane artista. Nonostante il plastica fortemente colorate, dove le avevo viste prima?
suo disprezzo per l'arte naturalistica, il vecchio visionario In ogni mostra d'arte che espone le recentissime dell'arte
sapeva il fatto suo quando la guardava, eccetto, senza non rappresentativa.
dubbio, quando si trattava di Rubens. "Questo non è dise- E ora qualcuno portò un fonografo e mise un disco sul
gno," esclamò "questa è ispirazione!" "Ma io volevo fare piatto. Ascoltai con piacere, ma non sperimentai niente di
del disegno" fu la caratteristica risposta di Constable. L'u paragonabile alle apocalissi di fiori o di flanella. Avrebbe,
no e l'altro avevano ragione. Essa era disegno, preciso e un musicista naturalmente dotato, udito le rivelazioni che
vero, e nello stesso tempo era ispirazione, ispirazione di per me erano state esclusivamente visive? Sarebbe inte-
un ordine alto per lo meno quanto quello di Blake. Il pino ressante fare l'esperimento. Nello stesso tempo, sebbene
sulla brughiera era stato effettivamente visto identico al non trasfigurata, sebbene conservasse la sua qualità e la
Dharma-Body. Il bozzetto era una rappresentazione, ne- sua intensità normali, la musica contribuì non poco alla
cessariamente imperfetta, e tuttavia profondamente mia comprensione di ciò che mi era accaduto e dei più
espressiva, di ciò che la libera percezione aveva rivelato vasti problemi che questi avvenimenti avevano sollevato.
agli occhi aperti di un grande pittore. Dalla contempla- La musica strumentale, cosa abbastanza strana, mi la-
zione, nella tradizione di Wordsworth e Whitman, del sciò piuttosto freddo. Il Concerto in do minore per pia-
Dharma-Body come siepe, e dalle visioni, come quella di noforte di Mozart fu interrotto dopo il primo tempo e so-
Blake, dei "meravigliosi originali" all'interno dell'intellet- stituito da una raccolta di madrigali di Gesualdo.
to, i poeti contemporanei si sono ritirati in un'indagine «Queste voci,» dissi con ammirazione «queste voci so-
del subcosciente personale, in opposizione a quello più no una specie di ponte con il mondo umano.»
che personale e alla rappresentazione, in termini alta- E rimasero un ponte anche quando cantarono la più
mente astratti, non del fatto dato e obiettivo, ma di mere straordinariamente cromatica tra le composizioni del prin-
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20. cipe folle. Attraverso le rozze frasi dei madrigali, la musica «Non si vergogna!» commentai con sprezzante mancan-
proseguì la sua corsa, senza rimanere nella stessa tonalità za di simpatia. E poi: «Katzenmusik, dotta Katzenmusik».
per più di due battute. In Gesualdo, questo fantastico per- E infine, dopo qualche altro minuto di angoscia: «Chi si
sonaggio da melodramma di Webster, la disintegrazione cura di quali siano i suoi sentimenti? Perché non si occu-
psicologica aveva esagerato, aveva spinto al limite estremo pa di qualcos'altro?».
la tendenza insita nella musica modale in opposizione a Come critica di ciò che è senza dubbio un'opera molto
quella completamente tonale. Le opere che ne risultavano
notevole, essa fu ingiusta e inadeguata, ma non, credo, ir-
avrebbero potuto essere scritte dall'ultimo Schònberg.
rilevante. La cito per quel che vale e perché esprime come
«Eppure,» mi sentii costretto a dire, mentre ascoltavo
io reagii, in uno stato di pura contemplazione, alla Suite
questi strani prodotti di una psicosi della Controriforma
lirica.
