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                                                        OSCARMONBADORI
© Mrs Laura Huxley 1954, 1956
                                                           Le porte della percezione
      1 9 5 8
  ®             Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano

  I edizione I Quaderni dello Specchio 1958
  I edizione Oscar saggi febbraio 1980


  ISBN 978-88-04-50843-4


 Questo volume è stato stampato
 presso Mondadori Printing S.p.A.
 Stabilimento NSM - Cles (TN)
 Stampato in Italia. Printed in Italy

                                                                       Se le porte della percezione
                                                                       fossero sgombrate,
 Ristampe;
                                                                       ogni cosa apparirebbe com'è, infinita.
 24      25       26   27     28   29    30    3!                                             WILLIAM BLAKE


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La prima edizione Piccola Biblioteca Oscar
è stata pubblicata in concomitanza
con la sedicesima ristampa
di questo volume




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Fu nel 1886 che il farmacologo tedesco Ludwig Lewin
pubblicò il primo studio sistematico del cacto al quale
successivamente fu dato il suo nome. L'Anhalonium Lewi-
nii era nuovo per la scienza. Per le religioni primitive, per
gli indiani del Messico e per gli americani sudoccidentali,
era un amico di vecchissima data. In effetti era molto più
di un amico. Secondo u n o dei primi visitatori spagnoli
del Nuovo Mondo, "essi mangiano u n a radice che chia-
m a n o Peyotl, e che venerano come fosse una deità".
   Perché la venerassero come una deità apparve chiaro
quando eminenti psicologi come Jaensch, Havelock Ellis
e Weir Mitchell cominciarono i loro esperimenti con la
mescalina, il principio attivo del peyotl. È vero che si fer-
m a r o n o proprio quando le ricerche erano a buon punto
in questa parte di idolatria, ma tutto concorse ad assegna-
re alla mescalina una posizione unica tra le droghe. Som-
ministrata in dosi opportune, essa cambia la qualità della
coscienza più profondamente ma è meno tossica di qual-
siasi altra sostanza del repertorio farmacologico.
   Le ricerche sulla mescalina sono state proseguite spo-
radicamente dai tempi di Lewin e di Havelock Ellis. I chi-
mici non hanno soltanto isolato l'alcaloide: hanno impa-

                              7
rato come sintetizzarlo, sì che la fornitura non dipende                      strutturale biochimica con gli altri. Poi venne la scoperta
 più dallo scarso e irregolare raccolto di un cacto del de-              che l'adrenocromo, che è un prodotto della decomposizione
 serto. Gli alienisti hanno ingerito la mescalina nella spe-              dell'adrenalina, può produrre molti dei sintomi osservati
 ranza di giungere in tal modo a u n a migliore e più diretta            nell' intossicazione da mescalina. Ma l'adrenocromo proba-
 conoscenza dei processi mentali dei loro pazienti. Lavo-                bilmente si forma spontaneamente nel corpo umano. In al-
 rando disgraziatamente su un n u m e r o troppo esiguo di               tri termini, ciascuno di noi può essere capace di fabbricare
 soggetti, entro un raggio troppo ristretto di circostanze,              minute dosi chimiche di ciò che si ritiene provochi profondi
gli psicologi hanno osservato e catalogato alcuni degli ef-                 cambiamenti nella coscienza. Alcuni di questi cambiamenti
fetti più impressionanti della droga. Neurologi e fisiologi                sono simili a quelli che si verificano nella più caratteristica
h a n n o scoperto qualcosa circa il meccanismo della sua                      peste del ventesimo secolo, la schizofrenia. È dovuto lo
azione sul sistema nervoso centrale. E almeno un filosofo                  squilibrio mentale a uno squilibrio chimico? E lo squilibrio
di professione ha preso la mescalina per la luce che essa                   chimico è dovuto a sua volta a disturbi psicologici che col-
può gettare su problemi antichi e insoluti, come il posto                 piscono i surreni? Sarebbe avventato e prematuro affermar-
della mente nella natura e il rapporto tra cervello e co-                lo. Il più che possiamo dire è che una specie di caso prima
scienza.                                                                 facie è stato impostato. Nello stesso tempo la traccia viene
   A questo punto rimasero le cose finché, qualche anno fa,                 sistematicamente seguita, gli investigatori-biochimici, psi-
venne osservato un fatto nuovo e forse altamente significa-                 chiatri, psicologi - sono sulla pista.
      1
tivo. In realtà questo fatto era rimasto alla portata di                      Per una serie di circostanze per me estremamente for-
chiunque per diverse decadi; ma nessuno, come succede, lo                 tunate mi trovai, nella primavera del 1953, ad attraversa-
aveva notato, finché un giovane psichiatra inglese, che lavo-             re questa pista. Uno degli investigatori era venuto per af-
ra attualmente in Canada, fu colpito dalla grande somi-                   fari in California. Nonostante settanta anni di ricerche
glianza, nella composizione chimica, tra mescalina e adre-                  sulla mescalina, il materiale psicologico a sua disposizio-
nalina. Ulteriori ricerche rivelarono che l'acido lisergico,              ne era ancora assurdamente inadeguato, ed egli era an-
stupefacente derivato dalla segala cornuta, ha un'affinità                sioso di aggiungerne altro. Io mi trovavo là e accettai, an-
                                                                             i ero impaziente, di fare da cavia. Così avvenne che, in
1
                                                                          un luminoso mattino di maggio, ingoiai i quattro decimi
  Si vedano i seguenti saggi:                                             di un g r a m m o di mescalina sciolta in mezzo bicchiere
Humphrey Osmond - John Smythies, Schizophrenia: A New Approach,
in «Journal of Mental Science», XCVIII, aprile 1952.
                                                                          d'acqua e sedetti ad attendere le conseguenze.
Humphrey Osmond, On Being Mad, in « Saskatchewan Psychiatric Ser-              Noi viviamo insieme, agiamo e reagiamo gli uni agli al-
vices Journal», I, 2, settembre 1952.                                      tri; ma sempre, in tutte le circostanze, siamo soli. I marti-
John Smythies,: The Mescalin Phenomena, in «The British Journal for        ri q u a n d o e n t r a n o nell'arena si tengono, per m a n o ; ma
the Philosophy of Science», III, febbraio 1953.
Abram Hoffer - H u m p h r e y Osmond et al., Schizophrenia: A New Ap-     vengono crocifissi soli. Allacciati, gli amanti cercano di-
proach, in «The Journal of Mental Science», C, 418, gennaio 1954.          speratamente di fondere le loro estasi isolate in una sin-
                                                                           9
                                  8
gola autotrascendenza; invano. Per la sua stessa natura,          stian Bach, furono casa loro? E come può un uomo agli
ogni spirito incarnato è condannato a soffrire e godere in        estremi limiti dell'ectomorfia e della cerebrotonia mettersi
solitudine. Sensazioni, sentimenti, intuiti, fantasie, tutte      mai al posto di uno ai limiti dell'endomorfia e della visce-
queste cose sono personali e, se non per simboli e di se-         rotonia oppure, se non in alcune zone circoscritte, divide-
conda mano, incomunicabili. Possiamo scambiarci infor-            re i sentimenti di uno che si erge ai limiti della mesomor-
mazioni circa le esperienze, mai però le esperienze stesse.       fia e della somatotonia? Per il rigido behaviorista tali
Dalla famiglia alla nazione, ogni gruppo umano è una so-          questioni, suppongo, sono prive di significato. Ma per co-
cietà di universi-isole.                                          loro che credono teoricamente ciò che in pratica sanno es-
   La maggior parte degli universi-isole sono sufficiente-        sere vero - cioè che vi è un interno da sperimentare oltre
mente simili l'un l'altro da permettere la comprensione de-       che l'esterno - i problemi posti sono problemi reali, tanto
duttiva, o anche la mutua empatia o il "sentirsi dentro". Co-     più gravi perché sono, alcuni completamente insolubili,
sì, ricordando i nostri lutti e le nostre umiliazioni, possiamo   alcuni solubili solo in circostanze eccezionali e con meto-
addolorarci con gli altri in analoghe circostanze, possiamo       di non accessibili a chiunque. Così, sembra virtualmente
metterci (sempre, naturalmente, in senso leggermente              certo che io non saprò mai che cosa si prova a essere Sir
pickwickiano) al loro posto. Ma in alcuni casi la comunica-       John Falstaff o Joe Louis. D'altra parte, sempre mi era
zione tra gli universi è incompleta o addirittura inesistente.    sembrato possibile che, attraverso l'ipnosi, per esempio, o
La mente è il suo proprio posto e i posti abitati dal pazzo e     l'autoipnosi, per mezzo della meditazione sistematica, op-
dall'individuo dalle doti eccezionali sono tanto diversi dai      pure prendendo la droga adatta, avrei potuto cambiare la
luoghi dove vivono uomini e donne comuni che vi è poco o          mia coscienza ordinaria in modo da essere in grado di co-
niente di terreno comune, per quanto riguarda la memoria,         noscere dall'interno ciò di cui parlano il visionario, il me-
da servire come base per comprendere o seguire i sentimen-        dium e perfino il mistico.
ti. Le parole vengono pronunziate, ma non chiariscono. Le            Da ciò che avevo letto dell'esperienza sulla mescalina,
cose e gli avvenimenti ai quali i simboli si riferiscono appar-   ero convinto in precedenza che la droga mi avrebbe intro-
tengono a regni dell'esperienza che si escludono a vicenda.       dotto, almeno per qualche ora, nella specie di mondo inte-
    Vederci come gli altri ci vedono è uno tra i doni più sa-     riore descritto da Blake e da AE. Ma ciò che mi ero aspetta-
lutari. Appena meno importante è la capacità di vedere gli        to non accadde. Mi ero aspettato di giacere con gli occhi
altri come essi si vedono. Ma che accade se questi altri ap-      chiusi, guardando visioni di geometrie multicolori, di ani-
partengono a una specie diversa e abitano un universo ra-         mate architetture, ricche di gemme e di favolose bellezze,
dicalmente estraneo? Per esempio, come un sano può arri-          di panorami con figure eroiche, di drammi simbolici tre-
vare a comprendere che cosa effettivamente prova a essere         molanti perpetuamente sull'orlo dell'estrema rivelazione.
pazzo? Oppure, non potendo nascere di nuovo come visio-           Ma non avevo calcolato, era evidente, le idiosincrasie della
nario, medium, o genio musicale, come possiamo mai vi-            mia struttura mentale, i fatti del mio temperamento, della
sitare i mondi che per Blake, Swedenborg, Johann Seba-            mia educazione e delle mie abitudini.

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Io sono e, per quanto posso ricordare, sono stato sem-     vista. Mai però vi furono facce o forme di uomini o di ani-
pre povero d'immaginazione. Le parole, anche quelle sug-      mali. Non vidi paesaggi, né distese immense, né appari-
gestive dei poeti, non evocano quadri alla mia m e n t e .    zioni magiche e metamorfosi di edifici, niente che somi-
Nessuna di quelle visioni caratteristiche mi accoglie sul     gliasse lontanamente a un d r a m m a o a una favola. L'altro
limitare del sonno. Quando mi ricordo di qualche cosa, il     m o n d o nel quale la mescalina mi introduceva non era il
ricordo non si presenta come un avvenimento o un ogget-       mondo delle visioni: esisteva fuori di esso, in ciò che pote-
to visto vividamente. Con uno sforzo della volontà posso      vo vedere con gli occhi aperti. Il grande cambiamento era
rievocare un'immagine non molto vivida di ciò che accad-      nel regno del fatto obiettivo. Ciò che era accaduto al mio
de ieri pomeriggio, di come appariva il Lungarno prima        universo soggettivo non aveva relativamente importanza.
che fossero distrutti i ponti, della Bayswater Road quan-        Presi la pillola alle undici. Un'ora e mezzo dopo ero se-
do gli autobus erano verdi e minuscoli ed erano tirati da     duto nel mio studio, guardando fisso un piccolo vaso di
vecchi cavalli che andavano a cinque chilometri e mezzo       cristallo. Il vaso conteneva solo tre fiori: una rosa Bella
l'ora. Ma queste immagini hanno scarsa sostanza e asso-       del Portogallo c o m p l e t a m e n t e aperta, rosa all'esterno,
lutamente nessuna vita autonoma propria. Esse stanno ai       con una sfumatura più calda e fiammeggiante alla base di
reali oggetti percepiti nello stesso rapporto dei fantasmi    ogni petalo; un gran garofano cremisi e miele; e, pallida
di Omero agli uomini di carne e ossa che andarono a visi-     porpora all'estremità dell'incerto gambo, l'ardito, araldico
tarlo tra le ombre. Solo quando ho la febbre alta le mie      fiore di iris. Fortuito e provvisorio il piccolo mazzo rom-
immagini mentali hanno vita indipendente. A coloro nei        peva tutte le regole del buon gusto tradizionale. Quella
quali la facoltà di immaginare è forte, il mio mondo inte-    mattina a colazione ero stato colpito dalla vivace disso-
riore deve sembrare stranamente grossolano, limitato e        nanza dei suoi colori. Ma non si trattava più di questo.
privo di interesse. Questo era il mondo - povera cosa, ma     Non guardavo adesso una inconsueta disposizione di fio-
era il mio mondo - che mi aspettavo di vedere trasforma-      ri. Vedevo ciò che Adamo aveva visto la mattina della sua
to in qualcosa di completamente diverso.                      creazione: il miracolo, momento per momento, dell'esi-
   Il cambiamento che in effetti si verificò in questo mon-   stenza nuda.
do non fu in alcun senso rivoluzionario. Mezz'ora dopo            «È piacevole?» chiese qualcuno (durante questa parte
aver ingoiato la droga divenni consapevole di una lenta       dell'esperimento tutte le conversazioni furono registrate
danza di luci dorate. Un po' più tardi vi furono sontuose      su un nastro magnetico, e mi è stato possibile rinfrescar-
superfici rosse che ondeggiarono e si distesero da nodi        mi la memoria circa quanto fu detto).
brillanti di energia vibranti di vita ricopiata, continua-        «Né piacevole, né spiacevole» risposi. «È.»
mente mutevole. Poi i miei occhi chiusi rivelarono un             Istigkeit: non era questa la parola che Meister Eckhart
complesso di strutture grigie, entro le quali pallide sfere    amava usare? "Essenza" L'Essere della filosofia platoni-
bluastre emersero in una intensa solidità e, una volta         ca, solo che Platone sembra aver fatto l'enorme e grotte-
emerse, scivolarono silenziosamente in alto, fuori della       sco errore di separare l'Essere dal divenire, identificando-

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lo con la matematica astrazione dell'Idea. Egli non avreb-        rità," chiede il novizio perplesso "posso domandare che
be mai potuto vedere, poveruomo, un fascio di fiori bril-         cos'è?" Groucho gli dà un colpetto sulla spalla col bastone
lare di luce interiore e palpitare sotto la pressione del si-     e risponde: "Un leone dalla criniera d'oro".
gnificato di cui erano saturi; non avrebbe mai p o t u t o           Quando lo lessi, questo mi apparve solo un nonsenso,
percepire che ciò che la rosa, l'iris e il garofano significa-    vagamente significativo. Ora tutto era chiaro come il gior-
vano così intensamente non era né più né meno che ciò             no, evidente come Euclide. Senza dubbio il Dharma-Body
che erano: la transitorietà che pure era vita eterna, la per-     del Buddha era la siepe in fondo al giardino. Nello stesso
petua deperibilità che era nello stesso tempo puro Essere,        tempo e non meno ovviamente, esso era questi fiori, era
l'affastellamento dei minuti, unici particolari, in cui, per      qualunque cosa che io - o piuttosto il benedetto Non-io li-
qualche inesprimibile, eppure evidente paradosso, era da          berato per un m o m e n t o dal mio soffocante abbraccio -
vedere la divina fonte di tutta l'esistenza.                      mi curassi di guardare. I libri, per esempio, di cui erano
    Continuai a guardare i fiori, e nella loro luce viva mi       tappezzate le pareti del mio studio. Come i fiori, quando
sembrò di scoprire l'equivalente qualitativo del respiro,         li guardai, essi illuminarono con più brillanti colori un si-
ma di un respiro senza ritorno al punto di partenza, senza        gnificato più profondo. Libri rossi come rubini; libri sme-
riflussi ricorrenti, soltanto un flusso ripetuto, dalla bellez-   raldo, libri legati in giada bianca; libri d'agata, d'acqua-
za a una bellezza più alta, da un profondo a un sempre            marina, di gialli topazi; libri lapislazzuli dal colore così
più profondo significato. Parole come Grazia e Trasfigu-          intenso, così intrinsecamente significativo, da sembrare
razione mi vennero alla mente, e senza dubbio era ciò che         sul punto di lasciar gli scaffali per affidarsi più insistente-
tra le altre cose esse significavano. I miei occhi si sposta-     mente alla mia attenzione.
rono dalla rosa al garofano, e da questa incandescenza di            «Che dice circa le relazioni di spazio?» chiese l'investi-
petali alle calme strisce di sensibile ametista dell'iris. La     gatore, mentre guardavo i libri.
Visione Beatifica, Sat Chit Ananda, Essere - Consapevo-              Fu difficile rispondere. In verità la prospettiva sembra-
lezza - Beatitudine; compresi per la prima volta, non sul         va piuttosto curiosa e le pareti della stanza non sembra-
piano verbale, non per accenni appena abbozzati o a di-           vano più incontrarsi nei giusti angoli. Ma questi non era-
stanza, ma precisamente e completamente, ciò che queste           no i fatti veramente importanti. I m p o r t a n t e era che i
sillabe prodigiose implicano. E allora ricordai un brano          rapporti di spazio avevano cessato di avere gran peso e la
che avevo letto in un saggio di Suzuki. "Che cos'è il Dhar-       mia mente percepiva il mondo in termini diversi dalle ca-
ma-Body del Buddha?" (Il Dharma-Body del B u d d h a è            tegorie di spazio. In tempi normali l'occhio si interessa di
un'altra maniera di esprimere la Mente, l'Essenza, il Vuo-        problemi come Dove?, A quale distanza?, Qual è la posi-
to, la Divinità.) La domanda è fatta in un monastero zen          zione in relazione a che cosa?. Nell'esperienza della me-
da un leale e smarrito novizio. E con la pronta disinvoltu-        scalina le domande implicite alle quali l'occhio risponde
ra di uno dei fratelli Marx, il Maestro risponde: "La siepe        sono di un altro ordine. Posto e distanza cessano di avere
in fondo al giardino" "E l'uomo che afferra questa ve-            grande interesse. La mente percepisce in termini di inten-

                             14                                                                 15
sita di esistenza, profondità di significato, relazioni entro   vita tranquilla evidentemente attinente al mondo obietti-
uno schema. Io vedevo i libri, ma non mi interessava af-        vo, ma resa senza profondità, senza alcun tentativo di rea-
fatto la loro posizione nello spazio. Ciò che notai, ciò che    lismo fotografico. Guardavo i miei mobili, non come l'uti-
colpì la mia mente fu il fatto che tutti splendevano di luce    litarista che deve sedere sulla sedia, scrivere alla scrivania
viva, e che in alcuni la gloria era più manifesta che in al-    e alla tavola, e non come il fotografo o lo scienziato che re-
tri. Sotto questo aspetto, la posizione e le tre dimensioni     gistra, ma come l'esteta puro il cui interesse è solo per le
erano fuori causa. Non che, senza dubbio, la categoria di       forme e per i loro rapporti entro il campo visivo o lo spa-
spazio fosse stata abolita. Quando mi alzai e presi a cam-      zio del quadro. Mentre guardavo, però, questa vista pura-
minare, potei farlo del tutto normalmente, senza falsare i      mente estetica da cubista fu sostituita da ciò che posso de-
contorni degli oggetti. Lo spazio era sempre là, ma aveva       scrivere soltanto come la visione sacra della realtà. Ero
cessato di predominare. La mente si interessava, soprat-        tornato dove ero stato quando guardavo i fiori, ero tornato
tutto, non di misure e di collocazioni, ma di essere e di si-   in un mondo dove tutto brillava di Luce Interiore, ed era
gnificato.                                                      infinito nel suo significato. Per esempio, le gambe di quel-
   E con l'indifferenza per lo spazio venne una indifferen-     la sedia, com'era miracolosa la loro lucida levigatura! Pas-
za ancora più completa per il tempo.                            sai diversi minuti - o erano secoli? - non soltanto a fissare
    «Sembra che ve ne sia in gran quantità» fu quanto ri-       quelle gambe di bambù, ma essendo effettivamente quelle
sposi all'investigatore che mi chiese cosa provassi circa il    gambe o piuttosto essendo io stesso in loro; o per essere
tempo.                                                          ancora più preciso (perché "Io" non ero implicato nella
   Grande quantità, ma quanto esattamente, era del tutto        questione, né in un certo senso lo erano "esse") essendo il
irrilevante. Avrei potuto senza dubbio guardare l'orologio;     mio Non-io nel Non-io che era la sedia.
ma il mio orologio, lo sapevo, era in un altro universo. La        Riflettendo sulla mia esperienza, mi trovai d'accordo con
mia effettiva esperienza era stata ed era ancora di durata      l'eminente filosofo di Cambridge dottor C.D. Broad, che
indefinita, o alternativamente di una composizione sem-
pre presente, di una apocalisse continuamente mutevole.                faremmo bene a considerare, molto più seriamente di
   L'investigatore diresse la mia attenzione dai libri ai mo-      quanto finora siamo stati indotti a fare, il tipo di teoria che
                                                                   B e r g s o n espose relativamente alla m e m o r i a e alla perce-
bili. Un tavolino da macchina per scrivere stava nel centro
                                                                   zione dei sensi. L'ipotesi è che la funzione del cervello e del
della stanza; dietro di esso, dal mio punto di vista, era una
                                                                   sistema nervoso e degli organi dei sensi sia principalmente
sedia di vimini e dietro la sedia una scrivania. I tre pezzi       eliminativa e non produttiva. Chiunque è capace in ogni
formavano un intricato schema di orizzontali, verticali e          m o m e n t o di ricordare tutto ciò che gli è accaduto e di per-
diagonali, uno schema tanto più interessante, in quanto            cepire tutto ciò che accade dovunque nell'universo. La fun-
non era interpretato in termini di relazioni di spazio. Ta-        zione del cervello e del sistema nervoso è di proteggerci
volino, sedia e scrivania si unirono in una composizione           contro il pericolo di essere sopraffatti e confusi da questa
che somigliava a qualcosa di Braque o di Juan Gris, una            m a s s a di c o n o s c e n z a in gran parte inutile e irrilevante,

