2. ISACSI Istituto di Studi dell’ACSI
La BFR (blood flow restriction)
è una ischemia indotta
artificialmente.
Vien impiegata per
l’allenamento della forza.
La BFR (blood flow restriction)
è una ischemia indotta
artificialmente.
Vien impiegata per
l’allenamento della forza.
L’uso della ischemia
indotta artificialmente
sembra efficace al fine
della IPERTROFIA e
dell’aumento della
capacità del muscolo
scheletrico di
PRODURRE
TENSIONE
L’uso della ischemia
indotta artificialmente
sembra efficace al fine
della IPERTROFIA e
dell’aumento della
capacità del muscolo
scheletrico di
PRODURRE
TENSIONE
3. Ischemia
= discrepanza fra la
richiesta e l’offerta di
substrati energetici, per
difetto di flusso ematico
arterioso o ridotto
deflusso venoso;
l’ischemia determina la
riduzione della
produzione di ATP.
Fonte : dizionario di medicina Treccani
4. Ischemia
La riduzione dell’ATP altera gli
scambi ionici e provoca l’aumento
del calcio e del sodio
intracellulari.
Ciò causa il rigonfiamento
cellulare per l’aumentato richiamo
di acqua per motivi osmotici.
Allo scopo di preservare la
produzione di energia, aumenta la
glicolisi anaerobica, cui seguono
calo dei depositi di glicogeno,
accumulo di acido lattico,
riduzione del pH e diminuzione
dell’attività enzimatica.
Fonte : dizionario di medicina Treccani
5. Effetto del contenimento del flusso
sanguigno.
Il contenimento del flusso sanguigno in
un’area muscolare di un arto si ottiene
tramite una compressione applicata sulla
sezione (di gamba o braccio)
immediatamente superiore.
In tal modo si riduce la
portata venosa, mantenendo
inalterato il flusso arterioso.
6. Il motivo per indurre l’ischemia nel muscolo durante
l’allenamento.
Diverse ricerche si contrappongono all’idea che
soltanto il lavoro ad alta intensità – con carichi tra
il 60% e il 100% di 1RM – siano in grado di
indurre adattamenti tali da aumentare sia la forza
che il volume muscolare.
… l’ipotesi qui esaminata è
quella che un allenamento di forza
svolto tra il 20% ed il 50% combinato
con il contenimento artificiale del
flusso sanguigno permette di ottenere
gli stessi risultati.
8. Il gruppo di ricerca dell’università di Hokkaido era costituito da :
a)Junichi Suzuki
b)Tadashi Kobayashi
c)Tadashi Uruma
d)Tomiyasu Koyama
Gli esiti della ricerca sono stati pubblicati su
European Journal of Applied Phisiology
June 2000 Volume 82 Issue 3 pp 215 - 222
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9. I ricercatori giapponesi hanno lavorato per dimostrare l’ipotesi che
l’allenamento della forza - in presenza di una parziale ischemia dei
muscoli – otteneva l’effetto di aumentare
la densità dei CAPILLARI ARTERIOSI NEI MUSCOLI STRIATI.
È noto che la capillarizzazione costituisce una determinante del massimo consumo di ossigeno (il
VO2max) insieme con la gittata cardiaca, la capacità di trasporto dell'ossigeno e la capacità respiratoria.
La capillarizzazione si misura calcolando il numero dei capillari presenti in una sezione del muscolo ed
è una caratteristica prettamente fisiologica.
L’aumento della capillarizzazione è molto lenta perché la cellula endoteliale (che forma i capillari) ha un
solo nucleo, a differenza delle miocellule che ne hanno diversi.
Ne deriva che mentre le fibre muscolari (grazie al numero di nuclei) si adattano facilmente
all’allenamento, le cellule dei capillari hanno uno sviluppo molto lento e quindi rispondono molto
più lentamente allo stimolo allenante.
