SlideShare a Scribd company logo
1 of 154
Download to read offline
$f
,i""
d
@#kE,#C
ffi-
HgffiEE
=EF=gEFr -- E ffi*.1#l-r=t:.=*W-
ffi:*)ffifu,#-'*5n
F"*lLhC L.E"slJL-g
B'[9" ffi
It tO giugno 1998 d stata diffusa
I nol mondo Ia notizia della morte
I Ot Carlos Castaned.a,uno dei piD
I influenti maestri spirituati della
nostra epoca. Il certiflcato di morte
recava la data del ZT aprile, e le sue
ceneri, dopo una cerimonia a cui
hanno partecipato pochi intimi, sono
state sparse in un luogo segreto nel
deserto d.elMessico. Q,uestolibro,
ultimato poche settimane prima, d
insieme un testarnento spirituale e
il metodo di conoscertza e di ricerca
interiore di cui si d serrrito Castaneda
per andare incontro con sereniti, e
consapevolezza al proprio destino.
Il "lato attivo delf infinito", infatti,
d la regione, reale e concreta, a cui
accedono gli sciamani dopo la morte.
Per prepararsi all'ultimo viaggio
nell'ignoto, essi ripensano e rivivono
gli atti e i rnomenti fondamentali
della loro vita, cosi da raccogliere la
somrna totale d.elleproprie emozioni
e conoscetaze,della propria energia
vitale. Rrcid, all'inizio di questo libro
estremo e rivelatore, don Juan Matus,
lo sciamano Yaqui che aveva scelto
Castaneda come discepolo, esorta il
suo al[evo a comporre l".album" delle
proprie esperienze. Questo libro
singolare d appunto I'album di un
I'autore racconta per la prima volta
gli eventi memorabili di
una vita rimasta sempre arnrolta nel
mistero pit fitto. Tra questi eventi
c'd anche il "viaggio definitivo" di
don Juan, che dopo gli ultimi
insegnamenti al discepolo
predestinato ascende al sielo in forma
di sfera di fuoco: prefigurazione di
unlaltra morte, narrata da un uomo
che si sentiva anch'egli sulla soglia
det LATO ATTIVO DELL'INFINITO.
orCfrRt0$C[$Iff{t0[nrnoulrn
p||BBil0nloI P0ltntutt$lttllll0,H$0[t
[tt il1ilt,t[$tc0]100lllttt00ttP0ItRt,
It[01t00ttn0t|lH,l[r[0c00lt
PR0r0t[0,t]tnItil $00lllRt,Itil$taRlIl.
# Prefazione
Sintassi
X'issandole sueequazioni
un uomo dichiard cheI'universo avevaalrrto un inizio.
C'erastataun'esplosione,disse.
Un'esplosioneprimordiale e I'universo era nato.
E si sta espandendo,aggiunse.
Calcoldperfino la durata della sua esistenza:
dieci miliardi di rivoluzioni della Tbrra intorno al sole.
Uintero globoapplaudi;
stabilirono chei suoi calcolierano scienza.
NessunopensdchesuggerendoI'ideadell'inizio
dell'universo
quell'uomoavevasemplicementerispecchiatola sintas-
si della sua lingua madre;
una sintassi che esigeun inizio, comela nascita, e uno
wiluppo, comela maturazione,
e una fine, comela morte, in qualitd di fatti.
Uuniverso d nato
e sta invecchiando,ci assicurdI'uomo,
e morirb, cosicomemuoionotutte le cose,
come lui stesso mori dopo aver eonfermato a livello
matematico
la sintassidella suaIinzua madre.
Ealtra sintassi
Uunirerso d dawero iniziato!
I-,iateoria dell'esplosioneprimordiale d esatta?
Questenon sonodomande,anchesepossonoapparire
tali.
E la sintassicheha bisognodi un inizio, uno wiluppo e
una fine comeaffermazioni del fatto chesolola sin-
tassiesiste?
Questad la vera domanda.
Ci sonoaltre sintassi.
Ce n'd una, per esempio,cherichiede chevari livelli di
intensitd sianoaccettati comefatti.
In questasintassiniente inizia e niente finisce;
di conseguenza,la nascita non d un evento chiaro
e ben definito,
ma uno specificotipo di intensitir,
eosicomelo sonola maturitd e la morte.
Esaminandole sueequazioni,un uomo clitale sintassi
scopre
di aver calcolatouna varieth sufficiente tii livelli di in-
tensitd
per poter affermare coneertezza
cheI'universonon d mai iniziato
e non finiri mai,
ma chebpassato,sta passandoe passerb
attraverso infinite fluttuazioni di intensitd.
Quell'uomo potrebbe giungere alla conclusione che
I'univelso stesso
b il carrodell'intensith
e checi si pud salire a bordo
per viaggiareattraverso carnbiamentisenzafine.
Egli trarrd tale conclusione,e molte altre,
senzamagari rendersiconto
chesta semplicementeconfermando
Ia sintassidella sualinsua madre.
@ tntroduzione
Questolibro d una raceoltadi eventimemorabilidel-
la mia esistenza.Li ho riuniti seguendole indicazionidi
donJuan Matus,uno sciamanoindianoYaquioriginario
del Messico,un maestrocheper tredici anni ha cercato
di rendermi accessibilel'uniuersoconoscitiuodegli scia-
mani chevivevanonell'anticoMessico.Egli mi suggeridi
procedereatale raccoltaeomesesi fossetrattato di urt'i-
deadeltutto casuale,qualcosachegli eravenutoin men-
te all'improwiso. Il suo stile di insegnamentoera pro-
prio questo:don Juan celavaI'importanza dellesuema-
novre tlietro un aspettopir) terreno, e nascondevaI'im-
portanzadelsuoobiettivo,presentandolacomequalcosa
di simile allefaccendedellavita quotidiana.
Con il passaredel tempo don Juan mi riveld che gli
sciamani dell'antico Messicoavevanoconcepitoquesta
raccolta di fatti memorabili comeuna sorta di accorgi-
mentobonafid,eper seuoterele traccedi encrgiacheesi-
stonoall'interno del s6.Essi ritenevanochetale energia
CARLOg CASTANEDA
avesseorigine nel corpo evenissepoi spostata,,allonta-
nata e spinta fuori dal suocampod'azionedallecirco-
stanzedella l'ita quotidiana. In questo senso,per don
Juan e per gli sciamanidel suolignaggio,la raccroltadi
eventimemorabiliera un mezznper reimpiegarela loro
energiainutilizzata.
II reouisito fondamentaleper questa raccolta era il
gestosinceroe totale di riunire I'insieme globaledelle
proprie emozioni e realizzazioni, senza risparmiarsi
nulla. SecondodonJuan, gli sciamanidelsuolignaggio
eranoconvinti chetale raccoltafosselo strumento del-
la sistemazioneemozionaleedenergeticanecessariaper
awenturarsi nell'ignoto,avendoa disposizionela sag-
gezzadellapercezionenell'ignoto.
Don Juan definiva I'obiettivofinale dellaconoscenza
sciamanicacheeglipossedevacomela preparazionene-
eessariaper affrontarc i uiaggi,odefinitiao, quello ciod
che ogni essereumano deveintraprendere al termine
dellapropria esistenza.Mi spiegbchegraziealla loro di-
sciplina e alla risolutezzache li animava, gli sciamani
eranoin gradodi mantenerela loro consapevolezzae tl,
loro scopoanchedopo la morte. Per tutti loro, quello
stato vago e idealistico che I'uomo moderno definisce
"vita dopola morte" erauna regionerealecaratterrzz&-
ta da affari pratici di tipo diverso da quelli della vita
quotidiana ma dotati di una praticitb funzionalesimile.
Don Juan era certo cheraccoglieregli eventi memora-
bili dell'esistenzarappresentasseper gli sciamarrila
preparazioneal lor.oingressoin quellaregionerealeche
essichiamavanoiLlato attiuo dell',inJinito.
Un pomeriggio,don Juan e io stavamoparlandosot-
to la sua ramacla,un riparo f'atto di bastoni sottili e
bambi, simile a un porticato in gr.adodi proteggereal-
menoin parte dal solernadeltutto inutile per la pioggia.
Alcune cassepiccolee resisteritiservivanoda panchine;
i segni dei marchi a fuoco, ormai svaniti, sembravano
10
INTRODUZIONE
scmplici ornamenti pii che segni di identifrcazione.Io
erosedutosuuna di quelle,conla schienaappoggiataal
lato anteriore della casa;don Juan era su un'altra, ap-
poggiatoa uno dei pali chesostenevanola ramada.Es-
sendoarrivato pochi minuti prima in auto, dopo aver
guidatoper I'intera giornata conil caldoeI'umiditd, mi
sentivoneruoso,irrequieto e madidodi sudore.
Non appena mi secletticomodamentesulla cassa,
clonJuan simiseaparlaree,conun ampiosorriso,com-
mentdchedi solito le personesowappesonon sannoco-
mecombattereil grasso.Il sorr.isochegli aleggiavasul-
le labbra mi fececapire chenon stavaaffatto scherzan-
do: in una maniera diretta e al tempo stessovelata mi
stavafacendonotare cheero sotr.appeso.
Ero cosinervosochescivolaidalla mia cassae andai
a sbattereeontro il muro sottile della casa,scuotendola
fin nellefondamenta.Don Juan mi rivolseuno sguardo
interrogativo e inveeedi chiedermi se stavo bene, mi
tranq.atllizzddicendochenon gli avevorotto la casadi-
lungandosi a spiegarmi che quella era solo un rifugio
temporaneoe chein realtd lui vivevada un'altra parte.
Gli chiesidoveabitavaelui si limitd a fissarmi. Pur sen-
za essereostile,ii suo sguardovolevaessereun fermo
deterrentenei confronti delledomandeimproprie. Non
capivocosavolesseda me e stavo per ripetergli il rnio
quesito,ma lui mi bloccd.
"Da
questeparti non si fanno domandedel genere"
dichiard in tono deciso."Puoi chiederequalunquecosa
in merito alle proceduree alle idee.Quandosardpron-
to a dirti dovevivo, semai lo sard, te lo dird senzache
tu debbachiedermelo."
Mi sentii respinto e awampai, offeso.I-.iarisata di
don Juan ingrandi all'infinito Ia rnia sofferenza:oltre
ad avermi rifiutato, mi avevainsultato e deriso.
"Per il momentoabito qui perch6questodun eentro
magicoo riprese, incurante del mio disappunto. "In
realth,ci abitoper causatua."
11
CARLOS CASTANEDA
Quelladichiarazionemi disarmd; non riuscivo a cre-
derci. Pensaiche il mio interlocutore volessesemplice-
menteplacarela mia irritazione.
"Abiti dawero qui a causamia?" Chiesialla fine, in-
capacedi trattenere la curiositd.
"Si" mi rispose in tono pacato. oDevoeducarti. 1r
seieomeme. Ti ripeterd quellocheti ho gib detto: la ri-
cercadi ogni nagual in ciascunagenerazionedi strego-
ni consistenel trovare un uomoo una donnache,al pa-
ri di lui, mostri una doppia struttura energetica;io ho
visto in te questa caratteristiea, alla stazionedegli au-
tobus di Nogales.Quandovedola tua energia,vedodue
sferedi luminositi sowapposteuna sopraI'altra, eque-
sto aspettoci lega insieme.Io non possorespingerti co-
si cometu non puoi allontanarmi."
Le sueparole scatenaronoin me una forte e strana
agitazione:un attimo prima ero furioso, adessovolevo
piangere.
Don Juan eontinud,spiegandoeheavevaintenzione
di iniziarmi a quella che gli stregoni chiamanola uita
deiguerrieri, sostenutodalla forza della zonain cui vi-
veva, che era il fulcro di potenti emozioni e reazioni.
Personeinclini alla guerra vi avevanovissuto per mi
gliaia cli anni, impregnandola terra del loro coinvolgi-
mento nei eonfronti della guerra.
All'epocavivevanellostato di Sonora,nel Messicodel
nord, circa centocinquanta chilometri pir) a sud della
cittd di Gua;'rnas.Andavo sempre a trovarlo nella spe-
ranzadi proseguireil mio lavorodirettamente sul campo.
"Devo entrare in guerra?" gli chiesi, sinceramente
preoccupato,quando mi annuncid cheun giorno o I'al-
tro awei avuto bisognodel coinvolgimentonei confron-
ti della guerra. Avevogi) imparato a prenderesul serio
qualunquecosami dicesse.
"Puoi scommetterci" mi rispose sorridendo. ..Non
appenaawai assorbitotutto cib chec'd da assorbirein
questazona,io mi trasferird."
T2
TNTRODUZIONE
Non avevoalcun motivo per dubitare dellesueparo-
le, ma al tempo stessonon riuscivo a immaginare che
potesseandarseneda qualchealtra parte. Egli era par-
te integrante di ogni cosache1ocircondava.Ira suaabi-
tazione,tuttavia, sembravaun riparo temporaneo:era
la tipica baracca degli agricoltori Yaqui, fatta di can-
niccio ricoperto di argilla e fango, eonil tetto piatto ri-
vestito di paglia. Una stanza serviva per mangiare e
dormire, I'altra erauna cucinapriva di tetto.
"E molto difflrcileaverea chefare conIepersoneso-
wappeso>esclamda un tratto.
Sembravauna frase del tutto estraneaal resto della
eonversazione,ma in realtb non lo era: don Juan era
semplicementetornato all'argomento di cui stava par-
landoprima cheio lo interuompessiscivolandocontro la
paretedellasuacasa.
"Un attimo fa hai colpito la mai dimora eomeun
proiettile da demolizione"osservd,scuotendolentamen-
te il capo.,"Cheimpatto...degnodi un grassone!"
Ebbi la spiacevoleimpressionechestesseparlandodi
me eomesenon si facessepit illusioni e mi affrettai ad
assumereun atteggiamentodifensivo.Lui ascoltbcon
una smorfia le mie affannate spiegazionisul fatto cheil
miopesoeradeltutto normaleperla mia struttura ossea.
..8 verooconcessein tono divertito. "I-letue ossaso-
no molto grandi, potresti andartene in giro con altri
quindici chili addossoe nessunoci farebbecaso.Io non
me ne accorgerei."
Dal suo sorrisobeffardo si capiva che mi giudicava
decisamentegrasso.Mi chiesedella mia salutein gene-
rale e io continuai a parlare, eercandodisperatamente
di evitare qualunqueulteriore commentosul mio peso.
trr lui a cambiarediscorso.
"Che c',bdi nuovoa proposito delletue eccentricitde
aberrazioni?"mi chiesecon espressioneimpenetrabile.
Comeun idiota gli risposi chestavanobene."Eceen-
triciti e aberrazioni" erano il modoin cui etichettavai
13
CARLOg CASTANEDA
miei interessi di collezionista.fn quel periodo ero tor-
nato a dedicarmi con zelo rinnovato a un'attivitA che
avevosempre apptezzato: collezionare tutto quello che
si potevacollezionare.Raccoglievoquindi giornali, fran-
cobolli,dischi e oggetti tlella Secondaguerra mondiale,
per esempiopugnali,elmetti,bandiere...
"Uunica cosachepossodirti sulle mie aberrazioni d
chesto eercandodi vendereIemie collezioni"gli risposi
con il tono di un martire costretto a compierechissd
qualegestoorrendo.
..Essereun collezionistanon d una brutta idea" mi
consold,comese ei credessedawero. "Il
problema non
bI'abitudine in s6,quantogli oggetti stessicheraccogli:
tu conservirobacciada nulla, coseprive di valore cheti
tengonoprigioniero cosicomefa il tuo cane.Non puoi
mollare tutto e andartenese devi prenderti eura di un
animaleo preoccuparti della sorte a euivanno incontro
le tue raccoltesetu non seinei paraggi."
"Credimi, don Juan, sto seriamenteeercandodegli
acquirenti" eercaidi difendermi.
..No, no, non devi pensareche ti sto aceusando"ri-
batt6lui. ..Adire il vero,io apprezzoil tuo spirito da col-
lezionista,d solochenon mi piaccionole tue collezioni,
tutto qui. Mi piacerebbefar lavorareil tuo occhioda col-
lezionistaevorrei proporti una raccoltavalida."
Don Juan feceuna lunga pausa.Sembravachestes-
se cereandole parole giuste, o forse era solo un'esita-
zionestudiata, fatla proprio al momentogiusto. Mi ri-
volseuno sguardoprofondoe penetrante.
"Ogpi guerriero ha il doveredi raccogliereun album
speciale,un album cherivela la sua personalitd e testi-
monia le circostanzedella suavita."
"Per qualemotivo la chiami collezioneo album?" gli
domandaiincuriosito.
"Perch6b entrambele cose,ma soprattutto perch6d
un album di immagini messeinsieme dai ricordi, riea-
vate cioddal ricordo di awenimenti memorabili."
74
INTRODUZIONE
"Questi eventimemorabililo sonoper qualcheragio-
ne specifica?'gli domandai.
..Lo sonoperch6rivestonoun signifrcatoparticolare
nell'esistenzadi un individuo. Ti propongo di mettere
insiemequestoalbum inserendoviil resocontocompleto
dei vari awenimenti chehanno avuto per te un profon-
do signifrcato."
"Ma tutti gli eventi lo hanno avuto!" dichiarai con fo-
ga, rendendomicontoda solodi quanto apparivotronfio.
..Non proprio" mi eorresse sorridendo, immensa-
mente divertito dalle mie reazioni. ..Non tutti i fatti
della vita hanno avuto per te un significato profondo.
Perbcene sonoalcuni cheritengo ti abbianocambiato,
illuminando il tuo sentiero: si tratta in generedi que-
stioni impersonali e al tempo stessoestremamenteper-
sonali."
"Don Juan, nonvorrei darti l'impressionechestofa-
cendoil diffrcile, ma ti assicurochetutto cidchemi dac-
caduto rispondea tali requisiti" proseguii, consapevole
di mentire.
Subito dopoaverfatto questadichiarazioneaweivo-
luto scusarmi, ma don Juan non mi prestd Ia minima
attenzione:era eomesenon avessiapertobocca.
"Non devi pensarea questoalbum in modobanaleo
eomesefosseun futile rifacimento delleesperienzedel-
Ia tua vita" mi awisd.
Inspirai a fondo, chiusi gli occhi e cercai di placare
la mente. Stavo confabulandofreneticamente eon me
stessoin merito al mio problema insolubile: ero certo
che visitare don Juan non mi piacesseaffatto. In sua
presenzami sentivo minacciato, perch6 era solito ag-
gredirmi verbalmentee non mi permettevadi mostrare
in alcunmodoil mio valore.DetestavoperdereIa faccia
ogni volta che aprivo la boccae non sopportavodi ap-
parire uno stupido.
Dentro di me c'era perb urt'altra voce,cheproveniva
da un luogopit profondoe remoto,quasiimpercettibile.
15
CAR,LOS CASTANEDA
Nel bel mezzodelfuocodi fila deldialogoconsapevo-
le sentiimestessodire cheeraormai troppo tardi per fa-
re marciaindietro. In realtd quellachepereepivononera
la mia voceenon si trattava nemmenodeimiei pensieri:
era una vocesconosciutachemi awisava di essermior-
mai addentratotroppo a fondonel mondodi don Juan e
mi spiegavacheavevobisognodi lui pii chedell'aria.
"Puoi dire quello che r,rroi,ma se tu non fossi cosi
centrato nell'ego,non saresti cosi distrutto" sembrava
sussurrarmi.
"Questa d la voceclell'altra tua mente, dichiard in
quelprecisoistantedon Juan, comesemi avesseletto
nelpensiero.
Sussultai e la mia paura era cosi intensa che mi ri-
trovai congli occhicolmi di lacrime. Gli confessaila ve-
ra causadella mia confusione.
"Il tuo conflitto b del tutto naturale" mi rassicurd.
"Credimi, io nonlo esasperoaffatto, non sonocerto il ti-
po...Potrei raccontarti molte storie su quellochemi fa-
cevasempreil mio maestro,il nagual Julian. Lo dete-
stavocontutte lemie forze.Sai,eromolto giovane,eve-
devoche le donnelo adoravano,si donavanoa lui con
estremafacilitd; io mi limitavo a salutarle e loro mi ag-
gredivano,feroci comeleonesse.Mi odiavanoin manie-
raviscerale,cosicomeadoravanolui. Comecredichemi
sentissi9"
"In che modo sei riuscito a risolverequestoconflit-
to?" gli chiesi,con qualcosadi pit di un sempliceinte-
resse.
"Non ho mai risolto un bel nulla. Questoconflitto, o
in qualunquealtro modolo vuoi chiamare,era il risul-
tato della battaglia fra le mie due menti. Ogni essere
umanopossiededuementi: una dcompletamentenostra
ed d simile a una vocedebolecheci porbasempreordi-
ne,direzioneeuno scopopreciso;I'altra dinvecewain-
stallazione estraneache ci porta conflitti, arroganza
dubbi e disperazione".
16
INTRODUZIONE
La fissazionesulle mie concatenazionirhentali era
cosiintensa chemi ero persotutto quellochedon Juan
avevadetto: anchesericordavo con estrema chiarezza
ognuna delle sueparole, essemi parevanoprive di si-
gnificato. Esprimendosiin tonopacatoefissandomine-
gli occhi,don Juan mi ripetd cid cheavevaappenadet-
to, ma anchein questocasonon riuscii a capirlo, inca-
pacedi focalizzarcla mia attenzionesullesueparole.
"Per qualchestranomotivo, non riescoa concentrar-
mi su quello chemi stai dicendo"gli confessai.
"Capisco
perfettamente perch6 non ci riesci e un
giorno lo capirai anchetu, nell'attimo stessoin cui ri-
solveraiil conflitto in merito al fatto cheio ti piacciao
meno;quel giorno smetterai di essereI'io-io centro del
mondo,,mi disse.sorridendobeato.
"Nel frattempo, mettiamo da parte I'argomentodel-
le nostre due menti e torniamo a parlare di comepre-
parare il tuo album di eventi memorabili. Devi sapere
cheun album delgeneredun eserciziodi disciplina eim-
parzialitd: consideraloun atto di guerra".
I-lasuaaffermazione,cheil mio conflitto sul fatto che
lui mi piacesseo meno,sarebbescomparsonon appena
avessiabbandonatoil mio egocentrismo,mi sembrddel
tutto inaccettabile.Anzi, mi reseancorapir) frustrato e
colmo di rabbia. Non appena Io sentii parlare dell'al-
bum comeatto di guerra, lo aggredii contutto il veieno
cheavevoaccumulato.
..0 gre,diffrcile capire il concettodi una raccolta di
fatti e, comesenonbastasse,lo chiami album e dici che
d un atto di guerra... per me d troppo! Le metafore ec-
cessivamenteoscureperdonoil loro significato."
"Che strano, per me d esattamenteil contrario!" ri-
batt6lui in tono pacato. "Ritengo molto significativo il
fatto cheun album sia un atto di guerra e vorrei cheil
mio non fossenient'altro cheun atto di guena.>>
Awei voluto eontinuare a perorare Ia mia causa,
spiegandoglichecapivoquel concetto,ma ero contrario
t7
CARLOS CASTANEDA
al modostrano in cui me lo stavadescrivendo.All'epo-
ca ritenevo di essereun difensoredella chiarezzae del
funzionalismonell'usodel linguaggio.
Don Juan non fecealcun commentosul mio umore
ostilee si limitd a scuotereil capo,comesefossepiena-
mented'accordocon me. Dovevoessermiritrovato pri-
vo di energia, o forse ne ricevetti una dosemassiccia,
perch6 all'improwiso, senzail minimo sforzo mi resi
conto della futilitb delle mie esternazionie sprofondai
nell'imbarazzopii. totale.
"Per quale motivo mi comporto cosi?" domandai a
donJuan in tono sincero.In quelmomentoeroa dir po-
coconfusoe talmente sbalorditodalla mia scopertache
scoppiaiin lacrime.
"Non preoccuparti per i dettagli pii stupidi,' si af-
frettd a rassicurarmi. "Ogpuno di noi, maschioe fem-
mina, d fatto cosi."
"Vorresti dire cheper natura siamotutti meschinie
contraddittori?"
"Al contrario: le nostre meschinitd e le nostre con-
traddizioni sonoil risultato di un conflitto trascenden-
tale cheaffligge tutti noi, ma di cui sologli sciamaniso-
no dolorosamenteedisperatamenteconsapevoli:si trat-
ta del conflitto dellenostre duementi."
Don Juan mi lancid un'occhiatadi sbiecocon i suoi
occhisimili al carbonepii nero.
"Mi hai gid parlato delleduementi, ma il mio cervel-
lo non riescea registrare le tue parole.Perch6"?
"Lo scoprirai al momento grusto" mi rispose. "Per
ora b sufficientecheio ti ripeta cid cheti ho gid detto in
merito alleduementi: una dla nostravera mente,il pro-
dotto dellenostre esperienzedi vita, quellacheparla di
rado perch6 d stata sconfitta e relegata nell'oscuriti.
Ualtra, quellacheusiamoogni giornoper qualunqueat-
tivite quotidiana, durt'installazioneestranea."
"Il nocciolodella questioned cheil concettodi men-
te eomeinstallazioneestraneadcosibizzarro chela mia
18
INTRODTIZIONE
stcssamente si rifiuta di prenderlo sul serio" gli confi-
rlai, certo di averfatto una vera e propria scoperta.
Don Juan non fececommenti e riprese la sua spie-
gizione comeseio non avessinemmenoaperto bocca.
"Per risolvereil conflitto delleduementi occorreave-
ro l'intenzione di farlo. Gli sciamani evocanoI'intento
;rronunciandoa vocealta e chiara la parola intento: d
una forza cheesistenell'universo,e quandogli sciama-
ni la evocanosi presentaa loro e predisponeil sentiero
lrer la realizzazione.Questo significa che gli sciamani
rieseonosemprea fare quellochevogliono."
"Vorresti dire che gli sciamani ottengono sempre
quelloche desiderano,anchesesi tratta di qualcosadi
meschino,triviale e arbitrario?" gli chiesi.
"Nient'affatto! Uintento pubessereevocatoper quii-
lunque motivo, ma gli sciamanihanno imparato a loro
speseche.si presentaa loro solo per qualcosache d
astratto. E la loro valvola di sicurezza,senzala quale
sarebberoinsopportabili. Nel tuo caso,evocarel'inten-
to per risolvereil conflitto delletue due menti o sentire
la vocedella tua vera mente non d una questioneme-
schina,triviale o arbitraria: al contrario, d astratta ed
eterea,e rivesteper te un'imporbanzafondamentale."
Dopo una brevepausa, don Juan riprese a parlare
dell'album.
"Essendoun atto di guerra, il mio album ha richie-
stouna selezionepiir cheattenta. Adessoduna raccolta
precisadei momenti indimenticabili dellamia esistenza
e di tutto cid chemi ha portato fino a essi.AI suointer-
no ho contratto tutti gli eventichehannoaurto e awan-
no un significato per me. Ritengo che I'album di un
guerriero sia qualcosadi pii concreto,talmente mirato
da esseredistruttivo."
Non avevoidea di eosavolessedon Juan, eppureIo
capivoalla perfezione.Mi suggeridi sedermida soloedi
lasciar fluire liberamentei miei pensieri, i ricordi e le
idee.Mi raceomandddi fare uno sforzoaffinch6la voce
19
CANLOS CASTANEDA
del profondo del mio esseresi facessesentire e mi di-
cessecosascegliere,poi mi ordind di entrare in easae
stendermisul letto di cassedi legnoe sacchidi juta, che
fungevanoda materasso.Il corpomi doleva,e quel gia-
ciglio si riveld molto confortevole.
Seguii il suo suggerimentoe cominciai a pensareal
mio passato,cercandogli awenimenti che avevanola-
sciatoun segno.Mi resi subito contocheI'affermazione
che tutti gli eventi della mia vita avevano avuto un
profondo signifrcato era un'assurditd. Mentre mi co-
stringevoa ricordare, scoprii chenon sapevonemmeno
da cheparte cominciare.La mia mentefiltrava un'infr-
nitb di pensierie ricordi non legati fra loro. Non riusci-
vo a capireseavesseroo menoun significato per me.In
realtd avevoI'impressioneche niente avesseil bench6
minimo significato; mi sembravadi aver vissuto come
un cadaveredotato della capacitddi camminaree par-
lare, senzaprovaremai nulla. fncapacedi concentrarmi
per cercaredi raggiungereil mio obiettivo, dopoun va-
no tentativo rinunciai e mi addormentai.
"Ci seiriuscito?" mi chiesedon Juan quandomi sve-
gliai, ore dopo.
Invecedi sentirmi benedopo aver dormito e riposa-
to, ero ancoradi malumoree aggressivo.
..No,non ci sonoriuscito" ringhiai.
"Hai sentito quellavoceprovenientedal profondo del
tuo essere?"
"Credodi si" mentii.
"E checosati ha detto?"mi domandd,ansioso.
"Non ricordo" borbottai.
"Sei tornato nella tua mentequotidiana", mi spiegd,
battendomi conforza sulla schiena.,,Itatua mentequo-
tidiana ha ripreso il soprawento. Cerchiamo di rilas-
sarla parlando della tua collezionedi eventimemorabi-
li: devoawisarti chela sceltadi quelli da inserirenel tuo
album non d affatto facile. E per questomotivo cheho
detto chesi tratta di un atto di guerra: per saperecosa
20
INTRODUZIONE
sceglieredeviriesaminarete stessoda cima a fondo per
una decinadi volte."
Soloallora, per un breveistante, riuscii a capire che
possedevodue menti, ma era un pensierocosivago che
lo persi subito. Mi rimase soltanto la sensazionedi non
esserein grado di soddisfarela richiesta di don Juan.
Invece di accettarecon grazala mia incapacitd, le
permisi di trasformarsi in una vera e propria minaccia.
In quel periodo la mia vita sembravadominata dal bi-
sognodi mettermi in buona luce ed essereincompeten-
te equivalevaa essereun perdente,cosaper me intolle-
rabile. Dato chenon sapevocomerisponderealla sfida
lanciata da don Juan feci I'unica cosache sapevofare:
mi arrabbiai.
"Devoancorapensarcisopra,devoconcedereallamia
mentetutto il temponecessarioper adattarsi all'idea."
"Certo, eerto" si affrettd ad assicurarmi. "Prenditi
tutto il tempo necessario,ma fa' presto."
In quell'occasionenon aggiungemmoaltro. Giunto a
casa,me ne dimenticai completamentefinch6 un gior-
no, nel bel mezzodi una conferenzaa cui stavo assi-
stendo,I'ordine imperiosodi cercaregli eventimemora-
bili della mia esistenzami colpi comeuna scossa,uno
spasmofrsicocheagitd il mio corpodalla testa ai piedi.
Mi misi al lavoroconimpegno.Mi civolleromesiper
rivederele esperienzecheritenevo avesseroun notevo-
le significatoper me.Esaminandola mia collezionemi
resi contodi occuparmisolodelleideechenon avevano
alcuna sostanza.I fatti che ricordavo erano solovaghi
punti di riferimento chetornavano alla memoriain ma-
niera astratta. Venni assalito dal terribile sospettodi
esserestato allevato in modo da agire senzaprovare
mai nulla.
Uno degli eventipit vaghi chevolevorenderememo-
rabile a tutti i costi era il giorno in cui avevosaputo di
esserestato ammessoai corsi universitari dell'UCIiA.
Per quantomi sforzassi,non riuscivoa rammentareco-
27
CARLOS CASTANEDA
saavessifatto in quellagiornata, chenon era stata spe-
cialee nemmenointeressante.Thttavia avevola convin-
zionechedovevaper forza esserestata particolare. Ini-
ziareI'universitb awebbedomto rendermi feliceeorgo-
gliosodi me stesso,ma non fu cosi.
IJn altro esempiodella mia raccolta era il giorno in
cui per poco non sposaiKay Condor.In realtd quello
non era il suovero nome,Io avevacambiatoperch6vo-
leva fare I'attrice. Il suo passaportoper il successoera
dato dalla somiglianzacon Carole Lombard. Quella
giornata mi sembrdmemorabilenon a causadegli awe-
nimenti chesi verificarono, ma perch6lei era bellissima
e voleva sposarmi.Il fatto che fossepii alta di me la
rendevaaneorapir) interessanteai miei occhi.
Ero emozionatoall'ideadi sposareuna donnacosial-
ta, con una cerimonia in chiesa. Presi a nolo uno
smoking griglo conpantaloni piuttosto larghi: non era-
no scampanatima semplicementelarghi e il loro aspet-
to mi dava molto fastidio. Un'altra cosache mi distur-
bavaimmensamenteerala lunghezzaeccessiva(almeno
tre centimetri di troppo) dellamanichedellacamiciaro-
sa che avevoacquistato per I'occasione.Dovetti usare
un paio di elasticiper tenerlesu.A parte questidetta-
gli, tutto il resto fu perfetto fino al momento in cui gli
ospitie io scoprimmocheKay Condor.sier.apresapau-
ra e non si sarebbefatta vedere.
Essendouna signoracivile ed educata,mi manddun
biglietto di scusetramite un corrierein motocicletta:mi
scrisseehenon credevanel divorzioe non potevalegarsi
per la tutta lavita a qualcunochenon condividevala sua
visione del mondo. Mi ricordd che ogni volta che pro-
nunciavo la parola
"Condor" f'acevouna smorfia, mo-
strando cosi una totale mancanzadi rispetto nei suoi
confronti e mi informd di averdiscussola faccendacon
sua madre. Entrambe mi volevanomolto bene,ma non
al punto da permettermi di entrare a far parte dellaloro
famiglia. Con saggezzae coraggioconcluseeheentram-
22
INTRODUZI0NE
bi dovevamorinunciare in tempo a un cattivo affare.
Ero rimasto completamentestordito. Quandocerca-
vo di riportare alla memoria quella giornata, non riu-
scivoa ricordare semi ero sentito terribilmente umilia-
to per essererimasto solo davanti a una folla di gente,
conil mio smokinggriglo conpantaloni enormi presoa
nolo, o seinveceero annientato dal fatto cheKay Con-
dor non mi avevapii voluto sposare.
Quei due eventieranogli unici cheriuscivo a isolare
conuna certa chiarezza.Erano esempiben miseri, ma,
dopoaverli riesaminati, riuscii a riformularli comerac-
conti di accettazionefrlosofica.Consideravome stesso
comeuna personache attraversa I'esistenzasenzapro-
vare veri sentimenti, animato soloda una visioneintel-
lettuale delle cose.Prendendoa modellole metafore di
don Juan, me necostruii persinouna deltutto persona-
Ie: ero un essereche conducevaIa sua esistenzain ma-
niera preeariarispetto a cib cheawebbedotrrto essere.
Ero convinto,per esempio,che il giorno in cui mi
avevanopresoall'UCI-iA awebbedor,rrtorappresentare
una giornata memorabile,e dato che non Io era stata,
facevodel mio meglioper attribuirle un sensodi impor-
tanza cheerobenIungi dal sentire.Una cosasimile ac-
caddeil giorno in cui awei dovuto sposareKay Condor.
Quella chein teoria awebbedovuto essereun'esperien-
za devastante,non lo era stata per nulla.
Quando Ia richiamai alla mente, mi resi conto che
non c'era nulla e cominciaia lavorarecon grandeim-
pegnoper creare cid che awei dovuto sentire a livello
emotivo.
Non appenaarrivai a casadi don Juan, gli presentai
i miei due esempidi fatti memorabili.
"Queste sonosolo sciocchezze"ribatt6. oNon vanno
affatto bene,sonostorie chesi riferiscono soloedeselu-
sivamentea te come a una persona che pensa, prova
emozioni, piange o non senteun bel nulla. Gli eventi
memorabili dell'album di uno sciamanosonofaccende
23
CARLOS CASTANEDA
in grado di sostenerela prova del tempo,perch6anche
senon hanno nulla a chefare conlui al tempo stessolo
coinvolgonoper tutta la suavita, eforseancheoltre, ma
non a livello personale."
Le sueparolemi lasciaronodistrutto e sconfrtto.Al-
I'epocacredevodawero che don Juan fosseun vecchio
intransigentechesi divertiva in modoparticolare a far-
mi sentirestupido. Mi ricordavaun artigiano cheavevo
conosciutonella fonderia di uno scultoredovelavoravo
quando frequentavo la scuola d'arte. Quell'artigiano
era solitocriticare etrovare difetti in tutto cidchei suoi
apprendisti pii esperti facevano,esigendoche correg-
gesseroil loro lavoroin basealle sueindicazioni.Gli ap-
prendisti non facevanoaltro chegirarsi e fingere di ap-
porre le modificherichieste.Ricordo ancoraconquanta
gioia dichiarava,vedendosipresentarelo stessoidenti-
colavoro:"Adessoci siamo!".
"Non prendertela" mi consolddon Juan, strappan-
domi ai miei ricordi. "Ai miei tempi mi trovavonelletue
stessecondizioni. Per anni non seppi eosa scegliere,
convintodi non possedereesperienzetra cui compierela
mia selezione;mi sembravachenon mi fossemai capi-
tato nulla. Naturalmente, mi era suecessotutto, ma
nello sforzo di difendereI'idea che avevodi me stesso,
non avevon6 il tempo n6 la disposizionegiusta per di-
ventareconsapevoledi qualcos'altro.',
"Potresti dirmi conprecisionechecos'hannodi sba-
gliato le mie storie?Sobenissimochesonobanali, ma il
restodellamia vita duguale."
.Ti ripeto chele storiedell'album di un guerrieronon
sonopersonali, la storia del giorno in cui ti hanno ac-
cettato all'UCLA non d altro che la tua affermazione
chetu seial centro di ogni cosa.Tr senti, tu non senti,
ti rendi conto,non ti rendi conto...Capiscicosavoglio
dire? Irtta la storia seisolotu!"
..Macomepotrebbeesserealtrimenti?o
