1. Copia
COMUNE DI SANTACesena SOFIA
COMUNE DI SANTA
Provincia di Forlì -
SOFIA
Provincia di Forlì - Cesena
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE
Numero: 38 Data: 27/09/2012
OGGETTO: APPROVAZIONE PROPOSTA DI FUSIONE PER INCORPORAZIONE DI
ACEGASAPS HOLDING SRL IN HERA SPA, CONSEGUENTE PROPOSTA DI MODIFICA
DELLO STATUTO SOCIALE DI HERA SPA E PROVVEDIMENTI CONSEGUENTI
L’anno Duemiladodici nel mese di Settembre il giorno Ventisette, alle ore 20:30, nella Sala del
Consiglio presso la Sede Municipale, si è riunito il Consiglio Comunale all’appello risultano
presenti:
Presente Presente
FOIETTA FLAVIO S VALBONESI DANIELE N
BOATTINI LUCA S RINALDINI MARIALISA N
LOMBARDI FLEANA S COMANDINI ANDREA S
NERI LUCIANO S BIANDRONNI GIANCARLO S
TOSCHI ANGELO N SAMPAOLI FRANCO S
LUNGHERINI PIERO S CAMPITELLI FLEANA S
MAMBELLI GIOVANNI S VALENTINI ELISA S
GUIDI ISABEL S PINI PINO S
BRAVACCINI MAURIZIO S TOTALE PRESENTI 14
Sono inoltre presenti gli assessori esterni MICHELACCI FABIO, ,.
Partecipa il Segretario Comunale Dott. PUPILLO MARCELLO.
Dato atto che il numero dei presenti è legale per la validità della deliberazione, il Sindaco
FOIETTA FLAVIO assume la presidenza e dichiara aperta la seduta.
Vengono nominati scrutatori i Consiglieri Comunali: SAMPAOLI FRANCO, PINI PINO,
MAMBELLI GIOVANNI.
2. IL CONSIGLIO COMUNALE
Premesso che:
• AcegasAPS Holding è una società di partecipazioni, il cui capitale sociale è detenuto dal Comune di
Trieste al 50,1% e dal Comune di Padova al 49,9% e che AcegasAPS Holding detiene il 62,691% del
capitale sociale di Acegas-Aps S.p.A. (di seguito “AcegasAPS”), società quest’ultima le cui azioni sono
negoziate nel Mercato Telematico Azionario (di seguito “MTA”) organizzato e gestito da Borsa Italiana
S.p.A. (di seguito “Borsa Italiana”), prevalentemente attiva nel settore dei servizi pubblici locali
(cosiddetto settore delle multi-utility) e che, in particolare, opera nella gestione e distribuzione delle
risorse idriche, dell’energia elettrica e del gas, nella raccolta e nel trattamento/smaltimento dei rifiuti, nella
vendita di energia e nei principali servizi municipali;
• AcegasAPS e HERA sono due realtà che hanno molte caratteristiche comuni, industriali e anche
storiche, di assetto proprietario e di percorso di sviluppo che favoriscono un percorso aggregativo.
Entrambe hanno proseguito il loro sviluppo sostenendo l’integrazione di realtà limitrofe più piccole,
operanti nello stesso settore, mantenendo un assetto organizzativo tale da preservare le esigenze
peculiari di ciascun territorio. Esse detengono un portafoglio di business quasi speculare e si
contraddistinguono per l’attenzione particolare posta al contenimento dell’indebitamento;
• in data 25 luglio 2012, HERA e AcegasAPS Holding hanno sottoscritto un accordo quadro (di seguito l’
“Accordo Quadro”) che delinea i principali termini dell’aggregazione, disciplinando i diversi adempimenti
e le condizioni per giungere all’integrazione tra i gruppi societari che fanno capo alle due società;
• l’integrazione tra le due realtà consentirà la valorizzazione delle rispettive piattaforme industriali
finalizzata a rafforzare il posizionamento di HERA sul mercato qualificandone, in particolare, la
leadership nel settore Ambiente e nei Servizi a Rete. Inoltre, l’integrazione comporterà un miglioramento
della capacità di investimento e di efficacia/qualità dei servizi, anche nella prospettiva di partecipazione
alle gare, il rafforzamento dei presidi commerciali nel Settore Energia, l’ampliamento del presidio
territoriale e delle sinergie industriali stante una buona prossimità territoriale;
• l’Accordo Quadro prevede che: (i) l’operazione si realizzi mediante la fusione per incorporazione di
AcegasAPS Holding in HERA (di seguito la “Fusione”) che, in base agli accordi, avrà efficacia dal 1°
gennaio 2013; (ii) HERA, andando a detenere, a seguito della Fusione, il 62,691% del capitale sociale di
AcegasAPS, promuova, subordinatamente alla Fusione e una volta ottenute le prescritte autorizzazioni,
un’offerta pubblica ai sensi e per gli effetti dell’articolo 106 del decreto legislativo del 24 febbraio 1998, n.
58 e successive modifiche e integrazioni (di seguito il “TUF”) sulla totalità delle azioni AcegasAPS. In
data 25 luglio 2012, HERA ha comunicato al Mercato che tale offerta avverrà nelle forme di cui all’articolo
106, commi 1 e 2-bis, del TUF (di seguito “OPAS”) e, dunque, nelle forme di acquisto e scambio azioni;
l’OPAS avrà come obiettivo il delisting di AcegasAPS;
• il Consiglio di Amministrazione, per la determinazione del rapporto di cambio, si è avvalso della
consulenza e della collaborazione del consulente finanziario Lazard & Co. S.r.l. il quale, unitamente a
UniCredit Banca Mobiliare S.p.A. per AcegasAPS Holding, nella sua qualità di consulente finanziario di
AcegasAPS Holding, ha rilasciato apposita “fairness opinion”. Il Consiglio di Amministrazione di HERA, in
data 28 agosto 2012, ha approvato il progetto di Fusione fra HERA e AcegasAPS Holding (Allegato A
solo all’originale del presente atto ed in modo virtuale alle copie dello stesso per il rilascio in via
amministrativa) nel quale il rapporto di cambio e il conguaglio in denaro sono stati determinati nella
seguente misura: n. 0,76266304 azioni ordinarie di HERA del valore nominale di Euro 1,00 per ogni
quota di capitale sociale di nominali Euro 1,00 di AcegasAPS Holding, oltre Euro 0,01812273 per ogni
quota di capitale sociale di nominali Euro 1,00 di AcegasAPS Holding. La congruità del rapporto di
cambio è attestata dalla società di revisione Reconta Ernst & Young S.p.A., con sede in Roma, designata
dal Tribunale di Bologna con provvedimento del 2 agosto 2012, quale esperto comune ai sensi dell’art.
2501-sexies del codice civile;
• l’Assemblea Straordinaria di HERA, che sarà chiamata ad approvare il progetto di Fusione, delibererà, a
servizio della Fusione, un aumento scindibile del capitale sociale, con esclusione del diritto di opzione,
fino ad un importo massimo di Euro 143.380.651,00. HERA emetterà fino ad un massimo di n.
143.380.651 nuove azioni ordinarie del valore nominale di Euro 1,00 cadauna e negoziate sul MTA che
saranno assegnate ai soci di AcegasAPS Holding;
• in dipendenza della Fusione e degli accordi corporate governance di cui infra, la cui conclusione è
prevista nelle more del completamento del procedimento di Fusione, HERA modificherà lo Statuto
Sociale, (Allegato B solo all’originale del presente atto ed in modo virtuale alle copie dello stesso
per il rilascio in via amministrativa) come di seguito indicato:
- Articolo 5: modifica del capitale sociale e del numero delle azioni, in ragione dell’aumento di capitale
sociale che verrà deliberato a servizio della Fusione (paragrafo 5.1); modifica in correlazione alla
deliberazione dell’assemblea straordinaria di aumento di capitale scindibile con esclusione del diritto di
opzione, ai sensi dell’articolo 2441, quarto comma, primo periodo, c.c., a servizio dell’eventuale
3. promozione da parte della Società di un'offerta pubblica di acquisto e scambio sulle azioni ordinarie di
AcegasAPS (paragrafo 5.5) di cui infra; modifica in correlazione alla proposta attribuzione della delega al
Consiglio di Amministrazione di deliberare, in una o più volte, un aumento di capitale sociale in opzione,
ai sensi dell’art. 2441, commi 1, 2 e 3 c.c., di massimo nominali Euro 80.000.000,00 e da destinarsi a
rafforzamento patrimoniale (paragrafo 5.6) di cui infra;
- Articoli 7 e 26: fermo il principio secondo il quale il 51% del capitale sociale di HERA dovrà essere
detenuto da enti pubblici, la modifica proposta si presenta in chiave chiarificatoria ed interpretativa,
prevedendo che la partecipazione maggioritaria pubblica possa realizzarsi anche mediante la
partecipazione al capitale sociale di HERA, da parte di altri Enti o Autorità Pubbliche (diversi dai Comuni,
Provincie e Consorzi costituiti ex articolo 31 D.Lgs n. 267/2000) ovvero da parte di società il cui capitale
sociale sia detenuto, anche indirettamente, in maggioranza, da Enti Pubblici o Autorità Pubbliche (oltre
che dai Comuni, Province, e Consorzi costituiti ex articolo 31 D.Lgs n. 267/2000);
- Articoli 16 e 17: incremento da 18 a 20 del numero dei membri del consiglio di amministrazione e
conseguente incremento da 14 a 16 dei componenti del consiglio di amministrazione tratti dalla lista che
ha ottenuto il maggior numero di voti;
- Norma transitoria: introduzione di una norma transitoria che prevede, a far data dall’assemblea
ordinaria di approvazione del bilancio che si chiuderà al 31 dicembre 2013, le modifiche dei paragrafi
16.1, 17.2 e 21.3 dello Statuto Sociale, dirette a ridurre (i) da 20 a 15 il numero dei componenti il
consiglio di amministrazione, (ii) da 16 a 12 il numero dei componenti il Consiglio di Amministrazione
tratti dalla lista dei candidati per l’elezione del Consiglio di Amministrazione che ha ottenuto il maggior
numero di voti e, di conseguenza, da 4 a 3, il numero dei restanti componenti tratti dalle liste non di
maggioranza e (iii) da 3/4 dei componenti in carica a 2/3 dei componenti in carica più un consigliere il
quorum qualificato richiesto per le delibere dell’organo amministrativo su determinate materie;
• l’Accordo Quadro, per quanto concerne la governance di HERA, prevede che i Comuni di Padova e
Trieste, entro il 15 dicembre 2012, aderiscano al patto di sindacato di voto e di disciplina dei trasferimenti
azionari sottoscritto dai soci pubblici di HERA in data 21 dicembre 2011, nel testo modificato, denominato
“Contratto di Adesione al Sindacato di Voto e di Disciplina dei Trasferimenti Azionari stipulato in data 21
dicembre 2011 e Contestuale Modificazione” (di seguito “Patto HERA”) (Allegato C solo all’originale
del presente atto ed in modo virtuale alle copie dello stesso per il rilascio in via amministrativa).