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cacciando via la maggior parte di ciò che altrimenti perce-    genuinamente reale dal linguaggio del luogo. Alcune per-
  piremmo o ricorderemmo in ogni momento, e lasciando            sone, tuttavia, sembrano nate con u n a specie di scorcia-
  solo quella piccolissima e particolare selezione che ha pro-   toia che evita la valvola di riduzione. In altri, temporanee
  babilità di essere utile in pratica.                           scorciatoie possono essere ottenute o spontaneamente o
                                                                 come conseguenza di deliberati "esercizi spirituali", o per
   Secondo questa teoria, ciascuno di noi è potenzialmen-        mezzo dell'ipnosi, o per mezzo di droghe. Attraverso que-
te l'Intelletto in Genere. Ma in quanto animali, è nostro        ste scorciatoie p e r m a n e n t i o temporanee passa, non la
compito sopravvivere a ogni costo. Per rendere possibile         percezione di tutto ciò che avviene dovunque nell'univer-
la sopravvivenza biologica, l'Intelletto in Genere deve es-      so (poiché la scorciatoia non abolisce la valvola di ridu-
sere filtrato attraverso la valvola riducente del cervello e     zione, che ancora esclude il contenuto totale dell'Intellet-
del sistema nervoso. Ciò che viene fuori all'altro capo è il     to in Genere), ma qualcosa di più, e soprattutto qualcosa
misero rigagnolo della specie di coscienza che ci aiuterà a      di diverso dal materiale utilitario accuratamente scelto
vivere sulla superficie di questo particolare pianeta. Per       che le nostre ristrette menti individuali considerano come
formulare ed esprimere il c o n t e n u t o di questa ridotta    il completo o per lo meno sufficiente quadro della realtà.
consapevolezza, l'uomo ha inventato ed elaborato all'infi-          Il cervello è fornito di una serie di sistemi di enzimi che
nito quei sistemi di simboli e di implicite filosofie che        servono a coordinarne il lavoro. Alcuni di questi enzimi
chiamiamo lingue. Ogni individuo è nello stesso tempo il         regolano la fornitura di glucosio alle cellule del cervello.
beneficiario e la vittima della tradizione linguistica nella     La mescalina inibisce la produzione di questi enzimi e co-
quale è nato; il beneficiario in quanto il linguaggio gli dà     sì diminuisce l'ammontare di glucosio disponibile a un
accesso ai ricordi accumulati dall'esperienza degli altri; la.   organo che ha continuo bisogno di zucchero. Che cosa
vittima in quanto lo conferma nella convinzione che la ri-       succede quando la mescalina riduce la normale razione
dotta consapevolezza sia la sola consapevolezza e perché         di zucchero del cervello? Troppo pochi casi sono stati os-
stuzzica il suo senso della realtà, in modo che egli è fin       servati, e quindi u n a risposta completa non può essere
troppo pronto a prendere i suoi concetti per dati, le sue        data ancora. Ma ciò che accade alla maggioranza dei po-
parole per cose vere. Quello che nel linguaggio religioso è      chi che hanno preso la mescalina sotto controllo può es-
chiamato "questo mondo" è l'universo della ridotta consa-         sere riassunto come segue.
pevolezza, espresso e, per così dire, pietrificato dal lin-          1. La capacità di ricordare e di "pensare direttamente"
guaggio. I vari "altri mondi" con i quali gli esseri umani        è poco, se pure lo è, ridotta. (Ascoltando le registrazioni
irregolarmente prendono contatto sono tanti elementi              della mia conversazione sotto l'influenza della droga, non
nella totalità della consapevolezza appartenente all'Intel-       posso dire che fossi più stupido di q u a n t o sia normal-
letto in Genere. La maggior parte della gente, per la mag-        mente.)
gior parte del tempo, conosce soltanto ciò che passa at-             2. Le impressioni visive sono molto intensificate e l'oc-
traverso la valvola di riduzione e viene consacrato come          chio ritrova un po' dell'innocenza di percezione dell'in-

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fanzia, quando il senso non era immediatamente e auto-             Nello stadio finale della condizione di Non-io vi è u n a
maticamente subordinato al concetto. L'interesse per lo             "conoscenza oscura" che Tutto è in tutto, che Tutto è ef-
spazio è diminuito e l'interesse per il tempo cala quasi a          fettivamente ciascuno. Questo, me ne resi conto, è quanto
zero.                                                               più vicino una mente finita possa arrivare a "percepire
   3. Sebbene l'intelletto rimanga inalterato e sebbene la          ogni cosa che avviene dovunque nell'universo".
percezione sia enormemente migliorata, la volontà subi-                Sotto questo aspetto, com'è significativa l'enorme inten-
sce un profondo cambiamento in peggio. Il consumatore               sificazione, sotto l'effetto della mescalina, della percezione
di mescalina non vede ragione di fare niente in particola-          del colore! Per alcuni animali è biologicamente molto im-
re e trova la maggior parte delle cause per le quali, in tem-       portante essere in grado di distinguere certe sfumature.
pi normali, egli era pronto ad agire e a soffrire, profonda-        Ma al di là dei limiti dello spettro utilitario, la maggior
mente prive di interesse. Egli non p u ò preoccuparsene,            parte delle creature sono completamente cieche al colore.
per la buona ragione che ha di meglio da pensare.                   Le api, per esempio, passano la maggior parte del loro
   4. Questo meglio può essere sperimentato (come io lo             tempo a "sfogliare le fresche verginità della primavera";
sperimentai) sia "fuori" che "dentro", o in entrambi i mon-         ma, come ha dimostrato von Frish, esse riconoscono solo
di, quello interiore e quello esteriore, simultaneamente o          pochissimi colori. Il senso del colore, altamente sviluppato
successivamente. Che sia meglio sembra essere evidente a            nell'uomo, è un lusso biologico, inestimabilmente prezio-
tutti i consumatori di mescalina che vengono alla droga             so per lui in quanto essere spirituale e intellettuale, ma
col fegato buono e la mente sana.                                   inutile alla sua sopravvivenza come animale. A giudicare
   Questi effetti della mescalina sono il genere di effetti         dagli aggettivi che Omero mette loro in bocca, gli eroi del-
che ci si può aspettare in seguito alla somministrazione            la guerra troiana superarono di poco le api nella capacità
di una droga che ha il potere di alterare l'efficienza della        di distinguere i colori. Sotto questo aspetto, almeno, il
valvola cerebrale di riduzione. Quando il cervello lavora a         progresso dell'umanità è stato prodigioso.
zucchero ridotto, l'io denutrito si indebolisce, non si può             La mescalina innalza tutti i colori a una maggiore po-
preoccupare di intraprendere le azioni necessarie, e perde          tenza e rende consapevole l'individuo percettivo di innu-
tutto l'interesse in quei rapporti di spazio e di tempo che         merevoli e sottili ombre di variazione, alle quali, in tempi
significano tanto per un organismo soggetto a mantenersi            normali, egli è completamente cieco. Sembrerebbe che,
nel mondo. Quando l'Intelletto in Genere cola in fretta             per l'Intelletto in Genere, i cosiddetti caratteri secondari
nella valvola non più impermeabile, ogni specie di cose              delle cose siano primari. A differenza di Locke, esso evi-
biologicamente inutili cominciano ad accadere. In alcuni             dentemente sente che i colori sono più importanti, più
casi vi possono essere percezioni extrasensorie. Altre per-          degni di considerazione delle masse, delle posizioni e del-
sone scoprono un mondo di irreale bellezza. Ad altri inol-           le dimensioni. Come i consumatori di mescalina, molti
tre si rivela la gloria e l'infinito valore e significato dell'e-    mistici percepiscono colori di uno splendore soprannatu
sistenza nuda, dell'avvenimento dato e non concettizzato.            rale, non soltanto con l'occhio interiore, ma anche nel

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mondo oggettivo che li circonda. Descrizioni simili ven-          il fatto era stato Quintessenza manifestata; questo era solo
gono rese dai soggetti medianici e ipnotici. Vi sono alcuni        un emblema. Tali emblemi sono fonti di vera conoscenza
medium per i quali la breve rivelazione del consumatore            circa la Natura delle Cose, e questa vera conoscenza può
di mescalina è questione, per lunghi periodi, di esperien-         servire a preparare la mente che l'accetta per l'immediata
za di ogni giorno e di ogni ora.                                   penetrazione per suo conto. Ma questo è tutto. Per quanto
   Da questa lunga ma indispensabile escursione nel re-            espressivi, i simboli non possono mai essere le cose che
gno della teoria, possiamo tornare ora ai fatti miracolosi,        rappresentano.
quattro gambe di una sedia di b a m b ù nel centro di u n a            Sarebbe interessante, a tal riguardo, fare u n o studio
stanza. Come i narcisi selvatici di Wordsworth, esse arre-         delle opere d'arte a disposizione dei grandi conoscitori
carono ogni genere di ricchezza, il dono senza prezzo, di          della Quintessenza. Che specie di quadri guardò Eckhart?
una nuova penetrazione diretta nella stessa Natura delle           Quali sculture e pitture ebbero parte nell'esperienza reli-
Cose, insieme al più modesto tesoro di comprensione nel            giosa di san Giovanni della Croce, di Hakuin, di Hui-neng,
campo, particolarmente, delle arti.                                di William Law? Le domande vanno oltre la mia possibi-
   Una rosa è una rosa e solo una rosa. Ma queste gambe            lità di rispondere; ma dubito fortemente che la maggior
di sedia erano gambe di sedia ed erano san Michele e tutti         parte dei grandi conoscitori della Quintessenza rivolgesse-
gli angeli. Quattro o cinque ore dopo l'avvenimento, quan-         ro una qualche attenzione all'arte, alcuni rifiutandosi net-
do gli effetti di una deficienza di zucchero al cervello sta-      tamente di aver a che fare con essa, altri contentandosi di
vano scomparendo, fui accompagnato a fare un breve giro            ciò che un occhio critico considererebbe come opere di se-
della città che comprendeva la visita, verso il crepuscolo, a       cond'ordine o perfino di infimo ordine. (A una persona la
quello che pretende modestamente di essere il Più Grande            cui mente trasfigurata e trasfigurante può vedere il Tutto
Emporio del Mondo. In fondo al P.G.E.M., tra i giocattoli,          in ogni questo, la migliore o peggiore qualità anche di un
i biglietti di auguri e i fumetti vi era, cosa abbastanza stra-     quadro religioso sarà questione della più sovrana indiffe-
na, una fila di libri d'arte. Presi il primo volume che mi          renza.) L'arte, suppongo, è solo per i principianti, oppure
venne fra le mani. Era su Van Gogh, e il quadro con il qua-         per quegli esseri ostinatamente ciechi, i quali hanno deci-
le si apriva il libro era La Sedia, quello sbalorditivo ritratto    so di contentarsi dell'Ersatz della Quintessenza, di simboli
del Ding an Sich, che il pittore pazzo vide con una specie          anziché di ciò che essi significano, del recipiente elegante-
di terrore e di adorazione e cercò di rendere sulla tela. Ma        mente preparato, invece del pasto vero e proprio.
fu un compito per il quale perfino la potenza di un genio si           Rimisi a posto il Van Gogh e presi il volume che stava
dimostrò assolutamente inadeguata. La sedia vista da Van            vicino. Era un libro su Botticelli. Lo sfogliai. La Nascita di
Gogh era evidentemente la stessa che, in essenza, avevo vi-         Venere non era mai stato tra i miei preferiti. Venere e Mar-
sto io. Ma, sebbene incomparabilmente più reale della se-           te, quella bellezza così appassionatamente denunciata dal
dia della percezione ordinaria, la sedia, nel suo quadro,           povero Ruskin all'apice della sua troppo lunga tragedia
non era altro che un insolito simbolo espressivo del fatto.         sessuale. La meravigliosamente ricca e intricata Calunnia
                              22
                                                                                                 23
di Apelle. E poi un quadro un po' meno familiare e piutto-      sere così importante qualitativamente come lo è in quan-
 sto mediocre, Giuditta. La mia attenzione si arrestò e          tità. Molto spesso esso stabilisce il tono di tutta l'opera
 contemplai affascinato, non la pallida eroina, né il suo        d'arte, fissa la chiave in cui il tema deve essere reso, espri-
 compagno, non la folta chioma della vittima, né il paesag-      me lo stato d'animo, il t e m p e r a m e n t o , l'atteggiamento
 gio invernale sullo sfondo, ma la seta purpurea del cor-        verso la vita dell'artista. La serenità stoica si rivela nelle
petto pieghettato e della gonna gonfia di Giuditta.              superfici lisce, nelle larghe pieghe regolari dei drappeggi
    Questo era qualche cosa che avevo visto prima, che           di Piero. Lacerato tra il fatto e il desiderio, tra il cinismo e
avevo visto proprio quella mattina, tra i fiori e i mobili,      l'idealismo, Bernini attenua la caricaturale verosimiglian-
quando guardai in giù per caso, e continuai a fissare ap-        za delle sue facce con enormi astrazioni di sartoria, che
passionatamente, per determinazione, le mie gambe in-            sono l'incarnazione, in pietra o in b r o n z o , degli eterni
crociate. Quelle pieghe dei calzoni, che labirinto di com-       luoghi comuni della retorica; l'eroismo, la santità, la su-
plessità infinitamente significativa! E il tessuto di flanella   blimità alla quale il genere umano perpetuamente aspira,
grigia, com'era ricco, e profondamente e misteriosamente         in gran parte invano. Ed ecco i mantelli e le gonne con-
sontuoso! Ed eccoli di nuovo nel quadro di Botticelli.           turbanti di El Greco; ecco le pieghe sottili, intrecciate,
                                                                  fiammeggianti in cui Cosmè Tura avvolge le sue figure:
    Gli esseri umani civilizzati indossano abiti, quindi non
                                                                  nei primi la spiritualità tradizionale irrompe in una ine-
vi può essere immagine, né racconto storico o mitologico
                                                                  sprimibile ansia fisiologica; nelle seconde freme un ago-
senza rappresentazione di tessuti a pieghe. Ma sebbene a
                                                                  nizzante senso dell'essenziale stranezza e ostilità del
essa possano attribuirsi le origini, la sola sartoria n o n
                                                                  mondo. Oppure consideriamo Watteau; i suoi uomini e le
può mai spiegare il rigoglioso sviluppo dei drappeggi co-
                                                                  sue donne suonano i liuti, si preparano per il ballo o per
me tema predominante di tutte le arti plastiche. Gli arti-
                                                                  l'arlecchinata, si imbarcano, in vellutate batiste e sotto
sti, è ovvio, hanno sempre amato i drappeggi per i drap-
                                                                  nobili alberi, per la Citera del sogno di ogni amante; la lo-
peggi, o, piuttosto, perché essi a m a v a n o i drappeggi.
                                                                  ro immensa malinconia, e la scarna, torturata sensibilità
Quando si dipingono o si scolpiscono drappeggi, si dipin-
                                                                  del creatore trova espressione, non nelle azioni registrate,
gono o si scolpiscono forme le quali, per ogni scopo prati-
                                                                  non nei gesti e nelle facce ritratte, ma nel rilievo e nel tes-
co, non sono rappresentative, sono quel genere di forme
                                                                  suto delle gonne di taffetà, delle cappe e dei farsetti di sa-
non condizionate, alle quali perfino gli artisti della tradi-
                                                                  tin. Non un centimetro di superficie liscia qui, non un
zione più naturalistica amano lasciarsi andare. Nella me-
                                                                  momento di pace e di fiducia, solo una serica distesa di
dia delle Madonne e degli Apostoli, l'elemento completa-
                                                                   innumerevoli minuscole pieghe e di arricciamenti, con
mente rappresentativo e rigidamente u m a n o incide per
                                                                  u n a incessante modulazione - incertezza interiore resa
circa il dieci per cento del complesso. Tutto il resto consi-
                                                                   con la perfetta sicurezza di una mano maestra - di tono
ste di multicolori variazioni sul tema inesauribile della la-
                                                                   su tono, di un indeterminato colore in un altro. Nella vita,
na o del lino modellato. E questo novanta per cento non
                                                                   l'uomo propone, Dio dispone. Nelle arti plastiche la pro-
rappresentativo di una Madonna o di un Apostolo può es-
                                                                                                 25
                             24
posta viene fatta dalla cosa soggetto; chi dispone è in defi-   rienza stessa. Fissando le gonne di Giuditta, nel Più Gran-
 nitiva il temperamento dell'artista, prossimamente (alme-       de Emporio del Mondo, appresi che Botticelli - e non solo
 no nella pittura, nella storia e nel genere), i drappeggi       Botticelli ma anche molti altri - aveva guardato i drap-
 scolpiti o dipinti. In questi campi, sono i drappeggi che       peggi con gli stessi occhi trasfigurati e trasfiguranti dei
 possono decretare che una fète galante commuoverà fino          miei quella mattina. Essi avevano visto l'Istigkeit, il Tutto
 alle lacrime, che una crocefissione sarà serena fino all'al-    e l'Infinito nelle pieghe degli abiti e avevano fatto del loro
 legria, che una scena di stimmate sarà quasi intollerabil-      meglio per renderlo in pittura o in pietra. Necessariamen-
 mente sessuale, che il ritratto di un prodigio di stupidità     te, è fuori dubbio, senza riuscirvi. Poiché la gloria e la
 femminile (penso all'incomparabile Alme Moitessier di           meraviglia dell'esistenza pura appartengono a un altro or-
 Ingres) esprimerà la più austera, la più intransigente in-      dine che anche l'arte più alta non ha il potere di esprime-
 tellettualità.                                                  re. Ma nella gonna di Giuditta potei vedere chiaramente
    Ma questa non è tutta la storia. I drappeggi, come ho        ciò che, se fossi stato un pittore di genio, avrei potuto fare
 scoperto ora, sono molto più che espedienti per la intro-       dei miei vecchi calzoni di flanella. Non molto, sa Iddio, in
 duzione di forme non rappresentative nella pittura e nella      paragone con la realtà, ma abbastanza per far loro com-
scultura naturalistiche. Ciò che noialtri vediamo solo sot-       prendere almeno un poco del vero significato di ciò che
to l'influenza della mescalina, l'artista è congenitamente        nella nostra patetica imbecillità chiamiamo "mere cose" e
attrezzato a vedere sempre. La sua percezione non è limi-         trascuriamo preferendo la televisione.
tata a ciò che è biologicamente o socialmente utile. Un               «Ecco come bisognerebbe vedere» continuai a dire men-
po' della conoscenza appartenente all'Intelletto in Genere        tre mi guardavo i calzoni, o davo una occhiata ai libri splen-
supera la valvola di riduzione del cervello e dell'Io e arriva    denti negli scaffali, alle gambe della mia sedia infinitamente
alla sua coscienza. È la conoscenza del significato intrin-       più che vangoghiana. «Ecco come bisognerebbe vedere, ec-
seco di ogni essere. Per l'artista come per il consumatore        co come le cose sono veramente.» Eppure vi erano da fare
di mescalina, i drappeggi sono geroglifici viventi che si er-     delle riserve. Poiché, se si vedesse sempre in questo modo,
gono in maniera particolarmente espressiva per l'inson-           non si vorrebbe mai fare niente altro. Solo guardare, essere
dabile mistero del p u r o essere. Ancora più della sedia,        il divino Non-io del fiore, del libro, della sedia, della flanella.
sebbene meno forse di quei fiori assolutamente sopranna-          Ciò sarebbe abbastanza. Ma in tal caso, che cosa accadreb-
turali, le pieghe dei miei calzoni di flanella grigia erano       be degli altri? Delle relazioni umane? Nella registrazione
sature di "essenza". A che cosa dovessero questa condi-           delle conversazioni di quella mattina trovai continuamente
zione privilegiata, non saprei. Forse perché le forme di           ripetuta questa domanda: «Cosa dice delle relazioni uma-
drappeggi pieghettati sono così strane e drammatiche da            ne? Come si potrebbe conciliare questa infinita beatitudine
conquistare l'occhio e in questo m o d o forzano all'atten-        di vedere come si dovrebbe vedere, con i doveri temporali di
zione il fatto miracoloso dell'esistenza pura? Chi sa? Ciò         fare ciò che si dovrebbe fare e sentire come si dovrebbe sen-
che conta è m e n o la ragione dell'esperienza che l'espe-         tire?». «Si dovrebbe essere in grado» dissi «di vedere questi

