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Politica di
coesione
Una nuova politica di coesione per
l’occupazione e la crescita in Europa
Che cos’è la politica di coesione?
La politica di coesione è il principale pilastro del bilancio dell’Unione europea per gli investimenti.
Attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo di coesione e il Fondo sociale europeo
(FSE), l’Ue offre supporto a nuove imprese innovative e alle PMI, crea occupazione sostenibile, potenzia le
competenze, combatte la povertà, promuove l’inclusione sociale, fornisce la banda larga a regioni isolate,
contrasta la fuga di cervelli, migliora l’ambiente, promuove l’efficienza energetica e l’uso di risorse energe-
tiche rinnovabili, crea reti di trasporto di fondamentale importanza e rafforza il livello di
efficienza della pubblica amministrazione.
Questi fondi, nel loro complesso, formano oltre un terzo del bilancio totale dell’UE. Tutte le regioni dell’Ue
traggono beneficio dalla politica di coesione, ma le regioni più povere ricevono livelli più elevati di investi-
mento.
Perché è stata introdotta una riforma di vasta portata?
La politica di coesione è un elemento fondamentale per portare a compimento la strategia Europa 2020 e
sono stati apportati alcuni cambiamenti per far sì che i fondi siano investiti in modo oculato. Nell’ambito
della riforma, forse la maggiore mai effettuata per questi fondi, l’introduzione di nuove norme farà sì che il
denaro venga incanalato in investimenti prioritari, in linea con una strategia chiara, discussa e concordata
tra gli Stati membri e la Commissione europea.
Ciascuna regione deve destinare una quota sostanziale del FESR all’innovazione e alla ricerca, all’agenda
digitale, al supporto alle piccole e medie imprese e al passaggio a un’economia a basse emissioni di carbo-
nio (regioni più sviluppate, 80%; regioni in
transizione, 60%, regioni in ritardo di sviluppo, 50%).
Per la prima volta l’FSE avrà una quota minima con un valore di almeno 80 miliardi di euro. L’FSE consen-
tirà di aiutare i cittadini a trovare o a conservare un posto di lavoro, combattere l’esclusione sociale, mi-
gliorare la qualità dell’istruzione e modernizzare le amministrazioni pubbliche, mentre l’iniziativa a favore
dell’occupazione fornirà sostegno mirato ai giovani.
Quali altri cambiamenti avranno luogo nel 2014-2020?
Sono state introdotte varie migliorie per rendere la distribuzione dei fondi più efficace, con una maggiore
attenzione ai risultati:
•	 definizione di obiettivi chiari, trasparenti e misurabili;
•	 introduzione di condizioni preliminari all’investimento dei fondi;
•	 riduzione degli adempimenti burocratici e semplificazione delle norme;
•	 stanziamento di risorse per lo sviluppo urbano;
•	 rafforzamento della cooperazione tra regioni a livello nazionale e transfrontaliero.
Marzo 2014
IT
Quanto denaro verrà investito nel 2014-2020?
La politica di coesione investirà 351 miliardi di euro nelle città e regioni dell’Ue. L’importo sarà così ripartito:
•	 circa 63,4 miliardi di euro (provenienti dal Fondo di coesione) saranno investiti in reti di trasporto 		
	 transeuropee e in progetti «chiave» relativi a infrastrutture ambientali;
•	 almeno 26,7 miliardi di euro serviranno a finanziare investimenti nell’economia a basse emissioni di 	
	 carbonio;
•	 non meno di 80,3 miliardi di euro verranno stanziati per investimenti attraverso l’FSE.
Qual è il vantaggio per i contributori netti?
Due terzi del commercio europeo si svolgono tra i 28 Stati membri. Gli investimenti nelle aree meno floride
dell’Ue ne accrescono la ricchezza, creando opportunità per gli esportatori e i fornitori di servizi dei paesi più
sviluppati.
Le regioni ricche non hanno bisogno di investimenti, o forse sì?
La massima priorità è aiutare le regioni in ritardo di sviluppo a migliorare le loro prospettive. Se l’Europa vuole
restare competitiva, però, occorre investire ovunque in modo strategico, anche mantenendo alto il tenore delle
regioni che ottengono buoni risultati.
Cosa offre la politica di coesione ai paesi maggiormente colpiti dalla crisi?