elaborati in un'antica forma di arte medioevale «eppure
Quando fu terminata, l'investigatore propose un giro in
non importa che sia tutto a pezzi. L'insieme è disorganizza-
giardino. Accettai, e sebbene il mio corpo sembrasse essersi
to, ma ogni frammento individuale è in ordine, è il rappre-
dissociato quasi completamente dalla mente - o, per essere
sentante di un Ordine più Alto. L'Ordine più Alto prevale an-
più esatti, sebbene la mia consapevolezza del mondo ester-
che nella disintegrazione. La totalità è presente anche nei
no trasfigurato non fosse più accompagnata dalla consape-
pezzi sparsi. Più chiaramente presente, forse, che in un'ope-
volezza del mio organismo fisico ~ mi trovai in grado di al-
ra completamente coerente. Almeno non si è cullati in un
zarmi, di aprire il balcone e di uscire, solo con un minimo
senso di falsa sicurezza da qualche ordine meramente uma-
di esitazione. Era buffo, senza dubbio, sentire che "Io" non
no, meramente fabbricato. Si deve contare sulla propria
ero lo stesso di queste braccia e di queste gambe "fuori di
percezione immediata dell'ordine ultimo. Così in un certo
me", di tutto questo tronco obiettivo e del collo e anche del-
senso la disintegrazione può avere i suoi vantaggi. Ma senza
la testa. Era buffo; ma ci si abitua subito. E comunque il
dubbio è pericoloso, terribilmente pericoloso. Supponiamo
corpo sembrava perfettamente in grado di badare a se stes-
di non poter tornare indietro, fuori del caos...»
so. In realtà, senza dubbio, esso bada sempre a se stesso. Tut-
Dai madrigali di Gesualdo saltammo, attraverso un to ciò che l'Io cosciente può fare è di formulare desideri, che
abisso di tre secoli, ad Alban Berg e alla Suite lirica. vengono poi attuati da forze che esso controlla pochissimo e
«Questo» annunciai in anticipo «sarà un inferno.» non comprende affatto. Quando fa qualcosa di più - quando
Ma risultò che avevo torto. In realtà la musica suonò si sforza troppo, per esempio, quando si preoccupa, quando
piuttosto scherzosa. Estratta dal subcosciente personale, si cruccia circa il futuro - esso riduce l'efficacia di quelle for-
l'agonia succedeva all'agonia in dodici toni; ma ciò che mi ze e può anche far sì che il corpo privo di vitalità si ammali.
colpì fu soltanto l'incongruenza essenziale tra una disin- Nel mio stato attuale, la consapevolezza non si riferiva a un
tegrazione psicologica anche più completa di quella di io: stava, per così dire, per conto suo. Ciò significava che an-
Gesualdo e le prodigiose risorse, di talento e di tecnica, che l'intelligenza fisiologica che controllava il corpo stava
impiegate nell'espressione. per conto suo. Per il momento quel nevrotico inframmet-
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21. tente che nelle ore di veglia cerca di dirigere la baracca era ascoltò per un certo tempo, poi lo interruppe bruscamen-
fortunatamente fuori dai piedi.
te. Come poteva perdere tempo a discutere di un paio di
Dal balcone uscii fuori, sotto una specie di pergola co- bambini assenti, quando tutto ciò che davvero importava,
perta in parte da una pianta di rose rampicanti, in parte ora e qui, era l'inesprimibile bellezza degli schemi che egli
da listelli, larghi due centimetri e mezzo, alla distanza di l'ormava, con la sua giacca di tweed marrone, ogni volta
poco più di un centimetro. Il sole era alto e l'ombra dei li- che muoveva le braccia? Ahimè, questo paradiso di libera
stelli formava uno schema di strisce sul piano del sedile e percezione, di contemplazione pura e unilaterale, non do-
lungo lo schienale di una sedia da giardino, che stava a veva durare. Le beatifiche interruzioni divennero più rare,
questa estremità della pergola. Quella sedia, potrò mai di- più brevi, finché scomparvero del tutto; e vi fu solo orrore.
menticarla? Dove l'ombra cadeva sulla tela della tappezze- La maggioranza dei consumatori di mescalina speri-
ria le strisce d'un indaco splendente si alternavano con mentano solo la parte celestiale della schizofrenia. La
strisce di un'incandescenza così intensamente brillante, droga porta inferno e purgatorio solo a coloro che abbia-
ch'era difficile credere potessero essere fatte di altro se no avuto di recente l'itterizia, oppure che soffrano di de-
non di fuoco blu. Per un tempo che mi sembrò immensa- pressioni periodiche o di ansietà cronica. Se, come le al-
mente lungo fissai senza sapere, perfino senza desiderar tre droghe molto più potenti al paragone, la mescalina
di sapere, ciò che avevo di fronte. In qualsiasi altro mo- fosse notoriamente tossica, il prenderne sarebbe suffi-
mento avrei visto una sedia tagliata da luce e ombra alter- ciente, per se stesso, a provocare l'ansietà. Ma la persona
nate. Oggi il percetto aveva inghiottito il concetto. Ero co- sana di mente sa in anticipo che, per quanto la riguarda,
sì completamente assorto nel guardare, così sbalordito da la mescalina è completamente innocua, che le sue conse-
ciò che in realtà vedevo, che non potevo accorgermi di guenze svaniranno dopo otto o dieci ore, senza lasciare
niente altro. Mobili da giardino, listelli, luce solare, om- residui e di conseguenza senza ansia di rinnovare la dose.