In forza delle previsioni del Patto HERA, i Comuni di Padova e Trieste assoggetteranno a sindacato di
voto tutte le azioni HERA che andranno a detenere e assoggetteranno a sindacato di blocco n.
36.488.942 azioni ordinarie il Comune di Padova e n. 36.635.190 azioni ordinarie il Comune di Trieste. Il
numero delle azioni assoggettate a sindacato di blocco da parte dei Comuni di Padova e Trieste, all’esito
dell’OPAS, potrà raggiungere il numero massimo rispettivamente di 58.078.303 azioni ordinarie per il
Comune di Padova e numero massimo di 58.311.081 azioni ordinarie per il Comune di Trieste.
L’adesione al Patto HERA da parte dei Comuni di Padova e Trieste, darà a ciascuno di essi il diritto di (i)
indicare un candidato consigliere da inserire nella lista dei candidati per l’elezione del Consiglio di
Amministrazione di HERA che sarà presentata dai soci pubblici di maggioranza di HERA, nonché il diritto
di (ii) nominare un membro del comitato previsto nel Patto HERA (di seguito il “Comitato di Sindacato”)
al quale saranno attribuiti due voti in seno al Comitato di Sindacato. Il numero dei componenti il consiglio
di amministrazione verrà pertanto incrementato da 18 a 20; quello dei componenti del Comitato di
Sindacato da 9 a 11, con possibilità di esprimere massimi 26 voti nel Comitato del Sindacato. E’ inoltre
previsto che il comitato esecutivo di HERA venga incrementato a 4 componenti di cui uno sarà indicato
congiuntamente dai Comuni di Padova e di Trieste. E’ infine previsto che, alla data di approvazione del
bilancio di esercizio al 31 dicembre 2013, il numero dei componenti del consiglio di amministrazione
venga ridotto a 15 di cui 12 verranno tratti dalla lista dei candidati presentata dai soci pubblici di
maggioranza, nell’ambito della quale il Comune di Trieste e il Comune di Padova avranno diritto di
indicare un componente ciascuno;
• l’Accordo Quadro prevede, altresì, la stipula di un apposito patto parasociale fra HERA, il Comune di
Trieste e il Comune di Padova (di seguito il “Patto AcegasAPS”) per disciplinare la futura governance di
AcegasAPS nell’ambito della quale, in particolare, è previsto che (i) la sede legale di AcegasAPS e delle
sue principali controllate rimanga a Trieste; (ii) a far tempo dalla data di efficacia della Fusione e sino alla
scadenza del corrente mandato del Consiglio di Amministrazione di AcegasAPS, HERA designi 2
componenti del Consiglio di Amministrazione di AcegasAPS; (iii) con efficacia dalla nomina del primo
Consiglio di Amministrazione successivo al rinnovo di quello in scadenza, il nuovo Consiglio di
Amministrazione di AcegasAPS sia composto da 10 membri di cui 2 designati dal Comune di Trieste,
uno dei quali assumerà la carica di Presidente, 2 designati dal Comune di Padova, uno dei quali
assumerà la carica di Amministratore Delegato, i restanti designati da HERA. (iv) HERA indichi il
Direttore Generale; (v) il Comune di Trieste e il Comune di Padova designino congiuntamente un sindaco
effettivo che assumerà la carica di presidente del Collegio Sindacale e un sindaco supplente, e HERA
designi due sindaci effettivi e un sindaco supplente;
4. • l’efficacia della Fusione è subordinata al verificarsi delle seguenti condizioni sospensive, previste
dall’Accordo Quadro, fra le quali: (i) l’esenzione o approvazione o non proibizione della Fusione da parte
dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato entro il 29 dicembre 2012; (ii) l’approvazione da
parte delle competenti assemblee di AcegasAPS Holding e di HERA del progetto di Fusione entro e non
oltre il 20 ottobre 2012; (iii) l’assunzione della delibera dell’assemblea straordinaria di HERA dell’aumento
di capitale a servizio dell’OPAS sulla totalità delle azioni di AcegasAPS entro e non oltre il 20 ottobre
2012;
• in esecuzione a quanto previsto nell’Accordo Quadro si rende necessario procedere alla sottoscrizione
del “Contratto di Adesione al Sindacato di Voto e di Disciplina dei Trasferimenti Azionari stipulato in data
21 dicembre 2011 e Contestuale Modificazione” (Allegato C solo all’originale del presente atto ed in
modo virtuale alle copie dello stesso per il rilascio in via amministrativa);
• subordinatamente alla Fusione, e una volta ottenute le prescritte autorizzazioni, HERA sarà tenuta a
promuovere un’OPAS sulla totalità delle azioni AcegasAPS. In cambio delle azioni portate in adesione
all’OPAS e quale corrispettivo della medesima, HERA intende offrire agli aderenti all’Offerta: (i) azioni
HERA di nuova emissione aventi le medesime caratteristiche delle azioni HERA già in circolazione sulla
base del rapporto di cambio equivalente a quello riconosciuto nell’ambito della Fusione ai soci di
AcegasAPS Holding pari a 0,76266304 azioni ordinarie di HERA del valore di 1,00 Euro per nominali
1,00 Euro di capitale sociale di AcegasAPS Holding e quindi di offrire n. 4,15994709 azioni HERA per
ogni azione AcegasAPS apportata in adesione all’Offerta e (ii) la corresponsione di una componente in
denaro pari a Euro 0,27342352 per ogni azione AcegasAPS apportata in adesione all’OPAS
compensativa (a) del conguaglio in denaro pari a Euro 0,01812273 per nominali 1,00 Euro di capitale
sociale di AcegasAPS Holding riconosciuto nell’ambito della Fusione ai soci di AcegasAPS Holding
nonché (b) della posizione finanziaria netta di AcegasAPS Holding al 30 giugno 2012;
• ai fini dell’esecuzione dell’OPAS risulta, conseguentemente, necessario deliberare uno specifico
aumento di capitale sociale, da eseguirsi in una o più volte e anche in più tranche, a pagamento e in via
scindibile, per un importo massimo di nominali Euro 84.833.826,00, oltre a eventuale sovraprezzo,
mediante emissione di massime n. 84.833.826 azioni ordinarie del valore nominale di Euro 1,00, con
godimento regolare e aventi le stesse caratteristiche di quelle in circolazione, con esclusione del diritto di
opzione ai sensi dell’articolo 2441, quarto comma, primo periodo, del codice civile, con la conseguente
modifica dell’articolo 5 dello Statuto Sociale mediante introduzione del paragrafo 5.5. Il prezzo di
sottoscrizione delle azioni HERA di nuova emissione sarà pari a Euro 1,00 a titolo di nominale più
sovrapprezzo che sarà determinato dal Consiglio di Amministrazione di HERA in una successiva
adunanza, nel rispetto dei principi contabili internazionali applicabili e delle prassi di mercato. In data 2
agosto 2012, il prof. Paolo Bastia è stato nominato dal Tribunale di Bologna quale esperto ai fini della
redazione della relazione giurata di stima ai sensi dell’art. 2343 del codice civile;
• il Consiglio di Amministrazione di HERA, in data 3 settembre 2012, nell’ottica di rafforzamento
patrimoniale della società al fine di fornire un adeguato sostegno all’ulteriore crescita dimensionale del
gruppo facente capo a HERA e favorire il consolidamento della posizione competitiva dello stesso sui
mercati di riferimento, nel rispetto dell’equilibrio economico-finanziario, ha proposto l’attribuzione al
Consiglio di Amministrazione della delega, ai sensi dell’articolo 2443 del codice civile, esercitabile per un
periodo massimo di tre anni dalla relativa deliberazione assembleare ad aumentare, anche in più volte, a
pagamento ed in via scindibile, il capitale sociale, per un importo massimo di nominali Euro
80.000.000,00, oltre ad eventuale sovrapprezzo, mediante emissione di massimo n. 80.000.000 azioni
ordinarie con godimento regolare e aventi le stesse caratteristiche di quelle in circolazione alla data di
emissione, da offrirsi in opzione ai sensi dell’articolo 2441, commi 1, 2 e 3 del codice civile (di seguito
“Aumento in Opzione”) e la conseguente modifica dell’articolo 5 dello Statuto Sociale, mediante
l’introduzione del paragrafo 5.6. Il ricorso allo strumento della delega appare consigliato, tenuto conto
dell’incertezza e volatilità dei mercati azionari, al fine di semplificare i processi decisionali e di assicurare
la necessaria flessibilità e tempestività nell’esecuzione di operazioni finalizzate all’aumento di capitale,
consentendo di cogliere anche le condizioni più favorevoli che si dovessero presentare;
• nel contempo, il Fondo Strategico Italiano S.p.A. (di seguito “FSI”), holding di partecipazioni controllata
dalla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., avente quale oggetto sociale, in sintesi, l’assunzione di
partecipazioni in aziende di rilevante interesse nazionale, ritenendo sussistere un proprio interesse a
investire nel capitale sociale di HERA, a fronte della prevista Fusione e conseguente operazione di
aggregazione tra il gruppo HERA ed il gruppo Acegas-APS, ha sottoscritto con HERA un accordo sulla
base del quale FSI ha assunto un impegno di sottoscrizione (di seguito “Impegno di Sottoscrizione”)
avente ad oggetto un numero di azioni HERA rivenienti dall’Aumento in Opzione, da assumersi, entro il
15 ottobre 2013, tale da consentire a FSI di detenere una partecipazione di almeno il 3% del capitale
sociale post Aumento in Opzione, tenuto anche conto delle azioni HERA che FSI sottoscriverà per effetto
dell’acquisto dei diritti di opzione rivenienti dall’Aumento in Opzione ai sensi degli accordi (di seguito gli
“Accordi di Compravendita dei Diritti di Opzione”) di cui infra che potranno intervenire con taluni
azionisti di HERA individuati e selezionati (di seguito gli “Azionisti Selezionati”), tra i quali i soci