"Nell'altra storia hai quasi sfiorato cid cheintendo,
24
INTRODIIZIONE
ma I'hai trasformato ancora in qualcosadi estrema-
mente personale.So benissimoche sei in grado di ag-
giungerealtri dettagli, ma sarebberosoloun'estensione
dellatua persona,nient'altro."
"Se devoesseresincero,non riescoproprio a capirti"
obiettai. "Ogni storia vista attraversogli occhidi un te-
stimonedev'essereper forzapersonale."
..Si, certo', ammisesorridendo, deliziato come sem-
pre dalla mia confusione."In questocasoperdnon sono
adatte all'album di un guerriero, pur essendoindicate
per altri scopi. Gli eventi memorabili che stiamo cer-
candodi rintracciare hanno il toccooscurodell'imper-
sonalecheli permea.Non sapreiin chealtro modospie-
gartelo."
Convinto di avera'mto un attimo di ispirazione,cre-
detti di avercapitocosaintendevaper ,.toccooscurodel-
l'impersonale":dovevatrattarsi di qualcosadi morboso.
Per me era quello il significato dell'oscuritd e gli rac-
contai quindi una storia cherisaliva alla mia infanzia.
Uno dei miei cugini pii grandi, studente di medici-
na, lavoravacomeinterno eun giorno mi portd a visita-
re I'obitorio. Mi assicurdcheun giovanecomeme aveva
il doveredi vederei morti, perch6 era uno spettacolo
educativochedimostravala transitorietd dellavita. In-
sistette a lungo per convincermi:pir) mi ripeteva quan-
to siamo insignificanti da morti, pir) mi incuriosivo.
Non avevomai visto un cadaveree la curiositd ebbeil
sopralvento, al punto checedetti e andai conlui.
Mi mostrd vari cadaveri,riuscendoa terrorizzarmi.
Non trovai nulla di educativoo illuminante in quei cor-
pi, che erano la cosapii spaventosache avessimai vi-
sto. Mentre parlava con me, mio cugino continuava a
sbirciareI'orologio,comesestesseaspettandoqualcuno
chedovevaarrivare da un momentoall'altro. Era chia-
ro chevolevatrattenermi in quel luogo pii a lungo di
quanto mi awebbero permessole mie forze. Dato che
avevomolto spirito di competizione,ero eonvinto che
25
CARLOS CASTANEDA
stessemettendoalla prova la mia resistenza,la mia vi-
rilitd. Strinsi i denti e decisidi tener duro fino alla fine.
La fine arrivd in una maniera chenon mi sarei mai
sognato:un cadaverericoperto da un lenzuolo si alzb
conun rantolo dal tavolo di marmo su eui era stesoco-
metutti gli altri, quasivolessemettersi a sedere.Il ver-
sochegli sfuggi era cosiorrendochemi rimaseimpres-
soeomeun marchioinfuocato e resterdper semprenel-
la mia memoria.Mio cugino,medicoe scienziato,mi
spiegbcheera il cadaveredi un uomomorto di tuberco-
losi: i bacilli gli avevanodivorato i polmoni, lasciando
enormi buchi colmi d'aria. Quandola temperatura del-
I'aria cambiava,il corpo veniva in pratica costretto a
sollevarsio venivapresodalleeonmlsioni.
..Non ci siamoancora>obiettd don Juan, scuotendo
il capo...i solouna storiasullatua paura.Io stessosa-
rei stato terroizzato. Uno spaventodel generenon d
perdin grado di illuminare il sentierodi nessuno.Sono
curiosodi saperechecosati d successo."
"Mi misi a strillare comeuna banshee.Mio cuginomi
accusddi essereun codardoe un vigliacco perch6 na-
scosiil viso sul suopetto e gli vomitai addosso."
Stavo decisamenteseguendoil filo conduttore della
morbositd,nell'ambito della mia esistenza.Saltai fuori
con un altro raccontor.iguardanteun ragazzodi sedici
anni che avevoconoseiutoalle superiori. Afflitto da un
gravescompensoghiandolare,avevaraggiunto urt'altez-
za da gigante,ma il suoeuorenon si era wiluppato alla
stessavelocitddelrestodelcorpo,eun giornomori d'in-
farto. Spinto da una curiositdmorbosa,eroandatoa ve-
derlo all'obitorio insiemea un altro amico.Liimpresario
di pompefunebri,eheeonogniprobabilitderaancorapir)
morbosodi noi due,ci feceentraredallaporta sul retro e
ci mostrd il suocapolavoro:era riuscito a far stare quel
giganteaito pii di duemetri eventi in una bara normale
segandoglivia le gambee sistemandolepoi come se il
morto le stesseimpugnando,simili a un paiodi trofei.
26
ItiTRODUZIONE
Il terrore che mi aveva assalito era stato simile a
quelloprovato da bambino all'obitorio. Non si trattava
perddi una reazionefisica quanto di un impeto di ripu-
gnanzafrsiologica.
"Ci seiquasiarrivato, ma duna storia aneoratroppo
personale.E disgustosae mi fa venir voglia di vomita-
re, ma racchiudein s6un grandepotenziale"sentenzid
donJuan.
Ridemmo insieme dell'orrore che si nascondenelle
situazioni della vita quotidiana. Nel frattempo mi ero
completamentepersonei meandri della morbositd e gli
raccontai le vicendedel mio carissimoamicoRoy Gold-
piss (letteralmente:Roy Pisciad'oro.N.d.T.).In realtb
il suovero cognomeera di origine polacca,ma gli amici
gli avevanoattribuito quel soprannomeperch6 era un
grandeuomo d'affari e trasformava in oro tutto cid che
toecava.
Il suotalento commercialelo rendevaestremamente
ambizioso,al punto ehevolevaessereI'uomo pir) ricco
del mondo. Si reseperd conto che la competizioneera
troppo dura. A sentire lui, lavorandoda solonon pote-
va competere,per esempio,conil capodi una settaisla-
mica chein quelperiodovenivaretribuito ogni annocon
una quantitd d'oro pari al suopeso.E ognivolta chedo-
vevaesserepesato,queltizio cercavadi ingrassareil piir
possibile.
Il mio amieoRoy abbassbpoi Ie suepretese,accon-
tentandosidi diventareI'uomopii ricco degli Stati Uni-
ti, ma anchein quel casola eompetizioneera feroce.
Sceseancora:forseawebbepotuto raggiungeretale pri-
mato nell'ambito della California, ma era troppo tardi
ancheper quelrisultato. Smisequindi di illudersi chela
suacatenadi pizzeriee gelateriepotesseconsentirgli di
innalzarsi fino a competereeonle antiche famiglie che
dominavanola California e si accontentddell'eventuale
supremaziaa WoodlandHills, il sobborgodi Los Ange-
les in cui viveva.Per sua sfortuna, in fondo alla strada
27
CARLOS CASTANEDA
vivevaun eerto signor'llarsh, proprietario dellefabbri-
checheproducevanomaterassidi prima qualitb in tut-
ta I'Americae riecooltre ognipossibileimmaginazione.
La frustrazione di Roy non conobbelimiti e la suabra-
ma di successodivennecosipotenteda provocargligra-
vi danni alla salute,finch6un giorno mori per un aneu-
risma al cervello.
La suamorte fu la causadellamia terzavisita a un
obitorio. Essendoil suo migliore amico la moglie mi
avevapregato di accertarmi cheil cadaverefossevesti-
to in manieradignitosa.Mi recaiquindi pressoI'agen-
zia di pornpefunebrieun assistentemi guiddallestan-
zeinterne.Proprio mentrearrivavo,I'impresariostava
sollevandogli angolidellaboccadel cadavere,stes<lsu
un alto tavolodi marmoe gi) in predaal rigor mortis,
usandol'indice e il mignolodellamanodestra,tenendo
il mediopiegatocontro il palmo.Un sorrisogrottesco
apparyes,;rlvolto di Roy. IJimpresario si gird verso di
me rlicencloin tono senile: "Sperochesia soddisfatto,
signore".
Suamog'lie(non potrd mai sapereselo avevaamato
o meno)decisedi farlo seppellirecontutto lo sfarzoche
secondolei meritara. Gli avevacomperatouna bara
molto costosa,fatta appositamenteper lui, a forma di
cabinatelefonica.Uideale eravenutavedendoun frlm.
Roy sarebbestato seppellitoseduto,comesestessefa-
cendouna telefonatadi lavoro.
Non mi fermai per la cerimonia e rni allontanai in
predaa una violentareazione,un misto di rabbiae im-
potenza,il tipo di ira che non permette di prendersela
con qualcunaltro.
"Oggl seidecisamentemorboso>commentdridendo
don Juan. "Nonostantecid, o forseproprio per questo
motivo,ci seiquasiarrivato."
Non rnancavornai di stupirmi per il rnodoin cui il
mio umore cambiavaogni volta che andavoa trovare
don Juan. A-r'rivavosempreimmusonito, intraversato,
28
INTRODUZIONE
assiliatodai dubbi edalla mia stessaaruoganza.Ma do-
po pocotempo il mio umore cambiavamisteriosamente
eio diventavopian pianosemprepii cordiale,fino a cal-
marmi del tutto. Trttavia, il mio nuovoumore si espri-
mevacolvecchiovocabolario.Il mio solito mododi par-
lare era quello tipico di una personatotalmente insod-
disfatta chesi trattiene dal lamentarsi ad alta voce,ma
le cui infrnite protestesonoimplicite in ogni attimo del-
la conversazione.
"Don Juan, puoi citarmi un eventomemorabiledel
tuo album?" gli chiesicon il mio solito tono lamentoso.
"Se io sapessiquello che cerchi, potrei magari trovare
qualcosa.Per il momentobrancolonell'oscurith."
"Non concederetroppe spiegazioni"mi rimbeccdlui
con sguardosevero."Gli sciamanidiconocheogni spie-
gazionenascondeuna richiesta di scuse.Questosignifi-
cachequandospieghiper qualemotivo puoi o non puoi
fare una determinataeosa,in realtb ti stai scusandoper
le tue mancanze,nella speranza che chiunque ti stia
ascoltandoabbiaIa gentrlezzadi comprenderle.o
Quandomi sentivopresodi mira, la mia mossapir)
effrcaceera semprestata quelladi non prestareascolto
ai miei aggressori.Don Juan avevaperdI'orribile capa-
citi di catturare completamentela mia ahlenzione.In
qualunquemodomi attaccassee qualunquecosami di
eesse,riusciva semprea farmi penderedalla suelabbra.
Proprio in quell'occasione,cib chestavadicendonon mi
andavaaffatto a genioperch6era la pura veritA.
Distolsi lo sguardo.Mi sentivo comeal solito scon-
fitto, ma quella volta si trattava di una sconfitta spe-
ciale,chenon mi infastidiva comesefosseawenuta nel
mondodellavita quotidiana o subito dopoil mio arrivo
a casasua.
Dopo un lungo silenzio,don Juan riprese a parlare.
"Fhrd qualcosadi meglio che limitarmi a citarti un
eventomemorabiledel mio album: te nevoslio dire uno
29
CARLOS CASTANEDA
della tua vita, che dowebbe senz'altro far parte della
tua collezione.Anzi, diciamochesefossial tuo postosi-
curamentelo metterei nella mia raccoltadi fatti memo-
rabili.''
Pensai che stessescherzandoe mi lasciai sfuggire
una risatina sciocca.
,.Non c'd niente da ridere" taglid corto lui. "Sto par-
lando sul serio.Una volta mi hai raccontatouna storia
chefacevaproprio al casonostro.o
"E qualesarebbe,don Juan?"
"Quella delle "figure davanti allo specchio"omi ri-
spose."Raccontaladi nuovo,ma contutti i dettagli che
riescia ricordare."
Cominciai a fargli un rapido resoeontodi quell'even-
to, ma lui mi interruppe e preteseuna narrazione at-
tenta e dettagliata, chepartisse dal principio. Provai di
nuovoma don Juan si mostrd ancorainsoddisfatto.
"Andiamo a fare una passeggiata"mi rispose."Quan-
do cammini seisemprepii precisodi quandostai seduto.
Uidea di metterti a camminareavanti e indietro quando
cerchi di raccontarequalcosanon d affatto una scioc-
chezza.r,
Eravamo seduti sotto la ramada eomefacevamoso-
litamente quandoci incontravamodi giorno.Avevopre-
so I'abitudine di sedermisempreallo stessoposto, con
la schienaappoggiataalla parete.Don Juan si accomo-
davain un punto qualunque,ma ogni volta diverso.
Andammo a fare una passeggiataa mezzogiorno,il
momentomenoindicato dellagiornata. Mi diedeunvec-
chio cappellodi paglia, comeera solito fare ogni volta
che uscivamo ad affrontare il calore del sole. Cammi-
nammo a lungo, awolti dal silenziopii assoluto.Fbci
del mio meglio per ricordare tutti i particolari. A metA
pomeriggioci sedemmoall'ombra di alcunicespugliegli
raccontai di nuovola storia.
Anni prima, quandoero studentedi scultura in una
scuolad'arte italiana, avevoper amicouno scozzeseche
30
INTRODITZIONE
studiava storia dell'arte per diventare un critico della
suapersona.Quelloche di lui mi era rimasto maggior-
rnenteimpressoe cheera anchelegato alle vicendeche
stavoper narrare, era I'opinione roboanteche avevadi
sestesso.Era convintodi esserelo studiosoe l'artista
pit dissoluto, licenziosoe versatile, un vero uomo del
Rinascimento;eradawero licenzioso,ma tale caratteri-
stica era in pienacontraddizioneconil suoaspettosec-
co,ossutoe serioso.Discepoloimmaginario del frlosofo
ingleseBertrand Russell,sognavadi applicarei princi-
pi del positivismo logico alla critica dell'arte. Essere
uno studiosoe artista a tutto tondo era il suosognopir)
grande,perch6in realtd avevala tendenzaa rimandare
tutto e il lavoroera la sua nemesi.
La sua ambigua specialitbnon era la critica d'arte,
ma la conoscenzapersonaledi tutte le prostitute dei
bordelli locali, eheerano numerosi. I racconti vivaci e
dettagliati che era solito propinarmi (e che, a sentire
lui, servivanoa tenermi aggiornato sulle cosemeravi-
gliosechefacevanell'ambito di questasua specializza-
zione)eranodeliziosi.
Non rimasi quindi stupito quandoun giorno arrivd
eccitatoesenzafiato nel mio appartamentoemi confidd
che gli era successoun fatto straordinario che voleva
condividereconme.
"Vecchiomio, ti assicuroche devi vederecon i tuoi
stessiocchi" esclamdin preda all'agitazione, sfoggian-
do I'accentodi Oxford, cheostentavatutte le volte ehe
parlava con me, e eamminandonervosamenteavanti e
indietro. "E difficile da descrivere,ma sonocerto chesi
tratta di qualcosache saprai apprezzare,il cui ricordo
ti rimarrb impressoper il resto dei tuoi giorni. Sto per
farti un regalosplendidochedurerdper tutta la vita. Lo
capisci?,'
Capivosolocheera uno scozzeseisterico. Mi diverti-
vo sempre ad asseeondarloe dargli corda. In seguito
nonme ne sareimai pentito.
31
CARLOS CASTANEDA
"Calmati, Eddie, ealmati" dissi."Che cosastai cer-
candodi dirmi?"
Mi raccontbcliesserestato in un borclellodoveaveva
seovatouna donna incredibile che seguivaun numero
altrettanto incredibile chiamato "figure davanti a uno
specchio".Mi ripet6pirivolte,balbettandoperI'emozio-
ne, che non potevofare a meno di assisterepersonal-
mentea quello spettacoloeccezionale.
"Non preoccupartiper il denaro" aggiunse,sapendo
ehenon ne avevo."Ho grd,pagato,tu non devifare altro
chevenireconme.MadameI-rudmillati mostrerhle sue
"figure davantia uno specchio".D fantastica!"
Colto da un irrefrenabile attacco di ilaritb, scoppid
fragorosamentea ridere, incurante della sua pessima
dentatura, che di solito nascondevadietro un sorriso
appenaaccennato."Ti assicuroched incredibile!"
Sempre pir) incuriosito, mi decisi a partecipare a
quel suo nuovo diverbimento.Eddie mi accompagndin
auto alla periferia della cittd. Ci fermammo davanti a
lunpalazzopolverosoe malridotto, eonla verniceche si
scrostavadallepareti. Un tempo dovevaesserestato un
albergo, trasformato poi in appartamenti. Riuscii a
scorgerecid che restavadell'insegna,che sembravaes-
serestata fatta a brandelli. Sulla facciata dell'edificio
c'erano fi.ledi sporchi balconcini pieni di vasi o di tap-
peti stesial sole.
All'entrata c'eranodueuomini scuri dall'aria sospet-
ta con le scarpenere a punta troppo strette per i loro
piedi, cheaccolseroEddie con grande entusiasmo.I lo-
ro occhi erano neri, scaltri e minacciosi.Entrambi in-
dossavanoun abito di colore azzurro brillante, anche
questo troppo stretto per il loro fisico robusto. Senza
degnarmi di uno sguardo,uno dei due apri la porta a
Eddie.
Salimmoduerampesuuno scalonemalconciocheun
tempo dovevaesserestato lussuoso.Fbeendomistrada
Eddie percorsefino in fondo un corridoio, cheavevale
32
INTRODUZIONE
porte su entrambi i lati, comein un albergo.Erano tut-
te di un coloreverde oliva piuttosto cupo e su ognuna
c'eraun numeroin ottone,appannatodagii anni ea ma-
lapenavisibile sul Iegnodipinto.
Eddie si fermd davanti a una porta sucui e'erail nu-
mero 112. Bussb pir)volte. La porta si apri e una don-
na piccolae tonda dai capelli biondi tinti ci fececenno
di entrare, senzadire una sola parola. Aveva addosso
unavestaglia di setarossaconle manichevaporoseeun
paio di ciabattine rosseornate di palline di pelo.Dopo
averci fatti entrare in un atrio minuscolo,richiuse e si
rivolsea Eddie in un inglesedal pesanteaccento.
"Salve,Eddie. Hai portato un amico?"
Le preseuna manbe gliela bacidconestremagalan-
teria. Si comportavacomesefossedel tutto calmo, ma
mi accorsida certi suoigesti inconsapevoli,chenon era
per niente a suoagio.
"Come sta oggi, Madame I-rudmilla?"le chiese,cer-
candoinutilmente di parlare comeun americano.
Non ho mai capito per quale motivo Eddie volesse
spacciarsiper americanotutte levolte chesi ritrovava a
combinare qualche affare in quei bordelli. Immaginai
che si comportassecosi perch6 gli americani avevano
fama di esserericchi e ci tenevaa presentarsicomeun
uomo di grandi mezzi.
"Ti lascio in buone mani, ragazzomio" si congedd,
sempreconil suo aceentofasullo.
Mi sembravacosistrano e orribile che scoppiaia ri-
dere. Madame I-rudmillanon si mostrd per niente im-
pressionatadalla mia esplosionedi allegria.Eddie leba-
cid di nuovoIa mano e sene andd.
"Trparli inglese,ragazzomio?" mi urld, comesefos-
si sordo."Sembri egizianoo turco.>>
I-,leassicuraichenon eron6 l'uno n6l'altro echepar-
Iavoinglese.A quel punto mi chiesesemi piacevanole
suefrguredavanti allo specchio.Non sapendocosadire,
mi limitai a scuotereil capoin segnoaffermativo.
33
CARLOS CASTANEDA
"Ti offrird un ottimo spettacolo"mi assicurd."Le fi-
gure davanti allo specchiosonosolo i preliminari, non
appenati senti caidoepronto dimmi pure di fermarmi."
Entrammo in una stanza scura e lugubre, con le fi-
nestre coperteda tendepesanti. Le lampadinea basso
voltaggiodelleappliquefissateallepareti eranoa forma
di tubi e sporgevanoad angoloretto. In stanzaera pie-
na di oggetti: cassettieredi dimensioniridotte, sediee
tavoli antichi, una scrivaniaappoggiataal muro e rico-
perta di carte, righelli e almenouna decinadi forbici.
Madame I-,,udmillami fece sederesu una vecchiapol-
trona imbottita.
"II letto d nell'altra stanza,tesoroomi informd, indi-
candomil'altro lato della stanza.
"Questadla mia anticamera,doveti mostrerdlo spet-
tacolocheti fard diventarecaldoe pronto.,'
I-:ascibpoi caderela vestagliarossa,fecevolarevia le
ciabatte e spalancdle ante doppiedei due armadi, che
stavanouno di fianco all'altro. A]I'interno c'erano due
specchiin grado di riflettere tutta la suapersona.
..Musica,ragazzomio" esclamd,dandola carica aun
Victrola che sembravanuovodi zecca,addirittura scin-
tillante. Mise su un discodal motivo ossessionanteche
ricordavala marcetta di un circo.
..E adesso,iI mio spettacolo!,esclamd,piroettando
seguendola melodia.Avevala pelledel corpotesa e in-
credibilmente bianca, sebbenenon fosse piil giovane:
anchesebenconservata,dovevaaverquasiraggiunto Ia
cinquantina. Il suoventre era leggermentecascante,al
pari del senovoluminoso.AncheIa pelledelviso ricade-
va, allentandoin manieravistosala linea della mascel-
la. Aveva il naso piccoloe le labbra tmccate pesante-
mentedi rosso.Gli occhierano segnatida un mascara
nero e spesso.Mi fecevenire in menteil prototipo della
prostituta invecchiata,anchese,al tempostesso,c'era
in lei qualcosadi infantile, una fidueia e un abbandono
fanciulleschiuniti a una dolcezzachemi turbarono.
34
INTRODUZIONE
..Or&, "figure davanti allo specchio"lr'annuncid la
donnamentre la musicacontinuava.
"Gamba, gamba, gamba" gridd, lanciando in alto
prima una gamba poi I'altra, seguendoil ritmo della
musiea. Tbnevala mano destra sopra alla testa, come
una bambina chenon d sicura di sapereseguirei movi-
menti giusti.
..Giro, giro, giro" continud, vorticando come una
trottola.
"Sedere,sedere,sedereoaggiunse,mostrandomiil po-
steriorenudocomesefossestataunaballerinadi cancan.
Ripet6 pii volte I'intera sequenza,finch6 la musica
cominciba svaniree la carica delVictrola si esauri.Eb-
bi la sensazionecheMadameLudmilla stesseroteando
e svanendoin lontananza, diventando semprepii pic-
cola. Dal profondo del mio essereaffrorarono una di-
sperazionee una solitudine ehe non sapevonemmeno
potesseroesisteree chemi spinseroad alzarmie uscire
di corsadalla stanza,precipitandomi gir)per le scaleco-
me un matto, fuori dall'edifrcio e gii in strada.
Eddie era fermo davanti all'entrata e stava chiac-
chierandocoi dueuomini vestiti di azzurro.Vedendomi
correrein quel modoscoppidin una risata fragorosa.
.,Non d stato incredibile?"mi chiese,ostentandoan-
coraI'accentoamericano."I-le"figure davanti allo spec-
chio" sonosoloi preliminari...Chespettacolo!Chespet-
tacoio!"
La prima volta cheavevoraecontatoquell'episodioa
don Juan gli avevoconfidato di esserestato profonda-
mentetoccato dalla melodiaossessionantedella musica
e dall'anzianaprostituta cheroteavamaldestraseguen-
do il ritmo. Anche I'essermireso conto di quanto fosse
insensibileil mio amieo,mi avevacolpito.
Quandofrnii di raccontarela storia a don Juan, era-
vamo sedutitra le collineantistanti una catenadi mon-
tagne nei pressi di Sonorae mi misi a tremare, miste-
riosamentescossoda qualcosadi indefinito.
35
CARLOS CASTANEDA
"Questoraeeontodowebbeessereinclusonel tuo al-
bum di eventi memorabili" mi disse. .,Senzarendersi
eontodi quellochestavafaeendo,il tuo amieoti ha fat-
to un regalo cheti durer) per tutta la vita, proprio co-
me avevadetto lui stesso.',
...4me sembrasoltantouna storia triste, nient'altro"
proclamai.
"E lo d dawero, cometutte le tue storie, ma cid che
la rende a mio giudizio diversae memorabiled il fatto
cheriguarda ogni essereumano e non solote, comeac-
cadevainveeecongli altri tuoi racconti.Vedi,comeMa-
dameLudmilla tutti noi, vecchie giovani,in un modoo
nell'altroeseguiamofigure davantia unospecchio.Esa-
mina con cura quellochesai sul contodella gente.Pro-
va a pensarea ogni singoloessereumanocheesistesul-
la faccia della terra e, senzaombra di dubbio, scoprirai
che chiunque sia, qualunque eosapensi di se stessoo
possamai fare, il risultato dellesueazioniB semprelo
stesso:frgureinsensatedavantia uno specchio."
UilTR[ilIOR[ilI[['fiRIfr
ffi Un viaggio di potere
Quando incontrai don Juan ero uno studente di an-
tropologia abbastarzadedito ai miei studi evolevoirnzia-
re la mia carriera di antropologo professionista pubbli-
candola maggiorquantiD possibiledi materiale.Ero de-
cisoa sealareil mondoaccademicoe, secondoi miei cal-
coli, il primo passoawebbe dovuto esserela raccolta di
informazioni sull'uso dellepiante medicinali da parte de-
gli indiani dellaregionesud-occidentaledegli Stati Uniti.
Chiesiconsiglioa un professoredi antropologiache
avevalavorato in quella zona.Era un famosoetnologo
chenegli anni Trenta e Quaranta avevascritto numero-
sepubblicazioni sugli indiani della California, del sud-
oveste anchedi Sonora,in Messico.Mi ascoltdconpa-
zienza;in baseal mio progetto, avreidor,rrtoscrivereun
saggio intitolato "Informazioni etnobotaniche"e pub-
blicarlo in una rivista chesi occupavaesclusivamentedi
argomenti antropologicidel sud-estdegli Stati Uniti.
Mi proponevodi raccoglierepiante medicinali, por-
CAR,LOS CASTANEDA
tare i campioni al Giardino Botanico dell'UCI-rAperch6
fosseroidentificati, descrivendopoi le modaliti e i mo-
tivi per cui gli indiani del sud-estIiutrlrzzavano. fmma-
ginavodi raccoglieremigliaia di vociedi pubblicareuna
vera epropria enciclopediasull'argomento.
II docente mi sorrise con aperta condiscendenza.
..Nonvorrei raffreddare il suoentusiasmo,ma non pos-
sofare a menodi commentarenegativamenteil suofer-
vore>dichiard convocestanca."Il fervored il benvenu-
to in antropologia,ma deveessereincanalatonella ma-
niera migliore. Ci troviamo ancoranell'etd dell'oro del-
I'antropologia.Io ho ar,utola fortuna di studiareconAI-
fred Krober e Robert Lowie, due pilastri delle scienze
socialie non ho tradito la loro fiducia. Uantropologia d
ancora la disciplina fondamentale da cui si diramano
tutte le altre. Lintero campodella storia, per esempio,
dowebbeesserechiamato"antropologia storica" equel-
lo della frlosofia "antropologia fllosofica". Ijuomo d la
misura di ogtn cosa,di conseguenzaI'antropologia, che
d lo studio dell'uomo, dowebbeessereil fulcro di qua-
lunque altro studio. E un giorno lo sard."
Lo fissai, sbalordito.Per quanto mi riguardava, era
unvecchio professorebenevoloe passivochedi recente
avevaavuto un attacco cardiaco.A quanto pareva, le
mie paroleI'avevanopunto sul vivo.
"Non crede che dowebbe prestare maggiore atten-
zioneai suoi studi regolari?" riprese. "Invecedi svolge-
re un lavoro direttamente sul campo,non farebbe me-
glio a studiare linguistica? Nel nostro diparbimentoin-
segnauno deilinguisti pir)importanti delmondo:sefos-
si al suoposto,mene starei sedutoai suoipiedi, pronto
a cogliereogni suaparola."
"Abbiamo a disposizioneancheuna vera autorith nel
settore delle religioni comparatee anchealcuni antro-
pologi molto competentichehanno svoltoun ottimo Ia-
vorosui sistemiaffrni delleculture di tutto il mondo.dal
punto di vista Iinguistico e da quello della cognizione.
40
UN VIAGGIO DI POTERE
Lei ha bisognodi una notevolepreparazione.Pensaredi
poter affrontare adessouna raccolta diretta di dati sul
campod una sciocchezza.Ragazzomio, le consigliodi
immergersinei suoilibri."
Tbstardo,presentai Ia mia proposta a un altro do-
centepir) giovane,chenon si riveld affatto pir) disponi-
bile e mi deriseapertamente,dicendocheil saggioche
avevoin menteerauna speciedi barzellettaechenon si
trattava nemmenolontanamentedi antropologia.
"Al giorno d'oggrgli antropologi si preoccupanosolo
di questioni che rivestono una certa importanza" di-
chiard in tono solenne."I-la scienzamedicae quellafar-
maceuticahanno svoltouna quantitd.infinita di ricerche
su qualunquepossibilepianta medicinaledel mondo: d
un settorein cui non d rimasto pir) nulla da rosicchiare.
Il concettodellaraccoltadi informazioni dtipico dell'ini-
zio del diciannovesimosecolo,ormai sonopassati quasi
duecentoanni. Lei sachecos'bil progresso,vero?"
Mi forni poi una definizioneeuna giustificazionedel
progressoe della perfettibilitd intesi comeduc questio-
ni dell'argomentazionefilosofica, questioni che, secon-
do lui, eranoi temi pir) rilevanti per I'antropologia.
"Uantropologia dI'unica disciplina esistentechepud
convalidarei concettidi perfettibiliti e progresso>con-
tinub. "Per fortuna c'd ancorauno spiraglio di speran-
zainmezzo al cinismodei nostri tempi. Solol'antropo-
Iogia d in grado di mostrare il reale sviluppo della cul-
tura e dell'organizzazionesocialee gli antropologi sono
gli unici capacidi dimostrare al di ld di ogni ragionevo-
Ie dubbio il progressodella conoscenzaumana. La cul-
tura si evolvee soltantogli antropologipossonopresen-
tare campioni di societdche si adattano a nicchie ben
definite collocabiliin una linea di progressoe perfetti-
bilitd. Questa d I'antropologia e non qualche stupida
raccolta diretta cli dati che in realtd non d diretta per
nulla, ma d una semplicemasturbazione!"
Per me quellofu un vero colpo.Fbciun ultimo tenta-
4T
CARLOg CASTANEDA
tivo e andai in Arizona a parlare con alcuni antropologi
che stavanosvolgendodawero un lavoro direttamente
sul campo.Ero ormai pronto ad abbandonarel'intero
progetto. Capivobenissimoquello che avevanoeercato
di dirmi quei dueprofessoried ero perfettamented'ac-
cordocon loro. I miei tentativi di lavorarea livello pra-
tico eranoa dir pocosemplicistici,eppureio volevofare
pratica enon limitarmi a eseguirericerchein biblioteca.
In Arizona incontrai un anzianostudiosoche aveva
pubblicatomolto materiale sugli indiani Yaqui dell'Ari-
zonae su quelli di Sonora,in Messico.
Era estremamentegentile:nonmi snobbd,ma nonmi
forni alcunconsiglio,Iimitandosia eommentarechele so-
cieth indiane del sud-esterano estremamentechiusee
che gli stranieri, soprattutto quelli di origine ispanica,
nongodevanodellaloro fiducia ederanoaddirittura odia-
ti. Un suogiovanecollegafu pin esplicitoemi suggeriche
awei fatto meglioa leggerei libri deglierboristi; quelti-
zio eraun'autoritd nel settoree secondolui tutto quello
cheoccorrevasaperesullepiante medicinalidel sud-est
era gid stato classificatoe discussoin varie pubblicazio-
ni. Giunsea dichiararechequeglistessitesti, enonla eo-
noscenzatradizionale,eranole fonti dei guaritori india-
ni. Si congedddicendomiche segli indiani faeevanoan-
cora ricorso alle pratiche antiche di guarigione,non le
awebberocertorivelatea uno straniero.
.Fhccia qualcosache meriti" mi sugger)."Provi a
prenderein considerazionel'antropologia urbana: per
esempio,ei sonoa disposizioneun saccodi soldi per gli
studi sull'alcolismotra gli indiani dellegrandi cittd, e si
tratta di un lavorochequalunqueantropologopud wol-
geresenzaproblemi.Yada a ubriacarsi con qualchein-
diano in un bar e poi sistemi le informazioni raccolte,
suddividendolein statistiche. Tbasformitutto in nume-
ri. Uantropologia urbana d il vero settoretrainante.,
Non potei fare altro cheaccettareil consigliodi que-
sti studiosiesperti.Decisi di tornare in aereoa Los An-
42
UN VIAGGIO DI POTERE
geles,ma un altro antropologomio amicomi fecesape-
re di averein programma di attraversare in macchina
I'Arizona e il Nuovo Messicoper visitare tutti i luoghi
doveavevasvolto in passatodel lavoro di raccolta dei
dati sul campo,e rinnovare cosi il suo rapporto con le
I)ersonecheeranostate suoi informatori antropologici.
"Puoi venireconme>>mi disse."Non ho interzione di
lavorare:mi Iimiterd ad andarea trovarli, berequalcosa
conloro e raccontareun po' di stronzate.Ho comperato
qualcheregalo,coperte,alcolici,giacconiemunizioniper
leloro calibro 22.Ho la macchinapienadi roba. Di soli-
to ci vado da solo,ma corl'o sempreil rischio di addor-
mentarmi. Th potresti farmi compagnia,impedirmi di
appisolarmiomettefii alla guidasesonotroppoubriaco."
Ero cosiabbattuto cherifiutai il suoinvito.
"Mi spiaceBill, ma questo viaggio non fa per me.
Nonvedoperch6dowei insistereancoraconquestaidea
dellavoro sul campo."
..Nonarrenderti senzabatterti" ribattb lui conun to-
no di preoccupazionepaterna.
"Concentratutto te stes-
sonella lotta e seti va male puoi anchecedere,ma non
prima. Vieni conme e scopri seil sud-estti piace."
Mi miseun bracciointorno alle spallee non potei fa-
re a meno di notare che quel braccio era pesantissimo.
Bill era alto erobusto,ma negli ultimi anni iI suocorpo
avevaacquisito una strana rigiditd. Avevaperso le sue
caratteristicheda ragazzo.Il suovisotondo,un tempo
pieno e giovanile, appariva ora preoceupato.Credevo
fosseper via della sua calvizie incipiente, ma in certi
momenti avevoI'impressionechesi trattasse di qualco-
sadi piri grave.E non si pud nemmenodire chefossein-
grassato,perch6 in realtb il suo corpo era pesantein
una maniera impossibileda spiegare.Si vedevadal mo-
do in cui camminava,si alzavae si sedeva:in tutto cid
chefacevasembravachestesselottando eontro laforza
di gravitd,con ogni frbra del suoessere.
Ignorando la mia sensazionedi sconfitta, partii con
43
CANLOS CASTANEDA
Iui.Visitammoogniangolodell'ArizonaedelNuovoMes-
sicoin cui fossepossibiletrovaredegliindiani. Quelviag-
gromi permise di scoprire cheil mio amico antropologo
riassumevain s6dueaspettibendiversi.Mi spiegdchele
sueopinioni in qualitd di antropologoprofessionistaera-
no molto misurate e in linea con il pensieroantropologi-
coattuale, ma a livello personaleil lavoro svolto sul cam-
po gli avevaofferto una quantitd di esperienzedi cui non
parlavamai, deltutto inaccettabiliper il pensierodomi-
nante,perch6impossibiliclacatalogare.
Durante il viaggioBill andavasempreabereconi suoi
exinforrnatori epoiapparivamoltorilassato.A quelpun-
to mi mettevo al volante e guidavo mentre lui, seduto al
mio fianco,si scolavauna bottiglia di whislqyBall.ontine
vecchiodi trent'anni. Era in queimomentichemi parla-
va dellesueesperienzenoncatalogabili."Non ho mai cre-
duto ai fantasmi,,si lascidsfuggire un giorno, senzail
minimopreawiso."E nonsonomai andatoallaricercadi
apparizioni,essenzefluttuanti, vocinelletenebre,sai,ro-
ba delgenere.Ho avutouna formazioneseriae pragma-
tica ela scienzad semprestatala mia bussola,finch6,la-
vorandodirettamentesul campo,sonocominciatea suc-
cedermile stronzatepii assurde.Una notte,peresempio,
insiemead alcuniindiani mi imbarcaiin una ricercadel-
la visione(spirituale):awebberodol'utoiniziarmi conun
procedimentoestremamentedolorosoche prevedevala
perforazionedeimuscolidelpetto.Mi stavanopreparan-
douna capannasudatorianei boschiemi eroormai ras-
segnatoall'idea dell'inevitabilesofferenza, grazieanche
all'aiuto di un paiodi bicchierini,quandoil tizio cheave-
vaintercedutopermepressogli officianti dellacerimonia
si misea urlare, tercortzzatoeindico una frgura indistin-
ta chestavaavanzandoversodi noi.
"Quandofu abbastanzavicina,mi accorsichesi trat-
tava di un vecchioindiano,vestito nellamanierapii. as-
surda chesi possaimmaginare,contutto I'arredo com-
pleto degli sciamani" prosegui Bill. "Vedendolo,il mio
44
UN VIAGGIO DI POTERE
accompagnatorepersevergognosamentei sensi.I-.rosco-
nosciutomi vennevicino, puntando un dito ossutoeon-
tro il mio petto e borbottando parole per me incom-
prensibili. Nel frattempo anchetutti gli altri I'avevano
l'isto e si eranomossiper correreda me,ma iI vecchiosi
era girato a guardarli, immobilizzandoli e rivolgendosi
a loro in tono concitato.La suavoced indimenticabile:
sembravachestesseparlando attraversoun tubo, come
seavessequalcosaattaccato alla boccachefacevausci-