bra, questi non erano che nomi e nozioni, mere verbaliz- Fortificato da questa conoscenza, egli si accinge all'espe-
zazioni, per scopi utilitari o scientifici, dopo l'avvenimen- rimento senza timore, in altri termini senza alcuna predi-
to. L'avvenimento era questa successione di azzurri sposizione a trasformare un'esperienza strana, e fuori
sportelli di fornace separati da abissi di impenetrabili gen- dell'umano in maniera senza precedente, in qualcosa di
ziane. Era inespressivamente magnifico, magnifico quasi spaventoso, qualcosa di effettivamente diabolico.
al punto di essere terribile. E d'un tratto ebbi un barlume
Di fronte a una sedia che sembrava il Giudizio Universa-
di ciò che si deve provare a essere pazzi. La schizofrenia
le - o per essere più esatti a un Giudizio Universale che, do-
ha i suoi paradisi così come ha i suoi inferni e i suoi pur-
po molto tempo e con notevole difficoltà, riconobbi come
gatori; ricordo ciò che un vecchio amico mi disse di sua
sedia - mi trovai all'improvviso sull'orlo del panico. Sentii
moglie che era pazza. Un giorno, durante le prime fasi del-
d'un tratto che le cose andavano troppo oltre. Troppo oltre,
la malattia, quando ella aveva ancora intervalli di lucidità,
anche se andavano in una bellezza più intensa, in un signi-
il marito era andato in clinica a parlarle dei figli. Ella
ficato più profondo. Il timore, come lo analizzo in retro-
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22. spettiva, era di essere sopraffatto, di disintegrarmi sotto la non gli permette mai di guardare al mondo con occhi mera-
pressione di una realtà più grande di quanto una mente mente umani, lo terrorizza facendogli interpretare la sua in-
abituata a vivere la maggior parte del tempo in un minu- cessante stranezza, la sua bruciante intensità di significato,
scolo mondo di simboli potesse sopportare. La letteratura come manifestazioni di una malevolenza umana o perfino
dell'esperienza religiosa abbonda in riferimenti alle pene e cosmica, che richiede le più disperate contromisure, dalla
ai terrori che sopraffanno coloro i quali si sono trovati trop- violenza omicida a un'estremità della scala, alla catatonia o
po improvvisamente a faccia a faccia con qualche manife- al suicidio psicologico, all'altra estremità. E una volta ini-
stazione del Mysterium tremendum. Nel linguaggio teologi- ziata la discesa della strada infernale, non si è più in grado
co, questo timore è dovuto alla incompatibilità tra l'egotismo di fermarsi. Ciò, adesso, era fin troppo evidente.
dell'uomo e la purezza divina, tra lo stato di esasperata se- «Una volta presa la via sbagliata» dissi, rispondendo al-
parazione dell'uomo e l'infinità di Dio. Seguendo Böhme e le domande dell'investigatore «tutto ciò che accade sareb-
William Law, possiamo dire che, dalle anime non rigenera- be una prova di cospirazione contro di voi. Tutto servireb-
te, la Luce divina può essere raggiunta nel suo pieno splen- be a convalidare questa impressione. Non potreste tirare
dore solo come fuoco ardente di purgatorio. Una dottrina un sospiro senza credere che sia parte del complotto.»
quasi identica si trova nel Libro tibetano dei Morti, dove l'a- «Così lei pensa di sapere dove si trova la pazzia?»
nima dipartita è descritta come se si ritirasse in agonia dal- La mia risposta fu un convinto e caloroso «Sì».
la Luce Chiara del Vuoto, e anche dalle Luci minori e tem- «E non potrebbe controllarla?»
perate, allo scopo di lanciarsi a capofitto nella confortevole « N o , non potrei controllarla. Se si comincia con timore
oscurità dell'Io come un essere umano rinato, o anche co- e odio come premesse principali, si deve andare alla con-
me una bestia, un fantasma infelice, un abitante dell'infer- clusione.»
no. Qualsiasi cosa piuttosto che il bruciante splendore della «Saresti capace» mi chiese mia moglie «di fissare l'at-
Realtà allo stato puro, qualsiasi cosa! tenzione su ciò che II Libro tibetano dei Morti chiama la
Lo schizofrenico è un'anima non soltanto non rigenerata, Luce Chiara?»
ma in più è disperatamente malata. Il suo male consiste nel- Ero indeciso.
l'incapacità di rifugiarsi dalla realtà interiore ed esteriore «Manterrebbe lontano il male, se tu potessi tenerla?»