5. sottoscrittori del “Contratto di Adesione al Sindacato di Voto e di Disciplina dei Trasferimenti Azionari
stipulato in data 21 dicembre 2011 e Contestuale Modificazione”;
• l’Accordo FSI prevede che il prezzo di sottoscrizione per ciascuna delle azioni risulti ricompreso nella
forchetta tra 1,00 Euro e 1,25 Euro per azione e derivi dalla media aritmetica dei prezzi del mese
precedente rispetto al giorno in cui HERA avrà deliberato l’Aumento in Opzione. L’Accordo FSI prevede
altresì che HERA: (a) contestualmente all’assemblea chiamata ad approvare il bilancio di esercizio che si
chiuderà al 31 dicembre 2012, proponga la modifica dello Statuto Sociale prevedendo di incrementare di
un ulteriore componente il Consiglio di Amministrazione, in modo tale che passi da 4 a 5 il numero dei
membri del Consiglio di Amministrazione nominati dalle liste diverse da quella che ha ottenuto il maggior
numero di voti ai sensi dell’art. 17 dello Statuto Sociale; (b) sottoponga agli Azionisti Selezionati la
proposta di Accordo di Compravendita dei Diritti di Opzione. L’Accordo FSI prevede, infine, che
l’esecuzione dell’Impegno di Sottoscrizione, che dovrà cadere entro il 15 marzo 2014, sia
sospensivamente condizionato al verificarsi di certe circostanze, previste nella prassi di mercato per
operazioni similari, fra le quali: (a) l’intervenuta efficacia della Fusione; (b) l’assunzione, entro il 15 ottobre
2013, della delibera di Aumento in Opzione; (c) che gli Azionisti Selezionati trasmettano ad FSI, entro il
quinto giorno di borsa aperta successivo alla delibera di Aumento in Opzione, proposte irrevocabili per la
sottoscrizione degli Accordi di Compravendita dei Diritti di Opzione che, complessivamente considerate,
attribuiscano a FSI il diritto di sottoscrivere almeno il 2,6% del capitale sociale e dei diritti di voto di HERA
o che le azioni corrispondenti ai diritti di opzione eventualmente rimasti inoptati e, conseguentemente,
l’Impegno di Sottoscrizione abbia ad oggetto un numero di azioni tale da consentire a FSI di detenere
una partecipazione almeno pari al 3% del capitale sociale e dei diritti di voto di HERA post Aumento in
Opzione; (d) che la competente autorità antitrust, ovvero altra autorità italiana o europea, comunichi,
entro 15 settembre 2013, che l’investimento di FSI può essere effettuato nei termini e alle condizioni
previsti nell’Accordo FSI e che non saranno richieste modifiche di condizioni relative a precedenti
operazioni di acquisizione, né imposto alcun vincolo che pregiudichi la posizione giuridica o economica di
Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., nonché gli investimenti da essa realizzati nel settore dell’energia elettrica
e del gas naturale; e (e) il “nulla osta” alla pubblicazione del prospetto informativo di Aumento in Opzione
da parte di Consob;
• in conformità a quanto previsto nell’Accordo FSI, HERA sarà tenuta a includere, tra gli argomenti posti
all’ordine del giorno dell’Assemblea dei Soci che sarà chiamata ad approvare il bilancio che si chiuderà il
31 dicembre 2012, la proposta di modifica degli articoli 16 e 17.2(ii) dello Statuto Sociale di HERA volte a
incrementare il numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione di HERA da 20 a 21 e il numero
dei componenti tratti dalle liste diverse da quella che ha ottenuto il maggior numero di voti da 4 a 5 e la
correlativa proposta di integrazione del Consiglio di Amministrazione. Viene, pertanto, proposta anche
l’approvazione, ora per allora, di dette future proposte;
• come più sopra descritto, costituisce condizione per l’esecuzione dell’Impegno di Sottoscrizione di FSI la
circostanza che gli azionisti sottoscrittori del Patto HERA procedano alla sottoscrizione della proposta di
Accordo di Compravendita dei Diritti di Opzione nel testo allegato (Allegato D solo all’originale del
presente atto ed in modo virtuale alle copie dello stesso per il rilascio in via amministrativa), in
modo tale che, in forza di detti accordi, complessivamente considerati, a FSI venga attribuito il diritto di
sottoscrivere almeno il 2,6% del capitale sociale. Con l’Accordo di Compravendita dei Diritti di Opzione, il
singolo azionista si impegna irrevocabilmente a vendere a FSI i diritti di opzione rinvenienti dall’Aumento
in Opzione che FSI si impegna ad acquistare. A titolo di corrispettivo, FSI corrisponderà all’azionista, 3
giorni di Borsa prima del termine ultimo per la sottoscrizione delle azioni HERA nel corso dell’offerta in
opzione, un prezzo pari alla media aritmetica dei prezzi ufficiali dei diritti di opzione nei primi 5 giorni di
negoziazione sul MTA dei diritti di opzione, fermo restando che ove detto prezzo non fosse superiore a
zero, FSI corrisponderà all’Azionista in ogni caso Euro 0,0001 (per ogni singolo diritto di opzione);
• l’esecuzione dell’Accordo di Compravendita dei Diritti di Opzione è sospensivamente condizionato al
verificarsi di certe circostanze, previste nella prassi di mercato per operazioni similari, fra le quali: (i) che
gli Azionisti Selezionati trasmettano ad FSI, quanto prima e comunque entro il quinto giorno di borsa
aperta successivo alla delibera di Aumento in Opzione, proposte irrevocabili per la sottoscrizione degli
Accordi di Compravendita dei Diritti di Opzione che, complessivamente considerate, attribuiscano a FSI il
diritto di sottoscrivere almeno il 2,6% del capitale sociale e dei diritti di voto di HERA; (ii) il “nulla osta” alla
pubblicazione del prospetto informativo relativo all’Aumento in Opzione, da parte di Consob; (iii) che la
competente autorità antitrust, ovvero altra autorità italiana o europea comunichi, entro 15 settembre
2013, che l’investimento di FSI può essere effettuato nei termini ed alle condizioni previsti nell’Accordo
FSI e che non saranno richieste modifiche di condizioni relative a precedenti operazioni di acquisizione,
né imposto alcun vincolo che pregiudichi la posizione giuridica o economica di Cassa Depositi e Prestiti
S.p.A., nonché gli investimenti da essa realizzati nel settore dell’energia elettrica e del gas naturale; e (iv)
che FSI abbia nominato un proprio membro del Consiglio di Amministrazione di HERA, ancorché
l’efficacia di tale nomina possa essere sospensivamente condizionata alla circostanza che FSI abbia
acquisito una partecipazione almeno pari al 2,6% del capitale sociale e dei diritti di voto di HERA.
6. Considerato:
che le operazioni in premessa descritte evidenziano un processo aggregativo finalizzato a creare valore a
HERA, aumentandone in particolare la patrimonializzazione, i mercati territoriali di riferimento e
conseguentemente la valorizzazione della Società, nel rispetto dei principi di governance che hanno
assicurato una equa rappresentanza dei territori sui quali i servizi sono forniti.
Richiamato l’art. 42 del T.U. n. 267/2000 ordinamento EE.LL;
Acquisito il parere favorevole limitatatmente agli atti proposti all’approvazione del Consiglio da parte
di Hera senza entrarne nel merito, espresso dal Responsabile del servizio Affari Generali in ordine
alla regolarità tecnica, ai sensi dell'art.49 del D.Lgs.18/8/2000, n.267;
Entra il Cons. Comandini - Presenti n. 14 consiglieri
Sentita la discussione riportata nell’allegato 1)
Con voti espressi per alzata di mano:
Favorevoli n. 7
Contrari n. 5 (Biandronni, Campitelli, Sampaoli, Pini, Valentini)
Astenuti n. 2 (Guidi, Comandini)
DELIBERA
1. di approvare la proposta di fusione per incorporazione di Acegas-Aps Holding S.r.l. in HERA S.p.A. ai
sensi dell’art. 2501 e seguenti del codice civile come descritta nel progetto di Fusione (Allegato A solo
all’originale del presente atto ed in modo virtuale alle copie dello stesso per il rilascio in via
amministrativa) e della conseguente proposta di modifica del paragrafo 5.1 dello Statuto Sociale come
descritta nel testo dello Statuto Sociale (Allegato B solo all’originale del presente atto ed in modo
virtuale alle copie dello stesso per il rilascio in via amministrativa);
2. di approvare la proposta di modifica degli articoli 7. 16, 17 e 26 dello Statuto Sociale di HERA e
l’introduzione di una norma transitoria modificativa dei paragrafi 16.1, 17.2 e 21.3 dello Statuto Sociale
con efficacia a far data dall’assemblea ordinaria dell’approvazione di bilancio che si chiuderà al 31
dicembre 2013 come descritte nel citato Allegato B;
3. di approvare la proposta di aumento di capitale sociale, da eseguire entro il 31 dicembre 2014, in una o
più volte e anche in più tranche, a pagamento e in via scindibile, sia nel suo complesso, sia all’interno
delle singole tranche, per un importo nominale massimo di Euro 84.833.826,00, mediante emissione di
massime n. 84.833.826 azioni ordinarie, con godimento regolare e aventi le stesse caratteristiche di
quelle in circolazione alla data di emissione, del valore nominale di Euro 1,00 cadauna, oltre a eventuale
sovrapprezzo, con esclusione del diritto di opzione ai sensi dell’articolo 2441, quarto comma, primo
periodo, del codice civile, a servizio dell’eventuale promozione da parte di HERA di un'offerta pubblica di
scambio (ed eventualmente anche di acquisto) sulle azioni ordinarie emesse dalla Acegas-Aps S.p.A. e
della conseguente proposta di modifica dell’art. 5 dello Statuto Sociale mediante introduzione del
paragrafo 5.5 come descritta nel citato Allegato B;
4. di approvare la proposta di attribuzione al Consiglio di Amministrazione della delega, ai sensi dell’art.
