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QUOTA DI PROFITTO IN RISALITA
Monitor Economico
P I O D E G R E G O R I O
D E G R E G O R I O . P I O @ G M A I L . C O M
1 0 A P R I L E 2 0 1 7
Il valore aggiunto supera il livello pre-crisi
A fine 2016 l’ammontare aggregato
del valore aggiunto prodotto dalle
società non finanziarie italiane ha
superato il livello pre-crisi.
Si è quindi completata la fase di
Italia – Società non finanziarie: valore aggiunto
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Si è quindi completata la fase di
recupero iniziata a fine 2012, al fondo
della crisi dei debiti sovrani.
A partire in particolare dalla fine
del 2014, il calo del costo delle
materie prime e dell’energia è uno
dei fattori che ha maggiormente
contribuito a questo recupero, dal
momento che esso è stato solo
parzialmente trasferito sui prezzi di
vendita dei prodotti trasformati.
Monitor Economico Pio De Gregorio
Fonte: Istat
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milionidieuro
Valore aggiunto
Ma il risultato di gestione è cresciuto di più
Il risultato di gestione è dato dal valore
aggiunto diminuito del costo del lavoro
dipendente e del saldo fra imposte
indirette e contributi alla produzione.
Nonostante il risultato di gestione
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Italia – Società non finanziarie: risultato lordo di gestione
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Nonostante il risultato di gestione
aggregato delle società non finanziarie
italiane sia ancora sotto il livello pre-
crisi, a partire da fine 2014 è
cresciuto più di quanto sia
aumentato il valore aggiunto.
Ciò è dovuto principalmente alla bassa
dinamica di crescita del costo del lavoro
nel corso degli ultimi due anni.
Fonte: Istat
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milionidieuro
Risultato lordo di gestione
Pertanto la quota di profitto è salita
Il fatto che negli ultimi due anni il
risultato lordo di gestione delle società
non finanziarie sia cresciuto più del
valore aggiunto si riflette nella risalita
della quota di profitto.
La quota di profitto esprime infatti il
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Italia – Società non finanziarie: quota di profitto
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La quota di profitto esprime infatti il
rapporto fra il risultato lordo di gestione
e il valore aggiunto.
Pertanto se la quota di profitto
aumenta significa che, dopo aver
remunerato il lavoro dipendente,
una parte maggiore del valore
aggiunto si traduce in profitto
d’impresa (al netto del saldo fra
imposte indirette e contributi alla
produzione).
Fonte: Istat
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Quota di profitto
Si riapre il gap
Il recupero della quota di profitto delle
società non finanziarie italiane avvenuto
nel corso degli ultimi due anni è stato
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Italia, Eurozona e UE: quota di profitto delle società non
finanziarie
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nel corso degli ultimi due anni è stato
più rapido di quello verificatosi
tanto nell’Eurozona quanto
nell’Unione Europea.
Pertanto è tornato ad ampliarsi il gap a
favore delle società italiane che a fine
2014 era quasi azzerato.
Fonte: Istat, Eurostat
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Il valore aggiunto delle società non finanziarie italiane è tornato sui livelli pre-crisi
grazie soprattutto al calo del costo delle materie prime e dell’energia, che non essendo stato
interamente trasferito sui prezzi di vendita, ha consentito di ricostituire il primo margine a partire
dalla fine del 2014.
In questo stesso periodo alla crescita del valore aggiunto si è accompagnata una modesta dinamica
inflazionistica del costo del lavoro dipendente, per cui il risultato lordo di gestione è aumentato
più di quanto sia cresciuto il valore aggiunto. Ciò ha trovato riflesso nella risalita della quota di
profitto, vale a dire della percentuale del valore aggiunto che si traduce in profitto dopo aver
remunerato il lavoro dipendente (al netto del saldo fra imposte indirette e contributi alla produzione).
Riflessi positivi sulla fiducia
Monitor Economico Pio De Gregorio
remunerato il lavoro dipendente (al netto del saldo fra imposte indirette e contributi alla produzione).
Inoltre negli ultimi due anni la quota di profitto delle società non finanziarie italiane è
aumentata più di quanto sia cresciuta nell’Eurozona e nell’Unione Europea, tornando ad
ampliare a proprio favore il gap che si era quasi azzerato nel 2013.
Ovviamente queste dinamiche illustrano i trend fino al livello di conto economico corrispondente
grosso modo al margine operativo lordo (EBITDA), al di sotto del quale agiscono fattori che operano in
direzioni talvolta opposte, sia in senso assoluto che relativo. Tuttavia resta il fatto che gli sviluppi
degli ultimi due anni sono stati favorevoli per una risalita della quota di profitto delle
società non finanziare italiane, il che a mio avviso motiva buona parte del
miglioramento del clima di fiducia rilevato recentemente.

