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Può una macchina pensare?
Il “cognitivismo”è una branchiadegli studi di psicologia
sperimentale e,nel corso degli anni 60 del novecento,è diventata
una delle più importanti correnti di ricerca negli USA.Essa si
occupa in particolaredello studio della psiche umana analizzando
le capacitàdegli individuidi acquisire,organizzare,ricordaree
usare la conoscenza al fine di guidare le proprie azioni. Molte
teorie cognitivistiche,però,(soprattuttoquellepiù moderne)
hannoiniziato ad impegnare modellidi ricerca di origine
cibernetica,conlo scopo di riprodurre il funzionamento
dell’intelletto umano condei programmi inseriti in un
computer;stanno cercando quindidi formulare teorie psichiche e
cognitivisticheattraverso una sperimentazione cibernetica
piuttosto che con soggetti umani.L’introduzionedei calcolatori
elettronici negli studi contemporaneiha influenzato il modo di
concepire la mente umana da parte degli psicologied ha posto
allabase della psicologiacognitivisticail concetto secondo il
quale l’intellettoumanoè analogoal funzionamento del
programma al computer.Ciò ha portato al sollevamentodi
discussioni e questioni socialisecondo le qualinon si può
ricondurre la complessità mentale umanaall’architetturalogico-
sequanzialedel calcolatoreelettronico domandandosi se esiste la
possibilitàche le macchine calcolatricipossano veramente
fungere da metafora della mente umana.Ilproblema principale
delle ricerche cibernetiche riguardo lo studio e la comprensione
dei meccanismi intellettivi,è quellodi stabilirese sia possibile o
no riprodurre il pensiero umano su un programma sequenziale-
logico proprio del computer.L’unico motivo per cui ancora si è
riusciti a raggiungere questo scopo,(come afferma il capo del
laboratoriodi intelligenzaartificiale allaStanfort University
J.McCarthy)è che per il momento manca ancora un sistema di
calcolo logico sufficiente e potente in grado di poter simulare il
comportamento del cervello umano su un calcolatore
elettrico.Ancora oggi quindici si pone il quesito che già nel
Seicento Pascal e Leibniz avevano già espresso: può una
macchina pensare?
Per comprendere meglio di cosa si sta parlandopossiamo provare
ad immaginare un elenco di formule di matematica utiliad uno
studente per risolvere tutti i problemipresenti sul libro.Esse non
potranno mai restituire al ragazzo una comprensione completa
della materia studiata. In modo analogoil computer può
risolvere una serie infinitadi problemi senza mai però
comprenderne la funzione vera e propria o del perché sta
compiendoquei determinaticalcoli.Ilcomputer infatti per poter
funzionare in modo corretto deve ricevere dallapersona che lo
programma tutte le istruzioni logico-sequenzialial fine di
indirizzarlo in modo chiaro e preciso verso la realizzazione di un
compito. Il computer quindisegue in modo preciso le istruzioni
prescritte dall’essere umano ,ciò discosta la macchina stessa dal
funzionamentodei nostri processi mentali;un programma infatti
non è in grado di comprendere i fattori di tipo affettivo e
sensoriali mentre alla base del comportamento umano pare vi sia
proprio un modo di pensare e ragionare influenzato dallasfera
emotiva e affettiva del cervello.Queste insurrezioni sociali che
fino a poco tempo fa rimanevanodi origine verbale popolare si
affiancano oggi anche a delle prove scientifiche-neurologicheche
ne affermano la veridicità:il neuropsicologoSperry sostiene che
l’emisfero sinistro dell’encefaloumano è principalmente
verbale,matematicoe agisce con la logica simbolicamatematica
(simile al comportamento computeristico);mentre l’emisfero
destro è più intuitivo,creativo che agice con un tipo di
elaborazionedelle informazioniche non può essere simulato dal
computer.Il problemaprincipalequindista nellacomplessità del
concetto di ragione umanache non risulta riconducibilea
rappresentazionideterminabilida regole meccaniche e ristrette.