2443 del codice civile, esercitabile per un periodo massimo di tre anni dalla relativa deliberazione
assembleare, ad aumentare, anche in più volte, a pagamento ed in via scindibile, il capitale sociale, per
un importo massimo di nominali Euro 80.000.000,00, oltre ad eventuale sovrapprezzo, mediante
emissione di massimo n. 80.000.000 azioni ordinarie con godimento regolare e aventi le stesse
caratteristiche di quelle in circolazione alla data di emissione, da offrirsi in opzione ai sensi dell’articolo
2441, commi 1, 2 e 3 del codice civile e della conseguente proposta di modifica dell’articolo 5 dello
Statuto Sociale mediante l’introduzione del paragrafo 5.6 come descritta nel citato Allegato B;
5. di autorizzare, conseguentemente, il Sindaco o suo delegato a partecipare all’Assemblea dei Soci
chiamata a deliberare sulle materie di cui ai precedenti punti da 1. a 4. ed esprimere voto favorevole;
6. di approvare e autorizzare la stipula del “Contratto di Adesione al Sindacato di Voto e di Disciplina dei
Trasferimenti Azionari stipulato in data 21 dicembre 2011 e Contestuale Modificazione” (Allegato C solo
all’originale del presente atto ed in modo virtuale alle copie dello stesso per il rilascio in via
amministrativa)), autorizzando il Sindaco o suo delegato a sottoscriverlo e ad apportarvi eventuali
modifiche di natura non sostanziale che si dovessero rendere necessarie;
7. di approvare, ora per allora, la futura proposta di modifica degli articoli 16 e 17.2(ii) dello Statuto Sociale
di HERA volte a incrementare il numero dei componenti del Consiglio di Amministrazione di HERA da 20
a 21 e il numero dei componenti tratti dalle liste diverse da quella che ha ottenuto il maggior numero di
voti da 4 a 5 e la correlativa proposta di integrazione del Consiglio di Amministrazione e di autorizzare,
conseguentemente, il Sindaco o suo delegato a partecipare alla futura Assemblea dei Soci che sarà
7. chiamata a deliberare dette proposte ed esprimere voto favorevole;
8. di approvare e autorizzare la stipula dell’ “Accordo di Compravendita di Diritti di Opzione” (Allegato D
solo all’originale del presente atto ed in modo virtuale alle copie dello stesso per il rilascio in via
amministrativa), autorizzando il Sindaco o suo delegato a sottoscriverlo e ad apportarvi eventuali
modifiche di natura non sostanziale che si dovessero rendere necessarie.
Altresì, per la necessità di dare seguito al procedimento con la massima tempestività
Con voti espressi per alzata di mano:
Favorevoli n. 7
Contrari n. 5 (Biandronni, Campitelli, Sampaoli, Pini, Valentini)
Astenuti n. 2 (Guidi, Comandini)
DELIBERA
Di dichiarare la presente deliberazione immediatamente eseguibile ai sensi e per gli effetti dell’art. 134
comma 4 del D.Lgs. 18/08/2000 n. 267.
Parere tecnico: favorevole
Il Responsabile del Servizio Segreteria
Tiziano Betti
IL CONSIGLIO COMUNALE
Dopo ampia discussione riportata nell’allegato 1
Con voti espressi in forma palese
Favorevoli n. 11
Astenuti n. 3 (Valentini, Campitelli e Lungherini).
APPROVA
Il seguente documento da inviare ad hera e a tutti i Comuni soci di Hera:
IL CONSIGLIO COMUNALE DI SANTA SOFIA
nella seduta del 27 settembre 2012 in relazione alla discussione per l’approvazione della proposta di
fusione per l’incorporazione di AcegasAPS holding S.p.A in HERA S.p.A
CHIEDE
- che il Consiglio di Amministrazione di HERA sia ridimensionato nel numero dei componenti;
- che gli emolumenti di ogni membro del Consiglio di Amministrazione sia ridotto del 30%.
Santa Sofia 27 settembre 2012
8. All. 1 alla delibera C.C. n. 38 del 27/09/2012
Il Segretario comunale Dott. Marcello Pupillo
Foietta:Io inizierei con il primo punto all’ordine del giorno, che è “Approvazione proposta di
fusione per incorporazione dell’Acegas Holding in Hera SpA e conseguente proposta di modifica
dello statuto sociale e provvedimenti conseguenti”. Lascio la parola a Luciano Neri che, essendo un
componente del Consiglio di Amministrazione di Hera, conosce bene l’argomento.
Neri: la prima notizia, che arriva in diretta dai Consigli Comunali di Padova e Trieste, è che hanno
già votato tutto quanto è di loro competenza per raggiungere quest’obiettivo, anche se dovremo
attendere la decisione determinante che assumerà l’Assemblea del Gruppo Hera, che si riunirà il 15
di ottobre. Per cui, la questione, finora è ancora in fase di discussione, anche se, come succede in
questi casi, c’è una procedura da seguire e occorreva che, in primo luogo, si esprimessero Padova e
Trieste, ma tutto rimane, poi, nella volontà che l’Assemblea di Hera manifesterà il 15 ottobre.
L’operazione potrebbe portare all’acquisizione del 100% dell’Acegas-Aps Holding, che è il
contenitore di tutte le attività dei Comuni di Padova e Trieste, che è in mano a questi ultimi, come
titolarità, per il 100% e che equivale al 62,8% dell’Acegas, società operativa, quotata in borsa,
quindi attraverso l’acquisizione della Holding al 100% si ottiene il controllo dell’Acegas-Aps per il
62,8%. Acegas-Aps ha un utile netto di 18 milioni di euro, che è un sesto di quello di Hera, che,
invece, è di 104,6 milioni di euro, comunque, nei prospetti che avete avuto ci sono anche tutti i
raffronti sui numeri di queste due società. Non mi dilungo troppo su questi aspetti, che, per certi
versi, sono ostici anche per me, in ogni caso, le caratteristiche delle due società sono abbastanza
omogenee, nel senso che Hera ha il 32% del fatturato che proviene dal gas, mentre Acegas-Aps ha il
27%, dall’energia Hera ha l’11% e Acegas-Aps l’8%, dall’idrico Hera ha il 23% e Acegas-Aps il
28%, dall’ambiente Hera il 30% e Acegas-Aps il 25%, poi, ci sono percentuali meno rilevanti di
fatturato relative ad altri servizi. In sostanza, come struttura, sono delle multiutility abbastanza
simili tra loro, anche se di proporzioni notevolmente diverse. Per quanto riguarda l’azionariato, i
soci pubblici di Hera rappresentano oggi il 58,8% e quelli di Acegas-Aps il 62,7%. Le fondazioni,
cioè i soggetti pubblici che però hanno acquistato quote e azioni, che sono di natura privata, hanno
un peso nell’Acegas-Aps dell’11%, mentre in Hera hanno il 9,4%, quindi, anche da questo punto di
vista sono abbastanza simili e lo sono altrettanto per ciò che concerne la parte flottante delle azioni,
cioè quelle piazzate in borsa, di cui Acegas-Aps ha il 26% e Hera ha il 31%.
L’operazione, come accennavo prima, prevede l’acquisizione del 100% della Holding, attraverso
cui si ottiene anche il 62,8% della società operativa e ciò, in cambio di 143.380.651 nuove azioni
emesse da Hera, con un passaggio di liquidità di 3,4 milioni di euro, mentre il debito che si porta
Acegas-Aps equivale a sei milioni. A seguito della sua incorporazione nel gruppo Hera,
naturalmente, la società operativa Acegas-Aps uscirà dalla borsa e il nuovo soggetto che nascerà da
quest’operazione, cioè la nuova Hera, potrebbe diventare, a livello nazionale, la prima multiutility
nel settore dell’ambiente, la seconda in quello idrico, con 300 milioni di metri cubi venduti, la terza
nel settore del gas, come distribuzione, la settima, come vendita e l’ottava per quanto riguarda la
vendita di energia elettrica, perciò, il gruppo Hera acquisterebbe un ruolo di rilievo a livello
nazionale. Quest’operazione, una volta conclusa, sarà a regime nel giro di un anno e mezzo almeno,
poiché, nel frattempo, sarà necessario assolvere alcuni adempimenti, tra cui, la modifica del
Consiglio di Amministrazione. Quello attuale è costituito da venti componenti, mentre, la nuova
Hera, che prevede una riduzione già contemplata dal nuovo accordo per il rinnovo del Consiglio di
Amministrazione, avrà quindici Consiglieri, di cui, dodici rappresenteranno gli Enti pubblici e
comprenderanno i due di Padova e Trieste e tre saranno rappresentanti di Enti privati.
Questa è la parte che andremo a deliberare stasera, poi, ce n’è un’altra che, a mio avviso, è molto
più importante ed è quella dell’ingresso in Hera del Fondo Strategico Italiano, l’ex Cassa Depositi e
Prestiti, che oggi è utilizzato dal Governo per incentivare le operazioni di irrobustimento delle
9. aziende, in vista della loro internazionalizzazione, per adeguarne le dimensioni al mercato. Basti
pensare che in Francia ci sono solo tre soggetti che operano nella distribuzione dell’acqua, mentre in
Italia, nonostante molte di queste aziende siano grandi, se ne contano circa ottocento, quindi, è
ovvio che esiste una frammentazione in questo settore, che rende la struttura debole dal punto di
vista della capacità finanziaria e di miglioramento dei servizi. Il fatto più importante, per me, è
l’ingresso del Fondo Strategico che, non essendo finora mai intervenuto in una multiutility italiana,
dimostra il concreto riconoscimento di questa strategia, che allarga le dimensioni dell’azienda per
incorporazione, creando soggetti economici che diventano sempre più robusti, perciò è ritenuta
quella più efficace per realizzare delle multiutility più grandi. Questo, anche perché il meccanismo
dell’incorporazione mantiene la rappresentanza dei soggetti precedenti, mentre le acquisizioni, oltre
ad essere molto onerose dal punto di vista finanziario, espropriano le varie comunità locali delle
loro rappresentanze che, invece, ciascuno vuole conservare, come nel caso di Padova e Trieste che
intendono preservare la presenza di un proprio rappresentante nel Consiglio di Amministrazione di
questa nuova compagine. A pagina 15, uno degli ultimi prospetti che avete ricevuto, ci sono tutte le
proiezioni relative alla composizione dell’azionariato, a operazione conclusa. Raggiunto tale
obiettivo, compreso l’ingresso dell’ex Cassa Depositi e Prestiti, il controllo del pubblico,
naturalmente considerando anche la vecchia Hera e Padova e Trieste, sarà del 56,2%. Una delle
polemiche più forti, che si sentono in questi giorni, è che la composizione Bologna-Romagna-
Ferrara-Modena, che, nell’Hera attuale, ha una percentuale del 58,8%, senza calcolare Padova e
Trieste, diventerà del 46,1%, quando sarà entrato anche il Fondo Strategico. Da ciò si trae la
conclusione che la parte pubblica romagnola, che adesso ha la maggioranza, finirà per non averla
più con la nuova Hera, ma se comprendiamo anche Trieste e Padova, dato che rappresentano dei
Comuni, la parte pubblica sarà del 56,2% e, in un processo di questo genere, non possiamo pensare
che gli altri Enti pubblici entrino senza pesare niente!
