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56  INSURANCE REVIEW, SETTEMBRE 2017
SCENARIO
A FRONTE DEI REQUISITI LEGATI A SOLVENCY II, È NECESSARIO
CHE LE COMPAGNIE, OLTRE A UN PROCESSO DI DIVERSIFICAZIONE
FINANZIARIA, PREVEDANO ANCHE MODELLI CON TECNICHE DI
COPERTURA DEI RISCHI DI CODA. E AFFRONTINO COSÌ UNO DEI
PRINCIPALI PROBLEMI PER GLI OPERATORI ASSICURATIVI
Attualmente il settore assicurativo e riassicurativo
presenta le seguenti caratteristiche:
•	 una configurazione giuridica estremamente com-
plessa e interconnessa tra i principali operatori
del settore;
•	 una competizione sempre più elevata, che riduce
sensibilmente i margini operativi;
•	 un’offerta di prodotti caratterizzati da un elevato
grado di sofisticazione.
Quanto sopra determina che le compagnie d’assicura-
zione che facevano fronte al verificarsi di eventi ca-
tastrofali tramite la Riassicurazione, ad oggi facciano
ricorso all’utilizzo sempre maggiore di strumenti fi-
nanziari. Ci si riferisce agli Insurance linked Securi-
ties-ILS ossia a quegli strumenti di investimento che
hanno lo scopo di trasferire il rischio assicurativo al
mercato finanziario. Il mercato delle ILS nel 2016 am-
montava a circa 80 miliardi di USD. A mio avviso tali
strumenti rischiano di stravolgere l’essenza stessa del
sistema assicurativo, ovvero ritengo che l’attuale uti-
lizzo abnorme nel settore assicurativo dei Catastrophe
Bond1
sia un esempio di tale elevata criticità.
LA FINANZIARIZZAZIONE
DEI RISCHI
CATASTROFALI
di LUIGI PASTORELLI, docente incaricato di Teoria del rischio,
direttore scientifico del BigDataLab di Tor Vergata e direttore tecnico del Gruppo Schult’z.
©sheelamohanachandran-Fotolia.it
58  INSURANCE REVIEW, SETTEMBRE 2017
SCENARIO
Nella consapevolezza che gli eventi estremi accadono
con una magnitudo e una frequenza molto superiore
a quella prevista dai modelli tradizionali, il concetto
di copertura dei rischi di coda è diventato uno dei
problemi principali degli operatori assicurativi, il qua-
le nonostante l’elevato utilizzo dei Cat Bonds, (si consi-
deri che negli ultimi 5 anni l’ammontare dei cat bonds
è cresciuto di circa il 75%.) non trova una efficace so-
luzione tecnica.
In ragione di ciò il modello tradizionale di business
delle assicurazioni è e resta in una crisi profonda, an-
che e sopratutto in ragione dei tassi negativi e dell’ap-
piattimento della curva di tasso tecnico, fattori che ne
stanno riducendo drasticamente la redditività, e tutto
ciò avviene nonostante la presenza dello strumento
Cat Bonds2
. Sul presupposto che Solvency II impone
1.	 I cat bonds vengono costruiti segregando all’interno di un veicolo chiamato Special Purpose Vehicle-SPV-il rischio che s’intende assicurare.
L’assicuratore attraverso un contratto di riassicurazione con la SPV trasferisce il rischio, gli investitori sottoscrivono quote emesse dal vei-
colo, ricevendo in cambio, interessi periodici che sono in funzione del premio assicurativo.
2.	 In caso di assenza di eventi catastrofali, il proprietario del bond riceve indietro generalmente dopo 3 anni, l’intero capitale, a cui si aggiunge
un incremento di tasso. Nel caso invece di un evento catastrofale, parte o tutto del capitale e parte o tutto dell’interesse, viene trattenuto
dalla compagnia di assicurazione, e non viene di norma restituito all’investitore.