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calzoni infinitamente importanti e gli esseri umani ancora          ostili. È un quadro stupendo; ma non era come quadro che
più infinitamente importanti.» Si dovrebbe ma in pratica            lo vedevo ora. Poiché il capo assunse improvvisamente una
sembrava impossibile. Questa partecipazione alla manife-            terza dimensione e prese vita come faccia baldanzosa che
sta gloria delle cose non lasciava posto, per così dire, agli in-   mi guardava da una finestra nel foglio che avevo davanti.
teressi ordinari e necessari dell'esistenza umana, soprattut-       Cominciai a ridere. E quando mi chiesero perché, «Che
to agli interessi relativi alle persone. Poiché le persone sono     pretenziosità!» esclamai. «Chi si crede mai di essere?» La
degli Io e, in un certo senso, io ero adesso un Non-io, poiché      domanda non era indirizzata a Cézanne in particolare, ma
nello stesso tempo percepivo le cose intorno a me e ne ero il       alla specie umana in genere. Chi si credevano di essere?
Non-io. A questo nuovo Non-io, il comportamento, l'appa-                 «È come Arnold Bennett nelle Dolomiti» dissi, ricor-
renza, lo stesso pensiero dell'Io, che momentaneamente              dando improvvisamente una scena, felicemente immorta-
aveva cessato di essere, e di altri Io, i suoi compagni di un       lata in un'istantanea di A.B., circa quattro o cinque anni
tempo, non sembravano infatti sgradevoli (poiché la sgra-           p r i m a della morte, che passeggiava lungo un sentiero,
devolezza non era una delle categorie nei termini delle qua-        d'inverno a Cortina d'Ampezzo. Intorno a lui il terreno era
li stavo pensando), ma enormemente irrilevanti. Costretto           bianco di neve; sullo sfondo una più che gotica aspirazio-
dall'investigatore ad analizzare e riferire ciò che facevo (e       ne di picchi rossastri. Ed ecco il semplice, gentile, infelice
come desideravo di essere lasciato solo con l'eternità in un        A.B. che esagerava coscientemente la parte del suo favori-
fiore, l'Infinito in quattro gambe di sedia e l'Assoluto nelle      to personaggio da romanzo, egli stesso, Card in persona. E
pieghe di un paio di calzoni di flanella!) mi resi conto che         andava, passeggiando lentamente nel radioso sole delle Al-
sfuggivo deliberatamente gli occhi di coloro che stavano             pi - i pollici nelle asole di un panciotto giallo - che monta-
con me nella stanza, evitando deliberatamente di accorger-          va in basso nella curva graziosa di una finestra Regency a
mi troppo di loro. Una era mia moglie, l'altro un uomo per           Brighton: il capo all'indietro come puntato nello sforzo di
il quale avevo grande affetto e stima, ma entrambi apparte-          superare la balbuzie, a guisa di obice, verso la cupola az-
nevano al mondo dal quale, per il momento, la mescalina              zurra del cielo. Ho dimenticato ciò che egli disse precisa-
mi aveva liberato, il mondo degli Io, del tempo, dei giudizi         mente, ma tutto il suo atteggiamento esprimeva ciò: "Io
morali e delle considerazioni utilitarie, il mondo (ed era           valgo quanto queste maledette montagne". E in certo qual
questo aspetto della vita umana che desideravo, più di tutto         modo, senza dubbio, egli valeva molto di più; ma non, co-
il resto, dimenticare) dell'autoaffermazione, della presun-          me egli sapeva benissimo, nel modo in cui il suo personag-
zione, delle parole sopravvalutate e delle nozioni adorate           gio preferito amava immaginare.
idolatricamente.
                                                                          Con successo (qualunque cosa ciò possa significare) o
   A questo punto dell'azione mi fu porta una grande ripro           senza, tutti noi rappresentiamo la parte del nostro perso-
duzione a colori del famoso autoritratto di Cézanne; il ca-          naggio da romanzo preferito. E il fatto, il quasi infinita-
po e le spalle di un uomo dal grande cappello di paglia, ros-        mente improbabile fatto di essere effettivamente Cézanne
so in viso, rosse le labbra, con folti baffi neri e occhi scuri e    non fa differenza. Perché il pittore consumato con la sua
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piccola linea di conduzione all'Intelletto in Genere, supe-       ridacchiare, né sfoggiare autoconsapevolezza, mai recita-
 rando la valvola cerebrale e il filtro dell'io, era altresì e     re le preghiere, o struggersi per innamorati lontani, mai
 proprio altrettanto genuinamente questa baldanzosa fac-           pettegolare, mai fissare invidiosamente i bambini delle al-
 cia con i baffi e lo sguardo ostile.                              tre donne, mai civettare, mai amare, né odiare, né lavora-
    Per riposarmi ritornai alle pieghe dei calzoni. «Ecco          re. Nell'atto di fare u n a qualunque di queste cose, esse di-
 come si dovrebbe vedere» ripetei ancora. E avrei dovuto           venterebbero senza dubbio più intensamente se stesse,
 aggiungere: "Queste sono le cose che si dovrebbe guarda-          ma cesserebbero, proprio per ciò, di manifestare il loro
re". Cose senza pretese, soddisfatte di essere semplice-           divino essenziale Non-io. Secondo Blake, le porte della
mente se stesse, sufficienti nella loro Quintessenza, cose         percezione di Vermeer erano solo parzialmente sgombra-
che non recitano una parte, né cercano follemente di far           te. Un singolo pannello era diventato quasi perfettamente
da sole, in isolamento dal Dharma-Body, con luciferesca            trasparente; il resto della porta era ancora velata. L'essen-
sfida alla grazia di Dio.                                          ziale Non-io poteva essere percepito molto chiaramente
    «Ciò che potrebbe maggiormente avvicinarsi a questo»           nelle cose o nelle creature viventi al limite estremo del be-
dissi «sarebbe un Vermeer.»                                         ne e del male. Negli esseri umani era visibile solo quando
    Sì, un Vermeer. Poiché questo misterioso artista fu tre        essi erano in riposo, la mente serena, il corpo immoto. In
volte dotato: della visione che percepisce il Dharma-Body          queste condizioni Vermeer poteva vedere la Quintessenza
come siepe in fondo al giardino, del talento di rendere             in tutta la sua celestiale bellezza, poteva vederla e, un po-
tanta parte di questa visione quanta ne permettono le li-           co, renderla in un'acuta e sontuosa n a t u r a morta. Ver-
mitazioni della capacità umana, e della prudenza di limi-           meer è senza dubbio il più grande pittore di nature morte
tarsi nei suoi quadri agli aspetti più trattabili della realtà;     umane. Ma ve ne sono stati altri, per esempio i contempo-
poiché, sebbene Vermeer rappresentasse esseri u m a n i ,           ranei francesi di Vermeer, i fratelli Le Nain. Essi comin-
egli fu sempre un pittore di n a t u r e m o r t e . Cézanne, il    ciarono, credo, come pittori di genre; ma ciò che vera-
quale diceva alle sue modelle di fare del loro meglio per           mente produssero fu una serie di nature morte umane, in
sembrare mele, cercò di dipingere i ritratti nello stesso           cui la loro sconfinata percezione dell'infinito significato
spirito. Ma queste donne dall'aspetto rubicondo sono più            di tutte le cose è resa, non come in Vermeer, da un acuto
vicine all'Idea di Platone anziché al Dharma-Body nella             rafforzamento del colore, e della texture, ma da una più
siepe. Esse sono Eternità e Infinito visti, non nella sabbia        alta chiarezza, una ossessiva distinzione di forme, nel-
o nei fiori, ma nelle astrazioni di qualche specie di geo-          l'ambito di un'austera, quasi monocromatica tonalità. Ai
metria altamente superiore; Vermeer non chiese mai alle              nostri giorni abbiamo avuto Vuillard, pittore, al suo api-
sue ragazze di sembrare mele. Al contrario, insisteva per-           ce, di indimenticabili splendidi quadri del Dharma-Body
ché fossero ragazze nei loro limiti, ma sempre a condizio-           manifestato in una camera da letto borghese; dell'Assolu-
ne che evitassero di comportarsi fanciullescamente. Pote-            to risplendente nel mezzo di una famiglia di cambiavalu-
vano sedere o stare tranquillamente in piedi, mai però               te che prende il tè in un giardino della periferia.

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Ce qui fait que lancieri bandagiste renie                      plazione, ma a una contemplazione incompatibile con l'a-
    Le comptoir dont le faste alléchait les passants,              zione e anche con la volontà di agire, con lo stesso pensie-
    C est son jardin d'Auteuil, où, veufs de tout encens,          ro di agire. Negli intervalli tra le sue rivelazioni il consu-
    Les Zinnias ont l'air d'erre en tóle vernie.                   matore di mescalina è in grado di sentire che, sebbene da
                                                                   una parte tutto è supremamente come dovrebbe essere,
     Per Laurent Taillade lo spettacolo era soltanto osceno.       d'altra parte vi è qualche cosa che non va. Il suo problema
  Ma se il mercante di gomma a riposo fosse stato tranquil-        è essenzialmente lo stesso di quello che devono affrontare
  lo abbastanza, Vuillard avrebbe visto in lui solo il Dhar-       il quietista, l'arhat e, su un altro piano, il pittore di pae-
  ma-Body, e avrebbe dipinto, nelle zinnie, la vasca dei pe-       saggi e il pittore di n a t u r e morte u m a n e . La mescalina
  sci d'oro, la torre di u n a villa moresca e i lampioncini       non può risolvere mai questo problema; può soltanto por-
  cinesi, un angolo di Paradiso prima del Peccato Originale.        lo, apocalitticamente, a coloro ai quali non si era mai pre-
     Ma intanto la mia domanda rimaneva senza risposta.             sentato prima. La piena e finale soluzione può essere tro-
  Come si poteva conciliare questa percezione sconfinata            vata soltanto da coloro che sono disposti a completare il
  con un più giusto interesse per le relazioni umane, per le        giusto tipo di Weltanschauung col giusto tipo di condotta
  azioni e i doveri necessari, senza parlare della carità e del-    e il giusto tipo di costante e spontanea vigilanza. Di fronte
 la compassione pratica? L'antichissima controversia tra            al quietista sta il contemplativo-attivo, il santo, l'uomo
 attivi e contemplativi si rinnovava, si rinnovava, per              che, come dice Eckhart, è pronto a scendere dal settimo
 quanto riguardava me, con un'acutezza senza precedenti.             cielo per portare un bicchier d'acqua al fratello malato. Di
 Perché fino a quella mattina avevo conosciuto la contem-            fronte all'arhat, che si ritira dalle apparenze in un Nirva-
 plazione soltanto nelle sue forme più umili e più ordina-           na completamente trascendentale sta il Bodhisattva, per
 rie: come pensiero speculativo; come concentrazione ra-             il quale la Quintessenza e il mondo delle contingenze so-
 pita nella poesia, nella pittura o nella musica; c o m e            no u n a cosa sola, e per la cui illimitata compassione
 paziente attesa di quelle ispirazioni, senza le quali anche         ognuna di queste contingenze è una occasione, non solo
 il più prosaico scrittore non può sperar di attuare alcun-          di penetrazione trasfigurante, ma anche della più pratica
ché; come sprazzi fugaci nella natura del "qualche cosa              carità. E nell'universo dell'arte, di fronte a Vermeer e agli
molto più profondamente diffuso" di Wordsworth; come                  altri pittori di nature morte umane, di fronte ai maestri
sistematico silenzio che conduceva qualche volta a barlu-             della pittura paesaggistica cinese e giapponese, di fronte
mi di "oscura conoscenza". Ma ora conobbi la contempla-               a Constable e a Turner, di fronte a Sisley e a Seurat e Cé-
zione all'apice. All'apice, ma non ancora nella sua pienez-           zanne sta l'arte completa di Rembrandt. Questi sono no-
za. Perché nella sua pienezza la via di Maria include la via          mi grandiosi, ingegni eccelsi e inaccessibili. In quanto a
di Marta e la solleva, per così dire, alle proprie più alte           me, in quella memorabile mattina di maggio, potei solo
possibilità. La mescalina apre la via di Maria, ma chiude             essere grato di un'esperienza che mi aveva mostrato, più
la porta di quella di Marta. Essa introduce alla contem-              chiaramente di quanto non avessi visto prima, la vera na-

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tura della controversia e la risposta completamente libe-         luminanti resoconti di un'altra, trascendente regione della
   ratrice.                                                          mente; e se la praticano fino all'apice, diventeranno con-
      Mi si lasci aggiungere, prima di lasciare questo argo-         dutture attraverso le quali un'influenza benefica può scor-
  mento, che non vi è forma di contemplazione, anche la              rere da quest'altro paese in un mondo di oscuri io, croni-
  più quietistica, che sia priva di valori etici. Almeno metà        camente sul punto di morire per mancanza di essa.
  di tutta la morale è negativa e consiste nel tenersi lontani           Intanto, a richiesta dell'investigatore, ero passato dal
  dai fastidi. La Preghiera al Padre è lunga m e n o di cin-         ritratto di Cézanne a ciò che accadeva nella mia testa
  quanta parole e sei di queste parole sono dedicate a chie-         quando chiusi gli occhi. Questa volta, cosa strana, il pae-
  dere a Dio di non indurci in tentazione. Il contemplativo           saggio interiore mancò di ricompensarmi. Il campo visivo
  unilaterale lascia incompiute molte cose che avrebbe do-            si riempì di brillanti colori, i quali cambiavano costante-
  vuto fare; ma in compenso egli si astiene dal fare molte co-        mente struttura, tanto da sembrare fatti di plastica o di
  se che non dovrebbe fare. La somma del male, osservò Pa-            latta smaltata.
  scal, sarebbe molto diminuita solo se gli uomini potessero              «Mediocre» commentai. «Triviale. Come gli oggetti in
 imparare a sedere tranquilli nelle loro stanze. Il contem-
                                                                      un grande magazzino.»
 plativo la cui percezione è stata liberata non ha bisogno di
 stare nella sua stanza. Egli può occuparsi delle sue faccen-             E tutta questa mediocrità esisteva in un universo vici-
 de, così completamente soddisfatto di vedere l'Ordine Di-             no e ristretto.
 vino delle Cose e di esserne parte, che non sarà mai nep-                «È come se si stesse sotto coperta in una nave» dissi.
 p u r e tentato di cedere a ciò che Traberne c h i a m ò "gli         «Una nave commerciale.»
 sporchi Capricci del Mondo". Quando ci sentiamo gli uni-                 E mentre guardavo, mi apparve chiarissimo che questa
 ci eredi dell'universo, quando "il mare scorre nelle nostre           nave commerciale aveva attinenza in qualche modo con
 vene... e le stelle sono i nostri gioielli", quando tutte le cose     l'umana pretenziosità. Questo interno soffocante di nave
vengono percepite come infinite e sante, quali motivi pos-             scadente era il mio io personale; queste cianfrusaglie di
 siamo avere di avidità o autoaffermazione, di inseguire il            latta e di plastica erano i miei contributi personali all'uni-
potere o le più fosche forme di piacere? I contemplativi               verso.
non hanno probabilità di diventare speculatori, o mezzani                  Sentii che la lezione era salutare, ma mi dispiacque,
o bevitori; in genere essi non predicano l'intolleranza, né            tuttavia, che mi dovesse essere somministrata in quel mo-
fanno la guerra; e non trovano necessario derubare, truffa-             mento e in quella forma. Di regola il consumatore di me-
re o opprimere i poveri. E a queste virtù terribilmente ne-             scalina scopre un mondo interiore manifestamente dato,
gative possiamo aggiungerne un'altra che, sebbene diffici-              evidentemente infinito e santo, come quel mondo esterno
le a definirsi, è tanto positiva quanto importante, l'arhat e
                                                                        trasfigurato che io avevo visto con gli occhi aperti. Dal
il quietista possono non praticare la contemplazione nella
                                                                        principio, il mio caso era stato diverso. La mescalina mi
sua pienezza; ma se la praticano, essi possono riportare il-
                                                                        aveva dotato temporaneamente del potere di vedere cose
                              --
                                                                        con gli occhi chiusi; ma essa non poteva, o per lo meno in
                                                                                                     35
quell'occasione non poté, rivelare un paesaggio interiore     chiusi aveva un più alto significato spirituale di ciò che ve-
   lontanamente paragonabile ai miei fiori o alla sedia o ai     devano con gli occhi aperti. La ragione? La familiarità por-
   calzoni di flanella "proprio là". Ciò che essa mi permette-   ta il disprezzo, e il problema di come sopravvivere si stende
  va di percepire, interiormente, non era il Dharma-Body in      nella sua gravità dal tedio cronico al tormento. Il mondo
  immagini, ma la mia mente; non il prototipo della Quin-        esterno è quanto ci aspetta al risveglio in ogni giorno della
  tessenza, ma u n a serie di simboli, in altri termini, un      nostra vita; è il luogo dove, volenti o nolenti, dobbiamo cer-
  semplice sostituto della Quintessenza.                         care di organizzare la nostra vita. Nel mondo interiore non
     La maggior parte degli individui di vivida immagina-        vi è né lavoro, né monotonia. Noi lo visitiamo solo nei so-
  zione sono trasformati dalla mescalina in visionari. Alcu-     gni e nella meditazione, e la sua singolarità è tale che non
  ni di essi - e sono forse più numerosi di quanto general-       troviamo mai lo stesso mondo in due occasioni successive.
  mente si creda - non richiedono trasformazione; essi            Quale meraviglia, allora, se gli esseri umani alla ricerca del
  sono sempre visionari. La specie mentale alla quale ap-         divino hanno preferito in genere di guardare interiormen-
  parteneva Blake è abbastanza largamente distribuita an-         te? In genere, ma non sempre. In arte non meno che in reli-
  che nella società urbano-industriale del giorno d'oggi. L'u-    gione, i taoisti e i buddisti zen guardarono oltre le visioni al
 nicità del poeta-artista non consiste nel fatto che (citando     Vuoto, e attraverso il Vuoto alle "centomila cose" della
 dal suo Catalogo Descrittivo) egli effettivamente vide "quei      realtà obiettiva. Per la loro dottrina del Mondo fatto di car-
 magnifici originali chiamati Cherubini nelle Sacre Scrit-         ne, i cristiani avrebbero dovuto essere in grado, per primi,
 ture". Essa non consiste nel fatto che "questi magnifici          di assumere un simile atteggiamento verso l'universo intor-
 originali visti nelle mie visioni erano alcuni di essi alti       no. Ma a causa della dottrina del Peccato Originale, essi
 trenta metri... contenenti tutti significato mitologico e re-     trovarono molto difficile farlo. In un'epoca come trecento
 condito". Essa consiste solo nella sua abilità di rendere,        anni fa, un'espressione di completa negazione del mondo e
 in parole o (con alquanto minor successo) in linee e colo-        perfino di condanna del mondo era ortodossa e comprensi-
 ri, qualche accenno almeno di un'esperienza non eccessi-          bile. "Non dovremmo provare rapimento per niente in Na-
vamente rara. Un visionario senza talento può percepire             tura, se non per l'Incarnazione di Cristo." Nel diciassettesi-
 una realtà interiore non meno grande, bella e significati-        mo secolo la frase sembrava aver senso. Oggi essa ha
va del m o n d o visto da Blake; ma egli manca completa-            l'accento della follia.
mente della capacità di esprimere, in simboli letterari o              In Cina la pittura paesaggistica assurse al grado di arte
plastici, ciò che ha visto.                                         maggiore circa mille anni fa, in Giappone circa seicento e
    Dalle documentazioni della religione e dei monumenti            in Europa circa trecento. L'equazione del Dharma-Body
della poesia e delle arti plastiche sopravvissuti fino a noi è      con la siepe fu compiuta da quei Maestri zen che sposaro-
evidente che per lo più gli uomini hanno attribuito maggio-         no il naturalismo taoista al trascendentalismo buddista.
re importanza al paesaggio interiore anziché all'esistenza           Fu, quindi, solo nell'Estremo Oriente che i pittori paesag-
oggettiva, hanno sentito che ciò che vedevano con gli occhi          gistici considerarono coscientemente religiosa la loro arte.
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In Occidente la pittura religiosa consisteva nel ritrarre    nozioni scientifiche e teologiche. E qualcosa di simile è
   personaggi sacri, e illustrare testi sacri. I pittori di pae-   accaduto nel campo della pittura. Qui abbiamo assistito a
   saggi si consideravano secolari. Oggi noi riconosciamo in       una ritirata generale dal paesaggio, la forma d'arte predo-
   Seurat uno dei supremi maestri di ciò che può chiamarsi         minante nel diciannovesimo secolo. Questa ritirata dal
   la pittura paesaggistica mistica. Eppure quest'uomo che         paesaggio non è stata in quell'altro, divino Dato interiore,
   fu capace, più efficacemente di chiunque altro, di rendere      del quale si interessavano la maggior parte delle scuole
  l'Uno nei molti si indignò altamente quando qualcuno lo          tradizionali del passato, quel Mondo Prototipo dove gli
  lodò per la "poesia" della sua opera. "Io applico soltanto il    uomini hanno trovato sempre la materia prima del mito e
  Sistema" egli protestò. In altri termini egli fu soltanto un     della religione. N o , è stata una ritirata dal Dato esteriore
 pointilliste e, ai propri occhi, niente altro. Un aneddoto si-    nel subcosciente personale, in un mondo intellettuale più
  mile si racconta di John Constable. Un giorno, verso la fi-       squallido e più rigidamente ristretto anche del mondo
  ne della vita, Blake incontrò Constable a Hampstead e gli         della personalità conscia. Queste contrazioni di latta e
  fu mostrato uno schizzo del giovane artista. Nonostante il        plastica fortemente colorate, dove le avevo viste prima?
 suo disprezzo per l'arte naturalistica, il vecchio visionario      In ogni mostra d'arte che espone le recentissime dell'arte
 sapeva il fatto suo quando la guardava, eccetto, senza             non rappresentativa.
 dubbio, quando si trattava di Rubens. "Questo non è dise-              E ora qualcuno portò un fonografo e mise un disco sul
 gno," esclamò "questa è ispirazione!" "Ma io volevo fare           piatto. Ascoltai con piacere, ma non sperimentai niente di
 del disegno" fu la caratteristica risposta di Constable. L'u       paragonabile alle apocalissi di fiori o di flanella. Avrebbe,
 no e l'altro avevano ragione. Essa era disegno, preciso e           un musicista naturalmente dotato, udito le rivelazioni che
 vero, e nello stesso tempo era ispirazione, ispirazione di          per me erano state esclusivamente visive? Sarebbe inte-
 un ordine alto per lo meno quanto quello di Blake. Il pino          ressante fare l'esperimento. Nello stesso tempo, sebbene
 sulla brughiera era stato effettivamente visto identico al          non trasfigurata, sebbene conservasse la sua qualità e la
 Dharma-Body. Il bozzetto era una rappresentazione, ne-              sua intensità normali, la musica contribuì non poco alla
cessariamente imperfetta, e tuttavia profondamente                   mia comprensione di ciò che mi era accaduto e dei più
espressiva, di ciò che la libera percezione aveva rivelato           vasti problemi che questi avvenimenti avevano sollevato.
agli occhi aperti di un grande pittore. Dalla contempla-                 La musica strumentale, cosa abbastanza strana, mi la-
zione, nella tradizione di Wordsworth e Whitman, del                  sciò piuttosto freddo. Il Concerto in do minore per pia-
Dharma-Body come siepe, e dalle visioni, come quella di               noforte di Mozart fu interrotto dopo il primo tempo e so-
Blake, dei "meravigliosi originali" all'interno dell'intellet-        stituito da una raccolta di madrigali di Gesualdo.
to, i poeti contemporanei si sono ritirati in un'indagine                «Queste voci,» dissi con ammirazione «queste voci so-
del subcosciente personale, in opposizione a quello più               no una specie di ponte con il mondo umano.»
che personale e alla rappresentazione, in termini alta-                  E rimasero un ponte anche quando cantarono la più
mente astratti, non del fatto dato e obiettivo, ma di mere            straordinariamente cromatica tra le composizioni del prin-