Se avete domande da pormi, purché non siano difficili, forse qualcosa so rispondere, altrimenti, se
avete approfondito l’argomento, magari l’idea ve la siete fatta da soli.
Foietta: grazie Neri, parola al Consiglio. Campitelli.
Campitelli: il materiale relativo a questo punto dell’ordine del giorno a noi è arrivato la settimana
scorsa, quindi, per tempo, anzi, forse è l’unico, ma questo argomento lo affrontiamo dopo. Rilevo il
fatto che sia arrivato per tempo, perché, se noi Consiglieri avessimo voluto, saremmo stati in grado
di approfondire la questione. Io non l’ho fatto volutamente, per scelta, perché, al di là dei dettagli,
dei particolari, di tutti gli aspetti tecnici, ho dei principi, che, per me, sono fondamentali, essenziali,
contro i quali non sono disposta ad andare e quest’operazione mi obbligherebbe a farlo. Mi spiego:
quanto al primo principio, come Consigliere Comunale, il mio obiettivo è quello di operare per il
bene comune, quindi, di tutelare gli interessi dei cittadini che rappresento, perciò, non posso non
tenere conto della volontà che questi hanno espresso. Il secondo principio è quello della coerenza,
per cui, io sono abituata a non disattendere gli impegni che assumo, in altre parole, non sono un
voltabandiera che porta avanti un’idea e il giorno dopo se la rimangia. Un altro principio importante
è il rispetto delle normative, oltre al fatto di essere fermamente convinta che la politica abbia un suo
ruolo, che serva a qualcosa, in caso contrario non sarei qui, anzi, tutti noi, io credo, non saremmo in
un Consiglio Comunale, insomma, non ci saremmo candidati a governare il paese, se non avessimo
questa convinzione, altrimenti cosa stiamo qui a fare? A scaldare le sedie? Quest’operazione
finanziaria, a mio giudizio, è contraria a tutti questi principi, che considero fondamentali. Come vi
dicevo, il mio obiettivo è quello di tutelare gli interessi dei cittadini e secondo voi, in seguito a
questa incorporazione le bollette diminuiranno? Io penso proprio di no, anzi è facile che
aumenteranno, perché il Consiglio della nuova società sarà allargato ad altri manager e dirigenti e,
solamente a oggi, lo sapete che cosa spende Hera per queste figure? Ben diciannove milioni di euro
l’anno e sono soldi che escono dalle nostre tasche, che ricadono sulle nostre bollette, e,
probabilmente, questi costi, a mio avviso, aumenteranno. C’è anche chi può accettare una bolletta
10. salata, a fronte di un servizio soddisfacente, ma io, in tutto questo tempo, da quando mi occupo di
tali questioni, con chiunque parli, avverto un grande scontento, da parte dei cittadini e anche degli
Amministratori, per i quali, i rapporti sembra non siano così sereni, lineari e chiari e abbiamo avuto
modo, anche a Santa Sofia, di sperimentarlo, ultimamente, con il problema delle fogne. Oggi Hera,
nonostante i soci siano i Comuni, per cui, la maggioranza del capitale è pubblico, è diventato un
colosso, lo dite anche voi, ingovernabile, ingestibile da parte nostra e voi credete sia possibile che la
situazione, dopo, migliori? Io penso assolutamente di no. Ripeto, poiché rappresento i cittadini, non
posso non tenere conto di quello che gli stessi vogliono e qui vi ricordo che, il 12 e il 13 giugno del
2011, i cittadini si sono espressi sulla questione della privatizzazione o ripubblicizzazione del
servizio pubblico e hanno scelto la ripubblicizzazione. Che cosa succederà con questa
incorporazione, non lo dico io, ma Sacchetti di Hera, che, nel corso di un’iniziativa ad hoc, tenutasi
a Forlimpopoli non molto tempo fa, affermò che, a seguito di quest’operazione, il capitale pubblico
scenderà al 48% e, nel giro di un paio d’anni, toccherà il 42%, senza il distinguo del pubblico da
quello romagnolo, che faceva Neri prima, ma nel confronto tra privato e pubblico, quest’ultimo
scenderà al 42%, con l’ovvia conseguenza che la maggioranza sarà privata e se questa non è
privatizzazione, non so come la volete chiamare! Tra l’altro, contravvenendo alle normative vigenti,
il cui rispetto, come vi dicevo prima, per me, è un principio importante. A seguito di tutta la
confusione che si era creata l’anno scorso con il referendum, diverse Regioni, più precisamente sei,
tra cui la Regione Emilia Romagna, si sono rivolte alla Corte Costituzionale, presentando dei
ricorsi, chiedendo di fare chiarezza sull’argomento. La Corte si è espressa abrogando la nuova
privatizzazione dei servizi pubblici e, in merito, vi do i riferimenti, così, se vorrete, potrete
esaminare, come ho fatto io, le sentenze n. 199 e n. 200 del 2012. Torno a dire, con un capitale
pubblico che sarà del 42%, se non è privatizzazione questa, non so come la volete chiamare.
l’ha detto Sacchetti, durante un’iniziativa pubblica. Lo stesso Di Maio, che voi conoscete meglio di
me, in un’altra iniziativa pubblica, che si è tenuta a Forlì, ha espresso preoccupazione per il fatto
che il capitale pubblico scenderà al di sotto del 50%. i dati che ho io. queste sono le informazioni
che hai tu e non corrispondono alle mie.
Neri: io sto parlando di quello che deliberiamo stasera, non sono le mie opinioni, perché io ci
capisco talmente poco. Noi, stasera, deliberiamo il pubblico al 56,2%. Prima dell’operazione, solo
la parte romagnola era al 58,8%. La polemica, che ha un suo fondamento, è basata sul fatto che la
parte romagnola, adesso, ha il 58,8%, mentre, nella parte pubblica complessiva, che sarà del 56,2%,
la Romagna, quindi Bologna, Romagna, Ferrara e Modena, avrà il 46% ma, insieme ai Comuni di
Trieste e Padova, si arriva, comunque, al 56,2%, perché questi ultimi apportano il 10%, perciò, 56,2
è la percentuale pubblica della nuova Hera.
Campitelli: io, però, non ti ho interrotto Luciano, quindi… posso andare avanti? Vi dicevo che un
altro principio, per me, importante è quello della coerenza e, a questo proposito, vi ricordo che,
come Consiglio Comunale, abbiamo deliberato, all’unanimità, di modificare lo Statuto del nostro
Comune, proprio per inserire la parte relativa al diritto all’acqua pubblica. Sottomano, ho la delibera
consiliare n. 13 del 23 marzo 2011, con cui abbiamo modificato l’articolo 36, aggiungendo il
comma 2, con questa dicitura: “Il Comune di Santa Sofia riconosce che la gestione del servizio
idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica”. Per cui, se deve essere
privo di rilevanza economica, seguendo il principio della coerenza, come si potrà pensare di
metterlo in mano a una SPA, quotata in borsa, con la maggioranza del capitale privato? Io mi rendo
conto che, comunque, anche se noi, stasera, cosa, che purtroppo penso non succederà, dato che vi
conosco, ma, anche se, in modo unanime, dovessimo esprimere un voto contrario a
quest’operazione, non cambierebbe niente, perché noi, come Comune di Santa Sofia, abbiamo in
Hera uno 0,0 e non so che cosa, ecco, prima di trovare un numero positivo, chissà quanti zeri ci
sono. In ogni caso, torno al discorso di prima, diamolo un segnale politico! Se siamo qui, vorrà dire
che la politica ha un suo ruolo. Non possiamo continuare a giustificarci ogni volta, dicendo che
11. tanto noi non contiamo niente, quindi la situazione non cambierà, perché se questo è il concetto,
allora andiamo tutti a casa, invece di stare qui a scaldare la sedia! Termino questo mio intervento,
con cui, sulla base delle motivazioni che vi ho esposto, ho fatto la mia dichiarazione di voto, che
sarà contrario. Nello stesso tempo, però, mi rivolgo a tutti voi, invitandovi a riflettere su quello che
è il nostro ruolo, perché la politica penso debba riappropriarsi del diritto e del dovere di scegliere,
giacché, anche questa non mi sembra democrazia, perché i due Consigli hanno preso questa
decisione in luglio e noi siamo qui a far che? A ratificare quello che loro hanno deciso? Per cui,
riprendiamoci il diritto e il dovere di fare delle scelte, riflettete su quella che è la realtà che tutti i
giorni conosciamo, quindi, il rapporto Hera-cittadino e quello Hera-Ente pubblico, a vostro avviso,
miglioreranno? V’invito, inoltre, a essere coerenti con gli impegni che abbiamo già assunto, con la
modifica apportata allo Statuto del nostro Comune. Grazie, ho finito.
Foietta: grazie Campitelli, Lungherini.
Lungherini: vorrei aggiungere anch’io qualcosa, in merito al discorso dell’acqua pubblica.
L’operazione conclusa uno o due anni fa, quando Romagna Acque si trasformò in Società delle
Fonti, a seguito dell’acquisizione di tutte le fonti, che sono di proprietà dei Comuni…
……..: voce fuori microfono non trascrivibile.
