36 De Sanctis Galilei Manduria - La vita spezzata di Patèh
1. LA VITA SPEZZATA DI PATÈH
Dramma in atto unico
SCENA I
Voce narrante (con un sottofondo di tempesta): Fulmini, onde, tempeste cercano di abbattere le
decine di barche in alto mare, intente a scappare dalla guerra. Ecco che però queste barche vengono
soffocate dall’ira del mare, solo alcuni riusciranno ad arrivare alla riva distante poche centinaia di
metri. Siamo sulla riva del mare di Sicilia, sulla scogliera del porto di Marina di Ragusa, sono le tre del
mattino. C’è un ragazzo che esce dall’acqua pian piano cercando la riva. Un altro, avanzando dalla
terraferma, lo raggiunge e cerca di aiutarlo vedendolo in difficoltà.
Manuel: Ti ho preso! Aspetta che ti tiro su!
Ragazzo2: Grazie! (affannato)
Manuel: Chi sei? Tanto piacere io sono Manuel, tutto bene?
Ragazzo2: Sono Patèh, cosa volere da me? Non ho niente!
Manuel: Tranquillo adesso ti porto dagli altri tuoi amici!
(Manuel prende per mano ragazzo2 e insieme camminano sulla riva verso il porto di Marina di
Ragusa)
Manuel: E’ stato difficile arrivare fino qui vero? (nessuna risposta)
C’è qualcuno che conosci? (nessuna risposta)
Un amico, un tuo familiare? (nessuna risposta)
Okkkk?! Dai siamo quasi arrivati!”
SCENA II
(Cambio di scena, dalla spiaggia al porto dove il centro accoglienza cerca di portare gli immigrati in
un campo più o meno sicuro)
Manuel: Ehi, cumpa’, questo è Patèh, riusciamo a trovare un posto per lui?
Operatore centro accoglienza: Certo lascialo a me, ci penso io!
2. Manuel: Patèh queste persone ti tratteranno con rispetto, mi raccomando, se hai bisogno mi trovi in
paese!
Patèh: (a stento) “Va bene grazie amigo!
(Manuel sparisce dalla scena e Patèh riname nel centro accoglienza)
Operatore centro accoglienza: Ecco Patèh, come promesso una tenda tutta tua (indica la tenda), non
è un granchè, ma per cominciare ti basterà!
Patèh: Grazie tante, dove trovare la città?
Operatore centro accoglienza: Lo trovi a un chilometro da qui, ti verrà dato qualche soldo, usa il
denaro per il bus e per mangiare, ora riposa!”
Patèh: Va Bene, grazie ancora.
Operatore centro accoglienza: Ricordati sempre che se hai bisogno ci troviamo al di fuori del centro!
Scena III
Voce narrante: È la mattina del giorno seguente e Patèh, sveglio già da ore, cerca il bus giusto per
arrivare in città.
(Arriva il primo pullman)
Patèh: Ciao, questo bus portare in paese?
Conducente bus1: Mi dispiace, ma questo bus non fa per te, torna dai tuoi amici rom!
(si chiudono le porte e il bus parte; arriva il secondo ma passa senza neanche fermarsi e Patèh
comincia a piangere)
Patèh: “Ma perché, cosa fare io!
(Finalmente però arriva un altro bus)
Patèh: Ciao, porta alla città questo bus?
Conducente bus2: Si amico, Sali.
Patèh: Quanto pagare?
Conducente bus2: Non ti preoccupare sali pure
(Poco dopo)
3. Conducente bus1: Ecco questa è la tua fermata, stai attento alle persone che incontri! Buona
giornata”
Patèh: Ok, grazie amico anche a te.
(Voce narrante) Cammina per le strade senza un obiettivo ben preciso. A causa del suo colore di
pelle non riesce a trovare lavoro, fino a quando Manuel non lo invita a bere un caffè per poter
parlare di una proposta di lavoro.
Manuel: Ehi Patèh, come va la tua ricerca per il lavoro?
Patèh: Non molto bene, capo!
Manuel: Non ti preoccupare Patèh, a quanto pare ho trovato lavoro in un cantiere non molto
lontano da Marina Di Ragusa.
Patèh: Cosa vuol dire cantiere, capo?
Manuel: E’ un’area di lavoro nella quale si svolge la costruzione di un’opera di ingegneria civile… si
costruiscono edifici!
Patèh: Che devo fare quindi!? Non capire!?
