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OVIDIO. AMORI, MITI E
ALTRE STORIE
A DUEMILA ANNI DALLA MORTE…
LA MOSTRA A ROMA
Dalle SCUDERIE DEL QUIRINALE
IL LUOGO
In cima al colle più alto, sopra il tempio di Serapide
L’obelisco della tomba di Augusto, protetto dalla
fontana di Castore e Polluce, sorveglia l’ingresso del
Palazzo (un tempo residenza estiva del pontefice)
La poesia latina ha attraversato 2000 anni per
rivelarsi nella sua forma più magica: Ovidio, il padre
di questa voce, è stato ricongiunto alla sua città e al
suo mondo: ROMA
L’eco delle parole del poeta rimbalza sulle pareti tra i
neon di Joseph Kosuth specchiando l’infinito reticolo
di fili che lega le opere
QUOD CUPIO
MECUM EST
Un poeta “unico”…
PUBLIO OVIDIO
NASONE
Prisca iuvent alios, ego me
nunc denique natum gratulor:
haec aetas moribus apta mei.
Ars, 3, 121
LA FELICITA’ DI LEGGERE UN
CLASSICO
NICOLA GARDINI
SULMONA
–Publio Ovidio Nasone
"Non sono né le ricchezze, né la fama degli avi a
rendere grandi, ma l'onestà e le capacità
intellettuali".
QUALCHE NOTIZIA…
SULMONA 43 a.C. - TOMIS 17 d.C.
di famiglia equestre, frequenta a Roma le scuole di
eloquenza
Circolo di Messalla Corvino, non attivo in politica
amico di Tibullo e Properzio, poeti elegiaci
vita frivola, galante e dispendiosa, numerose avventure
amorose (soprattutto dopo il successo dell’ Ars
Amatoria)
poeta raffinato, molle e sensuale
8 d.C.: è mandato al confino a Tomis (Romania) da
Augusto per un carmen e un error: qui visse 10 anni,
fino alla morte
Metamorphoseon libri
…l’incessante mutamento delle forme del mondo
LA METAMORFOSI
L’OPERA:
la storia del mondo dal caos primordiale all’ordine del
principato di Augusto: un’enciclopedia di miti e di storie
CHE COSA?
una trasformazione, anche sul piano linguistico: il
significato (=concetto) si rifà significante
PERCHÈ?
uno strumento di giustizia divina: castighi e punizioni o
premi e ricompense (più rare)
COME?
all’improvviso, con un trapasso rapido e prodigioso,
magico
NOMEN ET RES
La storia delle figlie di
MINIA
CHI? le figlie di Minia, tre splendide ragazze di
Orcomeno, che odiavano il vino e le danze sfrenate
CHE COSA? vengono trasformate in pipistrelli,
creature notturne che destestano la luce e il clamore
PERCHÈ? si rifiutano di festeggiare DIONISO perché
ritengono che non sia figlio di ZEUS
COME? mentre cercano di nascondersi al buio, una
membrana si stende sulle membra rimpicciolite e le
braccia si rivestono di lieve piumaggio
IL NOME: VESPERTILIONES (chi ama il buio della
sera, la loro vera condizione)
LICII COLONI
“La natura non ha fatto di
proprietà privata nè il sole
nè l’aria e neppure la
fluida acqua: è a un bene
comune che mi sono
accostata, e nonostante
ciò vi chiedo di darmene
come si chiede un favore”
In quel luogo
Latona,
appoggiandosi
all’albero di Pallade
e della palma,
generò due gemelli
contro il volere della
noverca; si racconta
che anche da qui la
puerpera sfuggì a
Giunone e portò nel
suo seno i figli nati,
due dei.
E già nel territorio di
Licia, patria della
Chimera, poichè il
sole bruciante
inaridiva i campi, la
dea sfinita dalla
lunga fatica e riarsa
dalla calura estiva
provava una gran
sete, e avidi i piccoli
avevano bevuto tutto
il latte delle
mammelle. Per caso
vide uno specchio
d’acqua mediocre
nel fondo di una
valle; lì dei contadini
raccoglievano
fiorenti vimini con
giunchi e l’alga
gradita alle paludi.