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  • 1. QUOTA DI PROFITTO IN RISALITA Monitor Economico P I O D E G R E G O R I O D E G R E G O R I O . P I O @ G M A I L . C O M 1 0 A P R I L E 2 0 1 7
  • 2. Il valore aggiunto supera il livello pre-crisi A fine 2016 l’ammontare aggregato del valore aggiunto prodotto dalle società non finanziarie italiane ha superato il livello pre-crisi. Si è quindi completata la fase di Italia – Società non finanziarie: valore aggiunto 2 190.000 195.000 Si è quindi completata la fase di recupero iniziata a fine 2012, al fondo della crisi dei debiti sovrani. A partire in particolare dalla fine del 2014, il calo del costo delle materie prime e dell’energia è uno dei fattori che ha maggiormente contribuito a questo recupero, dal momento che esso è stato solo parzialmente trasferito sui prezzi di vendita dei prodotti trasformati. Monitor Economico Pio De Gregorio Fonte: Istat 160.000 165.000 170.000 175.000 180.000 185.000 mar-06 set-06 mar-07 set-07 mar-08 set-08 mar-09 set-09 mar-10 set-10 mar-11 set-11 mar-12 set-12 mar-13 set-13 mar-14 set-14 mar-15 set-15 mar-16 set-16 milionidieuro Valore aggiunto
  • 3. Ma il risultato di gestione è cresciuto di più Il risultato di gestione è dato dal valore aggiunto diminuito del costo del lavoro dipendente e del saldo fra imposte indirette e contributi alla produzione. Nonostante il risultato di gestione 3 Italia – Società non finanziarie: risultato lordo di gestione 80.000 85.000 90.000 Nonostante il risultato di gestione aggregato delle società non finanziarie italiane sia ancora sotto il livello pre- crisi, a partire da fine 2014 è cresciuto più di quanto sia aumentato il valore aggiunto. Ciò è dovuto principalmente alla bassa dinamica di crescita del costo del lavoro nel corso degli ultimi due anni. Fonte: Istat Monitor Economico Pio De Gregorio 60.000 65.000 70.000 75.000 80.000 mar-06 ago-06 gen-07 giu-07 nov-07 apr-08 set-08 feb-09 lug-09 dic-09 mag-10 ott-10 mar-11 ago-11 gen-12 giu-12 nov-12 apr-13 set-13 feb-14 lug-14 dic-14 mag-15 ott-15 mar-16 ago-16 milionidieuro Risultato lordo di gestione
  • 4. Pertanto la quota di profitto è salita Il fatto che negli ultimi due anni il risultato lordo di gestione delle società non finanziarie sia cresciuto più del valore aggiunto si riflette nella risalita della quota di profitto. La quota di profitto esprime infatti il 4 Italia – Società non finanziarie: quota di profitto 44,0 45,0 46,0 47,0 La quota di profitto esprime infatti il rapporto fra il risultato lordo di gestione e il valore aggiunto. Pertanto se la quota di profitto aumenta significa che, dopo aver remunerato il lavoro dipendente, una parte maggiore del valore aggiunto si traduce in profitto d’impresa (al netto del saldo fra imposte indirette e contributi alla produzione). Fonte: Istat Monitor Economico Pio De Gregorio 37,0 38,0 39,0 40,0 41,0 42,0 43,0 44,0 mar-06 ago-06 gen-07 giu-07 nov-07 apr-08 set-08 feb-09 lug-09 dic-09 mag-10 ott-10 mar-11 ago-11 gen-12 giu-12 nov-12 apr-13 set-13 feb-14 lug-14 dic-14 mag-15 ott-15 mar-16 ago-16 milionidieuro Quota di profitto
  • 5. Si riapre il gap Il recupero della quota di profitto delle società non finanziarie italiane avvenuto nel corso degli ultimi due anni è stato 5 Italia, Eurozona e UE: quota di profitto delle società non finanziarie 46,0 48,0 nel corso degli ultimi due anni è stato più rapido di quello verificatosi tanto nell’Eurozona quanto nell’Unione Europea. Pertanto è tornato ad ampliarsi il gap a favore delle società italiane che a fine 2014 era quasi azzerato. Fonte: Istat, Eurostat Monitor Economico Pio De Gregorio 34,0 36,0 38,0 40,0 42,0 44,0 mar-06 ott-06 mag-07 dic-07 lug-08 feb-09 set-09 apr-10 nov-10 giu-11 gen-12 ago-12 mar-13 ott-13 mag-14 dic-14 lug-15 feb-16 set-16 % Italia Eurozona Unione Europea
  • 6. 6 Il valore aggiunto delle società non finanziarie italiane è tornato sui livelli pre-crisi grazie soprattutto al calo del costo delle materie prime e dell’energia, che non essendo stato interamente trasferito sui prezzi di vendita, ha consentito di ricostituire il primo margine a partire dalla fine del 2014. In questo stesso periodo alla crescita del valore aggiunto si è accompagnata una modesta dinamica inflazionistica del costo del lavoro dipendente, per cui il risultato lordo di gestione è aumentato più di quanto sia cresciuto il valore aggiunto. Ciò ha trovato riflesso nella risalita della quota di profitto, vale a dire della percentuale del valore aggiunto che si traduce in profitto dopo aver remunerato il lavoro dipendente (al netto del saldo fra imposte indirette e contributi alla produzione). Riflessi positivi sulla fiducia Monitor Economico Pio De Gregorio remunerato il lavoro dipendente (al netto del saldo fra imposte indirette e contributi alla produzione). Inoltre negli ultimi due anni la quota di profitto delle società non finanziarie italiane è aumentata più di quanto sia cresciuta nell’Eurozona e nell’Unione Europea, tornando ad ampliare a proprio favore il gap che si era quasi azzerato nel 2013. Ovviamente queste dinamiche illustrano i trend fino al livello di conto economico corrispondente grosso modo al margine operativo lordo (EBITDA), al di sotto del quale agiscono fattori che operano in direzioni talvolta opposte, sia in senso assoluto che relativo. Tuttavia resta il fatto che gli sviluppi degli ultimi due anni sono stati favorevoli per una risalita della quota di profitto delle società non finanziare italiane, il che a mio avviso motiva buona parte del miglioramento del clima di fiducia rilevato recentemente.