Incontri formativi sulle risorse turistiche delle Terre di Pisa. Il vino e l'olio delle Terre di Pisa - 29 aprile 2020
L'olio delle Terre di Pisa:
- Le coltivazioni e i territori
- Le denominazioni di origine (DOP e IGP)
- Analisi organolettica: il Panel di assaggio
7. LA PRODUZIONE MONDIALE
Migliaia di tonnellate
.000 t
2017
000 t
2018*
Variazione
2018/2017
Spagna
1256 1.790 42,5%
Italia
429 175 -59,2%
Grecia
La produzione 2018, sulla base delle prime
stime COI si dovrebbe attestare sulla soglia
dei tre milioni di tonnellate, in flessione del 7%
s ll anno precedente.
Dei principali produttori solo la Spagna stima
volumi decisamente superiori al 2017, mentre
3.082
2.105
3.500
2.500
3.170 3.290 3.170
2.592
3.315
3.083
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
*
8. 21
.000 t
2017
000 t
2018*
Variazione
2018/2017
Spagna
1256 1.790 42,5%
Italia
429 175 -59,2%
Grecia
346 185 -46,5%
Turchia
263 165 -37,3%
Tunisia
280 120 -57,1%
e prime
a soglia
e del 7%
na stima
mentre
oli.
del 59%.
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
*
32. SALA OPERATIVA
Cabine
a norma
Reg. CE 796/02
e Reg. CEE
2568/91
All.
XII
-------
Sala operativa
Comitato di Assaggio
CCIAA di Pisa
Luciano Scarselli – Capo Panel CCIAA Pisa
SALA OPERATIVA
Cabine
a norma
Reg. CE 796/02
e Reg. CEE
2568/91
All.
XII
-------
SALA OPERATIVA
Cabine
a norma
Reg. CE 796/02
e Reg. CEE
2568/91
All.
XII
-------
Luciano Scarselli – Capo Panel CCIAA Pisa
47. “Nel 2019 in Toscana la produzione di olio, rispetto al 2018,
si è pressoché dimezzata - argomenta la consigliera del Pd -.
Nel pisano la crisi colpisce un po' tutta la provincia. Ci sono
zone delicate e peculiari che soffrono
maggiormente come il Monte Pisano dove
l'olivicoltura è estensiva e connessa molto al
territorio e dove l'indotto, legato esclusivamente ai
produttori locali come frantoi sociali, ne risulta molto
compromesso rispetto a realtà private. Le cause che hanno
portato a un dimezzamento della produzione sono
le condizioni meteorologiche calamitose, foriere di parassiti
come la mosca olaearia e il calo delle quotazioni
dell’olio. Lo scorso 4 dicembre i produttori hanno
incontrato il Ministero dell’Agricoltura per chiedere lo stato di
crisi, misure a sostegno della liquidità di aziende, e lo
stanziamento di cinque milioni di euro così come previsto nel
pacchetto ministeriale destinato alle emergenze. È
fondamentale che anche la Regione continui, così come ha fatto
finora, a difendere il settore supportando le richieste fatte dai
produttori al Governo con l’obiettivo di ottenere interventi
straordinari volti a favorire la liquidità delle aziende
produttrici e dei frantoi”.
48. “La produzione di olio in Toscana interessa circa 92.00 ettari, 15
milioni di piante, 50 mila aziende agricole, 400 frantoi dà in media
170/180 quintali di olio all’anno; una produzione che va dalle
province di Firenze, Siena ed Arezzo, agli oliveti del Monte Pisano,
alla Versilia e fino alla Maremma – conclude Nardini – Per il
nostro territorio e per tutta la Toscana il
lavoro degli olivicoltori ha da sempre un
ruolo di primo piano a livello nazionale:
per le qualità organolettiche difficilmente
paragonabili, e per la preziosissima cura
del territorio che portano avanti, poiché
la manutenzione dei monti e delle colline
olivetate favorisce la mitigazione del
rischio idraulico e idrogeologico. È necessario
scongiurare con ogni mezzo una crisi profonda del settore che
avrebbe conseguenze sia occupazionali che ambientali
drammatiche”.
49. Lo scenario
La coltivazione dell’olivo è ampiamente diffusa su tutto il territorio regionale
interessando quasi 92.000 ettari, localizzati per oltre il 90% in zone
collinari o di bassa montagna, dove l’olivo costituisce uno
degli elementi più caratterizzanti del paesaggio agrario.
Il patrimonio olivicolo regionale è formato da oltre 15 milioni di piante, delle quali
più del 90% è costituito da poche varietà: Frantoio, Moraiolo, Leccino, Maurino,
Pendolino e Olivastra Seggianese.
