3. Quattro cose …
I. Il PIACERE
Non sopprimerlo,
perseguilo con
intelligenza...
Ma il piacere non
esaurisce ogni
desiderio …
L’IO è un oggetto
troppo piccolo per
generare un
entusiasmo
perpetuo…
4. II. Il SUCCESSO (Ricchezza, fama, potere)
• Dura più a lungo del
piacere
• E’ indispensabile a
mantenersi
• Dà dignità e autostima
• Ma è precario, instabile
(concorrenza)
• E’ insaziabile
• E’ troppo poco
• Non li possiamo portare
con noi
5. Piacere e successo sono la
«via del DESIDERIO»
• Finché sono quello che pensi di
volere, dovresti perseguirli, sempre
però con PRUDENZA e
CORRETTEZZA
• Sono come GIOCATTOLI (per un po’
vanno bene, poi ti chiedi: «Quali
attrattive migliori offre la vita?)
6. E’ la «via della RINUNCIA»
• Non rinuncia della spinta vitale, anzi… è il sacrificio di
un «ora» banale, per un «non-ancora» più promettente
(credere in qualcosa per cui valga la pena vivere).
• Non tutti però troveranno insufficiente la via del
desiderio (l’età anagrafica non coincide con quella
psicologica)
• Ma la vera felicità non sta nella ricerca, né nel
conseguimento (hai la sensazione di essere in un
meccanismo perverso dove corri sempre più veloce per
ottenere sempre meno guadagni)
7. Il problema è la piccolezza dell’IO che ci si
è affannati a servire …
Cosa succederebbe se spostassimo il
centro delle nostre preoccupazioni?
Questa domanda annuncia la nascita
della religione (che comincia con la ricerca
del senso al di là dell’egocentrismo).
8. III. La COMUNITA’ (il DOVERE)
• Volontà di dare
• Fare la propria
parte per la società
• Dà autostima
• Ma anche questo è
limitato:
- Limite storico
- Limite qualitativo
9. IV. MOKŞA – LIBERAZIONE dalla finitezza
che ci limita rispetto al nostro essere,
alla nostra conoscenza e alla nostra
gioia.
• Non solo ciò che le persone vogliono lo
possono ottenere, ma già lo possiedono.
• Ognuno ha un centro infinito e nascosto
che lo anima (Atman), che non è altro
che la divinità (Brahaman).
• Però non si direbbe … Perché l’Eternità è sepolta da uno spesso strato
di distrazioni, falsi presupposti e amor proprio.
• Si tratta di purificarsi dalle scorie del proprio essere al punto che il suo
centro infinito possa risplendere in piena luce.