1. GERMANIA
28 maggio 2013
Prima economia in Europa e quarta nel mondo, la Germania vanta anche il maggiore mercato dell’energia
in Europa, caratterizzato da un’ampia diversificazione delle fonti energetiche impiegate, dalla presenza di
grandi operatori (soprattutto nei settori del gas naturale e dell’elettricità) e da politiche energetiche
sostenibili che pongono il paese ai vertici mondiali nel campo delle energie rinnovabili.
La Germania è il settimo mercato dell'energia più grande al mondo dopo la Cina, Stati Uniti, Russia, India,
Giappone e Canada. I suoi consumi annui pro capite di energia primaria, pari a circa 3,8 tonnellate
equivalenti petrolio (tep), anche se risultano pari alla metà di quelli degli USA, sono più del doppio della
media mondiale. Ma se paragonati al valore dei beni e servizi prodotti (PIL), risulta allora più evidente
come la Germania utilizzi l'energia in modo molto efficiente nel suo sistema produttivo, attraverso la
generazione di oltre 9 mila dollari di PIL per ogni tonnellata di petrolio equivalente impiegata.
Tra il 1990 e il 2010, l'efficienza energetica complessiva dell'economia - misurata in termini di consumo di
energia primaria per unità di prodotto interno lordo, è migliorata a un tasso medio annuo di circa l’ 1,6%
(e ancor più dell’1,8% se depurata dagli effetti climatici provocati dalle variazione delle temperature
medie). Nonostante ciò, nel settembre 2010 il governo tedesco ha adottato un ambizioso piano
energetico di lungo termine che non ha eguali in Europa e nel resto del mondo. I principali obiettivi
strategici di lungo termine fissati dalla politica energetica e climatica della Germania prevedono infatti di
diminuire i consumi nazionali di energia primaria del 20% entro il 2020 e del 50% entro il 2050, rispetto al
2008, e di aumentare la produttività energetica del 2,1% all'anno (rispetto ai consumi finali di energia).
Per l’elettricità l’ intento è quello di diminuire i consumi del 10% entro il 2020 e del 25% entro il 2050,
sempre rispetto al 2008.
Inoltre la domanda di calore negli edifici dovrà essere ridotta del 20% entro il 2020, al fine di pervenire a
una diminuzione complessiva dei fabbisogni primari di energia negli edifici dell’ 80% entro il 2050. A tal
fine per il triennio 2012-2014 sono stati aumentati a 1,5 miliardi di Euro all’anno gli stanziamenti per
agevolare il recupero di efficienza energetica nel settore abitativo.
Nel comparto dei trasporti è previsto un target di diminuzione dei consumi del 10% (in questo caso
rispetto al 2005) entro il 2020 e del 40% entro il 2050.
Per le fonti rinnovabili è stato tracciato il raggiungimento di una quota del 18% sui consumi finali lordi di
energia entro il 2020; la quota dovrebbe salire al 30% entro il 2030, al 45% entro il 2040 e al 60% entro il
2050.
Le emissioni di gas a effetto serra che incidono sui cambiamenti climatici dovranno essere ridotte,
rispetto all'anno di riferimento 1990, del 40% entro il 2020, […]
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