re le parole dal suo corpo. TbIo giuro, io ho realmente
visto quell'uomocheparlava da dentro il suocorpo,con
la boecache trasmetteva le parole come un apparato
meccanico.Dopo aver arringato i presenti, il vecchio
continud a camminare, oltrepassando tutti, per poi
scomparireinghiottito dalle tenebre.o
La cerimonia non venne portata a termine. Gli uo-
mini, compresigli sciamanicheawebberodor,rrtoassu-
mere il controllo, tremavano comefoglie ed erano cosi
tercorizzati chesi dispersero,allontanandosi.
"Individui eheerano stati amici per anni non si ri-
volseromai pii la parola" mi spiegdBill. "Ritenevanodi
aver assistitoall'apparizionedi uno sciamanoincredi-
bilmente vecchioe cheparlarne tra loro awebbeporta-
to sfortuna a tutti, anzi, sarebbebastato che si fossero
guardati a vicenda.La maggior parte di loro fini addi-
rittura per trasferirsi e abbandonarela zona.,,
"Per qualemotivo avevanoI'impressionecheparlar-
si o guardarsi awebbeportato sfortuna?" gli chiesi.
..Sonole loro credenze.Una visionedi quella natura
signifrca che I'apparizione si d rivolta a ognuno di loro
ed d la cosapir) fortunata chepossacapitare nell'arco
dell'intera esistenza."
"E qual era la cosapersonalechela visioneha detto
a ciascunodi loro?"volli sapere.
"Non ne ho idea, non mi hanno mai spiegatoun ac-
cidente.Trtte le volte chechiedevoqualcosa,si chiude-
vanonel mutismo pii assoluto:non avevanovisto o sen-
45
CARLOS CASTANEDA
tito nulla. Anni dopo,I'uomo cheera wenuto mi riveld
di averfinto di perderei sensi,perch6era terrorizzato e
non avevavoluto affrontare il vecchioe che quello che
dovevadire veniva compresoda tutti a un livello diver-
soda quellodellacomprensionelinguistica."
Bill mi confidd cheI'apparizionegli avevaparlato di
qualcosacheavevaa chefare conla sua salutee conle
aspettativecheavevanei confronti deliavita.
"Cosavorrestidire9"
"Per quanto mi riguarda, le cosenon vanno affatto
bene"mi confessd."Il mio corponon d a posto."
"Sai conprecisionedi cosasi tratta?"
"Si, certo" mi risposeconnoncuraltza.,,Imedicime
lo hannodetto, ma non ho intenzionedi preoccuparmie
nonvoglionemmenopensarci."
Le rivelazioni delmio amicomi fecerosentirea disa-
gio, mostrandomi un aspettodella sua personalitd che
non conoscevo.Uavevosempreconsideratoun tipo co-
riaceoe non immaginavochepotesseesserecosimlne-
rabile. Quella eonversazionenon mi andd a genio, ma
ormai eratroppo tardi per fare marcia indietro e prose-
guimmo il viaggio.
In un'altra occasionemi confiddchegli sciamanidel
sud-esteranocapacidi trasformarsi in entitd diversee
cheIe defrnizioni"sciamanoorso" o "sciamanopuma"
non dovevanoessereconsiderateeufemismio tnetafore.
perch6non lo erano.
"Sai cheesistonosciamanichediventanodawero or-
si, leonidi montagnao aquile?"esclamdin tono ammi-
rato. "Se ti dico che io stessoho assistito alla trasfor-
mazionedi uno sciamanoche si definiva "Uomo Fiu-
me", "SciamanoFiume" o "Colui cheprovienedal fiu-
me e ritorna al fiume", non esageroe non invento nul-
la. Mi trovavo sulle montagne del Nuovo Messicocon
questoseiamano.Lo portavo in giro in auto, lui si fida-
va di me e dicevadi esserealla ricerca dellesueorigini.
Stavamocamminandolungo la riva di un fiume quando
46
UN VIAGGIO DI POTERE
all'improwiso si agitd e mi ordind di andare a nascon-
dermi dietro alcune rocce piuttosto alte, di mettermi
una copertain testa e di sbirciare,in mododa non per-
dermi quellochestavaper fare."
"E checosafece?"gli chiesi,incapacedi trattenermi.
"Non riuscivonemmenoa immaginarlo,le tue ipotesi
in merito sarebberostatevalidequantole mie.Si limitd a
entrarecompletamentevestitonelruscello,largoma qua-
si asciuttoe quandoI'acquagli arrivd a met) polpaccio,
lui wani, seomparve.Prima di entrare mi avevasussur-
rato all'orecchiodi seenderepii a vallead aspettarlo,in-
dicandomiil punto esattoin cui awei dor,rrtoappostarmi.
Com'dnaturale, non avevocreduto a una solaparola e
non ricordavonemmenodoveawei dor,rrtoposizionarmi,
ma poi trovai il punto esattoevidi lo sciamanocheusci-
va dall'acqua.Una simileaffermazionepudapparirestu-
pida, ma io lo vidi dawero trasformarsi in acquaepoi ri-
comporsidall'acquastessa.Riescia crederci?"
Non sapevocomecommentarele storiedelmio amico.
Mi risultavaimpossibilecredergli,maal tempostessonon
mela sentivodi rifiutare in bloccolesueaffermazioni.Era
unuomo moltoserio.Uunica spiegazionepossibileerada-
ta dal fatto che, mentre proseguivamoil nostro viaggio,
Bill continuavaa bereogni giornosemprepii: nel baga-
gliaio della macchinac'era una scatolaconventiquattro
bottigliecliwhislrysoloper lui. Bevevacomeuna spugna.
..Sonosemprestato poeoobiettivo nei confronti del-
le metamorfosiesoterichedegli sciamani"mi confidbin
un'altra occasione...Nonsonoin gradodi spiegareque-
ste trasformazioni e non credonemmenoche awenga-
no, ma, comeeserciziointellettuale,mi interessamolto
prenderein considerazioneil fatto chele metamorfosiin
serpentie puma non sianodifficili comequellaeseguita
dallo sciamanoin acqua.fn momentidel genere,quan-
do impegnocosiil mio intelletto, smettodi essereun an-
tropologoe comincioa reagire, seguendoI'istinto. E I'i-
stinto mi dice chequestisciamanifanno di sicuroqual-
17
CARLOS CASTANEDA
cosachenon pud esserevalutato a livello scientificoedi
cui non si pud parlare in maniera intelligente.
"Per esempio,ci sonosciamaninuvolachesi trasfor-
manoin nuvoleo nebbia.Non ho mai assistitodi perso-
na a una similemetamorfosi,ma ho conosciutouno scia-
manonuvola e anchesenon I'ho mai visto scomparireo
tramutarsi in nebbiadavanti ai miei occhi,cosicomevi-
di il suocollegatrasformarsi in acqua,mi capitb di inse-
guirlo e lui svaniin una zonadovenon esistevanopossi-
bili nascondigli.Non lo vidi diventare una nuvola, ma
scomparvee io non riuscii a spiegarmidovefossefinito,
perch6quel punto era privo di rocceo vegetazione.Ero
arrivato un minuto e mezzodopodi lui, ma non c'era...
..Iroavevoinseguitodappertutto per averespiegazio-
ni, ma lui nonvolevasaperne.Era molto amichevolenei
miei confronti ma non mi dicevanulla."
In seguito Bill mi raccontd un'infinitb di storie che
non mi interessavanoaffatto riguardanti le lotte ele fa-
zioni politiche chedividevanogli indiani all'interno del-
le varie riserve, oltre a resocontidi vendettepersonali,
animositde amicizie.Al tempo stesso,i suoi racconti
sulletrasformazioni ele apparizioni degli sciamaniave-
vanosuscitatoin meuna forte emozione:quellevicende
mi affascinavanoe mi sconvolgevanoal tempo stesso,
anchesenon riuscivoa spiegareI'origine dellemie sen-
sazioni.Sapevosolochemi colpivanoa livello istintivo.
Grazie a quelviaggio mi resi conto di personachele
societdindiane delsud-esteranodawero molto chiusee
riuscii cosi ad accettareI'idea eheavevodawero biso-
gno di aumentareIe mie conoscenzenel campodell'an-
tropologia e che sarebbestato pii pratico wolgere un
lavoro sul campoin una zona checonoscevo,o con cui
avevoalmenouna connessione.
Al termine di quell'esperienzaBill mi accompagnbal-
la stazione degli autobus di Greyhound di Nogales, in
Arizona, in modo che potessi tornare a Los Angeles.
Mentre cene stavamosedutinellasalad'attesaad aspet-
48
UN VIAGGIO DI POT!]RI]
tare I'arrivo deli'autobus,il mio amicomi consoidin tono
paterno, ricordandomi che i fallimenti erano del tutto
normali nel settoredell'antropologiae che servivanoa
rafforzarelafermezzadi un antropologoo a decretareIa
suamaturitd.
Aun tratto si chindin avanti eeonun movimentoim-
percettibile del mento mi indicd il lato opposto della
stanza."Credo cheil vecchiosedutosu quellapanchina
laggit sia il tizio di cui ti ho parlato, mi sussurrd."Non
ne sonodel tutto certo perch6ci siamotrovati facciaa
facciasoloin un'occasione."
"Di chi si tratta? E cosami hai clettosul suoconto?"
"Quandoti ho parlato degli sciamaniedelleloro tra-
sformazioni,ti ho detto di averincontrato una volta uno
sciamanonuvola."
..Si,ricordo.D loi?"
..No,,mi risposeBill, deciso."Ma credo sia un suo
maestroo compagno,perch6rnolti anni fa li ho visti in-
sieme,ancheseli ho soloscortida lontano."
Ricordai di avergli sentito dire in tono del tutto ca-
suale,senzaalcunriferimento precisoallo sciamanonu-
vola, cheera al eorrentedell'esistenzadi un vecchiomi-
sterioso,una speeiedi sciamanoin pensione,un veechio
indianomisantropodiYuma cheun tempoera statouno
stregonespaventoso.Bill non citd mai apertamenteun
eventualelegametra ilvecchio elo sciamanonuvola,ma
erachiarochedovevaaverlobenein mente,al punto che
eredevadi avermeneparlato.
In preda a una strana ansiami alzaidi scattoe come
sefossi stato privo di volontd andai vicino al vecchioe
cominciaiuna lunga tirata su quanto conoscevocirca le
piante medicinali e lo sciamanesimotra gli indiani del-
Iepianure ei loro antenati siberiani.GIi dissiinoltre che
sapevoche lui era uno sciamanoe conclusiassicuran-
dogli cheper lui sarebbestato un verobeneficioparlar-
ne a lungo con me.
.,Senon altro, potremmoseambiarcile nostre storie:
49
CARLOS CASTANEDA
tu mi racconti le tue, e io ti dico Ie mie" dichiarai con
una certa attoganza.
II vecchiotennegli occhibassifino all'ultimo, poi sol-
Ievdlo sguardoe disse,fissandomi senzaesitazioni:"Io
sonoJuan Matus".
La mia tirata non era cerbofinita, ma anchesenon
riuscivo a capirne il motivo, ebbi l'impressione di non
averealtro da aggiungere.Awei voluto di.gli il mio no-
me, ma lui mi miseuna mano davanti alle labbra, eu&-
si avessevoluto impedirmi di pronunciarlo.
In quelprecisoistante un autobussi fermd, ilvecchio
borbottd cheera quellochestava aspettandoe mi chie-
seconentusiasmodi andarlo a trovare, in modochepo-
tessimoscambiarcile nostre storie. Mentre parlava, Ia
sua boccaassunseun'espressioneironica. Con un'agi-
liti incredibile per un uomo della sua etd (immaginavo
chedovesseaverecirca ottant'anni), conpochipasside-
cisi percorsei cinquanta metri che separavanola pan-
china dal bus. Il pesanteantomezzoriparti subito, qua-
si avessesostatosoloper prelevarlo.
Dopo che sene fu andato,tornai da Bill.
"Che cosati ha detto?" mi chieseil mio amico.tutto
agitato.
"Di andarlo a trovare a casa sua, dove potremo
chiacchierare.''
"Ma tu cosagli hai detto per riuscire a farti invita-
re?"vollesapere.
Gli spiegaicheavevousato la mia migliore parlantina
dapiazzista,promettendoalvecchiodi rivelargli tutto cid
chesapevosullepiante medicinali graziealle mie letture.
Era evidentecheBill non mi credeva;giunseperfino
ad accusarmidi volerlo emarginare. "Conoscobenissi-
mo la gentechevive in questa zonae quelvecchiod un
tipo strano, non parla mai con nessuno,indiani com-
presi" mi accusdcon una certa aggressivitb. "Perch6
mai dowebbeparlare con te, un perfetto sconosciuto?
Non seinemmenocarino!"
50
UN VIAGGIO DI POTERE
Si capivacheera molto seccatocon me, anchesenon
riuscivo a capire per qualemotivo enon avevoil coraggio
di chiedergli spiegazioni.Mi sembravageloso,forse per-
ch6io avevoamto successold dovelui avevafallito. llrt-
tavia, il suceessoera stato cosi inawertito, cheper me
non rivestiva alcun significato. Se non fossestato per i
commenti di Bill, non mi sarei nemmenoreso conto di
quanto era difficile awicinare quelvecchioenon awebbe
potuto importarmene di meno. All'epoea quella breve
conversazionenon mi sembrbper nulla particolare e non
capivoperch6mai Bill fosserimasto cosisconvolto.
"Tr sai doveabita?"
..Nonne ho la pii pallida idea" mi rispose,piuttosto
seccato."Ho sentito dire chenon abita da nessunapar-
te, e si limita ad apparire qua e ld, senzache ci sia un
motivo preciso, ma sonosolo stronzate. Con ogni pro-
babilitbvive in qualchebaraecadi Nogales,in Messico."
"Perch6mai dcosiimportante?" La mia domandami
diedeil coraggiodi aggiungere:"Il fatto chemi abbiari-
volto la parola sembrasconvolgerti:perch6?"
Conindifferenzaammise di essereaddoloratoperchd
sapeva.quantofosseinutile cercaredi parlare con quel
tipo. "E un gran maleducato,quando gli parli nel mi-
gliore dei casiti fissa senzaaprire bocca.Avolte non ti
guarda nemmenoe ti tratta comese tu non esistessi.
Uunica volta eheho cercatodi parlargli mi ha respinto
in manierabrutale. Saicosami ha detto?"Sefossiin te,
non sprechereila mia energia aprendola bocca.Cerca
di conservarla,ne hai bisogno". Senon fossestato cosi
vecchio,gli awei mollato un bel pugno sul naso."
Fbcinotare al mio amicochechiamarlo"vecchio"era
un eufemismoe non una descrizionereale. Non sem-
brava cosi vecchio,anche se era sicuramenteanziano.
Possedevainfatti un vigore e una agilitd incredibili.
Pensaiche se avessecercatodi colpirlo, Bill non ci sa-
rebbe affatto riuscito. Quell'indiano era molto forte e
metteva addirittura paura.
51
CAR,LOS CASTANEDA
Evitai di dirlo al mio amicoegli permisi di continua-
re a raecontarmi quanto fossedisgustatodalla cattive-
ria di quel tizio e comegli sarebbepiaciuto trattarlo, se
non avesseamto un aspettocosidebole."Chi credi che
possadirmi dovevive?"
..Fbrsequalcunogii a Yuma, magari Ie personeche
ti ho presentatoall'inizio delnostroviaggio" mi rispose,
pit rilassato."Non hai nulla da perderea chiederea lo-
ro. Di'che ti ho mandatoio."
Cambiai subito i miei piani einvecedi tornare a Los
Angelesmi recaiaYuma,in Arizona. Incontrai i tizi che
mi avevapresentato Bill e anche se ignoravano dove
abitasseil vecchioindiano, i loro commentiaumentaro-
no ancoradi pin la mia curiosith sul suoconto.Mi spie-
garonoche provenivada Sonora,in Messico,e non da
Yuma; in gioventi era stato un temibile sciamanoche
eseguivasortilegi e lanciavaformule magichesulleper-
sone,ma con il passaredel tempo si era ammorbidito,
trasformandosiinun eremitaascetico.Mi disseroanche
che,sebbenefosseun indiano Yaqui, sene andavasem-
pre in giro conun gruppo di messicanichesembravano
molto esperti di pratiche magiche;in ogni caso,era da
vL pezzoche nessunodi loro lo vedeva.Uno dei miei
informatori aggiunseeheavevala stessaetd di suonon-
no, un vecchio costretto a letto, mentre lo sciamano
sembravapiil in forma che mai. Iro stessouomo mi
manddda alcunepersonedi Hermosillo,la capitaledel-
la regionedi Sonora,cheforse lo eonoscevanoed erano
in grado di raccontarmi qualcosasul suo conto. Uidea
di andare in Messiconon mi sorridevaaffatto, perch6
Sonoraera troppo distante dalla zonachemi interessa-
va. Convinto che sarebbestato meglio svolgereuna ri-
cercadi antropologiaurbana, tornai a I-.,osAngeles.Pri-
ma di partire, girai la zonadi Yuma semprealla ricerca
di informazioni sul vecchio,ma nessunolo conosceva.
Mentre l'autobus si dirigevaversoLos Angeles,pro-
vai una sensazioneunica: mi sentivozuarito dalla mia
52
UN VIAGGIO DI POTERE
ossessionenei confronti del lavoro di raccolta dei dati
sul campoenei confronti di quelvecchio.AI tempo stes_
so,sentivouna strana nostalgia, qualcosachenbn ave_
vo mai provato in vita mia. Era una sensazionedel tut_
to nuova chemi colpi in maniera profonda, un insieme
di a_nsiae desiderio,comesemi stessiperdendoqualco-
sa di molto importante. Awicinandomi a Los Angeles
ebbila netta sensazionechequalunquecosaavessaagi_
to su di me dalleparti di Yuma, cominciavaa svanirein
lontananza e il fatto stessoche stesseper scomparire
non facevaaltro cheaumentareil mio desiderio.
s r intumfod.e1l'infinito
"Yoglio chetu pensi con la massimaconcentrazione
a ogni singolodettaglio relativo a cid ched awenuto fra
te e queidueuomini,JorgeCamposeLucas Coronado,
quelli chein pratica ti hanno consegnatoa me, e poi mi
raccontiognieosa"dissedonJuan.
Pur trovando Ia sua richiesta piuttosto difficile da
esaudire,mi divertii a ricordare tutto quello che quei
duemi avevanodetto. Egli esigevai particolari pit insi-
gnificanti, qualcosache mi costringessea spingerela
memoria a superarequalunquelimite.
La storia che don Juan voleva farmi ricordare ebbe
inizio nella cittd di Guaymas,nella regionedi Sonorain
Messico.A Yuma,in Arizona, mi avevanofornito i nomi
egli indirizzi di alcunepersonechein teoriaeranoin gra-
do di chiarire il misterodelvecchioincontrato al deposi-
to degliautobus.Nessunoperdavevamai conosciutouno
sciamanoin pensioneenoncredevanochepotesseesiste-
re un uomo del genere.In compensomolti mi racconta-
54
L, I N TE NTO DEI]L,INF'I NITO
ronoun saccodi storiespaventosesuglisciamaniYaquie
sull'atteggiamento in genereaggressivodi tutti gli india-
ni di quellatribr), spiegandomichea Vicam,una cittadi-
nasededi una stazioneferroviaria tra le localitb,di Guay-
mase CiudadObregon,awei potuto imbattermi in qual-
cunocapacedi indicarmi la giustadirezione.
...4chi mi devorivolgere?"volli sapere.
..I-lacosamigliore da farsi dparlare conun ispettore
Iocaledellabancagovernativa"mi sugger)un tizio. "Ci
sonomolti ispettori e conosconotutti gli indiani della
zona,perch6la bancadI'istituzione governativacheac-
quista il loro raccolto.Ogm Yaqui d un agricoltore,d il
proprietario di un pezzodi terreno chepud definire suo
purch6 continui a coltivarlo."
"Voi ne conoscetequalcuno?"domandai.
Dopo essersiguardati fra loro eonaria d'intesa, mi
sorrisero,seusandosiperch6non ne conoseevanoaffat-
to. In compenso,mi raccomandaronocaldamentedi av-
vicinarne uno e di spiegarglila situazione.
A Vicam Station i miei tentativi di fare conoscenza
congli ispettori dellabancagovernativafurono a dir po-
codisastrosi.Ne incontrai tre e,non appenaspiegailo-
ro cib chevolevo,mi lanciaronouno sguardodi comple-
ta sfiducia. Sospettavanoinfatti che fossi una spia in-
viata dagli Yankeea creareproblemi che non erano in
grado di definire conchiarezzae su cui facevanole ipo-
tesi pir) sfrenate:dalla sommossapolitica allo spionag-
gio industriale. Da quelleparti eranoconvinti chenelle
terre degli indiani Yaqui ci fosserogiacimenti di rame
su cui gli Yankeevolevanometterele mani.
Dopo questo clamorosofallimento mi ritirai nella
cittb di Guaymas.Mi trovavoin un albergoa pochipas-
si da un fantastico ristorante, doveandavotre volte al
giorno. Il cibo era ottimo e mi piacevacositanto cheri-
masi a Gua5rrnaspin di una settimana: si pub dire che
vivevo in quel locale e avevocosi fatto amicizia con il
proprietario, un certo Reyes.
CD
CARLOS CASTANEDA
Un pomeriggio,mentre stavomangiando,Reyesven-
ne al mio tavolo eonun altro uomo chemi presentdco-
me Jorge Campos,un imprenditore Yaqui che aveva
trascorsola giovinezzain Arizona,parlava inglesealla
perfezioneed era pit americanodi un vero amerieano.
Reyeslo lodd,dicendocheeraun esempiodi comeil du-
ro lavoro e I'impegnopotesserotrasformare una perso-
na normalein un essereeccezionale.
QuandoReyessi allontand,Jorge Campossi sedette
al mio fianco e presesubito in pugno la conversazione.
Fingendosimodesto,negdtutti quei complimenti,ma la
suasoddisfazioneper le paroledi Reyesera evidente.In
un primo momentoebbila netta sensazionechefosseil ti-
po di imprenditore chesi trova nei bar o agli angoli delle
stradepir) affollate,intento a cercaredi vendereun'idea
o a trovare il mododi fregare i soldi ai passanti.
Camposera un uomo di bell'aspetto,alto un metro e
ottantadue, snello,con la pancia prominente tipica dei
forti bevitori di alcolici.AvevaIa carnagionemolto scura,
conuna tonalitd di verdastro,indossavajeans costosie
lucidi stivali da cow-boyconla punta agtzza eil taccoan-
golare,quasiavessebisognodi affondarli nel terrenoper
non farsi trascinarevia da un maruo presoaJlazo.
La suacamiciaa scacchigrl$a era stirata in manie-
ra impeccabile.Nel taschinodi destraavevainfilato una
busta di plastica,cheeontenevauna frla di penne:eralo
stessoaccorgimentoche avevovisto usare dagli impie-
gati che non volevanomacchiared'inchiostro Ia cami-
cia. Portava ancheuna giaccascamosciatacon Ie fran-
ge, di un colore marrone rossastro e un alto cappello
texano da cow-boy.I-.rasua faccia rotonda era priva di
espressione.Non avevarughe, sebbenefossesulla cin-
quantina. Per chisshqualemotivo pensaichedovevaes-
sereun individuo pericoloso.
..Sonofelice di fare la sua conoscenza,signor Cam-
pos"esordii,porgendoglila mano.
"Lasciamo
perdereIeformalitb" ribatt6lui, stringen-
Db
L' I N T E N T O DE IJIJ' I NFINITO
domelaconvigore."Mi piacetrattare i giovanialla pari,
senzabadarealla differenzad'etb. ChiarnamiJorge."
Rimaseun attimo in silenzio,valutando la mia rea-
zione.Non sapevocosadire, ma ero certo di nonvoler-
lo assecondare,cosicomenon me la sentivodi prender-
lo sul serio.
..Sonocuriosodi saperechecosastai facendoa Guay-
mas>>prosegoiitr tono casuale."Non sembriun turista e
non sembrinemmenointeressatoalla pescasubacquea."
..Sonouno studentedi antropologiae sto cercandodi
stabilire le mie credenzialipressogli indiani del luogo,
in mododa poter svolgerealcunericerchesul campo"gli
spiegai.
"E io sonoun uomod'affari. Il mio lavoroconsistenel
fornire informazioni, agendoda intermediario. Th hai
un bisognoda soddisfare,io possiedola merce.Mi faccio
pagareper i miei serizi, chesonocomunquegarantiti:
senon seisoddisfatto,non seicostrettoa pagarmi."
oSeil tuo lavorodquellodi fornire informazioni, sarb
lieto di sborsarequalunquecifra tu mi chieda."
"Ah!" esclamd."Hai sicuramentebisognodi una gui-
da, qualcunopii istruito dell'indiano medio,chepossa
portarti in giro. Hai una borsa di studio eoncessadal
governodegli Stati Uniti o da qualchealtra grossaisti-
tuzione?"
"Si" mentii. "Ne ho una dell'EsotericalFbundation
di Los Angeles."
Non appenapronunciai quelleparole,scorsiun lam-
po di cupidigia nei suoi occhi.
"Ah!" esclamddi nuovo."Ed d molto gr.andequesta
istituzione?"
"Abbastanza."
"Santo Cielo!Ma dawero?" disse,cornesequellafra-
sefossestata la spiegazioneeheavevatanto voluto sen-
tire. "Se non ti dispiace,potresti dirmi a quanto am-
monta la tua borsadi studio?Insomma,quanto denaro
ti hannodato?"
ol
CARLOS CASTANEDA
"Pochemigliaia di dollari per svolgereun lavoropre-
liminare sul campo" mentii di nuovo,per vederecome
awebberisposto.
"Ah! Io amole personedirette" aggiunse,scegliendo
con cura le parole. "Sono certo che noi due troveremo
un aecordo.Ti offro i miei servizi comeguida e come
chiavechepud aprire molte porte segretepressogli in-
diani Yaqui. Comepuoi vederedal mio aspettoesterio-
re, io sonoun uomoricco e di gusto."
...Si,tu seisenz'altroun individuo dotato di buon gu-
sto" dichiarai.
..Tistosemplicementedicendocheperun piccoloono-
rario, chetroverai senz'altroaccettabile,io ti fard incon-
trare le personegiuste a cui potrai chiederequalunque
cosa.E conuna piccolaaggiunta,ti tradurrd le loro pa-
rolein spagnolooinglese.Parloanchefranceseetedesco,
mahoI'impressionechequestelinguenonti interessino."
"Hai perfettamente ragione, non mi interessanoaf-
fatto. A quanto ammonterebbeil tuo onorario?"
Si tolse dalla tasca posteriore dei calzoni un bloc-
chetto per appunti con la copertina di cuoio e, con un
gestorapido della mano, me lo apri davanti alla faceia,
ci scarabocchidsopraqualeosa,lo richiuse elo rimise in
tascaconun altro gestoprecisoeveloce.Ebbi la eertez-
za etrevolessefarmi crederedi essereefficiente e capa-
cedi eseguirein fretta qualunquecalcolo.
"Ah! Il mio onorario...Ti fard pagarecinquantadol-
lari al giorno, compresii trasporti e con I'aggiunta dei
pasti. Voglio dire, quando tu mangi, mangio anch'io.
Chene dici?"
In quel precisoistante si chindversodi me e mi sus-
sund chedovevamometterci a parlare in ingleseperch6
nonvolevachegli altri venisseroa conoscenzadella na-
tura delle nostre transazioni. Si mise poi a parlare in
qualcosachenon era affatto inglese.Colto di sorpresa,
non sapevocomereagiree cominciai a irritarmi mentre
lui continuava a sproloquiarecon la massima natura-
58
IJ'I NT E N T O DE IJL'INFI NITO
lezza.Senzascomporsi,agitava le mani e indicavavari
punti intorno a lui comesemi stessespiegandoqualco-
sa.AvevoI'impressionechenon stesseparlandouna lin-
gua specifica;forse si esprimevanel linguaggroYaqui.
Quandoaltri clienti si ar,rricinavanoal nostro tavolo e ci
guardavano,io annuivoe ripetevo:"Si, si, certo". A un
tratto esclamai:"Puoi ben dirlo" e quellafrase mi sem-
brd cosi divertente che scoppiai in una sonora risata.
Anche il mio interlocutore rise di cuore,comeseavessi
appenadetto qualcosadi molto divertente.
Dovevaperd essersiaccortochestavoper esaurirela
pazienzae prima chepotessialzarmi e mandarlo al dia-
volo, riprese a parlare in spagnolo.
..Nonvoglio stancarti con le mie scioccheosservazio-
ni, ma se devo farti da guida, e pensoproprio che lo
fard, dowemotraseorrerelungheorechiacchierandoin-
sieme"mi spiegb."Ti ho messoalla prova per vederese
sai conversarebene. Se dowb guidare, ho bisogno di
avereaccantouna personachesappiarecepiree inizia-
re la conversazione.Sonofelice di informarti chetu sai
fare beneentrambele cose."
Si alzdpoi in piedi, mi strinse la mano e sene andd.
Con un tempismo perfetto il proprietario venne al mio
tavolo, sorridendo e scuotendoil capo a destra e sini-
stra, comeun orsetto.
"Non d fantastico?"mi domandd.
Non avevoaleunaintenzionedi rispondergli e Reyes
continub raecontandomi che in quel momento Jorge
Camposstava facendoda intermediario in una transa-
zioneestremamentedelicata e profieua: alcune societd
minerarie americane erano interessate ai depositi di
feno e rame che appartenevanoagli indiani Yaqui e
Camposera sul punto di intascareuna commissionedi
circa cinquemilioni di dollari. Fr allora chemi convin-
si di avere a che fare con un imbroglione, perch6 in
quelleterre non c'era alcun deposito.Se ce ne fossero
stati, qualche aziendaprivata atrebbe cacciatogli Ya-
59
CARLOS CASTANEDA
qui dalla zona,mandandoliaviveredaqualchealtra parbe.
..E straordinario, I'uomo piir incredibilecheabbiamai
incontrato" gli risposi."Come
possocontattarlo di nuovo?"
"Di questonon devi preoccuparbi.Jorge mi ha chie-
stotutto di te, ti sta tenendod'occhiofin da quandosei
arrivato. Con ogni probabilitd oggl o domani verud a
bussarealla tua porta."
Reyesavevaragione. Un paio d'ore dopo qualcuno
venne a svegliarmi dal sonnellinopomeridiano (avevo
intenzione di partire da GuaS.masin serata e guidare
tutta notte per raggiungere la California): era Jorge
Campos.Gli spiegaiclteme ne stavoandandoe chesa-
rei tornato nel giro di un mese.
..Ah! Devi restare, adessoche ho decisodi farti da
guida!"
"Mi dispiacema dowemmorimandare,ho troppo po-
cotempoa disposizione."
Anche sesapevocheeraun imbroglione,decisidi ri-
velargli cheavevogrh,un informatore, incontrato inAri-
zona,che stava aspettandodi lavorare con me. Gli de-
scrissi il vecchio,aggiungendoche si chiamava Juan
Matus e chealtre personemelo avevanopresentatoco-
me uno sciamano.Jorge Camposmi rivolse un ampio
sorrisoe io gli chiesiselo eonosceva.
..Ah,si,lo conoscoomi risposein tonogioviale."Si pud
dire chesiamobuoni amici." Senzaessereinvitato, entrd
nellamia stanzae si sedetteal tavolinovicino al balcone.
.,tve da questiparti?" gli domandai.
..Certo.,
"Mi
porterestida lui?"
"Perch6no?Ho bisognodi un paio di giorni per svol-
gerealcunericerche,giusto per esseresicuro checi sia,
e poi andremoinsiemea trovarlo."
Sapevochestavamentendo,eppurevolevocredergli.
Giunsi a pensarechela mia sfiduciainiziale non si reg-
gessesu basi solide,perch6in quel momentosembrava
molto conr,'ineente.
60
L' I NT E NTO DEIJI]'INFINITO
"Io ti porterb da quell'uomo, ma devi pagarmi un
onorario fissodi duecentodollari."
Era una cifra superiorea quellacheavevoa disposi-
zione.Rifiutai gentilmentee gli dissi chenon avevoab-
bastanzadenaroconme.
..Non vorrei sembrareun mercenario,ma possosa-
pere quanto soldi sei in grado di spendere?"mi chiese
conil suo sorrisopii convincente."Devi tenerepresen-
te che sard costrettoa sborsarequalchesomma... Gli
indiani Yaqui sonomolto riservati, ma c'b sempreil mo-
do di riuscire, c'd semprequalcheporta che si apre con
la chiavemagicadeldenaro!"
Nonostante i miei dubbi, ero convinto che Jorge
Campospotesserivelarsiil mio canaled'accessononso-
lo al mondoYaquima anchealvecchiochemi avevatan-
to intrigato. Non mi andavadi mercanteggiaresulprez-
zo e) corrun certo imbarazzo,gli offrii cinquanta dolla-
ri cheavevoin tasca.
..Sonoalla fine del mio soggiornoe ho quasi finito i
soldi" gli dissi in tono di scusa."Mi sonorimasti solo
cinquantadollari."
Jorge Camposstesele lunghegambesotto il tavoloe
incrocib le braccia dietro la testa, abbassandosiil cap-
pello sulla faccia."Prendo i cinquanta dollari e ancheil
tuo orologio" mi rispose spudoratamente...Peruna ci-
fra del genereti porterd a conoscereuno sciamanome-
no importante.Non essereimpaziente"mi awisd, come
seio fossi stato sul punto di protestare.
"Dobbiamo sa-
Iire con estremacautelasulla seala,partendo dai gradi-
ni pir) bassifino a raggiungerequell'uomoche,te lo as-
sicuro,d proprio in cima."
"E quandopotrei incontrare questosciamanomeno
importante?" gli chiesi,porgendoglisoldi e orologio.
"Subito!" mi rispose,alzandosidi scattoper afferra-
re avidamenteil suo compenso."Andiamo, non c'd un
minuto da perdere."
Salimmo sullamia auto elui mi indirizzd versoPotam,
61
CARLOS CASTANEDA
una delletradizionali cittd Yaqui situate lungo il corsodel
fiume omonimo.I-rungoil tragitto mi riveld che stavamo
per incontrareI.lueasCoronado,un uomoconosciutoper
le zuecapaciti magiche,Iatrance sciamanicaele splendi-
demascherechecreavaper lefesteYaquidellaquaresima.
Cambibpoi argomento,mettendosia parlare delvec-
chio e quello che mi disseera in piena contraddizione
coni resocontidi chi melo avevadescrittocomeun ere-
mita, uno sciamanoche avevaabbandonatoI'attivitA.
Jorge Camposlo ritrasse invececomeil guaritore e lo
stregonepir) importante della zona,un uomo chela fa-
ma avevatrasformato in una figura quasiinaccessibile.
Fbceuna pausa,comeun rreroattore, e sferrd poi il suo
colpofrnale: mi informd cheparlare al vecchioconuna
certa regolaritd, cosicomefanno in generegli antropo-
logi, mi sarebbecostatoalmenoduemiladollari.
Stavoperprotesta,reper quell'impennatadelprezzo,
ma lui mi anticipd: ..Possoportarti da lui per duecento
dollari e di questi io me ne tengo una trentina: tutto il
restod destinato al pagamentodi bustarellevarie. Par-
lare a lungo conlui ti costerddi pit. Puoi fare tu stesso
i conti: ha delleguardie del corpo,individui chelo pro-
teggonoe chedevotenermi buoni pagandoli.Alla fine ti
fornird un resocontocompletodi ricer,utee di tutto cid
che ti seryeper Ie tue tassee potrai vedereche la mia
commissioned dawero minima."
hovai urCondatadi ammirazionenei suoi confronti.
Era consapevoledi tutto, persinodellericevuteper letas-
se.Rimasea lungoin sileruio,quasistessecalcolandoil
suoprofrtto minimo. Da par-temia, non avevonulla da di-
re: eroimpegnatoanch'ioa far calcoli,cercandodi trova-
re il mododi entrarein possessodi queiduemiladollari.
Giunsi a pensaredi chiederedawer.ouna borsa di studio.
"Sei sicuro cheil vecchioaccetterddi parlarmi?" gli
domandai.
"Certo. E, in basea quelloehepagherai,oltre a par.-
larti, eseguir) per te le suemagie.In seguitopotrete ac-
62
I,' I NTE NTO DELL'INFINITO
cordarvi sul costodellelezioni successive."Dopo un'al-
tra pausa,mi fissbnegli occhie chiese:"Credi chepo-
trai pagarmi i duemiladollari?". Il suotono era cosifor-
zatamenteindifferente cheebbila certezzachemi stes-
seimbrogliando.
"Si, possoprocurarmeli senzaproblemi" mentii.
Jorge Camposnon riusci a nasconderela soddisfa-
zione...Bravo tagazzo!Bravo ragazzolr,esultd. "Ci di-
vertiremoun mondo!"
Cercai di chiedergli qualcosasul conto del veechio,
ma mi interruppe bruseamente."Risparmia
questedo-
mandeper lui: fra un po' sarh tutto tuo" mi rassicurd
conun ampiosorriso.
Si misepoi a raccontarmi la suavita negli Stati Uni-
ti, confidandomile sue aspirazioni in campoprofessio-
nalee, eonmia gr:andesorpresa,dato chelo avevoclas-
sificato eomeun impostorechenon sapevauna solapa-
rola d'inglese,si misea parlarein tale lingua.
"Ma tu parli inglese!"eselamai,senzanemmenocer-
caredi nasconderela mia sorpresa.
"Certo, ragazzomio" mi rispose,ostentandoun ac-
centotexanochemantenneper tutta la durata dellacon-
versazione."Tb I'ho detto, ho voluto metterti alla prova
pervedereseseiabbastatzaintraprendente.Lo sei,ede-
vo ammettereeheseianchepiuttosto in gamba."
La suapadronarza dell'ingleseera superbae mi de-
Iizid con battute e storielle.In brevetempo ci ritrovam-
mo a Potam. Mi diresseverso una casa alla periferia
della cittd. Scendemmodalla macchina e lui mi fece
strada, chiamandoa gran voceLucas Coronado.
Dal retro della casagiunseuna voce:oVeniteeui!".
Sul retro di una piccolabaraccac'eraun uomo,sedu-
to in terra suunapelledi capra;tenevaconi piediun pez-
zodi legnochestavaintagliandoconuno scalpelloeuna
mazza.lbnendo fermoil legnoin quelmodo,erariuscito
a creareuno stupefacentetornio da vasaio.I piedi gira-
vano il legno,le mani lavoravanocon lo scalpello.Non
63
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO
Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO

More Related Content

Similar to Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO

Lessenziale E Libert Ajoined Document
Lessenziale E Libert Ajoined DocumentLessenziale E Libert Ajoined Document
Lessenziale E Libert Ajoined DocumentSulMonte
 
Incenso mirra-e-oro-olga-danelone
Incenso mirra-e-oro-olga-daneloneIncenso mirra-e-oro-olga-danelone
Incenso mirra-e-oro-olga-daneloneRoberto Rota
 
Centro Studi Salvatore Paladino - scritti seminari preghiere.pdf
Centro Studi Salvatore Paladino - scritti seminari preghiere.pdfCentro Studi Salvatore Paladino - scritti seminari preghiere.pdf
Centro Studi Salvatore Paladino - scritti seminari preghiere.pdfgen gen
 
Sul tornio della pasqua- centro di Spiritualità sul Monte, 2011
Sul tornio della pasqua- centro di Spiritualità sul Monte, 2011Sul tornio della pasqua- centro di Spiritualità sul Monte, 2011
Sul tornio della pasqua- centro di Spiritualità sul Monte, 2011SulMonte
 
Raul Gabriel O-One Two Worlds Festival Spoleto 2011 Curated by Paolo Bolpagni
Raul Gabriel O-One Two Worlds Festival Spoleto 2011 Curated by Paolo BolpagniRaul Gabriel O-One Two Worlds Festival Spoleto 2011 Curated by Paolo Bolpagni
Raul Gabriel O-One Two Worlds Festival Spoleto 2011 Curated by Paolo BolpagniRaul Gabriel
 
[E Book] Ita Umanita Dove Vai
[E Book] Ita Umanita Dove Vai[E Book] Ita Umanita Dove Vai
[E Book] Ita Umanita Dove VaiPippo
 
Aldous Huxley - Le porte della percezione
Aldous Huxley - Le porte della percezioneAldous Huxley - Le porte della percezione
Aldous Huxley - Le porte della percezionegrandunclejim
 
Vittorio marchi
Vittorio marchiVittorio marchi
Vittorio marchiGio Aita
 
Arcangelo miranda
Arcangelo mirandaArcangelo miranda
Arcangelo mirandaGio Aita
 
1 - Avventure Fuori dal Corpo - William Buhlman [da ePub ok].pdf
1 - Avventure Fuori dal Corpo - William Buhlman [da ePub ok].pdf1 - Avventure Fuori dal Corpo - William Buhlman [da ePub ok].pdf
1 - Avventure Fuori dal Corpo - William Buhlman [da ePub ok].pdfAlessandro Di Nicola
 
Storia arcaica della_razza_umana
Storia arcaica della_razza_umanaStoria arcaica della_razza_umana
Storia arcaica della_razza_umanagio Aita
 
4. l'origine e lo scopo del dolore
4. l'origine e lo scopo del dolore4. l'origine e lo scopo del dolore
4. l'origine e lo scopo del doloreMichela Mazzola
 
131 - Il Veggente Cronache I° sem 2003
131 - Il Veggente Cronache I° sem 2003131 - Il Veggente Cronache I° sem 2003
131 - Il Veggente Cronache I° sem 2003OrdineGesu
 
1. blaise pascal 1
1. blaise pascal 11. blaise pascal 1
1. blaise pascal 1Elisa2088
 

Similar to Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO (20)

Lessenziale E Libert Ajoined Document
Lessenziale E Libert Ajoined DocumentLessenziale E Libert Ajoined Document
Lessenziale E Libert Ajoined Document
 
Incenso mirra-e-oro-olga-danelone
Incenso mirra-e-oro-olga-daneloneIncenso mirra-e-oro-olga-danelone
Incenso mirra-e-oro-olga-danelone
 
Speranza in oncologia
Speranza in oncologia Speranza in oncologia
Speranza in oncologia
 
Centro Studi Salvatore Paladino - scritti seminari preghiere.pdf
Centro Studi Salvatore Paladino - scritti seminari preghiere.pdfCentro Studi Salvatore Paladino - scritti seminari preghiere.pdf
Centro Studi Salvatore Paladino - scritti seminari preghiere.pdf
 
Sul tornio della pasqua- centro di Spiritualità sul Monte, 2011
Sul tornio della pasqua- centro di Spiritualità sul Monte, 2011Sul tornio della pasqua- centro di Spiritualità sul Monte, 2011
Sul tornio della pasqua- centro di Spiritualità sul Monte, 2011
 
Raul Gabriel O-One Two Worlds Festival Spoleto 2011 Curated by Paolo Bolpagni
Raul Gabriel O-One Two Worlds Festival Spoleto 2011 Curated by Paolo BolpagniRaul Gabriel O-One Two Worlds Festival Spoleto 2011 Curated by Paolo Bolpagni
Raul Gabriel O-One Two Worlds Festival Spoleto 2011 Curated by Paolo Bolpagni
 
[E Book] Ita Umanita Dove Vai
[E Book] Ita Umanita Dove Vai[E Book] Ita Umanita Dove Vai
[E Book] Ita Umanita Dove Vai
 
Rapporti di una vita
Rapporti di una vita Rapporti di una vita
Rapporti di una vita
 
Aldous Huxley - Le porte della percezione
Aldous Huxley - Le porte della percezioneAldous Huxley - Le porte della percezione
Aldous Huxley - Le porte della percezione
 
Agni Yoga: concetti basilari
Agni Yoga: concetti basilari Agni Yoga: concetti basilari
Agni Yoga: concetti basilari
 