51. QUALE OLIVICOLTURA
A) olivicoltura marginale: è caratterizzata da pendenze del suolo
superiori al 25% e dalla presenza di terrazzamenti. Può essere
tuttavia considerata un’olivicoltura “d’ambiente” e di scarsa
redditività
B) olivicoltura tradizionale: è caratterizzata da pendenze del suolo
comprese tra il 10 e il 25%, densità inferiore a 250 piante/ha, età
delle piante superiore a 25 anni
C) olivicoltura intensiva: si contraddistingue per pendenza inferiore
al 10%, densità superiore a 250 piante/ha (fino a 1800 piante/ha),
età delle piante inferiore a 25 anni
Fonte: Accademia dei Georgofili/Arsia
52. COME SIAMO MESSI IN TOSCANA
- oliveti con pendenza > 15% e/o situati a quota > 600 m slm:
75.283 ettari (67%);- oliveti posti in territori interessati da
vincolo idrogeologico: 66.785 ettari (60%);
- oliveti posti in territori interessati da vincolo paesaggistico:
31.184 ettari (28%);
- oliveti posti in territori interessati da aree protette: 16.539 ettari
(15%)
Fonte: Regione Toscana – Uso del Suolo (2007)
53. SITUAZIONE CRITICA
La filiera olivicola toscana sta attraversando una fase di
difficoltà. L’olivicoltura appare stretta da condizioni di
mercato non favorevoli e da un livello di costi
di produzione molto elevati, situazione che – se
protratta oltre il breve periodo – potrebbe minacciare la
sopravvivenza stessa della coltura dell’olivo in ampie zone
della regione. Sempre più diffuso è infatti l’abbandono
degli uliveti regionali nelle zone più marginali o dove vi è
una forte competizione con colture più redditive.
Fonte: paragrafo 2.2.7, Rapporto Irpet sul Sistema rurale Toscano
54. La coltivazione dell’olivo è ampiamente diffusa su tutto il territorio regionale
interessando quasi 92.000 ettari, localizzati per oltre il 90% in zone collinari o di
bassa montagna
55. Il territorio PISANO
La coltivazione dell’olivo interessa la
maggior parte dei comuni della
provincia e dal punto di vista
geomorfologico possono distinguersi
quattro zone di produzione
85. Frantoio
E' la varietà di olivo toscana con più sinonimi
e accezioni. E' quella che si definisce una
cultivar popolazione poiché dalla Frantoio
sono nate molte altre varietà, anche molto
famose come la Taggiasca ligure ma
anche a tutte le cultivar “Gentile” sparse
sul territorio nazionale.
È pianta sensibile al cicloconio alla rogna,
alla mosca dell'olivo e al freddo.
86. Leccino
La cultivar Leccino, insieme con la
Frantoio, è probabilmente la varietà
toscana più diffusa nel mondo.
La Leccino deve la sua notorietà
soprattutto a due caratteristiche:
produzione abbastanza abbondante e
stabile; tolleranza al freddo e
all'occhio di pavone
87. Moraiolo
E' la cultivar più tipica e tradizionale
delle aree interne per via della sua
rusticità e capacità di vivere e
produrre anche in terreni molto
marginali, sassosi e poco fertili.
E' una varietà tardiva, a maturazione
contemporanea e elevata forza di
resistenza al distacco del frutto.
Sensibile al freddo, tollerante a rogna
e occhio di pavone
Portamento assurgente
88. Pendolino
Cultivar tipica per il portamento pendulo, la
chioma folta ed espansa ma un buon
controllo della vigoria
Sensibile all'occhio di pavone e alla
fumaggine
Produce molto polline, epoca di fioritura
medio-anticipata. Abbondante aborto
ovario
89. Maurino
L' ampia diffusione è legata alla capacità di
produrre abbondante polline fertile e
compatibile con un gran numero di
cultivar. Fioritura precoce.
Portamento espanso ma poco vigoroso,
chioma folta
Varietà rustica, è stata segnalata anche per la
resistenza al cicloconio ed al freddo
90. Leccio del Corno
E' stata selezionata per la particolare resistenza
alle basse temperature dell'inverno 1929.
E' stata segnalata anche una notevole tolleranza al
cicloconio
Maturazione tardiva e uniforme
Pianta mediamente vigorosa con portamento
semipendulo. Branche assurgenti e rami
penduli con internodi molto ravvicinati
91. L’olio prodotto nella zona dei Monti Pisani
presenta un colore dal verde tenue al giallo
oro, odore e sapore gradevoli di fruttato
leggero/medio di oliva accompagnato da
sentori erbacei e, talvolta, di carciofo,
appena amaro e con un delicato sentore di
mandorla.
La sensazione gustativa generale è
caratterizzata da una gradevole percezione
di piccante.
92. Nelle tre zone produttive delle Colline Interne,
Colline Litoranee e Val di Cecina si ottiene
invece un olio che, dal punto di vista
organolettico, presenta caratteristiche abbastanza
omogenee, l’olio ha colore verde più o meno
intenso con riflessi giallo oro; odore e sapore di
fruttato di oliva verde e matura, accompagnato da
sentori di erba fresca, carciofo, verde di foglia,
mandorla e noce fresca, con sensazioni gustative
più o meno intense di amaro e di piccante.
93. Sia nella zona dei Monti Pisani che
nell’areale delle Colline di Pisa, si
riscontrano oli, che per opportune e
specifiche scelte aziendali di produzione
(olio monovarietale o da raccolta precoce
dei frutti) possono presentare caratteristiche
organolettiche (olfattive e gustative)
nettamente caratterizzate da note di amaro e
di piccante con una sensazione generale di
fruttato di oliva verde molto spiccato.