1. RIFIUTI
VARIAZIONE NELLA PRODUZIONE
TEMPI
SETTIMANALE: costanti dal martedì al venerdì;
aumento dal sabato al lunedì.
STAGIONALE: minimo d’estate, massimo
d’inverno.
NEGLI ANNI: in costante aumento.
COMPOSIZIONE
Paesi a prevalente economia agricola.
Paesi a prevalente economia industriale.
3. CARATTERISTICHE DEI RIFIUTI
In base all’origine i rifiuti possono
contenere:
sostanze organiche
elementi e composti tossici e nocivi
Rischio potenziale per l’ambiente e possibili
malattie e/o danni alla salute umana. Questi rischi
possono essere ridotti con idonei processi di:
Raccolta
Allontanamento
Trattamento/smaltimento
4. RACCOLTA INDIFFERENZIATA
E’, attualmente, il metodo più diffuso in
Italia. Offre buone garanzie di igienicità
ma comporta la perdita di materiali
riciclabili e/o riutilizzabili presenti nel
rifiuto.
5. Fasi della raccolta indifferenziata:
Chiusura del rifiuto in apposito
sacchetto in plastica.
Deposito in cassonetti in vetroresina o
lamiera zincata.
Svuotamento ei cassonetti mediante
furgoni con autocompattatore.
Lavaggio e disinfezione dei cassonetti.
6. RACCOLTA DIFFERENZIATA
E’ il sistema più razionale in quanto
consente il recupero e il riutilizzo
di materiali presenti nel rifiuto.
OBIETTIVI:
Scartare dal rifiuto sostanze o
materiali pericolosi.
Separare i materiali che possono
essere riciclati.
7. FASI DELLA RACCOLTA
DIFFERENZIATA
Utilizzodi apposite buste in plastica e
cassonetti di colore diverso per tipologia di
rifiuto.
Trasporto verso il luogo di recupero.
8. SMALTIMENTO DEI RIFIUTI
COMPATTAZIONE IN BLOCCHI
DISCARICA CONTROLLATA
UTILIZZO IN AGRICOLTURA (uso
diretto o mediante compostaggio)
TERMODISTRUZIONE (incenerimento
o pirolisi)
9. COMPATTAZIONE IN BLOCCHI
Comporta una riduzione del volume del
rifiuto di circa dieci volte rispetto a quello
iniziale. Si ottengono grossi blocchi che
possono:
essere avvolti in una fitta rete d’acciaio,
ricoperti di bitume ed utilizzati per la
costruzione di dighe o strade.
smaltiti in discarica controllata.
10. IMMEDIATO UTILIZZO AGRICOLO
NON CONSENTITA DALLA LEGGE IN
QUANTO:
Non offre nessuna garanzia di
igienicità.
Eccessivo apporto di materiali non
biodegradabili.
11. COMPOSTAGGIO
Decomposizione aerobica della frazione
organica del rifiuto con formazione di
un prodotto simile ad humus.
Il compost può essere utilizzato in
agricoltura come ammendante.
12. FASI OPERATIVE DEL COMPOSTAGGIO
FASE MECCANICA
Raccolta differenziata
Triturazione e vagliatura
FASE BIOLOGICA
Eventuale aggiunta di fango
Fermentazione
Maturazione
FASE FINALE
Utilizzo agricolo
14. FASE MECCANICA DEL COMPOSTAGGIO
Nella fase meccanica quale il rifiuto viene
sottoposto ad una serie di trattamenti
(sminuzzamento, vagliatura, selezione,
omogeneizzazione) allo scopo di separare
la componente organica.
15. FASE BIOLOGICA
Si articola in quattro stadi definiti
rispettivamente:
Mesofila
Crescita rapida
Termofila
Maturazione
16. FASE MESOFILA
Durante questa fase i microrganismi
colonizzano il rifiuto alla temperatura
di 14-45°C adattandosi al substrato
fornito
FASE RAPIDA CRESCITA
nel quale si ha un rapido e sensibile
aumento della temperatura per effetto
del calore prodotto dalle reazione
metaboliche;
17. FASE TERMOFILA
Nella fase termofila si raggiunge la
massima temperatura (60-70°C): il
processo è sostenuto sostanzialmente da
attinomiceti ed i miceti;
FASE DI MATURAZIONE
Nella fase di maturazione si ha la
trasformazione di alcuni composti organici
in composti umici e contemporaneamente la
temperatura decresce.
18. UTILIZZO DEL COMPOST
Il compost prodotto ha particolare
caratteristiche agronomiche ed è soggetto
alla normativa vigente che ne disciplina
l’uso, stabilisce i limiti di accettabilità,
fissa le concentrazioni massime dei metalli
pesanti che andrebbero ad accumularsi nei
terreni recettori.
19. Limiti di accettabilità dei metalli pesanti per l’impiego
del compost in agricoltura.
