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∗ Il trattato nasce dall’esigenza di fissare
                                                                                          delle norme per l’uso del volgare, come
                                                                                          avevano fatto le “retoriche” antiche e
                                                                                          medioevali per la lingua latina.
• Trattato DI RETORICA (1304-7 ?)                                                       ∗ Così facendo Dante difende la dignità
                                                                                          del volgare nei confronti del latino.
                                                                                        ∗ Con Dante, quindi, si conclude il
• Nasce dall’esigenza di stabilire                                                        processo di affermazione del volgare
  delle norme per l’uso del volgare                                                       come lingua della cultura.

• Auspica la formazione di un volgare                                                   ∗ L’obiettivo della trattazione, però, non
                                                                                          è la lingua dell’uso comune, quella
  illustre, letterario                                                                    parlata quotidianamente dal popolino,
                                                                                          ma la lingua letteraria, quella adatta
• Scritto in LATINO ( X dotti)                                                            ad esprimere i più alti concetti della
                                                                                          mente umana.
• Doveva essere formato da 4 libri,
  ma è interrotto a metà del 2°
                                                          Nel primo libro Dante delinea una sorta di
                                                                                  storia del linguaggio.
                                                                        Con procedimento tipicamente
                                                                  medioevale, D. muove dalla Bibbia,
                                                          secondo la quale la diversità dei linguaggi
                                                           ebbe origine dalla maledizione di Babele.
                                                             Il Latino fu quindi un tentativo di creare
                       Storia del linguaggio                        una lingua artificiale, universale e
                                                                   immutabile (grammatica); le lingue
                          Rassegna dei dialetti italiani                 naturali, infatti, si modificano
                                                                                              di continuo.
                                                                 Con la disgregazione dell’Impero si è
                                                            tornati ad un caos linguistico (D. parla di
                                                           tre ceppi ling.: il greco, il germanico e un
                                                                     nuovo idioma che si divide in tre
  I° LIBRO                     Necessità di un volgare illustre
                                                                                  sottogruppi: la lingua
                                                                                d’oil, d’oc e del sì). D.
                                                                             passa quindi in rassegna i
 II° LIBRO                          adatto allo stile sublime                 “14” dialetti della lingua
                                                                             del Sì (italiano). Nessuno
                                                              di essi (nemmeno il toscano) possiede i
                                                              requisiti del VOLGARE ILLUSTRE:
                                                            d’essere appunto illustre (che dà lustro a
                                                                  chi lo usa), cardinale (che funga da
                                                                  cardine attorno a cui ruotino gli altri
                                                             idiomi), aulico (aula = reggia) e curiale
                    Argomenti adatti allo stile sublime:        (degno cioè di una grande corte). Non
                                                               essendoci in Italia una corte (un centro
                            armi, amori, virtù                 culturale) che raduni i migliori ingegni
                                                             della nazione, il compito di elaborare un
                                                                       volgare illustre spetta ai diversi
                                                          intellettuali sparsi sul territorio (fra di essi
                                                                      un posto di primo piano tocca ai

                                                                                                     “siciliani” e agli stilnovisti).
   Nel secondo libro, D. stabilisce gli argomenti per i quali occorre il volgare illustre (lo stile sublime, tragico): le armi, gli
              amori e le virtù. Ammettendo, al di là del l’amore, anche gli argomenti epico-guerreschi e morali, D. allarga
  notevolmente il campo della nuova letteratura. Il trattato si interrompe a questo punto: probabilmente era intenzione di
   D. parlare non solo dello stile sublime (tragico) ma anche di quello comico, in cui possono trovare posto tutte le infinite
                                                       manifestazioni della realtà (come avverrà, appunto, nella Commedia).

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De vulgari

  • 1. ∗ Il trattato nasce dall’esigenza di fissare delle norme per l’uso del volgare, come avevano fatto le “retoriche” antiche e medioevali per la lingua latina. • Trattato DI RETORICA (1304-7 ?) ∗ Così facendo Dante difende la dignità del volgare nei confronti del latino. ∗ Con Dante, quindi, si conclude il • Nasce dall’esigenza di stabilire processo di affermazione del volgare delle norme per l’uso del volgare come lingua della cultura. • Auspica la formazione di un volgare ∗ L’obiettivo della trattazione, però, non è la lingua dell’uso comune, quella illustre, letterario parlata quotidianamente dal popolino, ma la lingua letteraria, quella adatta • Scritto in LATINO ( X dotti) ad esprimere i più alti concetti della mente umana. • Doveva essere formato da 4 libri, ma è interrotto a metà del 2° Nel primo libro Dante delinea una sorta di storia del linguaggio. Con procedimento tipicamente medioevale, D. muove dalla Bibbia, secondo la quale la diversità dei linguaggi ebbe origine dalla maledizione di Babele. Il Latino fu quindi un tentativo di creare Storia del linguaggio una lingua artificiale, universale e immutabile (grammatica); le lingue Rassegna dei dialetti italiani naturali, infatti, si modificano di continuo. Con la disgregazione dell’Impero si è tornati ad un caos linguistico (D. parla di tre ceppi ling.: il greco, il germanico e un nuovo idioma che si divide in tre I° LIBRO Necessità di un volgare illustre sottogruppi: la lingua d’oil, d’oc e del sì). D. passa quindi in rassegna i II° LIBRO adatto allo stile sublime “14” dialetti della lingua del Sì (italiano). Nessuno di essi (nemmeno il toscano) possiede i requisiti del VOLGARE ILLUSTRE: d’essere appunto illustre (che dà lustro a chi lo usa), cardinale (che funga da cardine attorno a cui ruotino gli altri idiomi), aulico (aula = reggia) e curiale Argomenti adatti allo stile sublime: (degno cioè di una grande corte). Non essendoci in Italia una corte (un centro armi, amori, virtù culturale) che raduni i migliori ingegni della nazione, il compito di elaborare un volgare illustre spetta ai diversi intellettuali sparsi sul territorio (fra di essi un posto di primo piano tocca ai “siciliani” e agli stilnovisti). Nel secondo libro, D. stabilisce gli argomenti per i quali occorre il volgare illustre (lo stile sublime, tragico): le armi, gli amori e le virtù. Ammettendo, al di là del l’amore, anche gli argomenti epico-guerreschi e morali, D. allarga notevolmente il campo della nuova letteratura. Il trattato si interrompe a questo punto: probabilmente era intenzione di D. parlare non solo dello stile sublime (tragico) ma anche di quello comico, in cui possono trovare posto tutte le infinite manifestazioni della realtà (come avverrà, appunto, nella Commedia).