La figlia del Titano si avvicinò e piegato il ginocchio pressò la terra per attingere fresche acque
con l’intenzione di bere. Il gruppo dei contadini glielo vieta. La dea così parlò a quelli che
vietavano: Perchè mi allontanate da queste acque? L’uso delle acque è comune; la natura non
fece proprio nè il sole nè l’aria nè le onde che scorrono: sono venuta a un bene comune, che
tuttavia supplice vi chiedo di concedermi. Non mi preparavo a lavare qui le braccia e le stanche
membra, ma ad alleviare la sete. La bocca di chi parla è priva di saliva e la gola è secca, a stento
in essa c’è una via per la voce. Un sorso d’acqua per me sarà nettare e nello stesso tempo
ammetterà di aver ricevuto la vita: mi avrete dato la vita nell’acqua.
Anche questi vi muovano a
compassione, che dal
nostro seno tendono le
braccia”. E per caso i
neonati tendevano le
braccia. Chi non avrebbero
potuto commuovere le
parole della dea? Questi
tuttavia continuano a tenere
lontana colei che prega e
aggiungono minacce e
insulti se non si allontana;
nè è sufficiente, quelli con
piedi e mani agitarono le
acque e dal gorgo profondo
qua e là con salti maligni
mossero il viscido fango.
L’ira tolse la sete; nè infatti
ormai la figlia di Ceo
supplica gli indigeni nè la
dea sopporta più oltre di
dire parole umilianti e
alzando le mani alle stelle
disse: “Viviate per sempre in
codesto stagno!”.
Avvengono i desideri della
dea.
…piace stare sotto le onde e ora immergere tutto il corpo nella palude profonda, ora rialzare
il capo, ora nuotare sulla sommità dell’acqua, spesso fermarsi sulla riva dello stagno,
spesso risaltare nei freschi laghi; ma anche ora essi esercitano le loro lingue sfacciate con
liti e senza pudore, benchè siano sotto l’acqua, sotto l’acqua tentano di pronunciare
maldicenze. Anche la voce è rauca, i colli gonfiati si dilatano e le stesse imprecazioni
spalancano le ampie bocche. Le spalle toccano la testa, sembra che i colli siano stati tagliati
via, il dorso si colora di verde, il ventre, la parte maggiore del corpo, è di colore bianco, e nel
fangoso gorgo saltellano le nuove rane.
–Publio Ovidio Nasone
STORIE DI METAMORFOSI
NEL TEMPO…
STEVENSON, Dottor Jekyll e Mr. Hyde
MARY SHELLEY, Frankestein
KAFKA, La metamorfosi
CALVINO, Le cosmicomiche
… e oggi, MIRKO ZILAHY, La forma del buio
la graphic novel a cura di vari autori:
Metamorphosis. Ovidio, la forma dell’oscurità.

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  • 1. OVIDIO. AMORI, MITI E ALTRE STORIE A DUEMILA ANNI DALLA MORTE…
  • 2. LA MOSTRA A ROMA Dalle SCUDERIE DEL QUIRINALE
  • 3. IL LUOGO In cima al colle più alto, sopra il tempio di Serapide L’obelisco della tomba di Augusto, protetto dalla fontana di Castore e Polluce, sorveglia l’ingresso del Palazzo (un tempo residenza estiva del pontefice) La poesia latina ha attraversato 2000 anni per rivelarsi nella sua forma più magica: Ovidio, il padre di questa voce, è stato ricongiunto alla sua città e al suo mondo: ROMA L’eco delle parole del poeta rimbalza sulle pareti tra i neon di Joseph Kosuth specchiando l’infinito reticolo di fili che lega le opere
  • 4.
  • 5. QUOD CUPIO MECUM EST Un poeta “unico”…
  • 6.
  • 7. PUBLIO OVIDIO NASONE Prisca iuvent alios, ego me nunc denique natum gratulor: haec aetas moribus apta mei. Ars, 3, 121
  • 8. LA FELICITA’ DI LEGGERE UN CLASSICO NICOLA GARDINI
  • 10. –Publio Ovidio Nasone "Non sono né le ricchezze, né la fama degli avi a rendere grandi, ma l'onestà e le capacità intellettuali".
  • 11. QUALCHE NOTIZIA… SULMONA 43 a.C. - TOMIS 17 d.C. di famiglia equestre, frequenta a Roma le scuole di eloquenza Circolo di Messalla Corvino, non attivo in politica amico di Tibullo e Properzio, poeti elegiaci vita frivola, galante e dispendiosa, numerose avventure amorose (soprattutto dopo il successo dell’ Ars Amatoria) poeta raffinato, molle e sensuale 8 d.C.: è mandato al confino a Tomis (Romania) da Augusto per un carmen e un error: qui visse 10 anni, fino alla morte
  • 13.