(come fa abitualmente la persona sana) nell'universo sem- Considerai la domanda per un po' di tempo.
plice del senso comune, nel mondo rigidamente umano del- «Forse,» risposi alla fine «forse potrei, ma soltanto se ci
le nozioni utili, dei simboli delineati e delle convenzioni so- fosse qualcuno là a parlarmi della Luce Chiara. Non si
cialmente accettabili. Lo schizofrenico è come un uomo potrebbe farlo da soli. Questo è il punto, suppongo, nel ri-
permanentemente sotto l'influenza della mescalina, e quin- tuale tibetano, qualcuno seduto tutto il tempo a dirvi del-
di incapace di segregare l'esperienza di una realtà che non è la realtà delle cose.»
abbastanza santa da viverla, che egli non può eliminare per- Dopo aver ascoltato la registrazione di questa parte del-
ché è la più ostinata realtà di fatti primari; e che, in quanto l'esperimento, presi la mia copia di edizione Evans-Wentz
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23. del Libro tibetano dei Morti e lo aprii a caso. "O nobile nato, Rose:
non distrarre la tua mente." Questo era il problema, non I fiori sono facili da dipingere,
distrarsi. Non distrarsi con le memorie dei peccati passati, Difficili le foglie.
con l'immaginazione del piacere, con l'amaro ricordo dei
L'haiku di Shiki esprime, indirettamente, proprio ciò
vecchi errori e delle vecchie umiliazioni, con tutti i timori e
che sentii allora, l'eccessiva, fin troppo evidente gloria dei
gli odi e i desideri che d'ordinario eclissano la Luce. Ciò che
fiori, in contrasto al sottile miracolo del loro fogliame.
fecero i monaci buddisti per i morenti e i morti, non potreb-
be farlo lo psichiatra moderno per il pazzo? Ci sia dunque Uscimmo in strada dov'era parcheggiata una grande
una voce a rassicurarli, di giorno e anche mentre dormono, automobile di un azzurro pallido. Nel vederla, fui improv-
che nonostante tutto il terrore, tutto lo smarrimento e la visamente assalito da una grande allegria. Quanto com-
confusione, la Realtà ultima rimane incrollabile ed è della piacimento, quale assurda baldanza sprizzava da quelle
stessa sostanza della luce interiore, anche della mente più superfici protuberanti del più lucido smalto! L'uomo ave-
crudelmente tormentata. Per mezzo di invenzioni quali re- va creato l'oggetto a propria somiglianza, o piuttosto a so-
gistratori, sveglie automatiche, sistemi di comunicazione al miglianza del suo preferito personaggio da romanzo. Risi
pubblico e cuscini parlanti, dovrebbe essere facilissimo ri- finché le lacrime mi colarono sulle guance.
cordare continuamente, anche ai pazienti dell'istituzione Rientrammo in casa dove era stato preparato da man-
più scarsa di personale, questo fatto primordiale. Forse in giare. Qualcuno che ancora non si identificava con me
questo modo poche delle anime perdute potrebbero essere stesso si gettò sul cibo con ingordo appetito. Da una note-
aiutate a guadagnare il controllo sull'universo nello stesso vole distanza e senza molto interesse, io guardai.