La politica di coesione ha dato risposte efficaci e rapide alla crisi, indirizzando gli aiuti dove erano più necessari
e investendo in settori fondamentali per la crescita e la creazione di posti di lavoro. Inoltre, alcune riduzioni
mirate dei requisiti di cofinanziamento nazionale e l’anticipazione di dotazioni finanziarie agli Stati membri in
crisi hanno procurato la liquidità di cui si avvertiva un grande bisogno in un periodo caratterizzato da vincoli di
bilancio.
Che cosa è stato fatto per contrastare le frodi?
Esistono norme e controlli rigorosi per prevenire l’uso improprio dei fondi. Le autorità nazionali e regionali
devono soddisfare determinati requisiti di base ancora prima della concessione di denaro per qualsiasi progetto.
Nel momento in cui si riscontrano problemi, la Commissione e le autorità nazionali si adoperano per porvi rime-
dio. Se le autorità nazionali non agiscono tempestivamente, la Commissione può interrompere o sospendere i
pagamenti. La Commissione lavora inoltre a stretto contatto con la Corte dei conti europea e l’Ufficio europeo
per la lotta antifrode (OLAF).
Perché è necessario che l’Ue faccia tutto questo?
Il bilancio europeo viene programmato per un periodo di sette anni, offrendo un quadro stabile e affidabile per
gli investimenti pubblici. Questa stabilità finanziaria è di grande importanza per la creazione di infrastrutture di
grandi dimensioni, il cui completamento richiede diversi anni, ma anche per le imprese e gli enti pubblici che
diversamente potrebbero trovarsi a operare in un quadro di grande incertezza.
A chi posso rivolgermi per quesiti sulla politica di coesione?
Per quesiti di carattere generale, contattare il servizio della commissione europea «Europe Direct». Per do-
mande da parte dei giornalisti e dei mezzi di comunicazione, rivolgersi al rappresentante della Commissione
europea del proprio paese, al portavoce per la politica regionale della Commissione europea o al portavoce per
l’occupazione, gli affari sociali e l’integrazione.
Qual è la procedura per richiedere aiuti?
Le domande di finanziamento devono essere presentate all’autorità nazionale o regionale che gestisce il pro-
gramma in questione. I recapiti delle autorità di gestione sono disponibili sul sito Web della politica regionale
della Commissione europea e sul sito Web dell’FSE.

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Politica di coesione in sintesi

  • 1. Politica di coesione Una nuova politica di coesione per l’occupazione e la crescita in Europa Che cos’è la politica di coesione? La politica di coesione è il principale pilastro del bilancio dell’Unione europea per gli investimenti. Attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo di coesione e il Fondo sociale europeo (FSE), l’Ue offre supporto a nuove imprese innovative e alle PMI, crea occupazione sostenibile, potenzia le competenze, combatte la povertà, promuove l’inclusione sociale, fornisce la banda larga a regioni isolate, contrasta la fuga di cervelli, migliora l’ambiente, promuove l’efficienza energetica e l’uso di risorse energe- tiche rinnovabili, crea reti di trasporto di fondamentale importanza e rafforza il livello di efficienza della pubblica amministrazione. Questi fondi, nel loro complesso, formano oltre un terzo del bilancio totale dell’UE. Tutte le regioni dell’Ue traggono beneficio dalla politica di coesione, ma le regioni più povere ricevono livelli più elevati di investi- mento. Perché è stata introdotta una riforma di vasta portata? La politica di coesione è un elemento fondamentale per portare a compimento la strategia Europa 2020 e sono stati apportati alcuni cambiamenti per far sì che i fondi siano investiti in modo oculato. Nell’ambito della riforma, forse la maggiore mai effettuata per questi fondi, l’introduzione di nuove norme farà sì che il denaro venga incanalato in investimenti prioritari, in linea con una strategia chiara, discussa e concordata tra gli Stati membri e la Commissione europea. Ciascuna regione deve destinare una quota sostanziale del FESR all’innovazione e alla ricerca, all’agenda digitale, al supporto alle piccole e medie imprese e al passaggio a un’economia a basse emissioni di carbo- nio (regioni più sviluppate, 80%; regioni in transizione, 60%, regioni in ritardo di sviluppo, 50%). Per la prima volta l’FSE avrà una quota minima con un valore di almeno 80 miliardi di euro. L’FSE