IL PROBLEMA DIVENTA QUELLO DI OTTENERE
UN ADATTAMENTO DELLA RETE
MICROVASCOLARE
IL PROBLEMA DIVENTA QUELLO DI OTTENERE
UN ADATTAMENTO DELLA RETE
MICROVASCOLARE
10. ISACSI - Progetto RESTIS
La ricerca è stata condotta su classici topi di laboratorio maschi:
l’ischemia dei muscoli striati è stata ottenuta applicando un laccio
emostatico all’articolazione del ginocchio.
Una successiva stimolazione elettrica ha provocato le contrazioni
isometriche del muscolo del polpaccio (l’applicazione durava tre minuti
con l’erogazione per un secondo di stimolo a 100 hertz intervallato da
un secondo di pausa).
Le applicazioni sono state effettuate 2 giorni a settimana per 6
settimane.
11. Le successive indagini morfologiche hanno
evidenziato un aumento della densità totale
dei capillari nei topi sottoposti ad allenamento
associato alla ischemia indotta.
La densità dei capillari era decisamente
maggiore rispetto ai soggetti appartenenti sia al
gruppo dei topi allenati ma senza ischemia
indotta sia al gruppo di controllo senza
trattamento.
(La distribuzione dei capillari è stata rilevata distinguendo la rete arteriosa da
quella venosa impiegando metodiche di colorazione basate sull’ipotesi che i
capillari arteriosi contengano, a differenza di quelli venosi, fosfatasi alcalina).
12. Il gruppo di ricerca delle due università sarde era costituito da :
a)Antonio Crisafulli
b)Flavio Tangianu
c)Filippo Tocco
d)Alberto Concu
e)Ombretta Mameli
f)Gabriele Mulliri
g)Marcello A. Caria
Gli esiti della ricerca sono stati pubblicati sul
European Journal of Applied Phisiology 111 26 maggio 2011.
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13. Il team sardo è partito da due presupposti:
a) Episodi brevi e non letali di ischemia del
muscolo cardiaco avevano potenziato la
protezione delle cellule da successivi episodi.
b) Inoltre queste ischemie avevano l’effetto di
migliorare la gittata sistolica.
14. PRIMA
Test da sforzo al
cicloergometro fino a
esaurimento
PRIMA
Test da sforzo al
cicloergometro fino a
esaurimento
Applicazione di due
bracciali pneumatici alle
cosce del soggetto disteso
in modo da indurre
ischemia
Applicazione di due
bracciali pneumatici alle
cosce del soggetto disteso
in modo da indurre
ischemia
DOPO
Ripetizione del test da
sforzo
DOPO
Ripetizione del test da
sforzo
L’esperienza del team sardo :
Lo scopo era quello di mettere a confronto le prestazioni ottenute dopo normali allenamenti con quelle
ottenute da soggetti sottoposti a IP (ischemic preconditioning) ovvero ischemie indotte artificialmente
nel muscoli, sia in fase di riposo che post-esercizio.
Le ischemie venivano indotte mediante occlusione con bracciali pneumatici applicati alla cosce.
I soggetti : diciassette maschi tra i 26 ed i 44 anni in
buone condizioni di salute.
15. Il gruppo sardo registrò un incremento della potenza
massima tra il 3,7% ed il 4,2% dopo l’applicazione dei
bracciali pneumatici rispetto al test base.
La conclusione fu che l’ischemia indotta abbassa
la sensibilità ai segnali della fatica (è noto che la
percezione della fatica blocca la prestazione
prima che siano state effettivamente esaurite le
riserve di reclutamento muscolare) consentendo
così una estensione della capacità di allenarsi.
16. La terza ipotesi
Il GH è un ormone (peptidico) prodotto
dall’ipotalamo: interviene nella crescita dei tessuti
(aumento del rilascio di IGF-1 da parte del fegato).
Esiste una soglia oltre la quale la secrezione di GH
aumenta in relazione all’aumento del lattato.
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17. Convenzionalmente si ritiene che tale effetto si produca in
corrispondenza di esercizi svolti ad alta intensità, cioè quelli che
superano la soglia anaerobica (proprio a causa dell’aumento dei
livelli di lattato).