L’ESPERIMENTO DEL DOTTOR ELIZA
Il primo esperimento focalizzato sulla questionedella
psicoterapiacomputerizzata ,è stato elaboratodall’informatico
Weizenbaum attraverso lo sviluppodel primo programma a
simulazionementale umana: “eliza”.L’esperimento si basa sulla
sostituzione dello psicoterapeutacon un computer durante una
seduta di terapia in aiutoad una ragazza per provare o fallire
l’ipotesi che una macchina possa sostituire a tutti gli effetti un
essere umano. Dall’ esperimento è emerso che per poter aiutare
qualcunoad affrontare i suoi problemi è necessario partecipare
all’ esperienza di quei problemi,sintonizzarsicon la sfera emotiva
del paziente;l’empatia,che è allabase della comunicazionee
della fiducia,èun presupposto fondamentaleper la riuscita della
terapia. Nonostantequesto però, i dati statistici hannorivelato
che i pazienti,attraversola conversazione con il programma eliza
si lasciano coinvolgere emotivamentedal computer tanto che
esso assuma anche caratteri antropomorfici.
Ma Eliza è davvero intelligente?La risposta è no: la “creatura” di
Weizenbaum è fondamentalmentestupidae la sua capacitàdi
ingannareun osservatore è basata su una serie di raffinati
trucchi. Il copione psichiatricoper Eliza è costituito in modo tale
da permettergli di fare predizionilocalisu frasi e frammenti di
testo, ossia di applicarloro ipotesi che esami successivi possano
confermare o smentire. Eliza non capisce nulladi ciò che i suoi
pazienti dicono,dispone semplicemente dellestrategie che
permettono a essa di rispondere operando delle trasformazioni
sull’inputche riceve.Wittgenstein afferma che i computer sono
difficilida programmare a stampo umano perché non riesce a
tenere conto di tutti gli aspetti sentimentali,personali propridi
una persona in carne ed ossa .La macchinarisulta inoltre
incompatibilecon il linguaggioumano molto più flessibile e ricco
rispetto a quellodel calcolatoreche invece si limita alla
comunicazioneattraverso un linguaggiologico definito da regole
sintattiche ben precise che non riconoscono espressioni e termini
più”ambigui”della comunicazioneumana.Ancorapiù diversa è la
memoria;quelladell’uomorisulta incompatibilecon quellache si
basa sull’ accumulo di informazioni e procedure presenti nel
computer,in quanto essa è in grado di dare origine a
paure,speranze e ricordi e non è catalizzabile,pergli
psicologi,come un immagazzinamento di informazionianaloghial
lavoro di registrazione di dati dei calcolatorielettronici.Lanostra
memoria è invece costantemente al lavoro nel guidare i nostri
pensieri e le nostre azioni.
Tali considerazionivertono sul problema centrale di cosa
significhi essere un individuo umano conle sue peculiarità
mentali e cosa un computer controllatoda un programma.
CONCLUSIONE
Il filosofo Popper pensa che come Kant(nellacritica dellaragion
pratica)gli essere umani sono insostituibili e molto diversi dalle
macchine.In analogiaa quanto espresso fin ora i due filosofi
ritengono che gli uomini sono capaci di godere,di soffrire,di agire
e di subire,sono pieni di desideri,proggetti e sperenze ,essi sono
liberi di decidere le proprie azioni,cosa che invece non avvienein
una macchina(programmataa svolgere azionilimitate).Tale
concezione popperianarisulta però incompatibilecon la
“direzione di marcia cibernetica” di varie ricerche cognitiviste.
Considerandocome un dato di fatto che, per quanto un
programma per computer sia sofisticato,esso non può simulare
completamente l’uomo e la sua mente ; i ricercatori impegnati
nello studio dellacibernetica affermano che le simulazioni
cibernetiche si muovono entro un area ristretta della informatica
consapevolidi non avere risposte significative per lo studio della
mente umana.Daun profondo ripensamento del ruolo di
scienziato e dei risultati della propria ricerca, l’informatico
Weizenbaum interviene nella questioneoffrendo una versione
“disillusa”dellacibernetica , ovvero limitatadelle possibilitàdel
computer di esplicare l’intricatouniverso dell’intellettoumano .
L’intervento di uno dei più stimati docenti del prestigioso
Massachusetts Institute of Tecnology è nato da un moto di
onestà intellettualea fronte del totalitarismogià diffuso nelle
applicazioni suvasta scala di sistemi computerizzati:Occorre
chiarire cosa sono i computer, cosa possono fare, cosa non
possono promettere o cosa, per la loro natura, non debbono
proprio fare.Alcuni mezzi non sono appropriatia certi fini ed una
loro applicazionein questo caso porta a distorsioni,riduzioni.,
mistificazionidei problemi e delle loro soluzioni.Ci sono problemi
umani, sociali che non possono essere affrontati con un GPS,
General Problem Solvingproprio dell’intelligenzaartificiale
perché una loro simulazionene falsifica l’essenza e l’irriducibile
complessità.