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cipe folle. Attraverso le rozze frasi dei madrigali, la musica       «Non si vergogna!» commentai con sprezzante mancan-
  proseguì la sua corsa, senza rimanere nella stessa tonalità      za di simpatia. E poi: «Katzenmusik, dotta Katzenmusik».
  per più di due battute. In Gesualdo, questo fantastico per-      E infine, dopo qualche altro minuto di angoscia: «Chi si
  sonaggio da melodramma di Webster, la disintegrazione            cura di quali siano i suoi sentimenti? Perché non si occu-
  psicologica aveva esagerato, aveva spinto al limite estremo      pa di qualcos'altro?».
  la tendenza insita nella musica modale in opposizione a              Come critica di ciò che è senza dubbio un'opera molto
  quella completamente tonale. Le opere che ne risultavano
                                                                   notevole, essa fu ingiusta e inadeguata, ma non, credo, ir-
  avrebbero potuto essere scritte dall'ultimo Schònberg.
                                                                   rilevante. La cito per quel che vale e perché esprime come
     «Eppure,» mi sentii costretto a dire, mentre ascoltavo
                                                                   io reagii, in uno stato di pura contemplazione, alla Suite
 questi strani prodotti di una psicosi della Controriforma
                                                                   lirica.
 elaborati in un'antica forma di arte medioevale «eppure
                                                                       Quando fu terminata, l'investigatore propose un giro in
 non importa che sia tutto a pezzi. L'insieme è disorganizza-
                                                                   giardino. Accettai, e sebbene il mio corpo sembrasse essersi
 to, ma ogni frammento individuale è in ordine, è il rappre-
                                                                    dissociato quasi completamente dalla mente - o, per essere
 sentante di un Ordine più Alto. L'Ordine più Alto prevale an-
                                                                    più esatti, sebbene la mia consapevolezza del mondo ester-
 che nella disintegrazione. La totalità è presente anche nei
                                                                    no trasfigurato non fosse più accompagnata dalla consape-
 pezzi sparsi. Più chiaramente presente, forse, che in un'ope-
                                                                    volezza del mio organismo fisico ~ mi trovai in grado di al-
 ra completamente coerente. Almeno non si è cullati in un
                                                                    zarmi, di aprire il balcone e di uscire, solo con un minimo
 senso di falsa sicurezza da qualche ordine meramente uma-
                                                                    di esitazione. Era buffo, senza dubbio, sentire che "Io" non
 no, meramente fabbricato. Si deve contare sulla propria
                                                                    ero lo stesso di queste braccia e di queste gambe "fuori di
 percezione immediata dell'ordine ultimo. Così in un certo
                                                                    me", di tutto questo tronco obiettivo e del collo e anche del-
 senso la disintegrazione può avere i suoi vantaggi. Ma senza
                                                                    la testa. Era buffo; ma ci si abitua subito. E comunque il
 dubbio è pericoloso, terribilmente pericoloso. Supponiamo
                                                                    corpo sembrava perfettamente in grado di badare a se stes-
 di non poter tornare indietro, fuori del caos...»
                                                                    so. In realtà, senza dubbio, esso bada sempre a se stesso. Tut-
    Dai madrigali di Gesualdo saltammo, attraverso un                to ciò che l'Io cosciente può fare è di formulare desideri, che
abisso di tre secoli, ad Alban Berg e alla Suite lirica.             vengono poi attuati da forze che esso controlla pochissimo e
    «Questo» annunciai in anticipo «sarà un inferno.»                non comprende affatto. Quando fa qualcosa di più - quando
    Ma risultò che avevo torto. In realtà la musica suonò            si sforza troppo, per esempio, quando si preoccupa, quando
piuttosto scherzosa. Estratta dal subcosciente personale,            si cruccia circa il futuro - esso riduce l'efficacia di quelle for-
l'agonia succedeva all'agonia in dodici toni; ma ciò che mi          ze e può anche far sì che il corpo privo di vitalità si ammali.
colpì fu soltanto l'incongruenza essenziale tra una disin-           Nel mio stato attuale, la consapevolezza non si riferiva a un
tegrazione psicologica anche più completa di quella di               io: stava, per così dire, per conto suo. Ciò significava che an-
Gesualdo e le prodigiose risorse, di talento e di tecnica,            che l'intelligenza fisiologica che controllava il corpo stava
impiegate nell'espressione.                                           per conto suo. Per il momento quel nevrotico inframmet-
                              40                                                                     41
tente che nelle ore di veglia cerca di dirigere la baracca era   ascoltò per un certo tempo, poi lo interruppe bruscamen-
  fortunatamente fuori dai piedi.
                                                                   te. Come poteva perdere tempo a discutere di un paio di
     Dal balcone uscii fuori, sotto una specie di pergola co-      bambini assenti, quando tutto ciò che davvero importava,
  perta in parte da una pianta di rose rampicanti, in parte        ora e qui, era l'inesprimibile bellezza degli schemi che egli
  da listelli, larghi due centimetri e mezzo, alla distanza di     l'ormava, con la sua giacca di tweed marrone, ogni volta
 poco più di un centimetro. Il sole era alto e l'ombra dei li-     che muoveva le braccia? Ahimè, questo paradiso di libera
 stelli formava uno schema di strisce sul piano del sedile e       percezione, di contemplazione pura e unilaterale, non do-
 lungo lo schienale di una sedia da giardino, che stava a          veva durare. Le beatifiche interruzioni divennero più rare,
 questa estremità della pergola. Quella sedia, potrò mai di-       più brevi, finché scomparvero del tutto; e vi fu solo orrore.
 menticarla? Dove l'ombra cadeva sulla tela della tappezze-             La maggioranza dei consumatori di mescalina speri-
 ria le strisce d'un indaco splendente si alternavano con           mentano solo la parte celestiale della schizofrenia. La
 strisce di un'incandescenza così intensamente brillante,           droga porta inferno e purgatorio solo a coloro che abbia-
 ch'era difficile credere potessero essere fatte di altro se        no avuto di recente l'itterizia, oppure che soffrano di de-
 non di fuoco blu. Per un tempo che mi sembrò immensa-              pressioni periodiche o di ansietà cronica. Se, come le al-
 mente lungo fissai senza sapere, perfino senza desiderar           tre droghe molto più potenti al paragone, la mescalina
 di sapere, ciò che avevo di fronte. In qualsiasi altro mo-         fosse notoriamente tossica, il prenderne sarebbe suffi-
 mento avrei visto una sedia tagliata da luce e ombra alter-        ciente, per se stesso, a provocare l'ansietà. Ma la persona
 nate. Oggi il percetto aveva inghiottito il concetto. Ero co-      sana di mente sa in anticipo che, per quanto la riguarda,
 sì completamente assorto nel guardare, così sbalordito da          la mescalina è completamente innocua, che le sue conse-
 ciò che in realtà vedevo, che non potevo accorgermi di             guenze svaniranno dopo otto o dieci ore, senza lasciare
 niente altro. Mobili da giardino, listelli, luce solare, om-       residui e di conseguenza senza ansia di rinnovare la dose.
 bra, questi non erano che nomi e nozioni, mere verbaliz-            Fortificato da questa conoscenza, egli si accinge all'espe-
 zazioni, per scopi utilitari o scientifici, dopo l'avvenimen-       rimento senza timore, in altri termini senza alcuna predi-
to. L'avvenimento era questa successione di azzurri                  sposizione a trasformare un'esperienza strana, e fuori
sportelli di fornace separati da abissi di impenetrabili gen-        dell'umano in maniera senza precedente, in qualcosa di
ziane. Era inespressivamente magnifico, magnifico quasi              spaventoso, qualcosa di effettivamente diabolico.
al punto di essere terribile. E d'un tratto ebbi un barlume
                                                                         Di fronte a una sedia che sembrava il Giudizio Universa-
di ciò che si deve provare a essere pazzi. La schizofrenia
                                                                     le - o per essere più esatti a un Giudizio Universale che, do-
ha i suoi paradisi così come ha i suoi inferni e i suoi pur-
                                                                     po molto tempo e con notevole difficoltà, riconobbi come
gatori; ricordo ciò che un vecchio amico mi disse di sua
                                                                         sedia - mi trovai all'improvviso sull'orlo del panico. Sentii
moglie che era pazza. Un giorno, durante le prime fasi del-
                                                                      d'un tratto che le cose andavano troppo oltre. Troppo oltre,
la malattia, quando ella aveva ancora intervalli di lucidità,
                                                                      anche se andavano in una bellezza più intensa, in un signi-
il marito era andato in clinica a parlarle dei figli. Ella
                                                                      ficato più profondo. Il timore, come lo analizzo in retro-
                              42
                                                                                                    43
spettiva, era di essere sopraffatto, di disintegrarmi sotto la    non gli permette mai di guardare al mondo con occhi mera-
 pressione di una realtà più grande di quanto una mente            mente umani, lo terrorizza facendogli interpretare la sua in-
 abituata a vivere la maggior parte del tempo in un minu-          cessante stranezza, la sua bruciante intensità di significato,
 scolo mondo di simboli potesse sopportare. La letteratura         come manifestazioni di una malevolenza umana o perfino
 dell'esperienza religiosa abbonda in riferimenti alle pene e      cosmica, che richiede le più disperate contromisure, dalla
 ai terrori che sopraffanno coloro i quali si sono trovati trop-   violenza omicida a un'estremità della scala, alla catatonia o
po improvvisamente a faccia a faccia con qualche manife-           al suicidio psicologico, all'altra estremità. E una volta ini-
stazione del Mysterium tremendum. Nel linguaggio teologi-          ziata la discesa della strada infernale, non si è più in grado
co, questo timore è dovuto alla incompatibilità tra l'egotismo     di fermarsi. Ciò, adesso, era fin troppo evidente.
dell'uomo e la purezza divina, tra lo stato di esasperata se-          «Una volta presa la via sbagliata» dissi, rispondendo al-
parazione dell'uomo e l'infinità di Dio. Seguendo Böhme e          le domande dell'investigatore «tutto ciò che accade sareb-
William Law, possiamo dire che, dalle anime non rigenera-          be una prova di cospirazione contro di voi. Tutto servireb-
te, la Luce divina può essere raggiunta nel suo pieno splen-       be a convalidare questa impressione. Non potreste tirare
dore solo come fuoco ardente di purgatorio. Una dottrina           un sospiro senza credere che sia parte del complotto.»
quasi identica si trova nel Libro tibetano dei Morti, dove l'a-        «Così lei pensa di sapere dove si trova la pazzia?»
nima dipartita è descritta come se si ritirasse in agonia dal-         La mia risposta fu un convinto e caloroso «Sì».
la Luce Chiara del Vuoto, e anche dalle Luci minori e tem-             «E non potrebbe controllarla?»
perate, allo scopo di lanciarsi a capofitto nella confortevole         « N o , non potrei controllarla. Se si comincia con timore
oscurità dell'Io come un essere umano rinato, o anche co-          e odio come premesse principali, si deve andare alla con-
me una bestia, un fantasma infelice, un abitante dell'infer-       clusione.»
no. Qualsiasi cosa piuttosto che il bruciante splendore della          «Saresti capace» mi chiese mia moglie «di fissare l'at-
Realtà allo stato puro, qualsiasi cosa!                             tenzione su ciò che II Libro tibetano dei Morti chiama la
    Lo schizofrenico è un'anima non soltanto non rigenerata,        Luce Chiara?»
ma in più è disperatamente malata. Il suo male consiste nel-           Ero indeciso.
l'incapacità di rifugiarsi dalla realtà interiore ed esteriore         «Manterrebbe lontano il male, se tu potessi tenerla?»
(come fa abitualmente la persona sana) nell'universo sem-              Considerai la domanda per un po' di tempo.
plice del senso comune, nel mondo rigidamente umano del-               «Forse,» risposi alla fine «forse potrei, ma soltanto se ci
le nozioni utili, dei simboli delineati e delle convenzioni so-     fosse qualcuno là a parlarmi della Luce Chiara. Non si
cialmente accettabili. Lo schizofrenico è come un uomo              potrebbe farlo da soli. Questo è il punto, suppongo, nel ri-
permanentemente sotto l'influenza della mescalina, e quin-          tuale tibetano, qualcuno seduto tutto il tempo a dirvi del-
di incapace di segregare l'esperienza di una realtà che non è       la realtà delle cose.»
abbastanza santa da viverla, che egli non può eliminare per-           Dopo aver ascoltato la registrazione di questa parte del-
ché è la più ostinata realtà di fatti primari; e che, in quanto     l'esperimento, presi la mia copia di edizione Evans-Wentz

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del Libro tibetano dei Morti e lo aprii a caso. "O nobile nato,                                Rose:
non distrarre la tua mente." Questo era il problema, non                         I fiori sono facili da dipingere,
distrarsi. Non distrarsi con le memorie dei peccati passati,                             Difficili le foglie.
con l'immaginazione del piacere, con l'amaro ricordo dei
                                                                     L'haiku di Shiki esprime, indirettamente, proprio ciò
vecchi errori e delle vecchie umiliazioni, con tutti i timori e
                                                                  che sentii allora, l'eccessiva, fin troppo evidente gloria dei
gli odi e i desideri che d'ordinario eclissano la Luce. Ciò che
                                                                  fiori, in contrasto al sottile miracolo del loro fogliame.
fecero i monaci buddisti per i morenti e i morti, non potreb-
be farlo lo psichiatra moderno per il pazzo? Ci sia dunque           Uscimmo in strada dov'era parcheggiata una grande
una voce a rassicurarli, di giorno e anche mentre dormono,        automobile di un azzurro pallido. Nel vederla, fui improv-
che nonostante tutto il terrore, tutto lo smarrimento e la        visamente assalito da una grande allegria. Quanto com-
confusione, la Realtà ultima rimane incrollabile ed è della       piacimento, quale assurda baldanza sprizzava da quelle
stessa sostanza della luce interiore, anche della mente più       superfici protuberanti del più lucido smalto! L'uomo ave-
crudelmente tormentata. Per mezzo di invenzioni quali re-         va creato l'oggetto a propria somiglianza, o piuttosto a so-
gistratori, sveglie automatiche, sistemi di comunicazione al      miglianza del suo preferito personaggio da romanzo. Risi
pubblico e cuscini parlanti, dovrebbe essere facilissimo ri-      finché le lacrime mi colarono sulle guance.
cordare continuamente, anche ai pazienti dell'istituzione            Rientrammo in casa dove era stato preparato da man-
più scarsa di personale, questo fatto primordiale. Forse in       giare. Qualcuno che ancora non si identificava con me
questo modo poche delle anime perdute potrebbero essere           stesso si gettò sul cibo con ingordo appetito. Da una note-
aiutate a guadagnare il controllo sull'universo nello stesso      vole distanza e senza molto interesse, io guardai.
tempo bello e spaventoso, ma sempre fuori dell'umano,                Dopo aver mangiato, montammo sulla macchina e ci
sempre del tutto incomprensibile, in cui esse si trovano          avviammo per una passeggiata. Gli effetti della mescalina
condannate a vivere.                                              erano già in declino, ma i fiori nel giardino ancora trema-
   Fui, con una certa difficoltà, staccato dai conturbanti        vano sull'orlo del soprannaturale, l'albero di pepe e i car-
splendori della mia sedia da giardino. Calando in verdi           rubi lungo il ciglio della strada appartenevano ancora
parabole dal cespuglio, i rami d'edera brillavano con uno          chiaramente a qualche sacra selva. L'Eden si alternava
splendore cristallino di giada. Un momento dopo un                 con Dodona, Yggdrasil con la Mistica Rosa. E poi, d'im-
ciuffo di Gigli Rossi in piena fioritura erano esplosi nel         provviso, ci trovammo a un crocevia, in attesa di attraver-
mio campo visivo. Così appassionatamente vivi che sem-             sare il Sunset Boulevard. Davanti a noi le macchine roto-
bravano ergersi proprio sull'orlo dell'aldilà, i fiori si driz-    lavano in una corrente uniforme, migliaia di esse, tutte
zavano in alto nell'azzurro. Come la sedia sotto i listelli,       lucide e brillanti come il sogno di un agente pubblicitario,
essi protestavano troppo. Guardai giù alle foglie e scoprii        e ognuna più buffa dell'altra. Ancora una volta fui preso
un profondo groviglio di luci e ombre verdi, tra le più de-        da risa convulse.
licate, che pulsavano con indecifrabile mistero.                      Il Mar Rosso del Traffico alla fine si divise e traversam-

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mo in un altra oasi di alberi, prati e rose. In pochi minuti   Un'ora dopo, con altri sedici chilometri e la visita al Più
 ci eravamo arrampicati a una discreta altezza sulla colli-     Grande Emporio del Mondo felicemente alle nostre spal-
 na e sotto di noi si stendeva la città. Con alquanta delu-     le, facemmo ritorno a casa, e io ero ritornato a quello sta-
 sione, vidi che essa appariva molto simile alla città che      to rassicurante ma di profonda insoddisfazione, cono-
 avevo visto in altre occasioni. Per quanto mi riguardava,      sciuto come "avere la testa a posto".Che l'umanità in genere sarà mai
 la trasfigurazione era proporzionale alla distanza. Quanto      così monotona, povera e limitata, che il desiderio di evadere, la sm
 più vicino, tanto più divinamente diverso. Questo vasto,       che momento, è, ed è stato sempre, uno dei principali bisogni dell' del
 indistinto panorama era appena differente da se stesso.        saturnali, la danza e l'oratoria, sono serviti tutti, come dis-
    Proseguimmo e, fin tanto che rimanemmo in collina             se H.G. Wells, da Brecce nel Muro. E per l'uso privato e
 dove il panorama si stendeva a perdita d'occhio, il signifi-    quotidiano vi sono sempre stati gli stupefacenti chimici,
 cato era al suo livello quotidiano, molto al disotto del        Tutti i sedativi e i narcotici vegetali, tutte le sostanze eufo-
punto di trasfigurazione. La magia cominciò ad agire solo        riche che crescono in piante, gli stupefacenti che si svilup-
quando svoltammo in un nuovo sobborgo e passammo                pano in bacche o si estraggono dalle radici, tutti, senza ec-
tra due file di case. Qui, nonostante la particolare bruttez-        ione, sono stati conosciuti e sistematicamente usati
za dell'architettura, vi furono riprese di trascendentale di-     dagli esseri umani da tempo immemorabile. E a questi
versità, sprazzi di paradiso. Fumaioli di mattoni e compo-       modificatori naturali della coscienza, la scienza moderna
sizioni di tetti verdi brillavano al sole, come frammenti       ha aggiunto la sua parte di sostanze sintetiche, il cloralio,per esempio
della Nuova Gerusalemme. E d'un tratto vidi ciò che                 La maggior parte di questi modificatori della coscienza
Guardi aveva visto e (con quale incomparabile talento!)         ora non possono essere presi senza prescrizione medica, op-
aveva tanto spesso reso nei suoi quadri: una parete di           pure illegalmente e con notevole rischio. Per l'uso illimitato
stucco e su di essa un'ombra obliqua, nuda ma di una bel-        l'Occidente ha permesso soltanto l'alcol e il tabacco. Tutte le
lezza indimenticabile, vuota, ma carica di tutto il signifi-    altre Brecce chimiche nel Muro sono etichettate Narcotici, e
cato e il mistero della vita. La Rivelazione spuntava ed era          i consumatori non autorizzati sono tossicomani.
di nuovo sparita nella frazione di un secondo. La macchi-           Oggi si spende molto di più per bere e per fumare di
na era avanzata, il tempo stava scoprendo un'altra mani-         quanto si spenda per l'educazione. Ciò, naturalmente, non
festazione dell'eterna Quintessenza. "Nell'identità vi è dif-
ferenza. Ma che la differenza dovesse essere diversa
dall'identità non è affatto l'intenzione di tutti i Buddha.
La loro intenzione è sia totalità che differenziazione."
Questo ciuffo di gerani rossi e bianchi, per esempio, era
completamente diverso da quella parete di stucco a cento
metri sulla strada. Ma la "essenza" di entrambi era la stes-
sa, la stessa era la qualità eterna della loro transitorietà.