Manuel: Dovresti solamente aiutare il personale a scaricare i materiali e a costruire l'impalcatura per
poter lavorare. Dai andiamo ti ci porto! (lo guida) Eccoci questa è la fermata dell’autobus, mi
raccomando Patèh, devi prendere il bus alla via 195 ogni giorno alle 7.00 di mattina, non dimenticare
di portarti da mangiare e da bere!
Patèh: Si capo, domani mattina alle 7 pronto sono io, dove poter trovare un supermercato?
Manuel: Vai al girasole, lo trovi vicino al cantiere, magari prima di tornare vai a fare un po’ di spesa!
Patèh: Ok, capo!
SCENA IV
(Alla fermata al cantiere)
Manuel: We cumpa, siamo qui. Ecco lui è il tuo nuovo operaio… è un tipo in gamba!
Antonio: Ciao Manuel che piacere vederti. Piacere, Antonio, tu saresti?
Patèh: Piacere sono Patèh sono da poco qui in città, cercare un lavoro.
Antonio: Bene, sì, seguimi che facciamo un piccolo colloquio!
(Fanno pochi passi e arrivano dentro a un deposito di materiali affianco al cantiere)
4. Bene Patèh, parlami di te e di cosa sai fare!
Patèh: Io sono arrivato qui ieri e non ho nessuno con me, cerco di potere avere un poco di soldi. So
costruire case come facevo in mamma Africa, sapere cacciare gli animali e so parlare tre lingue.
Antonio: Mi sembri un ragazzo che sa il fatto suo, mi piace il tuo metterti in gioco…ed è per questo
che mi voglio fidare di te. Queste sono le chiavi del gabbiotto dove troverai i materiali che ogni
mattina dovrai andare a prendere. Stai solo attento a quando cammini, se ti fai male sono fatti tuoi,
noi non ti possiamo assicurare, bello!
Patèh: Non ti preoccupare, grazie mille per avermi dato questa opportunità di lavoro."
Antonio: Allora da domani ogni giorno, dalle 7:30 alle 17:00, con una somma totale di 750€, poi se
vuoi fare straordinario basta che mi avvisi, va bene?
Patèh: (non capendo molto) Va bene, allora a domani capo!
(Manuel e Patèh vanno via)
SCENA V
Voce narrante: Dopo un paio di mesi di lavoro, Patèh riesce ad ambientarsi meglio: ogni mattina
prendeva il bus alle 7, poi arrivato a Marina di Ragusa beveva un bel caffè in compagnia di Manuel e
insieme andavano a lavorare. Era riuscito a mettere da parte un bel gruzzoletto di denaro, che
sognava di spendere nel viaggio di ritorno nella sua terra, per far visita ai suoi. Aveva prenotato
tutto, quando un giorno durante il lavoro:
Antonio: Ciao Patèh, tutto ok?
Patèh: Sisi capo, potrò finalmente far visita alla mia famiglia dopo questa giornata di lavoro!
Antonio: Sono fiero di te e lo saranno anche i tuoi per tutto l’impegno che hai messo. Lo so che non
è stato facile per te, ma sei stato onesto e coraggioso, hai dimostrato di essere un uomo che ha
voglia di lavorare e meriti tutto questo. Ora, dai al lavoro che manca poco anche alla fine di questa
giornata!”
Patèh: Si capo, vado a scaricare un po’ di materiale!
Antonio: Sì, poi vieni da me che mi serve una piccola mano. Mi raccomando, stai attento come
sempre che non sei in regola!
(Patèh va in magazzino prende due bei sacchi di cemento e li porta agli altri operai)
Operaio 1: Patèh sali, mi serve una mano, mettiti il caschetto!
Patèh: Non ce l’ho mai avuto, arrivo!
Operaio 1: Allora Patèh, mantienimi la cazzuola, che io intanto do una ripulita!
5. Patèh: Ok, devo fare altro?”
Voce narrante: Intanto da una gru ormai in decadenza, cade un grosso masso di cemento armato
Voci: Attenzione lì sotto!
Operaio 1: Patèh spostaaaaaaaaaaaaaaa…
Voce narrante: L’operaio non fa in tempo a finire la frase che il macigno colpisce e scaraventa al di
sotto Patèh. Non è rimasto niente del suo corpo, una poltiglia. Gli operai chiamarono subito
soccorso, ma sapevano anche loro che non c’era nulla da fare. Al funerale accorse tanta gente, che lo
aveva conosciuto e lo ricordava per il suo buon cuore.
Patèh è un’altra vittima sul lavoro, la morte di Patèh è un’altra morte bianca!