Lungherini: per gestione s’intende distribuzione, che, in base alla legge, deve essere sottoposta a
gara, che occorrerà espletare quando scadranno i contratti. L’acqua, però, in Romagna soprattutto, è
pubblica, quindi, di proprietà di tutti i Comuni, perciò non sarà mai privatizzata. Altrove, potrebbe
succedere solo se Romagna Acque si trasformasse in società privata, ma questo è impossibile.
Insomma, per ciò che concerne la questione dell’acqua, intendevo fare chiarezza e aggiungo che
molte affermazioni di Fleana io le condivido, dal punto di vista delle difficoltà che s’incontrano nel
rapportarsi a Hera, essendo questa una struttura così mastodontica, al punto che diventa un
problema anche confrontarsi con le persone, assoggettate, come sono, a un sistema di rotazione dei
ruoli. Volevo ricordare, però, che le tariffe non le decide Hera, ma le ATO, quindi i Sindaci, perciò,
dipende dagli Organi pubblici la regolarizzazione delle tariffe. Poi, per me, è bene espletare le gare
per l’affidamento della gestione, perché, come abbiamo visto in tutti gli altri settori, dove c’è la
concorrenza il prezzo s’abbassa. Ne sono un esempio, i servizi di gestione della telefonia, energia
elettrica e gas. Per cui, è chiaro che la proprietà delle condotte deve essere pubblica, con l’obbligo,
per ciò che concerne la gestione della manutenzione e della distribuzione al cittadino di sottoporla a
gara, cui possono partecipare aziende ad hoc e, in questo caso, abbiamo Hera, ma potrebbe
presentare offerta anche la Générale des Eaux francese, che, vincendo, diventerebbe il nuovo
gestore. Tutto ciò, in base a quanto previsto dalla legge italiana, che impone di sottoporre a gara la
gestione di questi servizi.
Foietta: altri? Biandronni.
Biandronni: avevamo già chiarito, in passato, la differenza tra proprietà e gestione, appena definita
da Lungherini, quindi, proprietà pubblica, mentre, per la gestione, il principio della concorrenza. Le
affermazioni di Fleana, però, corrispondono al vero, tant’è che, ricordo di essere stato convinto un
po’ alla volta, giacché io ero per la libera concorrenza. Poi, quanto all’acqua, noi non possiamo
fingere di non aver capito bene, perché, quando abbiamo votato all’unanimità, il tema era proprio
quello dell’acqua libera. In merito al principio della concorrenza, sempre che di questa si tratti,
perché voi mi dovete raccontare chi altri ha partecipato, in concorrenza con Hera, nelle nostre zone,
per gestire questi servizi, noi abbiamo avuto un soggetto, misto pubblico-privato, che, non essendo
costretto a competere, ha fatto i prezzi che voleva e nessuno di noi può negare che l’azione di
controllo che gli Enti locali svolgono sull’attività di Hera sia relativa. Ciò è dimostrato dai vistosi
aumenti in bolletta che, progressivamente, nel corso del tempo, la popolazione ha dovuto affrontare,
con gravi difficoltà, per ricevere servizi essenziali quali acqua, gas e luce. Laddove, invece, la
12. competizione diventa efficace, la riduzione dei prezzi è automatica, appunto, per il principio
economico della concorrenza, ma, in questo caso, purtroppo, non avviene. Fra l’altro, tra le grandi
società, non credo si pesteranno mai i piedi, infatti, come spesso accade, si mettono d’accordo,
perciò, le prospettive sono scoraggianti. Poi, mentre in tema di energia, dovendo acquistare le
materie prime che dipendono anche da Paesi terzi, avere una massa di volume d’affari più grande,
porta a un costo più basso del bene primario, per quanto riguarda l’acqua, se permettete, abbiamo
fatto un referendum nazionale, in favore del quale il PD si è schierato apertamente (…) e molti
partiti, che rappresentano il centrosinistra, si sono espressi in maniera netta! Senza contare che noi,
a sostegno di questo principio, in Consiglio Comunale abbiamo modificato lo Statuto! In sostanza a
prescindere dalle percentuali, che possono essere del 56 o del 42, la volontà che si è inteso
salvaguardare era la totalità della proprietà pubblica nella gestione delle acque, tenuto conto che è
un bene essenziale, che si poteva rendere compatibile con altre risorse pubbliche destinate a questa
finalità, per tenere più basso, in bolletta, il prezzo del servizio. Questa è una verità acclarata,
pertanto, se si voleva scegliere quella direzione, lo strumento operativo l’avevamo e cioè Romagna
Acque, che, di per sé, è già proprietaria delle reti, per cui, poteva chiudere il ciclo, dalla produzione
alla vendita ed essere l’unico soggetto pubblico che governava l’acqua, evitando di venderla a Hera
o a chi per essa. Questo è un fatto che non possiamo negare, quindi l’incoerenza, cui fa riferimento
la Campitelli, è reale, rispetto a quanto abbiamo deliberato qui. Tra l’altro, quell’occasione non fu
l’unica testimonianza di questa manifestazione di volontà, perché, anche nel periodo che ha
preceduto il referendum, ci sono stati dei dibattiti pubblici, ne rammento uno che si tenne nella sala
del Consiglio Comunale di Civitella, presenti i consiglieri dei tre Comuni, per affrontare il problema
dell’acqua pubblica, su cui io ero indeciso. Mi ricordo che, tra i convinti, c’era la Campitelli, lo
devo riconoscere, poi, tra i partiti di sinistra, c’erano quelli che avevano promosso il referendum,
SEL e altri, che erano i più coinvolti, anzi, sono stati il motore dell’iniziativa del referendum
sull’acqua, è stato il loro cavallo di battaglia. Ciò significa che allargando la società, non
parzialmente, ma a tutti i servizi, acqua compresa, si disattende quella volontà, già espressa, di
mantenere pubblico l’intero ciclo del servizio dell’acqua, che, per quanto riguarda la nostra zona,
era anche realizzabile, esistendo già un soggetto, Romagna Acque, che, oltre ad essere proprietaria
degli impianti, avrebbe potuto gestire anche il servizio. è obbligatoria la separazione?
……..: voce fuori microfono non trascrivibile.
Biandronni: è soggetto pubblico, interamente. Tra l’altro, le nostre esperienze precedenti erano ben
diverse! Non so se vi ricordate il CIS, che, a suo tempo, con proprietà interamente pubblica,
governava i servizi, che, a dire il vero, non funzionavano male, inoltre, forse perché la dimensione
era più piccola, offriva un altro spessore relazionale, infatti, conoscevamo dal Direttore Generale al
Presidente, insomma, avevamo buone relazioni. A tale proposito, mi ricordo tutte le politiche
portate avanti in favore delle frazioni, mentre, adesso, con Hera, non so se si realizzerebbe ancora
l’acquedotto di Spinello, per fare un esempio. Era una mentalità diversa quella del CIS, che, con i
soldi guadagnati, metteva in campo anche un principio di solidarietà, che teneva conto del valore
del territorio, non soltanto dei numeri e, quindi, degli utili. Con Hera, invece e di questo passo,
andiamo nella direzione di una privatizzazione spinta, che porterà a ingrandirsi sempre di più,
perché questa è la regola del mercato. E’ un concetto di capitalismo spinto, rispettabile, che ha, sì,
aspetti positivi ma anche negativi, che non controlla. Vorrei citare ancora la Campitelli, in
riferimento all’esempio che ha riportato, sulla possibilità di un controllo pubblico, quando il
compenso annuo del Direttore Generale è di 600.000 euro l’anno! Mi sembra una cifra fuori di testa,
anche in un’economia di mercato, in cui tutti questi dirigenti prendono un mucchio di soldi, che non
controlla più nessuno e il divario tra chi lavora e chi dirige diventa insopportabile, anche dal punto
di vista della gente, che, comincia a reagire. Oggi, appare evidente nella sfera politica, solo perché
adesso è sotto i riflettori, ma questo vale forse di più per i dirigenti e non soltanto quelli delle
aziende private, ma anche pubbliche, oltre a coloro che, a certi livelli, lavorano negli Enti pubblici, i
13. cui stipendi sono arricchiti da premi e superpremi. In pratica, si fanno la barba tra loro! Per cui, in
Regione, tra i dirigenti e gli Amministratori, viene fuori un principio di mutua solidarietà tale, che si
aumentano lo stipendio tutte le volte, sia gli uni, sia gli altri e noi paghiamo, ecco com’è la storia.
Anche questo è un elemento che non solleva nessuno e andrà avanti così, finché non taglieranno
qualche testa. E’ il principio dell’espansione della spesa pubblica, cui assistiamo, con tutte le sue
degenerazioni, vedi Lazio e compagnia, dove, ogni volta che aprono un caso, impariamo fatti che
non sapevamo, senza aggiungere altri dettagli, perché non voglio fare propaganda, ma giusto per
fare una chiacchierata. A tutta questa gente diamo un vitalizio dopo tre anni, prendono una pensione
di 4/5.000 euro, è una cosa che fa drizzare i capelli! Ho sentito, ieri sera, il Presidente della Regione
Sardegna denunciare il fatto che, ogni bilancio, parte con un buco di venti milioni di euro, che
devono spendere per pagare un vitalizio a tutti coloro che sono andati in pensione finora nei
Consigli Regionali! Mi sembra uno schiaffo a chi ha lavorato e a chi lavora, non si può andare
avanti così! Alla fine, non si capisce più niente e questi organismi che s’ingigantiscono, godono
anche del vantaggio di non subire più il controllo pubblico, sempre che l’Autorità preposta, da
qualche parte, continui a farlo, perché, con quello che è emerso, mi pare che qui nessuno controlli
più niente, tant’è che, nella Regione Lazio, i partiti…
Rientro in tema, senza dilungarmi, perché le conoscete anche voi le altre storie, ma è per farvi
capire che, qui, il controllo non c’è, siamo fuori rotta e, anche rispetto ai principi generali, io sono
per smettere di fare i referendum, come quello del finanziamento ai partiti…
……..: voce fuori microfono non trascrivibile.