Vittorio marchi
Vittorio marchiVittorio marchi
Vittorio marchi
 
Dicembre 2014
Dicembre 2014Dicembre 2014
Dicembre 2014
 
Scalfari
ScalfariScalfari
Scalfari
 
Arcangelo miranda
Arcangelo mirandaArcangelo miranda
Arcangelo miranda
 
1 - Avventure Fuori dal Corpo - William Buhlman [da ePub ok].pdf
1 - Avventure Fuori dal Corpo - William Buhlman [da ePub ok].pdf1 - Avventure Fuori dal Corpo - William Buhlman [da ePub ok].pdf
1 - Avventure Fuori dal Corpo - William Buhlman [da ePub ok].pdf
 
Storia arcaica della_razza_umana
Storia arcaica della_razza_umanaStoria arcaica della_razza_umana
Storia arcaica della_razza_umana
 
4. l'origine e lo scopo del dolore
4. l'origine e lo scopo del dolore4. l'origine e lo scopo del dolore
4. l'origine e lo scopo del dolore
 
131 - Il Veggente Cronache I° sem 2003
131 - Il Veggente Cronache I° sem 2003131 - Il Veggente Cronache I° sem 2003
131 - Il Veggente Cronache I° sem 2003
 
1. blaise pascal 1
1. blaise pascal 11. blaise pascal 1
1. blaise pascal 1
 
Le radici in cielo | Un libro di sole citazioni
Le radici in cielo | Un libro di sole citazioniLe radici in cielo | Un libro di sole citazioni
Le radici in cielo | Un libro di sole citazioni
 

More from MySecretGarden mdp

Carlos Castaneda - IT 11 - LA RUOTA DEL TEMPO (scan)
Carlos Castaneda - IT 11 - LA RUOTA DEL TEMPO (scan)Carlos Castaneda - IT 11 - LA RUOTA DEL TEMPO (scan)
Carlos Castaneda - IT 11 - LA RUOTA DEL TEMPO (scan)MySecretGarden mdp
 
Carlos Castaneda - IT 02 - Una Realta' separata
Carlos Castaneda - IT 02 - Una Realta' separataCarlos Castaneda - IT 02 - Una Realta' separata
Carlos Castaneda - IT 02 - Una Realta' separataMySecretGarden mdp
 
Carlos Castaneda - EN 12 - The Active Side of Infinity
Carlos Castaneda - EN 12 - The Active Side of InfinityCarlos Castaneda - EN 12 - The Active Side of Infinity
Carlos Castaneda - EN 12 - The Active Side of InfinityMySecretGarden mdp
 
Carlos Castaneda - EN 10 - Magical Passes
Carlos Castaneda - EN 10 - Magical PassesCarlos Castaneda - EN 10 - Magical Passes
Carlos Castaneda - EN 10 - Magical PassesMySecretGarden mdp
 
Carlos Castaneda - EN 03 - Journey to Ixtlan
Carlos Castaneda - EN 03 - Journey to IxtlanCarlos Castaneda - EN 03 - Journey to Ixtlan
Carlos Castaneda - EN 03 - Journey to IxtlanMySecretGarden mdp
 
Carlos Castaneda - EN 02 - A Separate Reality
Carlos Castaneda - EN 02 - A Separate RealityCarlos Castaneda - EN 02 - A Separate Reality
Carlos Castaneda - EN 02 - A Separate RealityMySecretGarden mdp
 
Carlos Castaneda - EN 01 - The Teachings of Don Juan - A Yaqui Way of Knowledge
Carlos Castaneda - EN 01 - The Teachings of Don Juan - A Yaqui Way of KnowledgeCarlos Castaneda - EN 01 - The Teachings of Don Juan - A Yaqui Way of Knowledge
Carlos Castaneda - EN 01 - The Teachings of Don Juan - A Yaqui Way of KnowledgeMySecretGarden mdp
 
Samael Aun Weor - RO - Constiinta Cristos
Samael Aun Weor - RO - Constiinta CristosSamael Aun Weor - RO - Constiinta Cristos
Samael Aun Weor - RO - Constiinta CristosMySecretGarden mdp
 
David R. Hawkins - Ochiul Sinelui
David R. Hawkins - Ochiul SineluiDavid R. Hawkins - Ochiul Sinelui
David R. Hawkins - Ochiul SineluiMySecretGarden mdp
 
Charles F. Haanel - Cheia Universala
Charles F. Haanel - Cheia UniversalaCharles F. Haanel - Cheia Universala
Charles F. Haanel - Cheia UniversalaMySecretGarden mdp
 
Electrical Healing & The Violet Ray
Electrical Healing & The Violet RayElectrical Healing & The Violet Ray
Electrical Healing & The Violet RayMySecretGarden mdp
 
Mahatma Ascension & Advanced Mahatma Reiki Healing
Mahatma Ascension & Advanced Mahatma Reiki HealingMahatma Ascension & Advanced Mahatma Reiki Healing
Mahatma Ascension & Advanced Mahatma Reiki HealingMySecretGarden mdp
 
Arcturian - Prayer of protection
Arcturian - Prayer of protectionArcturian - Prayer of protection
Arcturian - Prayer of protectionMySecretGarden mdp
 
The Arcturian Corridor - Part III - Opening Portals
The Arcturian Corridor - Part III - Opening PortalsThe Arcturian Corridor - Part III - Opening Portals
The Arcturian Corridor - Part III - Opening PortalsMySecretGarden mdp
 
The Journey Continues The Arcturian Corridor - Part II
 The Journey Continues   The Arcturian Corridor - Part II The Journey Continues   The Arcturian Corridor - Part II
The Journey Continues The Arcturian Corridor - Part IIMySecretGarden mdp
 
Journey through the Arcturian Corridor - Part-I
 Journey through the Arcturian Corridor - Part-I Journey through the Arcturian Corridor - Part-I
Journey through the Arcturian Corridor - Part-IMySecretGarden mdp
 
Coridorul arcturian (complet)
  Coridorul arcturian (complet)  Coridorul arcturian (complet)
Coridorul arcturian (complet)MySecretGarden mdp
 

More from MySecretGarden mdp (18)

Carlos Castaneda - IT 11 - LA RUOTA DEL TEMPO (scan)
Carlos Castaneda - IT 11 - LA RUOTA DEL TEMPO (scan)Carlos Castaneda - IT 11 - LA RUOTA DEL TEMPO (scan)
Carlos Castaneda - IT 11 - LA RUOTA DEL TEMPO (scan)
 
Carlos Castaneda - IT 02 - Una Realta' separata
Carlos Castaneda - IT 02 - Una Realta' separataCarlos Castaneda - IT 02 - Una Realta' separata
Carlos Castaneda - IT 02 - Una Realta' separata
 
Carlos Castaneda - EN 12 - The Active Side of Infinity
Carlos Castaneda - EN 12 - The Active Side of InfinityCarlos Castaneda - EN 12 - The Active Side of Infinity
Carlos Castaneda - EN 12 - The Active Side of Infinity
 
Carlos Castaneda - EN 10 - Magical Passes
Carlos Castaneda - EN 10 - Magical PassesCarlos Castaneda - EN 10 - Magical Passes
Carlos Castaneda - EN 10 - Magical Passes
 
Carlos Castaneda - EN 03 - Journey to Ixtlan
Carlos Castaneda - EN 03 - Journey to IxtlanCarlos Castaneda - EN 03 - Journey to Ixtlan
Carlos Castaneda - EN 03 - Journey to Ixtlan
 
Carlos Castaneda - EN 02 - A Separate Reality
Carlos Castaneda - EN 02 - A Separate RealityCarlos Castaneda - EN 02 - A Separate Reality
Carlos Castaneda - EN 02 - A Separate Reality
 
Carlos Castaneda - EN 01 - The Teachings of Don Juan - A Yaqui Way of Knowledge
Carlos Castaneda - EN 01 - The Teachings of Don Juan - A Yaqui Way of KnowledgeCarlos Castaneda - EN 01 - The Teachings of Don Juan - A Yaqui Way of Knowledge
Carlos Castaneda - EN 01 - The Teachings of Don Juan - A Yaqui Way of Knowledge
 
Samael Aun Weor - RO - Constiinta Cristos
Samael Aun Weor - RO - Constiinta CristosSamael Aun Weor - RO - Constiinta Cristos
Samael Aun Weor - RO - Constiinta Cristos
 
David R. Hawkins - Ochiul Sinelui
David R. Hawkins - Ochiul SineluiDavid R. Hawkins - Ochiul Sinelui
David R. Hawkins - Ochiul Sinelui
 
Charles F. Haanel - Cheia Universala
Charles F. Haanel - Cheia UniversalaCharles F. Haanel - Cheia Universala
Charles F. Haanel - Cheia Universala
 
Electrical Healing & The Violet Ray
Electrical Healing & The Violet RayElectrical Healing & The Violet Ray
Electrical Healing & The Violet Ray
 
Mahatma Ascension & Advanced Mahatma Reiki Healing
Mahatma Ascension & Advanced Mahatma Reiki HealingMahatma Ascension & Advanced Mahatma Reiki Healing
Mahatma Ascension & Advanced Mahatma Reiki Healing
 
Arcturian - Prayer of protection
Arcturian - Prayer of protectionArcturian - Prayer of protection
Arcturian - Prayer of protection
 
Arcturian Teachings (final)
 Arcturian Teachings (final) Arcturian Teachings (final)
Arcturian Teachings (final)
 
The Arcturian Corridor - Part III - Opening Portals
The Arcturian Corridor - Part III - Opening PortalsThe Arcturian Corridor - Part III - Opening Portals
The Arcturian Corridor - Part III - Opening Portals
 
The Journey Continues The Arcturian Corridor - Part II
 The Journey Continues   The Arcturian Corridor - Part II The Journey Continues   The Arcturian Corridor - Part II
The Journey Continues The Arcturian Corridor - Part II
 
Journey through the Arcturian Corridor - Part-I
 Journey through the Arcturian Corridor - Part-I Journey through the Arcturian Corridor - Part-I
Journey through the Arcturian Corridor - Part-I
 
Coridorul arcturian (complet)
  Coridorul arcturian (complet)  Coridorul arcturian (complet)
Coridorul arcturian (complet)
 