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sorprende. Il desiderio di evadere dall'Io e dall'ambiente si    Muro. L'unica politica ragionevole è di aprire altre e mi-
 trova quasi in ognuno, quasi sempre. Il desiderio di fare        gliori brecce nella speranza di indurre gli uomini e le don-
 qualche cosa per i ragazzi è forte solo nei genitori, e in es-   ne a cambiare le vecchie e cattive abitudini per altre nuove
si solo per i pochi anni durante i quali i bambini vanno a        e meno dannose. Alcune di queste altre brecce migliori sa-
scuola. Alla stessa maniera non sorprende l'atteggiamento         ranno di natura sociale e tecnologica, altre religiose o psi-
corrente nei riguardi dell'alcol e del fumo. Nonostante le        cologiche, altre dietetiche, educative o atletiche. Ma il bi-
crescenti schiere di bevitori senza speranza, nonostante le       sogno di frequenti vacanze dalla propria intollerabile
centinaia di migliaia di persone che ogni anno sono muti-         personalità cosciente e dalle circostanze spiacevoli, senza
late o uccise da autisti ubriachi, le commedie popolari           dubbio rimane. C'è bisogno di una nuova droga che
fanno ancora dello spirito sull'alcol e su coloro che vi sono     conforti e aiuti la nostra dolorosa specie senza che il dan-
dediti. E nonostante l'evidenza attribuisca alle sigarette il     no remoto sia maggiore del vantaggio immediato. Questa
cancro dei polmoni, in pratica chiunque ritiene che il fu-        droga deve essere efficace in piccole dosi e sintetizzabile.
mare sia appena meno normale e naturale di mangiare.              Se non possiede queste qualità, la sua produzione, come
Dal punto di vista dell'utilitarista razionalista ciò può sem-    quella del vino, della birra, degli alcolici e del tabacco, in-
brare strano. Per lo storico proprio quanto ci si aspette-        terferirà nella coltivazione degli alimenti e delle fibre indi-
rebbe. La ferma convinzione della materiale Realtà dell'In-       spensabili. Essa deve essere meno tossica dell'oppio e del-
ferno non impedì mai ai cristiani del Medioevo di fare ciò        la cocaina, meno probabile causa di conseguenze sociali
che l'ambizione, la concupiscenza o l'avarizia suggerivano        indesiderabili di quanto lo siano l'alcol e i barbiturici, me-
loro. Il cancro del polmone, gli incidenti del traffico e i mi-   no contraria al cuore e ai polmoni del catrame e della ni-
lioni di bevitori infelici e creatori di infelicità, sono fatti   cotina delle sigarette. E, dal lato positivo, dovrebbe pro-
ancora più certi di quanto fosse, ai tempi di Dante, il fatto     durre cambiamenti nella coscienza che siano più
dell'Inferno. Ma tutti questi fatti sono remoti e immateria-      interessanti, di valore più intrinseco, della semplice calma
li paragonati al fatto vicino e sensibile del desiderio, ora e    o del sogno, delle illusioni di onnipotenza o di sollievo dal-
qui, di liberazione o distensione, di un bicchiere di vino o      l'inibizione.
di una sigaretta.                                                    Per moltissime persone, la mescalina è quasi del tutto
   La nostra è l'epoca, fra l'altro, dell'automobile e dei tra-   innocua. A differenza dell'alcol, essa non spinge il consu-
sporti rapidi. L'alcol è incompatibile con la sicurezza sulle     matore in quella specie di azione sfrenata che si concreta
strade, e la sua produzione, come quella del tabacco, con-        in schiamazzi, delitti e incidenti stradali. L'uomo sotto l'in-
danna alla virtuale sterilità molti milioni di acri del più       fluenza della mescalina si occupa tranquillamente dei fatti
fertile suolo. I problemi sollevati dall'alcol e dal tabacco      propri. Inoltre, i fatti di cui si occupa sono un'esperienza
non possono essere risolti, va da sé, con la proibizione. Il      del tipo più illuminante, che non devono essere poi scon-
desiderio universale e sempre presente di autotrascenden-         tati (e ciò è certamente importante) con residui negativi.
za non può essere abolito sbarrando le comuni Brecce nel          Delle conseguenze remote di un consumo regolare di me-

                              50                                                                 51
Aldous Huxley - Le porte della percezione
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Aldous Huxley - Le porte della percezione