Studies that have compared resistance exercise protocols
with or without BFR have demonstrated a significantly
greater systemic GH release subsequent to the BFR protocol.
Hence, a key mechanism underlying the BFR
induced hypertrophy might be the increased duration of
metabolic acidosis that evokes systemic GH release. Takarada
et al. (89) reported a plasma GH increase of 290-fold
with similar responses in lactate and norepinephrine after 5
sets of bilateral leg extension with low intensity (;20% of
1RM to failure; 30-second rest intervals between sets) when
combined with BFR (;215 mm Hg; 33-mm cuff width) in
young male participants.
Studies that have compared resistance exercise protocols
with or without BFR have demonstrated a significantly
greater systemic GH release subsequent to the BFR protocol.
Hence, a key mechanism underlying the BFR
induced hypertrophy might be the increased duration of
metabolic acidosis that evokes systemic GH release. Takarada
et al. (89) reported a plasma GH increase of 290-fold
with similar responses in lactate and norepinephrine after 5
sets of bilateral leg extension with low intensity (;20% of
1RM to failure; 30-second rest intervals between sets) when
combined with BFR (;215 mm Hg; 33-mm cuff width) in
young male participants.
18. Convenzionalmente si ritiene che tale effetto si produca in
corrispondenza di esercizi svolti ad alta intensità, cioè quelli che
superano la soglia anaerobica (proprio a causa dell’aumento dei
livelli di lattato).
Alcuni studi, però, hanno messo a confronto protocolli di
allenamento della forza con e senza l’impiego di
riduzioni del flusso sanguigno (BFR).
È stato possibile dimostrare un aumento significativo del
rilascio sistemico di GH nel caso di protocollo in
presenza di BFR.
Alcuni studi, però, hanno messo a confronto protocolli di
allenamento della forza con e senza l’impiego di
riduzioni del flusso sanguigno (BFR).
È stato possibile dimostrare un aumento significativo del
rilascio sistemico di GH nel caso di protocollo in
presenza di BFR.
“Studies that have compared resistance exercise protocols with or
without BFR have demonstrated a significantly greater systemic
GH release subsequent to the BFR protocol”.
ZACHARY K. POPE et alii “Exercise and blood flow restriction”
Journal of Strength and Conditioning Research 2013.
19. Un meccanismo chiave, dunque, sottostante l’ipertrofia
indotta da BFR potrebbe essere il prolungamento della
durata dell’acidosi che richiamerebbe il rilascio
sistemico di GH.
Un meccanismo chiave, dunque, sottostante l’ipertrofia
indotta da BFR potrebbe essere il prolungamento della
durata dell’acidosi che richiamerebbe il rilascio
sistemico di GH.
Takarada et alii hanno registrato un incremento di GH nel
plasma di maschi giovani, con analoga risposta del lattato e
della noradrenalina, dopo 5 set di estensioni bilaterali delle
gambe a bassa intensità (20% della forza massimale e con un
intervallo di 30 secondi tra un set e l’altro) in presenza di
ischemia indotta con una fascia di 33 mm ad una pressione di
215 mmHg.
Takarada et alii hanno registrato un incremento di GH nel
plasma di maschi giovani, con analoga risposta del lattato e
della noradrenalina, dopo 5 set di estensioni bilaterali delle
gambe a bassa intensità (20% della forza massimale e con un
intervallo di 30 secondi tra un set e l’altro) in presenza di
ischemia indotta con una fascia di 33 mm ad una pressione di
215 mmHg.
Takarada, Y, Nakamura, Y, Aruga, S, Onda, T, Miyazaki, S, and
Ishii, N. Rapid increase in plasma growth hormone after low-intensity
exercise with vascular occlusion. J Appl Physiol 88: 61–65, 2000.
20. L’uso della ischemia indotta artificialmente sembra dunque efficace ai fini
dell’allenamento della FORZA con esercizi a BASSA INTENSITÀ
L’uso della ischemia indotta artificialmente sembra dunque efficace ai fini
dell’allenamento della FORZA con esercizi a BASSA INTENSITÀ