Carlos Castaneda - IT 12 - IL LATO ATTIVO DELL'INFINITO

  • 2. @#kE,#C ffi- HgffiEE =EF=gEFr -- E ffi*.1#l-r=t:.=*W- ffi:*)ffifu,#-'*5n F"*lLhC L.E"slJL-g B'[9" ffi
  • 3. It tO giugno 1998 d stata diffusa I nol mondo Ia notizia della morte I Ot Carlos Castaned.a,uno dei piD I influenti maestri spirituati della nostra epoca. Il certiflcato di morte recava la data del ZT aprile, e le sue ceneri, dopo una cerimonia a cui hanno partecipato pochi intimi, sono state sparse in un luogo segreto nel deserto d.elMessico. Q,uestolibro, ultimato poche settimane prima, d insieme un testarnento spirituale e il metodo di conoscertza e di ricerca interiore di cui si d serrrito Castaneda per andare incontro con sereniti, e consapevolezza al proprio destino. Il "lato attivo delf infinito", infatti, d la regione, reale e concreta, a cui accedono gli sciamani dopo la morte. Per prepararsi all'ultimo viaggio nell'ignoto, essi ripensano e rivivono gli atti e i rnomenti fondamentali della loro vita, cosi da raccogliere la somrna totale d.elleproprie emozioni e conoscetaze,della propria energia vitale. Rrcid, all'inizio di questo libro estremo e rivelatore, don Juan Matus, lo sciamano Yaqui che aveva scelto Castaneda come discepolo, esorta il suo al[evo a comporre l".album" delle proprie esperienze. Questo libro singolare d appunto I'album di un I'autore racconta per la prima volta gli eventi memorabili di una vita rimasta sempre arnrolta nel mistero pit fitto. Tra questi eventi c'd anche il "viaggio definitivo" di don Juan, che dopo gli ultimi insegnamenti al discepolo predestinato ascende al sielo in forma di sfera di fuoco: prefigurazione di unlaltra morte, narrata da un uomo che si sentiva anch'egli sulla soglia det LATO ATTIVO DELL'INFINITO. orCfrRt0$C[$Iff{t0[nrnoulrn p||BBil0nloI P0ltntutt$lttllll0,H$0[t [tt il1ilt,t[$tc0]100lllttt00ttP0ItRt, It[01t00ttn0t|lH,l[r[0c00lt PR0r0t[0,t]tnItil $00lllRt,Itil$taRlIl.
  • 4. # Prefazione Sintassi X'issandole sueequazioni un uomo dichiard cheI'universo avevaalrrto un inizio. C'erastataun'esplosione,disse. Un'esplosioneprimordiale e I'universo era nato. E si sta espandendo,aggiunse. Calcoldperfino la durata della sua esistenza: dieci miliardi di rivoluzioni della Tbrra intorno al sole. Uintero globoapplaudi; stabilirono chei suoi calcolierano scienza. NessunopensdchesuggerendoI'ideadell'inizio dell'universo quell'uomoavevasemplicementerispecchiatola sintas- si della sua lingua madre; una sintassi che esigeun inizio, comela nascita, e uno wiluppo, comela maturazione, e una fine, comela morte, in qualitd di fatti. Uuniverso d nato e sta invecchiando,ci assicurdI'uomo, e morirb, cosicomemuoionotutte le cose, come lui stesso mori dopo aver eonfermato a livello matematico la sintassidella suaIinzua madre.
  • 5. Ealtra sintassi Uunirerso d dawero iniziato! I-,iateoria dell'esplosioneprimordiale d esatta? Questenon sonodomande,anchesepossonoapparire tali. E la sintassicheha bisognodi un inizio, uno wiluppo e una fine comeaffermazioni del fatto chesolola sin- tassiesiste? Questad la vera domanda. Ci sonoaltre sintassi. Ce n'd una, per esempio,cherichiede chevari livelli di intensitd sianoaccettati comefatti. In questasintassiniente inizia e niente finisce; di conseguenza,la nascita non d un evento chiaro e ben definito, ma uno specificotipo di intensitir, eosicomelo sonola maturitd e la morte. Esaminandole sueequazioni,un uomo clitale sintassi scopre di aver calcolatouna varieth sufficiente tii livelli di in- tensitd per poter affermare coneertezza cheI'universonon d mai iniziato e non finiri mai, ma chebpassato,sta passandoe passerb attraverso infinite fluttuazioni di intensitd. Quell'uomo potrebbe giungere alla conclusione che I'univelso stesso b il carrodell'intensith e checi si pud salire a bordo per viaggiareattraverso carnbiamentisenzafine. Egli trarrd tale conclusione,e molte altre, senzamagari rendersiconto chesta semplicementeconfermando Ia sintassidella sualinsua madre. @ tntroduzione Questolibro d una raceoltadi eventimemorabilidel- la mia esistenza.Li ho riuniti seguendole indicazionidi donJuan Matus,uno sciamanoindianoYaquioriginario del Messico,un maestrocheper tredici anni ha cercato di rendermi accessibilel'uniuersoconoscitiuodegli scia- mani chevivevanonell'anticoMessico.Egli mi suggeridi procedereatale raccoltaeomesesi fossetrattato di urt'i- deadeltutto casuale,qualcosachegli eravenutoin men- te all'improwiso. Il suo stile di insegnamentoera pro- prio questo:don Juan celavaI'importanza dellesuema- novre tlietro un aspettopir) terreno, e nascondevaI'im- portanzadelsuoobiettivo,presentandolacomequalcosa di simile allefaccendedellavita quotidiana. Con il passaredel tempo don Juan mi riveld che gli sciamani dell'antico Messicoavevanoconcepitoquesta raccolta di fatti memorabili comeuna sorta di accorgi- mentobonafid,eper seuoterele traccedi encrgiacheesi- stonoall'interno del s6.Essi ritenevanochetale energia
  • 6. CARLOg CASTANEDA avesseorigine nel corpo evenissepoi spostata,,allonta- nata e spinta fuori dal suocampod'azionedallecirco- stanzedella l'ita quotidiana. In questo senso,per don Juan e per gli sciamanidel suolignaggio,la raccroltadi eventimemorabiliera un mezznper reimpiegarela loro energiainutilizzata. II reouisito fondamentaleper questa raccolta era il gestosinceroe totale di riunire I'insieme globaledelle proprie emozioni e realizzazioni, senza risparmiarsi nulla. SecondodonJuan, gli sciamanidelsuolignaggio eranoconvinti chetale raccoltafosselo strumento del- la sistemazioneemozionaleedenergeticanecessariaper awenturarsi nell'ignoto,avendoa disposizionela sag- gezzadellapercezionenell'ignoto. Don Juan definiva I'obiettivofinale dellaconoscenza sciamanicacheeglipossedevacomela preparazionene- eessariaper affrontarc i uiaggi,odefinitiao, quello ciod che ogni essereumano deveintraprendere al termine dellapropria esistenza.Mi spiegbchegraziealla loro di- sciplina e alla risolutezzache li animava, gli sciamani eranoin gradodi mantenerela loro consapevolezzae tl, loro scopoanchedopo la morte. Per tutti loro, quello stato vago e idealistico che I'uomo moderno definisce "vita dopola morte" erauna regionerealecaratterrzz&- ta da affari pratici di tipo diverso da quelli della vita quotidiana ma dotati di una praticitb funzionalesimile. Don Juan era certo cheraccoglieregli eventi memora- bili dell'esistenzarappresentasseper gli sciamarrila preparazioneal lor.oingressoin quellaregionerealeche essichiamavanoiLlato attiuo dell',inJinito. Un pomeriggio,don Juan e io stavamoparlandosot- to la sua ramacla,un riparo f'atto di bastoni sottili e bambi, simile a un porticato in gr.adodi proteggereal- menoin parte dal solernadeltutto inutile per la pioggia. Alcune cassepiccolee resisteritiservivanoda panchine; i segni dei marchi a fuoco, ormai svaniti, sembravano 10 INTRODUZIONE scmplici ornamenti pii che segni di identifrcazione.Io erosedutosuuna di quelle,conla schienaappoggiataal lato anteriore della casa;don Juan era su un'altra, ap- poggiatoa uno dei pali chesostenevanola ramada.Es- sendoarrivato pochi minuti prima in auto, dopo aver guidatoper I'intera giornata conil caldoeI'umiditd, mi sentivoneruoso,irrequieto e madidodi sudore. Non appena mi secletticomodamentesulla cassa, clonJuan simiseaparlaree,conun ampiosorriso,com- mentdchedi solito le personesowappesonon sannoco- mecombattereil grasso.Il sorr.isochegli aleggiavasul- le labbra mi fececapire chenon stavaaffatto scherzan- do: in una maniera diretta e al tempo stessovelata mi stavafacendonotare cheero sotr.appeso. Ero cosinervosochescivolaidalla mia cassae andai a sbattereeontro il muro sottile della casa,scuotendola fin nellefondamenta.Don Juan mi rivolseuno sguardo interrogativo e inveeedi chiedermi se stavo bene, mi tranq.atllizzddicendochenon gli avevorotto la casadi- lungandosi a spiegarmi che quella era solo un rifugio temporaneoe chein realtd lui vivevada un'altra parte. Gli chiesidoveabitavaelui si limitd a fissarmi. Pur sen- za essereostile,ii suo sguardovolevaessereun fermo deterrentenei confronti delledomandeimproprie. Non capivocosavolesseda me e stavo per ripetergli il rnio quesito,ma lui mi bloccd. "Da questeparti non si fanno domandedel genere" dichiard in tono deciso."Puoi chiederequalunquecosa in merito alle proceduree alle idee.Quandosardpron- to a dirti dovevivo, semai lo sard, te lo dird senzache tu debbachiedermelo." Mi sentii respinto e awampai, offeso.I-.iarisata di don Juan ingrandi all'infinito Ia rnia sofferenza:oltre ad avermi rifiutato, mi avevainsultato e deriso. "Per il momentoabito qui perch6questodun eentro magicoo riprese, incurante del mio disappunto. "In realth,ci abitoper causatua." 11
  • 7. CARLOS CASTANEDA Quelladichiarazionemi disarmd; non riuscivo a cre- derci. Pensaiche il mio interlocutore volessesemplice- menteplacarela mia irritazione. "Abiti dawero qui a causamia?" Chiesialla fine, in- capacedi trattenere la curiositd. "Si" mi rispose in tono pacato. oDevoeducarti. 1r seieomeme. Ti ripeterd quellocheti ho gib detto: la ri- cercadi ogni nagual in ciascunagenerazionedi strego- ni consistenel trovare un uomoo una donnache,al pa- ri di lui, mostri una doppia struttura energetica;io ho visto in te questa caratteristiea, alla stazionedegli au- tobus di Nogales.Quandovedola tua energia,vedodue sferedi luminositi sowapposteuna sopraI'altra, eque- sto aspettoci lega insieme.Io non possorespingerti co- si cometu non puoi allontanarmi." Le sueparole scatenaronoin me una forte e strana agitazione:un attimo prima ero furioso, adessovolevo piangere. Don Juan eontinud,spiegandoeheavevaintenzione di iniziarmi a quella che gli stregoni chiamanola uita deiguerrieri, sostenutodalla forza della zonain cui vi- veva, che era il fulcro di potenti emozioni e reazioni. Personeinclini alla guerra vi avevanovissuto per mi gliaia cli anni, impregnandola terra del loro coinvolgi- mento nei eonfronti della guerra. All'epocavivevanellostato di Sonora,nel Messicodel nord, circa centocinquanta chilometri pir) a sud della cittd di Gua;'rnas.Andavo sempre a trovarlo nella spe- ranzadi proseguireil mio lavorodirettamente sul campo. "Devo entrare in guerra?" gli chiesi, sinceramente preoccupato,quando mi annuncid cheun giorno o I'al- tro awei avuto bisognodel coinvolgimentonei confron- ti della guerra. Avevogi) imparato a prenderesul serio qualunquecosami dicesse. "Puoi scommetterci" mi rispose sorridendo. ..Non appenaawai assorbitotutto cib chec'd da assorbirein questazona,io mi trasferird." T2 TNTRODUZIONE Non avevoalcun motivo per dubitare dellesueparo- le, ma al tempo stessonon riuscivo a immaginare che potesseandarseneda qualchealtra parte. Egli era par- te integrante di ogni cosache1ocircondava.Ira suaabi- tazione,tuttavia, sembravaun riparo temporaneo:era la tipica baracca degli agricoltori Yaqui, fatta di can- niccio ricoperto di argilla e fango, eonil tetto piatto ri- vestito di paglia. Una stanza serviva per mangiare e dormire, I'altra erauna cucinapriva di tetto. "E molto difflrcileaverea chefare conIepersoneso- wappeso>esclamda un tratto. Sembravauna frase del tutto estraneaal resto della eonversazione,ma in realtb non lo era: don Juan era semplicementetornato all'argomento di cui stava par- landoprima cheio lo interuompessiscivolandocontro la paretedellasuacasa. "Un attimo fa hai colpito la mai dimora eomeun proiettile da demolizione"osservd,scuotendolentamen- te il capo.,"Cheimpatto...degnodi un grassone!" Ebbi la spiacevoleimpressionechestesseparlandodi me eomesenon si facessepit illusioni e mi affrettai ad assumereun atteggiamentodifensivo.Lui ascoltbcon una smorfia le mie affannate spiegazionisul fatto cheil miopesoeradeltutto normaleperla mia struttura ossea. ..8 verooconcessein tono divertito. "I-letue ossaso- no molto grandi, potresti andartene in giro con altri quindici chili addossoe nessunoci farebbecaso.Io non me ne accorgerei." Dal suo sorrisobeffardo si capiva che mi giudicava decisamentegrasso.Mi chiesedella mia salutein gene- rale e io continuai a parlare, eercandodisperatamente di evitare qualunqueulteriore commentosul mio peso. trr lui a cambiarediscorso. "Che c',bdi nuovoa proposito delletue eccentricitde aberrazioni?"mi chiesecon espressioneimpenetrabile. Comeun idiota gli risposi chestavanobene."Eceen- triciti e aberrazioni" erano il modoin cui etichettavai 13
  • 8. CARLOg CASTANEDA miei interessi di collezionista.fn quel periodo ero tor- nato a dedicarmi con zelo rinnovato a un'attivitA che avevosempre apptezzato: collezionare tutto quello che si potevacollezionare.Raccoglievoquindi giornali, fran- cobolli,dischi e oggetti tlella Secondaguerra mondiale, per esempiopugnali,elmetti,bandiere... "Uunica cosachepossodirti sulle mie aberrazioni d chesto eercandodi vendereIemie collezioni"gli risposi con il tono di un martire costretto a compierechissd qualegestoorrendo. ..Essereun collezionistanon d una brutta idea" mi consold,comese ei credessedawero. "Il problema non bI'abitudine in s6,quantogli oggetti stessicheraccogli: tu conservirobacciada nulla, coseprive di valore cheti tengonoprigioniero cosicomefa il tuo cane.Non puoi mollare tutto e andartenese devi prenderti eura di un animaleo preoccuparti della sorte a euivanno incontro le tue raccoltesetu non seinei paraggi." "Credimi, don Juan, sto seriamenteeercandodegli acquirenti" eercaidi difendermi. ..No, no, non devi pensareche ti sto aceusando"ri- batt6lui. ..Adire il vero,io apprezzoil tuo spirito da col- lezionista,d solochenon mi piaccionole tue collezioni, tutto qui. Mi piacerebbefar lavorareil tuo occhioda col- lezionistaevorrei proporti una raccoltavalida." Don Juan feceuna lunga pausa.Sembravachestes- se cereandole parole giuste, o forse era solo un'esita- zionestudiata, fatla proprio al momentogiusto. Mi ri- volseuno sguardoprofondoe penetrante. "Ogpi guerriero ha il doveredi raccogliereun album speciale,un album cherivela la sua personalitd e testi- monia le circostanzedella suavita." "Per qualemotivo la chiami collezioneo album?" gli domandaiincuriosito. "Perch6b entrambele cose,ma soprattutto perch6d un album di immagini messeinsieme dai ricordi, riea- vate cioddal ricordo di awenimenti memorabili." 74 INTRODUZIONE "Questi eventimemorabililo sonoper qualcheragio- ne specifica?'gli domandai. ..Lo sonoperch6rivestonoun signifrcatoparticolare nell'esistenzadi un individuo. Ti propongo di mettere insiemequestoalbum inserendoviil resocontocompleto dei vari awenimenti chehanno avuto per te un profon- do signifrcato." "Ma tutti gli eventi lo hanno avuto!" dichiarai con fo- ga, rendendomicontoda solodi quanto apparivotronfio. ..Non proprio" mi eorresse sorridendo, immensa- mente divertito dalle mie reazioni. ..Non tutti i fatti della vita hanno avuto per te un significato profondo. Perbcene sonoalcuni cheritengo ti abbianocambiato, illuminando il tuo sentiero: si tratta in generedi que- stioni impersonali e al tempo stessoestremamenteper- sonali." "Don Juan, nonvorrei darti l'impressionechestofa- cendoil diffrcile, ma ti assicurochetutto cidchemi dac- caduto rispondea tali requisiti" proseguii, consapevole di mentire. Subito dopoaverfatto questadichiarazioneaweivo- luto scusarmi, ma don Juan non mi prestd Ia minima attenzione:era eomesenon avessiapertobocca. "Non devi pensarea questoalbum in modobanaleo eomesefosseun futile rifacimento delleesperienzedel- Ia tua vita" mi awisd. Inspirai a fondo, chiusi gli occhi e cercai di placare la mente. Stavo confabulandofreneticamente eon me stessoin merito al mio problema insolubile: ero certo che visitare don Juan non mi piacesseaffatto. In sua presenzami sentivo minacciato, perch6 era solito ag- gredirmi verbalmentee non mi permettevadi mostrare in alcunmodoil mio valore.DetestavoperdereIa faccia ogni volta che aprivo la boccae non sopportavodi ap- parire uno stupido. Dentro di me c'era perb urt'altra voce,cheproveniva da un luogopit profondoe remoto,quasiimpercettibile. 15
  • 9. CAR,LOS CASTANEDA Nel bel mezzodelfuocodi fila deldialogoconsapevo- le sentiimestessodire cheeraormai troppo tardi per fa- re marciaindietro. In realtd quellachepereepivononera la mia voceenon si trattava nemmenodeimiei pensieri: era una vocesconosciutachemi awisava di essermior- mai addentratotroppo a fondonel mondodi don Juan e mi spiegavacheavevobisognodi lui pii chedell'aria. "Puoi dire quello che r,rroi,ma se tu non fossi cosi centrato nell'ego,non saresti cosi distrutto" sembrava sussurrarmi. "Questa d la voceclell'altra tua mente, dichiard in quelprecisoistantedon Juan, comesemi avesseletto nelpensiero. Sussultai e la mia paura era cosi intensa che mi ri- trovai congli occhicolmi di lacrime. Gli confessaila ve- ra causadella mia confusione. "Il tuo conflitto b del tutto naturale" mi rassicurd. "Credimi, io nonlo esasperoaffatto, non sonocerto il ti- po...Potrei raccontarti molte storie su quellochemi fa- cevasempreil mio maestro,il nagual Julian. Lo dete- stavocontutte lemie forze.Sai,eromolto giovane,eve- devoche le donnelo adoravano,si donavanoa lui con estremafacilitd; io mi limitavo a salutarle e loro mi ag- gredivano,feroci comeleonesse.Mi odiavanoin manie- raviscerale,cosicomeadoravanolui. Comecredichemi sentissi9" "In che modo sei riuscito a risolverequestoconflit- to?" gli chiesi,con qualcosadi pit di un sempliceinte- resse. "Non ho mai risolto un bel nulla. Questoconflitto, o in qualunquealtro modolo vuoi chiamare,era il risul- tato della battaglia fra le mie due menti. Ogni essere umanopossiededuementi: una dcompletamentenostra ed d simile a una vocedebolecheci porbasempreordi- ne,direzioneeuno scopopreciso;I'altra dinvecewain- stallazione estraneache ci porta conflitti, arroganza dubbi e disperazione". 16 INTRODUZIONE La fissazionesulle mie concatenazionirhentali era cosiintensa chemi ero persotutto quellochedon Juan avevadetto: anchesericordavo con estrema chiarezza ognuna delle sueparole, essemi parevanoprive di si- gnificato. Esprimendosiin tonopacatoefissandomine- gli occhi,don Juan mi ripetd cid cheavevaappenadet- to, ma anchein questocasonon riuscii a capirlo, inca- pacedi focalizzarcla mia attenzionesullesueparole. "Per qualchestranomotivo, non riescoa concentrar- mi su quello chemi stai dicendo"gli confessai. "Capisco perfettamente perch6 non ci riesci e un giorno lo capirai anchetu, nell'attimo stessoin cui ri- solveraiil conflitto in merito al fatto cheio ti piacciao meno;quel giorno smetterai di essereI'io-io centro del mondo,,mi disse.sorridendobeato. "Nel frattempo, mettiamo da parte I'argomentodel- le nostre due menti e torniamo a parlare di comepre- parare il tuo album di eventi memorabili. Devi sapere cheun album delgeneredun eserciziodi disciplina eim- parzialitd: consideraloun atto di guerra". I-lasuaaffermazione,cheil mio conflitto sul fatto che lui mi piacesseo meno,sarebbescomparsonon appena avessiabbandonatoil mio egocentrismo,mi sembrddel tutto inaccettabile.Anzi, mi reseancorapir) frustrato e colmo di rabbia. Non appena Io sentii parlare dell'al- bum comeatto di guerra, lo aggredii contutto il veieno cheavevoaccumulato. ..0 gre,diffrcile capire il concettodi una raccolta di fatti e, comesenonbastasse,lo chiami album e dici che d un atto di guerra... per me d troppo! Le metafore ec- cessivamenteoscureperdonoil loro significato." "Che strano, per me d esattamenteil contrario!" ri- batt6lui in tono pacato. "Ritengo molto significativo il fatto cheun album sia un atto di guerra e vorrei cheil mio non fossenient'altro cheun atto di guena.>> Awei voluto eontinuare a perorare Ia mia causa, spiegandoglichecapivoquel concetto,ma ero contrario t7
  • 10. CARLOS CASTANEDA al modostrano in cui me lo stavadescrivendo.All'epo- ca ritenevo di essereun difensoredella chiarezzae del funzionalismonell'usodel linguaggio. Don Juan non fecealcun commentosul mio umore ostilee si limitd a scuotereil capo,comesefossepiena- mented'accordocon me. Dovevoessermiritrovato pri- vo di energia, o forse ne ricevetti una dosemassiccia, perch6 all'improwiso, senzail minimo sforzo mi resi conto della futilitb delle mie esternazionie sprofondai nell'imbarazzopii. totale. "Per quale motivo mi comporto cosi?" domandai a donJuan in tono sincero.In quelmomentoeroa dir po- coconfusoe talmente sbalorditodalla mia scopertache scoppiaiin lacrime. "Non preoccuparti per i dettagli pii stupidi,' si af- frettd a rassicurarmi. "Ogpuno di noi, maschioe fem- mina, d fatto cosi." "Vorresti dire cheper natura siamotutti meschinie contraddittori?" "Al contrario: le nostre meschinitd e le nostre con- traddizioni sonoil risultato di un conflitto trascenden- tale cheaffligge tutti noi, ma di cui sologli sciamaniso- no dolorosamenteedisperatamenteconsapevoli:si trat- ta del conflitto dellenostre duementi." Don Juan mi lancid un'occhiatadi sbiecocon i suoi occhisimili al carbonepii nero. "Mi hai gid parlato delleduementi, ma il mio cervel- lo non riescea registrare le tue parole.Perch6"? "Lo scoprirai al momento grusto" mi rispose. "Per ora b sufficientecheio ti ripeta cid cheti ho gid detto in merito alleduementi: una dla nostravera mente,il pro- dotto dellenostre esperienzedi vita, quellacheparla di rado perch6 d stata sconfitta e relegata nell'oscuriti. Ualtra, quellacheusiamoogni giornoper qualunqueat- tivite quotidiana, durt'installazioneestranea." "Il nocciolodella questioned cheil concettodi men- te eomeinstallazioneestraneadcosibizzarro chela mia 18 INTRODTIZIONE stcssamente si rifiuta di prenderlo sul serio" gli confi- rlai, certo di averfatto una vera e propria scoperta. Don Juan non fececommenti e riprese la sua spie- gizione comeseio non avessinemmenoaperto bocca. "Per risolvereil conflitto delleduementi occorreave- ro l'intenzione di farlo. Gli sciamani evocanoI'intento ;rronunciandoa vocealta e chiara la parola intento: d una forza cheesistenell'universo,e quandogli sciama- ni la evocanosi presentaa loro e predisponeil sentiero lrer la realizzazione.Questo significa che gli sciamani rieseonosemprea fare quellochevogliono." "Vorresti dire che gli sciamani ottengono sempre quelloche desiderano,anchesesi tratta di qualcosadi meschino,triviale e arbitrario?" gli chiesi. "Nient'affatto! Uintento pubessereevocatoper quii- lunque motivo, ma gli sciamanihanno imparato a loro speseche.si presentaa loro solo per qualcosache d astratto. E la loro valvola di sicurezza,senzala quale sarebberoinsopportabili. Nel tuo caso,evocarel'inten- to per risolvereil conflitto delletue due menti o sentire la vocedella tua vera mente non d una questioneme- schina,triviale o arbitraria: al contrario, d astratta ed eterea,e rivesteper te un'imporbanzafondamentale." Dopo una brevepausa, don Juan riprese a parlare dell'album. "Essendoun atto di guerra, il mio album ha richie- stouna selezionepiir cheattenta. Adessoduna raccolta precisadei momenti indimenticabili dellamia esistenza e di tutto cid chemi ha portato fino a essi.AI suointer- no ho contratto tutti gli eventichehannoaurto e awan- no un significato per me. Ritengo che I'album di un guerriero sia qualcosadi pii concreto,talmente mirato da esseredistruttivo." Non avevoidea di eosavolessedon Juan, eppureIo capivoalla perfezione.Mi suggeridi sedermida soloedi lasciar fluire liberamentei miei pensieri, i ricordi e le idee.Mi raceomandddi fare uno sforzoaffinch6la voce 19
  • 11. CANLOS CASTANEDA del profondo del mio esseresi facessesentire e mi di- cessecosascegliere,poi mi ordind di entrare in easae stendermisul letto di cassedi legnoe sacchidi juta, che fungevanoda materasso.Il corpomi doleva,e quel gia- ciglio si riveld molto confortevole. Seguii il suo suggerimentoe cominciai a pensareal mio passato,cercandogli awenimenti che avevanola- sciatoun segno.Mi resi subito contocheI'affermazione che tutti gli eventi della mia vita avevano avuto un profondo signifrcato era un'assurditd. Mentre mi co- stringevoa ricordare, scoprii chenon sapevonemmeno da cheparte cominciare.La mia mentefiltrava un'infr- nitb di pensierie ricordi non legati fra loro. Non riusci- vo a capireseavesseroo menoun significato per me.In realtd avevoI'impressioneche niente avesseil bench6 minimo significato; mi sembravadi aver vissuto come un cadaveredotato della capacitddi camminaree par- lare, senzaprovaremai nulla. fncapacedi concentrarmi per cercaredi raggiungereil mio obiettivo, dopoun va- no tentativo rinunciai e mi addormentai. "Ci seiriuscito?" mi chiesedon Juan quandomi sve- gliai, ore dopo. Invecedi sentirmi benedopo aver dormito e riposa- to, ero ancoradi malumoree aggressivo. ..No,non ci sonoriuscito" ringhiai. "Hai sentito quellavoceprovenientedal profondo del tuo essere?" "Credodi si" mentii. "E checosati ha detto?"mi domandd,ansioso. "Non ricordo" borbottai. "Sei tornato nella tua mentequotidiana", mi spiegd, battendomi conforza sulla schiena.,,Itatua mentequo- tidiana ha ripreso il soprawento. Cerchiamo di rilas- sarla parlando della tua collezionedi eventimemorabi- li: devoawisarti chela sceltadi quelli da inserirenel tuo album non d affatto facile. E per questomotivo cheho detto chesi tratta di un atto di guerra: per saperecosa 20 INTRODUZIONE sceglieredeviriesaminarete stessoda cima a fondo per una decinadi volte." Soloallora, per un breveistante, riuscii a capire che possedevodue menti, ma era un pensierocosivago che lo persi subito. Mi rimase soltanto la sensazionedi non esserein grado di soddisfarela richiesta di don Juan. Invece di accettarecon grazala mia incapacitd, le permisi di trasformarsi in una vera e propria minaccia. In quel periodo la mia vita sembravadominata dal bi- sognodi mettermi in buona luce ed essereincompeten- te equivalevaa essereun perdente,cosaper me intolle- rabile. Dato chenon sapevocomerisponderealla sfida lanciata da don Juan feci I'unica cosache sapevofare: mi arrabbiai. "Devoancorapensarcisopra,devoconcedereallamia mentetutto il temponecessarioper adattarsi all'idea." "Certo, eerto" si affrettd ad assicurarmi. "Prenditi tutto il tempo necessario,ma fa' presto." In quell'occasionenon aggiungemmoaltro. Giunto a casa,me ne dimenticai completamentefinch6 un gior- no, nel bel mezzodi una conferenzaa cui stavo assi- stendo,I'ordine imperiosodi cercaregli eventimemora- bili della mia esistenzami colpi comeuna scossa,uno spasmofrsicocheagitd il mio corpodalla testa ai piedi. Mi misi al lavoroconimpegno.Mi civolleromesiper rivederele esperienzecheritenevo avesseroun notevo- le significatoper me.Esaminandola mia collezionemi resi contodi occuparmisolodelleideechenon avevano alcuna sostanza.I fatti che ricordavo erano solovaghi punti di riferimento chetornavano alla memoriain ma- niera astratta. Venni assalito dal terribile sospettodi esserestato allevato in modo da agire senzaprovare mai nulla. Uno degli eventipit vaghi chevolevorenderememo- rabile a tutti i costi era il giorno in cui avevosaputo di esserestato ammessoai corsi universitari dell'UCIiA. Per quantomi sforzassi,non riuscivoa rammentareco- 27
  • 12. CARLOS CASTANEDA saavessifatto in quellagiornata, chenon era stata spe- cialee nemmenointeressante.Thttavia avevola convin- zionechedovevaper forza esserestata particolare. Ini- ziareI'universitb awebbedomto rendermi feliceeorgo- gliosodi me stesso,ma non fu cosi. IJn altro esempiodella mia raccolta era il giorno in cui per poco non sposaiKay Condor.In realtd quello non era il suovero nome,Io avevacambiatoperch6vo- leva fare I'attrice. Il suo passaportoper il successoera dato dalla somiglianzacon Carole Lombard. Quella giornata mi sembrdmemorabilenon a causadegli awe- nimenti chesi verificarono, ma perch6lei era bellissima e voleva sposarmi.Il fatto che fossepii alta di me la rendevaaneorapir) interessanteai miei occhi. Ero emozionatoall'ideadi sposareuna donnacosial- ta, con una cerimonia in chiesa. Presi a nolo uno smoking griglo conpantaloni piuttosto larghi: non era- no scampanatima semplicementelarghi e il loro aspet- to mi dava molto fastidio. Un'altra cosache mi distur- bavaimmensamenteerala lunghezzaeccessiva(almeno tre centimetri di troppo) dellamanichedellacamiciaro- sa che avevoacquistato per I'occasione.Dovetti usare un paio di elasticiper tenerlesu.A parte questidetta- gli, tutto il resto fu perfetto fino al momento in cui gli ospitie io scoprimmocheKay Condor.sier.apresapau- ra e non si sarebbefatta vedere. Essendouna signoracivile ed educata,mi manddun biglietto di scusetramite un corrierein motocicletta:mi scrisseehenon credevanel divorzioe non potevalegarsi per la tutta lavita a qualcunochenon condividevala sua visione del mondo. Mi ricordd che ogni volta che pro- nunciavo la parola "Condor" f'acevouna smorfia, mo- strando cosi una totale mancanzadi rispetto nei suoi confronti e mi informd di averdiscussola faccendacon sua madre. Entrambe mi volevanomolto bene,ma non al punto da permettermi di entrare a far parte dellaloro famiglia. Con saggezzae coraggioconcluseeheentram- 22 INTRODUZI0NE bi dovevamorinunciare in tempo a un cattivo affare. Ero rimasto completamentestordito. Quandocerca- vo di riportare alla memoria quella giornata, non riu- scivoa ricordare semi ero sentito terribilmente umilia- to per essererimasto solo davanti a una folla di gente, conil mio smokinggriglo conpantaloni enormi presoa nolo, o seinveceero annientato dal fatto cheKay Con- dor non mi avevapii voluto sposare. Quei due eventieranogli unici cheriuscivo a isolare conuna certa chiarezza.Erano esempiben miseri, ma, dopoaverli riesaminati, riuscii a riformularli comerac- conti di accettazionefrlosofica.Consideravome stesso comeuna personache attraversa I'esistenzasenzapro- vare veri sentimenti, animato soloda una visioneintel- lettuale delle cose.Prendendoa modellole metafore di don Juan, me necostruii persinouna deltutto persona- Ie: ero un essereche conducevaIa sua esistenzain ma- niera preeariarispetto a cib cheawebbedotrrto essere. Ero convinto,per esempio,che il giorno in cui mi avevanopresoall'UCI-iA awebbedor,rrtorappresentare una giornata memorabile,e dato che non Io era stata, facevodel mio meglioper attribuirle un sensodi impor- tanza cheerobenIungi dal sentire.Una cosasimile ac- caddeil giorno in cui awei dovuto sposareKay Condor. Quella chein teoria awebbedovuto essereun'esperien- za devastante,non lo era stata per nulla. Quando Ia richiamai alla mente, mi resi conto che non c'era nulla e cominciaia lavorarecon grandeim- pegnoper creare cid che awei dovuto sentire a livello emotivo. Non appenaarrivai a casadi don Juan, gli presentai i miei due esempidi fatti memorabili. "Queste sonosolo sciocchezze"ribatt6. oNon vanno affatto bene,sonostorie chesi riferiscono soloedeselu- sivamentea te come a una persona che pensa, prova emozioni, piange o non senteun bel nulla. Gli eventi memorabili dell'album di uno sciamanosonofaccende 23