Biandronni: però, il collegamento c’è, perché abbiamo abrogato, con referendum, il finanziamento
pubblico ai partiti e abbiamo scoperto che prendono più soldi di prima, poi, sempre con referendum,
abbiamo votato in favore dell’uso pubblico delle acque e, alla fine, le diamo tutte ai privati, perciò,
a questo punto, voi mi dovete dire il referendum a che cosa serve. Queste sono motivazioni che
credo ci inducano a riflettere, al di là del fatto che, evidentemente, nessuno è in grado di controllare
tutti quei processi, anche con tutta la buona volontà, al massimo si può cercare di capirne alcuni,
infatti, in merito all’acqua e all’energia, ho diversificato i percorsi del mio ragionamento. Qui, però,
mi pare che il meccanismo vada avanti sempre nello stesso modo, vale a dire che, noi veniamo qua
e, tutte le volte, concludiamo che non ci capiamo più niente, perciò, votiamo a favore e il problema
è finito. Non è proprio così, almeno quanto ai principi di fondo qualcosa capiamo, perciò, quello
della coerenza deve essere un valore, che anche un piccolo Consiglio Comunale può portare avanti.
Queste motivazioni sono intese a rafforzare quanto affermato dalla Campitelli durante il suo
intervento.
Neri: in merito al referendum, io, nel mio piccolo, mi sono dato da fare, sia per promuovere la
raccolta delle firme, sia perché vincesse. Per cui, anch’io mi sento molto coerente, sia con quello
che ho fatto allora, sia, nel sostenere questo tipo di deliberazione e, rapidamente, proverò ad esporre
quali sono, a mio giudizio, i limiti di quell’azione referendaria. Siamo tutti d’accordo sul fatto che
l’acqua sia pubblica, che la proprietà delle tubazioni, degli impianti di sollevamento, dei
potabilizzatori debba essere di proprietà dei Comuni è fuori di dubbio, l’unico problema irrisolto,
dal referendum e, successivamente, dal Parlamento e dalla Corte Costituzionale, che ovviamente
non può legiferare e con quella sentenza non chiarisce, è dove si prendono i soldi per costruire
nuovi acquedotti o per fare il risanamento delle fognature, quando servono. Dal 2003 in avanti, nella
Provincia di Forlì, siamo stati obbligati dalla Procura della Repubblica, che è stata molto più attenta
di altre, a investire cinquanta milioni di euro, solo per mettere a posto fognature e scarichi e sono
tutti soldi utilizzati nel ciclo idrico. Sarebbe ora che il Parlamento legiferasse, in modo chiaro, per
togliere la rilevanza economica al servizio idrico, perché si tratta di questo, dato che la Cassa
Depositi e Prestiti non dà i soldi per gli acquedotti o per le fognature e se lo fa, applica un interesse
del 3-4%, perciò, occorre remunerare il capitale, pubblico o privato che sia, per togliere rilevanza
14. economica al ciclo idrico. Nel caso specifico, il Parlamento deve emanare una legge semplicissima,
che dica che tutti i capitali investiti nel ciclo dell’acqua, proprio perché è pubblica, sono remunerati
al 4% o al 4,5%, questo è l’unico modo per togliere il rilievo economico al ciclo dell’acqua. Una
volta stabilito che, in quel servizio, quella è la massima potenzialità remunerativa del capitale, è
ovvio che, chi ha voglia di fare delle speculazioni, d’investire dei soldi per farli fruttare, chissà in
che modo, non li riverserà più nel settore idrico, ma da qualche altra parte, magari comprerà la soia
o il petrolio o qualcos’altro, perché dall’acqua, più di quel tanto che il Parlamento deve stabilire, più
di quello non riuscirà a guadagnare. Speriamo che arrivi un Parlamento che entri nel merito
concreto di queste urgenze, perché, per fare le fognature e gli acquedotti, i soldi, o te li dà lo Stato, o
si devono prelevare attraverso le tariffe e questa è la formula, cui noi, oggi, siamo costretti a
ricorrere. Per prenderli dalle tariffe, occorre andare in banca a chiedere un prestito, che un grosso
gruppo ottiene a un certo tasso d’interesse, sicuramente raddoppiato, nel caso in cui si presentasse
una piccola società, mezza sgangherata. Appare chiaro, quindi, che fare l’interesse dei cittadini,
vuol dire avere un’impresa che sappia interfacciarsi con il mondo finanziario. Hera, oggi e ancora di
più domani, è una società che, se ha bisogno di soldi, si rivolge alla borsa londinese, o a quella
tedesca e ottiene, sicuramente, una riduzione del 2-3% del tasso d’interesse. Per cui, il nostro
compito di rappresentanti dei cittadini e di buoni Amministratori è di mettere nelle condizioni le
nostre aziende, che sono di proprietà dei Comuni, di essere solide, perché possano trovare i soldi da
investire dove serve, a interessi più bassi, altrimenti facciamo della demagogia. Gli acquedotti non
esistono più, l’esempio che citavi prima tu è perfetto, quello di Spinello è stato l’ultimo che
abbiamo costruito insieme, perché eravamo tutti d’accordo, con contributi statali. Dopo quello di
Spinello, non è arrivata più una lira, ma non perché non siamo andati a cercarla! In giro, non c’erano
più soldi per gli acquedotti, con interessi a carico dello Stato, per cui, si dovevano andare a chiedere
in prestito, pagando gli interessi, i cui tassi praticati dalla Cassa Depositi e Prestiti, a volte, sono
addirittura più alti di quelli delle altre banche. Poi, ripeto quanto ho affermato prima, scusandomi
ancora per aver interrotto la Consigliera Campitelli, che non c’è, assolutamente, alcuna intenzione
da parte di nessuno, che sappia io, di privatizzare, tant’è che la delibera di oggi dice che, una volta
esaurito il percorso, la parte pubblica si attesterà al 56,2%. Insisto, non c’è una volontà intesa a
perdere la maggioranza di una società di questo genere! Tra l’altro, se, con il 56%, si pensasse di
vendere il 7%, scendendo al 49, l’eventuale acquirente, quel 7% dovrebbe pagarlo una enormità,
perché otterrebbe il controllo di una società che è gigantesca. Figuriamoci, quindi, a quale prezzo
potrebbe essere venduto quel 7%, che porterebbe la parte pubblica, passando dal 56 al 49%, il
giorno dopo, a non contare più niente! Deve succedere un cataclisma, perché il pubblico decida di
rinunciare alla maggioranza azionaria, in una società di questo livello e se noi vogliamo fare
l’interesse dei nostri cittadini, dobbiamo fare in modo che questa società sia sempre più in grado di
trovare i soldi, quando servono, di pagarli il meno possibile e di raggiungere il massimo della
propria capacità competitiva all’interno del mercato.
Foietta: grazie Neri, altri? Se nessuno interviene, faccio io una replica, poi passiamo ai voti, va
bene? In linea di principio, mi sento molto vicino alle motivazioni di Biandronni, nel particolare,
perché, se poi affrontiamo questo discorso, in modo più ampio, è ovvio, che io, personalmente, mi
ci ritrovi. Ci sono, comunque, delle incoerenze normative, perciò, intanto chiederei al Segretario
Comunale di verificare cosa dice quest’articolo 36 del nostro Statuto, che abbiamo votato, a
proposito di “non rilevanza economica dell’acqua”, che, in realtà, c’è, (… disturbo, non
trascrivibile), per cui, occorre maggiore certezza, in relazione alle leggi vigenti. In merito, poi, al
carattere pubblico dell’acqua, rispetto a quanto affermato sia dalla Campitelli, sia da Neri, io leggo
che nello Statuto, agli articoli 7 e 26, si dice: “Fermo il principio, secondo il quale il 51% del
capitale sociale della società incorporante dovrà essere detenuto da Enti pubblici”, quindi, è nello
Statuto, poi la modifica (…), perciò la proprietà pubblica dovrebbe rimanere, a questo punto,
permanente. Un altro aspetto che mi è stato fatto notare e sul quale potremmo intervenire, riguarda
15. gli articoli 16 e 17, che prevedono di un incremento, da diciotto al venti, del numero dei componenti
il Consiglio di Amministrazione e il conseguente incremento, da quattordici a sedici, dei
componenti il Consiglio di Amministrazione, tratti dalla lista che ha ottenuto il maggior numero dei
voti. L’aumento dei Consiglieri da diciotto a venti, a mio avviso, è in contrasto, non solo con i
principi di questo Consiglio, ma, io credo, con l’opinione di tutti gli italiani. Ormai, infatti, di queste
situazioni ne abbiamo più che abbastanza, non voglio allargarmi troppo, rischiando di andare fuori
tema, come ha fatto Giancarlo, però, io francamente, sono stanco che la gente possa assimilarci a
certi politici, come Fiorito, che si mettono in tasca 10 milioni di euro e poi si fanno la legge ad hoc.
Tra l’altro, ieri, ho saputo che lui va in pensione a cinquant’anni, con 4.000 euro al mese, perché, lo
scorso dicembre, il Consiglio Regionale ha emanato una legge speciale. Lo potremmo fare anche
noi, come Consiglio Comunale di Santa Sofia, mettiamo in pratica qualcosa per raccattare quello
che riusciamo a racimolare! Voglio dire che, purtroppo, la serietà e questi bei discorsi, in cui credo
davvero, cioè, il bene comune, l’interesse generale, eccetera, per molti sono tutt’altra cosa. Noi, è
vero, contiamo sempre meno in Hera, certo che quando c’era il CIS, mi ricordo che facemmo
l’acquedotto di Spinello e portammo anche il gas, sia lì, sia a Corniolo. Fu una bellissima
operazione, che, però, non si è ripetuta, per esempio, nel caso di Camposonaldo, ma c’era già Hera,
che, assolutamente, non tirò fuori un centesimo. Mi sembra che portare il gas a Camposonaldo
costasse 350.000 euro e Hera ci disse di no, così come nel caso delle fognature. Ripeto, quando noi,
in Conferenza dei Servizi, sostenemmo che quel tipo di modalità tecnica era balorda, abbiamo
dovuto soccombere, c’è stato poco da fare, poi, è stata impiegata anche negli altri paesi, non so
come faranno quando andranno a spaccare il centro storico di Forlì e di Bologna, però noi non
abbiamo contato niente, anzi lo 0,06%, come diceva prima Luciano Neri. Questo, naturalmente, fa
cadere le braccia. Tra noi, qui, non c’è una maggioranza e una minoranza, siamo tutti nella stessa
barca ed è così. Poi, quando si parlava di dare battaglia, per la verità, io, anche in ATO ho cercato di
avversare certe disposizioni, che ritenevo svantaggiose per i Comuni, però mi sono trovato da solo.