3.	 Sul concetto di CRISI come “ scostamento dal valore atteso “ in relazione alla definizione di Sistema Critico si vedano i miei interventi pub-
blicati sulla Rivista Idem e Magazine di Borsa Italiana.
4.	 Si pensi all’incidenza del cambiamento demografico, ai tassi di urbanizzazione, al mutamento climatico. Specifici aspetti di una CRISI che è
destinata a stravolgere lo stesso paradigma assicurativo, ossia che sia possibile “ prevedere e quantificare l’ALEA”.
alle compagnie una corretta gestione dei rischi che
deve essere considerata parte integrante del processo
d’investimento e dell’analisi delle perfomance, è im-
plicito a mio avviso che i requisiti più stringenti legati
a Sovency II, implichino anche la necessità da parte
delle compagnie assicurative di promuovere la stesura
di modelli che oltre a prevedere un processo di diversi-
ficazione finanziaria, prevedano tecniche di copertura
dai cd rischi di coda.
In modo particolare a mio avviso occorre valutare i
rischi di coda di una distribuzione statistica, in rela-
zione al modello di distribuzione che viene utilizzato,
nella consapevolezza che non effettuare ciò, ritenendo
di risolvere il problema mediante una finanziarizza-
zione dei rischi catastrofali, determinerà una esposi-
zione del settore a CRISI3
di grado sempre più elevato,
che ritengo non tarderanno a manifestarsi4
.
UN CONVEGNO SUL TEMA
La finalizzazione dei rischi catastrofali
è il titolo del convegno organizzato dal
Gruppo Schult’z che si terrà a Roma il 23
ottobre presso la Biblioteca della Camera
dei Deputati, in cui verranno esaminati
gli aspetti giuridici, metodologici ed
etici di tale aspetto riferito al verificarsi
di eventi catastrofali. In tale occasione
verrà presentato uno specifico sondaggio
redatto dal sociologo Renato Mannheimer.
Tra i relatori è prevista la presenza del
presidente di Ania Maria Bianca Farina e
del direttore generale Ania Dario Focarelli.

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  • 1. 56  INSURANCE REVIEW, SETTEMBRE 2017 SCENARIO A FRONTE DEI REQUISITI LEGATI A SOLVENCY II, È NECESSARIO CHE LE COMPAGNIE, OLTRE A UN PROCESSO DI DIVERSIFICAZIONE FINANZIARIA, PREVEDANO ANCHE MODELLI CON TECNICHE DI COPERTURA DEI RISCHI DI CODA. E AFFRONTINO COSÌ UNO DEI PRINCIPALI PROBLEMI PER GLI OPERATORI ASSICURATIVI Attualmente il settore assicurativo e riassicurativo presenta le seguenti caratteristiche: • una configurazione giuridica estremamente com- plessa e interconnessa tra i principali operatori del settore; • una competizione sempre più elevata, che riduce sensibilmente i margini operativi; • un’offerta di prodotti caratterizzati da un elevato grado di sofisticazione. Quanto sopra determina che le compagnie d’assicura- zione che facevano fronte al verificarsi di eventi ca- tastrofali tramite la Riassicurazione, ad oggi facciano ricorso all’utilizzo sempre maggiore di strumenti fi- nanziari. Ci si riferisce agli Insurance linked Securi- ties-ILS ossia a quegli strumenti di investimento che hanno lo scopo di trasferire il rischio assicurativo al mercato finanziario. Il mercato delle ILS nel 2016 am- montava a circa 80 miliardi di USD. A mio avviso tali strumenti rischiano di stravolgere l’essenza stessa del sistema assicurativo, ovvero ritengo che l’attuale uti- lizzo abnorme nel settore assicurativo dei Catastrophe Bond1 sia un esempio di tale elevata criticità. LA FINANZIARIZZAZIONE DEI RISCHI CATASTROFALI di LUIGI PASTORELLI, docente incaricato di Teoria del rischio, direttore scientifico del BigDataLab di Tor Vergata e direttore tecnico del Gruppo Schult’z. ©sheelamohanachandran-Fotolia.it