  • 13. CARLOS CASTANEDA in grado di sostenerela prova del tempo,perch6anche senon hanno nulla a chefare conlui al tempo stessolo coinvolgonoper tutta la suavita, eforseancheoltre, ma non a livello personale." Le sueparolemi lasciaronodistrutto e sconfrtto.Al- I'epocacredevodawero che don Juan fosseun vecchio intransigentechesi divertiva in modoparticolare a far- mi sentirestupido. Mi ricordavaun artigiano cheavevo conosciutonella fonderia di uno scultoredovelavoravo quando frequentavo la scuola d'arte. Quell'artigiano era solitocriticare etrovare difetti in tutto cidchei suoi apprendisti pii esperti facevano,esigendoche correg- gesseroil loro lavoroin basealle sueindicazioni.Gli ap- prendisti non facevanoaltro chegirarsi e fingere di ap- porre le modificherichieste.Ricordo ancoraconquanta gioia dichiarava,vedendosipresentarelo stessoidenti- colavoro:"Adessoci siamo!". "Non prendertela" mi consolddon Juan, strappan- domi ai miei ricordi. "Ai miei tempi mi trovavonelletue stessecondizioni. Per anni non seppi eosa scegliere, convintodi non possedereesperienzetra cui compierela mia selezione;mi sembravachenon mi fossemai capi- tato nulla. Naturalmente, mi era suecessotutto, ma nello sforzo di difendereI'idea che avevodi me stesso, non avevon6 il tempo n6 la disposizionegiusta per di- ventareconsapevoledi qualcos'altro.', "Potresti dirmi conprecisionechecos'hannodi sba- gliato le mie storie?Sobenissimochesonobanali, ma il restodellamia vita duguale." .Ti ripeto chele storiedell'album di un guerrieronon sonopersonali, la storia del giorno in cui ti hanno ac- cettato all'UCLA non d altro che la tua affermazione chetu seial centro di ogni cosa.Tr senti, tu non senti, ti rendi conto,non ti rendi conto...Capiscicosavoglio dire? Irtta la storia seisolotu!" ..Macomepotrebbeesserealtrimenti?o "Nell'altra storia hai quasi sfiorato cid cheintendo, 24 INTRODIIZIONE ma I'hai trasformato ancora in qualcosadi estrema- mente personale.So benissimoche sei in grado di ag- giungerealtri dettagli, ma sarebberosoloun'estensione dellatua persona,nient'altro." "Se devoesseresincero,non riescoproprio a capirti" obiettai. "Ogni storia vista attraversogli occhidi un te- stimonedev'essereper forzapersonale." ..Si, certo', ammisesorridendo, deliziato come sem- pre dalla mia confusione."In questocasoperdnon sono adatte all'album di un guerriero, pur essendoindicate per altri scopi. Gli eventi memorabili che stiamo cer- candodi rintracciare hanno il toccooscurodell'imper- sonalecheli permea.Non sapreiin chealtro modospie- gartelo." Convinto di avera'mto un attimo di ispirazione,cre- detti di avercapitocosaintendevaper ,.toccooscurodel- l'impersonale":dovevatrattarsi di qualcosadi morboso. Per me era quello il significato dell'oscuritd e gli rac- contai quindi una storia cherisaliva alla mia infanzia. Uno dei miei cugini pii grandi, studente di medici- na, lavoravacomeinterno eun giorno mi portd a visita- re I'obitorio. Mi assicurdcheun giovanecomeme aveva il doveredi vederei morti, perch6 era uno spettacolo educativochedimostravala transitorietd dellavita. In- sistette a lungo per convincermi:pir) mi ripeteva quan- to siamo insignificanti da morti, pir) mi incuriosivo. Non avevomai visto un cadaveree la curiositd ebbeil sopralvento, al punto checedetti e andai conlui. Mi mostrd vari cadaveri,riuscendoa terrorizzarmi. Non trovai nulla di educativoo illuminante in quei cor- pi, che erano la cosapii spaventosache avessimai vi- sto. Mentre parlava con me, mio cugino continuava a sbirciareI'orologio,comesestesseaspettandoqualcuno chedovevaarrivare da un momentoall'altro. Era chia- ro chevolevatrattenermi in quel luogo pii a lungo di quanto mi awebbero permessole mie forze. Dato che avevomolto spirito di competizione,ero eonvinto che 25
  • 14. CARLOS CASTANEDA stessemettendoalla prova la mia resistenza,la mia vi- rilitd. Strinsi i denti e decisidi tener duro fino alla fine. La fine arrivd in una maniera chenon mi sarei mai sognato:un cadaverericoperto da un lenzuolo si alzb conun rantolo dal tavolo di marmo su eui era stesoco- metutti gli altri, quasivolessemettersi a sedere.Il ver- sochegli sfuggi era cosiorrendochemi rimaseimpres- soeomeun marchioinfuocato e resterdper semprenel- la mia memoria.Mio cugino,medicoe scienziato,mi spiegbcheera il cadaveredi un uomomorto di tuberco- losi: i bacilli gli avevanodivorato i polmoni, lasciando enormi buchi colmi d'aria. Quandola temperatura del- I'aria cambiava,il corpo veniva in pratica costretto a sollevarsio venivapresodalleeonmlsioni. ..Non ci siamoancora>obiettd don Juan, scuotendo il capo...i solouna storiasullatua paura.Io stessosa- rei stato terroizzato. Uno spaventodel generenon d perdin grado di illuminare il sentierodi nessuno.Sono curiosodi saperechecosati d successo." "Mi misi a strillare comeuna banshee.Mio cuginomi accusddi essereun codardoe un vigliacco perch6 na- scosiil viso sul suopetto e gli vomitai addosso." Stavo decisamenteseguendoil filo conduttore della morbositd,nell'ambito della mia esistenza.Saltai fuori con un altro raccontor.iguardanteun ragazzodi sedici anni che avevoconoseiutoalle superiori. Afflitto da un gravescompensoghiandolare,avevaraggiunto urt'altez- za da gigante,ma il suoeuorenon si era wiluppato alla stessavelocitddelrestodelcorpo,eun giornomori d'in- farto. Spinto da una curiositdmorbosa,eroandatoa ve- derlo all'obitorio insiemea un altro amico.Liimpresario di pompefunebri,eheeonogniprobabilitderaancorapir) morbosodi noi due,ci feceentraredallaporta sul retro e ci mostrd il suocapolavoro:era riuscito a far stare quel giganteaito pii di duemetri eventi in una bara normale segandoglivia le gambee sistemandolepoi come se il morto le stesseimpugnando,simili a un paiodi trofei. 26 ItiTRODUZIONE Il terrore che mi aveva assalito era stato simile a quelloprovato da bambino all'obitorio. Non si trattava perddi una reazionefisica quanto di un impeto di ripu- gnanzafrsiologica. "Ci seiquasiarrivato, ma duna storia aneoratroppo personale.E disgustosae mi fa venir voglia di vomita- re, ma racchiudein s6un grandepotenziale"sentenzid donJuan. Ridemmo insieme dell'orrore che si nascondenelle situazioni della vita quotidiana. Nel frattempo mi ero completamentepersonei meandri della morbositd e gli raccontai le vicendedel mio carissimoamicoRoy Gold- piss (letteralmente:Roy Pisciad'oro.N.d.T.).In realtb il suovero cognomeera di origine polacca,ma gli amici gli avevanoattribuito quel soprannomeperch6 era un grandeuomo d'affari e trasformava in oro tutto cid che toecava. Il suotalento commercialelo rendevaestremamente ambizioso,al punto ehevolevaessereI'uomo pir) ricco del mondo. Si reseperd conto che la competizioneera troppo dura. A sentire lui, lavorandoda solonon pote- va competere,per esempio,conil capodi una settaisla- mica chein quelperiodovenivaretribuito ogni annocon una quantitd d'oro pari al suopeso.E ognivolta chedo- vevaesserepesato,queltizio cercavadi ingrassareil piir possibile. Il mio amieoRoy abbassbpoi Ie suepretese,accon- tentandosidi diventareI'uomopii ricco degli Stati Uni- ti, ma anchein quel casola eompetizioneera feroce. Sceseancora:forseawebbepotuto raggiungeretale pri- mato nell'ambito della California, ma era troppo tardi ancheper quelrisultato. Smisequindi di illudersi chela suacatenadi pizzeriee gelateriepotesseconsentirgli di innalzarsi fino a competereeonle antiche famiglie che dominavanola California e si accontentddell'eventuale supremaziaa WoodlandHills, il sobborgodi Los Ange- les in cui viveva.Per sua sfortuna, in fondo alla strada 27
  • 15. CARLOS CASTANEDA vivevaun eerto signor'llarsh, proprietario dellefabbri- checheproducevanomaterassidi prima qualitb in tut- ta I'Americae riecooltre ognipossibileimmaginazione. La frustrazione di Roy non conobbelimiti e la suabra- ma di successodivennecosipotenteda provocargligra- vi danni alla salute,finch6un giorno mori per un aneu- risma al cervello. La suamorte fu la causadellamia terzavisita a un obitorio. Essendoil suo migliore amico la moglie mi avevapregato di accertarmi cheil cadaverefossevesti- to in manieradignitosa.Mi recaiquindi pressoI'agen- zia di pornpefunebrieun assistentemi guiddallestan- zeinterne.Proprio mentrearrivavo,I'impresariostava sollevandogli angolidellaboccadel cadavere,stes<lsu un alto tavolodi marmoe gi) in predaal rigor mortis, usandol'indice e il mignolodellamanodestra,tenendo il mediopiegatocontro il palmo.Un sorrisogrottesco apparyes,;rlvolto di Roy. IJimpresario si gird verso di me rlicencloin tono senile: "Sperochesia soddisfatto, signore". Suamog'lie(non potrd mai sapereselo avevaamato o meno)decisedi farlo seppellirecontutto lo sfarzoche secondolei meritara. Gli avevacomperatouna bara molto costosa,fatta appositamenteper lui, a forma di cabinatelefonica.Uideale eravenutavedendoun frlm. Roy sarebbestato seppellitoseduto,comesestessefa- cendouna telefonatadi lavoro. Non mi fermai per la cerimonia e rni allontanai in predaa una violentareazione,un misto di rabbiae im- potenza,il tipo di ira che non permette di prendersela con qualcunaltro. "Oggl seidecisamentemorboso>commentdridendo don Juan. "Nonostantecid, o forseproprio per questo motivo,ci seiquasiarrivato." Non rnancavornai di stupirmi per il rnodoin cui il mio umore cambiavaogni volta che andavoa trovare don Juan. A-r'rivavosempreimmusonito, intraversato, 28 INTRODUZIONE assiliatodai dubbi edalla mia stessaaruoganza.Ma do- po pocotempo il mio umore cambiavamisteriosamente eio diventavopian pianosemprepii cordiale,fino a cal- marmi del tutto. Trttavia, il mio nuovoumore si espri- mevacolvecchiovocabolario.Il mio solito mododi par- lare era quello tipico di una personatotalmente insod- disfatta chesi trattiene dal lamentarsi ad alta voce,ma le cui infrnite protestesonoimplicite in ogni attimo del- la conversazione. "Don Juan, puoi citarmi un eventomemorabiledel tuo album?" gli chiesicon il mio solito tono lamentoso. "Se io sapessiquello che cerchi, potrei magari trovare qualcosa.Per il momentobrancolonell'oscurith." "Non concederetroppe spiegazioni"mi rimbeccdlui con sguardosevero."Gli sciamanidiconocheogni spie- gazionenascondeuna richiesta di scuse.Questosignifi- cachequandospieghiper qualemotivo puoi o non puoi fare una determinataeosa,in realtb ti stai scusandoper le tue mancanze,nella speranza che chiunque ti stia ascoltandoabbiaIa gentrlezzadi comprenderle.o Quandomi sentivopresodi mira, la mia mossapir) effrcaceera semprestata quelladi non prestareascolto ai miei aggressori.Don Juan avevaperdI'orribile capa- citi di catturare completamentela mia ahlenzione.In qualunquemodomi attaccassee qualunquecosami di eesse,riusciva semprea farmi penderedalla suelabbra. Proprio in quell'occasione,cib chestavadicendonon mi andavaaffatto a genioperch6era la pura veritA. Distolsi lo sguardo.Mi sentivo comeal solito scon- fitto, ma quella volta si trattava di una sconfitta spe- ciale,chenon mi infastidiva comesefosseawenuta nel mondodellavita quotidiana o subito dopoil mio arrivo a casasua. Dopo un lungo silenzio,don Juan riprese a parlare. "Fhrd qualcosadi meglio che limitarmi a citarti un eventomemorabiledel mio album: te nevoslio dire uno 29
  • 16. CARLOS CASTANEDA della tua vita, che dowebbe senz'altro far parte della tua collezione.Anzi, diciamochesefossial tuo postosi- curamentelo metterei nella mia raccoltadi fatti memo- rabili.'' Pensai che stessescherzandoe mi lasciai sfuggire una risatina sciocca. ,.Non c'd niente da ridere" taglid corto lui. "Sto par- lando sul serio.Una volta mi hai raccontatouna storia chefacevaproprio al casonostro.o "E qualesarebbe,don Juan?" "Quella delle "figure davanti allo specchio"omi ri- spose."Raccontaladi nuovo,ma contutti i dettagli che riescia ricordare." Cominciai a fargli un rapido resoeontodi quell'even- to, ma lui mi interruppe e preteseuna narrazione at- tenta e dettagliata, chepartisse dal principio. Provai di nuovoma don Juan si mostrd ancorainsoddisfatto. "Andiamo a fare una passeggiata"mi rispose."Quan- do cammini seisemprepii precisodi quandostai seduto. Uidea di metterti a camminareavanti e indietro quando cerchi di raccontarequalcosanon d affatto una scioc- chezza.r, Eravamo seduti sotto la ramada eomefacevamoso- litamente quandoci incontravamodi giorno.Avevopre- so I'abitudine di sedermisempreallo stessoposto, con la schienaappoggiataalla parete.Don Juan si accomo- davain un punto qualunque,ma ogni volta diverso. Andammo a fare una passeggiataa mezzogiorno,il momentomenoindicato dellagiornata. Mi diedeunvec- chio cappellodi paglia, comeera solito fare ogni volta che uscivamo ad affrontare il calore del sole. Cammi- nammo a lungo, awolti dal silenziopii assoluto.Fbci del mio meglio per ricordare tutti i particolari. A metA pomeriggioci sedemmoall'ombra di alcunicespugliegli raccontai di nuovola storia. Anni prima, quandoero studentedi scultura in una scuolad'arte italiana, avevoper amicouno scozzeseche 30 INTRODITZIONE studiava storia dell'arte per diventare un critico della suapersona.Quelloche di lui mi era rimasto maggior- rnenteimpressoe cheera anchelegato alle vicendeche stavoper narrare, era I'opinione roboanteche avevadi sestesso.Era convintodi esserelo studiosoe l'artista pit dissoluto, licenziosoe versatile, un vero uomo del Rinascimento;eradawero licenzioso,ma tale caratteri- stica era in pienacontraddizioneconil suoaspettosec- co,ossutoe serioso.Discepoloimmaginario del frlosofo ingleseBertrand Russell,sognavadi applicarei princi- pi del positivismo logico alla critica dell'arte. Essere uno studiosoe artista a tutto tondo era il suosognopir) grande,perch6in realtd avevala tendenzaa rimandare tutto e il lavoroera la sua nemesi. La sua ambigua specialitbnon era la critica d'arte, ma la conoscenzapersonaledi tutte le prostitute dei bordelli locali, eheerano numerosi. I racconti vivaci e dettagliati che era solito propinarmi (e che, a sentire lui, servivanoa tenermi aggiornato sulle cosemeravi- gliosechefacevanell'ambito di questasua specializza- zione)eranodeliziosi. Non rimasi quindi stupito quandoun giorno arrivd eccitatoesenzafiato nel mio appartamentoemi confidd che gli era successoun fatto straordinario che voleva condividereconme. "Vecchiomio, ti assicuroche devi vederecon i tuoi stessiocchi" esclamdin preda all'agitazione, sfoggian- do I'accentodi Oxford, cheostentavatutte le volte ehe parlava con me, e eamminandonervosamenteavanti e indietro. "E difficile da descrivere,ma sonocerto chesi tratta di qualcosache saprai apprezzare,il cui ricordo ti rimarrb impressoper il resto dei tuoi giorni. Sto per farti un regalosplendidochedurerdper tutta la vita. Lo capisci?,' Capivosolocheera uno scozzeseisterico. Mi diverti- vo sempre ad asseeondarloe dargli corda. In seguito nonme ne sareimai pentito. 31
  • 17. CARLOS CASTANEDA "Calmati, Eddie, ealmati" dissi."Che cosastai cer- candodi dirmi?" Mi raccontbcliesserestato in un borclellodoveaveva seovatouna donna incredibile che seguivaun numero altrettanto incredibile chiamato "figure davanti a uno specchio".Mi ripet6pirivolte,balbettandoperI'emozio- ne, che non potevofare a meno di assisterepersonal- mentea quello spettacoloeccezionale. "Non preoccupartiper il denaro" aggiunse,sapendo ehenon ne avevo."Ho grd,pagato,tu non devifare altro chevenireconme.MadameI-rudmillati mostrerhle sue "figure davantia uno specchio".D fantastica!" Colto da un irrefrenabile attacco di ilaritb, scoppid fragorosamentea ridere, incurante della sua pessima dentatura, che di solito nascondevadietro un sorriso appenaaccennato."Ti assicuroched incredibile!" Sempre pir) incuriosito, mi decisi a partecipare a quel suo nuovo diverbimento.Eddie mi accompagndin auto alla periferia della cittd. Ci fermammo davanti a lunpalazzopolverosoe malridotto, eonla verniceche si scrostavadallepareti. Un tempo dovevaesserestato un albergo, trasformato poi in appartamenti. Riuscii a scorgerecid che restavadell'insegna,che sembravaes- serestata fatta a brandelli. Sulla facciata dell'edificio c'erano fi.ledi sporchi balconcini pieni di vasi o di tap- peti stesial sole. All'entrata c'eranodueuomini scuri dall'aria sospet- ta con le scarpenere a punta troppo strette per i loro piedi, cheaccolseroEddie con grande entusiasmo.I lo- ro occhi erano neri, scaltri e minacciosi.Entrambi in- dossavanoun abito di colore azzurro brillante, anche questo troppo stretto per il loro fisico robusto. Senza degnarmi di uno sguardo,uno dei due apri la porta a Eddie. Salimmoduerampesuuno scalonemalconciocheun tempo dovevaesserestato lussuoso.Fbeendomistrada Eddie percorsefino in fondo un corridoio, cheavevale 32 INTRODUZIONE porte su entrambi i lati, comein un albergo.Erano tut- te di un coloreverde oliva piuttosto cupo e su ognuna c'eraun numeroin ottone,appannatodagii anni ea ma- lapenavisibile sul Iegnodipinto. Eddie si fermd davanti a una porta sucui e'erail nu- mero 112. Bussb pir)volte. La porta si apri e una don- na piccolae tonda dai capelli biondi tinti ci fececenno di entrare, senzadire una sola parola. Aveva addosso unavestaglia di setarossaconle manichevaporoseeun paio di ciabattine rosseornate di palline di pelo.Dopo averci fatti entrare in un atrio minuscolo,richiuse e si rivolsea Eddie in un inglesedal pesanteaccento. "Salve,Eddie. Hai portato un amico?" Le preseuna manbe gliela bacidconestremagalan- teria. Si comportavacomesefossedel tutto calmo, ma mi accorsida certi suoigesti inconsapevoli,chenon era per niente a suoagio. "Come sta oggi, Madame I-rudmilla?"le chiese,cer- candoinutilmente di parlare comeun americano. Non ho mai capito per quale motivo Eddie volesse spacciarsiper americanotutte levolte chesi ritrovava a combinare qualche affare in quei bordelli. Immaginai che si comportassecosi perch6 gli americani avevano fama di esserericchi e ci tenevaa presentarsicomeun uomo di grandi mezzi. "Ti lascio in buone mani, ragazzomio" si congedd, sempreconil suo aceentofasullo. Mi sembravacosistrano e orribile che scoppiaia ri- dere. Madame I-rudmillanon si mostrd per niente im- pressionatadalla mia esplosionedi allegria.Eddie leba- cid di nuovoIa mano e sene andd. "Trparli inglese,ragazzomio?" mi urld, comesefos- si sordo."Sembri egizianoo turco.>> I-,leassicuraichenon eron6 l'uno n6l'altro echepar- Iavoinglese.A quel punto mi chiesesemi piacevanole suefrguredavanti allo specchio.Non sapendocosadire, mi limitai a scuotereil capoin segnoaffermativo. 33
  • 18. CARLOS CASTANEDA "Ti offrird un ottimo spettacolo"mi assicurd."Le fi- gure davanti allo specchiosonosolo i preliminari, non appenati senti caidoepronto dimmi pure di fermarmi." Entrammo in una stanza scura e lugubre, con le fi- nestre coperteda tendepesanti. Le lampadinea basso voltaggiodelleappliquefissateallepareti eranoa forma di tubi e sporgevanoad angoloretto. In stanzaera pie- na di oggetti: cassettieredi dimensioniridotte, sediee tavoli antichi, una scrivaniaappoggiataal muro e rico- perta di carte, righelli e almenouna decinadi forbici. Madame I-,,udmillami fece sederesu una vecchiapol- trona imbottita. "II letto d nell'altra stanza,tesoroomi informd, indi- candomil'altro lato della stanza. "Questadla mia anticamera,doveti mostrerdlo spet- tacolocheti fard diventarecaldoe pronto.,' I-:ascibpoi caderela vestagliarossa,fecevolarevia le ciabatte e spalancdle ante doppiedei due armadi, che stavanouno di fianco all'altro. A]I'interno c'erano due specchiin grado di riflettere tutta la suapersona. ..Musica,ragazzomio" esclamd,dandola carica aun Victrola che sembravanuovodi zecca,addirittura scin- tillante. Mise su un discodal motivo ossessionanteche ricordavala marcetta di un circo. ..E adesso,iI mio spettacolo!,esclamd,piroettando seguendola melodia.Avevala pelledel corpotesa e in- credibilmente bianca, sebbenenon fosse piil giovane: anchesebenconservata,dovevaaverquasiraggiunto Ia cinquantina. Il suoventre era leggermentecascante,al pari del senovoluminoso.AncheIa pelledelviso ricade- va, allentandoin manieravistosala linea della mascel- la. Aveva il naso piccoloe le labbra tmccate pesante- mentedi rosso.Gli occhierano segnatida un mascara nero e spesso.Mi fecevenire in menteil prototipo della prostituta invecchiata,anchese,al tempostesso,c'era in lei qualcosadi infantile, una fidueia e un abbandono fanciulleschiuniti a una dolcezzachemi turbarono. 34 INTRODUZIONE ..Or&, "figure davanti allo specchio"lr'annuncid la donnamentre la musicacontinuava. "Gamba, gamba, gamba" gridd, lanciando in alto prima una gamba poi I'altra, seguendoil ritmo della musiea. Tbnevala mano destra sopra alla testa, come una bambina chenon d sicura di sapereseguirei movi- menti giusti. ..Giro, giro, giro" continud, vorticando come una trottola. "Sedere,sedere,sedereoaggiunse,mostrandomiil po- steriorenudocomesefossestataunaballerinadi cancan. Ripet6 pii volte I'intera sequenza,finch6 la musica cominciba svaniree la carica delVictrola si esauri.Eb- bi la sensazionecheMadameLudmilla stesseroteando e svanendoin lontananza, diventando semprepii pic- cola. Dal profondo del mio essereaffrorarono una di- sperazionee una solitudine ehe non sapevonemmeno potesseroesisteree chemi spinseroad alzarmie uscire di corsadalla stanza,precipitandomi gir)per le scaleco- me un matto, fuori dall'edifrcio e gii in strada. Eddie era fermo davanti all'entrata e stava chiac- chierandocoi dueuomini vestiti di azzurro.Vedendomi correrein quel modoscoppidin una risata fragorosa. .,Non d stato incredibile?"mi chiese,ostentandoan- coraI'accentoamericano."I-le"figure davanti allo spec- chio" sonosoloi preliminari...Chespettacolo!Chespet- tacoio!" La prima volta cheavevoraecontatoquell'episodioa don Juan gli avevoconfidato di esserestato profonda- mentetoccato dalla melodiaossessionantedella musica e dall'anzianaprostituta cheroteavamaldestraseguen- do il ritmo. Anche I'essermireso conto di quanto fosse insensibileil mio amieo,mi avevacolpito. Quandofrnii di raccontarela storia a don Juan, era- vamo sedutitra le collineantistanti una catenadi mon- tagne nei pressi di Sonorae mi misi a tremare, miste- riosamentescossoda qualcosadi indefinito. 35
  • 19. CARLOS CASTANEDA "Questoraeeontodowebbeessereinclusonel tuo al- bum di eventi memorabili" mi disse. .,Senzarendersi eontodi quellochestavafaeendo,il tuo amieoti ha fat- to un regalo cheti durer) per tutta la vita, proprio co- me avevadetto lui stesso.', ...4me sembrasoltantouna storia triste, nient'altro" proclamai. "E lo d dawero, cometutte le tue storie, ma cid che la rende a mio giudizio diversae memorabiled il fatto cheriguarda ogni essereumano e non solote, comeac- cadevainveeecongli altri tuoi racconti.Vedi,comeMa- dameLudmilla tutti noi, vecchie giovani,in un modoo nell'altroeseguiamofigure davantia unospecchio.Esa- mina con cura quellochesai sul contodella gente.Pro- va a pensarea ogni singoloessereumanocheesistesul- la faccia della terra e, senzaombra di dubbio, scoprirai che chiunque sia, qualunque eosapensi di se stessoo possamai fare, il risultato dellesueazioniB semprelo stesso:frgureinsensatedavantia uno specchio." UilTR[ilIOR[ilI[['fiRIfr
  • 20. ffi Un viaggio di potere Quando incontrai don Juan ero uno studente di an- tropologia abbastarzadedito ai miei studi evolevoirnzia- re la mia carriera di antropologo professionista pubbli- candola maggiorquantiD possibiledi materiale.Ero de- cisoa sealareil mondoaccademicoe, secondoi miei cal- coli, il primo passoawebbe dovuto esserela raccolta di informazioni sull'uso dellepiante medicinali da parte de- gli indiani dellaregionesud-occidentaledegli Stati Uniti. Chiesiconsiglioa un professoredi antropologiache avevalavorato in quella zona.Era un famosoetnologo chenegli anni Trenta e Quaranta avevascritto numero- sepubblicazioni sugli indiani della California, del sud- oveste anchedi Sonora,in Messico.Mi ascoltdconpa- zienza;in baseal mio progetto, avreidor,rrtoscrivereun saggio intitolato "Informazioni etnobotaniche"e pub- blicarlo in una rivista chesi occupavaesclusivamentedi argomenti antropologicidel sud-estdegli Stati Uniti. Mi proponevodi raccoglierepiante medicinali, por-
  • 21. CAR,LOS CASTANEDA tare i campioni al Giardino Botanico dell'UCI-rAperch6 fosseroidentificati, descrivendopoi le modaliti e i mo- tivi per cui gli indiani del sud-estIiutrlrzzavano. fmma- ginavodi raccoglieremigliaia di vociedi pubblicareuna vera epropria enciclopediasull'argomento. II docente mi sorrise con aperta condiscendenza. ..Nonvorrei raffreddare il suoentusiasmo,ma non pos- sofare a menodi commentarenegativamenteil suofer- vore>dichiard convocestanca."Il fervored il benvenu- to in antropologia,ma deveessereincanalatonella ma- niera migliore. Ci troviamo ancoranell'etd dell'oro del- I'antropologia.Io ho ar,utola fortuna di studiareconAI- fred Krober e Robert Lowie, due pilastri delle scienze socialie non ho tradito la loro fiducia. Uantropologia d ancora la disciplina fondamentale da cui si diramano tutte le altre. Lintero campodella storia, per esempio, dowebbeesserechiamato"antropologia storica" equel- lo della frlosofia "antropologia fllosofica". Ijuomo d la misura di ogtn cosa,di conseguenzaI'antropologia, che d lo studio dell'uomo, dowebbeessereil fulcro di qua- lunque altro studio. E un giorno lo sard." Lo fissai, sbalordito.Per quanto mi riguardava, era unvecchio professorebenevoloe passivochedi recente avevaavuto un attacco cardiaco.A quanto pareva, le mie paroleI'avevanopunto sul vivo. "Non crede che dowebbe prestare maggiore atten- zioneai suoi studi regolari?" riprese. "Invecedi svolge- re un lavoro direttamente sul campo,non farebbe me- glio a studiare linguistica? Nel nostro diparbimentoin- segnauno deilinguisti pir)importanti delmondo:sefos- si al suoposto,mene starei sedutoai suoipiedi, pronto a cogliereogni suaparola." "Abbiamo a disposizioneancheuna vera autorith nel settore delle religioni comparatee anchealcuni antro- pologi molto competentichehanno svoltoun ottimo Ia- vorosui sistemiaffrni delleculture di tutto il mondo.dal punto di vista Iinguistico e da quello della cognizione. 40 UN VIAGGIO DI POTERE Lei ha bisognodi una notevolepreparazione.Pensaredi poter affrontare adessouna raccolta diretta di dati sul campod una sciocchezza.Ragazzomio, le consigliodi immergersinei suoilibri." Tbstardo,presentai Ia mia proposta a un altro do- centepir) giovane,chenon si riveld affatto pir) disponi- bile e mi deriseapertamente,dicendocheil saggioche avevoin menteerauna speciedi barzellettaechenon si trattava nemmenolontanamentedi antropologia. "Al giorno d'oggrgli antropologi si preoccupanosolo di questioni che rivestono una certa importanza" di- chiard in tono solenne."I-la scienzamedicae quellafar- maceuticahanno svoltouna quantitd.infinita di ricerche su qualunquepossibilepianta medicinaledel mondo: d un settorein cui non d rimasto pir) nulla da rosicchiare. Il concettodellaraccoltadi informazioni dtipico dell'ini- zio del diciannovesimosecolo,ormai sonopassati quasi duecentoanni. Lei sachecos'bil progresso,vero?" Mi forni poi una definizioneeuna giustificazionedel progressoe della perfettibilitd intesi comeduc questio- ni dell'argomentazionefilosofica, questioni che, secon- do lui, eranoi temi pir) rilevanti per I'antropologia. "Uantropologia dI'unica disciplina esistentechepud convalidarei concettidi perfettibiliti e progresso>con- tinub. "Per fortuna c'd ancorauno spiraglio di speran- zainmezzo al cinismodei nostri tempi. Solol'antropo- Iogia d in grado di mostrare il reale sviluppo della cul- tura e dell'organizzazionesocialee gli antropologi sono gli unici capacidi dimostrare al di ld di ogni ragionevo- Ie dubbio il progressodella conoscenzaumana. La cul- tura si evolvee soltantogli antropologipossonopresen- tare campioni di societdche si adattano a nicchie ben definite collocabiliin una linea di progressoe perfetti- bilitd. Questa d I'antropologia e non qualche stupida raccolta diretta cli dati che in realtd non d diretta per nulla, ma d una semplicemasturbazione!" Per me quellofu un vero colpo.Fbciun ultimo tenta- 4T
  • 22. CARLOg CASTANEDA tivo e andai in Arizona a parlare con alcuni antropologi che stavanosvolgendodawero un lavoro direttamente sul campo.Ero ormai pronto ad abbandonarel'intero progetto. Capivobenissimoquello che avevanoeercato di dirmi quei dueprofessoried ero perfettamented'ac- cordocon loro. I miei tentativi di lavorarea livello pra- tico eranoa dir pocosemplicistici,eppureio volevofare pratica enon limitarmi a eseguirericerchein biblioteca. In Arizona incontrai un anzianostudiosoche aveva pubblicatomolto materiale sugli indiani Yaqui dell'Ari- zonae su quelli di Sonora,in Messico. Era estremamentegentile:nonmi snobbd,ma nonmi forni alcunconsiglio,Iimitandosia eommentarechele so- cieth indiane del sud-esterano estremamentechiusee che gli stranieri, soprattutto quelli di origine ispanica, nongodevanodellaloro fiducia ederanoaddirittura odia- ti. Un suogiovanecollegafu pin esplicitoemi suggeriche awei fatto meglioa leggerei libri deglierboristi; quelti- zio eraun'autoritd nel settoree secondolui tutto quello cheoccorrevasaperesullepiante medicinalidel sud-est era gid stato classificatoe discussoin varie pubblicazio- ni. Giunsea dichiararechequeglistessitesti, enonla eo- noscenzatradizionale,eranole fonti dei guaritori india- ni. Si congedddicendomiche segli indiani faeevanoan- cora ricorso alle pratiche antiche di guarigione,non le awebberocertorivelatea uno straniero. .Fhccia qualcosache meriti" mi sugger)."Provi a prenderein considerazionel'antropologia urbana: per esempio,ei sonoa disposizioneun saccodi soldi per gli studi sull'alcolismotra gli indiani dellegrandi cittd, e si tratta di un lavorochequalunqueantropologopud wol- geresenzaproblemi.Yada a ubriacarsi con qualchein- diano in un bar e poi sistemi le informazioni raccolte, suddividendolein statistiche. Tbasformitutto in nume- ri. Uantropologia urbana d il vero settoretrainante., Non potei fare altro cheaccettareil consigliodi que- sti studiosiesperti.Decisi di tornare in aereoa Los An- 42 UN VIAGGIO DI POTERE geles,ma un altro antropologomio amicomi fecesape- re di averein programma di attraversare in macchina I'Arizona e il Nuovo Messicoper visitare tutti i luoghi doveavevasvolto in passatodel lavoro di raccolta dei dati sul campo,e rinnovare cosi il suo rapporto con le I)ersonecheeranostate suoi informatori antropologici. "Puoi venireconme>>mi disse."Non ho interzione di lavorare:mi Iimiterd ad andarea trovarli, berequalcosa conloro e raccontareun po' di stronzate.Ho comperato qualcheregalo,coperte,alcolici,giacconiemunizioniper leloro calibro 22.Ho la macchinapienadi roba. Di soli- to ci vado da solo,ma corl'o sempreil rischio di addor- mentarmi. Th potresti farmi compagnia,impedirmi di appisolarmiomettefii alla guidasesonotroppoubriaco." Ero cosiabbattuto cherifiutai il suoinvito. "Mi spiaceBill, ma questo viaggio non fa per me. Nonvedoperch6dowei insistereancoraconquestaidea dellavoro sul campo." ..Nonarrenderti senzabatterti" ribattb lui conun to- no di preoccupazionepaterna. "Concentratutto te stes- sonella lotta e seti va male puoi anchecedere,ma non prima. Vieni conme e scopri seil sud-estti piace." Mi miseun bracciointorno alle spallee non potei fa- re a meno di notare che quel braccio era pesantissimo. Bill era alto erobusto,ma negli ultimi anni iI suocorpo avevaacquisito una strana rigiditd. Avevaperso le sue caratteristicheda ragazzo.Il suovisotondo,un tempo pieno e giovanile, appariva ora preoceupato.Credevo fosseper via della sua calvizie incipiente, ma in certi momenti avevoI'impressionechesi trattasse di qualco- sadi piri grave.E non si pud nemmenodire chefossein- grassato,perch6 in realtb il suo corpo era pesantein una maniera impossibileda spiegare.Si vedevadal mo- do in cui camminava,si alzavae si sedeva:in tutto cid chefacevasembravachestesselottando eontro laforza di gravitd,con ogni frbra del suoessere. Ignorando la mia sensazionedi sconfitta, partii con 43
  • 23. CANLOS CASTANEDA Iui.Visitammoogniangolodell'ArizonaedelNuovoMes- sicoin cui fossepossibiletrovaredegliindiani. Quelviag- gromi permise di scoprire cheil mio amico antropologo riassumevain s6dueaspettibendiversi.Mi spiegdchele sueopinioni in qualitd di antropologoprofessionistaera- no molto misurate e in linea con il pensieroantropologi- coattuale, ma a livello personaleil lavoro svolto sul cam- po gli avevaofferto una quantitd di esperienzedi cui non parlavamai, deltutto inaccettabiliper il pensierodomi- nante,perch6impossibiliclacatalogare. Durante il viaggioBill andavasempreabereconi suoi exinforrnatori epoiapparivamoltorilassato.A quelpun- to mi mettevo al volante e guidavo mentre lui, seduto al mio fianco,si scolavauna bottiglia di whislqyBall.ontine vecchiodi trent'anni. Era in queimomentichemi parla- va dellesueesperienzenoncatalogabili."Non ho mai cre- duto ai fantasmi,,si lascidsfuggire un giorno, senzail minimopreawiso."E nonsonomai andatoallaricercadi apparizioni,essenzefluttuanti, vocinelletenebre,sai,ro- ba delgenere.Ho avutouna formazioneseriae pragma- tica ela scienzad semprestatala mia bussola,finch6,la- vorandodirettamentesul campo,sonocominciatea suc- cedermile stronzatepii assurde.Una notte,peresempio, insiemead alcuniindiani mi imbarcaiin una ricercadel- la visione(spirituale):awebberodol'utoiniziarmi conun procedimentoestremamentedolorosoche prevedevala perforazionedeimuscolidelpetto.Mi stavanopreparan- douna capannasudatorianei boschiemi eroormai ras- segnatoall'idea dell'inevitabilesofferenza, grazieanche all'aiuto di un paiodi bicchierini,quandoil tizio cheave- vaintercedutopermepressogli officianti dellacerimonia si misea urlare, tercortzzatoeindico una frgura indistin- ta chestavaavanzandoversodi noi. "Quandofu abbastanzavicina,mi accorsichesi trat- tava di un vecchioindiano,vestito nellamanierapii. as- surda chesi possaimmaginare,contutto I'arredo com- pleto degli sciamani" prosegui Bill. "Vedendolo,il mio 44 UN VIAGGIO DI POTERE accompagnatorepersevergognosamentei sensi.I-.rosco- nosciutomi vennevicino, puntando un dito ossutoeon- tro il mio petto e borbottando parole per me incom- prensibili. Nel frattempo anchetutti gli altri I'avevano l'isto e si eranomossiper correreda me,ma iI vecchiosi era girato a guardarli, immobilizzandoli e rivolgendosi a loro in tono concitato.La suavoced indimenticabile: sembravachestesseparlando attraversoun tubo, come seavessequalcosaattaccato alla boccachefacevausci- re le parole dal suo corpo. TbIo giuro, io ho realmente visto quell'uomocheparlava da dentro il suocorpo,con la boecache trasmetteva le parole come un apparato meccanico.Dopo aver arringato i presenti, il vecchio continud a camminare, oltrepassando tutti, per poi scomparireinghiottito dalle tenebre.o La cerimonia non venne portata a termine. Gli uo- mini, compresigli sciamanicheawebberodor,rrtoassu- mere il controllo, tremavano comefoglie ed erano cosi tercorizzati chesi dispersero,allontanandosi. "Individui eheerano stati amici per anni non si ri- volseromai pii la parola" mi spiegdBill. "Ritenevanodi aver assistitoall'apparizionedi uno sciamanoincredi- bilmente vecchioe cheparlarne tra loro awebbeporta- to sfortuna a tutti, anzi, sarebbebastato che si fossero guardati a vicenda.La maggior parte di loro fini addi- rittura per trasferirsi e abbandonarela zona.,, "Per qualemotivo avevanoI'impressionecheparlar- si o guardarsi awebbeportato sfortuna?" gli chiesi. ..Sonole loro credenze.Una visionedi quella natura signifrca che I'apparizione si d rivolta a ognuno di loro ed d la cosapir) fortunata chepossacapitare nell'arco dell'intera esistenza." "E qual era la cosapersonalechela visioneha detto a ciascunodi loro?"volli sapere. "Non ne ho idea, non mi hanno mai spiegatoun ac- cidente.Trtte le volte chechiedevoqualcosa,si chiude- vanonel mutismo pii assoluto:non avevanovisto o sen- 45
