4. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Ci avviciniamo alla
prima conoscenza
dell’attrezzo o del
testo da studiare.
(Processo di studio)
5. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Scopro che:
non mi viene bene,
non mi viene in
base ad un modello
di riferimento,
non riesco a
ricordare.
P
r
o
c
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s
s
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n
t
e
r
p
r
e
t
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o
i
n
t
e
r
n
o
.
7. Processo interpretativo
interno
Il linguaggio c
on
tuo figlio
Questa interpretazione è
molto importante per varie
ragioni ed è la vera forza di
attrazione verso il successo
del compito.
10. Processo
interpretativo interno
Il linguaggio c
on
tuo figlio
Dopo la sua prima azione c’è
l’interpretazione a livello interno che tocca
“processi emotivi”.
I due esempi riportati non sono casuali.
1° esempio attività come bici, sport, scuola
musica.
2° esempio attività media (video,TV, iPhone,
media game.)
11. Processo interpretativo
interno
Il linguaggio c
on
tuo figlio
I pensieri si trasformano in parole,
( linguaggio interno) che danno nome alle
sensazioni (per questo è importante avere una
maggiore proprietà di linguaggio sull’interpretare
i propri sentimenti ) e queste interpretazioni
provengono da riferimenti presi a modello,
(in primis la famiglia, poi gli amici ecc..) che non
si riferiscono solo al successo del compito
ma anche all’atteggiamento che ne
osservano.
12. Processo interpretativo
interno
Il linguaggio c
on
tuo figlio
Lo studio di questi processi hanno
avuto un notevole incremento grazie
alla neuroscienze che rimarcano la
fondamentale importanza del contesto
emozionale in fase apprendimento.
13. Il linguaggio c
on
tuo figlio
COMPORTAMENTI DA
EVITARE DA PARTE DEL
GENITORE, INSEGNANTE,
ISTRUTTORE, ALLENATORE
Ci sono putropppo, comportamenti
esterni che non aiutano il processo di
apprendimento, anzi, su menti giovani
possono essere di estremo
condizionamento negativo.
14. Il linguaggio c
on
tuo figlio
ALCUNI COMPORTAMENTI DA EVITARE
DA PARTE DEL GENITORE, INSEGNANTE,
ISTRUTTORE, ALLENATORE
RIMPROVERI sull’identità del bambino.
FARLA LUNGA nel rimprovero.
( ci sono studi che affermano che oltre il minuto si perde
d’interesse) .
ALZARE LA VOCE.
ALZARE LE MANI. (Quando si arriva ad uno sculaccione
abbiamo perso noi in partenza- è così…punto!).
FAR SENTIRE UMILIATO IL BAMBINO.
PORRE DOMANDE SUL PERCHÈ. (Invece del come e
cosa che producono immagini sul compito o sul tentativo
di riuscita.)
15. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Come ci sono
comportamenti che non
aiutano, la buona notizia
è che ci sono
comportamenti che
aiutano il processo di
apprendimento.
16. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Ci sono comportamenti
delle figure di riferimento
che innalzano la voglia
partecipativa, la volontà
a fare e la tenacia
(prerequisiti indispensabili
per la riuscita di un
compito).
17. Il linguaggio c
on
tuo figlio
IL PERCHÈ EVITARE
CERTI COMPORTAMENTI
Il senso di questo intervento sta
nel saper costruire in nostro figlio
o allievo il processo emotivo più
opportuno al processo di
apprendimento.
18. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Per la semplice
ragione che è
l’innesco primordiale
per poter usufruire
del giusto
atteggiamento.
19. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Infatti l’emozione creerà “un
riferimento associato” al
contesto (che è il tentativo di
riuscita) e se questa emozione è
un riferimento negativo ( come la
paura del il sentirsi giudicato, deriso,
umiliato, incapace ecc…)ogni volta
che si presenterà un compito
dove è richiesto il tentativo di
riuscita, lui ritornerà
sull’emozione associata.
20. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Per questo è importante
che ogni tentativo sia
associato ad emozioni
utili al conseguimento
dello scopo.
21. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Se noi osserviamo un bambino ad
una console della play-station o ad
un cellulare appena regalato e
supponiamo che i suoi genitori
siano inesperti e impreparati… cosa
pensate che faccia? Non ci gioca
perché i suoi genitori sono
impreparati?
Quali azioni metterà in atto il
bambino? Che atteggiamento terrà
per suoi tentativi errati?
Rinuncerà?
22. Il linguaggio c
on
tuo figlio
L’interpretazione che ne darà,
sarà per lui valevole di
significato solo se susciterà in
lui il piacere di riuscita e
senso di gioco. (Cosa che,
questi strumenti, nella loro
programmazione di base hanno
in sé)
23. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Da questo se ne deduce che : la
sfida deve essere commisurata
alla possibilità di riuscita.
Per essere motivato all’azione
(motivazione) l'esser eumano
deve avere la sensazione di
potercela fare. Infatti l’85% della
nostra motivazione è data dalle
conseguenze che anticipi e che
speriamo di ottenere.
24. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Cosa può suscitare
internamente una sfida?
Di solito se è ben riposta e con i requisiti
giusti, dopo tentativi anche se errati, si ha
la voglia di continuare e riprovare dando il
via a processi cognitivi di razionalizzazione.
25. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Tuttavia il bambino è
comunque sottoposto a
emozioni contrastanti
(anche se fosse in una
posizione ideale) come
sentimenti di collera,
fastidio, animosità,
irritabilità.
26. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Ma saprà comunque far
prevalere sentimenti di
fiducia, accettazione,
affinità, (data dal significato
d’amore) nel saper riuscire
a conquistare e possedere
quella competenza o
abilità.
27. Il linguaggio c
on
tuo figlio
La capacità di un bravo
genitore, insegnante sta nel
supportare quei sentimenti (di
fiducia, accettazione, affinità)
facendoli o emergere, o
evidenziandoli attraverso
segnali incoraggianti come:
prossemica, voce, parole,
segnali e sistemi di
comunicazione.
28. Il linguaggio c
on
tuo figlio
L’attività del pensiero comprende
fondamentalmente due
processi:
La visualizzazione e la
Verbalizzazione ( o altri
stimoli interni sensoriali o
auditivi, entrambi
simultaneamente)
29. Il linguaggio c
on
tuo figlio
FAR CIRCOLARE NELLA
NOSTRA
MENTE IMMAGINI CHE SIANO
ESSE STESSE STIMOLI DI
POLARITÀ
POSITIVA.
30. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Il dialogo
interiore
Costruire o far emergere un buon
dialogo interiore in nostro figlio, o nel
nostro allievo è la sfida di ogni buon
genitore /insegnante.
31. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Il dialogo
interiore
Può avvenire in due forme:
Domanda o enunciato.
32. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Gli enunciati invece tendono a
creare degli
assiomi o assunti o concetti
riguardo alle
esperienze di vissuto personale.
Il dialogo
interiore
Le domande tendono a creare una
maggiore consapevolezza ma se
non
fatte bene creano il dubbio
33. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Domande che
dirigono
E tu cosa ne pensi di
questo risultato?
Tu come la vedi?
Cosa ritieni più
importante per te per
riuscire al meglio?
34. Il linguaggio c
on
tuo figlio
DOPO AVER ASCOLTATO
LA SUA RISPOSTA E SOLO
DOPO UNA PICCOLA
PAUSA DI SILENZIO…
35. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Intervieni
dicendo:
A. Cosa è andato bene …
(sforzati a trovare un dato
oggettivo che può essere
anche il fatto di averci
provato…)
B. Cosa può migliorare…
C. Come fare per migliorarlo
( se hai qualche
suggerimento a riguardo)
36. Il linguaggio c
on
tuo figlio
Le emozioni
Dobbiamo fare in modo che la sua
emotività sia ricettivamente alta. Ciò
che vive, sente, ascolta e prova in quei
momenti generà parte della sua
autostima e dei suoi comportamenti
futuri. In quei frangenti nostro figlio o
allievo, è come un terreno aratro e ben
concimato e le parole cadono come
semi.
37. Il linguaggio c
on
tuo figlio
“La mente non è
un vaso da
riempire ma un
fuoco
d’accendere
Plutarco