Una volta, sono stato sostenuto da Premilcuore, però mi rincresce che tutti gli altri Comuni fossero
d’accordo tra loro, sia Meldola, sia Dovadola e anche quelli di centrodestra, poi, hanno votato a
favore di Hera. Capacci di Premilcuore ed io siamo stati gli unici due stupidi che si sono messi
contro tutti. Questo dispiace, perché almeno sui principi si poteva essere d’accordo, invece il
tornaconto penso prevalga su tutto, anche in chi (…). Scusate, lo sfogo, in ogni caso, l’unica
proposta che posso avanzare al Consiglio, oltre a quanto è stato scritto nello schema, è quella di
opporsi a quest’aumento dei Consiglieri, che mi sembra fuori da ogni criterio e, oggi come oggi, è
inutile e inammissibile come principio. Io questo lo metterei.
Neri: è previsto l’aumento da diciotto a venti, perché entrano in Consiglio di Amministrazione un
componente di Trieste e uno di Padova ed è già stato concordato, con questi Comuni, che, dal 2014,
quindi, dal prossimo rinnovo del Consiglio di Amministrazione di Hera, il numero dei Consiglieri
passi da venti a quindici, e questi comprenderanno dodici pubblici, di cui due di Trieste e Padova,
più i tre della rappresentanza privata. Per cui, quel diciotto più due è previsto in questa fase, nelle
more della validità dell’attuale organizzazione del CDA, che, appena si rinnoverà, passerà da venti a
quindici, compresi Trieste e Padova. Poi, se lo vogliamo scrivere, io sono d’accordo, anche perché,
con questo nuovo vento, più attento al numero dei Consiglieri d’Amministrazione e al loro
compenso, se ne accorgono un po’ tutti che è meglio essere più misurati, altrimenti la gente
s’infuria.
Foietta: su questo, un segnale lo darei, poi, che non serva, è facile pensarlo, però, almeno come
principio, con un ordine del giorno, io lo farei. Non approvare questa fusione significa essere messi
in un angolo, anche perché contiamo poco, adesso, come domani, non ci cambia molto, però, ripeto,
a livello di principio, se vogliamo dire che siamo contrari all’aumento del numero dei Consiglieri, io
lo farei.
16. Biandronni: dite anche che volete che siano spesi meno soldi (…) e chiedete una riduzione pari al
30% delle indennità destinate ai Dirigenti della Società.
Foietta: bene. Proponiamo, Segretario, il punto all’ordine del giorno potrà redigerlo come riterrà
opportuno, adesso, se vuole aggiungere: 1) che il Consiglio Comunale…
Segretario: adesso lo scrivo, ma, avevamo una proposta di delibera, con uno schema pervenuto, che
ha, oltre a tutta una serie di premesse, il dispositivo, perciò, se s’intende emendare la delibera, con
un’introduzione da parte di qualcuno, per poi votare anche l’emendamento, lo abbozziamo,
dopodiché, si dovrebbe votare, sull’emendamento e sulla proposta definitiva.
Foietta: va bene, facciamo due votazioni. Emendamento n. 1) il Consiglio Comunale chiede che il
Consiglio di Amministrazione non sia incrementato e, quindi, non approva la modifica agli artt. 16
e 17; emendamento n. 2) il Consiglio Comunale auspica una riduzione degli emolumenti ai
Dirigenti e agli Amministratori.
Segretario: quando si va dal notaio a stipulare l’atto, sapete come funziona? L’esempio più banale
è quello dell’approvazione di convenzioni tra i nostri Comuni, per cui, arriva la bozza e se uno degli
Enti interessati approva un testo diverso, sostanzialmente, è come se non approvasse la bozza
originaria. Questo è un caso che non mi è mai capitato, ma, a mio avviso, noi, decidendo di
apportare una modifica a quanto ci è stato proposto, in pratica, lo rigettiamo, insomma, lo
rimandiamo indietro, dicendo che noi lo approviamo soltanto con questa modifica, non so se vi
torna. Sarebbe assimilabile a dire che questo Consiglio Comunale non approva quello che è
pervenuto, ne propone un’integrazione e lo rimanda indietro, che ha una valenza di approvazione di
buona parte, ma non del tutto. Poi, in fase di stipula definitiva di questi atti, quando si andrà dal
notaio, si vedrà come ne terranno conto, di tali apposizioni particolari del Comune di Santa Sofia.
Neri tu hai esperienza di queste cose, cosa ne pensi? In sostanza, come dice Biandronni, si dovrebbe
votare su questa proposta, che arriva più o meno blindata e, poi, fare una delibera di ordine del
giorno, che dà l’imput politico di questa Amministrazione, allegandola alla stessa, magari,
inviandola anche agli altri Consigli Comunali, cercando di fare massa critica su questo discorso.
Foietta: io torno al mio ragionamento di prima, se è un auspicio, allora non ha un valore
strettamente cogente, mentre se diciamo che lo votiamo solo a determinate condizioni, diventa
tassativo. Per cui, usiamo la formula dell’auspicio, perché sia verbalizzato, poi, loro non lo
includeranno nello Statuto e negli accordi, però almeno noi, come Comune di Santa Sofia, ci siamo
espressi. Io, qualcosa metterei.
Neri: il problema è che questo documento non possiamo dividerlo in mille parti, accettandone
novecentonovantotto e due no.
Foietta: non è che votandola in un modo o nell’altro cambi il mondo, si tratta di una semplice
dichiarazione di un nostro principio.
Neri: da un punto di vista tecnico, a mio avviso, noi, una proposta di questo genere, dobbiamo o
accettarla o respingerla e, in seguito, rivolgendoci soprattutto al nostro Patto di Sindacato o ai
Sindaci dei Comuni grandi, eccetera, potremo legittimamente dichiarare che, a nostro giudizio, il
Consiglio di Amministrazione dovrebbe essere ridotto e che sarebbe opportuno che gli emolumenti
che ricevono i Consiglieri fossero tagliati del 30%. Poi, è ovvio, che, per noi, questa è una presa di
posizione, che avrà un peso e un significato se condivisa anche dagli altri. Se, invece, portiamo
avanti l’approvazione di novecentonovantotto parti su mille, diventa una partita ingestibile,
pertanto, io sarei per dividere la deliberazione dalla dichiarazione.
Lungherini: perché non prendiamo spunto da questa discussione per dire che in Romagna, ci sono
due aziende pubbliche, vale a dire, Romagna Acque e Unica Reti che si potrebbero fondere e
l’acqua rimarrebbe tutta pubblica. Poi, il nuovo soggetto, che si chiami Romagna Acque o altro, non
17. ha importanza, avrebbe tutta l’acqua e la gestione sarebbe sottoposta a gara, che potrebbe vincere
Hera come un’altra società, quando si potrà fare, nel 2019…
……..: voce fuori microfono non trascrivibile.
Lungherini: ho capito, ma è più scottante questo aspetto, anche perché, puntando sulla riduzione
del numero dei Consiglieri, potrebbero rispondere che, da quaranta, somma dei due CDA, sono
passati a diciotto, perciò un taglio considerevole è già previsto. Dal punto di vista politico, per me, è
più importante che ci siano due società pubbliche, ciascuna con il proprio CDA…
Foietta: mettiamo ai voti? Così com’è?
Segretario: vorrei rilevare, a uso dei Consiglieri, che il termine temporale che hanno dato,
trasmettendoci questo materiale è il 10 di ottobre. Siamo a fine settembre e non è detto che non la
rinviino, perché ci sono state molte critiche e perplessità in merito a questa faccenda. Quanto al
discorso di prima, scusatemi, io sono qui per fornirvi assistenza, poi, le scelte politiche sono vostre,
quindi, è chiaro che, essendo il Comune, assieme ad altri, dentro un Patto di Sindacato, si può
promuovere un’azione politica, che partendo, possibilmente in maniera unitaria, da questo
Consiglio Comunale, cerchi di coinvolgerne altri, in una certa posizione e fare gruppo, per
smuovere quella parte di Patto sindacale dei piccoli e medi Comuni. In ogni caso, torno a pensare
che, stasera, sia opportuno che la delibera si approvi, oppure no, ma in toto, tranne che si voglia
rinviare.
Foietta: facciamo l’ordine del giorno? In questo caso voto a favore, altrimenti mi astengo. Non me
la sento di approvarla tutta. chi lo prepara? I due capigruppo, Fleana, ci state a fare un ordine del
giorno?
Campitelli: no, personalmente sono per dare un segnale politico più forte, perché l’ordine del
giorno non servirebbe a niente, perciò, se vuoi farti sentire, anche se inutile, dato che la fusione
andrà avanti ugualmente, voti contro questa! L’ordine del giorno non serve a niente e rispetto alla
proposta che hai fatto tu, Lungherini, io dimostro di condividerla, perché voto contro questa. Chi,
invece, pensa di votare a favore, a mio avviso, è in contraddizione con la tua proposta.
Lungherini: io sono anche contrario all’Unione, alla Provincia Unica, all’accorpamento dei
Comuni, ma la linea è quella, il piccolo, purtroppo, non ha spazio…
Foietta: non andiamo fuori tema. A parte l’ordine del giorno che dobbiamo predisporre, poi, se la
minoranza ci sta, bene, altrimenti lo faremo ugualmente, detto questo, mettiamo ai voti la delibera
così come pervenuta in proposta.
18. Il presente verbale viene letto, approvato e sottoscritto:
Il Presidente Il Segretario Comunale
F.to FOIETTA FLAVIO F.to PUPILLO MARCELLO
La presente è copia conforme all'originale ad uso amministrativo.
Lì 31/10/2012 Il Segretario Comunale
PUPILLO MARCELLO
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
La presente deliberazione viene pubblicata all'Albo Pretorio Online del Comune
(www.comune.santa-sofia.fc.it) per gg.15 consecutivi a far data dal 31/10/2012
Lì 31/10/2012 Il Segretario Comunale
F.to PUPILLO MARCELLO
La presente deliberazione:
è stata dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell’art. 134, comma 4, del D.Lgs.
18.08.2000, n. 267.
È divenuta esecutiva a far data dal giorno _______________________ , ai sensi dell'art.
134 comma 3 del D.Lgs. 18/08/2000 n. 267.
F.to Il Segretario Comunale
PUPILLO MARCELLO