consen- tirà di aiutare i cittadini a trovare o a conservare un posto di lavoro, combattere l’esclusione sociale, mi- gliorare la qualità dell’istruzione e modernizzare le amministrazioni pubbliche, mentre l’iniziativa a favore dell’occupazione fornirà sostegno mirato ai giovani. Quali altri cambiamenti avranno luogo nel 2014-2020? Sono state introdotte varie migliorie per rendere la distribuzione dei fondi più efficace, con una maggiore attenzione ai risultati: • definizione di obiettivi chiari, trasparenti e misurabili; • introduzione di condizioni preliminari all’investimento dei fondi; • riduzione degli adempimenti burocratici e semplificazione delle norme; • stanziamento di risorse per lo sviluppo urbano; • rafforzamento della cooperazione tra regioni a livello nazionale e transfrontaliero. Marzo 2014 IT
  • 2. Quanto denaro verrà investito nel 2014-2020? La politica di coesione investirà 351 miliardi di euro nelle città e regioni dell’Ue. L’importo sarà così ripartito: • circa 63,4 miliardi di euro (provenienti dal Fondo di coesione) saranno investiti in reti di trasporto transeuropee e in progetti «chiave» relativi a infrastrutture ambientali; • almeno 26,7 miliardi di euro serviranno a finanziare investimenti nell’economia a basse emissioni di carbonio; • non meno di 80,3 miliardi di euro verranno stanziati per investimenti attraverso l’FSE. Qual è il vantaggio per i contributori netti? Due terzi del commercio europeo si svolgono tra i 28 Stati membri. Gli investimenti nelle aree meno floride dell’Ue ne accrescono la ricchezza, creando opportunità per gli esportatori e i fornitori di servizi dei paesi più sviluppati. Le regioni ricche non hanno bisogno di investimenti, o forse sì? La massima priorità è aiutare le regioni in ritardo di sviluppo a migliorare le loro prospettive. Se l’Europa vuole restare competitiva, però, occorre investire ovunque in modo strategico, anche mantenendo alto il tenore delle regioni che ottengono buoni risultati. Cosa offre la politica di coesione ai paesi maggiormente colpiti dalla crisi? La politica di coesione ha dato risposte efficaci e rapide alla crisi, indirizzando gli aiuti dove erano più necessari e investendo in settori fondamentali per la crescita e la creazione di posti di lavoro. Inoltre, alcune riduzioni mirate dei requisiti di cofinanziamento nazionale e l’anticipazione di dotazioni finanziarie agli Stati membri in crisi hanno procurato la liquidità di cui si avvertiva un grande bisogno in un periodo caratterizzato da vincoli di bilancio. Che cosa è stato fatto per contrastare le frodi? Esistono norme e controlli rigorosi per prevenire l’uso improprio dei fondi. Le autorità nazionali e regionali devono soddisfare determinati requisiti di base ancora prima della concessione di denaro per qualsiasi progetto. Nel momento in cui si riscontrano problemi, la Commissione e le autorità nazionali si adoperano per porvi rime- dio. Se le autorità nazionali non agiscono tempestivamente, la Commissione può interrompere o sospendere i pagamenti. La Commissione lavora inoltre a stretto contatto con la Corte dei conti europea e l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF). Perché è necessario che l’Ue faccia tutto questo? Il bilancio europeo viene programmato per un periodo di sette anni, offrendo un quadro stabile e affidabile per gli investimenti pubblici. Questa stabilità finanziaria è di grande importanza per la creazione di infrastrutture di grandi dimensioni, il cui completamento richiede diversi anni, ma anche per le imprese e gli enti pubblici che diversamente potrebbero trovarsi a operare in un quadro di grande incertezza. A chi posso rivolgermi per quesiti sulla politica di coesione? Per quesiti di carattere generale, contattare il servizio della commissione europea «Europe Direct». Per do- mande da parte dei giornalisti e dei mezzi di comunicazione, rivolgersi al rappresentante della Commissione europea del proprio paese, al portavoce per la politica regionale della Commissione europea o al portavoce per l’occupazione, gli affari sociali e l’integrazione. Qual è la procedura per richiedere aiuti? Le domande di finanziamento devono essere presentate all’autorità nazionale o regionale che gestisce il pro- gramma in questione. I recapiti delle autorità di gestione sono disponibili sul sito Web della politica regionale della Commissione europea e sul sito Web dell’FSE.