  • 1. Dello stesso autore ALDOUS HUXLEY nella collezione Oscar i diavoli di Loudun L'isola Il mondo nuovo - Ritorno al mondo nuovo Riflessioni sulla luna LE PORTE DELLA PERCEZIONE PARADISO E INFERNO Traduzione di Lidia Sautto Postfazione e bibliografia di Grazia e Renato Boeri OSCARMONBADORI
  • 2. © Mrs Laura Huxley 1954, 1956 Le porte della percezione 1 9 5 8 ® Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano I edizione I Quaderni dello Specchio 1958 I edizione Oscar saggi febbraio 1980 ISBN 978-88-04-50843-4 Questo volume è stato stampato presso Mondadori Printing S.p.A. Stabilimento NSM - Cles (TN) Stampato in Italia. Printed in Italy Se le porte della percezione fossero sgombrate, Ristampe; ogni cosa apparirebbe com'è, infinita. 24 25 26 27 28 29 30 3! WILLIAM BLAKE 2007 2008 2009 2010 2011 La prima edizione Piccola Biblioteca Oscar è stata pubblicata in concomitanza con la sedicesima ristampa di questo volume www.librimondadori.it
  • 3. Fu nel 1886 che il farmacologo tedesco Ludwig Lewin pubblicò il primo studio sistematico del cacto al quale successivamente fu dato il suo nome. L'Anhalonium Lewi- nii era nuovo per la scienza. Per le religioni primitive, per gli indiani del Messico e per gli americani sudoccidentali, era un amico di vecchissima data. In effetti era molto più di un amico. Secondo u n o dei primi visitatori spagnoli del Nuovo Mondo, "essi mangiano u n a radice che chia- m a n o Peyotl, e che venerano come fosse una deità". Perché la venerassero come una deità apparve chiaro quando eminenti psicologi come Jaensch, Havelock Ellis e Weir Mitchell cominciarono i loro esperimenti con la mescalina, il principio attivo del peyotl. È vero che si fer- m a r o n o proprio quando le ricerche erano a buon punto in questa parte di idolatria, ma tutto concorse ad assegna- re alla mescalina una posizione unica tra le droghe. Som- ministrata in dosi opportune, essa cambia la qualità della coscienza più profondamente ma è meno tossica di qual- siasi altra sostanza del repertorio farmacologico. Le ricerche sulla mescalina sono state proseguite spo- radicamente dai tempi di Lewin e di Havelock Ellis. I chi- mici non hanno soltanto isolato l'alcaloide: hanno impa- 7
  • 4. rato come sintetizzarlo, sì che la fornitura non dipende strutturale biochimica con gli altri. Poi venne la scoperta più dallo scarso e irregolare raccolto di un cacto del de- che l'adrenocromo, che è un prodotto della decomposizione serto. Gli alienisti hanno ingerito la mescalina nella spe- dell'adrenalina, può produrre molti dei sintomi osservati ranza di giungere in tal modo a u n a migliore e più diretta nell' intossicazione da mescalina. Ma l'adrenocromo proba- conoscenza dei processi mentali dei loro pazienti. Lavo- bilmente si forma spontaneamente nel corpo umano. In al- rando disgraziatamente su un n u m e r o troppo esiguo di tri termini, ciascuno di noi può essere capace di fabbricare soggetti, entro un raggio troppo ristretto di circostanze, minute dosi chimiche di ciò che si ritiene provochi profondi gli psicologi hanno osservato e catalogato alcuni degli ef- cambiamenti nella coscienza. Alcuni di questi cambiamenti fetti più impressionanti della droga. Neurologi e fisiologi sono simili a quelli che si verificano nella più caratteristica h a n n o scoperto qualcosa circa il meccanismo della sua peste del ventesimo secolo, la schizofrenia. È dovuto lo azione sul sistema nervoso centrale. E almeno un filosofo squilibrio mentale a uno squilibrio chimico? E lo squilibrio di professione ha preso la mescalina per la luce che essa chimico è dovuto a sua volta a disturbi psicologici che col- può gettare su problemi antichi e insoluti, come il posto piscono i surreni? Sarebbe avventato e prematuro affermar- della mente nella natura e il rapporto tra cervello e co- lo. Il più che possiamo dire è che una specie di caso prima scienza. facie è stato impostato. Nello stesso tempo la traccia viene A questo punto rimasero le cose finché, qualche anno fa, sistematicamente seguita, gli investigatori-biochimici, psi- venne osservato un fatto nuovo e forse altamente significa- chiatri, psicologi - sono sulla pista. 1 tivo. In realtà questo fatto era rimasto alla portata di Per una serie di circostanze per me estremamente for- chiunque per diverse decadi; ma nessuno, come succede, lo tunate mi trovai, nella primavera del 1953, ad attraversa- aveva notato, finché un giovane psichiatra inglese, che lavo- re questa pista. Uno degli investigatori era venuto per af- ra attualmente in Canada, fu colpito dalla grande somi- fari in California. Nonostante settanta anni di ricerche glianza, nella composizione chimica, tra mescalina e adre- sulla mescalina, il materiale psicologico a sua disposizio- nalina. Ulteriori ricerche rivelarono che l'acido lisergico, ne era ancora assurdamente inadeguato, ed egli era an- stupefacente derivato dalla segala cornuta, ha un'affinità sioso di aggiungerne altro. Io mi trovavo là e accettai, an- i ero impaziente, di fare da cavia. Così avvenne che, in 1 un luminoso mattino di maggio, ingoiai i quattro decimi Si vedano i seguenti saggi: di un g r a m m o di mescalina sciolta in mezzo bicchiere Humphrey Osmond - John Smythies, Schizophrenia: A New Approach, in «Journal of Mental Science», XCVIII, aprile 1952. d'acqua e sedetti ad attendere le conseguenze. Humphrey Osmond, On Being Mad, in « Saskatchewan Psychiatric Ser- Noi viviamo insieme, agiamo e reagiamo gli uni agli al- vices Journal», I, 2, settembre 1952. tri; ma sempre, in tutte le circostanze, siamo soli. I marti- John Smythies,: The Mescalin Phenomena, in «The British Journal for ri q u a n d o e n t r a n o nell'arena si tengono, per m a n o ; ma the Philosophy of Science», III, febbraio 1953. Abram Hoffer - H u m p h r e y Osmond et al., Schizophrenia: A New Ap- vengono crocifissi soli. Allacciati, gli amanti cercano di- proach, in «The Journal of Mental Science», C, 418, gennaio 1954. speratamente di fondere le loro estasi isolate in una sin- 9 8
  • 5. gola autotrascendenza; invano. Per la sua stessa natura, stian Bach, furono casa loro? E come può un uomo agli ogni spirito incarnato è condannato a soffrire e godere in estremi limiti dell'ectomorfia e della cerebrotonia mettersi solitudine. Sensazioni, sentimenti, intuiti, fantasie, tutte mai al posto di uno ai limiti dell'endomorfia e della visce- queste cose sono personali e, se non per simboli e di se- rotonia oppure, se non in alcune zone circoscritte, divide- conda mano, incomunicabili. Possiamo scambiarci infor- re i sentimenti di uno che si erge ai limiti della mesomor- mazioni circa le esperienze, mai però le esperienze stesse. fia e della somatotonia? Per il rigido behaviorista tali Dalla famiglia alla nazione, ogni gruppo umano è una so- questioni, suppongo, sono prive di significato. Ma per co- cietà di universi-isole. loro che credono teoricamente ciò che in pratica sanno es- La maggior parte degli universi-isole sono sufficiente- sere vero - cioè che vi è un interno da sperimentare oltre mente simili l'un l'altro da permettere la comprensione de- che l'esterno - i problemi posti sono problemi reali, tanto duttiva, o anche la mutua empatia o il "sentirsi dentro". Co- più gravi perché sono, alcuni completamente insolubili, sì, ricordando i nostri lutti e le nostre umiliazioni, possiamo alcuni solubili solo in circostanze eccezionali e con meto- addolorarci con gli altri in analoghe circostanze, possiamo di non accessibili a chiunque. Così, sembra virtualmente metterci (sempre, naturalmente, in senso leggermente certo che io non saprò mai che cosa si prova a essere Sir pickwickiano) al loro posto. Ma in alcuni casi la comunica- John Falstaff o Joe Louis. D'altra parte, sempre mi era zione tra gli universi è incompleta o addirittura inesistente. sembrato possibile che, attraverso l'ipnosi, per esempio, o La mente è il suo proprio posto e i posti abitati dal pazzo e l'autoipnosi, per mezzo della meditazione sistematica, op- dall'individuo dalle doti eccezionali sono tanto diversi dai pure prendendo la droga adatta, avrei potuto cambiare la luoghi dove vivono uomini e donne comuni che vi è poco o mia coscienza ordinaria in modo da essere in grado di co- niente di terreno comune, per quanto riguarda la memoria, noscere dall'interno ciò di cui parlano il visionario, il me- da servire come base per comprendere o seguire i sentimen- dium e perfino il mistico. ti. Le parole vengono pronunziate, ma non chiariscono. Le Da ciò che avevo letto dell'esperienza sulla mescalina, cose e gli avvenimenti ai quali i simboli si riferiscono appar- ero convinto in precedenza che la droga mi avrebbe intro- tengono a regni dell'esperienza che si escludono a vicenda. dotto, almeno per qualche ora, nella specie di mondo inte- Vederci come gli altri ci vedono è uno tra i doni più sa- riore descritto da Blake e da AE. Ma ciò che mi ero aspetta- lutari. Appena meno importante è la capacità di vedere gli to non accadde. Mi ero aspettato di giacere con gli occhi altri come essi si vedono. Ma che accade se questi altri ap- chiusi, guardando visioni di geometrie multicolori, di ani- partengono a una specie diversa e abitano un universo ra- mate architetture, ricche di gemme e di favolose bellezze, dicalmente estraneo? Per esempio, come un sano può arri- di panorami con figure eroiche, di drammi simbolici tre- vare a comprendere che cosa effettivamente prova a essere molanti perpetuamente sull'orlo dell'estrema rivelazione. pazzo? Oppure, non potendo nascere di nuovo come visio- Ma non avevo calcolato, era evidente, le idiosincrasie della nario, medium, o genio musicale, come possiamo mai vi- mia struttura mentale, i fatti del mio temperamento, della sitare i mondi che per Blake, Swedenborg, Johann Seba- mia educazione e delle mie abitudini. 10
  • 6. Io sono e, per quanto posso ricordare, sono stato sem- vista. Mai però vi furono facce o forme di uomini o di ani- pre povero d'immaginazione. Le parole, anche quelle sug- mali. Non vidi paesaggi, né distese immense, né appari- gestive dei poeti, non evocano quadri alla mia m e n t e . zioni magiche e metamorfosi di edifici, niente che somi- Nessuna di quelle visioni caratteristiche mi accoglie sul gliasse lontanamente a un d r a m m a o a una favola. L'altro limitare del sonno. Quando mi ricordo di qualche cosa, il m o n d o nel quale la mescalina mi introduceva non era il ricordo non si presenta come un avvenimento o un ogget- mondo delle visioni: esisteva fuori di esso, in ciò che pote- to visto vividamente. Con uno sforzo della volontà posso vo vedere con gli occhi aperti. Il grande cambiamento era rievocare un'immagine non molto vivida di ciò che accad- nel regno del fatto obiettivo. Ciò che era accaduto al mio de ieri pomeriggio, di come appariva il Lungarno prima universo soggettivo non aveva relativamente importanza. che fossero distrutti i ponti, della Bayswater Road quan- Presi la pillola alle undici. Un'ora e mezzo dopo ero se- do gli autobus erano verdi e minuscoli ed erano tirati da duto nel mio studio, guardando fisso un piccolo vaso di vecchi cavalli che andavano a cinque chilometri e mezzo cristallo. Il vaso conteneva solo tre fiori: una rosa Bella l'ora. Ma queste immagini hanno scarsa sostanza e asso- del Portogallo c o m p l e t a m e n t e aperta, rosa all'esterno, lutamente nessuna vita autonoma propria. Esse stanno ai con una sfumatura più calda e fiammeggiante alla base di reali oggetti percepiti nello stesso rapporto dei fantasmi ogni petalo; un gran garofano cremisi e miele; e, pallida di Omero agli uomini di carne e ossa che andarono a visi- porpora all'estremità dell'incerto gambo, l'ardito, araldico tarlo tra le ombre. Solo quando ho la febbre alta le mie fiore di iris. Fortuito e provvisorio il piccolo mazzo rom- immagini mentali hanno vita indipendente. A coloro nei peva tutte le regole del buon gusto tradizionale. Quella quali la facoltà di immaginare è forte, il mio mondo inte- mattina a colazione ero stato colpito dalla vivace disso- riore deve sembrare stranamente grossolano, limitato e nanza dei suoi colori. Ma non si trattava più di questo. privo di interesse. Questo era il mondo - povera cosa, ma Non guardavo adesso una inconsueta disposizione di fio- era il mio mondo - che mi aspettavo di vedere trasforma- ri. Vedevo ciò che Adamo aveva visto la mattina della sua to in qualcosa di completamente diverso. creazione: il miracolo, momento per momento, dell'esi- Il cambiamento che in effetti si verificò in questo mon- stenza nuda. do non fu in alcun senso rivoluzionario. Mezz'ora dopo «È piacevole?» chiese qualcuno (durante questa parte aver ingoiato la droga divenni consapevole di una lenta dell'esperimento tutte le conversazioni furono registrate danza di luci dorate. Un po' più tardi vi furono sontuose su un nastro magnetico, e mi è stato possibile rinfrescar- superfici rosse che ondeggiarono e si distesero da nodi mi la memoria circa quanto fu detto). brillanti di energia vibranti di vita ricopiata, continua- «Né piacevole, né spiacevole» risposi. «È.» mente mutevole. Poi i miei occhi chiusi rivelarono un Istigkeit: non era questa la parola che Meister Eckhart complesso di strutture grigie, entro le quali pallide sfere amava usare? "Essenza" L'Essere della filosofia platoni- bluastre emersero in una intensa solidità e, una volta ca, solo che Platone sembra aver fatto l'enorme e grotte- emerse, scivolarono silenziosamente in alto, fuori della sco errore di separare l'Essere dal divenire, identificando- 12 13
  • 7. lo con la matematica astrazione dell'Idea. Egli non avreb- rità," chiede il novizio perplesso "posso domandare che be mai potuto vedere, poveruomo, un fascio di fiori bril- cos'è?" Groucho gli dà un colpetto sulla spalla col bastone lare di luce interiore e palpitare sotto la pressione del si- e risponde: "Un leone dalla criniera d'oro". gnificato di cui erano saturi; non avrebbe mai p o t u t o Quando lo lessi, questo mi apparve solo un nonsenso, percepire che ciò che la rosa, l'iris e il garofano significa- vagamente significativo. Ora tutto era chiaro come il gior- vano così intensamente non era né più né meno che ciò no, evidente come Euclide. Senza dubbio il Dharma-Body che erano: la transitorietà che pure era vita eterna, la per- del Buddha era la siepe in fondo al giardino. Nello stesso petua deperibilità che era nello stesso tempo puro Essere, tempo e non meno ovviamente, esso era questi fiori, era l'affastellamento dei minuti, unici particolari, in cui, per qualunque cosa che io - o piuttosto il benedetto Non-io li- qualche inesprimibile, eppure evidente paradosso, era da berato per un m o m e n t o dal mio soffocante abbraccio - vedere la divina fonte di tutta l'esistenza. mi curassi di guardare. I libri, per esempio, di cui erano Continuai a guardare i fiori, e nella loro luce viva mi tappezzate le pareti del mio studio. Come i fiori, quando sembrò di scoprire l'equivalente qualitativo del respiro, li guardai, essi illuminarono con più brillanti colori un si- ma di un respiro senza ritorno al punto di partenza, senza gnificato più profondo. Libri rossi come rubini; libri sme- riflussi ricorrenti, soltanto un flusso ripetuto, dalla bellez- raldo, libri legati in giada bianca; libri d'agata, d'acqua- za a una bellezza più alta, da un profondo a un sempre marina, di gialli topazi; libri lapislazzuli dal colore così più profondo significato. Parole come Grazia e Trasfigu- intenso, così intrinsecamente significativo, da sembrare razione mi vennero alla mente, e senza dubbio era ciò che sul punto di lasciar gli scaffali per affidarsi più insistente- tra le altre cose esse significavano. I miei occhi si sposta- mente alla mia attenzione. rono dalla rosa al garofano, e da questa incandescenza di «Che dice circa le relazioni di spazio?» chiese l'investi- petali alle calme strisce di sensibile ametista dell'iris. La gatore, mentre guardavo i libri. Visione Beatifica, Sat Chit Ananda, Essere - Consapevo- Fu difficile rispondere. In verità la prospettiva sembra- lezza - Beatitudine; compresi per la prima volta, non sul va piuttosto curiosa e le pareti della stanza non sembra- piano verbale, non per accenni appena abbozzati o a di- vano più incontrarsi nei giusti angoli. Ma questi non era- stanza, ma precisamente e completamente, ciò che queste no i fatti veramente importanti. I m p o r t a n t e era che i sillabe prodigiose implicano. E allora ricordai un brano rapporti di spazio avevano cessato di avere gran peso e la che avevo letto in un saggio di Suzuki. "Che cos'è il Dhar- mia mente percepiva il mondo in termini diversi dalle ca- ma-Body del Buddha?" (Il Dharma-Body del B u d d h a è tegorie di spazio. In tempi normali l'occhio si interessa di un'altra maniera di esprimere la Mente, l'Essenza, il Vuo- problemi come Dove?, A quale distanza?, Qual è la posi- to, la Divinità.) La domanda è fatta in un monastero zen zione in relazione a che cosa?. Nell'esperienza della me- da un leale e smarrito novizio. E con la pronta disinvoltu- scalina le domande implicite alle quali l'occhio risponde ra di uno dei fratelli Marx, il Maestro risponde: "La siepe sono di un altro ordine. Posto e distanza cessano di avere in fondo al giardino" "E l'uomo che afferra questa ve- grande interesse. La mente percepisce in termini di inten- 14 15
  • 8. sita di esistenza, profondità di significato, relazioni entro vita tranquilla evidentemente attinente al mondo obietti- uno schema. Io vedevo i libri, ma non mi interessava af- vo, ma resa senza profondità, senza alcun tentativo di rea- fatto la loro posizione nello spazio. Ciò che notai, ciò che lismo fotografico. Guardavo i miei mobili, non come l'uti- colpì la mia mente fu il fatto che tutti splendevano di luce litarista che deve sedere sulla sedia, scrivere alla scrivania viva, e che in alcuni la gloria era più manifesta che in al- e alla tavola, e non come il fotografo o lo scienziato che re- tri. Sotto questo aspetto, la posizione e le tre dimensioni gistra, ma come l'esteta puro il cui interesse è solo per le erano fuori causa. Non che, senza dubbio, la categoria di forme e per i loro rapporti entro il campo visivo o lo spa- spazio fosse stata abolita. Quando mi alzai e presi a cam- zio del quadro. Mentre guardavo, però, questa vista pura- minare, potei farlo del tutto normalmente, senza falsare i mente estetica da cubista fu sostituita da ciò che posso de- contorni degli oggetti. Lo spazio era sempre là, ma aveva scrivere soltanto come la visione sacra della realtà. Ero cessato di predominare. La mente si interessava, soprat- tornato dove ero stato quando guardavo i fiori, ero tornato tutto, non di misure e di collocazioni, ma di essere e di si- in un mondo dove tutto brillava di Luce Interiore, ed era gnificato. infinito nel suo significato. Per esempio, le gambe di quel- E con l'indifferenza per lo spazio venne una indifferen- la sedia, com'era miracolosa la loro lucida levigatura! Pas- za ancora più completa per il tempo. sai diversi minuti - o erano secoli? - non soltanto a fissare «Sembra che ve ne sia in gran quantità» fu quanto ri- quelle gambe di bambù, ma essendo effettivamente quelle sposi all'investigatore che mi chiese cosa provassi circa il gambe o piuttosto essendo io stesso in loro; o per essere tempo. ancora più preciso (perché "Io" non ero implicato nella Grande quantità, ma quanto esattamente, era del tutto questione, né in un certo senso lo erano "esse") essendo il irrilevante. Avrei potuto senza dubbio guardare l'orologio; mio Non-io nel Non-io che era la sedia. ma il mio orologio, lo sapevo, era in un altro universo. La Riflettendo sulla mia esperienza, mi trovai d'accordo con mia effettiva esperienza era stata ed era ancora di durata l'eminente filosofo di Cambridge dottor C.D. Broad, che indefinita, o alternativamente di una composizione sem- pre presente, di una apocalisse continuamente mutevole. faremmo bene a considerare, molto più seriamente di L'investigatore diresse la mia attenzione dai libri ai mo- quanto finora siamo stati indotti a fare, il tipo di teoria che B e r g s o n espose relativamente alla m e m o r i a e alla perce- bili. Un tavolino da macchina per scrivere stava nel centro zione dei sensi. L'ipotesi è che la funzione del cervello e del della stanza; dietro di esso, dal mio punto di vista, era una sistema nervoso e degli organi dei sensi sia principalmente sedia di vimini e dietro la sedia una scrivania. I tre pezzi eliminativa e non produttiva. Chiunque è capace in ogni formavano un intricato schema di orizzontali, verticali e m o m e n t o di ricordare tutto ciò che gli è accaduto e di per- diagonali, uno schema tanto più interessante, in quanto cepire tutto ciò che accade dovunque nell'universo. La fun- non era interpretato in termini di relazioni di spazio. Ta- zione del cervello e del sistema nervoso è di proteggerci volino, sedia e scrivania si unirono in una composizione contro il pericolo di essere sopraffatti e confusi da questa che somigliava a qualcosa di Braque o di Juan Gris, una m a s s a di c o n o s c e n z a in gran parte inutile e irrilevante, 16 17
  • 9. cacciando via la maggior parte di ciò che altrimenti perce- genuinamente reale dal linguaggio del luogo. Alcune per- piremmo o ricorderemmo in ogni momento, e lasciando sone, tuttavia, sembrano nate con u n a specie di scorcia- solo quella piccolissima e particolare selezione che ha pro- toia che evita la valvola di riduzione. In altri, temporanee babilità di essere utile in pratica. scorciatoie possono essere ottenute o spontaneamente o come conseguenza di deliberati "esercizi spirituali", o per Secondo questa teoria, ciascuno di noi è potenzialmen- mezzo dell'ipnosi, o per mezzo di droghe. Attraverso que- te l'Intelletto in Genere. Ma in quanto animali, è nostro ste scorciatoie p e r m a n e n t i o temporanee passa, non la compito sopravvivere a ogni costo. Per rendere possibile percezione di tutto ciò che avviene dovunque nell'univer- la sopravvivenza biologica, l'Intelletto in Genere deve es- so (poiché la scorciatoia non abolisce la valvola di ridu- sere filtrato attraverso la valvola riducente del cervello e zione, che ancora esclude il contenuto totale dell'Intellet- del sistema nervoso. Ciò che viene fuori all'altro capo è il to in Genere), ma qualcosa di più, e soprattutto qualcosa misero rigagnolo della specie di coscienza che ci aiuterà a di diverso dal materiale utilitario accuratamente scelto vivere sulla superficie di questo particolare pianeta. Per che le nostre ristrette menti individuali considerano come formulare ed esprimere il c o n t e n u t o di questa ridotta il completo o per lo meno sufficiente quadro della realtà. consapevolezza, l'uomo ha inventato ed elaborato all'infi- Il cervello è fornito di una serie di sistemi di enzimi che nito quei sistemi di simboli e di implicite filosofie che servono a coordinarne il lavoro. Alcuni di questi enzimi chiamiamo lingue. Ogni individuo è nello stesso tempo il regolano la fornitura di glucosio alle cellule del cervello. beneficiario e la vittima della tradizione linguistica nella La mescalina inibisce la produzione di questi enzimi e co- quale è nato; il beneficiario in quanto il linguaggio gli dà sì diminuisce l'ammontare di glucosio disponibile a un accesso ai ricordi accumulati dall'esperienza degli altri; la. organo che ha continuo bisogno di zucchero. Che cosa vittima in quanto lo conferma nella convinzione che la ri- succede quando la mescalina riduce la normale razione dotta consapevolezza sia la sola consapevolezza e perché di zucchero del cervello? Troppo pochi casi sono stati os- stuzzica il suo senso della realtà, in modo che egli è fin servati, e quindi u n a risposta completa non può essere troppo pronto a prendere i suoi concetti per dati, le sue data ancora. Ma ciò che accade alla maggioranza dei po- parole per cose vere. Quello che nel linguaggio religioso è chi che hanno preso la mescalina sotto controllo può es- chiamato "questo mondo" è l'universo della ridotta consa- sere riassunto come segue. pevolezza, espresso e, per così dire, pietrificato dal lin- 1. La capacità di ricordare e di "pensare direttamente" guaggio. I vari "altri mondi" con i quali gli esseri umani è poco, se pure lo è, ridotta. (Ascoltando le registrazioni irregolarmente prendono contatto sono tanti elementi della mia conversazione sotto l'influenza della droga, non nella totalità della consapevolezza appartenente all'Intel- posso dire che fossi più stupido di q u a n t o sia normal- letto in Genere. La maggior parte della gente, per la mag- mente.) gior parte del tempo, conosce soltanto ciò che passa at- 2. Le impressioni visive sono molto intensificate e l'oc- traverso la valvola di riduzione e viene consacrato come chio ritrova un po' dell'innocenza di percezione dell'in- 18 19
  • 10. fanzia, quando il senso non era immediatamente e auto- Nello stadio finale della condizione di Non-io vi è u n a maticamente subordinato al concetto. L'interesse per lo "conoscenza oscura" che Tutto è in tutto, che Tutto è ef- spazio è diminuito e l'interesse per il tempo cala quasi a fettivamente ciascuno. Questo, me ne resi conto, è quanto zero. più vicino una mente finita possa arrivare a "percepire 3. Sebbene l'intelletto rimanga inalterato e sebbene la ogni cosa che avviene dovunque nell'universo". percezione sia enormemente migliorata, la volontà subi- Sotto questo aspetto, com'è significativa l'enorme inten- sce un profondo cambiamento in peggio. Il consumatore sificazione, sotto l'effetto della mescalina, della percezione di mescalina non vede ragione di fare niente in particola- del colore! Per alcuni animali è biologicamente molto im- re e trova la maggior parte delle cause per le quali, in tem- portante essere in grado di distinguere certe sfumature. pi normali, egli era pronto ad agire e a soffrire, profonda- Ma al di là dei limiti dello spettro utilitario, la maggior mente prive di interesse. Egli non p u ò preoccuparsene, parte delle creature sono completamente cieche al colore. per la buona ragione che ha di meglio da pensare. Le api, per esempio, passano la maggior parte del loro 4. Questo meglio può essere sperimentato (come io lo tempo a "sfogliare le fresche verginità della primavera"; sperimentai) sia "fuori" che "dentro", o in entrambi i mon- ma, come ha dimostrato von Frish, esse riconoscono solo di, quello interiore e quello esteriore, simultaneamente o pochissimi colori. Il senso del colore, altamente sviluppato successivamente. Che sia meglio sembra essere evidente a nell'uomo, è un lusso biologico, inestimabilmente prezio- tutti i consumatori di mescalina che vengono alla droga so per lui in quanto essere spirituale e intellettuale, ma col fegato buono e la mente sana. inutile alla sua sopravvivenza come animale. A giudicare Questi effetti della mescalina sono il genere di effetti dagli aggettivi che Omero mette loro in bocca, gli eroi del- che ci si può aspettare in seguito alla somministrazione la guerra troiana superarono di poco le api nella capacità di una droga che ha il potere di alterare l'efficienza della di distinguere i colori. Sotto questo aspetto, almeno, il valvola cerebrale di riduzione. Quando il cervello lavora a progresso dell'umanità è stato prodigioso. zucchero ridotto, l'io denutrito si indebolisce, non si può La mescalina innalza tutti i colori a una maggiore po- preoccupare di intraprendere le azioni necessarie, e perde tenza e rende consapevole l'individuo percettivo di innu- tutto l'interesse in quei rapporti di spazio e di tempo che merevoli e sottili ombre di variazione, alle quali, in tempi significano tanto per un organismo soggetto a mantenersi normali, egli è completamente cieco. Sembrerebbe che, nel mondo. Quando l'Intelletto in Genere cola in fretta per l'Intelletto in Genere, i cosiddetti caratteri secondari nella valvola non più impermeabile, ogni specie di cose delle cose siano primari. A differenza di Locke, esso evi- biologicamente inutili cominciano ad accadere. In alcuni dentemente sente che i colori sono più importanti, più casi vi possono essere percezioni extrasensorie. Altre per- degni di considerazione delle masse, delle posizioni e del- sone scoprono un mondo di irreale bellezza. Ad altri inol- le dimensioni. Come i consumatori di mescalina, molti tre si rivela la gloria e l'infinito valore e significato dell'e- mistici percepiscono colori di uno splendore soprannatu sistenza nuda, dell'avvenimento dato e non concettizzato. rale, non soltanto con l'occhio interiore, ma anche nel 20 21