  • 2. 58  INSURANCE REVIEW, SETTEMBRE 2017 SCENARIO Nella consapevolezza che gli eventi estremi accadono con una magnitudo e una frequenza molto superiore a quella prevista dai modelli tradizionali, il concetto di copertura dei rischi di coda è diventato uno dei problemi principali degli operatori assicurativi, il qua- le nonostante l’elevato utilizzo dei Cat Bonds, (si consi- deri che negli ultimi 5 anni l’ammontare dei cat bonds è cresciuto di circa il 75%.) non trova una efficace so- luzione tecnica. In ragione di ciò il modello tradizionale di business delle assicurazioni è e resta in una crisi profonda, an- che e sopratutto in ragione dei tassi negativi e dell’ap- piattimento della curva di tasso tecnico, fattori che ne stanno riducendo drasticamente la redditività, e tutto ciò avviene nonostante la presenza dello strumento Cat Bonds2 . Sul presupposto che Solvency II impone 1. I cat bonds vengono costruiti segregando all’interno di un veicolo chiamato Special Purpose Vehicle-SPV-il rischio che s’intende assicurare. L’assicuratore attraverso un contratto di riassicurazione con la SPV trasferisce il rischio, gli investitori sottoscrivono quote emesse dal vei- colo, ricevendo in cambio, interessi periodici che sono in funzione del premio assicurativo. 2. In caso di assenza di eventi catastrofali, il proprietario del bond riceve indietro generalmente dopo 3 anni, l’intero capitale, a cui si aggiunge un incremento di tasso. Nel caso invece di un evento catastrofale, parte o tutto del capitale e parte o tutto dell’interesse, viene trattenuto dalla compagnia di assicurazione, e non viene di norma restituito all’investitore. 3. Sul concetto di CRISI come “ scostamento dal valore atteso “ in relazione alla definizione di Sistema Critico si vedano i miei interventi pub- blicati sulla Rivista Idem e Magazine di Borsa Italiana. 4. Si pensi all’incidenza del cambiamento demografico, ai tassi di urbanizzazione, al mutamento climatico. Specifici aspetti di una CRISI che è destinata a stravolgere lo stesso paradigma assicurativo, ossia che sia possibile “ prevedere e quantificare l’ALEA”. alle compagnie una corretta gestione dei rischi che deve essere considerata parte integrante del processo d’investimento e dell’analisi delle perfomance, è im- plicito a mio avviso che i requisiti più stringenti legati a Sovency II, implichino anche la necessità da parte delle compagnie assicurative di promuovere la stesura di modelli che oltre a prevedere un processo di diversi- ficazione finanziaria, prevedano tecniche di copertura dai cd rischi di coda. In modo particolare a mio avviso occorre valutare i rischi di coda di una distribuzione statistica, in rela- zione al modello di distribuzione che viene utilizzato, nella consapevolezza che non effettuare ciò, ritenendo di risolvere il problema mediante una finanziarizza- zione dei rischi catastrofali, determinerà una esposi- zione del settore a CRISI3 di grado sempre più elevato, che ritengo non tarderanno a manifestarsi4 . UN CONVEGNO SUL TEMA La finalizzazione dei rischi catastrofali è il titolo del convegno organizzato dal Gruppo Schult’z che si terrà a Roma il 23 ottobre presso la Biblioteca della Camera dei Deputati, in cui verranno esaminati gli aspetti giuridici, metodologici ed etici di tale aspetto riferito al verificarsi di eventi catastrofali. In tale occasione verrà presentato uno specifico sondaggio redatto dal sociologo Renato Mannheimer. Tra i relatori è prevista la presenza del presidente di Ania Maria Bianca Farina e del direttore generale Ania Dario Focarelli.