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  • 1. Può una macchina pensare? Il “cognitivismo”è una branchiadegli studi di psicologia sperimentale e,nel corso degli anni 60 del novecento,è diventata una delle più importanti correnti di ricerca negli USA.Essa si occupa in particolaredello studio della psiche umana analizzando le capacitàdegli individuidi acquisire,organizzare,ricordaree usare la conoscenza al fine di guidare le proprie azioni. Molte teorie cognitivistiche,però,(soprattuttoquellepiù moderne) hannoiniziato ad impegnare modellidi ricerca di origine cibernetica,conlo scopo di riprodurre il funzionamento dell’intelletto umano condei programmi inseriti in un computer;stanno cercando quindidi formulare teorie psichiche e cognitivisticheattraverso una sperimentazione cibernetica piuttosto che con soggetti umani.L’introduzionedei calcolatori elettronici negli studi contemporaneiha influenzato il modo di concepire la mente umana da parte degli psicologied ha posto allabase della psicologiacognitivisticail concetto secondo il quale l’intellettoumanoè analogoal funzionamento del programma al computer.Ciò ha portato al sollevamentodi discussioni e questioni socialisecondo le qualinon si può ricondurre la complessità mentale umanaall’architetturalogico- sequanzialedel calcolatoreelettronico domandandosi se esiste la possibilitàche le macchine calcolatricipossano veramente fungere da metafora della mente umana.Ilproblema principale delle ricerche cibernetiche riguardo lo studio e la comprensione dei meccanismi intellettivi,è quellodi stabilirese sia possibile o
  • 2. no riprodurre il pensiero umano su un programma sequenziale- logico proprio del computer.L’unico motivo per cui ancora si è riusciti a raggiungere questo scopo,(come afferma il capo del laboratoriodi intelligenzaartificiale allaStanfort University J.McCarthy)è che per il momento manca ancora un sistema di calcolo logico sufficiente e potente in grado di poter simulare il comportamento del cervello umano su un calcolatore elettrico.Ancora oggi quindici si pone il quesito che già nel Seicento Pascal e Leibniz avevano già espresso: può una macchina pensare? Per comprendere meglio di cosa si sta parlandopossiamo provare ad immaginare un elenco di formule di matematica utiliad uno studente per risolvere tutti i problemipresenti sul libro.Esse non potranno mai restituire al ragazzo una comprensione completa della materia studiata. In modo analogoil computer può risolvere una serie infinitadi problemi senza mai però comprenderne la funzione vera e propria o del perché sta compiendoquei determinaticalcoli.Ilcomputer infatti per poter funzionare in modo corretto deve ricevere dallapersona che lo programma tutte le istruzioni logico-sequenzialial fine di indirizzarlo in modo chiaro e preciso verso la realizzazione di un compito. Il computer quindisegue in modo preciso le istruzioni prescritte dall’essere umano ,ciò discosta la macchina stessa dal funzionamentodei nostri processi mentali;un programma infatti non è in grado di comprendere i fattori di tipo affettivo e sensoriali mentre alla base del comportamento umano pare vi sia proprio un modo di pensare e ragionare influenzato dallasfera emotiva e affettiva del cervello.Queste insurrezioni sociali che
  • 3. fino a poco tempo fa rimanevanodi origine verbale popolare si affiancano oggi anche a delle prove scientifiche-neurologicheche ne affermano la veridicità:il neuropsicologoSperry sostiene che l’emisfero sinistro dell’encefaloumano è principalmente verbale,matematicoe agisce con la logica simbolicamatematica (simile al comportamento computeristico);mentre l’emisfero destro è più intuitivo,creativo che agice con un tipo di elaborazionedelle informazioniche non può essere simulato dal computer.Il problemaprincipalequindista nellacomplessità del concetto di ragione umanache non risulta riconducibilea rappresentazionideterminabilida regole meccaniche e ristrette. L’ESPERIMENTO DEL DOTTOR ELIZA Il primo esperimento focalizzato sulla questionedella psicoterapiacomputerizzata ,è stato elaboratodall’informatico Weizenbaum attraverso lo sviluppodel primo programma a simulazionementale umana: “eliza”.L’esperimento si basa sulla sostituzione dello psicoterapeutacon un computer durante una seduta di terapia in aiutoad una ragazza per provare o fallire l’ipotesi che una macchina possa sostituire a tutti gli effetti un essere umano. Dall’ esperimento è emerso che per poter aiutare qualcunoad affrontare i suoi problemi è necessario partecipare all’ esperienza di quei problemi,sintonizzarsicon la sfera emotiva del paziente;l’empatia,che è allabase della comunicazionee della fiducia,èun presupposto fondamentaleper la riuscita della terapia. Nonostantequesto però, i dati statistici hannorivelato che i pazienti,attraversola conversazione con il programma eliza
