Eco di Bergamo - Ricerca continua per produrre con più sicurezza
1. 18 eco.bergamo
MicroscopioAgosto-Settembre2018
CHIMICA
ESALUTERicerca continua
per produrre
con più sicurezza
LaDirettivaSevesoobbligaleaziendeadotarsi
diadeguatisistemidigestioneediprocedureoperative
perridurrealminimoirischi.Quellepiùgrandisono
soggetteancheall’Autorizzazioneintegrataambientale.
Passi da gigante
Negli ultimi decenni, tutta-
via, si sono compiuti passi da
gigante e gli ambiti su cui gli
strumenti legislativi insisto-
nosonotre:sicurezzaesalute
di chi lavora e vive nelle vici-
nanze di un’industria chimi-
ca, ambiente e sicurezza del
prodotto.
«Fare industria chimica in
modo sostenibile significa
adottare le necessarie misure
di gestione e tutela della salu-
te e dell’ambiente. Puntare
sulla ricerca tecnologica -
spiega Luca Emaldi, Regula-
tory Manager della Polynt di
Scanzorosciate - per studiare
processiproduttivichesfrut-
tino in modo più efficiente le
risorse così da ridurre il con-
sumo di materie prime ed
energia. Produzioni più effi-
cienti permettono di ridurre
gli scarti e di migliorarne la
qualità, come accade per le
emissioni di gas climalteran-
ti.Valutarel’impattoeco-tos-
sicologico dei prodotti per
renderlo sempre più basso,
utilizzando materie prime
non pericolose e, nel caso in
cui non se ne possa a fare a
meno, ridurre al minimo
l’esposizione dei lavoratori a
tali sostanze».
Sistema di gestione sicurezza
Dopo l’incidente di Seveso,
l’Unione Europea pensò ad
una direttiva per regolamen-
tareleattivitàproduttivenel-
le quali si utilizzano sostanze
che potrebbero causare inci-
denti gravi. La “Direttiva Se-
veso”, alla sua terza versione,
e recepita dall’Italia nel 2015,
IlReachUeimponeche
lesostanzerealizzate
oimportatesianovalutate
daun’appositaagenzia
Lafiliera,spieganodalla
PolyntdiScanzorosciate
èsottopostaarigidicontrolli
dapartedell’Arpa
Una delle sfide per il
futuro sarà produrre in
modo sostenibile prodotti
sempre più sicuri
In Italia si contano circa
2.800 industrie chimiche e
ilvaloredellaloroproduzio-
ne si aggira intorno a 52 mi-
liardi di euro (dati relativi al
2016). Siamo il terzo pro-
duttore europeo, dopo Ger-
mania e Francia (fonte Fe-
derchimica).
Questi dati non devono
farci temere, perché la mo-
derna industria chimica
produce nel rispetto di nu-
merosi strumenti legislativi
che tutelano in particolare
la sicurezza ambientale e la
nostra salute.
Inpassatononèstatosem-
pre così, e proprio la nostra
regione è stata scenario di
uno dei più pericolosi inci-
denti causati da un’azienda
chimica: il disastro di Seve-
so del 10 luglio 1976.
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obbliga le aziende a dotarsi di
un adeguato “Sistema di ge-
stione della sicurezza” e di
adeguate procedure operati-
ve.
Sono obbligatori investi-
menti nella formazione in
materia di sicurezza, l’orga-
nizzare una squadra di emer-
genza che metta in atto un
primo intervento in caso di
incidente e un piano di emer-
genza esterno condiviso con
la Prefettura e divulgato alla
cittadinanza.
L’autorizzazione ambientale
Le grandi aziende chimiche
sono soggette anche all’Auto-
rizzazione integrata ambien-
tale (Aia). A rilasciarla sono le
Regioni, che puntano a una
produzione più sostenibile.
Perognisostanzaemessa,oin
atmosfera o nelle acque re-
flue, e che può avere un im-
patto ambientale significati-
vo, è fissata una soglia limite.
Sotto controllo è anche la
gestione dei rifiuti prodotti,
che a seconda delle tipologie
devono essere correttamente
stoccati e smaltiti.
Infine,lafilieraproduttivaè
sottoposta a rigidi controlli
dapartedell’Agenziaregiona-
le per la protezione dell’am-
bientediRegioneLombardia,
che può effettuare verifiche
anche senza preavviso.
Un’agenzia europea
Il Reach è l’ultima normativa
europea in tema di sicurezza
diprodotto.Imponechetutte
le sostanze realizzate o im-
portate nella Ue e utilizzate
neipiùsvariaticampi,dalset-
tore automotive ai fertiliz-
zanti, siano soggette ad una
valutazione da parte del-
l’Agenzia europea della chi-
mica. In caso di informazio-
niincompleteriguardolalo-
ro pericolosità, l’agenzia
può richiedere studi tossi-
cologici, per tutelare la no-
stra salute e la salvaguardia
dell’ambiente. Sostanze ri-
tenute pericolose sono sog-
gette a limitazioni o a sosti-
tuzioni.
Secondo Luca Emaldi
«unadellesfideperilfuturo
dell’industria chimica sarà
proprio quella di produrre
in modo sostenibile prodot-
tisemprepiùsicurierispet-
tosi dell’ambiente e di co-
municare adeguatamente i
propri sforzi in questa dire-
zione».
IL RESPONSIBLE CARE
OTTIMIZZARE
RISORSE
ED EMISSIONI
Esistono diversi program-
mi a cui le aziende possono
aderire volontariamente
per rendere sempre più
sostenibile la produzione.
Uno di questi è il Responsi-
ble Care, a cui le aziende
chimiche aderiscono per
condividere iniziative a
tutela della salute e del-
l’ambiente, oltre a quanto
richiesto dalle norme
vigenti nei singoli Stati.
Responsible Care fu avvia-
to in Canada nel 1984, in
Italia arrivò nel 1992 ed è
gestito da Federchimica.
Il programma impegna
circa 170 aziende, sia ita-
liane che estere, a miglio-
rare costantemente le loro
produzioni attraverso un
sistema che integri sicu-
rezza, salute e ambiente:
ottimizzando l’utilizzo
delle risorse, minimizzan-
do la produzione dei rifiuti,
migliorando l’impatto
delle emissioni prodotte e
promuovendo la ricerca e
lo sviluppo per rendere i
prodotti più sicuri e a
minor impatto ambientale.
Responsible Care non
prevede controlli obbliga-
tori ma solo verifiche
volontarie (Audit) da parte
di organismi abilitati.
Per maggiori informazioni
consultare è possibile
consultare il sito www.ce-
fic.org/Responsible-Care/.