Limiti di concentrazione Limiti di quantità annua
Metalli nel compost (mg/kg di immessa come media in
pesanti sostanza secca) tre anni (kg/ha annui)
Piombo 500 0,5
Cadmio 10 0,015
Cromo VI 10 0,05
Cromo III 500 2,0
Rame 600 3,0
Nichel 200 1,0
Mercurio 10 0,015
Zinco 2500 10,0
20. DISCARICA CONTROLLATA
IMPATTI POTENZIALI
inquinamento acque superficiali e telluriche
rischi igienico-sanitari per il personale
proliferazione di ratti ed insetti
randagismo
incendi ed esplosioni
odori sgradevoli, polveri e rumori
deterioramento igienico ed estetico dell’area
circostante
modificazione e degrado del paesaggio
instabilità del deposito e danni alle colture
21. DISCARICA CONTROLLATA
SCELTA DEL LUOGO
Caratteristiche geologiche (stabilità)
Caratteristiche litologiche impermeabilità
Caratteristiche morfologiche (cave,
depressioni)
Caratteristiche idrogeologiche (profondità
della falda)
Assenza di valore residenziale, industriale,
agricolo.
Estensione dell’area.
Distanza dalle abitazioni civili.
24. DISCARICA CONTROLLATA
DEGRADAZIONE DEL RIFIUTO
1) FASE INIZIALE AEROBICA
Microrganismi: Aerobi
Prodotti: CO2 – H2O
Durata: 1- 2 anni
2) FASE ANAEROBICA
Microrganismi: Anaerobi e facoltativi
Prodotti: Sostanze volatili
Durata: Variabile
3) FASE METANIGENA
Microrganismi: Metanobatteri
Prodotti: CH4; CO2
Durata: Molti anni (anche 20)
25. DISCARICA CONTROLLATA
IMPATTO AMBIENTALE
PERCOLATO
BIO-GAS
PERCOLATO: acqua contaminata che si
raccoglie sul fondo della discarica dopo
aver attraversato gli strati di rifiuto.
ORIGINE DEL PERCOLATO: acque
meteoriche ed umidità dei rifiuti.
RISCHIO: contaminazione della falda idrica
sottostante.
26. DISCARICA CONTROLLATA
IMPATTO AMBIENTALE
PERCOLATO
BIO-GAS
ORIGINE DEL BIOGAS: gas che si sviluppa
dai processi di degradazione anaerobia dei
rifiuti.
RISCHI: inqinamento dell’aria, incendi ed
esplosioni, emissioni maleodoranti.
27. TRATTAMENTI TERMICI DEI RIFIUTI
INCENERIMENTO
Si tratta di un processo di ossidazione
termica ad elevata temperatura
(800-1000°C) in eccesso di ossigeno, che
trasforma la parte combustibile dei rifiuti
in anidride carbonica, vapore acqueo, scorie
pesanti e ceneri.
28. TRATTAMENTI TERMICI DEI RIFIUTI
INCENERIMENTO
La componente gassosa che deriva dal
processo di combustione è costituita, oltre
che da azoto, anidride carbonica, vapore
acqueo e ossigeno, anche da inquinanti solidi
(polveri inerti sospese), inquinanti gassosi
(ossidi di zolfo, ossidi di azoto, ossido di
carbonio, acido cloridrico, acido fluoridrico)
e microinquinanti (composti organoclorurati e
idrocarburi policiclici aromatici).
29. TRATTAMENTI TERMICI DEI RIFIUTI
Valori limiti di emissioni per diversi inquinanti
PARAMETRO Valori limite di emissione
Monossido di carbonio (CO) 50 mg/mc (1)
100 mg/mc (2)
Polveri totali 10 mg/mc (1)
30 mg/mc (2)
Sostanze organiche (TOC) 10 mg/mc (1)
20 mg/mc (2)
Acido cloridrico (HCI) 20 mg/mc (1)
40 mg/mc (2)
Acido fluoridrico (HF) 1 mg/mc (1)
4 mg/mc (2)
Biossido di zolfo (SO2) 100 mg/mc (1)
200 mg/mc (2)
Biossido di azoto (NO2) 200 mg/mc (1)
400 mg/mc (2)
Cadmio e suoi composti espressi come Cd
Tallio e suoi composti espressi come Ti 0,05 mg/mc (3)
Mercurio (Hg) 0,05 mg/mc (4)
Sb+Pb+Cu+Mn+V+Sn+Cr+Co+Ni+As 5 mg/mc (5)
Policlorodibenzodiossine+Policlorodibenzofurani (PCDD+PCDF) 0,1 ng/mc (6)
Idrocarburi Policiclici aromatici (IPA) 0,01 mg/mc (6)
30. TRATTAMENTI TERMICI DEI RIFIUTI
PIROLISI
Si tratta di un processo di incenerimento
in assenza di ossigeno ad elevata
temperatura oltre 1000°C che trasforma
la parte organica del rifiuto in
combustibili gassosi (metano).
31. TRATTAMENTI TERMICI DEI RIFIUTI
GASSIFICAZIONE DEL RIFIUTO
Si tratta di un processo di trasformazione
del rifiuto in combustibili gassosi,
trattando la componente organica a
temperature di circa 400°C in difetto di
ossigeno.