  • 11. mondo oggettivo che li circonda. Descrizioni simili ven- il fatto era stato Quintessenza manifestata; questo era solo gono rese dai soggetti medianici e ipnotici. Vi sono alcuni un emblema. Tali emblemi sono fonti di vera conoscenza medium per i quali la breve rivelazione del consumatore circa la Natura delle Cose, e questa vera conoscenza può di mescalina è questione, per lunghi periodi, di esperien- servire a preparare la mente che l'accetta per l'immediata za di ogni giorno e di ogni ora. penetrazione per suo conto. Ma questo è tutto. Per quanto Da questa lunga ma indispensabile escursione nel re- espressivi, i simboli non possono mai essere le cose che gno della teoria, possiamo tornare ora ai fatti miracolosi, rappresentano. quattro gambe di una sedia di b a m b ù nel centro di u n a Sarebbe interessante, a tal riguardo, fare u n o studio stanza. Come i narcisi selvatici di Wordsworth, esse arre- delle opere d'arte a disposizione dei grandi conoscitori carono ogni genere di ricchezza, il dono senza prezzo, di della Quintessenza. Che specie di quadri guardò Eckhart? una nuova penetrazione diretta nella stessa Natura delle Quali sculture e pitture ebbero parte nell'esperienza reli- Cose, insieme al più modesto tesoro di comprensione nel giosa di san Giovanni della Croce, di Hakuin, di Hui-neng, campo, particolarmente, delle arti. di William Law? Le domande vanno oltre la mia possibi- Una rosa è una rosa e solo una rosa. Ma queste gambe lità di rispondere; ma dubito fortemente che la maggior di sedia erano gambe di sedia ed erano san Michele e tutti parte dei grandi conoscitori della Quintessenza rivolgesse- gli angeli. Quattro o cinque ore dopo l'avvenimento, quan- ro una qualche attenzione all'arte, alcuni rifiutandosi net- do gli effetti di una deficienza di zucchero al cervello sta- tamente di aver a che fare con essa, altri contentandosi di vano scomparendo, fui accompagnato a fare un breve giro ciò che un occhio critico considererebbe come opere di se- della città che comprendeva la visita, verso il crepuscolo, a cond'ordine o perfino di infimo ordine. (A una persona la quello che pretende modestamente di essere il Più Grande cui mente trasfigurata e trasfigurante può vedere il Tutto Emporio del Mondo. In fondo al P.G.E.M., tra i giocattoli, in ogni questo, la migliore o peggiore qualità anche di un i biglietti di auguri e i fumetti vi era, cosa abbastanza stra- quadro religioso sarà questione della più sovrana indiffe- na, una fila di libri d'arte. Presi il primo volume che mi renza.) L'arte, suppongo, è solo per i principianti, oppure venne fra le mani. Era su Van Gogh, e il quadro con il qua- per quegli esseri ostinatamente ciechi, i quali hanno deci- le si apriva il libro era La Sedia, quello sbalorditivo ritratto so di contentarsi dell'Ersatz della Quintessenza, di simboli del Ding an Sich, che il pittore pazzo vide con una specie anziché di ciò che essi significano, del recipiente elegante- di terrore e di adorazione e cercò di rendere sulla tela. Ma mente preparato, invece del pasto vero e proprio. fu un compito per il quale perfino la potenza di un genio si Rimisi a posto il Van Gogh e presi il volume che stava dimostrò assolutamente inadeguata. La sedia vista da Van vicino. Era un libro su Botticelli. Lo sfogliai. La Nascita di Gogh era evidentemente la stessa che, in essenza, avevo vi- Venere non era mai stato tra i miei preferiti. Venere e Mar- sto io. Ma, sebbene incomparabilmente più reale della se- te, quella bellezza così appassionatamente denunciata dal dia della percezione ordinaria, la sedia, nel suo quadro, povero Ruskin all'apice della sua troppo lunga tragedia non era altro che un insolito simbolo espressivo del fatto. sessuale. La meravigliosamente ricca e intricata Calunnia 22 23
  • 12. di Apelle. E poi un quadro un po' meno familiare e piutto- sere così importante qualitativamente come lo è in quan- sto mediocre, Giuditta. La mia attenzione si arrestò e tità. Molto spesso esso stabilisce il tono di tutta l'opera contemplai affascinato, non la pallida eroina, né il suo d'arte, fissa la chiave in cui il tema deve essere reso, espri- compagno, non la folta chioma della vittima, né il paesag- me lo stato d'animo, il t e m p e r a m e n t o , l'atteggiamento gio invernale sullo sfondo, ma la seta purpurea del cor- verso la vita dell'artista. La serenità stoica si rivela nelle petto pieghettato e della gonna gonfia di Giuditta. superfici lisce, nelle larghe pieghe regolari dei drappeggi Questo era qualche cosa che avevo visto prima, che di Piero. Lacerato tra il fatto e il desiderio, tra il cinismo e avevo visto proprio quella mattina, tra i fiori e i mobili, l'idealismo, Bernini attenua la caricaturale verosimiglian- quando guardai in giù per caso, e continuai a fissare ap- za delle sue facce con enormi astrazioni di sartoria, che passionatamente, per determinazione, le mie gambe in- sono l'incarnazione, in pietra o in b r o n z o , degli eterni crociate. Quelle pieghe dei calzoni, che labirinto di com- luoghi comuni della retorica; l'eroismo, la santità, la su- plessità infinitamente significativa! E il tessuto di flanella blimità alla quale il genere umano perpetuamente aspira, grigia, com'era ricco, e profondamente e misteriosamente in gran parte invano. Ed ecco i mantelli e le gonne con- sontuoso! Ed eccoli di nuovo nel quadro di Botticelli. turbanti di El Greco; ecco le pieghe sottili, intrecciate, fiammeggianti in cui Cosmè Tura avvolge le sue figure: Gli esseri umani civilizzati indossano abiti, quindi non nei primi la spiritualità tradizionale irrompe in una ine- vi può essere immagine, né racconto storico o mitologico sprimibile ansia fisiologica; nelle seconde freme un ago- senza rappresentazione di tessuti a pieghe. Ma sebbene a nizzante senso dell'essenziale stranezza e ostilità del essa possano attribuirsi le origini, la sola sartoria n o n mondo. Oppure consideriamo Watteau; i suoi uomini e le può mai spiegare il rigoglioso sviluppo dei drappeggi co- sue donne suonano i liuti, si preparano per il ballo o per me tema predominante di tutte le arti plastiche. Gli arti- l'arlecchinata, si imbarcano, in vellutate batiste e sotto sti, è ovvio, hanno sempre amato i drappeggi per i drap- nobili alberi, per la Citera del sogno di ogni amante; la lo- peggi, o, piuttosto, perché essi a m a v a n o i drappeggi. ro immensa malinconia, e la scarna, torturata sensibilità Quando si dipingono o si scolpiscono drappeggi, si dipin- del creatore trova espressione, non nelle azioni registrate, gono o si scolpiscono forme le quali, per ogni scopo prati- non nei gesti e nelle facce ritratte, ma nel rilievo e nel tes- co, non sono rappresentative, sono quel genere di forme suto delle gonne di taffetà, delle cappe e dei farsetti di sa- non condizionate, alle quali perfino gli artisti della tradi- tin. Non un centimetro di superficie liscia qui, non un zione più naturalistica amano lasciarsi andare. Nella me- momento di pace e di fiducia, solo una serica distesa di dia delle Madonne e degli Apostoli, l'elemento completa- innumerevoli minuscole pieghe e di arricciamenti, con mente rappresentativo e rigidamente u m a n o incide per u n a incessante modulazione - incertezza interiore resa circa il dieci per cento del complesso. Tutto il resto consi- con la perfetta sicurezza di una mano maestra - di tono ste di multicolori variazioni sul tema inesauribile della la- su tono, di un indeterminato colore in un altro. Nella vita, na o del lino modellato. E questo novanta per cento non l'uomo propone, Dio dispone. Nelle arti plastiche la pro- rappresentativo di una Madonna o di un Apostolo può es- 25 24
  • 13. posta viene fatta dalla cosa soggetto; chi dispone è in defi- rienza stessa. Fissando le gonne di Giuditta, nel Più Gran- nitiva il temperamento dell'artista, prossimamente (alme- de Emporio del Mondo, appresi che Botticelli - e non solo no nella pittura, nella storia e nel genere), i drappeggi Botticelli ma anche molti altri - aveva guardato i drap- scolpiti o dipinti. In questi campi, sono i drappeggi che peggi con gli stessi occhi trasfigurati e trasfiguranti dei possono decretare che una fète galante commuoverà fino miei quella mattina. Essi avevano visto l'Istigkeit, il Tutto alle lacrime, che una crocefissione sarà serena fino all'al- e l'Infinito nelle pieghe degli abiti e avevano fatto del loro legria, che una scena di stimmate sarà quasi intollerabil- meglio per renderlo in pittura o in pietra. Necessariamen- mente sessuale, che il ritratto di un prodigio di stupidità te, è fuori dubbio, senza riuscirvi. Poiché la gloria e la femminile (penso all'incomparabile Alme Moitessier di meraviglia dell'esistenza pura appartengono a un altro or- Ingres) esprimerà la più austera, la più intransigente in- dine che anche l'arte più alta non ha il potere di esprime- tellettualità. re. Ma nella gonna di Giuditta potei vedere chiaramente Ma questa non è tutta la storia. I drappeggi, come ho ciò che, se fossi stato un pittore di genio, avrei potuto fare scoperto ora, sono molto più che espedienti per la intro- dei miei vecchi calzoni di flanella. Non molto, sa Iddio, in duzione di forme non rappresentative nella pittura e nella paragone con la realtà, ma abbastanza per far loro com- scultura naturalistiche. Ciò che noialtri vediamo solo sot- prendere almeno un poco del vero significato di ciò che to l'influenza della mescalina, l'artista è congenitamente nella nostra patetica imbecillità chiamiamo "mere cose" e attrezzato a vedere sempre. La sua percezione non è limi- trascuriamo preferendo la televisione. tata a ciò che è biologicamente o socialmente utile. Un «Ecco come bisognerebbe vedere» continuai a dire men- po' della conoscenza appartenente all'Intelletto in Genere tre mi guardavo i calzoni, o davo una occhiata ai libri splen- supera la valvola di riduzione del cervello e dell'Io e arriva denti negli scaffali, alle gambe della mia sedia infinitamente alla sua coscienza. È la conoscenza del significato intrin- più che vangoghiana. «Ecco come bisognerebbe vedere, ec- seco di ogni essere. Per l'artista come per il consumatore co come le cose sono veramente.» Eppure vi erano da fare di mescalina, i drappeggi sono geroglifici viventi che si er- delle riserve. Poiché, se si vedesse sempre in questo modo, gono in maniera particolarmente espressiva per l'inson- non si vorrebbe mai fare niente altro. Solo guardare, essere dabile mistero del p u r o essere. Ancora più della sedia, il divino Non-io del fiore, del libro, della sedia, della flanella. sebbene meno forse di quei fiori assolutamente sopranna- Ciò sarebbe abbastanza. Ma in tal caso, che cosa accadreb- turali, le pieghe dei miei calzoni di flanella grigia erano be degli altri? Delle relazioni umane? Nella registrazione sature di "essenza". A che cosa dovessero questa condi- delle conversazioni di quella mattina trovai continuamente zione privilegiata, non saprei. Forse perché le forme di ripetuta questa domanda: «Cosa dice delle relazioni uma- drappeggi pieghettati sono così strane e drammatiche da ne? Come si potrebbe conciliare questa infinita beatitudine conquistare l'occhio e in questo m o d o forzano all'atten- di vedere come si dovrebbe vedere, con i doveri temporali di zione il fatto miracoloso dell'esistenza pura? Chi sa? Ciò fare ciò che si dovrebbe fare e sentire come si dovrebbe sen- che conta è m e n o la ragione dell'esperienza che l'espe- tire?». «Si dovrebbe essere in grado» dissi «di vedere questi 26 27
  • 14. calzoni infinitamente importanti e gli esseri umani ancora ostili. È un quadro stupendo; ma non era come quadro che più infinitamente importanti.» Si dovrebbe ma in pratica lo vedevo ora. Poiché il capo assunse improvvisamente una sembrava impossibile. Questa partecipazione alla manife- terza dimensione e prese vita come faccia baldanzosa che sta gloria delle cose non lasciava posto, per così dire, agli in- mi guardava da una finestra nel foglio che avevo davanti. teressi ordinari e necessari dell'esistenza umana, soprattut- Cominciai a ridere. E quando mi chiesero perché, «Che to agli interessi relativi alle persone. Poiché le persone sono pretenziosità!» esclamai. «Chi si crede mai di essere?» La degli Io e, in un certo senso, io ero adesso un Non-io, poiché domanda non era indirizzata a Cézanne in particolare, ma nello stesso tempo percepivo le cose intorno a me e ne ero il alla specie umana in genere. Chi si credevano di essere? Non-io. A questo nuovo Non-io, il comportamento, l'appa- «È come Arnold Bennett nelle Dolomiti» dissi, ricor- renza, lo stesso pensiero dell'Io, che momentaneamente dando improvvisamente una scena, felicemente immorta- aveva cessato di essere, e di altri Io, i suoi compagni di un lata in un'istantanea di A.B., circa quattro o cinque anni tempo, non sembravano infatti sgradevoli (poiché la sgra- p r i m a della morte, che passeggiava lungo un sentiero, devolezza non era una delle categorie nei termini delle qua- d'inverno a Cortina d'Ampezzo. Intorno a lui il terreno era li stavo pensando), ma enormemente irrilevanti. Costretto bianco di neve; sullo sfondo una più che gotica aspirazio- dall'investigatore ad analizzare e riferire ciò che facevo (e ne di picchi rossastri. Ed ecco il semplice, gentile, infelice come desideravo di essere lasciato solo con l'eternità in un A.B. che esagerava coscientemente la parte del suo favori- fiore, l'Infinito in quattro gambe di sedia e l'Assoluto nelle to personaggio da romanzo, egli stesso, Card in persona. E pieghe di un paio di calzoni di flanella!) mi resi conto che andava, passeggiando lentamente nel radioso sole delle Al- sfuggivo deliberatamente gli occhi di coloro che stavano pi - i pollici nelle asole di un panciotto giallo - che monta- con me nella stanza, evitando deliberatamente di accorger- va in basso nella curva graziosa di una finestra Regency a mi troppo di loro. Una era mia moglie, l'altro un uomo per Brighton: il capo all'indietro come puntato nello sforzo di il quale avevo grande affetto e stima, ma entrambi apparte- superare la balbuzie, a guisa di obice, verso la cupola az- nevano al mondo dal quale, per il momento, la mescalina zurra del cielo. Ho dimenticato ciò che egli disse precisa- mi aveva liberato, il mondo degli Io, del tempo, dei giudizi mente, ma tutto il suo atteggiamento esprimeva ciò: "Io morali e delle considerazioni utilitarie, il mondo (ed era valgo quanto queste maledette montagne". E in certo qual questo aspetto della vita umana che desideravo, più di tutto modo, senza dubbio, egli valeva molto di più; ma non, co- il resto, dimenticare) dell'autoaffermazione, della presun- me egli sapeva benissimo, nel modo in cui il suo personag- zione, delle parole sopravvalutate e delle nozioni adorate gio preferito amava immaginare. idolatricamente. Con successo (qualunque cosa ciò possa significare) o A questo punto dell'azione mi fu porta una grande ripro senza, tutti noi rappresentiamo la parte del nostro perso- duzione a colori del famoso autoritratto di Cézanne; il ca- naggio da romanzo preferito. E il fatto, il quasi infinita- po e le spalle di un uomo dal grande cappello di paglia, ros- mente improbabile fatto di essere effettivamente Cézanne so in viso, rosse le labbra, con folti baffi neri e occhi scuri e non fa differenza. Perché il pittore consumato con la sua 28 29
  • 15. piccola linea di conduzione all'Intelletto in Genere, supe- ridacchiare, né sfoggiare autoconsapevolezza, mai recita- rando la valvola cerebrale e il filtro dell'io, era altresì e re le preghiere, o struggersi per innamorati lontani, mai proprio altrettanto genuinamente questa baldanzosa fac- pettegolare, mai fissare invidiosamente i bambini delle al- cia con i baffi e lo sguardo ostile. tre donne, mai civettare, mai amare, né odiare, né lavora- Per riposarmi ritornai alle pieghe dei calzoni. «Ecco re. Nell'atto di fare u n a qualunque di queste cose, esse di- come si dovrebbe vedere» ripetei ancora. E avrei dovuto venterebbero senza dubbio più intensamente se stesse, aggiungere: "Queste sono le cose che si dovrebbe guarda- ma cesserebbero, proprio per ciò, di manifestare il loro re". Cose senza pretese, soddisfatte di essere semplice- divino essenziale Non-io. Secondo Blake, le porte della mente se stesse, sufficienti nella loro Quintessenza, cose percezione di Vermeer erano solo parzialmente sgombra- che non recitano una parte, né cercano follemente di far te. Un singolo pannello era diventato quasi perfettamente da sole, in isolamento dal Dharma-Body, con luciferesca trasparente; il resto della porta era ancora velata. L'essen- sfida alla grazia di Dio. ziale Non-io poteva essere percepito molto chiaramente «Ciò che potrebbe maggiormente avvicinarsi a questo» nelle cose o nelle creature viventi al limite estremo del be- dissi «sarebbe un Vermeer.» ne e del male. Negli esseri umani era visibile solo quando Sì, un Vermeer. Poiché questo misterioso artista fu tre essi erano in riposo, la mente serena, il corpo immoto. In volte dotato: della visione che percepisce il Dharma-Body queste condizioni Vermeer poteva vedere la Quintessenza come siepe in fondo al giardino, del talento di rendere in tutta la sua celestiale bellezza, poteva vederla e, un po- tanta parte di questa visione quanta ne permettono le li- co, renderla in un'acuta e sontuosa n a t u r a morta. Ver- mitazioni della capacità umana, e della prudenza di limi- meer è senza dubbio il più grande pittore di nature morte tarsi nei suoi quadri agli aspetti più trattabili della realtà; umane. Ma ve ne sono stati altri, per esempio i contempo- poiché, sebbene Vermeer rappresentasse esseri u m a n i , ranei francesi di Vermeer, i fratelli Le Nain. Essi comin- egli fu sempre un pittore di n a t u r e m o r t e . Cézanne, il ciarono, credo, come pittori di genre; ma ciò che vera- quale diceva alle sue modelle di fare del loro meglio per mente produssero fu una serie di nature morte umane, in sembrare mele, cercò di dipingere i ritratti nello stesso cui la loro sconfinata percezione dell'infinito significato spirito. Ma queste donne dall'aspetto rubicondo sono più di tutte le cose è resa, non come in Vermeer, da un acuto vicine all'Idea di Platone anziché al Dharma-Body nella rafforzamento del colore, e della texture, ma da una più siepe. Esse sono Eternità e Infinito visti, non nella sabbia alta chiarezza, una ossessiva distinzione di forme, nel- o nei fiori, ma nelle astrazioni di qualche specie di geo- l'ambito di un'austera, quasi monocromatica tonalità. Ai metria altamente superiore; Vermeer non chiese mai alle nostri giorni abbiamo avuto Vuillard, pittore, al suo api- sue ragazze di sembrare mele. Al contrario, insisteva per- ce, di indimenticabili splendidi quadri del Dharma-Body ché fossero ragazze nei loro limiti, ma sempre a condizio- manifestato in una camera da letto borghese; dell'Assolu- ne che evitassero di comportarsi fanciullescamente. Pote- to risplendente nel mezzo di una famiglia di cambiavalu- vano sedere o stare tranquillamente in piedi, mai però te che prende il tè in un giardino della periferia. 30 31
  • 16. Ce qui fait que lancieri bandagiste renie plazione, ma a una contemplazione incompatibile con l'a- Le comptoir dont le faste alléchait les passants, zione e anche con la volontà di agire, con lo stesso pensie- C est son jardin d'Auteuil, où, veufs de tout encens, ro di agire. Negli intervalli tra le sue rivelazioni il consu- Les Zinnias ont l'air d'erre en tóle vernie. matore di mescalina è in grado di sentire che, sebbene da una parte tutto è supremamente come dovrebbe essere, Per Laurent Taillade lo spettacolo era soltanto osceno. d'altra parte vi è qualche cosa che non va. Il suo problema Ma se il mercante di gomma a riposo fosse stato tranquil- è essenzialmente lo stesso di quello che devono affrontare lo abbastanza, Vuillard avrebbe visto in lui solo il Dhar- il quietista, l'arhat e, su un altro piano, il pittore di pae- ma-Body, e avrebbe dipinto, nelle zinnie, la vasca dei pe- saggi e il pittore di n a t u r e morte u m a n e . La mescalina sci d'oro, la torre di u n a villa moresca e i lampioncini non può risolvere mai questo problema; può soltanto por- cinesi, un angolo di Paradiso prima del Peccato Originale. lo, apocalitticamente, a coloro ai quali non si era mai pre- Ma intanto la mia domanda rimaneva senza risposta. sentato prima. La piena e finale soluzione può essere tro- Come si poteva conciliare questa percezione sconfinata vata soltanto da coloro che sono disposti a completare il con un più giusto interesse per le relazioni umane, per le giusto tipo di Weltanschauung col giusto tipo di condotta azioni e i doveri necessari, senza parlare della carità e del- e il giusto tipo di costante e spontanea vigilanza. Di fronte la compassione pratica? L'antichissima controversia tra al quietista sta il contemplativo-attivo, il santo, l'uomo attivi e contemplativi si rinnovava, si rinnovava, per che, come dice Eckhart, è pronto a scendere dal settimo quanto riguardava me, con un'acutezza senza precedenti. cielo per portare un bicchier d'acqua al fratello malato. Di Perché fino a quella mattina avevo conosciuto la contem- fronte all'arhat, che si ritira dalle apparenze in un Nirva- plazione soltanto nelle sue forme più umili e più ordina- na completamente trascendentale sta il Bodhisattva, per rie: come pensiero speculativo; come concentrazione ra- il quale la Quintessenza e il mondo delle contingenze so- pita nella poesia, nella pittura o nella musica; c o m e no u n a cosa sola, e per la cui illimitata compassione paziente attesa di quelle ispirazioni, senza le quali anche ognuna di queste contingenze è una occasione, non solo il più prosaico scrittore non può sperar di attuare alcun- di penetrazione trasfigurante, ma anche della più pratica ché; come sprazzi fugaci nella natura del "qualche cosa carità. E nell'universo dell'arte, di fronte a Vermeer e agli molto più profondamente diffuso" di Wordsworth; come altri pittori di nature morte umane, di fronte ai maestri sistematico silenzio che conduceva qualche volta a barlu- della pittura paesaggistica cinese e giapponese, di fronte mi di "oscura conoscenza". Ma ora conobbi la contempla- a Constable e a Turner, di fronte a Sisley e a Seurat e Cé- zione all'apice. All'apice, ma non ancora nella sua pienez- zanne sta l'arte completa di Rembrandt. Questi sono no- za. Perché nella sua pienezza la via di Maria include la via mi grandiosi, ingegni eccelsi e inaccessibili. In quanto a di Marta e la solleva, per così dire, alle proprie più alte me, in quella memorabile mattina di maggio, potei solo possibilità. La mescalina apre la via di Maria, ma chiude essere grato di un'esperienza che mi aveva mostrato, più la porta di quella di Marta. Essa introduce alla contem- chiaramente di quanto non avessi visto prima, la vera na- 32 33
  • 17. tura della controversia e la risposta completamente libe- luminanti resoconti di un'altra, trascendente regione della ratrice. mente; e se la praticano fino all'apice, diventeranno con- Mi si lasci aggiungere, prima di lasciare questo argo- dutture attraverso le quali un'influenza benefica può scor- mento, che non vi è forma di contemplazione, anche la rere da quest'altro paese in un mondo di oscuri io, croni- più quietistica, che sia priva di valori etici. Almeno metà camente sul punto di morire per mancanza di essa. di tutta la morale è negativa e consiste nel tenersi lontani Intanto, a richiesta dell'investigatore, ero passato dal dai fastidi. La Preghiera al Padre è lunga m e n o di cin- ritratto di Cézanne a ciò che accadeva nella mia testa quanta parole e sei di queste parole sono dedicate a chie- quando chiusi gli occhi. Questa volta, cosa strana, il pae- dere a Dio di non indurci in tentazione. Il contemplativo saggio interiore mancò di ricompensarmi. Il campo visivo unilaterale lascia incompiute molte cose che avrebbe do- si riempì di brillanti colori, i quali cambiavano costante- vuto fare; ma in compenso egli si astiene dal fare molte co- mente struttura, tanto da sembrare fatti di plastica o di se che non dovrebbe fare. La somma del male, osservò Pa- latta smaltata. scal, sarebbe molto diminuita solo se gli uomini potessero «Mediocre» commentai. «Triviale. Come gli oggetti in imparare a sedere tranquilli nelle loro stanze. Il contem- un grande magazzino.» plativo la cui percezione è stata liberata non ha bisogno di stare nella sua stanza. Egli può occuparsi delle sue faccen- E tutta questa mediocrità esisteva in un universo vici- de, così completamente soddisfatto di vedere l'Ordine Di- no e ristretto. vino delle Cose e di esserne parte, che non sarà mai nep- «È come se si stesse sotto coperta in una nave» dissi. p u r e tentato di cedere a ciò che Traberne c h i a m ò "gli «Una nave commerciale.» sporchi Capricci del Mondo". Quando ci sentiamo gli uni- E mentre guardavo, mi apparve chiarissimo che questa ci eredi dell'universo, quando "il mare scorre nelle nostre nave commerciale aveva attinenza in qualche modo con vene... e le stelle sono i nostri gioielli", quando tutte le cose l'umana pretenziosità. Questo interno soffocante di nave vengono percepite come infinite e sante, quali motivi pos- scadente era il mio io personale; queste cianfrusaglie di siamo avere di avidità o autoaffermazione, di inseguire il latta e di plastica erano i miei contributi personali all'uni- potere o le più fosche forme di piacere? I contemplativi verso. non hanno probabilità di diventare speculatori, o mezzani Sentii che la lezione era salutare, ma mi dispiacque, o bevitori; in genere essi non predicano l'intolleranza, né tuttavia, che mi dovesse essere somministrata in quel mo- fanno la guerra; e non trovano necessario derubare, truffa- mento e in quella forma. Di regola il consumatore di me- re o opprimere i poveri. E a queste virtù terribilmente ne- scalina scopre un mondo interiore manifestamente dato, gative possiamo aggiungerne un'altra che, sebbene diffici- evidentemente infinito e santo, come quel mondo esterno le a definirsi, è tanto positiva quanto importante, l'arhat e trasfigurato che io avevo visto con gli occhi aperti. Dal il quietista possono non praticare la contemplazione nella principio, il mio caso era stato diverso. La mescalina mi sua pienezza; ma se la praticano, essi possono riportare il- aveva dotato temporaneamente del potere di vedere cose -- con gli occhi chiusi; ma essa non poteva, o per lo meno in 35