  • 4. si lasciano coinvolgere emotivamentedal computer tanto che esso assuma anche caratteri antropomorfici. Ma Eliza è davvero intelligente?La risposta è no: la “creatura” di Weizenbaum è fondamentalmentestupidae la sua capacitàdi ingannareun osservatore è basata su una serie di raffinati trucchi. Il copione psichiatricoper Eliza è costituito in modo tale da permettergli di fare predizionilocalisu frasi e frammenti di testo, ossia di applicarloro ipotesi che esami successivi possano confermare o smentire. Eliza non capisce nulladi ciò che i suoi pazienti dicono,dispone semplicemente dellestrategie che permettono a essa di rispondere operando delle trasformazioni sull’inputche riceve.Wittgenstein afferma che i computer sono difficilida programmare a stampo umano perché non riesce a tenere conto di tutti gli aspetti sentimentali,personali propridi una persona in carne ed ossa .La macchinarisulta inoltre incompatibilecon il linguaggioumano molto più flessibile e ricco rispetto a quellodel calcolatoreche invece si limita alla comunicazioneattraverso un linguaggiologico definito da regole sintattiche ben precise che non riconoscono espressioni e termini più”ambigui”della comunicazioneumana.Ancorapiù diversa è la memoria;quelladell’uomorisulta incompatibilecon quellache si basa sull’ accumulo di informazioni e procedure presenti nel computer,in quanto essa è in grado di dare origine a paure,speranze e ricordi e non è catalizzabile,pergli psicologi,come un immagazzinamento di informazionianaloghial lavoro di registrazione di dati dei calcolatorielettronici.Lanostra memoria è invece costantemente al lavoro nel guidare i nostri pensieri e le nostre azioni.
  • 5. Tali considerazionivertono sul problema centrale di cosa significhi essere un individuo umano conle sue peculiarità mentali e cosa un computer controllatoda un programma. CONCLUSIONE Il filosofo Popper pensa che come Kant(nellacritica dellaragion pratica)gli essere umani sono insostituibili e molto diversi dalle macchine.In analogiaa quanto espresso fin ora i due filosofi ritengono che gli uomini sono capaci di godere,di soffrire,di agire e di subire,sono pieni di desideri,proggetti e sperenze ,essi sono liberi di decidere le proprie azioni,cosa che invece non avvienein una macchina(programmataa svolgere azionilimitate).Tale concezione popperianarisulta però incompatibilecon la “direzione di marcia cibernetica” di varie ricerche cognitiviste. Considerandocome un dato di fatto che, per quanto un programma per computer sia sofisticato,esso non può simulare completamente l’uomo e la sua mente ; i ricercatori impegnati nello studio dellacibernetica affermano che le simulazioni cibernetiche si muovono entro un area ristretta della informatica consapevolidi non avere risposte significative per lo studio della mente umana.Daun profondo ripensamento del ruolo di scienziato e dei risultati della propria ricerca, l’informatico Weizenbaum interviene nella questioneoffrendo una versione “disillusa”dellacibernetica , ovvero limitatadelle possibilitàdel computer di esplicare l’intricatouniverso dell’intellettoumano . L’intervento di uno dei più stimati docenti del prestigioso Massachusetts Institute of Tecnology è nato da un moto di onestà intellettualea fronte del totalitarismogià diffuso nelle
  • 6. applicazioni suvasta scala di sistemi computerizzati:Occorre chiarire cosa sono i computer, cosa possono fare, cosa non possono promettere o cosa, per la loro natura, non debbono proprio fare.Alcuni mezzi non sono appropriatia certi fini ed una loro applicazionein questo caso porta a distorsioni,riduzioni., mistificazionidei problemi e delle loro soluzioni.Ci sono problemi umani, sociali che non possono essere affrontati con un GPS, General Problem Solvingproprio dell’intelligenzaartificiale perché una loro simulazionene falsifica l’essenza e l’irriducibile complessità.