  • 14. LA METAMORFOSI L’OPERA: la storia del mondo dal caos primordiale all’ordine del principato di Augusto: un’enciclopedia di miti e di storie CHE COSA? una trasformazione, anche sul piano linguistico: il significato (=concetto) si rifà significante PERCHÈ? uno strumento di giustizia divina: castighi e punizioni o premi e ricompense (più rare) COME? all’improvviso, con un trapasso rapido e prodigioso, magico
  • 15. NOMEN ET RES La storia delle figlie di MINIA
  • 16. CHI? le figlie di Minia, tre splendide ragazze di Orcomeno, che odiavano il vino e le danze sfrenate CHE COSA? vengono trasformate in pipistrelli, creature notturne che destestano la luce e il clamore PERCHÈ? si rifiutano di festeggiare DIONISO perché ritengono che non sia figlio di ZEUS COME? mentre cercano di nascondersi al buio, una membrana si stende sulle membra rimpicciolite e le braccia si rivestono di lieve piumaggio IL NOME: VESPERTILIONES (chi ama il buio della sera, la loro vera condizione)
  • 17. LICII COLONI “La natura non ha fatto di proprietà privata nè il sole nè l’aria e neppure la fluida acqua: è a un bene comune che mi sono accostata, e nonostante ciò vi chiedo di darmene come si chiede un favore”
  • 18. In quel luogo Latona, appoggiandosi all’albero di Pallade e della palma, generò due gemelli contro il volere della noverca; si racconta che anche da qui la puerpera sfuggì a Giunone e portò nel suo seno i figli nati, due dei. E già nel territorio di Licia, patria della Chimera, poichè il sole bruciante inaridiva i campi, la dea sfinita dalla lunga fatica e riarsa dalla calura estiva provava una gran sete, e avidi i piccoli avevano bevuto tutto il latte delle mammelle. Per caso vide uno specchio d’acqua mediocre nel fondo di una valle; lì dei contadini raccoglievano fiorenti vimini con giunchi e l’alga gradita alle paludi.
  • 19. La figlia del Titano si avvicinò e piegato il ginocchio pressò la terra per attingere fresche acque con l’intenzione di bere. Il gruppo dei contadini glielo vieta. La dea così parlò a quelli che vietavano: Perchè mi allontanate da queste acque? L’uso delle acque è comune; la natura non fece proprio nè il sole nè l’aria nè le onde che scorrono: sono venuta a un bene comune, che tuttavia supplice vi chiedo di concedermi. Non mi preparavo a lavare qui le braccia e le stanche membra, ma ad alleviare la sete. La bocca di chi parla è priva di saliva e la gola è secca, a stento in essa c’è una via per la voce. Un sorso d’acqua per me sarà nettare e nello stesso tempo ammetterà di aver ricevuto la vita: mi avrete dato la vita nell’acqua.
  • 20. Anche questi vi muovano a compassione, che dal nostro seno tendono le braccia”. E per caso i neonati tendevano le braccia. Chi non avrebbero potuto commuovere le parole della dea? Questi tuttavia continuano a tenere lontana colei che prega e aggiungono minacce e insulti se non si allontana; nè è sufficiente, quelli con piedi e mani agitarono le acque e dal gorgo profondo qua e là con salti maligni mossero il viscido fango. L’ira tolse la sete; nè infatti ormai la figlia di Ceo supplica gli indigeni nè la dea sopporta più oltre di dire parole umilianti e alzando le mani alle stelle disse: “Viviate per sempre in codesto stagno!”. Avvengono i desideri della dea.
  • 21. …piace stare sotto le onde e ora immergere tutto il corpo nella palude profonda, ora rialzare il capo, ora nuotare sulla sommità dell’acqua, spesso fermarsi sulla riva dello stagno, spesso risaltare nei freschi laghi; ma anche ora essi esercitano le loro lingue sfacciate con liti e senza pudore, benchè siano sotto l’acqua, sotto l’acqua tentano di pronunciare maldicenze. Anche la voce è rauca, i colli gonfiati si dilatano e le stesse imprecazioni spalancano le ampie bocche. Le spalle toccano la testa, sembra che i colli siano stati tagliati via, il dorso si colora di verde, il ventre, la parte maggiore del corpo, è di colore bianco, e nel fangoso gorgo saltellano le nuove rane.
  • 23.
  • 25. STEVENSON, Dottor Jekyll e Mr. Hyde MARY SHELLEY, Frankestein KAFKA, La metamorfosi CALVINO, Le cosmicomiche … e oggi, MIRKO ZILAHY, La forma del buio la graphic novel a cura di vari autori: Metamorphosis. Ovidio, la forma dell’oscurità.