tempo bello e spaventoso, ma sempre fuori dell'umano, Dopo aver mangiato, montammo sulla macchina e ci
sempre del tutto incomprensibile, in cui esse si trovano avviammo per una passeggiata. Gli effetti della mescalina
condannate a vivere. erano già in declino, ma i fiori nel giardino ancora trema-
Fui, con una certa difficoltà, staccato dai conturbanti vano sull'orlo del soprannaturale, l'albero di pepe e i car-
splendori della mia sedia da giardino. Calando in verdi rubi lungo il ciglio della strada appartenevano ancora
parabole dal cespuglio, i rami d'edera brillavano con uno chiaramente a qualche sacra selva. L'Eden si alternava
splendore cristallino di giada. Un momento dopo un con Dodona, Yggdrasil con la Mistica Rosa. E poi, d'im-
ciuffo di Gigli Rossi in piena fioritura erano esplosi nel provviso, ci trovammo a un crocevia, in attesa di attraver-
mio campo visivo. Così appassionatamente vivi che sem- sare il Sunset Boulevard. Davanti a noi le macchine roto-
bravano ergersi proprio sull'orlo dell'aldilà, i fiori si driz- lavano in una corrente uniforme, migliaia di esse, tutte
zavano in alto nell'azzurro. Come la sedia sotto i listelli, lucide e brillanti come il sogno di un agente pubblicitario,
essi protestavano troppo. Guardai giù alle foglie e scoprii e ognuna più buffa dell'altra. Ancora una volta fui preso
un profondo groviglio di luci e ombre verdi, tra le più de- da risa convulse.
licate, che pulsavano con indecifrabile mistero. Il Mar Rosso del Traffico alla fine si divise e traversam-
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24. mo in un altra oasi di alberi, prati e rose. In pochi minuti Un'ora dopo, con altri sedici chilometri e la visita al Più
ci eravamo arrampicati a una discreta altezza sulla colli- Grande Emporio del Mondo felicemente alle nostre spal-
na e sotto di noi si stendeva la città. Con alquanta delu- le, facemmo ritorno a casa, e io ero ritornato a quello sta-
sione, vidi che essa appariva molto simile alla città che to rassicurante ma di profonda insoddisfazione, cono-
avevo visto in altre occasioni. Per quanto mi riguardava, sciuto come "avere la testa a posto".Che l'umanità in genere sarà mai
la trasfigurazione era proporzionale alla distanza. Quanto così monotona, povera e limitata, che il desiderio di evadere, la sm
più vicino, tanto più divinamente diverso. Questo vasto, che momento, è, ed è stato sempre, uno dei principali bisogni dell' del
indistinto panorama era appena differente da se stesso. saturnali, la danza e l'oratoria, sono serviti tutti, come dis-
Proseguimmo e, fin tanto che rimanemmo in collina se H.G. Wells, da Brecce nel Muro. E per l'uso privato e
dove il panorama si stendeva a perdita d'occhio, il signifi- quotidiano vi sono sempre stati gli stupefacenti chimici,
cato era al suo livello quotidiano, molto al disotto del Tutti i sedativi e i narcotici vegetali, tutte le sostanze eufo-
punto di trasfigurazione. La magia cominciò ad agire solo riche che crescono in piante, gli stupefacenti che si svilup-
quando svoltammo in un nuovo sobborgo e passammo pano in bacche o si estraggono dalle radici, tutti, senza ec-
tra due file di case. Qui, nonostante la particolare bruttez- ione, sono stati conosciuti e sistematicamente usati
za dell'architettura, vi furono riprese di trascendentale di- dagli esseri umani da tempo immemorabile. E a questi
versità, sprazzi di paradiso. Fumaioli di mattoni e compo- modificatori naturali della coscienza, la scienza moderna
sizioni di tetti verdi brillavano al sole, come frammenti ha aggiunto la sua parte di sostanze sintetiche, il cloralio,per esempio
della Nuova Gerusalemme. E d'un tratto vidi ciò che La maggior parte di questi modificatori della coscienza
Guardi aveva visto e (con quale incomparabile talento!) ora non possono essere presi senza prescrizione medica, op-
aveva tanto spesso reso nei suoi quadri: una parete di pure illegalmente e con notevole rischio. Per l'uso illimitato
stucco e su di essa un'ombra obliqua, nuda ma di una bel- l'Occidente ha permesso soltanto l'alcol e il tabacco. Tutte le
lezza indimenticabile, vuota, ma carica di tutto il signifi- altre Brecce chimiche nel Muro sono etichettate Narcotici, e
cato e il mistero della vita. La Rivelazione spuntava ed era i consumatori non autorizzati sono tossicomani.
di nuovo sparita nella frazione di un secondo. La macchi- Oggi si spende molto di più per bere e per fumare di
na era avanzata, il tempo stava scoprendo un'altra mani- quanto si spenda per l'educazione. Ciò, naturalmente, non
festazione dell'eterna Quintessenza. "Nell'identità vi è dif-
ferenza. Ma che la differenza dovesse essere diversa
dall'identità non è affatto l'intenzione di tutti i Buddha.
La loro intenzione è sia totalità che differenziazione."