  • 24. CARLOS CASTANEDA tito nulla. Anni dopo,I'uomo cheera wenuto mi riveld di averfinto di perderei sensi,perch6era terrorizzato e non avevavoluto affrontare il vecchioe che quello che dovevadire veniva compresoda tutti a un livello diver- soda quellodellacomprensionelinguistica." Bill mi confidd cheI'apparizionegli avevaparlato di qualcosacheavevaa chefare conla sua salutee conle aspettativecheavevanei confronti deliavita. "Cosavorrestidire9" "Per quanto mi riguarda, le cosenon vanno affatto bene"mi confessd."Il mio corponon d a posto." "Sai conprecisionedi cosasi tratta?" "Si, certo" mi risposeconnoncuraltza.,,Imedicime lo hannodetto, ma non ho intenzionedi preoccuparmie nonvoglionemmenopensarci." Le rivelazioni delmio amicomi fecerosentirea disa- gio, mostrandomi un aspettodella sua personalitd che non conoscevo.Uavevosempreconsideratoun tipo co- riaceoe non immaginavochepotesseesserecosimlne- rabile. Quella eonversazionenon mi andd a genio, ma ormai eratroppo tardi per fare marcia indietro e prose- guimmo il viaggio. In un'altra occasionemi confiddchegli sciamanidel sud-esteranocapacidi trasformarsi in entitd diversee cheIe defrnizioni"sciamanoorso" o "sciamanopuma" non dovevanoessereconsiderateeufemismio tnetafore. perch6non lo erano. "Sai cheesistonosciamanichediventanodawero or- si, leonidi montagnao aquile?"esclamdin tono ammi- rato. "Se ti dico che io stessoho assistito alla trasfor- mazionedi uno sciamanoche si definiva "Uomo Fiu- me", "SciamanoFiume" o "Colui cheprovienedal fiu- me e ritorna al fiume", non esageroe non invento nul- la. Mi trovavo sulle montagne del Nuovo Messicocon questoseiamano.Lo portavo in giro in auto, lui si fida- va di me e dicevadi esserealla ricerca dellesueorigini. Stavamocamminandolungo la riva di un fiume quando 46 UN VIAGGIO DI POTERE all'improwiso si agitd e mi ordind di andare a nascon- dermi dietro alcune rocce piuttosto alte, di mettermi una copertain testa e di sbirciare,in mododa non per- dermi quellochestavaper fare." "E checosafece?"gli chiesi,incapacedi trattenermi. "Non riuscivonemmenoa immaginarlo,le tue ipotesi in merito sarebberostatevalidequantole mie.Si limitd a entrarecompletamentevestitonelruscello,largoma qua- si asciuttoe quandoI'acquagli arrivd a met) polpaccio, lui wani, seomparve.Prima di entrare mi avevasussur- rato all'orecchiodi seenderepii a vallead aspettarlo,in- dicandomiil punto esattoin cui awei dor,rrtoappostarmi. Com'dnaturale, non avevocreduto a una solaparola e non ricordavonemmenodoveawei dor,rrtoposizionarmi, ma poi trovai il punto esattoevidi lo sciamanocheusci- va dall'acqua.Una simileaffermazionepudapparirestu- pida, ma io lo vidi dawero trasformarsi in acquaepoi ri- comporsidall'acquastessa.Riescia crederci?" Non sapevocomecommentarele storiedelmio amico. Mi risultavaimpossibilecredergli,maal tempostessonon mela sentivodi rifiutare in bloccolesueaffermazioni.Era unuomo moltoserio.Uunica spiegazionepossibileerada- ta dal fatto che, mentre proseguivamoil nostro viaggio, Bill continuavaa bereogni giornosemprepii: nel baga- gliaio della macchinac'era una scatolaconventiquattro bottigliecliwhislrysoloper lui. Bevevacomeuna spugna. ..Sonosemprestato poeoobiettivo nei confronti del- le metamorfosiesoterichedegli sciamani"mi confidbin un'altra occasione...Nonsonoin gradodi spiegareque- ste trasformazioni e non credonemmenoche awenga- no, ma, comeeserciziointellettuale,mi interessamolto prenderein considerazioneil fatto chele metamorfosiin serpentie puma non sianodifficili comequellaeseguita dallo sciamanoin acqua.fn momentidel genere,quan- do impegnocosiil mio intelletto, smettodi essereun an- tropologoe comincioa reagire, seguendoI'istinto. E I'i- stinto mi dice chequestisciamanifanno di sicuroqual- 17
  • 25. CARLOS CASTANEDA cosachenon pud esserevalutato a livello scientificoedi cui non si pud parlare in maniera intelligente. "Per esempio,ci sonosciamaninuvolachesi trasfor- manoin nuvoleo nebbia.Non ho mai assistitodi perso- na a una similemetamorfosi,ma ho conosciutouno scia- manonuvola e anchesenon I'ho mai visto scomparireo tramutarsi in nebbiadavanti ai miei occhi,cosicomevi- di il suocollegatrasformarsi in acqua,mi capitb di inse- guirlo e lui svaniin una zonadovenon esistevanopossi- bili nascondigli.Non lo vidi diventare una nuvola, ma scomparvee io non riuscii a spiegarmidovefossefinito, perch6quel punto era privo di rocceo vegetazione.Ero arrivato un minuto e mezzodopodi lui, ma non c'era... ..Iroavevoinseguitodappertutto per averespiegazio- ni, ma lui nonvolevasaperne.Era molto amichevolenei miei confronti ma non mi dicevanulla." In seguito Bill mi raccontd un'infinitb di storie che non mi interessavanoaffatto riguardanti le lotte ele fa- zioni politiche chedividevanogli indiani all'interno del- le varie riserve, oltre a resocontidi vendettepersonali, animositde amicizie.Al tempo stesso,i suoi racconti sulletrasformazioni ele apparizioni degli sciamaniave- vanosuscitatoin meuna forte emozione:quellevicende mi affascinavanoe mi sconvolgevanoal tempo stesso, anchesenon riuscivoa spiegareI'origine dellemie sen- sazioni.Sapevosolochemi colpivanoa livello istintivo. Grazie a quelviaggio mi resi conto di personachele societdindiane delsud-esteranodawero molto chiusee riuscii cosi ad accettareI'idea eheavevodawero biso- gno di aumentareIe mie conoscenzenel campodell'an- tropologia e che sarebbestato pii pratico wolgere un lavoro sul campoin una zona checonoscevo,o con cui avevoalmenouna connessione. Al termine di quell'esperienzaBill mi accompagnbal- la stazione degli autobus di Greyhound di Nogales, in Arizona, in modo che potessi tornare a Los Angeles. Mentre cene stavamosedutinellasalad'attesaad aspet- 48 UN VIAGGIO DI POT!]RI] tare I'arrivo deli'autobus,il mio amicomi consoidin tono paterno, ricordandomi che i fallimenti erano del tutto normali nel settoredell'antropologiae che servivanoa rafforzarelafermezzadi un antropologoo a decretareIa suamaturitd. Aun tratto si chindin avanti eeonun movimentoim- percettibile del mento mi indicd il lato opposto della stanza."Credo cheil vecchiosedutosu quellapanchina laggit sia il tizio di cui ti ho parlato, mi sussurrd."Non ne sonodel tutto certo perch6ci siamotrovati facciaa facciasoloin un'occasione." "Di chi si tratta? E cosami hai clettosul suoconto?" "Quandoti ho parlato degli sciamaniedelleloro tra- sformazioni,ti ho detto di averincontrato una volta uno sciamanonuvola." ..Si,ricordo.D loi?" ..No,,mi risposeBill, deciso."Ma credo sia un suo maestroo compagno,perch6rnolti anni fa li ho visti in- sieme,ancheseli ho soloscortida lontano." Ricordai di avergli sentito dire in tono del tutto ca- suale,senzaalcunriferimento precisoallo sciamanonu- vola, cheera al eorrentedell'esistenzadi un vecchiomi- sterioso,una speeiedi sciamanoin pensione,un veechio indianomisantropodiYuma cheun tempoera statouno stregonespaventoso.Bill non citd mai apertamenteun eventualelegametra ilvecchio elo sciamanonuvola,ma erachiarochedovevaaverlobenein mente,al punto che eredevadi avermeneparlato. In preda a una strana ansiami alzaidi scattoe come sefossi stato privo di volontd andai vicino al vecchioe cominciaiuna lunga tirata su quanto conoscevocirca le piante medicinali e lo sciamanesimotra gli indiani del- Iepianure ei loro antenati siberiani.GIi dissiinoltre che sapevoche lui era uno sciamanoe conclusiassicuran- dogli cheper lui sarebbestato un verobeneficioparlar- ne a lungo con me. .,Senon altro, potremmoseambiarcile nostre storie: 49
  • 26. CARLOS CASTANEDA tu mi racconti le tue, e io ti dico Ie mie" dichiarai con una certa attoganza. II vecchiotennegli occhibassifino all'ultimo, poi sol- Ievdlo sguardoe disse,fissandomi senzaesitazioni:"Io sonoJuan Matus". La mia tirata non era cerbofinita, ma anchesenon riuscivo a capirne il motivo, ebbi l'impressione di non averealtro da aggiungere.Awei voluto di.gli il mio no- me, ma lui mi miseuna mano davanti alle labbra, eu&- si avessevoluto impedirmi di pronunciarlo. In quelprecisoistante un autobussi fermd, ilvecchio borbottd cheera quellochestava aspettandoe mi chie- seconentusiasmodi andarlo a trovare, in modochepo- tessimoscambiarcile nostre storie. Mentre parlava, Ia sua boccaassunseun'espressioneironica. Con un'agi- liti incredibile per un uomo della sua etd (immaginavo chedovesseaverecirca ottant'anni), conpochipasside- cisi percorsei cinquanta metri che separavanola pan- china dal bus. Il pesanteantomezzoriparti subito, qua- si avessesostatosoloper prelevarlo. Dopo che sene fu andato,tornai da Bill. "Che cosati ha detto?" mi chieseil mio amico.tutto agitato. "Di andarlo a trovare a casa sua, dove potremo chiacchierare.'' "Ma tu cosagli hai detto per riuscire a farti invita- re?"vollesapere. Gli spiegaicheavevousato la mia migliore parlantina dapiazzista,promettendoalvecchiodi rivelargli tutto cid chesapevosullepiante medicinali graziealle mie letture. Era evidentecheBill non mi credeva;giunseperfino ad accusarmidi volerlo emarginare. "Conoscobenissi- mo la gentechevive in questa zonae quelvecchiod un tipo strano, non parla mai con nessuno,indiani com- presi" mi accusdcon una certa aggressivitb. "Perch6 mai dowebbeparlare con te, un perfetto sconosciuto? Non seinemmenocarino!" 50 UN VIAGGIO DI POTERE Si capivacheera molto seccatocon me, anchesenon riuscivo a capire per qualemotivo enon avevoil coraggio di chiedergli spiegazioni.Mi sembravageloso,forse per- ch6io avevoamto successold dovelui avevafallito. llrt- tavia, il suceessoera stato cosi inawertito, cheper me non rivestiva alcun significato. Se non fossestato per i commenti di Bill, non mi sarei nemmenoreso conto di quanto era difficile awicinare quelvecchioenon awebbe potuto importarmene di meno. All'epoea quella breve conversazionenon mi sembrbper nulla particolare e non capivoperch6mai Bill fosserimasto cosisconvolto. "Tr sai doveabita?" ..Nonne ho la pii pallida idea" mi rispose,piuttosto seccato."Ho sentito dire chenon abita da nessunapar- te, e si limita ad apparire qua e ld, senzache ci sia un motivo preciso, ma sonosolo stronzate. Con ogni pro- babilitbvive in qualchebaraecadi Nogales,in Messico." "Perch6mai dcosiimportante?" La mia domandami diedeil coraggiodi aggiungere:"Il fatto chemi abbiari- volto la parola sembrasconvolgerti:perch6?" Conindifferenzaammise di essereaddoloratoperchd sapeva.quantofosseinutile cercaredi parlare con quel tipo. "E un gran maleducato,quando gli parli nel mi- gliore dei casiti fissa senzaaprire bocca.Avolte non ti guarda nemmenoe ti tratta comese tu non esistessi. Uunica volta eheho cercatodi parlargli mi ha respinto in manierabrutale. Saicosami ha detto?"Sefossiin te, non sprechereila mia energia aprendola bocca.Cerca di conservarla,ne hai bisogno". Senon fossestato cosi vecchio,gli awei mollato un bel pugno sul naso." Fbcinotare al mio amicochechiamarlo"vecchio"era un eufemismoe non una descrizionereale. Non sem- brava cosi vecchio,anche se era sicuramenteanziano. Possedevainfatti un vigore e una agilitd incredibili. Pensaiche se avessecercatodi colpirlo, Bill non ci sa- rebbe affatto riuscito. Quell'indiano era molto forte e metteva addirittura paura. 51
  • 27. CAR,LOS CASTANEDA Evitai di dirlo al mio amicoegli permisi di continua- re a raecontarmi quanto fossedisgustatodalla cattive- ria di quel tizio e comegli sarebbepiaciuto trattarlo, se non avesseamto un aspettocosidebole."Chi credi che possadirmi dovevive?" ..Fbrsequalcunogii a Yuma, magari Ie personeche ti ho presentatoall'inizio delnostroviaggio" mi rispose, pit rilassato."Non hai nulla da perderea chiederea lo- ro. Di'che ti ho mandatoio." Cambiai subito i miei piani einvecedi tornare a Los Angelesmi recaiaYuma,in Arizona. Incontrai i tizi che mi avevapresentato Bill e anche se ignoravano dove abitasseil vecchioindiano, i loro commentiaumentaro- no ancoradi pin la mia curiosith sul suoconto.Mi spie- garonoche provenivada Sonora,in Messico,e non da Yuma; in gioventi era stato un temibile sciamanoche eseguivasortilegi e lanciavaformule magichesulleper- sone,ma con il passaredel tempo si era ammorbidito, trasformandosiinun eremitaascetico.Mi disseroanche che,sebbenefosseun indiano Yaqui, sene andavasem- pre in giro conun gruppo di messicanichesembravano molto esperti di pratiche magiche;in ogni caso,era da vL pezzoche nessunodi loro lo vedeva.Uno dei miei informatori aggiunseeheavevala stessaetd di suonon- no, un vecchio costretto a letto, mentre lo sciamano sembravapiil in forma che mai. Iro stessouomo mi manddda alcunepersonedi Hermosillo,la capitaledel- la regionedi Sonora,cheforse lo eonoscevanoed erano in grado di raccontarmi qualcosasul suo conto. Uidea di andare in Messiconon mi sorridevaaffatto, perch6 Sonoraera troppo distante dalla zonachemi interessa- va. Convinto che sarebbestato meglio svolgereuna ri- cercadi antropologiaurbana, tornai a I-.,osAngeles.Pri- ma di partire, girai la zonadi Yuma semprealla ricerca di informazioni sul vecchio,ma nessunolo conosceva. Mentre l'autobus si dirigevaversoLos Angeles,pro- vai una sensazioneunica: mi sentivozuarito dalla mia 52 UN VIAGGIO DI POTERE ossessionenei confronti del lavoro di raccolta dei dati sul campoenei confronti di quelvecchio.AI tempo stes_ so,sentivouna strana nostalgia, qualcosachenbn ave_ vo mai provato in vita mia. Era una sensazionedel tut_ to nuova chemi colpi in maniera profonda, un insieme di a_nsiae desiderio,comesemi stessiperdendoqualco- sa di molto importante. Awicinandomi a Los Angeles ebbila netta sensazionechequalunquecosaavessaagi_ to su di me dalleparti di Yuma, cominciavaa svanirein lontananza e il fatto stessoche stesseper scomparire non facevaaltro cheaumentareil mio desiderio.
  • 28. s r intumfod.e1l'infinito "Yoglio chetu pensi con la massimaconcentrazione a ogni singolodettaglio relativo a cid ched awenuto fra te e queidueuomini,JorgeCamposeLucas Coronado, quelli chein pratica ti hanno consegnatoa me, e poi mi raccontiognieosa"dissedonJuan. Pur trovando Ia sua richiesta piuttosto difficile da esaudire,mi divertii a ricordare tutto quello che quei duemi avevanodetto. Egli esigevai particolari pit insi- gnificanti, qualcosache mi costringessea spingerela memoria a superarequalunquelimite. La storia che don Juan voleva farmi ricordare ebbe inizio nella cittd di Guaymas,nella regionedi Sonorain Messico.A Yuma,in Arizona, mi avevanofornito i nomi egli indirizzi di alcunepersonechein teoriaeranoin gra- do di chiarire il misterodelvecchioincontrato al deposi- to degliautobus.Nessunoperdavevamai conosciutouno sciamanoin pensioneenoncredevanochepotesseesiste- re un uomo del genere.In compensomolti mi racconta- 54 L, I N TE NTO DEI]L,INF'I NITO ronoun saccodi storiespaventosesuglisciamaniYaquie sull'atteggiamento in genereaggressivodi tutti gli india- ni di quellatribr), spiegandomichea Vicam,una cittadi- nasededi una stazioneferroviaria tra le localitb,di Guay- mase CiudadObregon,awei potuto imbattermi in qual- cunocapacedi indicarmi la giustadirezione. ...4chi mi devorivolgere?"volli sapere. ..I-lacosamigliore da farsi dparlare conun ispettore Iocaledellabancagovernativa"mi sugger)un tizio. "Ci sonomolti ispettori e conosconotutti gli indiani della zona,perch6la bancadI'istituzione governativacheac- quista il loro raccolto.Ogm Yaqui d un agricoltore,d il proprietario di un pezzodi terreno chepud definire suo purch6 continui a coltivarlo." "Voi ne conoscetequalcuno?"domandai. Dopo essersiguardati fra loro eonaria d'intesa, mi sorrisero,seusandosiperch6non ne conoseevanoaffat- to. In compenso,mi raccomandaronocaldamentedi av- vicinarne uno e di spiegarglila situazione. A Vicam Station i miei tentativi di fare conoscenza congli ispettori dellabancagovernativafurono a dir po- codisastrosi.Ne incontrai tre e,non appenaspiegailo- ro cib chevolevo,mi lanciaronouno sguardodi comple- ta sfiducia. Sospettavanoinfatti che fossi una spia in- viata dagli Yankeea creareproblemi che non erano in grado di definire conchiarezzae su cui facevanole ipo- tesi pir) sfrenate:dalla sommossapolitica allo spionag- gio industriale. Da quelleparti eranoconvinti chenelle terre degli indiani Yaqui ci fosserogiacimenti di rame su cui gli Yankeevolevanometterele mani. Dopo questo clamorosofallimento mi ritirai nella cittb di Guaymas.Mi trovavoin un albergoa pochipas- si da un fantastico ristorante, doveandavotre volte al giorno. Il cibo era ottimo e mi piacevacositanto cheri- masi a Gua5rrnaspin di una settimana: si pub dire che vivevo in quel locale e avevocosi fatto amicizia con il proprietario, un certo Reyes. CD
  • 29. CARLOS CASTANEDA Un pomeriggio,mentre stavomangiando,Reyesven- ne al mio tavolo eonun altro uomo chemi presentdco- me Jorge Campos,un imprenditore Yaqui che aveva trascorsola giovinezzain Arizona,parlava inglesealla perfezioneed era pit americanodi un vero amerieano. Reyeslo lodd,dicendocheeraun esempiodi comeil du- ro lavoro e I'impegnopotesserotrasformare una perso- na normalein un essereeccezionale. QuandoReyessi allontand,Jorge Campossi sedette al mio fianco e presesubito in pugno la conversazione. Fingendosimodesto,negdtutti quei complimenti,ma la suasoddisfazioneper le paroledi Reyesera evidente.In un primo momentoebbila netta sensazionechefosseil ti- po di imprenditore chesi trova nei bar o agli angoli delle stradepir) affollate,intento a cercaredi vendereun'idea o a trovare il mododi fregare i soldi ai passanti. Camposera un uomo di bell'aspetto,alto un metro e ottantadue, snello,con la pancia prominente tipica dei forti bevitori di alcolici.AvevaIa carnagionemolto scura, conuna tonalitd di verdastro,indossavajeans costosie lucidi stivali da cow-boyconla punta agtzza eil taccoan- golare,quasiavessebisognodi affondarli nel terrenoper non farsi trascinarevia da un maruo presoaJlazo. La suacamiciaa scacchigrl$a era stirata in manie- ra impeccabile.Nel taschinodi destraavevainfilato una busta di plastica,cheeontenevauna frla di penne:eralo stessoaccorgimentoche avevovisto usare dagli impie- gati che non volevanomacchiared'inchiostro Ia cami- cia. Portava ancheuna giaccascamosciatacon Ie fran- ge, di un colore marrone rossastro e un alto cappello texano da cow-boy.I-.rasua faccia rotonda era priva di espressione.Non avevarughe, sebbenefossesulla cin- quantina. Per chisshqualemotivo pensaichedovevaes- sereun individuo pericoloso. ..Sonofelice di fare la sua conoscenza,signor Cam- pos"esordii,porgendoglila mano. "Lasciamo perdereIeformalitb" ribatt6lui, stringen- Db L' I N T E N T O DE IJIJ' I NFINITO domelaconvigore."Mi piacetrattare i giovanialla pari, senzabadarealla differenzad'etb. ChiarnamiJorge." Rimaseun attimo in silenzio,valutando la mia rea- zione.Non sapevocosadire, ma ero certo di nonvoler- lo assecondare,cosicomenon me la sentivodi prender- lo sul serio. ..Sonocuriosodi saperechecosastai facendoa Guay- mas>>prosegoiitr tono casuale."Non sembriun turista e non sembrinemmenointeressatoalla pescasubacquea." ..Sonouno studentedi antropologiae sto cercandodi stabilire le mie credenzialipressogli indiani del luogo, in mododa poter svolgerealcunericerchesul campo"gli spiegai. "E io sonoun uomod'affari. Il mio lavoroconsistenel fornire informazioni, agendoda intermediario. Th hai un bisognoda soddisfare,io possiedola merce.Mi faccio pagareper i miei serizi, chesonocomunquegarantiti: senon seisoddisfatto,non seicostrettoa pagarmi." oSeil tuo lavorodquellodi fornire informazioni, sarb lieto di sborsarequalunquecifra tu mi chieda." "Ah!" esclamd."Hai sicuramentebisognodi una gui- da, qualcunopii istruito dell'indiano medio,chepossa portarti in giro. Hai una borsa di studio eoncessadal governodegli Stati Uniti o da qualchealtra grossaisti- tuzione?" "Si" mentii. "Ne ho una dell'EsotericalFbundation di Los Angeles." Non appenapronunciai quelleparole,scorsiun lam- po di cupidigia nei suoi occhi. "Ah!" esclamddi nuovo."Ed d molto gr.andequesta istituzione?" "Abbastanza." "Santo Cielo!Ma dawero?" disse,cornesequellafra- sefossestata la spiegazioneeheavevatanto voluto sen- tire. "Se non ti dispiace,potresti dirmi a quanto am- monta la tua borsadi studio?Insomma,quanto denaro ti hannodato?" ol
  • 30. CARLOS CASTANEDA "Pochemigliaia di dollari per svolgereun lavoropre- liminare sul campo" mentii di nuovo,per vederecome awebberisposto. "Ah! Io amole personedirette" aggiunse,scegliendo con cura le parole. "Sono certo che noi due troveremo un aecordo.Ti offro i miei servizi comeguida e come chiavechepud aprire molte porte segretepressogli in- diani Yaqui. Comepuoi vederedal mio aspettoesterio- re, io sonoun uomoricco e di gusto." ...Si,tu seisenz'altroun individuo dotato di buon gu- sto" dichiarai. ..Tistosemplicementedicendocheperun piccoloono- rario, chetroverai senz'altroaccettabile,io ti fard incon- trare le personegiuste a cui potrai chiederequalunque cosa.E conuna piccolaaggiunta,ti tradurrd le loro pa- rolein spagnolooinglese.Parloanchefranceseetedesco, mahoI'impressionechequestelinguenonti interessino." "Hai perfettamente ragione, non mi interessanoaf- fatto. A quanto ammonterebbeil tuo onorario?" Si tolse dalla tasca posteriore dei calzoni un bloc- chetto per appunti con la copertina di cuoio e, con un gestorapido della mano, me lo apri davanti alla faceia, ci scarabocchidsopraqualeosa,lo richiuse elo rimise in tascaconun altro gestoprecisoeveloce.Ebbi la eertez- za etrevolessefarmi crederedi essereefficiente e capa- cedi eseguirein fretta qualunquecalcolo. "Ah! Il mio onorario...Ti fard pagarecinquantadol- lari al giorno, compresii trasporti e con I'aggiunta dei pasti. Voglio dire, quando tu mangi, mangio anch'io. Chene dici?" In quel precisoistante si chindversodi me e mi sus- sund chedovevamometterci a parlare in ingleseperch6 nonvolevachegli altri venisseroa conoscenzadella na- tura delle nostre transazioni. Si mise poi a parlare in qualcosachenon era affatto inglese.Colto di sorpresa, non sapevocomereagiree cominciai a irritarmi mentre lui continuava a sproloquiarecon la massima natura- 58 IJ'I NT E N T O DE IJL'INFI NITO lezza.Senzascomporsi,agitava le mani e indicavavari punti intorno a lui comesemi stessespiegandoqualco- sa.AvevoI'impressionechenon stesseparlandouna lin- gua specifica;forse si esprimevanel linguaggroYaqui. Quandoaltri clienti si ar,rricinavanoal nostro tavolo e ci guardavano,io annuivoe ripetevo:"Si, si, certo". A un tratto esclamai:"Puoi ben dirlo" e quellafrase mi sem- brd cosi divertente che scoppiai in una sonora risata. Anche il mio interlocutore rise di cuore,comeseavessi appenadetto qualcosadi molto divertente. Dovevaperd essersiaccortochestavoper esaurirela pazienzae prima chepotessialzarmi e mandarlo al dia- volo, riprese a parlare in spagnolo. ..Nonvoglio stancarti con le mie scioccheosservazio- ni, ma se devo farti da guida, e pensoproprio che lo fard, dowemotraseorrerelungheorechiacchierandoin- sieme"mi spiegb."Ti ho messoalla prova per vederese sai conversarebene. Se dowb guidare, ho bisogno di avereaccantouna personachesappiarecepiree inizia- re la conversazione.Sonofelice di informarti chetu sai fare beneentrambele cose." Si alzdpoi in piedi, mi strinse la mano e sene andd. Con un tempismo perfetto il proprietario venne al mio tavolo, sorridendo e scuotendoil capo a destra e sini- stra, comeun orsetto. "Non d fantastico?"mi domandd. Non avevoaleunaintenzionedi rispondergli e Reyes continub raecontandomi che in quel momento Jorge Camposstava facendoda intermediario in una transa- zioneestremamentedelicata e profieua: alcune societd minerarie americane erano interessate ai depositi di feno e rame che appartenevanoagli indiani Yaqui e Camposera sul punto di intascareuna commissionedi circa cinquemilioni di dollari. Fr allora chemi convin- si di avere a che fare con un imbroglione, perch6 in quelleterre non c'era alcun deposito.Se ce ne fossero stati, qualche aziendaprivata atrebbe cacciatogli Ya- 59
  • 31. CARLOS CASTANEDA qui dalla zona,mandandoliaviveredaqualchealtra parbe. ..E straordinario, I'uomo piir incredibilecheabbiamai incontrato" gli risposi."Come possocontattarlo di nuovo?" "Di questonon devi preoccuparbi.Jorge mi ha chie- stotutto di te, ti sta tenendod'occhiofin da quandosei arrivato. Con ogni probabilitd oggl o domani verud a bussarealla tua porta." Reyesavevaragione. Un paio d'ore dopo qualcuno venne a svegliarmi dal sonnellinopomeridiano (avevo intenzione di partire da GuaS.masin serata e guidare tutta notte per raggiungere la California): era Jorge Campos.Gli spiegaiclteme ne stavoandandoe chesa- rei tornato nel giro di un mese. ..Ah! Devi restare, adessoche ho decisodi farti da guida!" "Mi dispiacema dowemmorimandare,ho troppo po- cotempoa disposizione." Anche sesapevocheeraun imbroglione,decisidi ri- velargli cheavevogrh,un informatore, incontrato inAri- zona,che stava aspettandodi lavorare con me. Gli de- scrissi il vecchio,aggiungendoche si chiamava Juan Matus e chealtre personemelo avevanopresentatoco- me uno sciamano.Jorge Camposmi rivolse un ampio sorrisoe io gli chiesiselo eonosceva. ..Ah,si,lo conoscoomi risposein tonogioviale."Si pud dire chesiamobuoni amici." Senzaessereinvitato, entrd nellamia stanzae si sedetteal tavolinovicino al balcone. .,tve da questiparti?" gli domandai. ..Certo., "Mi porterestida lui?" "Perch6no?Ho bisognodi un paio di giorni per svol- gerealcunericerche,giusto per esseresicuro checi sia, e poi andremoinsiemea trovarlo." Sapevochestavamentendo,eppurevolevocredergli. Giunsi a pensarechela mia sfiduciainiziale non si reg- gessesu basi solide,perch6in quel momentosembrava molto conr,'ineente. 60 L' I NT E NTO DEIJI]'INFINITO "Io ti porterb da quell'uomo, ma devi pagarmi un onorario fissodi duecentodollari." Era una cifra superiorea quellacheavevoa disposi- zione.Rifiutai gentilmentee gli dissi chenon avevoab- bastanzadenaroconme. ..Non vorrei sembrareun mercenario,ma possosa- pere quanto soldi sei in grado di spendere?"mi chiese conil suo sorrisopii convincente."Devi tenerepresen- te che sard costrettoa sborsarequalchesomma... Gli indiani Yaqui sonomolto riservati, ma c'b sempreil mo- do di riuscire, c'd semprequalcheporta che si apre con la chiavemagicadeldenaro!" Nonostante i miei dubbi, ero convinto che Jorge Campospotesserivelarsiil mio canaled'accessononso- lo al mondoYaquima anchealvecchiochemi avevatan- to intrigato. Non mi andavadi mercanteggiaresulprez- zo e) corrun certo imbarazzo,gli offrii cinquanta dolla- ri cheavevoin tasca. ..Sonoalla fine del mio soggiornoe ho quasi finito i soldi" gli dissi in tono di scusa."Mi sonorimasti solo cinquantadollari." Jorge Camposstesele lunghegambesotto il tavoloe incrocib le braccia dietro la testa, abbassandosiil cap- pello sulla faccia."Prendo i cinquanta dollari e ancheil tuo orologio" mi rispose spudoratamente...Peruna ci- fra del genereti porterd a conoscereuno sciamanome- no importante.Non essereimpaziente"mi awisd, come seio fossi stato sul punto di protestare. "Dobbiamo sa- Iire con estremacautelasulla seala,partendo dai gradi- ni pir) bassifino a raggiungerequell'uomoche,te lo as- sicuro,d proprio in cima." "E quandopotrei incontrare questosciamanomeno importante?" gli chiesi,porgendoglisoldi e orologio. "Subito!" mi rispose,alzandosidi scattoper afferra- re avidamenteil suo compenso."Andiamo, non c'd un minuto da perdere." Salimmo sullamia auto elui mi indirizzd versoPotam, 61
  • 32. CARLOS CASTANEDA una delletradizionali cittd Yaqui situate lungo il corsodel fiume omonimo.I-rungoil tragitto mi riveld che stavamo per incontrareI.lueasCoronado,un uomoconosciutoper le zuecapaciti magiche,Iatrance sciamanicaele splendi- demascherechecreavaper lefesteYaquidellaquaresima. Cambibpoi argomento,mettendosia parlare delvec- chio e quello che mi disseera in piena contraddizione coni resocontidi chi melo avevadescrittocomeun ere- mita, uno sciamanoche avevaabbandonatoI'attivitA. Jorge Camposlo ritrasse invececomeil guaritore e lo stregonepir) importante della zona,un uomo chela fa- ma avevatrasformato in una figura quasiinaccessibile. Fbceuna pausa,comeun rreroattore, e sferrd poi il suo colpofrnale: mi informd cheparlare al vecchioconuna certa regolaritd, cosicomefanno in generegli antropo- logi, mi sarebbecostatoalmenoduemiladollari. Stavoperprotesta,reper quell'impennatadelprezzo, ma lui mi anticipd: ..Possoportarti da lui per duecento dollari e di questi io me ne tengo una trentina: tutto il restod destinato al pagamentodi bustarellevarie. Par- lare a lungo conlui ti costerddi pit. Puoi fare tu stesso i conti: ha delleguardie del corpo,individui chelo pro- teggonoe chedevotenermi buoni pagandoli.Alla fine ti fornird un resocontocompletodi ricer,utee di tutto cid che ti seryeper Ie tue tassee potrai vedereche la mia commissioned dawero minima." hovai urCondatadi ammirazionenei suoi confronti. Era consapevoledi tutto, persinodellericevuteper letas- se.Rimasea lungoin sileruio,quasistessecalcolandoil suoprofrtto minimo. Da par-temia, non avevonulla da di- re: eroimpegnatoanch'ioa far calcoli,cercandodi trova- re il mododi entrarein possessodi queiduemiladollari. Giunsi a pensaredi chiederedawer.ouna borsa di studio. "Sei sicuro cheil vecchioaccetterddi parlarmi?" gli domandai. "Certo. E, in basea quelloehepagherai,oltre a par.- larti, eseguir) per te le suemagie.In seguitopotrete ac- 62 I,' I NTE NTO DELL'INFINITO cordarvi sul costodellelezioni successive."Dopo un'al- tra pausa,mi fissbnegli occhie chiese:"Credi chepo- trai pagarmi i duemiladollari?". Il suotono era cosifor- zatamenteindifferente cheebbila certezzachemi stes- seimbrogliando. "Si, possoprocurarmeli senzaproblemi" mentii. Jorge Camposnon riusci a nasconderela soddisfa- zione...Bravo tagazzo!Bravo ragazzolr,esultd. "Ci di- vertiremoun mondo!" Cercai di chiedergli qualcosasul conto del veechio, ma mi interruppe bruseamente."Risparmia questedo- mandeper lui: fra un po' sarh tutto tuo" mi rassicurd conun ampiosorriso. Si misepoi a raccontarmi la suavita negli Stati Uni- ti, confidandomile sue aspirazioni in campoprofessio- nalee, eonmia gr:andesorpresa,dato chelo avevoclas- sificato eomeun impostorechenon sapevauna solapa- rola d'inglese,si misea parlarein tale lingua. "Ma tu parli inglese!"eselamai,senzanemmenocer- caredi nasconderela mia sorpresa. "Certo, ragazzomio" mi rispose,ostentandoun ac- centotexanochemantenneper tutta la durata dellacon- versazione."Tb I'ho detto, ho voluto metterti alla prova pervedereseseiabbastatzaintraprendente.Lo sei,ede- vo ammettereeheseianchepiuttosto in gamba." La suapadronarza dell'ingleseera superbae mi de- Iizid con battute e storielle.In brevetempo ci ritrovam- mo a Potam. Mi diresseverso una casa alla periferia della cittd. Scendemmodalla macchina e lui mi fece strada, chiamandoa gran voceLucas Coronado. Dal retro della casagiunseuna voce:oVeniteeui!". Sul retro di una piccolabaraccac'eraun uomo,sedu- to in terra suunapelledi capra;tenevaconi piediun pez- zodi legnochestavaintagliandoconuno scalpelloeuna mazza.lbnendo fermoil legnoin quelmodo,erariuscito a creareuno stupefacentetornio da vasaio.I piedi gira- vano il legno,le mani lavoravanocon lo scalpello.Non 63