  • 18. quell'occasione non poté, rivelare un paesaggio interiore chiusi aveva un più alto significato spirituale di ciò che ve- lontanamente paragonabile ai miei fiori o alla sedia o ai devano con gli occhi aperti. La ragione? La familiarità por- calzoni di flanella "proprio là". Ciò che essa mi permette- ta il disprezzo, e il problema di come sopravvivere si stende va di percepire, interiormente, non era il Dharma-Body in nella sua gravità dal tedio cronico al tormento. Il mondo immagini, ma la mia mente; non il prototipo della Quin- esterno è quanto ci aspetta al risveglio in ogni giorno della tessenza, ma u n a serie di simboli, in altri termini, un nostra vita; è il luogo dove, volenti o nolenti, dobbiamo cer- semplice sostituto della Quintessenza. care di organizzare la nostra vita. Nel mondo interiore non La maggior parte degli individui di vivida immagina- vi è né lavoro, né monotonia. Noi lo visitiamo solo nei so- zione sono trasformati dalla mescalina in visionari. Alcu- gni e nella meditazione, e la sua singolarità è tale che non ni di essi - e sono forse più numerosi di quanto general- troviamo mai lo stesso mondo in due occasioni successive. mente si creda - non richiedono trasformazione; essi Quale meraviglia, allora, se gli esseri umani alla ricerca del sono sempre visionari. La specie mentale alla quale ap- divino hanno preferito in genere di guardare interiormen- parteneva Blake è abbastanza largamente distribuita an- te? In genere, ma non sempre. In arte non meno che in reli- che nella società urbano-industriale del giorno d'oggi. L'u- gione, i taoisti e i buddisti zen guardarono oltre le visioni al nicità del poeta-artista non consiste nel fatto che (citando Vuoto, e attraverso il Vuoto alle "centomila cose" della dal suo Catalogo Descrittivo) egli effettivamente vide "quei realtà obiettiva. Per la loro dottrina del Mondo fatto di car- magnifici originali chiamati Cherubini nelle Sacre Scrit- ne, i cristiani avrebbero dovuto essere in grado, per primi, ture". Essa non consiste nel fatto che "questi magnifici di assumere un simile atteggiamento verso l'universo intor- originali visti nelle mie visioni erano alcuni di essi alti no. Ma a causa della dottrina del Peccato Originale, essi trenta metri... contenenti tutti significato mitologico e re- trovarono molto difficile farlo. In un'epoca come trecento condito". Essa consiste solo nella sua abilità di rendere, anni fa, un'espressione di completa negazione del mondo e in parole o (con alquanto minor successo) in linee e colo- perfino di condanna del mondo era ortodossa e comprensi- ri, qualche accenno almeno di un'esperienza non eccessi- bile. "Non dovremmo provare rapimento per niente in Na- vamente rara. Un visionario senza talento può percepire tura, se non per l'Incarnazione di Cristo." Nel diciassettesi- una realtà interiore non meno grande, bella e significati- mo secolo la frase sembrava aver senso. Oggi essa ha va del m o n d o visto da Blake; ma egli manca completa- l'accento della follia. mente della capacità di esprimere, in simboli letterari o In Cina la pittura paesaggistica assurse al grado di arte plastici, ciò che ha visto. maggiore circa mille anni fa, in Giappone circa seicento e Dalle documentazioni della religione e dei monumenti in Europa circa trecento. L'equazione del Dharma-Body della poesia e delle arti plastiche sopravvissuti fino a noi è con la siepe fu compiuta da quei Maestri zen che sposaro- evidente che per lo più gli uomini hanno attribuito maggio- no il naturalismo taoista al trascendentalismo buddista. re importanza al paesaggio interiore anziché all'esistenza Fu, quindi, solo nell'Estremo Oriente che i pittori paesag- oggettiva, hanno sentito che ciò che vedevano con gli occhi gistici considerarono coscientemente religiosa la loro arte. 36 37
  • 19. In Occidente la pittura religiosa consisteva nel ritrarre nozioni scientifiche e teologiche. E qualcosa di simile è personaggi sacri, e illustrare testi sacri. I pittori di pae- accaduto nel campo della pittura. Qui abbiamo assistito a saggi si consideravano secolari. Oggi noi riconosciamo in una ritirata generale dal paesaggio, la forma d'arte predo- Seurat uno dei supremi maestri di ciò che può chiamarsi minante nel diciannovesimo secolo. Questa ritirata dal la pittura paesaggistica mistica. Eppure quest'uomo che paesaggio non è stata in quell'altro, divino Dato interiore, fu capace, più efficacemente di chiunque altro, di rendere del quale si interessavano la maggior parte delle scuole l'Uno nei molti si indignò altamente quando qualcuno lo tradizionali del passato, quel Mondo Prototipo dove gli lodò per la "poesia" della sua opera. "Io applico soltanto il uomini hanno trovato sempre la materia prima del mito e Sistema" egli protestò. In altri termini egli fu soltanto un della religione. N o , è stata una ritirata dal Dato esteriore pointilliste e, ai propri occhi, niente altro. Un aneddoto si- nel subcosciente personale, in un mondo intellettuale più mile si racconta di John Constable. Un giorno, verso la fi- squallido e più rigidamente ristretto anche del mondo ne della vita, Blake incontrò Constable a Hampstead e gli della personalità conscia. Queste contrazioni di latta e fu mostrato uno schizzo del giovane artista. Nonostante il plastica fortemente colorate, dove le avevo viste prima? suo disprezzo per l'arte naturalistica, il vecchio visionario In ogni mostra d'arte che espone le recentissime dell'arte sapeva il fatto suo quando la guardava, eccetto, senza non rappresentativa. dubbio, quando si trattava di Rubens. "Questo non è dise- E ora qualcuno portò un fonografo e mise un disco sul gno," esclamò "questa è ispirazione!" "Ma io volevo fare piatto. Ascoltai con piacere, ma non sperimentai niente di del disegno" fu la caratteristica risposta di Constable. L'u paragonabile alle apocalissi di fiori o di flanella. Avrebbe, no e l'altro avevano ragione. Essa era disegno, preciso e un musicista naturalmente dotato, udito le rivelazioni che vero, e nello stesso tempo era ispirazione, ispirazione di per me erano state esclusivamente visive? Sarebbe inte- un ordine alto per lo meno quanto quello di Blake. Il pino ressante fare l'esperimento. Nello stesso tempo, sebbene sulla brughiera era stato effettivamente visto identico al non trasfigurata, sebbene conservasse la sua qualità e la Dharma-Body. Il bozzetto era una rappresentazione, ne- sua intensità normali, la musica contribuì non poco alla cessariamente imperfetta, e tuttavia profondamente mia comprensione di ciò che mi era accaduto e dei più espressiva, di ciò che la libera percezione aveva rivelato vasti problemi che questi avvenimenti avevano sollevato. agli occhi aperti di un grande pittore. Dalla contempla- La musica strumentale, cosa abbastanza strana, mi la- zione, nella tradizione di Wordsworth e Whitman, del sciò piuttosto freddo. Il Concerto in do minore per pia- Dharma-Body come siepe, e dalle visioni, come quella di noforte di Mozart fu interrotto dopo il primo tempo e so- Blake, dei "meravigliosi originali" all'interno dell'intellet- stituito da una raccolta di madrigali di Gesualdo. to, i poeti contemporanei si sono ritirati in un'indagine «Queste voci,» dissi con ammirazione «queste voci so- del subcosciente personale, in opposizione a quello più no una specie di ponte con il mondo umano.» che personale e alla rappresentazione, in termini alta- E rimasero un ponte anche quando cantarono la più mente astratti, non del fatto dato e obiettivo, ma di mere straordinariamente cromatica tra le composizioni del prin- 38
  • 20. cipe folle. Attraverso le rozze frasi dei madrigali, la musica «Non si vergogna!» commentai con sprezzante mancan- proseguì la sua corsa, senza rimanere nella stessa tonalità za di simpatia. E poi: «Katzenmusik, dotta Katzenmusik». per più di due battute. In Gesualdo, questo fantastico per- E infine, dopo qualche altro minuto di angoscia: «Chi si sonaggio da melodramma di Webster, la disintegrazione cura di quali siano i suoi sentimenti? Perché non si occu- psicologica aveva esagerato, aveva spinto al limite estremo pa di qualcos'altro?». la tendenza insita nella musica modale in opposizione a Come critica di ciò che è senza dubbio un'opera molto quella completamente tonale. Le opere che ne risultavano notevole, essa fu ingiusta e inadeguata, ma non, credo, ir- avrebbero potuto essere scritte dall'ultimo Schònberg. rilevante. La cito per quel che vale e perché esprime come «Eppure,» mi sentii costretto a dire, mentre ascoltavo io reagii, in uno stato di pura contemplazione, alla Suite questi strani prodotti di una psicosi della Controriforma lirica. elaborati in un'antica forma di arte medioevale «eppure Quando fu terminata, l'investigatore propose un giro in non importa che sia tutto a pezzi. L'insieme è disorganizza- giardino. Accettai, e sebbene il mio corpo sembrasse essersi to, ma ogni frammento individuale è in ordine, è il rappre- dissociato quasi completamente dalla mente - o, per essere sentante di un Ordine più Alto. L'Ordine più Alto prevale an- più esatti, sebbene la mia consapevolezza del mondo ester- che nella disintegrazione. La totalità è presente anche nei no trasfigurato non fosse più accompagnata dalla consape- pezzi sparsi. Più chiaramente presente, forse, che in un'ope- volezza del mio organismo fisico ~ mi trovai in grado di al- ra completamente coerente. Almeno non si è cullati in un zarmi, di aprire il balcone e di uscire, solo con un minimo senso di falsa sicurezza da qualche ordine meramente uma- di esitazione. Era buffo, senza dubbio, sentire che "Io" non no, meramente fabbricato. Si deve contare sulla propria ero lo stesso di queste braccia e di queste gambe "fuori di percezione immediata dell'ordine ultimo. Così in un certo me", di tutto questo tronco obiettivo e del collo e anche del- senso la disintegrazione può avere i suoi vantaggi. Ma senza la testa. Era buffo; ma ci si abitua subito. E comunque il dubbio è pericoloso, terribilmente pericoloso. Supponiamo corpo sembrava perfettamente in grado di badare a se stes- di non poter tornare indietro, fuori del caos...» so. In realtà, senza dubbio, esso bada sempre a se stesso. Tut- Dai madrigali di Gesualdo saltammo, attraverso un to ciò che l'Io cosciente può fare è di formulare desideri, che abisso di tre secoli, ad Alban Berg e alla Suite lirica. vengono poi attuati da forze che esso controlla pochissimo e «Questo» annunciai in anticipo «sarà un inferno.» non comprende affatto. Quando fa qualcosa di più - quando Ma risultò che avevo torto. In realtà la musica suonò si sforza troppo, per esempio, quando si preoccupa, quando piuttosto scherzosa. Estratta dal subcosciente personale, si cruccia circa il futuro - esso riduce l'efficacia di quelle for- l'agonia succedeva all'agonia in dodici toni; ma ciò che mi ze e può anche far sì che il corpo privo di vitalità si ammali. colpì fu soltanto l'incongruenza essenziale tra una disin- Nel mio stato attuale, la consapevolezza non si riferiva a un tegrazione psicologica anche più completa di quella di io: stava, per così dire, per conto suo. Ciò significava che an- Gesualdo e le prodigiose risorse, di talento e di tecnica, che l'intelligenza fisiologica che controllava il corpo stava impiegate nell'espressione. per conto suo. Per il momento quel nevrotico inframmet- 40 41
  • 21. tente che nelle ore di veglia cerca di dirigere la baracca era ascoltò per un certo tempo, poi lo interruppe bruscamen- fortunatamente fuori dai piedi. te. Come poteva perdere tempo a discutere di un paio di Dal balcone uscii fuori, sotto una specie di pergola co- bambini assenti, quando tutto ciò che davvero importava, perta in parte da una pianta di rose rampicanti, in parte ora e qui, era l'inesprimibile bellezza degli schemi che egli da listelli, larghi due centimetri e mezzo, alla distanza di l'ormava, con la sua giacca di tweed marrone, ogni volta poco più di un centimetro. Il sole era alto e l'ombra dei li- che muoveva le braccia? Ahimè, questo paradiso di libera stelli formava uno schema di strisce sul piano del sedile e percezione, di contemplazione pura e unilaterale, non do- lungo lo schienale di una sedia da giardino, che stava a veva durare. Le beatifiche interruzioni divennero più rare, questa estremità della pergola. Quella sedia, potrò mai di- più brevi, finché scomparvero del tutto; e vi fu solo orrore. menticarla? Dove l'ombra cadeva sulla tela della tappezze- La maggioranza dei consumatori di mescalina speri- ria le strisce d'un indaco splendente si alternavano con mentano solo la parte celestiale della schizofrenia. La strisce di un'incandescenza così intensamente brillante, droga porta inferno e purgatorio solo a coloro che abbia- ch'era difficile credere potessero essere fatte di altro se no avuto di recente l'itterizia, oppure che soffrano di de- non di fuoco blu. Per un tempo che mi sembrò immensa- pressioni periodiche o di ansietà cronica. Se, come le al- mente lungo fissai senza sapere, perfino senza desiderar tre droghe molto più potenti al paragone, la mescalina di sapere, ciò che avevo di fronte. In qualsiasi altro mo- fosse notoriamente tossica, il prenderne sarebbe suffi- mento avrei visto una sedia tagliata da luce e ombra alter- ciente, per se stesso, a provocare l'ansietà. Ma la persona nate. Oggi il percetto aveva inghiottito il concetto. Ero co- sana di mente sa in anticipo che, per quanto la riguarda, sì completamente assorto nel guardare, così sbalordito da la mescalina è completamente innocua, che le sue conse- ciò che in realtà vedevo, che non potevo accorgermi di guenze svaniranno dopo otto o dieci ore, senza lasciare niente altro. Mobili da giardino, listelli, luce solare, om- residui e di conseguenza senza ansia di rinnovare la dose. bra, questi non erano che nomi e nozioni, mere verbaliz- Fortificato da questa conoscenza, egli si accinge all'espe- zazioni, per scopi utilitari o scientifici, dopo l'avvenimen- rimento senza timore, in altri termini senza alcuna predi- to. L'avvenimento era questa successione di azzurri sposizione a trasformare un'esperienza strana, e fuori sportelli di fornace separati da abissi di impenetrabili gen- dell'umano in maniera senza precedente, in qualcosa di ziane. Era inespressivamente magnifico, magnifico quasi spaventoso, qualcosa di effettivamente diabolico. al punto di essere terribile. E d'un tratto ebbi un barlume Di fronte a una sedia che sembrava il Giudizio Universa- di ciò che si deve provare a essere pazzi. La schizofrenia le - o per essere più esatti a un Giudizio Universale che, do- ha i suoi paradisi così come ha i suoi inferni e i suoi pur- po molto tempo e con notevole difficoltà, riconobbi come gatori; ricordo ciò che un vecchio amico mi disse di sua sedia - mi trovai all'improvviso sull'orlo del panico. Sentii moglie che era pazza. Un giorno, durante le prime fasi del- d'un tratto che le cose andavano troppo oltre. Troppo oltre, la malattia, quando ella aveva ancora intervalli di lucidità, anche se andavano in una bellezza più intensa, in un signi- il marito era andato in clinica a parlarle dei figli. Ella ficato più profondo. Il timore, come lo analizzo in retro- 42 43
  • 22. spettiva, era di essere sopraffatto, di disintegrarmi sotto la non gli permette mai di guardare al mondo con occhi mera- pressione di una realtà più grande di quanto una mente mente umani, lo terrorizza facendogli interpretare la sua in- abituata a vivere la maggior parte del tempo in un minu- cessante stranezza, la sua bruciante intensità di significato, scolo mondo di simboli potesse sopportare. La letteratura come manifestazioni di una malevolenza umana o perfino dell'esperienza religiosa abbonda in riferimenti alle pene e cosmica, che richiede le più disperate contromisure, dalla ai terrori che sopraffanno coloro i quali si sono trovati trop- violenza omicida a un'estremità della scala, alla catatonia o po improvvisamente a faccia a faccia con qualche manife- al suicidio psicologico, all'altra estremità. E una volta ini- stazione del Mysterium tremendum. Nel linguaggio teologi- ziata la discesa della strada infernale, non si è più in grado co, questo timore è dovuto alla incompatibilità tra l'egotismo di fermarsi. Ciò, adesso, era fin troppo evidente. dell'uomo e la purezza divina, tra lo stato di esasperata se- «Una volta presa la via sbagliata» dissi, rispondendo al- parazione dell'uomo e l'infinità di Dio. Seguendo Böhme e le domande dell'investigatore «tutto ciò che accade sareb- William Law, possiamo dire che, dalle anime non rigenera- be una prova di cospirazione contro di voi. Tutto servireb- te, la Luce divina può essere raggiunta nel suo pieno splen- be a convalidare questa impressione. Non potreste tirare dore solo come fuoco ardente di purgatorio. Una dottrina un sospiro senza credere che sia parte del complotto.» quasi identica si trova nel Libro tibetano dei Morti, dove l'a- «Così lei pensa di sapere dove si trova la pazzia?» nima dipartita è descritta come se si ritirasse in agonia dal- La mia risposta fu un convinto e caloroso «Sì». la Luce Chiara del Vuoto, e anche dalle Luci minori e tem- «E non potrebbe controllarla?» perate, allo scopo di lanciarsi a capofitto nella confortevole « N o , non potrei controllarla. Se si comincia con timore oscurità dell'Io come un essere umano rinato, o anche co- e odio come premesse principali, si deve andare alla con- me una bestia, un fantasma infelice, un abitante dell'infer- clusione.» no. Qualsiasi cosa piuttosto che il bruciante splendore della «Saresti capace» mi chiese mia moglie «di fissare l'at- Realtà allo stato puro, qualsiasi cosa! tenzione su ciò che II Libro tibetano dei Morti chiama la Lo schizofrenico è un'anima non soltanto non rigenerata, Luce Chiara?» ma in più è disperatamente malata. Il suo male consiste nel- Ero indeciso. l'incapacità di rifugiarsi dalla realtà interiore ed esteriore «Manterrebbe lontano il male, se tu potessi tenerla?» (come fa abitualmente la persona sana) nell'universo sem- Considerai la domanda per un po' di tempo. plice del senso comune, nel mondo rigidamente umano del- «Forse,» risposi alla fine «forse potrei, ma soltanto se ci le nozioni utili, dei simboli delineati e delle convenzioni so- fosse qualcuno là a parlarmi della Luce Chiara. Non si cialmente accettabili. Lo schizofrenico è come un uomo potrebbe farlo da soli. Questo è il punto, suppongo, nel ri- permanentemente sotto l'influenza della mescalina, e quin- tuale tibetano, qualcuno seduto tutto il tempo a dirvi del- di incapace di segregare l'esperienza di una realtà che non è la realtà delle cose.» abbastanza santa da viverla, che egli non può eliminare per- Dopo aver ascoltato la registrazione di questa parte del- ché è la più ostinata realtà di fatti primari; e che, in quanto l'esperimento, presi la mia copia di edizione Evans-Wentz 44 45
  • 23. del Libro tibetano dei Morti e lo aprii a caso. "O nobile nato, Rose: non distrarre la tua mente." Questo era il problema, non I fiori sono facili da dipingere, distrarsi. Non distrarsi con le memorie dei peccati passati, Difficili le foglie. con l'immaginazione del piacere, con l'amaro ricordo dei L'haiku di Shiki esprime, indirettamente, proprio ciò vecchi errori e delle vecchie umiliazioni, con tutti i timori e che sentii allora, l'eccessiva, fin troppo evidente gloria dei gli odi e i desideri che d'ordinario eclissano la Luce. Ciò che fiori, in contrasto al sottile miracolo del loro fogliame. fecero i monaci buddisti per i morenti e i morti, non potreb- be farlo lo psichiatra moderno per il pazzo? Ci sia dunque Uscimmo in strada dov'era parcheggiata una grande una voce a rassicurarli, di giorno e anche mentre dormono, automobile di un azzurro pallido. Nel vederla, fui improv- che nonostante tutto il terrore, tutto lo smarrimento e la visamente assalito da una grande allegria. Quanto com- confusione, la Realtà ultima rimane incrollabile ed è della piacimento, quale assurda baldanza sprizzava da quelle stessa sostanza della luce interiore, anche della mente più superfici protuberanti del più lucido smalto! L'uomo ave- crudelmente tormentata. Per mezzo di invenzioni quali re- va creato l'oggetto a propria somiglianza, o piuttosto a so- gistratori, sveglie automatiche, sistemi di comunicazione al miglianza del suo preferito personaggio da romanzo. Risi pubblico e cuscini parlanti, dovrebbe essere facilissimo ri- finché le lacrime mi colarono sulle guance. cordare continuamente, anche ai pazienti dell'istituzione Rientrammo in casa dove era stato preparato da man- più scarsa di personale, questo fatto primordiale. Forse in giare. Qualcuno che ancora non si identificava con me questo modo poche delle anime perdute potrebbero essere stesso si gettò sul cibo con ingordo appetito. Da una note- aiutate a guadagnare il controllo sull'universo nello stesso vole distanza e senza molto interesse, io guardai. tempo bello e spaventoso, ma sempre fuori dell'umano, Dopo aver mangiato, montammo sulla macchina e ci sempre del tutto incomprensibile, in cui esse si trovano avviammo per una passeggiata. Gli effetti della mescalina condannate a vivere. erano già in declino, ma i fiori nel giardino ancora trema- Fui, con una certa difficoltà, staccato dai conturbanti vano sull'orlo del soprannaturale, l'albero di pepe e i car- splendori della mia sedia da giardino. Calando in verdi rubi lungo il ciglio della strada appartenevano ancora parabole dal cespuglio, i rami d'edera brillavano con uno chiaramente a qualche sacra selva. L'Eden si alternava splendore cristallino di giada. Un momento dopo un con Dodona, Yggdrasil con la Mistica Rosa. E poi, d'im- ciuffo di Gigli Rossi in piena fioritura erano esplosi nel provviso, ci trovammo a un crocevia, in attesa di attraver- mio campo visivo. Così appassionatamente vivi che sem- sare il Sunset Boulevard. Davanti a noi le macchine roto- bravano ergersi proprio sull'orlo dell'aldilà, i fiori si driz- lavano in una corrente uniforme, migliaia di esse, tutte zavano in alto nell'azzurro. Come la sedia sotto i listelli, lucide e brillanti come il sogno di un agente pubblicitario, essi protestavano troppo. Guardai giù alle foglie e scoprii e ognuna più buffa dell'altra. Ancora una volta fui preso un profondo groviglio di luci e ombre verdi, tra le più de- da risa convulse. licate, che pulsavano con indecifrabile mistero. Il Mar Rosso del Traffico alla fine si divise e traversam- 46 47
  • 24. mo in un altra oasi di alberi, prati e rose. In pochi minuti Un'ora dopo, con altri sedici chilometri e la visita al Più ci eravamo arrampicati a una discreta altezza sulla colli- Grande Emporio del Mondo felicemente alle nostre spal- na e sotto di noi si stendeva la città. Con alquanta delu- le, facemmo ritorno a casa, e io ero ritornato a quello sta- sione, vidi che essa appariva molto simile alla città che to rassicurante ma di profonda insoddisfazione, cono- avevo visto in altre occasioni. Per quanto mi riguardava, sciuto come "avere la testa a posto".Che l'umanità in genere sarà mai la trasfigurazione era proporzionale alla distanza. Quanto così monotona, povera e limitata, che il desiderio di evadere, la sm più vicino, tanto più divinamente diverso. Questo vasto, che momento, è, ed è stato sempre, uno dei principali bisogni dell' del indistinto panorama era appena differente da se stesso. saturnali, la danza e l'oratoria, sono serviti tutti, come dis- Proseguimmo e, fin tanto che rimanemmo in collina se H.G. Wells, da Brecce nel Muro. E per l'uso privato e dove il panorama si stendeva a perdita d'occhio, il signifi- quotidiano vi sono sempre stati gli stupefacenti chimici, cato era al suo livello quotidiano, molto al disotto del Tutti i sedativi e i narcotici vegetali, tutte le sostanze eufo- punto di trasfigurazione. La magia cominciò ad agire solo riche che crescono in piante, gli stupefacenti che si svilup- quando svoltammo in un nuovo sobborgo e passammo pano in bacche o si estraggono dalle radici, tutti, senza ec- tra due file di case. Qui, nonostante la particolare bruttez- ione, sono stati conosciuti e sistematicamente usati za dell'architettura, vi furono riprese di trascendentale di- dagli esseri umani da tempo immemorabile. E a questi versità, sprazzi di paradiso. Fumaioli di mattoni e compo- modificatori naturali della coscienza, la scienza moderna sizioni di tetti verdi brillavano al sole, come frammenti ha aggiunto la sua parte di sostanze sintetiche, il cloralio,per esempio della Nuova Gerusalemme. E d'un tratto vidi ciò che La maggior parte di questi modificatori della coscienza Guardi aveva visto e (con quale incomparabile talento!) ora non possono essere presi senza prescrizione medica, op- aveva tanto spesso reso nei suoi quadri: una parete di pure illegalmente e con notevole rischio. Per l'uso illimitato stucco e su di essa un'ombra obliqua, nuda ma di una bel- l'Occidente ha permesso soltanto l'alcol e il tabacco. Tutte le lezza indimenticabile, vuota, ma carica di tutto il signifi- altre Brecce chimiche nel Muro sono etichettate Narcotici, e cato e il mistero della vita. La Rivelazione spuntava ed era i consumatori non autorizzati sono tossicomani. di nuovo sparita nella frazione di un secondo. La macchi- Oggi si spende molto di più per bere e per fumare di na era avanzata, il tempo stava scoprendo un'altra mani- quanto si spenda per l'educazione. Ciò, naturalmente, non festazione dell'eterna Quintessenza. "Nell'identità vi è dif- ferenza. Ma che la differenza dovesse essere diversa dall'identità non è affatto l'intenzione di tutti i Buddha. La loro intenzione è sia totalità che differenziazione." Questo ciuffo di gerani rossi e bianchi, per esempio, era completamente diverso da quella parete di stucco a cento metri sulla strada. Ma la "essenza" di entrambi era la stes- sa, la stessa era la qualità eterna della loro transitorietà. 48 49
  • 25. sorprende. Il desiderio di evadere dall'Io e dall'ambiente si Muro. L'unica politica ragionevole è di aprire altre e mi- trova quasi in ognuno, quasi sempre. Il desiderio di fare gliori brecce nella speranza di indurre gli uomini e le don- qualche cosa per i ragazzi è forte solo nei genitori, e in es- ne a cambiare le vecchie e cattive abitudini per altre nuove si solo per i pochi anni durante i quali i bambini vanno a e meno dannose. Alcune di queste altre brecce migliori sa- scuola. Alla stessa maniera non sorprende l'atteggiamento ranno di natura sociale e tecnologica, altre religiose o psi- corrente nei riguardi dell'alcol e del fumo. Nonostante le cologiche, altre dietetiche, educative o atletiche. Ma il bi- crescenti schiere di bevitori senza speranza, nonostante le sogno di frequenti vacanze dalla propria intollerabile centinaia di migliaia di persone che ogni anno sono muti- personalità cosciente e dalle circostanze spiacevoli, senza late o uccise da autisti ubriachi, le commedie popolari dubbio rimane. C'è bisogno di una nuova droga che fanno ancora dello spirito sull'alcol e su coloro che vi sono conforti e aiuti la nostra dolorosa specie senza che il dan- dediti. E nonostante l'evidenza attribuisca alle sigarette il no remoto sia maggiore del vantaggio immediato. Questa cancro dei polmoni, in pratica chiunque ritiene che il fu- droga deve essere efficace in piccole dosi e sintetizzabile. mare sia appena meno normale e naturale di mangiare. Se non possiede queste qualità, la sua produzione, come Dal punto di vista dell'utilitarista razionalista ciò può sem- quella del vino, della birra, degli alcolici e del tabacco, in- brare strano. Per lo storico proprio quanto ci si aspette- terferirà nella coltivazione degli alimenti e delle fibre indi- rebbe. La ferma convinzione della materiale Realtà dell'In- spensabili. Essa deve essere meno tossica dell'oppio e del- ferno non impedì mai ai cristiani del Medioevo di fare ciò la cocaina, meno probabile causa di conseguenze sociali che l'ambizione, la concupiscenza o l'avarizia suggerivano indesiderabili di quanto lo siano l'alcol e i barbiturici, me- loro. Il cancro del polmone, gli incidenti del traffico e i mi- no contraria al cuore e ai polmoni del catrame e della ni- lioni di bevitori infelici e creatori di infelicità, sono fatti cotina delle sigarette. E, dal lato positivo, dovrebbe pro- ancora più certi di quanto fosse, ai tempi di Dante, il fatto durre cambiamenti nella coscienza che siano più dell'Inferno. Ma tutti questi fatti sono remoti e immateria- interessanti, di valore più intrinseco, della semplice calma li paragonati al fatto vicino e sensibile del desiderio, ora e o del sogno, delle illusioni di onnipotenza o di sollievo dal- qui, di liberazione o distensione, di un bicchiere di vino o l'inibizione. di una sigaretta. Per moltissime persone, la mescalina è quasi del tutto La nostra è l'epoca, fra l'altro, dell'automobile e dei tra- innocua. A differenza dell'alcol, essa non spinge il consu- sporti rapidi. L'alcol è incompatibile con la sicurezza sulle matore in quella specie di azione sfrenata che si concreta strade, e la sua produzione, come quella del tabacco, con- in schiamazzi, delitti e incidenti stradali. L'uomo sotto l'in- danna alla virtuale sterilità molti milioni di acri del più fluenza della mescalina si occupa tranquillamente dei fatti fertile suolo. I problemi sollevati dall'alcol e dal tabacco propri. Inoltre, i fatti di cui si occupa sono un'esperienza non possono essere risolti, va da sé, con la proibizione. Il del tipo più illuminante, che non devono essere poi scon- desiderio universale e sempre presente di autotrascenden- tati (e ciò è certamente importante) con residui negativi. za non può essere abolito sbarrando le comuni Brecce nel Delle conseguenze remote di un consumo regolare di me- 50 51