Questo ciuffo di gerani rossi e bianchi, per esempio, era
completamente diverso da quella parete di stucco a cento
metri sulla strada. Ma la "essenza" di entrambi era la stes-
sa, la stessa era la qualità eterna della loro transitorietà.
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25. sorprende. Il desiderio di evadere dall'Io e dall'ambiente si Muro. L'unica politica ragionevole è di aprire altre e mi-
trova quasi in ognuno, quasi sempre. Il desiderio di fare gliori brecce nella speranza di indurre gli uomini e le don-
qualche cosa per i ragazzi è forte solo nei genitori, e in es- ne a cambiare le vecchie e cattive abitudini per altre nuove
si solo per i pochi anni durante i quali i bambini vanno a e meno dannose. Alcune di queste altre brecce migliori sa-
scuola. Alla stessa maniera non sorprende l'atteggiamento ranno di natura sociale e tecnologica, altre religiose o psi-
corrente nei riguardi dell'alcol e del fumo. Nonostante le cologiche, altre dietetiche, educative o atletiche. Ma il bi-
crescenti schiere di bevitori senza speranza, nonostante le sogno di frequenti vacanze dalla propria intollerabile
centinaia di migliaia di persone che ogni anno sono muti- personalità cosciente e dalle circostanze spiacevoli, senza
late o uccise da autisti ubriachi, le commedie popolari dubbio rimane. C'è bisogno di una nuova droga che
fanno ancora dello spirito sull'alcol e su coloro che vi sono conforti e aiuti la nostra dolorosa specie senza che il dan-
dediti. E nonostante l'evidenza attribuisca alle sigarette il no remoto sia maggiore del vantaggio immediato. Questa
cancro dei polmoni, in pratica chiunque ritiene che il fu- droga deve essere efficace in piccole dosi e sintetizzabile.
mare sia appena meno normale e naturale di mangiare. Se non possiede queste qualità, la sua produzione, come
Dal punto di vista dell'utilitarista razionalista ciò può sem- quella del vino, della birra, degli alcolici e del tabacco, in-
brare strano. Per lo storico proprio quanto ci si aspette- terferirà nella coltivazione degli alimenti e delle fibre indi-
rebbe. La ferma convinzione della materiale Realtà dell'In- spensabili. Essa deve essere meno tossica dell'oppio e del-
ferno non impedì mai ai cristiani del Medioevo di fare ciò la cocaina, meno probabile causa di conseguenze sociali
che l'ambizione, la concupiscenza o l'avarizia suggerivano indesiderabili di quanto lo siano l'alcol e i barbiturici, me-
loro. Il cancro del polmone, gli incidenti del traffico e i mi- no contraria al cuore e ai polmoni del catrame e della ni-
lioni di bevitori infelici e creatori di infelicità, sono fatti cotina delle sigarette. E, dal lato positivo, dovrebbe pro-
ancora più certi di quanto fosse, ai tempi di Dante, il fatto durre cambiamenti nella coscienza che siano più
dell'Inferno. Ma tutti questi fatti sono remoti e immateria- interessanti, di valore più intrinseco, della semplice calma
li paragonati al fatto vicino e sensibile del desiderio, ora e o del sogno, delle illusioni di onnipotenza o di sollievo dal-
qui, di liberazione o distensione, di un bicchiere di vino o l'inibizione.
di una sigaretta. Per moltissime persone, la mescalina è quasi del tutto
La nostra è l'epoca, fra l'altro, dell'automobile e dei tra- innocua. A differenza dell'alcol, essa non spinge il consu-
sporti rapidi. L'alcol è incompatibile con la sicurezza sulle matore in quella specie di azione sfrenata che si concreta
strade, e la sua produzione, come quella del tabacco, con- in schiamazzi, delitti e incidenti stradali. L'uomo sotto l'in-
danna alla virtuale sterilità molti milioni di acri del più fluenza della mescalina si occupa tranquillamente dei fatti
fertile suolo. I problemi sollevati dall'alcol e dal tabacco propri. Inoltre, i fatti di cui si occupa sono un'esperienza
non possono essere risolti, va da sé, con la proibizione. Il del tipo più illuminante, che non devono essere poi scon-
desiderio universale e sempre presente di autotrascenden- tati (e ciò è certamente importante) con residui negativi.
za non può essere abolito sbarrando le comuni Brecce nel Delle conseguenze remote di un consumo regolare di me-
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